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1 di 64 Domande

Per biodisponibilita' di un farmaco si intende:














La risposta corretta è la C
La biodisponibilità di un farmaco è la frazione di farmaco non modificato che raggiunge la circolazione sistemica a seguito di somministrazione attraverso qualsiasi via. Questa definizione è cruciale per comprendere quanto farmaco diventi effettivamente disponibile per esercitare la sua azione sul corpo dopo essere stato somministrato. La biodisponibilità è un parametro farmacocinetico fondamentale perché influenza direttamente l'efficacia e la sicurezza di un farmaco. Un farmaco con bassa biodisponibilità avrà meno principio attivo disponibile per esercitare l'effetto terapeutico, potendo necessitare di dosaggi più elevati o di altre vie di somministrazione per raggiungere l'effetto desiderato. Al contrario, un'alta biodisponibilità indica che una maggiore parte del farmaco arriva in circolazione in forma attiva, possibilmente riducendo la necessità di dosi elevate e diminuendo il rischio di effetti collaterali derivanti da metaboliti inattivi o tossici. Questo concetto è vitale nella fase di sviluppo dei farmaci e nella pratica clinica per massimizzare l'efficacia terapeutica mantenendo i profili di sicurezza ottimali.

2 di 64 Domande

Quali tra i seguenti sono effetti collaterali alla somministrazione di morfina?














La risposta corretta è la C
La morfina, un analgesico oppioide, può avere vari effetti collaterali tra cui: depressione del sistema nervoso centrale, diminuzione della peristalsi intestinale, nausea, vomito, sedazione, depressione respiratoria e riduzione del riflesso della tosse. Questi sintomi sono riconducibili agli effetti generali degli oppioidi sul corpo quando intervenono sul sistema nervoso centrale e sui recettori gastrointestinali. Gli oppioidi agiscono principalmente sui recettori nel cervello per ridurre la percezione del dolore, ma questo può portare alla depressione dell'attività del sistema nervoso centrale, causando sedazione e potenzialmente anche depressione respiratoria. La diminuzione della peristalsi intestinale è un altro effetto diretto dell'interazione degli oppioidi con i recettori gastrointestinali, portando a costipazione, un problema comune nei pazienti in trattamento a lungo termine. Nausea e vomito possono derivare dall'effetto diretto della morfina sul centro del vomito nel cervello. Inoltre, l'attenuazione del riflesso della tosse è un risultato dell'azione depressiva della morfina sulil centro del riflesso della tosse situato nel cervello. Questi effetti collaterali riflettono l'importanza di monitorare attentamente i pazienti in terapia con oppioidi come la morfina per prevenire complicanze.

3 di 64 Domande

Normalmente quante fasi sono previste per la sperimentazione clinica dei farmaci sugli esseri umani?














La risposta corretta è la C
La sperimentazione clinica dei farmaci sugli esseri umani prevede normalmente tre fasi. Questa suddivisione è adottata per garantire che ogni nuovo farmaco sia valutato con attenzione per quanto riguarda sicurezza, efficacia e dosaggio ottimale prima di essere approvato per l'uso generale. Nella prima fase, il nuovo farmaco viene testato in un piccolo gruppo di persone per valutarne sicurezza e profilo farmacologico. Lo scopo è determinare gli effetti del farmaco sul corpo umano e come il corpo stesso reagisce al medicinale. Nella seconda fase, lo studio si estende a un gruppo più ampio di individui per testare ulteriormente l'efficacia e la sicurezza del farmaco. In questa fase, l'obiettivo è trovare la dose ottimale e raccogliere ulteriori dati su come il farmaco influisce sulla malattia specifica che si intende trattare. La terza fase è la più ampia, coinvolgendo un numero maggiore di partecipanti e spesso su scala internazionale. Lo scopo qui è confermare ulteriormente l'efficacia e monitorare gli effetti collaterali a lungo termine in una popolazione più ampia e diversificata, così da raffinare ulteriormente il profilo di sicurezza del farmaco. Queste fasi garantiscono che solo i farmaci che hanno dimostrato sicurezza ed efficacia attraverso un processo regolamentato e sistematico arrivino a disposizione del pubblico generale.

4 di 64 Domande

Quale punto in comune si riscontra nelle infusioni venose di adrenalina e noradrenalina?














La risposta corretta è la D
L'infusione venosa sia di adrenalina che di noradrenalina ha in comune la vasodilatazione dei vasi coronarici. Questo accade perché entrambe stimolano il sistema nervoso simpatico, favorendo l'aumento del flusso sanguigno verso il cuore per soddisfare le sue maggiori esigenze metaboliche in situazioni di stress. L'adrenalina e la noradrenalina, agendo sui recettori beta-adrenergici cardiaci, inducono la vasodilatazione. Questo meccanismo è cruciale per incrementare l'apporto di ossigeno e nutrienti necessari durante l'aumentata attività cardiaca. Infatti, quando il cuore lavora più intensamente, per mantenere l'efficienza della pompa cardiaca, è essenziale garantire un adeguato rifornimento di sangue ai tessuti cardiaci. La vasodilatazione dei vasi coronarici consente di realizzare tale condizione, ottimizzando la perfusione cardiaca e assicurando che il cuore possa soddisfare le sue crescenti esigenze energetiche. Questo spiega l'importanza dei meccanismi di compenso nei momenti di bisogno, riflettendo come l'organismo reagisce efficacemente agli stimoli, adattandosi per mantenere la sua funzionalità .

5 di 64 Domande

Quale di questi NON e' un effetto degli analgesici stupefacenti?














La risposta corretta è la C
Gli analgesici stupefacenti non provocano un aumento dell'ampiezza e della frequenza del respiro. Al contrario, questi farmaci possono causare una riduzione della respirazione. Questi analgesici, noti anche come opiodi, agiscono sui recettori oppioidi nel sistema nervoso centrale per produrre analgesia, sedazione e, in dosi elevate, possono depressare il centro respiratorio nel cervello. Quando il centro respiratorio è depresso, la frequenza e l'ampiezza dei movimenti respiratori diminuiscono, il che può portare alla riduzione dell'apporto di ossigeno. In casi severi, può persino verificarsi arresto respiratorio, specialmente se gli oppioidi sono assunti in dosi elevate o assieme ad altre sostanze che influenzano il sistema nervoso centrale. I farmaci oppioidi hanno un’ ampia gamma di effetti sul corpo umano, tra cui la riduzione del dolore e la loro capacità di produrre sensazioni di benessere, ma la loro azione depressiva sul sistema respiratorio è uno degli effetti collaterali più rischiosi e potenzialmente mortali.

6 di 64 Domande

Cosa compete al collegio sindacale di un'azienda sanitaria?














La risposta corretta è la B
Il collegio sindacale di un'azienda sanitaria ha il compito di verificare la legittimità degli atti. Questa funzione garantisce che le decisioni e le operazioni finanziarie siano in linea con le leggi e le regolamentazioni vigenti, fungendo da controllo interno per assicurare trasparenza e correttezza nella gestione.

7 di 64 Domande

In quali casi un infermiere facendo parte di una equipe dell'unita' operativa di ostetricia e ginecologia NON puo' avvalersi dell'obiezione di coscienza?














