Simulazione

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1 di 64 Domande

Ciascuno dei seguenti fattori di rischio per lo sviluppo di ulcera peptica e' esatto tranne














La risposta corretta e' la ' Intenso stress emotivo '.


2 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


3 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

4 di 64 Domande

Uomo di 41 anni con sangue occulto nelle feci. La colonscopia ha evidenziato un polipo peduncolato di 1 cm nel colon ascendente; l'esame istologico del polipo resecato e' caratterizzato da ghiandole affollate di tipo tubulare, con atipie cellulari. Il peduncolo del polipo e' rivestito da epitelio colico normale. La diagnosi e':














La risposta corretta e' la ' Polipo Adenomatoso '.


5 di 64 Domande

In un soggetto affetto da cirrosi epatica quale delle seguenti e' la complicanza piu' frequente














La risposta corretta e' la 'peritonite batterica spontanea'.


6 di 64 Domande

La sclerosi laterale amiotrofica:














La risposta corretta e' la E
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è la più frequente malattia degenerativa del motoneurone e può interessare sia motoneuroni primari che secondari, causando spesso disartria e disfagia quando viene coinvolto il bulbo. Altre manifestazioni cliniche comuni sono legate alla denervazione muscolare; ritroviamo perdita di forza progressiva che solitamente inizia a livello della muscolatura distale di un arto (risposta A errata), iporeflessia (risposta B errata), fascicolazioni, la cui intensità è indipendente dalla gravità della malattia (risposta C errata) e atrofia muscolare. Non sono mai presenti alterazioni sensitive, sfinteriche o cognitive e la motilità oculare è sempre preservata.

7 di 64 Domande

La fistola ileo-vaginale:














La risposta corretta e' la 'Richiede intervento chirurgico sollecito'.


8 di 64 Domande

La malattia di Menetrier e' caratterizzata da:














La risposta corretta e' la 'ipertrofia gigante delle pliche gastriche'.


9 di 64 Domande

Il sintomo principale del paziente con alcalasia e':














La risposta corretta e' la D
Disfagia per liquidi+calo ponderale+rigurgito non acido ci permettono di fare diagnosi di acalasia. L’ acalasia è caratterizzata da infiltrazione infiammatoria del plesso mioenterico di Auerbach, che provoca una degenerazione neuronale della parete esofagea. La diagnosi definitiva di acalasia si ottiene con la manometria esofagea che documenta un rilassamento incompleto dello sfintere esofageo inferiore, assenza completa di onde peristaltiche e loro sostituzione da parte di contrazioni terziarie non propulsive.

10 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


11 di 64 Domande

Il lobo caudato del fegato corrisponde al:














La risposta corretta e' la ' I° segmento '.


12 di 64 Domande

Quale e' oggi l'indagine piu' utile per la diagnosi ed il trattamento della calcolosi del coledoco?














La risposta corretta e' la ' ERCP (colangio pancreatografia retrograda endoscopica) '.


13 di 64 Domande

In base a quali criteri si stabilisce l'attivita' della tubercolosi polmonare?














La risposta corretta e' la ' clinici, radiologici, microbiologici '.


14 di 64 Domande

Le meningiti sono processi infiammatori:














La risposta corretta e' la ' Interessano le leptomeningi '.


15 di 64 Domande

L'aspirina e' efficace contro il dolore perche' riduce:














La risposta corretta e' la ' attivita' della ciclossigenasi '.


16 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


17 di 64 Domande

Il medico operante in centri dell'ASL riveste la qualifica giuridica:














La risposta corretta e' la ' tutte le risposte indicate, dipende dal tipo di attivita' svolta '.


