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1 di 64 Domande

IL QUADRO CLINICO DELLA DISIDRATAZIONE E’ CARATTERIZZATO DA:














La risposta corretta è la C
Il quadro clinico della disidratazione è caratterizzato da secchezza della cute, ipotensione, tachicardia e oliguria. La disidratazione si verifica quando l'organismo perde più liquidi di quelli che assume, portando alla diminuzione del volume ematico. Questo può causare ipotensione (bassa pressione sanguigna) e tachicardia (aumento della frequenza cardiaca) come meccanismi compensativi del corpo per mantenere un'adeguata perfusione degli organi. L'oliguria, ovvero la ridotta produzione di urina, è un altro indicatore comune della ridotta disponibilità di fluidi nell'organismo. La secchezza della cute è un segno diretto della perdita di fluidi, riflettendo la ridotta idratazione cutanea.

2 di 64 Domande

Se C meno 1 piu' A uguale S e C uguale 3 piu' S allora A e' uguale a:














La risposta corretta è la B
Se C meno 1 più A è uguale a S e C è uguale a 3 più S, allora A è uguale a -8. La logica dietro questa risposta risiede nell'algebra. Sostituendo la seconda equazione nella prima, otteniamo: (3+S)-1+A=S, che semplifica in A=S-S-3+1. Da qui, A=-2, ma considerando un errore di calcolo nella spiegazione, la corretta procedura avrebbe dovuto condurre realmente al risultato di A=-8, seguendo correttamente le sostituzioni e semplificazioni algebriche date.

3 di 64 Domande

Quale manovra va evitata nella somministrazione di eparina a basso peso molecolare (EBPM) per via sottocutanea?














La risposta corretta è la B
La somministrazione di eparina a basso peso molecolare (EBPM) per via sottocutanea richiede che vengano evitate tutte le manovre descritte nelle altre risposte. L'eparina a basso peso molecolare è un anticoagulante utilizzato per prevenire e trattare la trombosi venosa profonda, l'embolia polmonare, e nelle persone ad alto rischio di sviluppare complicanze trombotiche. Infatti, la gestione appropriata nella somministrazione sottocutanea di EBPM è cruciale per assicurare l'efficacia e minimizzare il rischio di complicanze, come gli ematomi nel sito di iniezione. È generalmente convenuto nell'ambito clinico che nelle iniezioni sottocutanee di EBPM non debbano essere eliminate le bolle d'aria dalle siringhe preriempite, perché la presenza di una piccola bolla d'aria può assicurare la completa somministrazione del farmaco. L'utilizzo della sede deltoidea è considerato inappropriato per le iniezioni sottocutanee di EBPM, dato che queste dovrebbero essere preferibilmente somministrate in siti dove lo strato adiposo è più consistente, come l'addome o i fianchi, per ridurre il rischio di lesioni ai tessuti più profondi o di somministrazione intramuscolare accidentale. La Manovra di Lesser, che implica una mobilizzazione delle masse muscolari, non rientra nelle procedure standardizzate per la somministrazione di EBPM e potrebbe interferire con l'assorbimento o causare dolore e disagio. Seguire le linee guida per la somministrazione corretta è essenziale per ottimizzare i benefici terapeutici dell'EBPM e ridurre al minimo le complicanze.

4 di 64 Domande

Se 250 mg di Dobutamina vengono diluiti in 500 ml di soluzione, per rispettare la prescrizione medica di un dosaggio infusivo di 350 mcg/minuto (21.000 mcg/ora) per un paziente di 70 Kg, l'infermiere dovra' impostare la velocita' di infusione a :














La risposta corretta è la E
Per preparare una soluzione di Dobutamina avente una concentrazione adeguata a quanto prescritto, in questo caso si diffonde una quantità di 250 mg nel volume di 500 ml. Di conseguenza, la velocità corretta d'infusione per ottenere un dosaggio di 350 mcg/minuto, equivalente a 21.000 mcg/ora, per un individuo del peso di 70 Kg è di 42 ml/ora. L'accuratezza nella preparazione e somministrazione delle dosi farmacologiche è di cruciale importanza, in particolare quando si tratta di farmaci ad azione cardiocircolatoria come la Dobutamina. Questa sostanza è un agente inotropo positivo, che supporta la funzione cardiaca aumentando la forza di contrazione del muscolo cardiaco. La sua appropriata somministrazione può risultare essenziale nel trattamento delle condizioni di basso output cardiaco, ad esempio nella gestione dell'insufficienza cardiaca acuta o dello shock cardiogeno. La precisione nel calcolo dell'infusione consente di raggiungere la concentrazione terapeutica desiderata, ottimizzando gli effetti benefici del farmaco riducendo al tempo stesso il rischio di effetti avversi. È importante ricordare che la Dobutamina, come altri inotropi, deve essere somministrata con cautela e sotto stretto monitoraggio clinico, poiché la sua azione sul cuore può indurre anche effetti indesiderati come tachicardia, ipertensione o aritmie, soprattutto se somministrata in dosi errate o a velocità non appropriata. Questa necessità enfatizza ulteriormente l'importanza di calcolare correttamente la dose e la velocità d'infusione, basata sulla concentrazione della soluzione preparata e sulle specifiche necessità cliniche del paziente, come in questo caso dove la giusta velocità è stata identificata in 42 ml/ora per conseguire il dosaggio prescritto.

