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1 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 64 Domande

In una persona adulta, sana e a riposo i valori normali della Frequenza Cardiaca (Fc), della Pressione Arteriosa (PA) e della Frequenza Respiratoria sono:














La risposta corretta è la B
La frequenza cardiaca (Fc) normale di un adulto sano a riposo varia tra 60 e 80 battiti al minuto, la pressione arteriosa (PA) ideale è di circa 120/80 mmHg, e la frequenza respiratoria si attesta normalmente tra 15 e 20 atti respiratori al minuto. La risposta corretta è quindi B) Fc 60 - 80 bpm; PA 120 / 80 mmHg; Freq. Respiratoria tra 15 - 20 atti/min. Questa fascia di valori è indicativa di un buono stato di salute e di un sistema cardiovascolare e respiratorio che funzionano in modo ottimale. La frequenza cardiaca a riposo è un indicatore efficace della fitness cardiovascolare e della funzione cardiaca. Valori significativamente più alti o più bassi possono indicare possibili anomalie o condizioni di salute sottostanti che richiedono un'ulteriore valutazione. La pressione arteriosa, che misura la forza del sangue contro le pareti delle arterie, è considerata normale a 120/80 mmHg. Valori significativamente diversi possono segnalare ipertensione o ipotensione, condizioni che influenzano la salute cardiovascolare. La frequenza respiratoria, ovvero il numero di respiri al minuto, offre informazioni sulla funzionalità del sistema respiratorio. La fascia normale per un individuo adulto a riposo è da 15 a 20 respiri al minuto. Valori inferiori o superiori possono essere sintomi di disfunzioni respiratorie o altre condizioni mediche. Questi parametri fisiologici sono fondamentali per valutare lo stato di salute generale e monitorare possibili deviazioni dalla norma.

4 di 64 Domande

Il polso,viene rilevato in piu' sedi tra cui quelle corrispondenti ai seguenti vasi ad eccezione di uno. Quale ?














La risposta corretta è la A
Il polso viene rilevato in più sedi ma non corrispondenti al vaso safena, che infatti rappresenta la risposta corretta alla domanda. Il vaso safena non è un'ubicazione appropriata per la rilevazione del polso poiché si tratta di una grande vena superficiale presente nella gamba, che non riflette l'attività pulsatile diretta del cuore a differenza delle arterie. Le sedi comuni per la valutazione del polso includono le arterie ricche di flusso pulsatile, come la femorale, la pedidia e la brachiale, che sono direttamente collegate al ciclo cardiaco e forniscono indicazioni più immediate e accurate sulla salute cardiovascolare e sullo stato emodinamico di un individuo. Le arterie sono le strutture vascolari ottimali per la rilevazione del polso dato che trasportano il sangue ossigenato dal cuore verso il resto del corpo, creando un'onda pulsatile che può essere palpata in vari punti, come quelli menzionati. La vena safena, essendo una vena superficiale, raccoglie sangue deossigenato dalla superficie della gamba per riportarlo al cuore e non presenta un polso palpabile, perché le vene trasportano il sangue verso il cuore senza la pulsazione diretta generata dalla contrazione cardiaca.

5 di 64 Domande

Devi infondere 450 ml di soluzione di Glucosio al 5% in 15 ore. Non disponi di una pompa di infusione e il deflussore in utilizzo nel reparto presenta questa caratteristica: 20 gocce = 1 ml. A quante gocce al minuto regoli il deflussore?














La risposta corretta è la A
Per infondere 450 ml di soluzione di Glucosio al 5% in 15 ore senza pompa di infusione e utilizzando un deflussore che ha una capacità di 20 gocce per 1 ml, è necessario impostare il deflussore a 10 gocce al minuto. Questo perché , dividendo il totale dei ml (450) per il numero di ore (15), si ottiene un flusso di 30 ml all'ora. Considerando che ogni ml corrisponde a 20 gocce, in un'ora saranno necessarie 600 gocce. Dividendo tale valore per 60 (minuti in un'ora), si ottiene un ritmo di 10 gocce al minuto.

6 di 64 Domande

Se vengono prescritti 750 mg di antibiotico disponibili in confezione anidra - flaconcino da 1g + fiala diluente da 4ml - una volta disciolta la soluzione quale delle seguenti quantita' dovra' essere somministrata?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale quantità di soluzione deve essere somministrata se vengono prescritti 750 mg di un antibiotico fornito in una confezione che include un flaconcino anidro da 1 g e una fiala diluente da 4 ml. La risposta corretta è A) 3,000 ml. Questo perché , una volta disciolto il grammo di antibiotico nella fiala diluente da 4 ml, ogni ml contiene 250 mg di antibiotico. Per somministrare 750 mg, necessari per la dose prescritta, si dovranno quindi somministrare 3 ml della soluzione risultante, dato che 750 diviso per 250 mg/ml equivale a 3 ml. Questa metodologia di calcolo è comunemente usata in farmacologia per determinare le dosi appropriate di un medicamento quando vengono fornite in forma concentrata da diluire prima dell'uso.

7 di 64 Domande

Indicare quale delle seguenti normative ha modificato in modo sostanziale l'assetto del Servizio Sanitario Nazionale istituito nel 1978.














La risposta corretta è la D
Il D.lgs. 502/92 ha modificato in modo sostanziale l'assetto del Servizio Sanitario Nazionale istituito nel 1978. Questa normativa è stata importante poiché ha introdotto rilevanti innovazioni nel sistema sanitario italiano, orientando verso una maggiore efficienza, efficacia e capacità di risposta alle esigenze di salute della popolazione, nonché verso un controllo più stringente dei costi. Infatti, la riforma attuata dal D.lgs. 502/92 mirava a ristrutturare il finanziamento e l'organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, promuovendo la decentralizzazione delle responsabilità amministrative e gestionali dalle autorità centrali a quelle regionali e locali. La legge ha anche posto le basi per la competizione tra strutture pubbliche e private accreditate, per la promozione di un'offerta sanitaria pluralistica. Inoltre, ha enfatizzato il ruolo del controllo di gestione, dell'accreditamento dei servizi e della qualità delle prestazioni sanitarie, cercando di rispondere in modo più efficace alle esigenze di salute e contribuendo all'ottimizzazione delle risorse disponibili. La riforma ha quindi segnato un passo importante verso un sistema sanitario più moderno e flessibile, adeguato alle nuove sfide del settore salute.

8 di 64 Domande

L'art. ''L'infermiere riconosce il valore dell'informazione integrata multi professionale e si adopera affinche' disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita'' e' contenuto:














La risposta corretta è la A
La frase "L'infermiere riconosce il valore dell'informazione integrata multi professionale e si adopera affinché disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita" è contenuta nel codice deontologico dell'infermiere del 2009. Questo articolo enfatizza l'importanza per l'infermiere di valorizzare l'informazione proveniente da vari professionisti sanitari al fine di soddisfare compiutamente i bisogni dei pazienti. Il principio alla base di questo articolo del codice deontologico sottolinea l'etica e la professionalità con cui gli infermieri devono approcciare la cura del paziente. Si pone l'accento sulla necessità di un'informazione integrata e multi professionale, essenziale per garantire un'assistenza completa e centrata sul paziente. Ciò comporta la collaborazione e la condivisione di informazioni tra vari professionisti della salute per formulare un piano di cura che risponda in modo olistico ai bisogni di vita del paziente. Questo approccio multi professionale alla cura è riconosciuto come fondamentale per migliorare gli esiti della salute, fornendo un'integrazione delle competenze e delle conoscenze specialistiche nel campo medico e assistenziale. La gestione delle informazioni e la collaborazione tra i professionisti incoraggiano una visione più ampia della salute del paziente, permettendo un trattamento più efficace e una migliore qualità della vita per il paziente stesso.

9 di 64 Domande

Quale delle seguenti caratteristiche e' tipica di una ileostomia?