18 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


19 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


20 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


21 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


22 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


23 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


24 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


25 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


26 di 64 Domande

Gianluca, un bambino di 4 anni, viene portato all’ Ospedale “ Gaslini” di Genova dai suoi genitori per ridotta alimentazione ed irritabilità nelle ultime due settimane. La mamma afferma che ha vomitato numerose volte negli ultimi giorni, ed ha inoltre notato che il figlio è meno attivo. Il piccolo è nato alla 26 ° settimana di gestazione ed ha sofferto di attacchi convulsivi subito dopo la nascita. Ha effettuato regolarmente tutte le vaccinazioni.
L’ esame fisico mostra tensione della fontanella anteriore e la presenza di vene visibilmente distese a livello dello scalpo. Entrambi gli occhi sono deviati verso il basso e le palpebre superiori sono retratte.
Quale delle seguenti è la causa più probabile della condizione clinica di Gianluca?

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La risposta corretta è la C.

Gianluca ha sviluppato idrocefalo, come indicato dalle condizioni cliniche: nutrizione inappropriata, irritabilità , ridotta attività , tensione della fontanella anteriore, vene turgide a livello dello scalpo, “ segno del tramonto” (i bulbi oculari sono deviati verso il basso e le palpebre superiori sono ritratte). Aiutano nella diagnosi il fatto che sia nato prematuro e abbia avuto convulsioni dopo la nascita. Questi sintomi sono compatibili con una emorragia della matrice germinale (GMH).

La matrice germinale è un’area adiacente al ventricolo che dà origine a neuroni e cellule gliali durante lo sviluppo. Si tratta di uno strato altamente vascolarizzato dei precursori neuroectodermici che rivestono le cavità ventricolari, che diventano più sviluppati tra la 22 ° e la 30 ° settimana di vita intrauterina. I vasi della matrice germinale sono particolarmente vulnerabili agli stress ipossici. I bambini nati prematuramente hanno un alto rischio di emorragia a livello della matrice germinale in quanto soffrono spesso di scarsa ossigenazione.

Le conseguenze fisiopatologiche dipendono dalla gravità della GMH: forme più gravi di GMH si estendono nei ventricoli e possono causare morte o idrocefalo ostruttivo e importanti sequele neurologiche a distanza.

La risposta A non corretta.

Il kernicterus è una condizione causata dall’ accumulo di bilirubina non coniugata nel sistema nervoso centrale. Si verifica solitamente in neonati con forme gravi di ittero (es. eritroblastosi fetale).

La risposta B non corretta.

La leucomalacia periventricolare è il rammollimento patologico della sostanza cerebrale e non causa idrocefalo ostruttivo. Questa si verifica nei neonati prematuri come risultato di un danno ischemico, ma a livello della sostanza bianca periventricolare e non del rivestimento ventricolare. Nei prematuri, anche la sostanza bianca periventricolare è vulnerabile al danno ipossico.

La risposta D non corretta.

L’ ulegiria è una complicanza dovuta al danno ipossico intrauterino. Durante la vita intrauterina, vi è una tendenza all’ ischemia più frequente a livello delle profondità dei solchi piuttosto che a livello delle creste delle circonvoluzioni cerebrali.

Un feto con danno ischemico cerebrale svilupperà atrofia nella parte profonda delle circonvoluzioni, che quindi assumono una forma fungina (ulex = fungo). GMH, ulegiria e leucomalacia periventricolare sono conseguenze dell’ anossia cerebrale perinatale e portano ad un complesso quadro di manifestazioni neurologiche definite come paralisi cerebrale.

La risposta E non corretta.

Entrambi i tipi di malformazione di Arnold-Chiari (più frequentemente quella di tipo 2) possono portare a idrocefalo ostruttivo a causa dalla compressione del quarto ventricolo in seguito a dislocazione delle tonsille cerebellari. Non si tratta di una causa molto probabile per la condizione del paziente, data la sua prematurità .


27 di 64 Domande

Domanda 4 ( riferita allo scenario clinico AA97)
Il signor Travali, un uomo di 52 anni, si reca presso il pronto soccorso dell’ ospedale Garibaldi di Campobasso, in seguito alla comparsa di un dolore addominale improvviso e lancinante. Alla Dott.ssa Guidi, medico di guardia di turno, il paziente riferisce che il dolore è iniziato in sede epigastrica e a livello degli ipocondri, e che adesso si sta irradiando verso la schiena e la spalla di destra. L’ uomo inoltre accusa nausea e vomito. Quale tra le seguenti affermazioni è vera?