La risposta corretta è la E
Un infermiere dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia non può avvalersi dell'obiezione di coscienza quando il suo intervento è indispensabile per la salute della donna. Questa situazione si verifica quando la mancanza dell'intervento dell'infermiere potrebbe mettere in pericolo la vita o la salute della paziente. Infatti, la priorità nel campo della salute è sempre quella di garantire il benessere e la sicurezza dei pazienti. In casi critici, dove è necessario agire rapidamente per salvaguardare la salute della donna, la possibilità di esercitare l'obiezione di coscienza va a scontrarsi con l'imperativo etico e professionale di fornire le cure necessarie. Questo principio è fondamentale in tutte le pratiche mediche e sottolinea la responsabilità dell'operatore sanitario di mettere a disposizione le sue competenze e la sua professionalità ogni qual volta esse risultino essenziali per il benessere del paziente. Le linee guida etiche della professione infermieristica e medica, infatti, pongono come prioritario l'impegno verso la salute e la vita dei pazienti, richiedendo agli operatori sanitari di agire in modo da favorire i migliori interessi del paziente specialmente in situazioni di urgenza o necessità immediata.

8 di 64 Domande

I comitati infezioni ospedaliere (CIO) sono formati da:














La risposta corretta è la C
I comitati infezioni ospedaliere (CIO) sono formati da team multidisciplinari. Questa formazione multidisciplinare è essenziale perché le infezioni ospedaliere, note anche come infezioni nosocomiali, sono un importante problema di salute pubblica che richiede approcci coordinati e diversificati per la loro prevenzione, rilevazione e trattamento. Un approccio multidisciplinare assicura la collaborazione tra specialisti di diverse aree, tra cui medici, infermieri, epidemiologi, specialisti di igiene e controllo delle infezioni, e altri professionisti. L'obiettivo è combinare le diverse competenze e prospettive per sviluppare e implementare strategie efficaci di controllo delle infezioni. Queste strategie comprendono la sorveglianza delle infezioni nosocomiali, l'educazione del personale ospedaliero sulle migliori pratiche di igiene, la revisione e l'implementazione di protocolli e linee guida, e l'analisi dei dati per identificare e rispondere prontamente ai focolai. Inoltre, un approccio multidisciplinare facilita l'adozione di un'ottica olistica nel trattamento delle infezioni, considerando non solo gli aspetti clinici ma anche i fattori ambientali, organizzativi e comportamentali che possono contribuire alla diffusione delle infezioni in ambiente ospedaliero.

9 di 64 Domande

Quali sono i moduli di gestione del servizio di assistenza sanitaria finanziati pubblicamente?














La risposta corretta è la E
I moduli di gestione del servizio di assistenza sanitaria finanziati pubblicamente includono sistema dell'accreditamento, erogazione diretta, sperimentazioni gestionali, modulo convenzionale e assistenza indiretta. Questi moduli rappresentano le diverse modalità attraverso le quali i servizi sanitari pubblici possono essere organizzati e forniti alla popolazione. Il sistema dell'accreditamento assicura che le istituzioni sanitarie rispettino determinati standard di qualità . L'erogazione diretta si riferisce alla fornitura di servizi sanitari direttamente da parte delle istituzioni pubbliche. Le sperimentazioni gestionali sono programmi pilota che mirano a testare nuovi modi di gestire e erogare i servizi sanitari. Il modulo convenzionale prevede la collaborazione tra il settore pubblico e privato nella fornitura di servizi sanitari. Infine, l'assistenza indiretta si riferisce a servizi finanziati dallo stato ma forniti da soggetti privati. Questi moduli sono essenziali per garantire l'efficacia, l'efficienza e la qualità dell'assistenza sanitaria pubblica, permettendo al contempo una certa flessibilità nella gestione dei servizi in base alle specifiche esigenze della popolazione. Questo approccio integrato consente di coprire in modo più completo e personalizzato le varie esigenze di salute della cittadinanza, garantendo al contempo un utilizzo ottimale delle risorse disponibili.

10 di 64 Domande

Che cos'e' il "fondo perequativo nazionale"?














La risposta corretta è la B
Il "fondo perequativo nazionale" è uno strumento con cui il legislatore ha inteso porre rimedio agli squilibri tra i servizi erogati dalle Regioni ai cittadini a causa della diversa capacità di ciascuna di raccogliere risorse tributarie. Questo meccanismo si rivela essenziale per assicurare una distribuzione più omogenea delle risorse finanziarie sul territorio nazionale, in modo da garantire standard di servizio comparabili per tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di appartenenza. L'obiettivo principale del fondo è quello di ridurre le disparità socioeconomiche interregionali, fornendo uno strumento di compensazione economico-finanziario tra le regioni più ricche e quelle meno abbienti. Questa soluzione mira alla realizzazione di una coesione nazionale, supportando le regioni nel finanziamento dei servizi essenziali come la sanità , l'istruzione e il trasporto pubblico, anche laddove la capacità di generare entrate autonomamente sia limitata. Il fondo perequativo quindi svolge un ruolo fondamentale nel sistema di governance del paese, promuovendo l'equità e la solidarietà territoriale come principi guida dell'organizzazione statale e regionale del servizio pubblico.

11 di 64 Domande

Quale norma dispone l'adozione da parte dell'infermiere di metodologie di pianificazione per obiettivi e prevede l'incentivazione di modelli di assistenza personalizzata?














La risposta corretta è la E
La norma che dispone l'adozione da parte dell'infermiere di metodologie di pianificazione per obiettivi e prevede l'incentivazione di modelli di assistenza personalizzata è la Legge 251/2000. Questa legge è il riferimento normativo per la definizione delle competenze professionali dell'infermiere in Italia, puntando sulla valorizzazione della professionalità attraverso l'adozione di modelli di assistenza personalizzata e la pianificazione per obiettivi. La personalizzazione dell'assistenza e la pianificazione mirata rappresentano un passo fondamentale verso l'ottimizzazione dell'assistenza sanitaria, consentendo di soddisfare in modo più efficace e mirato le esigenze del paziente. APPROFONDIMENTO: La Legge 251/2000 gioca un ruolo cruciale nell'evoluzione della professione infermieristica in Italia, enfatizzando l'importanza di un approccio al paziente che sia non solo curativo ma anche preventivo e riabilitativo, sostenendo l'importanza della continua formazione professionale e della ricerca di nuove metodologie di assistenza. Questo orientamento normativo riflette la crescente complessità delle cure e la necessità di un approccio più olistico e personalizzato nell'assistenza infermieristica, mettendo al centro il benessere del paziente e la sua qualità di vita.

12 di 64 Domande

Tra le seguenti affermazioni, quale contiene una completa descrizione di consenso informato?














La risposta corretta è la A
Il consenso informato è la manifestazione libera e consapevole del paziente maggiorenne e capace di intendere e di volere, in merito alle cure e all'assistenza sanitaria. Questa risposta è corretta perché si concentra sugli aspetti fondamentali del consenso informato: 1) la natura volontaria e consapevole della decisione, 2) la competenza del paziente a prendere decisioni informate, e 3) il suo ambito di applicazione, che include tutte le forme di cure e assistenza sanitaria. Il concetto di consenso informato è centralmente ancorato all'etica medica e alla legislazione sulla salute, enfatizzando il diritto del paziente di essere pienamente informato su trattamenti, interventi, benefici e possibili rischi prima di dare il proprio assenso. È cruciale per rispettare l'autonomia del paziente, consentendogli di esercitare il controllo sulle decisioni che riguardano la propria salute. Infatti, richiede che i professionisti sanitari forniscano tutte le informazioni rilevanti in modo chiaro e comprensibile, assicurandosi che il paziente comprenda pienamente le sue opzioni e le implicazioni di ciascuna decisione. Questo processo comprende la discussione non solo dei benefici attesi ma anche dei rischi potenziali e delle alternative disponibili, permettendo al paziente di valutare le opzioni in modo informato. Il consenso informato, quindi, rappresenta un pilastro fondamentale nella pratica clinica e nella tutela dei diritti dei pazienti, sottolineando l'importanza del dialogo e della partecipazione attiva del paziente nel processo decisionale riguardante le cure mediche.