La risposta corretta è la E
Una ileostomia tipicamente porta alla produzione di feci liquide e continue che non possono essere controllate. Questo accade perché l'ileostomia consiste nella creazione chirurgica di un'apertura nell'addome, dove l'ileo (la parte finale dell'intestino tenue) viene collegato alla parete addominale. Questa procedura è necessaria quando il colon e/o il retto non possono svolgere le loro funzioni normali. Senza l'assorbimento di sali e acqua, che normalmente avviene nel colon, il contenuto che esce attraverso l'ileostomia è più liquido rispetto alle feci normali. Inoltre, la capacità di controllare l'eliminazione delle feci viene perduta perché non c'è controllo volontario sull'apertura creata chirurgicamente. La gestione dell'uscita richiede l'uso di sacchetti appositi attaccati attorno all'apertura per raccogliere le feci liquide, metodo essenziale per mantenere l'igiene e il comfort degli individui con ileostomia.

10 di 64 Domande

La valutazione neurologica di un paziente rileva: vigile e orientato, muove tutte le estremita', esegue ordini semplici, pupille foto-reagenti, di dimensioni destra 3 mm, sinistra 4 mm. Nella precedente valutazione le pupille erano isocoriche. Basandosi su questi dati, la tua priorita' sara':














La risposta corretta è la D
La valutazione neurologica ha rivelato un paziente vigile e orientato, che può muovere tutte le estremità ed eseguire ordini semplici, con pupille foto-reagenti di dimensioni diverse (destra 3 mm, sinistra 4 mm), a differenza della precedente valutazione in cui le pupille erano uguali per dimensione. La priorità è quindi comunicare immediatamente al medico l'anisocoria. L'anisocoria riguarda la condizione in cui le pupille hanno dimensioni diverse. È importante perché può essere un segno di condizioni neurologiche serie. Normalmente, la differenza nel diametro delle pupille dovrebbe essere inferiore a 1 mm tra un occhio e l'altro. Una variazione oltre questo limite, soprattutto se emergente o modificata rispetto a rilievi precedenti, richiede un'attenzione immediata. Tali variazioni possono indicare patologie che coinvolgono le vie neurali che controllano il diametro pupillare, tra cui lesioni cerebrali, ictus, e aumenti della pressione intracranica. È cruciale valutare e segnalare l'anisocoria in quanto potrebbe essere l'unico segnale precoce di una situazione neurologica che richiede intervento urgente.

11 di 64 Domande

Un paziente e' ricoverato in chirurgia da 6 giorni a seguito di un trauma toracico destro che ha causato la frattura di 4 coste. Ha in sede un drenaggio toracico (tipo Pleurevac). Durante l'attivita' di monitoraggio osservi che vi e' assenza di gorgogliamento nella valvola ad acqua. Dopo aver appurato che il circuito di drenaggio e' pervio e funzionante ritieni che si tratti di:














La risposta corretta è la C
L'assenza di gorgogliamento nella valvola ad acqua del drenaggio toracico tipo Pleurevac, in un paziente ricoverato in chirurgia da 6 giorni per trauma toracico con frattura di 4 coste, rappresenta una situazione fisiologica che indica l'assenza di aria nella cavità pleurica. Questo vuol dire che il drenaggio pleurico svolge correttamente la sua funzione nel rimuovere l'aria accumulata. La presenza di aria nel cavo pleurico, in condizioni patologiche come il pneumotorace o dopo un trauma toracico, causa la separazione delle due pleure, potenzialmente compromettendo la funzione polmonare. Il sistema di drenaggio toracico è progettato per mantenere un ambiente a pressione negativa all'interno del cavo pleurico, facilitando così la riespansione polmonare e prevenendo ulteriori ingressi di aria. Il gorgogliamento nella valvola ad acqua potrebbe indicare la presenza di una perdita d'aria nel sistema, quindi la sua assenza, verificatasi dopo un controllo che conferma la pervietà e la funzionalità del sistema di drenaggio, suggerisce che non vi è più fuoriuscita d'aria nel torace e che le condizioni del paziente sono in una fase di stabilizzazione verso il miglioramento.

12 di 64 Domande

Stai svolgendo assistenza presso un reparto di medicina e durante il turno notturno trovi un paziente collegato al monitor incosciente con il seguente tracciato elettrocardiografico... Quali delle seguenti azioni e' prioritaria:

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La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è : Predisponi il defibrillatore semi-automatico per effettuare una scarica elettrica. Questa azione è prioritaria perché in situazioni di emergenza cardiaca dove un paziente si trova in stato di incoscienza e il monitor mostra un tracciato elettrocardiografico anormale, l'uso immediato del defibrillatore può essere cruciale per tentare di ristabilire un ritmo cardiaco efficace. La defibrillazione è la procedura consigliata in caso di arresto cardiaco dovuto a fibrillazione ventricolare (FV) o tachicardia ventricolare senza polso (TV), condizioni che rendono il cuore incapace di pompare efficacemente il sangue verso il resto del corpo. La fibrillazione ventricolare è un disordine improvviso dovuto a contrazioni molto rapide e irregolari dei ventricoli cardiaci, risultando in un'esigua e/o nulla eiezione di sangue. Poiché queste condizioni rappresentano un'emergenza medica che portano velocemente alla morte se non trattate, il ripristino rapido di un ritmo cardiaco efficace è essenziale. Nel dettaglio, la fibrillazione ventricolare rappresenta la causa più comune degli arresti cardiaci extrahospitalieri e una delle principali in ambito ospedaliero. Il trattamento tempestivo mediante defibrillazione salva delle vite, interrompendo l'attività elettrica caotica dei ventricoli, permettendo così al nodo sinusoatriale del cuore di riprendere il controllo e stabilizzare il ritmo del cuore. Questo approccio è supportato dal principio che quanto prima viene applicata la defibrillazione, maggiori sono le probabilità di sopravvivenza del paziente, in quanto ogni minuto di ritardo riduce la probabilità di sopravvivenza.

13 di 64 Domande

Il signor Rossi presenta un lesione da pressione a livello sacrale con queste caratteristiche: Dimensioni: 20mm x 35mm. Fondo: granulazione. Essudato abbondante. Bordo arrossato. Cute circostante macerata. Fistole assenti. Lesione maleodorante. Ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto. Secondo il sistema di stadiazione EPUAP e NPUAP, 2009 si tratta di:














La risposta corretta è la D
La lesione da pressione presentata dal signor Rossi, con dimensioni di 20mm x 35mm, fondo a granulazione, essudato abbondante, bordo arrossato, cute circostante macerata, senza fistole e maleodorante, oltre al fatto che la ferita è a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto, corrisponde a una LdP di IV stadio. Questa classificazione è determinata in quanto si osserva una ferita profonda che raggiunge gli strati più interni del corpo, compresi muscoli e ossa, caratteristica principale di un IV stadio secondo il sistema di stadiazione dell'EPUAP e NPUAP del 2009. Le lesioni da pressione di IV stadio sono le più gravi e prevedono la perdita totale dello spessore della pelle, esponendo o danneggiando muscoli, ossa e a volte tendini o altre strutture sottostanti. La presenza di tessuto necrotico, detto anche escara, può coprire parte o tutta la lesione, aggravando il rischio di infezione. La macerazione della cute circostante, il bordo arrossato e la maleodoranza possono indicare una complessa infezione. Fattori come la pressione prolungata, specialmente in persone con mobilità ridotta o confinate a letto, sono principali fattori di rischio. Il trattamento richiede interventi multi-dimensionali, comprendenti alleviamento della pressione, gestione dell'umidità , controllo dell'infezione e, nei casi più gravi, la chirurgia. Questo stadio richiede cura e attenzione particolari per prevenire ulteriori danni e per promuovere la guarigione, includendo anche l'assistenza di professionisti esperti nella cura delle ferite.

14 di 64 Domande

Qual e' la PRIMA COSA da valutare quando si scorge una persona distesa a terra?