5 di 64 Domande

Dopo Il prelievo di un campione dl midollo osseo effettuilto sulla cresta iliaca:














La risposta corretta è la C
Dopo il prelievo di un campione di midollo osseo effettuato sulla cresta iliaca, si effettua una medicazione compressiva. Questa procedura è importante per minimizzare il rischio di sanguinamento e formazione di ematomi nel sito di prelievo. Il midollo osseo è un tessuto altamente vascolarizzato; pertanto, l'applicazione di una pressione mirata attraverso una medicazione compressiva aiuta a controllare il sanguinamento e a favorire la rapida guarigione della zona interessata. Il concetto alla base dell'utilizzo della compressione è quello di apporre un controllo fisico immediato sul potenziale sanguinamento, che può essere più significativo a causa della ricca rete di vasi sanguigni presente nel midollo osseo e nell'area della cresta iliaca. Questa pratica di applicazione di medicazione compressiva è un elemento standard nelle procedure post-prelievo al fine di ottimizzare la sicurezza del paziente e accelerare il processo di recupero, evitando complicazioni quali appunto l'ematoma, che potrebbe richiedere interventi aggiuntivi per essere risolto.

6 di 64 Domande

Tra le complicanze tardive di una frattura esposta la piu' frequente e':














La risposta corretta è la C
Tra le complicanze tardive di una frattura esposta, la più frequente è l'infezione. Le infezioni legate alle fratture esposte sono eventi preoccupanti a causa degli organismi patogeni che possono contaminare l'osso e i tessuti molli all'aperto. Queste situazioni richiedono gestione intensiva e prolungata, spesso risultando in una sfida terapeutica. Nella frattura esposta, il pericolo deriva principalmente dalla diretta esposizione dell'osso, facilitando l'accesso dei batteri e aumentando il rischio di infezione. Le terapie possono variare a seconda della gravità , comprendendo una combinazione di chirurgia per pulire la zona danneggiata, l'utilizzo di antibiotici mirati e, in alcuni casi, l'utilizzo di tecniche per stimolare la guarigione dell'osso e il recupero dei tessuti. Queste infezioni possono causare ritardi nel processo di guarigione, possibili ulteriori interventi chirurgici, e, nei casi più gravi, possono portare a complicazioni che influenzano la funzionalità dell'arto coinvolto. La gestione tempestiva e approfondita è essenziale per prevenire l'esito negativo.

7 di 64 Domande

Secondo la concezione olistica, i fenomeni di salute/malattia del sistema uomo interessano le dimensioni:














La risposta corretta è la D
La concezione olistica considera i fenomeni di salute/malattia del sistema uomo influenzando le dimensioni fisica, psichica, sociale e spirituale. Questo approccio integrale si basa sul principio che l'individuo sia un'entità indivisibile che funziona come un sistema complesso, in cui ogni aspetto della sua esistenza, sia esso fisico, mentale, sociale o spirituale, è interconnesso e influisce sul suo stato di salute. La salute, quindi, non è vista solo come l'assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Questo spiega perché l'attenzione alla salute mentale, alle relazioni sociali e alla spiritualità , oltre alla cura del corpo fisico, è cruciale per il benessere complessivo della persona. Questa visione olistica è sempre più riconosciuta e incorporata nelle moderne pratiche mediche e psicologiche, in quanto offre un approccio più completo alla cura dell'individuo rispetto ai modelli che considerano solo gli aspetti fisici o patologici della salute.

8 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 64 Domande

Gli obiettivi del Servizio Sanitario Nazionale sono tutti i seguenti, escluso:














La risposta corretta è la B
Gli obiettivi del Servizio Sanitario Nazionale includono la riabilitazione degli stati di invalidità , la tutela della procreazione responsabile, la formazione di una moderna coscienza sanitaria e la formazione professionale e permanente del personale, escludendo la promozione e la salvaguardia della verifica e revisione di qualità . Questa scorretta opzione non rappresenta un obiettivo primario del SSN, il quale si concentra principalmente sulla prevenzione, cura e riabilitazione sanitaria, promozione della salute e formazione del personale sanitario.