13 di 64 Domande

In quale dei seguenti casi si puo' configurare la violazione del segreto professionale?














La risposta corretta è la D
La violazione del segreto professionale si verifica quando si rivelano notizie sanitarie a un congiunto del paziente senza il suo consenso. Questo scenario rispecchia il principio di riservatezza che governa la relazione medico-paziente, sottolineando l'importanza del consenso informato prima di condividere qualsiasi informazione riguardante lo stato di salute del paziente con terzi, anche se questi sono familiari o congiunti stretti. La divulgazione di informazioni sanitarie senza autorizzazione va contro il principio deontologico che impone ai professionisti sanitari di proteggere la privacy dei loro pazienti. Questo concetto è ampiamente riconosciuto e riveste un ruolo cruciale nel mantenimento della fiducia tra paziente e medico, sancendo che tutte le informazioni relative allo stato di salute del paziente debbano rimanere confidenziali a meno che non si ottenga un esplicito consenso per la loro divulgazione. Questa regola trova applicazione universale nei codici etici della professione medica e nelle normative sulla privacy e sulla protezione dei dati personali, enfatizzando la necessità di tutelare le informazioni sensibili dei pazienti.

14 di 64 Domande

Secondo il profilo professionale infermieristico le aree della formazione post-base per la pratica specialistica sono:














La risposta corretta è la D
Le aree della formazione post-base per la pratica specialistica infermieristica comprendono: sanità pubblica, pediatria, salute mentale, geriatria e l'area critica. Queste aree sono vitali per comprendere e intervenire adeguatamente sulle diverse esigenze di salute delle popolazioni nei vari stadi della vita e in condizioni particolari di criticità . La selezione di queste aree di formazione rimanda alla necessità di dotare l'infermiere di una preparazione ampia e diversificata, che permetta di assistere efficacemente ogni tipo di paziente. Sanità pubblica riguarda la prevenzione delle malattie, promozione della salute e interventi su base comunitaria. Pediatria si concentra sulla salute dei bambini, dalla nascita all'adolescenza. Salute mentale abbraccia l'assistenza a persone con disturbi psichici o psicologici. Geriatria si occupa della salute degli anziani, spesso caratterizzata da polipatologie. Infine, l'area critica comprende l'assistenza in situazioni di particolare gravità e rischio per la vita. Queste aree riflettono le sfide sanitarie di maggior rilevanza nella società contemporanea, richiedendo un'assistenza infermieristica qualificata e specializzata, capace di rispondere ai bisogni di salute complessi e multifattoriali. La formazione in queste aree equipaggia gli infermieri con le competenze necessarie per gestire con professionalità e umanità pazienti di ogni età e condizione.

15 di 64 Domande

Secondo la L. 24/2017, in materia di sicurezza delle cure e della persona, e di responsabilita' professionale degli esercenti le professioni sanitarie, il professionista sanitario il quale, operando presso una struttura socio-sanitaria, cagiona una lesione personale al paziente ricoverato presso la struttura:














La risposta corretta è la D
La Legge 24/2017 stabilisce che il professionista sanitario, operando in una struttura socio-sanitaria e causando un danno al paziente, può essere chiamato a rispondere in via extracontrattuale, senza escludere la responsabilità contrattuale della struttura. Questa normativa mira a tutelare il paziente garantendo un doppio livello di protezione: individuale, nei confronti del professionista, e collettivo, verso la struttura. Nella pratica, se un medico o un altro operatore sanitario commette un errore o una negligenza, che porta a un danno per il paziente, la sua responsabilità può essere valutata indipendentemente da quella della struttura che lo impiega. Questo sistema di responsabilità dualistica assicura una maggiore tutela del paziente, riconoscendone i diritti sia in termini di relazione diretta con il professionista sia riguardo all'organizzazione sanitaria all'interno della quale il servizio è stato erogato. Il riconoscimento di queste due forme di responsabilità rispecchia la complessità e l'interdipendenza delle cure sanitarie moderne, enfatizzando l'importanza della sicurezza e della qualità del servizio erogato.

16 di 64 Domande

Il Consiglio Superiore di Sanita' e' composto da:














La risposta corretta è la D
Il Consiglio Superiore di Sanità è composto da 56 membri, di cui 26 di diritto. Questa composizione è stabilita al fine di garantire che il consiglio beneficia dell'expertise di un ampia varietà di professionisti e specialisti nel campo della salute. Per questa domanda, la patologia specifica non è applicabile poiché si tratta di un'informazione relativa alla struttura organizzativa del Consiglio Superiore di Sanità , un'entità governativa italiana che offre consulenza e supporto tecnico-scientifico al Ministero della Salute per le questioni relative alla salute pubblica, alla prevenzione e alla sanità pubblica, comprendendo un'ampia varietà di professionisti nel campo della salute per assicurare decisioni informate e basate sulle migliori evidenze disponibili.

17 di 64 Domande

Il piano di assistenza infermieristica:














La risposta corretta è la B
Il piano di assistenza infermieristica rappresenta un metodo idoneo per comunicare ed organizzare l'assistenza. Questa affermazione è corretta perché un piano di assistenza infermieristica fornisce una struttura che aiuta gli infermieri a determinare il percorso più efficace per il trattamento dei pazienti, assicurando che tutte le necessità del paziente siano state valutate e prese in considerazione. Un tale piano aiuta a creare un ambiente di cura integrato, dove le informazioni sono condivise tra tutti i membri del team di assistenza, promuovendo un approccio olistico alla cura del paziente. Questa organizzazione sistematica e comunicazione efficace sono fondamentali per l'assistenza sanitaria, specialmente quando si considera la complessità dei bisogni dei pazienti e la necessità di coordinare diverse tipologie di cure. Attraverso un piano di assistenza ben elaborato, i professionisti sanitari sono in grado di monitorare i progressi del paziente, modificare gli interventi se necessario e assicurare che l'assistenza sia fornita in modo efficiente ed efficace, puntando a migliorare gli esiti per il paziente, supportando così la qualità del trattamento e della cura fornita.

18 di 64 Domande

La differenza fondamentale tra ADL e IADL, nella valutazione di un soggetto a domicilio, consiste nel:














La risposta corretta è la A
La differenza fondamentale tra ADL e IADL nella valutazione di un soggetto a domicilio consiste nel considerare abilità anche strumentali a quelle di vita quotidiana. Le Attività della Vita Quotidiana (ADL) si riferiscono alle abilità base necessarie per l'autocura, come mangiare, vestirsi, e igiene personale. D'altra parte, le Attività Strumentali della Vita Quotidiana (IADL) comprendono compiti più complessi legati all'autonomia nel vivere quotidiano, inclusi gestire la propria finanza, fare la spesa, cucinare, mantenere la propria casa, e gestire la medicazione. La distinzione fra ADL e IADL risiede quindi nel livello di complessità e autonomia richiesta; mentre le ADL sono fondamentali per l'auto-sopravvivenza diretta, gli IADL riflettono la capacità di gestire la propria vita in modo indipendente e funzionale nel tessuto sociale e personale. Questa dicotomia è essenziale nella valutazione geriatrica e nel pianificare l'assistenza a soggetti che presentano limitazioni fisiche o cognitive, offrendo un quadro completo riguardo alle aree in cui un individuo può necessitare di supporto per mantenere o migliorare la qualità della vita.