La risposta corretta è la A
La prima cosa da valutare quando si scorge una persona distesa a terra è la risposta alla chiamata o allo stimolo doloroso. Questo criterio iniziale è cruciale per valutare lo stato di coscienza e potenzialmente la gravità della situazione. La valutazione primaria inizia sempre con un tentativo di ottenere una risposta verbale dal paziente e, se ciò non riesce, può essere seguita dall'applicazione di uno stimolo doloroso per valutare ulteriori reazioni. Questo processo aiuta a determinare la migliore via d'azione per l'assistenza immediata e la necessità di ulteriori interventi medici. L'incapacità di rispondere a stimoli verbali o dolorosi potrebbe indicare una condizione grave, richiedendo assistenza immediata. Lodando queste informazioni, è essenziale agire rapidamente, tenendo presente il contesto di sicurezza per sé e per la persona colpita. Questo primo controllo è fondamentale per guidare le azioni successive quali garantire la pervietà delle vie aeree, valutare la respirazione e, se necessario, procedere con la rianimazione cardiopolmonare o altre forme di primo soccorso. La priorità è sempre valutare il livello di coscienza e reattività , essenziali per determinare l'urgenza e il tipo di intervento necessario.

15 di 64 Domande

In caso di errori derivanti da una attivita' delegata:














La risposta corretta è la C
In caso di errori derivanti da un'attività delegata, risponde il delegante se ha commesso errori nel processo di delega e il delegato nel caso abbia commesso errori di esecuzione. Questo perché la responsabilità è definita in base alle azioni individuali e agli errori specifici commessi da ciascun soggetto nel contesto della delega. Se il delegante non ha definito correttamente le mansioni o non ha fornito istruzioni adeguate, è lui a essere responsabile. Allo stesso modo, se il delegato sbaglia nell'esecuzione, la colpa è sua.

16 di 64 Domande

Quale delle seguenti scale utilizzi per valutare il dolore in un bambino di 5 anni?














La risposta corretta è la C
La valutazione del dolore in un bambino di 5 anni si effettua correttamente utilizzando la Scala delle Espressioni Facciali. Questo metodo è adeguato perché tiene conto dell'età e della capacità di espressione del bambino. La Scala delle Espressioni Facciali è specificamente studiata per bambini che non sono ancora in grado di articolare o quantificare il loro dolore utilizzando i numeri o le parole. Consente ai sanitari di identificare il livello di dolore osservando le reazioni faciali del bambino in risposta al dolore. I bambini possono semplicemente indicare quale tra le diverse espressioni facciali rappresentate sulla scala corrisponde meglio a ciò che stanno provando, rendendo questa metodologia idealmente adatta per la loro fascia d'età . Questo processo di valutazione aiuta a superare le barriere comunicative, parti essenziale nella cura dei più piccoli, che possono non essere in grado di comunicare efficacemente il loro stato di benessere o dolore. La scala delle espressioni facciali, quindi, si adatta perfettamente alle capacità cognitive e emotive dei bambini di questa età , facilitando una valutazione più precisa del dolore e un intervento mirato per il suo trattamento.

17 di 64 Domande

La misura della distanza naso - trago - xifoide del paziente serve all'infermiere per ...:














La risposta corretta è la B
La misura della distanza naso-trago-xifoide serve all'infermiere per approssimare la lunghezza del sondino naso gastrico da introdurre. La correttezza di questa pratica si basa sull'importanza di determinare un'approssimazione accurata della distanza da percorrere affinché il sondino raggiunga lo stomaco, senza causare disagi o complicanze al paziente. Infatti, inserire un sondino nasogastrico richiede accuratezza per evitare lesioni o il posizionamento improprio dello stesso, che potrebbe comportare rischi significativi, come l'aspirazione polmonare o l'alimentazione errata. La misurazione naso-trago-xifoide fornisce all'operatore sanitario un parametro guidato dall'anatomia del corpo umano, facilitando un inserimento sicuro e corretto del sondino in termini di lunghezza. Tale prassi è radicata nella comprensione dell'anatomia e delle procedure mediche che mirano a ridurre il rischio di errori e complicazioni durante la somministrazione della nutrizione enterale o l'aspirazione del contenuto gastrico, elementi cruciali per il mantenimento o il ripristino della salute del paziente. La metodologia specifica e le raccomandazioni cliniche per l'inserimento sicuro del sondino nasogastrico si fondano su tale misura per garantire l'adeguata pratica e cura infermieristica.

18 di 64 Domande

Le feci picee corrispondono a quale delle seguenti condizioni:














La risposta corretta è la B
Le feci picee corrispondono a feci liquide e nerastre. Questo colore specifico delle feci è indicativo di una presenza di sangue digerito nell'apparato digerente. Questo succede quando il sangue, a contatto con gli acidi dello stomaco e i processi digestivi, subisce una trasformazione che lo porta a diventare di colore molto scuro, quasi nero, dando alle feci quell'aspetto piceo. Questo fenomeno è comunemente associato a sanguinamenti delle porzioni alte del tratto gastrointestinale, come ulcere peptiche, gastriti, o varici esofagee. Il sangue, attraversando il sistema digestivo, cambia di colore a causa dell’ azione degli enzimi e dei batteri presenti, oltre che per l’ effetto dell’ ambiente acido dello stomaco, il che rende le feci di colore nero e dall’ aspetto catramoso. Questa tipologia di sanguinamento può rappresentare un'emergenza medica, richiedendo spesso un'accurata valutazione diagnostica per identificare e trattare la causa sottostante del sanguinamento. La presenza di feci picee è , quindi, un importante indicatore clinico che può aiutare nella diagnosi di diverse patologie del tratto gastrointestinale superiore.

19 di 64 Domande

Quale tra le seguenti affermazioni non e' vera?














La risposta corretta è la B
L'affermazione che "Maggiore è il carico di lavoro infermieristico, maggiore è la frequenza di lavaggio delle mani da parte del personale sanitario" non è vera. Questo concetto affronta erroneamente l'idea che la pressione lavorativa incrementi sistematicamente le pratiche igieniche, mentre, in realtà , situazioni di stress o carichi di lavoro eccessivi possono ridurre la capacità del personale sanitario di attenersi a protocolli rigidi, inclusi quelli relativi all'igiene delle mani. Il lavaggio delle mani è riconosciuto come una delle misure più efficaci per prevenire la diffusione di infezioni, comprese quelle ospedaliere. I microorganismi presenti sulle mani del personale sanitario possono essere facilmente trasmessi ai pazienti attraverso il contatto diretto o indiretto. Pertanto, una corretta igiene delle mani è fondamentale per la sicurezza dei pazienti. Spesso, l'intensità del lavoro e la mancanza di tempo sono citate tra le principali ragioni della non aderenza alle pratiche di igiene delle mani. In teoria, con un aumento del carico di lavoro, il personale può avere meno tempo a disposizione per il lavaggio delle mani, nonostante la maggiore necessità di eseguire tale pratica per prevenire la trasmissione di infezioni. L'argomento sottolinea l'importanza di promuovere una cultura di sicurezza che incoraggi e faciliti l'igiene delle mani, indipendentemente dal livello di stress o dal volume di lavoro affrontato dal personale sanitario. La prevenzione delle infezioni richiede un approccio sistematico e sostenuto che preveda la formazione continua, l'accesso a dispositivi per l'igiene delle mani e l'impegno a rispettare rigorosamente le procedure stabilite, per garantire la massima protezione sia per i pazienti che per gli operatori sanitari.

20 di 64 Domande

L'Amiodarone e' un farmaco che deve essere diluito preferibilmente:














La risposta corretta è la D
L'Amiodarone deve essere diluito preferibilmente in soluzione glucosata al 5%. Questa scelta di diluizione per l'amiodarone è legata alla sua formulazione e al suo profilo di solubilità . L'amiodarone è un antiaritmico impiegato nel trattamento delle aritmie ventricolari e sopraventricolari. È noto per il suo ampio spettro d'azione e per essere efficace là dove altri antiaritmici falliscono. Tuttavia, la sua gestione richiede cautela a causa della variabilità individuale nella risposta al farmaco e del rischio di effetti collaterali. La sua formula chimica e le sue proprietà fisico-chimiche lo rendono più solubile in soluzioni glucosate al 5% rispetto a soluzioni saline o acqua deionizzata. Questo aspetto della somministrazione è importante per massimizzare l'efficacia del farmaco riducendo al contempo il rischio di precipitazione del principio attivo, assicurando così che la dose somministrata sia ben tollerata e completamente biodisponibile. Nel contesto del trattamento delle aritmie, dove la precisione nella somministrazione dei farmaci è cruciale, scegliere il corretto diluente può avere un impatto significativo sull'esito terapeutico.