La risposta corretta è la B.

Nel 90% dei casi si tratta di calcoli nel dotto cistico e/o nel coledoco (cioè colecistite litiasica), mentre il restante 10% dei casi rappresenta colecistite alitiasica.


28 di 64 Domande

Mara, 20 anni, si reca dal proprio medico curante, il dottor Neri. Manifesta prurito, lacrimazione e una secrezione nasale limpida, che persistono da alcune settimane. Inoltre, riferisce che soffre di questo problema quasi tutto l’ anno, soprattutto durante le stagioni primaverili ed autunnali. Nega di aver avuto febbre, secrezioni nasali purulente o dolori al viso. Durante la visita si rileva una congiuntivite bilaterale. Inoltre, la paziente si presenta pallida con secrezioni limpide dal naso ed un ipertrofia dei turbinati inferiori. Il setto nasale non è deviato e pertanto il dottor Neri diagnostica una rinite allergica e le prescrive una terapia con: glucocorticoide intranasale, Loratadina orale ed Fenilefrina spray nasale, necessari per la risoluzione dei sintomi. Mara però ritorna dal Dottor Neri dopo circa 15 giorni, senza aver avuto un miglioramento del quadro clinico. Quale dei seguenti provvedimenti rappresenta il miglior passo nella gestione del suo quadro clinico?














La risposta corretta è la C.

La paziente presenta i tipici sintomi nasali e oculari, associati con le allergie stagionali, perciò la diagnosi di rinite allergica avanzata è corretta. I soggetti affetti da rinite allergica lamentano congestione nasale, congiuntivite, starnuti, rinorrea e prurito che insorgono in concomitanza all’ esposizione ad allergeni. La diagnosi si effettua sulla base dei dati anamnestici e si può ricorrere a test allergologici cutanei. La malattia viene trattata con antistaminici e decongestionanti per via orale o corticosteroidi per via inalatoria, associati o meno ad antistaminici.

Per l’ appunto per la gestione in acuto dei sintomi, la migliore terapia è una combinazione di glucocorticoidi per via intranasale, un antistaminico per via orale come la Loratadina ed un vasocostrittore nasale come la Fenilefrina per la congestione nasale acuta.

Solo quando non vi è miglioramento clinico dopo una settimana di terapia e la loro condizione è così grave da interferire con le normali attività della vita quotidiana, il passo successivo è quello di prescrivere una terapia di breve durata, circa 10 giorni, con un glucocorticoide somministrato per via orale, al fine di migliorare il controllo della sintomatologia.

La risposta A non è corretta.

La somministrazione di amoxicillina con acido clavulanico è utile nel trattamento di un’ infezione acuta, ma questa paziente non riferisce di aver avuto febbre né secrezioni purulente o dolori facciali, che possano far pensare ad una diagnosi di sinusite acuta con un processo infettivo di base.

La risposta B non è corretta.

La diagnosi si basa sulla clinica ed è supportata dagli esami radiografici del massiccio facciale. La sinusite consiste in uno stato infiammatorio dei seni paranasali, scatenata da una reazione allergica o da infezioni sostenute da batteri, virus o miceti. Si presenta con cefalea, congestione nasale, dolore al volto, secrezioni muco-purulente. La terapia viene effettuata con antibiotici, se è causata da batteri; forme di sinusite ricorrente possono essere trattate chirurgicamente.

La risposta D non è corretta.

I decongestionanti vasocostrittori topici includono fenilefrina, xilometazolina e naftazolina. Gli spray decongestionanti nasali non sono consigliati come unica terapia nel trattamento cronico della rinite allergica, in quanto una down-regolazione del recettore alfa-adrenergico si sviluppa dopo 3-7 giorni, con conseguente ritorno ciclico di congestione nasale.

La risposta E non è corretta.

Continuando con la terapia attuale, la paziente probabilmente non vedrebbe un miglioramento del quadro clinico, visto che dopo circa 15 giorni la sua sintomatologia non è regredita, pertanto è necessario, come sopra indicato, impostare una terapia tramite somministrazione di glucocorticoidi per via orale.