19 di 64 Domande

Il modello assistenziale caratterizzato da un team infermieristico a cui vengono assegnati un piccolo gruppo di pazienti, in cui il lavoro e' basato sulla pianificazione e l'integrazione, prende il nome di:














La risposta corretta è la A
Il modello assistenziale definito da un team infermieristico incaricato di curare un piccolo gruppo di pazienti, con un enfasi sulla pianificazione e integrazione, è denominato "Modello per piccole equipe". Questo approccio promuove un'assistenza sanitaria focalizzata e personalizzata, massimizzando l'efficacia della cura e della comunicazione all'interno del gruppo. Questo modello si basa sulla creazione di squadre ristrette di professionisti che collaborano strettamente per pianificare e fornire cure coese ai pazienti assegnati. Questa organizzazione lavorativa mira a migliorare la qualità dell'assistenza grazie a un contatto diretto e costante tra i membri della equipe e i pazienti. La maggior concentrazione sulla relazione paziente-infermiere e la possibilità di avere una comunicazione efficace all'interno del team permettono di affrontare con maggiore attenzione e precisione le esigenze sanitarie, aumentando la soddisfazione dei pazienti e riducendo il rischio di errori o incomprensioni. Inoltre, la pianificazione e l'integrazione delle diverse competenze presenti all'interno della piccola equipe favoriscono un'assistenza olistica e coordinata, essenziale per rispondere efficacemente alle complesse necessità dei pazienti, migliorando così gli esiti clinici.

20 di 64 Domande

Un evento sentinella e':














La risposta corretta è la E
Un evento sentinella è un evento inatteso. Un evento sentinella nella pratica medica si riferisce a un'occasione in cui la sicurezza del paziente è gravemente compromessa, portando a lesioni o alla morte, che non era prevista come parte del decorso naturale della condizione del paziente o del suo trattamento. Questi avvenimenti si distinguono non solo per la gravità delle conseguenze, ma anche per la loro natura imprevedibile e spesso evitabile. Rappresentano importanti segnali d'allarme per le istituzioni sanitarie indicando che i sistemi in uso potrebbero necessitare di revisioni o miglioramenti per prevenire la ricorrenza di eventi simili. Tali episodi richiedono un'indagine approfondita per identificare le cause alla radice e per sviluppare piani di azione finalizzati a migliorare i sistemi di cura e aumentare la sicurezza dei pazienti. Eventi sentinella possono includere, ad esempio, errori di chirurgia sul paziente sbagliato o sul sito chirurgico errato, gravi reazioni avverse a farmaci non antecedenti alla condizione del paziente, o morte imprevista di un paziente in condizioni stabili. L'obiettivo è di imparare da questi eventi per implementare cambiamenti sistemici che migliorino la qualità e la sicurezza dell'assistenza sanitaria.

21 di 64 Domande

Nel processo di assistenza infermieristica, un obiettivo e':














La risposta corretta è la E
Nel processo di assistenza infermieristica, un obiettivo è un'affermazione sullo stato di salute della persona assistita dopo un intervento infermieristico. Questa definizione realizza il quadro d'azione dove gli obiettivi posti sono direttamente collegati al miglioramento dello stato di salute del paziente, seguendo una pianificazione attenta che si basa sulla valutazione iniziale, la diagnosi, l'intervento e infine la valutazione dei risultati ottenuti. L'importanza di formulare correttamente un obiettivo risiede nella sua capacità di delineare chiaro e misurabile il risultato che si intende raggiungere attraverso l'assistenza infermieristica, assicurando così un percorso di cura orientato alla persona, basato su evidenze e valutabile nel tempo. L'obiettivo, essenzialmente, guida l'intervento infermieristico verso esiti concreti, favorisce la valutazione dell'efficacia dell'assistenza prestata e supporta l'adattamento delle strategie assistenziali in risposta alle necessità emergenti del paziente, in un processo di miglioramento continuo della qualità dell'assistenza.

22 di 64 Domande

Per validazione dei dati si intende:














La risposta corretta è la A
Per la validazione dei dati si intende il controllo dell'accuratezza delle informazioni ottenute. Questo processo è cruciale in qualsiasi contesto di raccolta dati, specialmente in ambiti specializzati come la ricerca scientifica o la pratica clinica, dove l'accuratezza delle informazioni può influenzare direttamente la qualità degli interventi o dei risultati di ricerca. La validazione dei dati serve a garantire che le informazioni siano corrette, affidabili e riflettano fedelmente la realtà che si intende analizzare o il fenomeno di interesse. Questo processo può includere differenti metodi e tecniche, come il confronto di dati raccolti da diverse fonti, la verifica della congruenza delle informazioni con dati noti o attendibili, o il controllo dell'integrità dei dati attraverso software specifici. L'importanza della validazione dei dati risiede non solo nella fase di raccolta dei dati stessi ma anche nel loro trattamento analitico successivo, in quanto dati non accurati possono portare a conclusioni errate o fuorvianti.

23 di 64 Domande

Quale teoria dell'assistenza infermieristica ha definito la persona come "sistema di adattamento"?














La risposta corretta è la D
La teoria dell'assistenza infermieristica che ha definito la persona come "sistema di adattamento" è quella di Callista Roy. Questa teoria, nota come Modello di Adattamento di Roy, si concentra sulla capacità dell'individuo di adattarsi a cambiamenti nell'ambiente o nella salute. Secondo Roy, l'infermiere aiuta la persona a modificare gli stimoli ambientali per promuovere un adattamento ottimale. Il modello classifica l'adattamento in quattro mode principali: fisico, self-concept, funzionamento dei ruoli e interdipendenza. Ogni modalità richiede un adeguamento alle condizioni di vita che cambiano, sostenendo così la salute e la qualità della vita. Il compito principale dell'infermiere è valutare la risposta dell'individuo agli stimoli ambientali e aiutare nella modificazione di questi stimoli per facilitare un'esperienza di adattamento positiva. Attraverso questo modello, Callista Roy enfatizza l'importanza di considerare l'individuo come parte di un sistema complesso che interagisce costantemente con l'ambiente. Questo approccio olistico consente agli infermieri di sviluppare strategie di cura personalizzate, potenziando la resilienza dell'individuo e promuovendo un adattamento sano alle diverse sfide della vita.

24 di 64 Domande

Il "modello bifocale" di Carpenito distingue:














La risposta corretta è la E
Il modello bifocale di Carpenito distingue l'attività esercitata dall'infermiere in forma autonoma da quella in collaborazione con gli altri professionisti sanitari. Questo approccio evidenzia l'importanza di un duplice aspetto del lavoro infermieristico: da un lato, l'infermiere agisce indipendentemente, esercitando giudizio professionale e competenze specifiche; dall'altro, collabora strettamente con il team sanitario per garantire un'assistenza integrata e personalizzata al paziente.

25 di 64 Domande

Il primary nursing, modello organizzativo dell'assistenza infermieristica, prevede:














La risposta corretta è la B
Il primary nursing, modello organizzativo dell'assistenza infermieristica, prevede l'assegnazione di un infermiere per ciascun paziente, rispondendo così con esattezza alla domanda posta. Questa metodologia si pone come obiettivo la creazione di un rapporto diretto e personalizzato tra infermiere e paziente, assicurando una continuità e qualità dell'assistenza superiore. L'approccio del primary nursing implica che l'infermiere principale sia il responsabile diretto per la pianificazione, organizzazione e valutazione dell'assistenza di ogni singolo paziente a cui è assegnato, dal suo ingresso fino alla dimissione. Ciò include crafting un piano di assistenza individualizzato, coordinando l'assistenza con altri professionisti sanitari e assicurando che tutte le esigenze del paziente siano meet. Infatti, data la sua natura intensiva e centrata sul paziente, questo modello favorisce una maggiore continuità di cure, un'attenzione più dettagliata alle esigenze individuali e una comunicazione efficace tra paziente e professionisti sanitari. Questo framework mira anche all'empowerment del personale infermieristico, invitandolo a prendere decisioni autonome e clinicamente informate, migliorando così la qualità dell'assistenza e l'efficienza operativa.