21 di 64 Domande

Quali sono le fasi dell'andamento della febbre?














La risposta corretta è la A
Le fasi dell'andamento della febbre sono: fase del rialzo termico o prodromica, fase dell'acme, fase della defervescenza. Questa classificazione accoglie i momenti chiave nello sviluppo della febbre, descrivendo il modo in cui la temperatura corporea aumenta, raggiunge il suo picco, e infine diminuisce. La febbre, un aumento temporaneo della temperatura del corpo sopra il normale intervallo di 36.5 °C - 37.5 °C, è un meccanismo di difesa importante del corpo contro le infezioni. Durante la fase prodromica o di rialzo termico, la temperatura inizia a salire, indicando l'attivazione della risposta immunitaria dell'organismo. La fase dell'acme corrisponde al momento in cui la temperatura raggiunge il suo valore più alto, spesso associata a un benessere generale diminuito e a sintomi secondari come mal di testa o brividi. Dopo l'acme, avviene la fase di defervescenza, durante la quale la temperatura ridiscende ai valori normali, indicando la risoluzione della causa sottostante della febbre o l'efficacia delle risposte immunitarie del corpo. Questo processo di febbre è una reazione protettiva che aumenta l'efficacia della risposta immunitaria e limita la crescita di agenti patogeni.

22 di 64 Domande

Devi posizionare la padella a una persona che non puo' sollevare il bacino; qual e' la prima posizione da far assumere?














La risposta corretta è la C
La prima posizione da far assumere a una persona che non può sollevare il bacino per posizionare la padella è la posizione laterale. Questa scelta è dovuta alla necessità di evitare sforzi e possibili disagi al paziente, permettendo una gestione più agevole e sicura sia per chi assiste sia per chi riceve assistenza. La posizione laterale, inoltre, facilita la manipolazione e il posizionamento della padella senza richiedere movimenti complessi o che possano causare dolore.

23 di 64 Domande

Durante l'esame obiettivo della funzione motoria rilevi un aumento del tono muscolare con eccessiva resistenza ai movimenti passivi. Definisci cio' come ...














La risposta corretta è la B
Durante l'esame obiettivo della funzione motoria, un aumento del tono muscolare con eccessiva resistenza ai movimenti passivi è definito come ipertonia. L'ipertonia è un'elevata tensione muscolare che porta a una eccessiva resistenza nel compiere movimenti passivi. Si manifesta come un segno di diversi disturbi e condizioni neurologiche. L'aumento del tono muscolare può essere dovuto a varie cause, dedicando particolare attenzione alla sua manifestazione nei disturbi che influenzano il sistema nervoso centrale. Questa condizione può riflettere danni a vari percorsi neuronali, specialmente quelli preposti al controllo ed equilibrio muscolare. L'ipertonia può derivare da malattie come la sclerosi multipla, la paralisi cerebrale, o come conseguenza di un danno cerebrale acquisito. L'origine dell'ipertonia risiede nel malfunzionamento dei segnali tra il cervello e i muscoli, che porta a una regolazione impropria della contrazione muscolare. Questo fenomeno patologico rappresenta una sfida nella gestione e cura dei pazienti, richiedendo spesso un approccio multidisciplinare per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita.

24 di 64 Domande

La distruzione di ogni microrganismo vivente, patogeno e non, in forma vegetativa o di spora attraverso procedimenti fisici e/o chimici, si definisce ...














La risposta corretta è la C
La distruzione di ogni microrganismo vivente, patogeno e non, in forma vegetativa o di spora attraverso procedimenti fisici e/o chimici si definisce Sterilizzazione. Questa è una pratica essenziale in molti settori, particolarmente in ambito medico e sanitario, per prevenire le infezioni. La sterilizzazione elimina completamente tutti i microrganismi, inclusi batteri, virus, funghi e spore, garantendo la sicurezza dei dispositivi medici e degli strumenti chirurgici. Questi metodi sono estremamente efficaci anche contro gli agenti più resistenti, come le spore batteriche, noti per la loro capacità di sopravvivere in condizioni estreme. Questo processo è cruciale, in quanto l'utilizzo di materiale non sterile in ambito chirurgico o in procedure mediche può portare a gravi infezioni, mettendo in pericolo la salute del paziente. La sterilizzazione può essere realizzata attraverso varie tecniche, come il calore umido sotto pressione (autoclave), il calore secco (fornace), la radiazione, o l'uso di gas chimici come l'ossido di etilene. La scelta del metodo più appropriato dipende dalla natura dell'oggetto da sterilizzare e dalla sua resistenza alle alte temperature o a sostanze chimiche.

25 di 64 Domande

Immediatamente dopo aver fatto assumere una compressa all'assistito bisogna ...














La risposta corretta è la E
Dopo aver fatto assumere una compressa all'assistito, bisogna accertarsi dell'avvenuta assunzione del farmaco. Questo controllo è essenziale per confermare che il paziente abbia effettivamente ingerito la medicina prescritta, al fine di garantirne l'efficacia terapeutica. Verificare che il farmaco sia stato assunto correttamente è una pratica standard nella somministrazione dei farmaci, per evitare complicazioni o inefficacia del trattamento dovute a mancata assunzione.

26 di 64 Domande

Cosa si intende per oliguria in riferimento ad un paziente adulto?














La risposta corretta è la D
Oliguria in un paziente adulto significa avere una diuresi inferiore a 500 cc nelle 24 ore. Questo termine medico identifica una ridotta produzione di urina, condizione associata a diverse cause e patologie del sistema renale e non solo. L'oliguria può essere indice di un'insufficienza renale acuta, in cui i reni improvvisamente smettono di filtrare sostanze dal sangue, o di un danno renale a lungo termine. Condizioni come la disidratazione severa, il blocco del tratto urinario, shock, infezioni gravi, esposizione a sostanze tossiche o complicanze da certi farmaci possono determinare o aggravare questo stato. L'importanza della diagnosi tempestiva e la valutazione delle cause sottostanti sono cruciali per evitare danni renali più severi o la progressione verso l'insufficienza renale cronica, dove i reni perdono le loro funzioni gradualmente e irreversibilmente. Il monitoraggio del volume di urina è quindi essenziale nella valutazione dello stato idrico e della funzionalità renale.

27 di 64 Domande

Il turgore giugulare ...














La risposta corretta è la A
Il turgore giugulare è effettivamente un segno tipico dell'aumento della pressione venosa centrale. Questo fenomeno si manifesta quando c'è un'eccessiva accumulazione di sangue nelle vene giugulari, spesso indicativa di un possibile malfunzionamento del cuore nel pompare efficacemente il sangue all'interno del sistema circolatorio. L'aumento della pressione venosa centrale è comunemente associato a condizioni che compromettono la funzionalità cardiaca, come l'insufficienza cardiaca congestizia. In questa patologia, il cuore perde la sua capacità di pompare il sangue efficacemente, causando un aumento della pressione nelle vene che ritornano il sangue al cuore, incluso il sistema delle vene giugulari. Questo comporta l'ingorgo e l'espansione delle stesse, ovvero il turgore giugulare, che diventa apprezzabile clinicamente. L'osservazione di questo segno fornisce ai clinici una preziosa indicazione dello stato emodinamico del pazienziale e della funzionalità cardiaca, segnalando la necessità di ulteriori valutazioni per identificare e trattare la causa sottostante dell'aumento della pressione venosa centrale.