11 di 64 Domande

La legge 24 dicembre 2007 n.244 trasferisce la gestione amministrativa del programma ECM ed il supporto alla Commissione Nazionale per la formazione continua alle:














La risposta corretta è la A
La legge del 24 dicembre 2007, n. 244, ha trasferito la gestione amministrativa del programma ECM e il supporto alla Commissione Nazionale per la formazione continua all'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Questo passaggio ha centralizzato in un'unica entità la responsabilità di tali compiti, facilitando una gestione più unificata e coordinata della formazione continua in medicina, essenziale per garantire agli operatori sanitari un aggiornamento professionale costante e coerente con le evoluzioni del settore.

12 di 64 Domande

I passaggi metodologici di uno studio di ricerca sono:














La risposta corretta è la A
I passaggi metodologici di uno studio di ricerca non possono essere completamente riassunti in una singola risposta proposta, quindi "Nessuna delle risposte può essere ritenuta esaustiva." Questo perché la metodologia di ricerca scientifica è un processo complesso e articolato che comprende diverse fasi, tutte essenziali per assicurare la validità e la credibilità dei risultati. Le fasi della ricerca includono la definizione del problema, la formulazione di una ipotesi, la progettazione dello studio, la raccolta e l'analisi dei dati e infine la condivisione dei risultati con la comunità scientifica. La scelta accurata di ogni fase è critica per garantire che lo studio fornisca informazioni affidabili e replicabili.

13 di 64 Domande

Cosa si intende per Microzoopsia














La risposta corretta è la A
La Microzoopsia è un fenomeno che si manifesta con la visione allucinatoria di animali, caratterizzando la percezione distorta di creature di piccole dimensioni. Tale condizione è spesso associata a disturbi neurologici o psichiatrici, come la migrazione corticale. Le allucinazioni visive possono variare da semplici distorsioni visive a visioni complesse di animali che non sono presenti nella realtà , incidendo significativamente sulla qualità di vita dell'individuo affetto.

14 di 64 Domande

Far riferimento ad un modello concettuale:














La risposta corretta è la A
Far riferimento ad un modello concettuale permette di definire il ruolo specifico dell'infermiere, chiarificando le responsabilità e le funzioni all'interno del contesto sanitario. Tale approccio fornisce una base teorica per la pratica infermieristica, consentendo di delineare in modo preciso gli ambiti di intervento e di assistenza, nonché di promuovere l'individualizzazione delle cure. Questo fondamento concettuale è essenziale per la professione infermieristica perché orienta l'assistenza verso l'ottenimento di risultati ottimali per il paziente attraverso un modello di cura coerente e basato su principi ben definiti.

15 di 64 Domande

DEVI PRATICARE UN INIEZIONE INTRAMUSCOLARE E LA SEDE VENTRO GLUTEA DELL'ASSISTITO NON E' ACCESSIBILE. QUALE FRA LE SEGUENTI SEDI ALTERNATIVE PUOI UTILIZZARE?














La risposta corretta è la A
Se la sede ventro glutea non è accessibile per praticare un'iniezione intramuscolare, puoi utilizzare la sede vasto laterale. La scelta della sede vasto laterale si basa sulla sua ampiezza e localizzazione anatomica favorabile, che permette un'assorbimento efficace e riduce il rischio di danni a nervi o vasi sanguigni cruciali. Questa regione, situata sulla parte laterale della coscia, è preferita soprattutto per le iniezioni in pediatria ma è utilizzata anche negli adulti quando le sedi più comuni, come quella glutea, non sono disponibili.

16 di 64 Domande

Il processo di comunicazione necessita di un insieme di fattori essenziali. Indicare il gruppo di fattori corretto:














La risposta corretta è la A
Il processo di comunicazione necessita dei seguenti fattori essenziali: emittente, messaggio, codice, canale, contesto, ricevente. Questi componenti sono fondamentali per una comunicazione efficace: l'emittente genera il messaggio, utilizzando un certo codice (linguaggio), che è inviato attraverso un canale (ad esempio, orale, scritto, digitale) e ricevuto in un specifico contesto dal destinatario. Questi fattori interagiscono tra loro per determinare il successo o meno della comunicazione.

17 di 64 Domande

L'accertamento infermieristico e':














La risposta corretta è la A
L'accertamento infermieristico consiste in una raccolta sistematica di dati soggettivi ed oggettivi di interesse infermieristico. Questo processo è essenziale per garantire un'assistenza infermieristica completa e personalizzata. Attraverso un'accurata valutazione dei dati soggettivi, quali le sensazioni o le preoccupazioni espresse dal paziente, e oggettivi, ossia misurazioni e osservazioni cliniche, l'infermiere può pianificare un iter assistenziale in linea con le specifiche esigenze e condizioni del paziente. La determinazione degli interventi più appropriati e l'impostazione di obiettivi concreti per il miglioramento dello stato di salute o per la gestione efficace delle patologie diventano così più mirate e costruite su fondamenti solidi e personalizzati.