26 di 64 Domande

Il giudizio di idoneita' al lavoro puo' essere formulato:














La risposta corretta è la A
Il giudizio di idoneità al lavoro può essere formulato dal medico competente, conformemente alle vigenti normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Questo aspetto è cruciale poiché il medico competente ha la formazione e l'autorizzazione a valutare la compatibilità tra lo stato di salute dei lavoratori e le mansioni da essi svolte, assicurando che le condizioni lavorative non costituiscano un rischio per la loro salute. Quando si parla di valutazione dell'idoneità lavorativa, si fa riferimento alla capacità di un individuo di svolgere determinate attività lavorative in sicurezza, senza comportare rischi per sé o per gli altri. Il medico competente, attraverso un'analisi dettagliata dello stato di salute del lavoratore e delle condizioni di lavoro offerte dall'azienda, è in grado di determinare se ci sono controindicazioni o limitazioni per l'esecuzione di specifici compiti. Questo processo mira a prevenire l'insorgere di malattie professionali o l'aggravamento di patologie preesistenti dovute all'esposizione a particolari rischi in ambienti di lavoro. Infatti, la valorizzazione della prevenzione e la protezione della salute nei luoghi di lavoro implicano l'adeguamento continuo delle condizioni lavorative alle caratteristiche fisiche e psicologiche del singolo lavoratore, al fine di promuovere il benessere lavorativo e garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare. La personalizzazione dell'approccio alla sicurezza sul lavoro e la specifica competenza del medico in materia di medicina del lavoro sono quindi essenziali per salvaguardare efficacemente la salute dei lavoratori, evitando ogni forma di incompatibilità tra le condizioni di salute dell'individuo e le mansioni svolte.

27 di 64 Domande

La sorveglianza sanitaria puo' essere definita come la:














La risposta corretta è la C
La sorveglianza sanitaria può essere definita come la valutazione periodica medico-fisiologica dei lavoratori esposti. Questo concetto riguarda il monitoraggio sistematico dello stato di salute dei lavoratori per identificare precocemente eventuali impatti negativi derivanti dalla loro esposizione a rischi professionali. La finalità principale della sorveglianza sanitaria è di prevenire l'insorgenza di malattie legate al lavoro, intervenire tempestivamente nel caso si verifichino alterazioni dello stato di salute e assicurare la adattabilità dell'individuo al suo specifico ambiente lavorativo. Si basa sulla realizzazione di esami specifici e periodici, tarati in funzione dei rischi lavorativi identificati e delle caratteristiche individuali del lavoratore. Attraverso questo approccio preventivo, si mira a salvaguardare la salute dei lavoratori, monitorando gli effetti che le condizioni di lavoro possono avere sul loro benessere fisico e adottando misure appropriate per minimizzare tali rischi. La sorveglianza sanitaria rappresenta quindi un elemento chiave nelle strategie di prevenzione e protezione nel contesto lavorativo, enfatizzando l'importanza della prevenzione primaria e della promozione della salute sul luogo di lavoro.

28 di 64 Domande

Secondo il D.Lgs. 81/2008 il lavoratore e':














La risposta corretta è la C
La domanda chiede chi sia il lavoratore secondo il D.Lgs. 81/2008, e la risposta corretta è "Tutte le risposte sono corrette". Questa normativa definisce il lavoratore in modo inclusivo, considerando qualsiasi persona che svolga una attività , indipendentemente dalla natura del contratto, dalla presenza o meno di una retribuzione, e anche se l'attività è svolta principalmente per apprendere un mestiere. Il D.Lgs. 81/2008 mira a tutelare tutti coloro che operano all'interno del mondo del lavoro, promuovendo la sicurezza e la prevenzione dei rischi sul posto di lavoro. Questa visione allargata del concetto di lavoratore permette di inclusione e protezione su vasta scala, assicurando che la salute e la sicurezza sul lavoro siano garantite a un ampio spettro di figure professionali, dal dipendente tradizionale, all'apprendista, fino al lavoratore autonomo, enfatizzando l'importanza di adottare misure di sicurezza e formazione adeguata per tutti.

29 di 64 Domande

Quale normativa, nell'ambito della prevenzione sui luoghi di lavoro, fa riferimento ai dispositivi di protezione individuale?














La risposta corretta è la A
La normativa riferita ai dispositivi di protezione individuale nei luoghi di lavoro è il D.Lgs. 81/08. Questa normativa costituisce un punto di riferimento fondamentale per la sicurezza e la prevenzione nei luoghi di lavoro in Italia, dettando le norme per la protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'attività lavorativa, inclusa l'adozione dei dispositivi di protezione individuale (DPI). I DPI sono essenziali per ridurre l'esposizione ai rischi e prevenire infortuni o malattie professionali, coprendo misure di protezione che vanno dagli indumenti protettivi a dispositivi per la protezione degli occhi, delle orecchie e della respirazione. La loro importanza risiede nella capacità di fornire una barriera fisica tra il rischio e l'individuo, minimizzando le possibilità di contatto o esposizione a fattori nocivi. La legge D.Lgs. 81/08 stabilisce chiaramente che il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori i DPI adeguati ai rischi presenti nel specifico ambiente di lavoro, assicurandosi che vengano utilizzati correttamente. Questo aspetto sottolinea l'importanza della formazione e dell'informazione dei lavoratori riguardo i rischi specifici e l'uso corretto dei dispositivi di protezione. Implementare efficacemente queste misure contribuisce significativamente alla creazione di un ambiente di lavoro sicuro, riducendo gli infortuni e migliorando la salute e la sicurezza dei lavoratori.

30 di 64 Domande

Chi ha diritto di accedere ai documenti amministrativi secondo la L.241/90?














La risposta corretta è la A
La L.241/90 garantisce il diritto di accesso ai documenti amministrativi a chiunque abbia un interesse da tutelare che sia giuridicamente rilevante. Questo approccio democratizza l'accesso alle informazioni, aumentando la trasparenza amministrativa. L'importanza di questa legislazione risiede nella sua capacità di promuovere la partecipazione cittadina agli affari pubblici, permettendo di controllare le attività dell'amministrazione e di tutelare i propri diritti e interessi legittimi. Inoltre, favorisce un'amministrazione aperta e responsabile, contribuendo a prevenire situazioni di opacità e potenziali abusi. Questo principio è fondamentale in uno stato di diritto, dove l'accesso alle informazioni rilevanti consente ai cittadini di esercitare i propri diritti in modo informato e consapevole.

31 di 64 Domande

Chiunque riveli l'identita' di chi ha fatto ricorso alle procedure o agli interventi previsti dalla legge per l'interruzione volontaria della gravidanza, se di cio' e' venuto a conoscenza per ragioni di professione o di ufficio:














La risposta corretta è la D
Chiunque riveli l'identità di una persona che ha fatto ricorso alle procedure per l'interruzione volontaria della gravidanza, conoscendo tale informazione per ragioni di professione o ufficio, è punito con una sanzione penale. Questa sanzione riflette la gravità della violazione della privacy e della confidenza necessarie in contesti medici e professionali, assicurando la protezione dell'anonimato delle donne coinvolte.

32 di 64 Domande

L'attuale Codice Deontologico dell'infermiere e' entrato in vigore nel:














La risposta corretta è la A
L'attuale Codice Deontologico dell'infermiere è entrato in vigore nel 2009. Questa data segna l'adozione dell'ultima revisione significativa del codice, che stabilisce principi etici e linee guida professionali per gli infermieri in Italia. Questo documento è cruciale per assicurare che la professione infermieristica mantenga degli standard elevati di pratica, etica e cura del paziente.