28 di 64 Domande

Presentazione clinica tipica del diabete di tipo I:














La risposta corretta è la B
La presentazione clinica tipica del diabete di tipo I include un inizio acuto con sete, poliuria e dimagrimento. questa triade sintomatologica riflette le caratteristiche principali del disordine autoimmunitario, dove il sistema immunitario attacca per errore le cellule beta del pancreas, provocando una carenza critica di insulina. L'insulina è vitale per il trasporto di glucosio nel sangue verso le cellule del corpo, dove viene utilizzato per produrre energia. Senza sufficiente insulina, il glucosio si accumula nel sangue, causando l'iperglicemia. Come conseguenza, il corpo cerca di eliminare l'eccesso di glucosio attraverso i reni, portando a poliuria (aumento della frequenza urinaria) e polidipsia (sete intensa) in risposta alla disidratazione causata dalla poliuria. L'incapacità del corpo di utilizzare il glucosio come fonte di energia porta il metabolismo a bruciare i grassi e le proteine muscolari, risultando in una rapida perdita di peso. Questa condizione può svilupparsi a qualsiasi età , ma è più comune nell'infanzia o nell'adolescenza. Il diabete di tipo I richiede un trattamento immediato con insulina per controllare i livelli di glucosio nel sangue e prevenire complicazioni potenzialmente letali.

29 di 64 Domande

Le seguenti sono tutte caratteristiche di un monitoraggio continuo della PVC (pressione venosa centrale), eccetto:














La risposta corretta è la D
Il monitoraggio continuo della PVC (pressione venosa centrale) non viene rilevato attraverso un catetere arterioso periferico. La PVC riflette il volume di sangue nel sistema venoso centrale, fornendo quindi indicazioni sul pre-carico cardiaco e sullo stato volemico del paziente. La PVC è di cruciale importanza nella valutazione del funzionamento cardiaco, soprattutto in pazienti critici, poiché offre dati essenziali per la gestione dei liquidi e del supporto emodinamico. Esaminando più da vicino la natura della pressione venosa centrale, essa rappresenta una misura diretta della pressione nel tratto terminale della vena cava superiore o nell'atrio destro. Consente di valutare la capacità del cuore destro di pompare efficacemente il sangue verso il cuore sinistro, influenzando direttamente il volume circolante e l'adeguatezza della perfusione agli organi vitali. Un valore alterato di PVC può indicare alterazioni nel bilancio dei liquidi, sia per eccesso che per difetto, oltre a problemi di funzione cardiaca destra, condizioni di ipervolemia o ipovolemia e effetti della ventilazione meccanica sui ritorni venosi. Il monitoraggio della PVC si effettua generalmente attraverso l'uso di un catetere venoso centrale e un sistema di trasduzione di pressione che permette una lettura continua e attendibile. L'uso di un catetere arterioso periferico non consente la rilevazione della PVC perché misura la pressione arteriosa, non quella venosa. Questo tipo di catetere, infatti, è impiegato per il monitoraggio della pressione arteriosa sistemica o per prelievi arteriosi, risultando inadatto per la valutazione della pressione venosa centrale che richiede specifiche vie di inserzione e strumentazione per una misurazione accurata.

30 di 64 Domande

Nel caso dello svuotamento della vescica con un cateterismo intermittente a causa di una ritenzione acuta di urina, quali delle seguenti complicanze si prevengono con uno svuotamento graduale?














La risposta corretta è la E
Lo svuotamento della vescica con un cateterismo intermittente per una ritenzione acuta di urina previene complicanze quali ematuria, ipotensione arteriosa, pallore, sudorazione. Queste misure sono essenziali per evitare l'improvviso abbassamento della pressione sanguigna e il danno alla vescica o alle vie urinarie che può derivare da un cateterismo eseguito troppo rapidamente dopo un periodo di ritenzione. La ritenzione acuta di urina è una condizione che si verifica quando un individuo non è in grado di svuotare completamente la vescica. Ciò può portare a delle complicazioni tra cui l'aumento della pressione all'interno della vescica, possibili lesioni alla parete vescicale e disturbi della pressione arteriosa. Lo svuotamento graduale è quindi raccomandato per ridurre il rischio di queste complicanze, consentendo un adeguamento progressivo sia della pressione vescicale sia della pressione arteriosa. Infatti, la pratica mira a evitare uno stress improvviso sui reni e sui sistemi cardiocircolatorio e urinario, garantendo un ristabilimento sicuro e controllato delle funzionalità normali. Questo approccio aiuta a ridurre il rischio di danni diretti alla vescica o alle vie urinarie e di sintomi sistemici legati all'improvviso cambiamento della pressione del sangue e al rilascio di sostanze chimiche in risposta all'overdistensione e al rapido svuotamento della vescica.

31 di 64 Domande

Il set per infusione rappresenta il sistema che permette il collegamento tra il flacone contenente la soluzione e laccesso venoso. Secondo le linee guida del CDC di Atlanta del 2011 si raccomanda di sostituire le linee infusive non contenenti emulsioni di lipidi, sangue e derivati ogni:














La risposta corretta è la C
Il CDC di Atlanta raccomanda di sostituire le linee infusive non contenenti emulsioni di lipidi, sangue e derivati ogni 96 ore. Questa pratica mira a ridurre il rischio di infezioni associate all'assistenza sanitaria. Le infezioni correlate all'uso di cateteri venosi centrali possono essere provocate da una varietà di microrganismi, tra cui batteri gram-positivi, gram-negativi e funghi. Si verifica quando agenti patogeni colonizzano l'esterno del catetere o l'interno del lume del catetere, causando infezione sia locale sia sistemica. Mantenendo un adeguato intervallo temporale prima della sostituzione delle linee infusive, si riduce l'opportunità per i microrganismi di aderire e colonizzare la superficie del catetere, riducendo con ciò il rischio di biofilm che potrebbe portare a gravi infezioni del flusso sanguigno. Il rinnovo periodico delle linee infusive rientra nelle misure preventive contro le infezioni legate all'assistenza e migliora significativamente l'incolumità dei pazienti in ambiente ospedaliero.

32 di 64 Domande

In quale settore del tubo digerente si riversa il secreto della ghiandola pancreatica?














La risposta corretta è la B
Il secreto della ghiandola pancreatica si riversa nel duodeno. Questo è corretto perché il pancreas svolge un ruolo vitale nel sistema digestivo, producendo enzimi necessari per la digestione delle proteine, dei grassi e dei carboidrati. Il suo secreto, che include anche bicarbonato per neutralizzare l'acidità dello stomaco, viene convogliato tramite il dotto pancreatico nel duodeno, la prima sezione dell'intestino tenue. Il duodeno non solo riceve il secreto pancreatico, ma accoglie anche la bile dalla cistifellea, facilitando ulteriormente la digestione. Infatti, quel segmento dell’ intestino tenue è essenziale per la trasformazione del chimo gastrico in una miscela semi-liquida detta chilo, preparandolo agli ulteriori processi digestivi e all'assorbimento nell'ileo e nel digiuno, parti successive dell'intestino tenue. La corretta interazione tra pancreas e duodeno è cruciale per un'efficiente digestione e per evitare disturbi alimentari o metabolic e.

33 di 64 Domande

Il polso viene rilevato in piu' sedi tra cui quelle corrispondenti ai seguenti vasi ad eccezione di uno. Quale ?














La risposta corretta è la A
Il polso viene rilevato in più sedi, ma non in corrispondenza della vena giugulare, che è la risposta corretta. Infatti, il controllo del polso è comunemente associato all'osservazione del flusso sanguigno arterioso, che può essere valutato in varie parti del corpo dove le arterie si trovano vicino alla superficie della pelle e sopra ossa solide, come nel caso dell'arteria brachiale, ulnare e carotide. La vena giugulare, tuttavia, è un vaso sanguigno che appartiene al sistema venoso e non all'apparato arterioso; quindi, la valutazione del "polso" non è applicabile a questo vaso in quanto il polso si riferisce alla palpazione del flusso pulsatile sanguigno che viene dalla contrazione cardiaca attraverso le arterie e non riguarda il flusso venoso. Le vene, come la giugulare, sono responsabili del ritorno del sangue verso il cuore ma non presentano una pulsazione palpabile simile a quella arteriosa, a causa della minore pressione e della natura del flusso venoso.