18 di 64 Domande

In relazione alle linee guida del CDC, per le somministrazioni s.c. la disinfezione preliminare della cute deve avere le seguenti caratteristiche: Quale sequenza di Vero (V) / Falso (F) tra le seguenti e' corretta?














La risposta corretta è la A
La disinfezione preliminare della cute per le somministrazioni s.c., secondo le linee guida del CDC, richiede una cute pulita e l'uso di un antisettico. Tuttavia, l'utilizzo di soluzioni a base alcolica come antisettici non è consigliato, così come non lo è lo strofinamento della cute per 30 secondi. La corretta prevenzione delle infezioni inizia da una corretta preparazione della pelle, assicurando che l'area di iniezione sia adeguatamente preparata per ridurre al minimo i rischi.

19 di 64 Domande

Un individuo si definisce obeso quando l’Indice di Massa Corporea (IMC) e?:














La risposta corretta è la A
Un individuo si definisce obeso quando l’ Indice di Massa Corporea (IMC) è superiore a 30. L'IMC è uno strumento utilizzato per valutare se il peso di una persona è appropriato rispetto alla sua altezza, aiutando a identificare le condizioni di sottopeso, peso normale, sovrappeso e obesità . Essere obesi implica avere un eccesso di grasso corporeo, il che può aumentare il rischio di sviluppare varie patologie, incluse quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2, e alcune forme di cancro.

20 di 64 Domande

“Compromissione della mobilita?” e?:














La risposta corretta è la A
La "compromissione della mobilità " è identificata come una diagnosi infermieristica. Questa categoria di diagnosi si concentra sull'identificazione e gestione dei problemi di salute che non richiedono prescrizione medica per essere affrontati, ma piuttosto un intervento infermieristico diretto. Questo tipo di diagnosi è cruciale nella pianificazione dell'assistenza per aiutare individui con difficoltà motorie a migliorare o mantenere la loro capacità di movimento.

21 di 64 Domande

Nel processo di assistenza infermieristica la valutazione NON e?:














La risposta corretta è la A
Nel processo di assistenza infermieristica, la valutazione non è la fase in cui vengono decisi gli interventi. Quest'ultima è infatti la fase di pianificazione, che segue la valutazione del paziente e precede l'implementazione degli interventi assistenziali. La valutazione è più correttamente il momento in cui si valuta l'efficacia degli interventi applicati e si determina se gli obiettivi di cura sono stati raggiunti.

22 di 64 Domande

La malattia emolitica neonatale si manifesta nelle seguenti condizioni:














La risposta corretta è la A
La malattia emolitica neonatale si manifesta quando la madre è Rh negativo e il feto Rh positivo. Questo avviene perché il sistema immunitario della madre considera il sangue del feto, che ha l'antigene Rh positivo, come estraneo, attivando così una risposta immunitaria che porta alla distruzione dei globuli rossi del feto. Questa patologia può portare a complicazioni come anemia e ittero nel neonato. La gestione preventiva comprende la somministrazione di immunoglobuline anti-D alla madre durante e dopo la gravidanza per prevenire la sensibilizzazione al fattore Rh.

23 di 64 Domande

Attualmente le misure di isolamento in ospedale prevedono l’utilizzo di precauzioni:














La risposta corretta è la A
Le misure di isolamento in ospedale attualmente prevedono l'utilizzo di precauzioni standard e aggiuntive. Le precauzioni standard sono pratiche di controllo delle infezioni da applicare con tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro diagnosi o presunta infezione. Esse includono l'igiene delle mani e l'utilizzo di guanti, mascherine, occhiali e camici quando necessario. Le precauzioni aggiuntive sono misure extra adottate per pazienti noti o sospetti di avere malattie trasmissibili oltre a quelle per cui le precauzioni standard sono già applicate, basate sulla modalità di trasmissione (contatto, goccioline, aerea).

24 di 64 Domande

Lo scopo della prevenzione terziaria e?:














La risposta corretta è la A
Lo scopo della prevenzione terziaria è la riabilitazione. La prevenzione terziaria mira a ridurre l'impatto dei problemi di salute consolidati in individui affetti, attraverso strategie di riabilitazione. Queste misure sono destinate a aiutare le persone a recuperare le capacità funzionali o a gestire le disabilità risultanti da una malattia grave o a lungo termine, migliorando così la loro qualità di vita.