33 di 64 Domande

Secondo l'art.1 del Codice Deontologico l'infermiere e':














La risposta corretta è la E
Secondo l'art.1 del Codice Deontologico, l'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica. Questa definizione enfatizza la complessità e la responsabilità del ruolo infermieristico, distinguendolo nettamente da altre figure professionali del settore sanitario. L'infermiere non si limita esclusivamente a eseguire manovre tecniche, ma si occupa dell'assistenza globale della persona, incrociando capacità tecniche, empatiche e di gestione del rapporto con il paziente e la sua famiglia. L'assistenza infermieristica, come professione, è articolata in un'ampia gamma di attività che comprendono la valutazione dei bisogni di salute del paziente, la pianificazione e l'attuazione di interventi infermieristici, l'educazione sanitaria, fino alla gestione del dolore e al supporto emotivo. Infatti, nella pratica clinica, l'infermiere svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio continuo delle condizioni fisiche del paziente, nell'amministrazione dei farmaci, nella prevenzione delle infezioni, e nel supportare il paziente e la sua famiglia nella gestione della malattia, promuovendo stili di vita sani e contribuendo alla riabilitazione. L'infermiere, quindi, agisce come un elemento fondamentale del team di cura, essendo allo stesso tempo un punto di riferimento per il paziente. Questa approfondita visione dell'assistenza infermieristica riflette l'importanza di una preparazione specialistica e di un impegno professionale costante, necessari per rispondere adeguatamente alle complesse esigenze di salute degli individui.

34 di 64 Domande

Secondo il Codice Deontologico, la responsabilita' dell'infermiere nel prendersi cura della persona si ispira a quattro valori fondamentali. Quali?














La risposta corretta è la D
La responsabilità dell'infermiere nel prendersi cura della persona si ispira ai valori fondamentali di vita, salute, libertà e dignità . Questo perché l'approccio deontologico nell'ambito infermieristico enfatizza la tutela e il rispetto della persona in ogni aspetto della cura. La centralità della persona, intesa in termini di valore della vita, necessità di mantenere e promuovere la salute, riconoscimento dell'autonomia espressa attraverso la libertà e assicurazione della dignità , fa eco ai principi di integrità professionale propugnati nei codici deontologici. Infatti, la valorizzazione simultanea di questi quattro principi guida l'operato degli infermieri verso un’ assistenza olistica, che vada oltre il mero trattamento della malattia, indirizzandosi alla persona nella sua completezza, con un’ attenzione particolare alle sue esigenze fisiche, psicologiche e sociali. La cura, pertanto, si eleva a garanzia dei diritti umani essenziali, rendendo gli infermieri non solo custodi della salute ma anche promotori di una società più giusta e umana, dove ogni individuo è rispettato nella sua totalità e unicita'.

35 di 64 Domande

Quale dei seguenti punti e' citato nel Codice Deontologico?














La risposta corretta è la E
La risposta corretta è : L'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica. Questa affermazione sottolinea il ruolo cruciale degli infermieri nel sistema sanitario, evidenziando la loro responsabilità diretta nell'assistenza infermieristica ai pazienti. L'infermiere, pertanto, non è semplicemente un operatore sanitario tra gli altri, ma un professionista con competenze specifiche, formazione dedicata e codici deontologici che delineano principi etici e responsabilità professionali. La loro preparazione, non solo teorica ma anche pratica, li abilita a gestire situazioni complesse, fornire cure appropriate e supportare i pazienti e le loro famiglie. Questo ruolo multi sfaccettato degli infermieri come garanti dell'assistenza infermieristica è essenziale per la qualità dei servizi sanitari, un aspetto che va oltre la semplice esecuzione di compiti assegnati e si estende alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie e al sostegno nel percorso di cura e recupero del paziente.

36 di 64 Domande

Un comportamento si definisce negligente quando e' caratterizzato da:














La risposta corretta è la A
Un comportamento si definisce negligente quando è caratterizzato da trascuratezza, mancanza di attenzione e superficialità . Questa definizione rispecchia situazioni in cui un individuo omette la dovuta cura che sarebbe attesa in una determinata situazione, agendo senza la necessaria considerazione delle possibili conseguenze delle proprie azioni o inazioni. La negligenza implica quindi una sottostima dei rischi coinvolti e un mancato adempimento degli obblighi di cautela e attenzione dovuti. La peculiarità della negligenza sta nella sua natura di trascuratezza generale, comprendendo vari aspetti come il non prestare l'adeguato riguardo alle implicazioni dei propri atti o il fallimento nel prender le necessarie precauzioni per evitare danni a sé stessi o agli altri. Questo comportamento può portare a conseguenze negative in numerosi contesti, inclusi quelli legali, professionali e personali, riflettendo una mancanza generale di responsabilità e attenzione.

37 di 64 Domande

La possibilita' di applicare sanzioni disciplinari ai lavoratori in caso di inadempimento degli obblighi contrattuali e':














La risposta corretta è la A
La possibilità di applicare sanzioni disciplinari ai lavoratori in caso di inadempimento degli obblighi contrattuali è prevista dall'art. 2106 del codice civile. Questo articolo disciplina la condotta dei lavoratori, precisando che in caso di inosservanza degli obblighi contrattuali, possono essere adottate sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell'inadempimento, nel rispetto delle procedure e dei limiti stabiliti dai contratti collettivi o dalle leggi in vigore. La normativa mira a garantire un equilibrio tra la necessità per l'impresa di mantenere una condotta lavorativa conforme agli obblighi contrattuali e il diritto del lavoratore a non subire sanzioni ingiuste o sproporzionate. La disciplina delle sanzioni lavorative è quindi un elemento cardine nel rapporto di lavoro, mirato a preservare la produttività e l'efficienza aziendale nel rispetto dei diritti dei lavoratori, garantendo al contempo una gestione equa delle violazioni contrattuali.

38 di 64 Domande

Le sanzioni disciplinari previste per l'infermiere dipendente di una Pubblica Amministrazione sono:














La risposta corretta è la E
Le sanzioni disciplinari previste per l'infermiere dipendente di una Pubblica Amministrazione comprendono rimprovero verbale, rimprovero scritto, multa, sospensione e licenziamento. Questa gerarchia di sanzioni riflette l'intensità crescente della risposta disciplinare a comportamenti professionalmente inadeguati o violazioni delle normative interne. La progressività delle sanzioni mira a offrire allo staff un’ opportunità di correggersi prima di arrivare a misure estreme come il licenziamento. La scelta della sanzione appropriata varia a seconda della gravità dell'infrazione, dalla sottolineatura verbale della mancanza alla terminazione del rapporto di lavoro, indicando un ambiente lavorativo dove le aspettative sono chiare e le conseguenze di azioni indebite ben definite, promuovendo così professionalità e un comportamento eticamente responsabile.

39 di 64 Domande

Quale delle seguenti sanzioni NON viene applicata al lavoratore in caso di violazione degli obblighi disciplinati dall'art.28 del CCNL sanita'?














La risposta corretta è la A
La sanzione che NON viene applicata al lavoratore in caso di violazione degli obblighi secondo l'art.28 del CCNL sanità è l'Ordine di servizio. Questa risposta è esatta in quanto l'ordine di servizio non è considerato una sanzione disciplinare ma un atto organizzativo interno. Le altre opzioni (rimprovero verbale, censura, multe) sono, invece, sanzioni effettivamente previste per la violazione dei codici di condotta nel suddetto contesto.