34 di 64 Domande

Con il termine atelectasia polmonare si suole indicare:














La risposta corretta è la D
L'atelectasia polmonare viene descritta come il collabimento di un'area polmonare. Questo perché , in effetti, l'atelectasia si verifica quando le piccole sacche d'aria (alveoli) presenti nei polmoni perdono aria e si contraggono, portando al collasso parziale o totale del tessuto polmonare affetto. Questo fenomeno può essere causato da vari fattori, tra cui ostruzione delle vie aeree, pressione esterna sul polmone, o mancanza di surfattante, che è una sostanza che aiuta a mantenere aperte le sacche d'aria. Quando una sezione del polmone collabisce, la capacità di scambio di ossigeno e anidride carbonica nell'area colpita è compromessa, causando difficoltà respiratorie e una riduzione dell'ossigenazione del sangue. Infatti, in questa condizione, l'ossigeno non può essere adeguatamente assorbito né l'anidride carbonica eliminata, influenzando potenzialmente l'intero sistema respiratorio e la salute generale dell'individuo.

35 di 64 Domande

Devi preparare un'infusione di Dobutamina. La formula farmaceutica che hai a disposizione e': fiale di Dobutamina da 250mg/20 ml. Il protocollo aziendale prevede che 250 mg di tale farmaco vengano diluiti fino a 50 ml con soluzione fisiologica. Quanti microgrammi (ug) sono presenti in ogni ml della soluzione finale?














La risposta corretta è la E
La soluzione finale, preparata diluendo 250 mg di Dobutamina fino a 50 ml con soluzione fisiologica, contiene 5000 µg (microgrammi) per ogni ml. Questo calcolo è corretto perché 250 mg equivalgono a 250,000 µg, e quando questa quantità viene diluita a 50 ml, il risultato è 5000 µg per ml. La Dobutamina è una catecolamina con azione inotropa positiva, usata principalmente nel trattamento dell'insufficienza cardiaca acuta e di alcuni casi di shock cardiogeno. Agendo sui recettori β1-adrenergici del cuore, aumenta la contrattilità e la frequenza cardiaca, migliorando così la gittata cardiaca. Può anche produrre vasodilatazione riducendo così la resistenza vascolare periferica. Tale meccanismo d'azione si traduce in un aumento dell'apporto di ossigeno ai tessuti e in una migliore performance cardiaca nei pazienti con insufficienza cardiaca o in stato di shock. La Dobutamina è quindi un trattamento di supporto per migliorare la funzione cardiaca e mantenere adeguata la circolazione in pazienti con grave compromissione cardiaca. La sua somministrazione richiede un'accurata diluizione e monitoraggio, data la sua potente attività cardiostimolante e le possibili reazioni avverse, come tachicardia, palpitazioni e arritmie, che necessitano di un attento controllo medico durante l'infusione.

36 di 64 Domande

Se vengono prescritti 700 mg di antibiotico disponibili in confezione anidra - flaconcino da 1g + fiala diluente da 5ml - una volta disciolta la soluzione quale delle seguenti quantita' dovra' essere somministrata?














La risposta corretta è la A
Per somministrare una dose di 700 mg di antibiotico partendo da un flaconcino anidro da 1g disciolto in 5ml di diluente, si deve somministrare una quantità di 3,500 ml. La soluzione assume una concentrazione di 200 mg/ml dato che 1g = 1000 mg, e per somministrare 700 mg è necessario calcolare 700mg / (200mg/ml) = 3,5 ml. Questo calcolo assicura che il paziente riceva la dose prescritta usando correttamente la soluzione preparata.

37 di 64 Domande

Indicare quale violazione commette un operatore sanitario che si rifiuta di prestare assistenza ad un ferito.














La risposta corretta è la D
Un operatore sanitario che si rifiuta di prestare assistenza a un ferito commette omissione di atti d'ufficio. Questo perché gli operatori sanitari hanno l'obbligo legale e morale di fornire cure in caso di necessità , e l'omissione di tale assistenza va contro i doveri professionali che sono a loro impartiti. Tale comportamento può avere ripercussioni sia sul piano legale che etico, poiché mette in pericolo la vita o l'integrità fisica della persona in need. L'assistenza e l'intervento tempestivi sono cruciali per prevenire conseguenze più gravi, e il mancato intervento può causare danni irreversibili alla salute o persino la morte del ferito. La responsabilità dell'operatore sanitario di agire in situazioni di emergenza è fondamentale per garantire il benessere del paziente e il rispetto dei principi di umanità e solidarietà che governano la professione sanitaria.

38 di 64 Domande

Il Mansionario dell'Infermiere (DPR. 225/74) viene abolito:














La risposta corretta è la D
Il Mansionario dell'Infermiere (DPR. 225/74) viene abolito secondo nessuna delle altre alternative proposte. Questa risposta è corretta perché il Mansionario dell'Infermiere, che dettava compiti e responsabilità professionali degli infermieri, non è stato esplicitamente abolito con una singola azione tra quelle proposte. La professione infermieristica ha subito significative evoluzioni legislative e formative, che hanno arricchito e diversificato i compiti del personale infermieristico. Tuttavia, non esiste un atto singolo che abbia determinato l'abolizione del Mansionario. La crescente professionalizzazione e l'autonomia acquisita dagli infermieri, l'introduzione di formazioni universitarie specifiche e l'aggiornamento costante dei codici deontologici riflettono un'evoluzione complessa e multifattoriale che va oltre la semplice abrogazione di un documento normativo. Questa progressione ha coinvolto aspetti normativi, formativi e etico-professionali, allineando l'Italia alle prassi e agli standard infermieristici internazionali.

39 di 64 Domande

Secondo la normativa inerente il Profilo Professionale, laddove si indica che l'Infermiere e' responsabile, a cosa ci si riferisce:














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di specificare l'ambito di responsabilità dell'infermiere secondo il profilo professionale, indicando correttamente che nessuna delle altre alternative proposte è corretta. Questa risposta è corretta perché la normativa relativa al Profilo Professionale degli infermieri sottolinea una vasta gamma di responsabilità che vanno ben oltre gli aspetti specifici menzionati nelle altre opzioni. La responsabilità dell'infermiere include la gestione diretta della cura del paziente, l'osservanza delle leggi relative alla professione sanitaria, la collaborazione con altri professionisti della salute per migliorare la qualità del servizio e la promozione della salute e della prevenzione delle malattie. Queste responsabilità riflettono il ruolo complesso dell'infermiere, che abbraccia competenze cliniche, etiche e legali, mirando alla cura integrale della persona. Pertanto, concentrarsi solo sui compiti come il cateterismo, la gestione degli stupefacenti o la documentazione clinica rappresenterebbe una visione riduttiva delle responsabilità infermieristiche nel loro complesso.

40 di 64 Domande

Una paziente di 70 anni; anamnesi: nulla da segnalare; e' ricoverata per laparatomia a seguito di perforazione intestinale. Lamenta aumento della difficolta' respiratoria (frequenza respiratoria 32 atti/min); riferisce molto freddo e brivido (temperatura ascellare 38.9C). Il sistema di raccolta delle urine non e' rifornito. Indicare quale sequenza di interventi prioritari e' piu' corretta:














La risposta corretta è la B
La sequenza di interventi prioritari corretta per una paziente di 70 anni ricoverata per laparatomia a seguito di perforazione intestinale e che lamenta aumento della difficoltà respiratoria con frequenza di 32 atti/min e febbre è : posizionare la paziente in modo da favorire il respiro e il comfort, misurare i parametri vitali mancanti (PA; FC; SaO2; dolore), valutare il funzionamento del catetere vescicale, iniziare la somministrazione di ossigeno via maschera, e chiamare il medico. Questa risposta è corretta perché riflette un approccio sistematico al paziente in condizioni potenzialmente critiche, consentendo di affrontare le problematiche più immediate come il disagio e la difficoltà respiratoria, oltre a identificare altri eventuali problemi (iverso parametri vitali, disfunzione del catetere vescicale) e preparare il contesto per interventi più mirati che richiedono la valutazione medica. In particolare, la posizione ottimale può aiutare a migliorare la meccanica respiratoria e il comfort del paziente, mentre la misurazione dei parametri vitali e la valutazione del catetere sono essenziali per un'accurata valutazione dello stato clinico. Inoltre, l'ossigenoterapia è un'importante misura di supporto in presenza di difficoltà respiratoria. Infine, l'intervento del medico è cruciale per valutare la necessità di ulteriori indagini o trattamenti specifici. Questo approccio consente un riconoscimento e gestione efficace delle complicanze potenzialmente gravi in un paziente post-operatorio.