29 di 64 Domande

Scenario clinico AA127: Il sig. Magistri, 45 anni, si reca presso il pronto soccorso dell’ ospedale San Marco di Orvieto, presentando dolore intenso nella zona ano-rettale, associato a febbre. Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA27): le fistole sono associate a tutte le seguenti condizioni, tranne una:














Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA27).

La risposta corretta è la E.

Una fistola perianale è una lesione muco-cutanea, che origina solitamente in corrispondenza delle cripte anorettali, con presenza di tessuto di granulazione, caratterizzata da un tramite tubuliforme con due orifizi: uno a livello del canale anale e l’ altro a livello della cute perianale. Le fistole si possono formare spontaneamente o più frequentemente sono secondarie al drenaggio di un ascesso perirettale, per infezione delle ghiandole anali. Il quadro clinico si caratterizza per intenso dolore e presenza di secrezione intermittente o continua, purulenta, ematica o di tipo misto.

La celiachia non rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della fistola perianale.


30 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


31 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


32 di 64 Domande

Il Sig. Scherpi, un pescatore di 53 anni, si reca presso il pronto soccorso del Policlinico San Matteo di Pavia. Anamnesi patologica prossima: comparsa di dolore, bolle e gonfiore alla mano destra, iniziati 10 ore dopo una ferita al dito, causata da un amo da pesca. Esame obiettivo: il paziente presenta una temperatura corporea di 39.3 °C e appare settico. In figura sono mostrati la mano del paziente e uno striscio di materiale aspirato da una bolla e colorato con colorazione Gram. Quale è la causa eziologica di questa batteremia?

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La risposta corretta e' la 'Sepsi da Vibrio vulnificus'.


33 di 64 Domande

Quale tra le condizioni di seguito elencate non influisce in modo positivo sul processo di cicatrizzazione di una ferita?














La risposta corretta e' la C
La temperatura incide sulla cicatrizzazione delle ferite. Basse temperature ritardano il processo si riepitelizzazione.

34 di 64 Domande

Un uomo di 72 anni sviluppa un diabete mellito di tipo 2. Dopo un iniziale approccio basato su modifica della dieta e dello stile di vita, si decide di avviare una terapia farmacologica. Il paziente non ha altre comorbidità significative. Quale dei seguenti farmaci è considerato di prima scelta?














La risposta corretta è la E.
Il paziente del caso clinico con diabete mellito di tipo II, senza altre comorbidità significative, dopo un approccio di tipo comportamentale, deve essere trattato con la metformina, un farmaco ipoglicemizzante orale economico, facente parte della famiglia delle biguanidi, utilizzato nella terapia iniziale del diabete mellito di tipo II. L’ efficacia di tale farmaco è potenziata dall’ esercizio fisico e da una alimentazione sana ed equilibrata. Tale farmaco determina una lieve riduzione ponderale, riduce i trigliceridi e gli acidi grassi circolanti, non causa ipoglicemia, e determina una riduzione del rischio cardiovascolare. La creatininemia deve essere attentamente valutata, essendo questo farmaco escreto dal rene: infatti, deve essere sospeso per valori di filtrato glomerulare < 30 ml/min/1,73m2 o in pazienti a rischio di insufficienza renale acuta. All’ opposto, per tale paziente l’ acarbosio, l’ insulina, la gliclazide, la liraglutide, in base alle linee guida AMD, rappresentano dei trattamenti di seconda linea (risposta A, B, C e D errate).
​​​​​​​Fonte: https://aemmedi.it/wp-content/uploads/2009/06/AMD-Standard-unico1.pdf



35 di 64 Domande

Scenario MNBS: Cosa si apprezza in questa RX?