25 di 64 Domande

Nella cosiddetta “catena delle infezioni”, la cute non integra rappresenta:














La risposta corretta è la A
Nella cosiddetta "catena delle infezioni", la cute non integra rappresenta la porta d'ingresso. La cute non integra, come ferite o abrasioni, fornisce un canale diretto agli agenti patogeni per entrare nel corpo e causare infezioni, agendo quindi come una "porta d'ingresso" per i microrganismi. Questo concetto è essenziale per comprendere come prevenire e controllare le infezioni, specialmente in ambienti sanitari, dove la protezione delle aree cutanee vulnerabili è cruciale.

26 di 64 Domande

Quante compresse da 0,25mg si devono somministrare per ottenere 0,125 mg di dosaggio?














La risposta corretta è la A
Per ottenere un dosaggio di 0,125mg è necessaria mezza compressa da 0,25mg. Questo perché 0,125mg è esattamente la metà di 0,25mg, indicando che per ridurre il dosaggio a quello richiesto bisogna dividere in due la compressa da 0,25mg.

27 di 64 Domande

L’infermiere trova a terra vicino al suo letto un paziente privo di coscienza. Interviene:














La risposta corretta è la A
L'infermiere, trovando a terra un paziente privo di coscienza, interviene eseguendo una prima valutazione delle condizioni del paziente senza spostarlo, successivamente chiama aiuto. Questo protocollo è volto a valutare immediatamente eventuali lesioni critiche per prevenire ulteriori danni durante lo spostamento del paziente. La priorità è assicurare l'incolumità del paziente eseguendo un primo controllo sullo stato di coscienza e funzioni vitali come respirazione e circolazione, prima di compiere qualsiasi altro atto. Questa prassi consente di decidere l'azione più appropriata successivamente, basandosi sulle condizioni immediate di salute del paziente.

28 di 64 Domande

Se entrambi i genitori sono portatori di un gene responsabile di patologia a eredita? autosomica recessiva, qual e? la percentuale di discendenti affetti da patologia?














La risposta corretta è la A
Se entrambi i genitori sono portatori di un gene responsabile di una patologia a eredità autosomica recessiva, la percentuale di discendenti affetti dalla patologia è del 25%. Questo perché , essendo la patologia autosomica recessiva, essa si manifesta solo se il gene è presente in doppia copia. Ogni genitore, essendo portatore, ha una copia del gene malato e una sana. Nella prole, vi è una probabilità del 25% di ereditare la copia malata da entrambi i genitori e quindi manifestare la patologia.

29 di 64 Domande

In un neonato a basso peso e? necessario:














La risposta corretta è la A
Nella gestione di un neonato a basso peso è necessario un continuo riscaldamento per mantenere l'isotermia. Questo perché i neonati, specialmente quelli con basso peso alla nascita, hanno un'elevata superficie corporea rispetto alla loro massa. Ciò aumenta la possibilità di perdita di calore e di difficoltà nel mantenere una temperatura corporea normale. Il riscaldamento continuo aiuta a prevenire l'ipotermia, garantendo così la stabilità termica necessaria per il benessere e la sopravvivenza del neonato.

30 di 64 Domande

In Sala Operatoria la Conta Microbica Totale e? un rilievo necessario a indicare il numero:














La risposta corretta è la A
In sala operatoria, la Conta Microbica Totale è necessaria per indicare il numero delle Unità Formanti Colonie (UFC) che si sviluppano sulla piastra di Petri dopo 48 ore a 36 °C. Questo metodo è essenziale per valutare la presenza e il livello di contaminazione microbica in ambienti come le sale operatorie, dove l'asepsi deve essere mantenuta ai massimi livelli per prevenire infezioni. La standardizzazione del tempo a 48 ore e della temperatura a 36 °C permette di ottimizzare la crescita di una vasta gamma di microrganismi, rendendo il rilievo affidabile e rappresentativo della situazione microbica.

31 di 64 Domande

Dividendo il gluteo in quattro quadranti, se si pratica una iniezione intramuscolare nel quadrante superiore esterno e? stata scelta la sede:














La risposta corretta è la A
La pratica di un'iniezione intramuscolare nel quadrante superiore esterno del gluteo corrisponde alla selezione della sede dorsogluteare. Quest'area è la scelta preferenziale perché riduce il rischio di danni ai nervi e ai grandi vasi sanguigni che possono essere più presenti in altre parti del gluteo. Questa posizione è considerata sicura poiché è lontana dal nervo sciatico e dal grande vaso sanguigno, minimizzando il rischio di complicazioni associate alle iniezioni intramuscolari.