41 di 64 Domande

Un uomo di 55 anni, ricoverato in ortopedia per frattura di omero, riferisce i sintomi elencati. Quali possono essere predittivi per un sospetto di IMA?














La risposta corretta è la B
L'uomo di 55 anni ricoverato in ortopedia che presenta sintomi quali fastidio, pesantezza, oppressione, bruciore o compressione al torace o alla schiena; pesantezza, intorpidimento ad un braccio o entrambi, gomiti e polsi; o fastidio alle spalle, collo, gola o mandibola, potrebbe avere un sospetto di Infarto Miocardico Acuto (IMA). La risposta corretta è , quindi, che tutte le altre alternative proposte sono predittive per un sospetto di IMA. L'Infarto Miocardico Acuto generalmente si verifica quando un'arteria coronaria viene bloccata, cronometricamente limitando l'apporto di ossigeno al muscolo cardiaco (miocardio) e causando danno o morte delle cellule miocardiche. Il cuore, essendo estremamente dipendente dall'ossigeno fornito dal sangue circolante, risente gravemente di questa restrizione. La maggior parte degli IMA è provocata dalla formazione di un trombo su una placca di aterosclerosi all'interno delle arterie coronarie, che riduce improvvisamente o blocca il flusso sanguigno nel cuore. I sintomi comuni dell'IMA includono dolore intenso o sensazione di pressione, oppressione o pieno al centro del torace, che può irradiarsi alla schiena, alla mandibola, alla gola, agli arti superiori oppure al collo. Alcune persone possono esperire sintomi meno tipici come indolenzimento, formicolio o intorpidimento delle braccia, sintomi che possono essere erroneamente attribuiti ad altre condizioni meno critiche. Il riconoscimento tempestivo di questi sintomi è cruciale per l'intervento immediato e può significativamente migliorare l'esito per il paziente, riducendo il danno al miocardio e aumentando le probabilità di sopravvivenza. La varietà dei sintomi, soprattutto quelli meno comuni, evidenzia la complessità dell'IMA e la necessità di una valutazione diagnostica accurata e tempestiva.

42 di 64 Domande

Stai svolgendo la terapia farmacologica in un reparto chirurgico. Quando sei di fronte al paziente che si chiama Sig. Rossi Antonio ti accorgi che la terapia insulinica prescritta dal medico nel suo foglio unico e' sbagliata; poiche' sai che il paziente non e' diabetico e poiche' sei a conoscenza di un caso di omonimia presente in reparto. Pertanto sospendi l'azione ed avverti il medico. Come viene classificato nei programmi di gestione del rischio clinico l'errore in questione...














La risposta corretta è la C
La situazione descritta, in cui si evita di somministrare una terapia insulinica errata a un paziente non diabetico grazie all'intervento tempestivo del personale sanitario, viene classificata nei programmi di gestione del rischio clinico come un "near miss". Questo termine è utilizzato per indicare un evento che avrebbe potuto causare danno al paziente ma che è stato evitato prima che si verificasse l'effetto nocivo. Un "near miss" in ambito sanitario si riferisce a situazioni in cui un errore viene identificato e corretto prima che possa danneggiare il paziente, fungendo da importante indicatore di potenziali problemi di sicurezza all'interno del sistema sanitario. La pronta identificazione e correzione di un errore prima che causi danno fornisce l'opportunità di migliorare i protocolli e le procedure, aumentando la sicurezza del paziente. Questo concetto sottolinea l'importanza di sistemi di segnalazione efficaci e di una cultura della sicurezza aperta e proattiva, dove gli operatori sanitari possono segnalare gli errori e i quasi errori senza timore di ripercussioni, consentendo così l'analisi e l'implementazione di strategie correttive per prevenire future ricorrenze simili. La gestione del rischio clinico, attraverso l'analisi dei "near miss", migliora quindi la qualità delle cure sanitarie riducendo la probabilità di eventi adversi.

43 di 64 Domande

Stai assistendo a casa una persona adulta diabetica in terapia insulinica. Il pranzo e' terminato da circa 1 ora ma il cibo assunto e' inferiore rispetto al solito. Ha assunto la terapia come da prescrizione e la persona manifesta una leggera sudorazione. Quali delle seguenti valutazioni ritieni possa essere corretta:














La risposta corretta è la B
La risposta corretta è che il paziente potrebbe essere in una condizione di ipoglicemia. Ciò è evidenziato dal fatto che, dopo il pranzo con un apporto calorico inferiore rispetto al solito, pur avendo assunto la propria terapia insulinica, il paziente manifesta una leggera sudorazione, sintomo comune dell'ipoglicemia. L'ipoglicemia si verifica quando il livello di glucosio nel sangue (glicemia) scende al di sotto del normale, generalmente sotto 70 mg/dL (3,9 mmol/L). I sintomi iniziali spesso includono sudorazione, tremori, fame, palpitazioni, nausea e pallore, derivanti dalla risposta autonomica dell'organismo alla bassa concentrazione di glucosio nel sangue. Se il livello di glucosio continua a scendere, possono manifestarsi sintomi più gravi, quali confusione, comportamenti anormali, visione offuscata, convulsioni e, in casi estremi, perdita di coscienza. È cruciale per gestire prontamente l'ipoglicemia per prevenire complicazioni più serie. La condizione si verifica tipicamente nei diabetici a seguito di un desequilibrio tra il cibo ingerito, l'attività fisica svolta e la terapia insulinica o altri farmaci antidiabetici. Nel caso descritto, l'assunzione di cibo inferiore al solito senza un adeguato aggiustamento della dose di insulina potrebbe facilmente condurre a tale condizione, evidenziando l'importanza di un monitoraggio attento del rapporto tra alimentazione, attività fisica e dosaggio dei farmaci nel management del diabete.

44 di 64 Domande

In un paziente adulto di 70 kg di peso il volume di urina emesso nelle 24 h e' di 365 ml siamo di fronte a:














La risposta corretta è la A
La condizione in cui un paziente adulto di 70 kg produce solamente 365 ml di urina in 24 ore è denominata Oliguria. Questo è dovuto al fatto che l'oliguria è definita dalla produzione di una quantità di urina notevolmente inferiore alla norma, tipicamente meno di 400 ml al giorno per un adulto. La patologia di base può variare da lievi a condizioni più severe, segnalando potenzialmente problemi renali o altre disfunzioni. In molti casi, indica una ridotta produzione di urina causata da varie ragioni, tra cui una inadeguata filtrazione renale o una diminuzione della perfusione renale, che può derivare da uno stato di disidratazione, shock, infezioni, ostruzione del tratto urinario, danni ai reni o all'apparato urinario, e l'uso di farmaci che influenzano la funzione renale. Il management dell'oliguria richiede un'attenta valutazione della causa sottostante, ed è fondamentale per prevenire l'insorgere di danni più gravi a carico dei reni o altre strutture coinvolte, percorrendo eventualmente un iter diagnostico che può prevedere esami come analisi del sangue, ecografia renale, e altre indagini mirate alla valutazione della funzionalità renale e al trattamento della causa primaria dell'oliguria.

45 di 64 Domande

Quale dei seguenti non e' annoverato tra gli errori che avvengono in ambito sanitario?














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è "A) Plausibile," indicando che "plausibile" non è annoverato tra gli errori che avvengono in ambito sanitario. Questo perché gli errori in ambito sanitario sono comunemente riferiti a problematiche concrete legate alla pratica clinica, come errori trasfusionali, di somministrazione della terapia o di riconoscimento del paziente. Tali errori possono avere conseguenze dirette sulla salute e sicurezza dei pazienti. "Plausibile" non si riferisce a una categoria specifica di errore clinico o procedurale, ma piuttosto a un giudizio di possibilità o credibilità che non si collega direttamente alle tipologie di errori specificati negli altri punti. Nel contesto della sanità , gli errori sono considerati atti, omissioni o decisioni che possono portare a un danno non intenzionale per il paziente, derivanti da procedure diagnostiche, terapeutiche o da una mancata azione nel contesto dell'assistenza sanitaria. I tipi di errori indicati nelle risposte errate (trasfusionale, di somministrazione della terapia e di riconoscimento del paziente) rappresentano dei classici esempi di incidenti che possono causare danni al paziente dovuti a pratiche non sicure o a mancate precauzioni nell'ambito delle cure sanitarie. Questi errori sono ben documentati nella letteratura medica e un focus centrale nelle politiche di miglioramento della qualità e sicurezza paziente, con l'obiettivo di ridurre al minimo le possibilità di danno.