40 di 64 Domande

In caso di legionella, e per scongiurarne la diffusione, l'acqua potabile deve essere mantenuta:














La risposta corretta è la B
Nell'affrontare la legionella e per prevenire la sua diffusione, è necessario che la temperatura dell'acqua fredda sia mantenuta al di sotto dei 20 °C e quella dell'acqua calda superiore ai 60 °C. Questo controllo delle temperature è essenziale perché la Legionella è un batterio che si sviluppa prevalentemente in ambienti acquatici, trovando nelle temperature intermedie (20 °C-50 °C) le condizioni ideali per la sua riproduzione. Un'elevata temperatura dell'acqua calda (oltre 60 °C) ha un effetto letale sui batteri, eliminandoli, mentre mantenere l'acqua fredda sotto i 20 °C riduce notevolamente la loro capacità di proliferare. Queste misure sono fondamentali in sistemi idrici come quelli domestici o nelle strutture ricettive, dove l'acqua stazionaria a temperature favorevoli può diventare un focolaio per la diffusione della legionellosi, una malattia polmonare acuta che può essere grave. La legionellosi può manifestarsi in due forme: la malattia del legionario, una forma di polmonite con febbre alta, e la febbre di Pontiac, una forma più lieve che non comporta polmonite. Entrambe sono trattabili con antibiotici, ma la prevenzione attraverso il controllo delle temperature è una strategia chiave per limitare i rischi associati a questa infezione.

41 di 64 Domande

Nell'intossicazione da monossido di carbonio, il coma generalmente compare ad una concentrazione di carbossi-emoglobina ematica superiore al:














La risposta corretta è la B
Nell'intossicazione da monossido di carbonio, il coma generalmente compare ad una concentrazione di carbossi-emoglobina ematica superiore al 30%. Questa condizione si verifica quando il monossido di carbonio (CO) si lega all'emoglobina con un'affinità molto più alta rispetto all'ossigeno, formando carbossiemoglobina e riducendo così la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti. A livelli superiori al 30%, si possono verificare effetti neurologici gravi come il coma, dato che il cervello è particolarmente sensibile alla privazione di ossigeno. Il monossido di carbonio può anche legarsi ad altre proteine e causare danni al sistema nervoso e cardiovascolare. La gravità dell'intossicazione da CO è direttamente correlata alla concentrazione di carbossiemoglobina in circolazione, che indica una riduzione significativa dell'ossigeno disponibile per il metabolismo cellulare. A concentrazioni più elevate, questo porta a sintomi neurologici, cardiovascolari e in alcuni casi alla morte.

42 di 64 Domande

Nelle sindromi ostruttive l'indice di Tiffenau e':














La risposta corretta è la D
Nelle sindromi ostruttive, l'indice di Tiffenau è ridotto. Questo perché tale indice misura il rapporto fra il volume espiratorio forzato in un secondo (FEV1) e la capacità vitale forzata (FVC), valori entrambi impattati nelle patologie ostruttive. Infatti, nelle sindromi ostruttive come l'asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), si verificano una riduzione del flusso aereo e difficoltà nell'espirazione a causa di un restringimento delle vie aeree. Questo comporta una diminuzione di FEV1 più marcata rispetto alla FVC, portando a un abbassamento dell'indice di Tiffenau. In una patologia ostruttiva, il paziente sperimenta ostacoli nell'espellere l'aria dai polmoni, provocando sintomi quali dispnea, tosse e possibili fischi respiratori. Il ridotto indice di Tiffenau riflette la compromissione della funzionalità polmonare, essenziale per una diagnosi accurata e una gestione mirata della malattia.

43 di 64 Domande

Per emorroidi di terzo grado si intendono quelle:














La risposta corretta è la B
Le emorroidi di terzo grado sono quelle in cui si verifica una protrusione durante il ponzamento ma possono essere ridotte manualmente. Questa condizione descrive lo scenario in cui i tessuti emorroidari si espandono a tal punto da uscire all'esterno ma, contrariamente a gradi più severi, possono ancora essere reintrodotti con un intervento manuale. L'essenza di questa situazione risiede nella natura progressiva delle emorroidi, che inizialmente possono presentarsi semplicemente come un disagio interno (grado I) e, con il peggioramento, progredire fino alla protrusione all'esterno del canale anale. I tessuti che fuoriescono in questo stadio o grado di emorroidi non riescono a rientrare spontaneamente come nelle fasi precedenti ma non sono ancora irriducibili come nel prossimo ed ultimo stadio. La loro riduzione manuale è ancora possibile, ma questo grado richiede spesso un intervento più assertivo per prevenire ulteriori disagi o il progredire verso uno stadio ancora più problematico, in cui la riduzione non sarà più una opzione manuale. La dinamica di queste transizioni tra i gradi si svolge in linea con l'aggravarsi della pressione e del disagio nella regione anorettale.

44 di 64 Domande

Nella distrofia muscolare di Duchenne si osserva un'andatura:














La risposta corretta è la D
Nella distrofia muscolare di Duchenne si osserva un'andatura anserina. Questo è dovuto alla debolezza dei muscoli del bacino che porta i pazienti a ondeggiare da un lato all'altro mentre camminano, simulando il modo in cui cammina un'anatra. La distrofia muscolare di Duchenne è una condizione genetica caratterizzata dalla progressiva perdita di forza muscolare, dovuta al difetto o assenza della distrofina, una proteina essenziale per il mantenimento dell'integrità delle cellule muscolari. La patologia inizia nella prima infanzia, tipicamente tra i 2 e i 3 anni, inizialmente colpendo i muscoli pelvici e prossimali degli arti inferiori, per poi estendersi ai muscoli prossimali degli arti superiori e, in seguito, ad altri gruppi muscolari. La debolezza muscolare porta a difficoltà motorie, come alzarsi da terra o salire le scale, e a caratteristiche posture e modi di camminare, come l'andatura anserina. Eventualmente, la patologia porta a complicazioni cardiache e respiratorie, essendo il cuore e i muscoli involti nella respirazione progressivamente colpiti. Oltre alla manifestazione motoria, può esserci un impatto sulle capacità cognitive. Questa descrizione evidenzia perché l'andatura anserina è direttamente correlata alla distribuzione caratteristica della debolezza muscolare nella distrofia muscolare di Duchenne.

45 di 64 Domande

Per somministrare 120 mg di Propofol per via endovenosa l'infermiere infondera':














La risposta corretta è la E
Per somministrare 120 mg di Propofol per via endovenosa, l'infermiere utilizzerà 6 ml di soluzione al 2%. Questa risposta è corretta perché la concentrazione al 2% significa che ci sono 20 mg di Propofol in ogni ml di soluzione. Quindi, per ottenere 120 mg, è necessario somministrare 6 ml (120 mg / 20 mg/ml = 6 ml). Il Propofol è un agente anestetico ampiamente utilizzato in anestesia generale e per sedazione in ambito medico. Il suo meccanismo d'azione implica una potenziata attività del neurotrasmettitore GABA, che induce uno stato di sedazione o anestesia. Viene metabolizzato principalmente nel fegato e la sua emivita è relativamente breve, il che consente un rapido recupero dalla sedazione o dall'anestesia. È indicato per l'induzione e il mantenimento dell'anestesia generale, la sedazione per procedure diagnostiche o chirurgiche breve, e in alcune circostanze, per la sedazione in unità di terapia intensiva. La sua amministrazione richiede un'attenta monitorizzazione dei parametri cardiovascolari e respiratori, data la possibilità di effetti indesiderati come ipotensione, apnea o, in rari casi, sindrome da infusione del Propofol, particolarmente con infusione a lungo termine o a dosi elevate. Questo profilo d'uso sottolinea l'importanza di un dosaggio accurato e della competenza professionale nella sua somministrazione.