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La risposta corretta è la B.
L’ RX torace presentato mostra una falda di aria libera a sede sottodiaframmatica bilateralmente, da ascrivere a pneumoperitoneo, verosimilmente da ascrivere, dopo valutazione clinico-anamnestica, a sospetta perforazione intestinale.
Referto: "Si evidenzia una falda di aria libera a sede sottodiaframmatica bilateralmente, da ascrivere a pneumoperitoneo, verosimilmente da ascrivere, dopo valutazione clinico-anamnestica, a sospetta perforazione intestinale. Non evidenza di lesioni pleuro-parenchimali in atto. Non versamento pleurico. Ombra cardiaca nei limiti di norma".

36 di 64 Domande

Ragazzo di 27 anni riferisce dispnea e palpitazioni. E’ il primo episodio e non ha nulla di rilevante in anamnesi. Qual e’ la diagnosi piu’ probabile?

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La risposta esatta è la E
Il paziente, in base ai dati clinico-anamnestici ed all’ elettrocardiogramma, presenta probabilmente Tachicardia nodale. Possiamo escludere la fibrillazione atriale, in quanto il ritmo e’ regolare, e la tachicardia sinusale, in quanto e’ difficile avere una tachicardia sinusale con FC 200 bpm. La tachicardia nodale e’ altamente probabile per l’ insorgenza improvvisa e non preceduta da altri episodi, inoltre si evidenzia una P retrocondotta nelle derivazioni inferiori e precoce al piede del QRS con un intervallo RP<PR.  Infatti il referto mostra: “ Tachicardia nodale a FC 200 bpm. Anomalie diffuse secondarie del recupero.”

37 di 64 Domande

Nella frattura mostrata nell’ immagine, quale nervo puo' essere colpito piu' spesso?

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La risposta corretta è la B.
Nella frattura mostrata il nervo colpito più spesso è il nervo radiale. L'immagine corrisponde a una radiografia semplice di una frattura comminuta del terzo distale della diafisi dell'omero. Il nervo interessato più spesso è il nervo radiale (risposta B corretta). Invece il nervo muscolocutaneo è interessato dalla compressione (risposta A errata). Al contrario il nervo ulnare è coinvolto in traumi al gomito con una componente ulnare, fratture epiteliali (risposta C errata). Mentre il nervo mediano è interessato nel caso di un trauma centrale del gomito e del polso (risosta D errata). Così il nervo circonflesso è interessato nel trauma alla spalla (risposta E errata).

38 di 64 Domande

Quale delle seguenti opzioni è FALSA in relazione al tumore mucinoso papillare intraduttale pancreatico?














La risposta corretta è la C.
La presenza di noduli nella parete della lesione costituisce un’indicazione alla resezione.
I tumori mucinosi papillari intraduttali del pancreas (TMPI) sono neoplasie epiteliali produttrici di mucina, che originano all’interno del dotto pancreatico o di un suo ramo (risposta B errata). Occasionalmente presentano un’architettura papillare. Insorgono solitamente nella testa e nel processo uncinato, anche se possono colpire tutta la ghiandola (risposta A errata). Colpiscono più frequentemente uomini >65 anni di età con episodi ricorrenti di pancreatiti oppure vengono rilevati incidentalmente. La diagnosi viene realizzata con TC o RMCP (risonanza magnetica colangiopancreatografica) oppure, quando durante una ERCP, si vede del muco fuoriuscire dalla papilla di Vater. Il trattamento consiste nella resezione del tumore quando colpisce il dotto pancreatico, invece quando colpisce un ramo secondario la terapia varia di caso in caso: è indicata quando supera i 3 cm di dimensioni o quando mostra la presenza di noduli (risposta D errata, risposta C corretta). Infine, un tumore mucinoso papillare intraduttale resecato, senza evidenze di malignità, presenta un’ottima prognosi (tasso di guarigione >95%) (risposta E errata).


39 di 64 Domande

Bracciante agricolo di 35 anni. Sostanziale benessere negli anni precedenti. Non fuma, saltuaria assunzione di superalcolici. Si presenta in Pronto Soccorso per comparsa da alcuni giorni di febbre, cefalea, ematuria, mialgie diffuse e dal giorno precedente riscontro di sclere itteriche. Da 48 ore oliguria. Nei giorni precedenti ha gestito irrigazione dei campi entrando in alcuni fossati per aprire le paratie senza indossare dispositivi di protezione individuali (gambali). Inizia terapia antibiotica e trattamento dialitico per 7 giorni, poi ripresa della funzione renale. Qual è la diagnosi più probabile tra le seguenti?