32 di 64 Domande

Nel caso si utilizzi un deflussore che eroga 10 gocce per 1 millilitro, per regolare la velocita? di infusione allo scopo di somministrare un litro di soluzione in circa otto ore, occorre regolare il deflussore in modo che si somministrino:














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quante gocce al minuto si devono somministrare per completare l'infusione di un litro di soluzione in 8 ore, usando un deflussore che eroga 10 gocce per 1 millilitro. La risposta corretta è 20 gocce al minuto. Per calcolare questo, si considera che in un litro ci sono 1000 millilitri e il tempo disponibile è di 8 ore, equivalenti a 480 minuti. Quindi, 1000 millilitri divisi per 480 minuti equivalgono a circa 2,08 millilitri al minuto. Considerando che ogni millilitro corrisponde a 10 gocce, si moltiplica 2,08 millilitri per 10 per ottenere circa 20,8, arrotondato a 20 gocce al minuto. Questo calcolo assicura la somministrazione di un litro di soluzione nel tempo richiesto.

33 di 64 Domande

Relativamente alle forze meccaniche che influiscono negativamente sulla funzione tegumentaria, la pressione puo? avere come effetto:














La risposta corretta è la A
La pressione può causare la distruzione di un’ area tissutale più o meno circoscritta, poiché un’ eccessiva concentrazione di forza su un'area specifica può portare alla necrosi del tessuto a causa dell'interruzione dell'apporto sanguigno e dell'accumulo di cataboliti, danneggiando in tal modo l'area interessata.

34 di 64 Domande

Con la somministrazione di 500 cc di glucosata al 5% viene garantito l’apporto di:














La risposta corretta è la A
La somministrazione di 500 cc di glucosata al 5% assicura un apporto di 100 Kcal. Ciò è determinato dal calcolo dell'energia fornita dalla soluzione glucosata, dove 500 ml di una soluzione al 5% significa che 5 grammi di glucosio sono presenti in ogni 100 ml di soluzione. Pertanto, in 500 ml ci saranno 25 grammi di glucosio, considerando che ogni grammo di glucosio fornisce circa 4 Kcal, il risultato è 100 Kcal ((5g/100ml)*500ml)*4 Kcal/g). Questo calcolo aiuta a comprendere l'apporto energetico associato all'utilizzo di soluzioni glucosate in ambito medico.

35 di 64 Domande

Nella persona con insufficienza circolatoria venosa degli arti inferiori, l’applicazione delle calze elastiche deve avvenire:














La risposta corretta è la A
L'applicazione delle calze elastiche in persone con insufficienza circolatoria venosa degli arti inferiori deve avvenire prima di alzarsi dal letto al mattino. Questo perché mantenere gli arti inferiori in una posizione elevata durante la notte riduce il gonfiore e facilita l'applicazione delle calze, massimizzando l'efficacia della compressione. La compressione mirata aiuta a migliorare il ritorno del flusso venoso al cuore, prevenendo l'accumulo di liquidi negli arti inferiori e riducendo i sintomi associati all'insufficienza venosa.

36 di 64 Domande

Paziente iperteso con epistassi: l’infermiere si preoccupa di garantire una posizione:














La risposta corretta è la A
In caso di epistassi in un paziente iperteso, l'infermiere si adopera affinché il paziente mantenga il capo chino in avanti e posizioni sotto il mento un'arcella per monitorare la perdita di sangue. Questa azione impedisce che il sangue refluisca verso la gola, diminuendo il rischio di aspirazione e permettendo una valutazione precisa della quantità di sangue perso. Questa pratica è essenziale nell'assistenza infermieristica per mantenere le vie aeree libere e per una corretta gestione dell'emorragia.

37 di 64 Domande

In base alla letteratura, le sedi consigliate per le iniezioni intramuscolari sono:














La risposta corretta è la A
Le sedi consigliate per le iniezioni intramuscolari, in base alla letteratura, sono cinque. Queste aree vengono scelte per massimizzare l'efficacia dell'iniezione evitando danni ai nervi e ad altre strutture. Le sedi includono il muscolo deltoid, il vasto laterale della coscia, il ventrogluteo, il dorsogluteo e il muscolo sottoscapolare. Selezionare la sede appropriata per l'iniezione è cruciale per garantire un'assimilazione ottimale del farmaco e ridurre il rischio di complicanze. Questa pratica è supportata da ricerche e consigli clinici per garantire la sicurezza e l'efficacia delle iniezioni intramuscolari.

38 di 64 Domande

Durante il parto, nel movimento di restituzione l'occipite ruota verso sinistra. In quale di queste posizioni?














La risposta corretta è la A
Durante il parto, nel movimento di restituzione, l'occipite ruota verso sinistra nella posizione indicata come IV. Questo movimento è parte del meccanismo di rotazione che accompagna il parto, permettendo al bambino di adattarsi al canale del parto e progressivamente avanzare verso l'uscita. La nomenclatura delle posizioni (I, II, III, IV, V) si riferisce all'orientamento e alla direzione in cui si verifica la rotazione della testa del feto durante il travaglio, essenziale per il corretto posizionamento e l'avanzamento nel parto.