46 di 64 Domande

Se 250 mg di Dobutamina vengono diluiti in 500 ml di soluzione, per rispettare la prescrizione medica di un dosaggio infusivo di 350 mcg/minuto (21.000 mcg/ora) per un paziente di 70 Kg, l'infermiere dovra' impostare la velocita' di infusione a :














La risposta corretta è la E
Per preparare una soluzione di Dobutamina avente una concentrazione adeguata a quanto prescritto, in questo caso si diffonde una quantità di 250 mg nel volume di 500 ml. Di conseguenza, la velocità corretta d'infusione per ottenere un dosaggio di 350 mcg/minuto, equivalente a 21.000 mcg/ora, per un individuo del peso di 70 Kg è di 42 ml/ora. L'accuratezza nella preparazione e somministrazione delle dosi farmacologiche è di cruciale importanza, in particolare quando si tratta di farmaci ad azione cardiocircolatoria come la Dobutamina. Questa sostanza è un agente inotropo positivo, che supporta la funzione cardiaca aumentando la forza di contrazione del muscolo cardiaco. La sua appropriata somministrazione può risultare essenziale nel trattamento delle condizioni di basso output cardiaco, ad esempio nella gestione dell'insufficienza cardiaca acuta o dello shock cardiogeno. La precisione nel calcolo dell'infusione consente di raggiungere la concentrazione terapeutica desiderata, ottimizzando gli effetti benefici del farmaco riducendo al tempo stesso il rischio di effetti avversi. È importante ricordare che la Dobutamina, come altri inotropi, deve essere somministrata con cautela e sotto stretto monitoraggio clinico, poiché la sua azione sul cuore può indurre anche effetti indesiderati come tachicardia, ipertensione o aritmie, soprattutto se somministrata in dosi errate o a velocità non appropriata. Questa necessità enfatizza ulteriormente l'importanza di calcolare correttamente la dose e la velocità d'infusione, basata sulla concentrazione della soluzione preparata e sulle specifiche necessità cliniche del paziente, come in questo caso dove la giusta velocità è stata identificata in 42 ml/ora per conseguire il dosaggio prescritto.

47 di 64 Domande

Quale delle seguenti alternative fa parte delle regole delle "otto G" che garantiscono la corretta e sicura somministrazione dei farmaci?














La risposta corretta è la D
La risposta corretta alla domanda sulle regole delle "otto G" per la sicura somministrazione dei farmaci è "Giusto monitoraggio". Questo principio è essenziale nel processo di somministrazione dei farmaci, poiché garantisce che l'effetto del trattamento sia quello desiderato e permette di identificare tempestivamente eventuali reazioni avverse o problemi correlati al farmaco. Il "Giusto monitoraggio" fa parte di un insieme di linee guida pensate per ridurre gli errori nella somministrazione dei farmaci e migliorare la sicurezza dei pazienti. Consiste nel vigilare costantemente sui pazienti dopo la somministrazione del farmaco, per osservarne gli effetti sia attesi che inaspettati. Questo principio richiede una comprensione dettagliata della farmacodinamica e della farmacocinetica del medicinale somministrato, nonché della condizione clinica del paziente. La regola del "Giusto monitoraggio" enfatizza l'importanza di valutare l'efficacia del trattamento farmacologico e di riconoscere precocemente qualsiasi segno di tossicità o effetto collaterale. In questo modo, gli operatori sanitari possono intervenire tempestivamente, modificando la terapia se necessario, per assicurare la migliore cura possibile al paziente. Questa pratica è fondamentale per minimizzare i rischi associati alla farmacoterapia, migliorando così gli esiti clinici e incrementando la sicurezza del paziente.

48 di 64 Domande

Quali sono i parametri che vengono valutati nella scala di Aldrete?














La risposta corretta è la D
Nella scala di Aldrete sono valutati l'attività , la respirazione, la circolazione, la coscienza e la saturazione d'ossigeno. Questo sistema è utilizzato per valutare il recupero post-anestesia nei pazienti, enfatizzando l'importanza del ristabilimento delle funzioni vitali e della mobilità . La scala di Aldrete considera elementi essenziali per garantire che il paziente sia in condizioni sicure prima della dimissione dall'unità di recupero post-anestesia. La respirazione viene valutata per assicurarsi che il paziente mantenga adeguati scambi gassosi; la circolazione per monitorare la stabilità del sistema cardiovascolare; la coscienza per verificare il recupero dalla sedazione; l'attività per la capacità del paziente di muovere volontariamente le estremità , e la saturazione d'ossigeno per controllare l'efficacia dell'ossigenazione del sangue. Tutti questi parametri sono critici per assicurare che il paziente abbia superato gli effetti anestetici senza complicazioni significative e sia pronto per la dimissione dal reparto di recupero. Questi aspetti riflettono direttamente le funzioni corporee che possono essere maggiormente influenzate dall'anestesia e la loro adeguata valutazione è cruciale per prevenire problemi post-procedura.

49 di 64 Domande

Una scala di valutazione delle condizioni cliniche del paziente che definisce lo stesso come "totalmente dipendente", "parzialmente dipendente" o "autosufficiente" e' una scala:














La risposta corretta è la B
La scala di valutazione delle condizioni cliniche che classifica i pazienti come "totalmente dipendente", "parzialmente dipendente" o "autosufficiente" è una scala di tipo ordinale. Questa classificazione ordinale è corretta perché associa a ogni categoria un ordine specifico che riflette una gerarchia o livello progressivo di dipendenza, senza presupporre distanze uguali tra le categorie o un punto zero assoluto. Le scale ordinali sono ampiamente riconosciute nella valutazione medica e psicologica per quantificare i livelli di dolore, disabilità , qualità della vita, o come in questo caso, il livello di dipendenza. La classificazione in categorie ordinate serve a descrivere il grado di aiuto necessario dal paziente nelle attività quotidiane, permettendo ai professionisti della salute di definire i bisogni assistenziali e personalizzarli in base alle capacità residue del paziente. Non suppone l'equidistanza tra le varie categorie, ma semplicemente un ordinalità progressiva nel grado di indipendenza o dipendenza, da cui l'importanza dell'utilizzo delle scale ordinali in questo e simili contesti clinici, al fine di valutare correttamente la condizione del paziente e pianificare la cura più adeguata.

50 di 64 Domande

Uno dei seguenti farmaci produce, quando assunto insieme all'alcool, il cosiddetto "effetto antabuse". Quale?














La risposta corretta è la E
Il Disulfiram, quando assunto insieme all'alcool, produce il cosiddetto "effetto antabuse". Questa interazione è cruciale nella gestione dell'alcolismo. Il Disulfiram agisce inibendo l'enzima aldeide deidrogenasi, che è implicato nel metabolismo dell'etanolo. Di conseguenza, quando un paziente ingerisce alcol, si accumulano nel sangue concentrazioni elevate di acetaldeide, un metabolita dell'alcol. Questo accumulo causa una serie di sintomi molto spiacevoli quali rossore del viso, nausea, vomito, tachicardia, e mal di testa, tra gli altri. Questa reazione deterrente è progettata per scoraggiare il consumo di alcol nei pazienti trattati con Disulfiram. Infatti, questa patologia si basa sull'utilizzo strategico del farmaco per creare una condizione avversa al consumo di alcol, allo scopo di aiutare le persone a ridurre o eliminare il loro uso di alcol. La gestione dell'alcolismo attraverso questa terapia richiede un attento monitoraggio da parte dei professionisti sanitari, in quanto la reazione indotta può essere molto forte e scomoda per il paziente.

51 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


52 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

53 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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