Bracciante agricolo di 35 anni. Sostanziale benessere negli anni precedenti. Non fuma, saltuaria assunzione di superalcolici. Si presenta in Pronto Soccorso per comparsa da alcuni giorni di febbre, cefalea, ematuria, mialgie diffuse e dal giorno precedente riscontro di sclere itteriche. Da 48 ore oliguria. Nei giorni precedenti ha gestito irrigazione dei campi entrando in alcuni fossati per aprire le paratie senza indossare dispositivi di protezione individuali (gambali). Inizia terapia antibiotica e trattamento dialitico per 7 giorni, poi ripresa della funzione renale. La diagnosi più probabile è di leptospirosi ittero-emorragica (la risposta D è corretta). La Leptospirosi è unica tra le malattie menzionate nella domanda poiché è causata da un batterio. Di conseguenza, è l'unica malattia che potrebbe rispondere alla terapia effettuata. La Leptospirosi presenta due fasi: una simile all'influenza e una caratterizzata da insufficienza epato-renale. Inoltre, c'è un rischio specifico per la Leptospirosi, ovvero lavorare senza DPI nei campi. La trasmissione avviene principalmente tramite contatto diretto di cute lesa con fluidi contaminati da pipì di topo, comune per operatori delle fogne e contadini (una forma di Leptospirosi è nota come febbre delle risaie). Le altre malattie menzionate nella domanda di solito causano danni renali o epatici, ma non entrambi contemporaneamente e non rispondono alla terapia con antibiotici (le risposte A, B, E non sono corrette). La sindrome influenzale, invece, non causa normalmente insufficienza epatica o renale (la risposta C non è corretta).

 


40 di 64 Domande

Scenario TF2W: Si presenta all'attenzione del medico un paziente di 76 anni, forte fumatore (circa 30 sigarette al giorno) che riferisce dispnea per sforzi moderati (es. percorrere 200 m a piedi). Ispettivamente il paziente mostra torace "a botte" e ippocratismo digitale. All'esame obiettivo si può apprezzare: riduzione del murmure vescicolare, iperfonesi plessica, riduzione del fremito vocale tattile. Si esegue un'emogasanalisi arteriosa che mostra i seguenti risultati: pH 7.38, PaO2 65 mmHg, PaCO2 57 mmHg, HCO3 37 mEq/l, BE 13. Considerando l'anamnesi del paziente e l'obiettivita' riscontrata:














La risposta corretta e' la 'l'ipotesi diagnostica della broncopneupatia cronica ostruttiva dev'essere considerata prioritariamente'.


41 di 64 Domande

Scenario BO7L: Viene visitata una donna di 65 anni con cirrosi ed encefalopatia epatica di I grado. Quale delle seguenti misure NON è indicata nella gestione di tale paziente?














La risposta corretta e' la 'Programmare uno shunt porto-sistemico transgiugulare (TIPS)'.


42 di 64 Domande

Scenario WW4C: Un ragazzo di 15 anni giunge in ambulatorio riferendo difficoltà respiratoria nasale destra, epistassi ricorrente, sensazione di ovattamento auricolare destro e cefalea. La diagnosi piu' probabile e':