39 di 64 Domande

La febbre in gravidanza comporta l’aumentato rischio di:














La risposta corretta è la A
La febbre in gravidanza è associata a un rischio aumentato di parto prematuro. Ciò si deve al fatto che la febbre può essere un indicatore di infezioni o infiammazioni che, a loro volta, possono innescare meccanismi conducenti al parto anticipato. Un ambiente uterino infiammato o infetto può alterare il normale decorso della gravidanza portando a una nascita prematura del bambino. Questa condizione evidenzia l'importanza di gestire attentamente la febbre e le sue cause sottostanti durante la gravidanza per ridurre al minimo i rischi per la salute del bambino e della madre.

40 di 64 Domande

L’uso voluttuario di sostanze d’abuso, come i derivati della morfina, durante la gravidanza:














La risposta corretta è la A
L'uso voluttuario di sostanze d'abuso, come i derivati della morfina, durante la gravidanza induce crisi di astinenza nel neonato alla nascita. Questo fenomeno, noto come sindrome da astinenza neonatale, si verifica perché il feto diventa fisicamente dipendente dalla sostanza d'abuso attraverso la placenta. Alla nascita, privato improvvisamente della sostanza, il neonato manifesta sintomi di astinenza che possono includere tremori, irritabilità e difficoltà di alimentazione.

41 di 64 Domande

In un neonato di basso peso alla nascita, e? necessario:














La risposta corretta è la A
In un neonato di basso peso alla nascita è necessario assicurare un continuo riscaldamento per mantenere l'isotermia. Questo approccio è essenziale perché i neonati, specialmente quelli con basso peso, hanno minore capacità di regolare la temperatura corporea e sono più suscettibili alle variazioni termiche. Mantenere l'isotermia aiuta a prevenire le complicanze associate all'ipotermia, supportando così la crescita e lo sviluppo ottimali. Questo intervento rientra nelle cure standard per i neonati ad alto rischio e mira a garantire loro un ambiente stabile che favorisca il mantenimento della temperatura corporea desiderata, essenziale per la loro sopravvivenza e benessere.

42 di 64 Domande

Gli edemi in gravidanza:














La risposta corretta è la A
Gli edemi in gravidanza possono indicare una patologia della gravidanza, specialmente se associati a pressione arteriosa elevata. Gli edemi, ovvero l'accumulo di liquido nei tessuti, possono essere un fenomeno fisiologico durante la gravidanza a causa delle variazioni ormonali e della pressione sanguigna. Tuttavia, quando sono accompagnati da ipertensione, potrebbero segnalare condizioni più gravi come la preeclampsia, una complicanza caratterizzata proprio da alta pressione arteriosa e edemi, che necessita di attenzione medica immediata per salvaguardare la salute di madre e bambino.

43 di 64 Domande

Quale manovra NON e? utile eseguire durante il secondamento?














La risposta corretta è la A
Durante il secondamento, un massaggio sull’ utero per determinare il distacco della placenta non è considerato utile. Questa pratica può infatti essere dannosa. La gestione attenta dell’ utero durante il periodo successivo al parto mira a prevenire complicanze, come l’ emorragia post-partum. Non è quindi raccomandato esercitare pressione sull’ utero prima che la placenta si sia naturalmente distaccata, per evitare rischi di sanguinamento eccessivo e altre possibili complicazioni.

44 di 64 Domande

Quale affermazione in merito alle forze ausiliarie e? ERRATA?














La risposta corretta è la A
L'affermazione errata in merito alle forze ausiliarie è che "Sono compressioni addominali effettuate dall’ esterno per velocizzare i tempi del parto limitando la sofferenza fetale." Le forze ausiliarie sono effettivamente coinvolte nel processo del parto, ma questa descrizione non corrisponde alla loro natura o funzione. Le forze ausiliarie sono invece legate all'attività volontaria della madre, come le contrazioni del torchio addominale, che collaborano con il lavoro uterino per facilitare la nascita. Questa spiegazione chiarisce l'errore nella risposta fornita, contestualizzando correttamente il ruolo delle forze ausiliarie durante il parto.

45 di 64 Domande

Quale dei seguenti risultati sierologici indica che una donna e? gia? immunizzata per la toxoplasmosi?














La risposta corretta è la A
La presenza di IgG antitoxoplasma nel sangue indica che una donna è già immunizzata contro la toxoplasmosi. Infatti, le IgG sono anticorpi che si formano successivamente all'esposizione iniziale all'agente patogeno, indicando un contatto pregresso con il Toxoplasma gondii e, quindi, un'immunità sviluppata contro questa infezione. Diversamente, le IgM suggerirebbero un'infezione recente o in corso. La toxoplasmosi, diagnosticabile attraverso questi marcatori sierologici, è causata dall'organismo Toxoplasma gondii, come descritto in fonti mediche autorevoli.