La risposta corretta è la C.
L’ angiofibroma del rinofaringe è una neoplasia fibrovascolare benigna, abbastanza rara, che origina spesso da alcune arterie collocate nella parete posterolaterale del rinofaringe. Ha una crescita abbastanza lenta ma presenta una alta aggressività ed invasività locale, con coinvolgimento delle strutture limitrofe. Interessa spesso la popolazione giovanile, in particolare modo, se non quasi esclusivamente, il sesso maschile. L’ esordio avviene frequentemente tra i 7 e 20 anni, durante l’ infanzia o l’ adolescenza, e questi dati suggeriscono una probabile correlazione di tipo ormonale. I sintomi più frequenti sono correlati all’ ostruzione nasale, di solito monolaterale, alla comparsa di epistassi ricorrenti, rinolalia, anosmia, ovattamento auricolare, otite siero-mucosa e cefalea. Nei casi più gravi, oltre alla progressiva deformazione del palato del massiccio facciale, si può avere il coinvolgimento di strutture appartenenti al sistema nervoso centrale come il nervo ottico o addirittura l’ encefalo. Il trattamento è essenzialmente chirurgico e lo scopo è la completa exeresi del tumore, data l’ alta percentuale di recidive.
La risposta A non è corretta.
L’ ipertrofia delle adenoidi è un disturbo che interessa prevalentemente la prima infanzia, data la fisiologica involuzione di queste strutture, a partire da circa 7 anni di età , sino alla loro completa scomparsa nell’ età adulta. L’ ingrossamento patologico di queste, appartenenti al sistema linfatico e quindi continuamente sollecitate dai processi di tipo infettivo ed infiammatorio, causa sintomi tipici nel bambino, come necessità di respirare con la bocca, russamento, voce nasale, secrezioni da naso e bocca, dovute all’ ostruzione cronica delle vie aeree.
La risposta B non è corretta.
La deviazione del setto nasale può essere una condizione anatomica congenita oppure post traumatica. Frequentemente non crea alcun sintomo mentre i pazienti sintomatici presentano prevalentemente difficoltà respiratorie, per ostruzione o congestione, ad una o entrambe le narici, russamento, scolo retronasale, mal di testa o al volto, sinusiti ricorrenti, talvolta epistassi. I pazienti non presentano, per la sola deviazione del setto, sintomi correlabili ad ostruzione del condotto uditivo.
La risposta D non è corretta.
I polipi nasali sono piccole formazioni ipertrofiche che interessano la mucosa del naso e dei seni paranasali. La loro formazione è prevalentemente riconducibile a stimoli irritativi cronici. La sintomatologia di più frequente riscontro nei pazienti è da attribuire all’ ostruzione nasale e alle difficoltà respiratorie e all’ abbondanza di secrezioni (con naso che cola e scolo retronasale). Frequenti sono anche cefalea, iposmia o anosmia.
La risposta E non è corretta.
I sintomi presentati dal paziente e la sua età ci dovrebbero far escludere prima di tutto la presenza di un angiofibroma del rinofaringe. L, ipertrofia delle adenoidi e la deviazioni del setto nasale presentano prevalentemente sintomi respiratori di tipo ostruttivo, senza coinvolgimento delle vie uditive.

43 di 64 Domande

Indicare quale delle seguenti affermazioni, riguardanti la tossicita' dell'alcool in gravidanza, e' corretta:














La risposta corretta e' la ' l'alcool puo' causare una "sindrome alcolica fetale" se si consumano quantita' elevate di bevande alcoliche durante la gestazione '.


44 di 64 Domande

QUALI SONO I SINTOMI PRINCIPALI ASSOCIATI AL M.DI HODGKIN:














La risposta corretta e' la 'FEBBRE DIMAGRIMENTO;SUDORAZIONE NOTTURNA PROFUSA'.


45 di 64 Domande

La trasformazione del 7-deidrocolesterolo in colecalciferolo avviene:














La risposta corretta e' la ' nella cute '.


46 di 64 Domande

In quale delle seguenti condizioni si associa frequentemente un'osteoporosi?














La risposta corretta e' la 'sindrome di Cushing'.


47 di 64 Domande

Quale di questi muscoli e' abduttore della rima glottidea?














La risposta corretta e' la ' Cricoaritenoideo posteriore '.


48 di 64 Domande

A che eta' e' indicato un intervento di palatoschisi














La risposta corretta e' la ' entro i primi due anni '.


49 di 64 Domande

Trapianto di midollo allogenico significa:














La risposta corretta e' la 'Trapianto fra individui non imparentati'.


50 di 64 Domande

Quale e' l'indagine di prima istanza in un paziente con addome acuto?














La risposta corretta e' la ' Rx diretto dell'addome '.


51 di 64 Domande

In radiodiagnostica l'esposizione mirata del paziente alle radiazioni:














La risposta corretta e' la ' Deve essere occasionale e mirata alla patologia '.


52 di 64 Domande

La litiasi biliare viene influenzata da cure idropiniche attraverso:














La risposta corretta e' la ' effetto idrocoleretico e colagogo '.


53 di 64 Domande

La terapia genica nell'uomo in quali patologie e' stata applicata finora con successo














La risposta corretta e' la D
La terapia genica rappresenta un grande passo avanti per la terapia di molte malattie su base genetica in particolare su tutte quelle malattie che sono causate da una singola mutazione genetica, molto spesso una delezione, in cui la trasfezione, ossia l’ iniezione del materiale genetico tramite un vettore. Al momento attuale solamente poche patologie, soprattutto a causa dell’ eziologia poligenica e multifattoriale, possono essere trattate con questa terapia e sono solo alcune forme di immunodeficienza primitiva come la patologia da deficit di ADA.
Al contrario, le leucemie, per la loro eziologia multifattoriale, non possono essere curate con questa terapia (risposta A errata). Invece, il mongolismo o sindrome di Down è dovuta principalmente a una trisomia del cromosoma 21, non curabile con terapia genica (risposta B errata). Contrariamente, l’ artrite reumatoide ha origine multifattoriale con interessamento molto importante dell’ ambiente quindi non gioverebbe di una terapia genica (risposta D errata). All’ opposto, le cardiopatie congenite non si curano con terapia genica in quanto non hanno origine genetica ben definite (risposta E errata).

54 di 64 Domande

La metastatizzazione al linfonodo sopraclaveare sinistro in caso di carcinoma gastrico, segno di Troisier, e' in rapporto con:














La risposta corretta e' la ' diffusione linfatica della neoplasia attraverso il dotto toracico '.


55 di 64 Domande

DOPO TENORRAFIA RECENTE DEI FLESSORI DELLA MANO NEL CANALE DIGITALE NON SI DEVE:














La risposta corretta e' la B
Dopo recente tenorrafia dei flessori della mano nel canale digitale non si deve estendere completamente le dita interessate. Nell'immediato post-operatorio dell'intervento di tenorrafia, l'area della sede della lesione verrà protetta da ogni movimento o verrà concesso un particolare schema riabilitativo, in genere basato su mobilizzazioni passive controllate delle articolazioni interfalangee prossimali e distali (risposte A e C errate), per almeno 4-6 settimane. Trascorso questo periodo verrà concesso al paziente di iniziare deboli movimenti attivi in flessione senza resistenza (risposta D errata).

56 di 64 Domande

I vasi linfatici non sono presenti nella lamina propria della mucosa:














La risposta corretta e' la ' dell'esofago '.


57 di 64 Domande

Tra le seguenti neoplasie polmonari, quale ha la peggiore prognosi se si considerano i pazienti in stadio II?














La risposta corretta e' la ' Microcitoma. '.


58 di 64 Domande

Quale patologia si associa frequentemente all'onfalocele:














La risposta corretta e' la ' La malrotazione intestinale '.


59 di 64 Domande

Quale dei seguenti sintomi/segni clinici precoci si osserva nell'occlusione intestinale?














La risposta corretta e' la 'vomito biliare'.


60 di 64 Domande

Il rigurgito e' espressione di una patologia:














La risposta corretta e' la ' esofagea '.


61 di 64 Domande

Quali sono i fattori in grado di scatenare una tireotossicosi:














La risposta corretta e' la 'Tutte le risposte elencate sono corrette'.


62 di 64 Domande

Nella sindrome dell'ansa cieca la steatorrea e' determinata da:














La risposta corretta e' la ' Deconiugazione batterica degli ac. biliari '.


63 di 64 Domande

Quale dei seguenti farmaci e' utilizzato nella prevenzione dell'emorragia post-partum?














La risposta corretta e' la ' ergometrina '.


64 di 64 Domande

L'essudato cotonoso e' espressione di:














La risposta corretta e' la ' Ischemia retinica '.


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