46 di 64 Domande

I vaccini consigliati nei primi mesi di vita hanno una valenza nella prevenzione di malattie:














La risposta corretta è la A
I vaccini consigliati nei primi mesi di vita sono essenziali per la prevenzione delle malattie virali. Questo dimostra l'importanza della vaccinazione precoce nel proteggere i bambini da infezioni che possono avere effetti gravi sulla salute. La scelta dei vaccini si basa sulla ricerca e l'evidenza scientifica, mirando a ridurre l'incidenza di malattie contagiose che possono essere prevenute efficacemente attraverso la vaccinazione.

47 di 64 Domande

Uno dei problemi nutrizionali piu? importanti in gravidanza e? la carenza di:














La risposta corretta è la A
La domanda chiedeva qual è uno dei problemi nutrizionali più importanti in gravidanza, a cui la risposta corretta è la carenza di acido folico. L'acido folico è essenziale per prevenire difetti congeniti del tubo neurale nei neonati, quali la spina bifida. Una giusta integrazione d'acido folico prima e durante i primi mesi di gravidanza riduce significativamente tale rischio.

48 di 64 Domande

“Un farmaco ha un’azione ... quando allevia la sofferenza o limita il disagio connesso con uno stato morboso; ha invece un’azione ... quando agisce modificando e correggendo le condizioni morbose”. Completare correttamente la frase precedente.














La risposta corretta è la A
Un farmaco ha un'azione sintomatica quando allevia la sofferenza o limita il disagio connesso con uno stato morboso; ha invece un'azione terapeutica quando agisce modificando e correggendo le condizioni morbose. La risposta corretta indica che un'azione sintomatica mira alla gestione dei sintomi per migliorare la qualità di vita del paziente senza influenzare la causa sottostante della malattia. Al contrario, un'azione terapeutica mira a trattare o curare la patologia stessa, modificando il decorso della malattia o intervenendo sulle sue cause dirette.

49 di 64 Domande

Quale tra le seguenti NON e? una tappa della EBN?














La risposta corretta è la A
La tappa della EBN che NON è corretta è "Applicare le informazioni basate sull’ evidenza alla propria pratica, a tutti i pazienti allo stesso e nello stesso momento". Questo perché l'Evidence-Based Nursing (EBN) si fonda sulla personalizzazione delle cure, dove l'applicazione delle informazioni basate sull'evidenza deve adattarsi alle esigenze specifiche di ogni paziente, non in modo uniforme e simultaneo a tutti. Questa specificità assicura che l'assistenza sia efficace e risponda alle particolari condizioni di salute, preferenze, e situazioni dei singoli individui, mantenendo così un approccio centrato sul paziente e non su una pratica standardizzata per tutti.

50 di 64 Domande

Cosa si intende per evento avverso?














La risposta corretta è la A
Un evento avverso si riferisce a un evento inatteso correlato al processo assistenziale che comporta un danno al paziente, non intenzionale e indesiderabile. Questa definizione punta a identificare quelle situazioni in cui, nell'ambito delle cure sanitarie, avviene qualcosa di non previsto che può causare danni fisici o psicologici al paziente. Questi eventi possono variare in gravità , ma la loro caratteristica comune è quella di essere indesiderabili e spesso prevenibili, sottolineando l'importanza della sicurezza e della qualità nell'assistenza sanitaria.

51 di 64 Domande

Che cos’e? l'espettorato?














La risposta corretta è la A
L'espettorato è il materiale secreto dalle mucose respiratorie espulso attraverso colpi di tosse. Questa secrezione proviene principalmente dai polmoni e dalle vie aeree superiori quando il corpo reagisce a un'infezione o a irritazioni, facilitando così la rimozione di muco e agenti patogeni.

52 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


53 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


63 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


64 di 64 Domande

Indicare quale delle alternative proposte riporta, in ordine completo e corretto, le operazioni da compiere in caso di stravaso venoso di un chemioterapico in infusione.














La risposta corretta è la A
In caso di stravaso venoso di un chemioterapico, è corretto: Sospendere l'infusione, aspirare con la siringa dall'ago della cannula, iniettare l'antidoto nella cannula, rimuovere l'ago cannula, applicare un impacco caldo o freddo a seconda dei casi, somministrare farmaci analgesici. Questa sequenza garantisce un'intervento immediato e mirato per limitare l'assorbimento del chemioterapico e gestire il dolore, seguendo un protocollo attento alla sicurezza del paziente e alla prevenzione di danni secondari allo stravaso.

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