46 di 64 Domande

Tra le seguenti SCALE quale e' indicata per la valutazione del dolore?














La risposta corretta è la B
La scala VAS (Visual Analogue Scale) è quella indicata per la valutazione del dolore. Questa risposta è corretta perché la VAS è uno strumento affidabile e ampiamente utilizzato per misurare l'intensità del dolore nei pazienti. Essa consiste in una linea orizzontale o verticale di solito lunga 10 cm, dove l'estremo sinistro indica "nessun dolore" e l'estremo destro indica "il peggior dolore immaginabile". Il motivo per cui la VAS è considerata un'opzione corretta risiede nella sua semplicità e nella sua capacità di fornire una misurazione quantitativa e soggettiva del dolore vissuto dal paziente. Questo approccio facilita la valutazione del dolore in vari contesti clinici, permettendo un adeguato monitoraggio e trattamento del dolore stesso. Nonostante la sua apparente semplicità , numerosi studi ne hanno confermato la validità e la riproducibilità , rendendola uno strumento prezioso per clinici e ricercatori. Questa scala permette ai pazienti di esprimere con precisione la loro esperienza del dolore, superando le barriere linguistiche e cognitiva che spesso ostacolano la valutazione del dolore. Grazie alla sua universalità e affidabilità , la VAS è diventata uno standard nella valutazione del dolore, risultando essenziale in molteplici situazioni cliniche per guidare le scelte terapeutiche e valutare l'efficacia degli interventi.

47 di 64 Domande

Il valore della pressione arteriosa differenziale e' rappresentato:














La risposta corretta è la E
Il valore della pressione arteriosa differenziale è rappresentato dalla differenza tra il valore sistolico e quello diastolico. Questo aspetto è fondamentale nell’ ambito della fisiologia e della medicina clinica, in quanto offre indicazioni preziose sullo stato del sistema cardiovascolare. La pressione arteriosa è una misura della forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie mentre viene pompato dal cuore. La pressione sistolica indica la forza massima durante il battito cardiaco, mentre la diastolica rappresenta la forza minima quando il cuore è a riposo tra i battiti. La pressione arteriosa differenziale, quindi, riflette la variazione di questa forza all'interno del ciclo cardiaco. Un range normale di pressione arteriosa differenziale fornisce indicazioni sul corretto funzionamento del cuore e delle arterie. Valori alterati possono essere segno di patologie cardiovascolari, come il ristretto range può indicare insufficienza aortica o cardiopatia ipertrofica, mentre una differenziale estesa può essere segno di rigidezza arteriosa o di stenosi aortica. Il valore della pressione arteriosa differenziale è quindi un indice importante sia per la diagnosi sia per il monitoraggio di condizioni cliniche. Esso aiuta a comprendere il lavoro del cuore sotto stress e il grado di elasticità delle arterie, fornendo un quadro più ampio dello stato di salute del sistema cardiovascolare di una persona.

48 di 64 Domande

L'osmolarita' delle miscele enterali dipende:














La risposta corretta è la B
L'osmolarità delle miscele enterali dipende dal numero di particelle libere in soluzione. Ciò è essenziale per mantenere l'equilibrio osmotico nel corpo. Le particelle libere, come ioni, influenzano la pressione osmotica e, conseguentemente, l'osmolarità delle soluzioni. Importante per comprendere questo processo è la loro capacità di muoversi liberamente e di attrarre l'acqua attraverso le membrane semipermeabili, consentendo così un equilibrio idrico tra varie parti del corpo. Trovare il giusto equilibrio osmotico è cruciale, specialmente in terapie nutrizionali come quelle enteriche, dove l'osmolarità delle miscele influisce sulla digestibilità e sull'assorbimento. Comprendere il ruolo delle particelle libere aiuta a formulare miscele enterali ottimali per le specifiche esigenze del paziente, minimizzando il rischio di disagio gastrointestinale o di altre complicazioni.

49 di 64 Domande

La disinfezione:














La risposta corretta è la A
La disinfezione distrugge tutti i microrganismi patogeni; escluse le spore. Questa azione si focalizza nell'eliminazione di organismi dannosi su superfici e non è efficace contro le forme di resistenza come le spore. La correttezza di questa risposta si evidenzia comprendendo la natura e le strategie di eliminazione dei microrganismi. Infatti, i metodi di disinfezione sono pensati per ridurre significativamente il numero di patogeni per diminuire il rischio di infezioni, ma non garantiscono la rimozione completa di tutte le forme di vita microbica, soprattutto delle spore, che sono tra le forme più resistenti ad agenti fisici e chimici. Le spore sono una forma di resistenza di alcuni batteri e fungono da meccanismo di sopravvivenza in condizioni ambientali avverse, rendendole resistenti ai comuni disinfettanti. Per eliminare completamente ogni forma di vita microbica, inclusa questa forma resistente, sarebbe necessario un procedimento più radicale, noto come sterilizzazione. La disinfezione, quindi, pur essendo un processo vitalmente importante nelle pratiche di controllo delle infezioni, non raggiunge il livello di efficacia necessario per annientare le spore batteriche, indicando così il limite principale di questo procedimento nel contesto della prevenzione delle infezioni nelle strutture sanitarie e in altri ambiti.

50 di 64 Domande

Quale fra le seguenti soluzioni e' indicata nella detersione di una ferita?














La risposta corretta è la C
Nella detersione di una ferita è indicata la soluzione di Sodio Cloruro 0,9%. Questa risposta è corretta perché , nella cura delle ferite, la pulizia gioca un ruolo essenziale per rimuovere detriti e ridurre il rischio di infezione, favorendo la guarigione. La soluzione salina al 0,9%, corrispondente a una soluzione di sodio cloruro, è isotonica e quindi compatibile con i tessuti del corpo, non alterando l'equilibrio osmotico delle cellule durante il processo di detersione. Questa caratteristica rende la soluzione di sodio cloruro 0,9% particolarmente adatta per la pulizia delle ferite, poiché non causa dolore né danneggia i tessuti, facilitando una guarigione ottimale senza compromissione della vitalità cellulare. L'utilizzo di soluzioni isotoniche come quella salina per la detersione delle ferite aiuta a mantenere un ambiente umido ottimale, che è riconosciuto per sostenere i processi fisiologici della riparazione dei tessuti e ridurre la probabilità di infezione. Questa pratica è supportata dai principi generali di cura delle ferite, che includono la rimozione delicata di detriti e agenti contaminanti per promuovere le condizioni migliori per la guarigione.

51 di 64 Domande

La caduta della febbre per lisi avviene ...














La risposta corretta è la B
La caduta della febbre per lisi avviene gradualmente. Questo tipo di defervescenza si caratterizza per un decremento progressivo della temperatura corporea, contrariamente alla caduta per crisi, che sarebbe rapida e improvvisa. Questo fenomeno si osserva in diverse condizioni infettive e infiammatorie, dove il processo di guarigione è graduale e non improvviso. La patologia in questione riguarda un arco di malattie febbrili nelle quali il rientro alla normalità della temperatura segue un percorso lento e costante, sintomo di un sistema immunitario che sta contrastando l'infezione o l'infiammazione in modo progressivo, fino al completo ripristino dello stato di salute. Questo decorso riflette spesso la naturale risoluzione dell'infezione o la risposta all'intervento terapeutico che mira alla soppressione della causa infiammatoria o infettiva sottostante, permettendo un recupero senza stress per l'organismo.

52 di 64 Domande

In caso di errori derivanti da una attivita' delegata:














La risposta corretta è la B
In caso di errori derivanti da un'attività delegata, risponde il delegante se ha commesso errori nel processo di delega e il delegato qualora abbia commesso errori di esecuzione. Questo perché nella gestione delle responsabilità , è importante identificare chi ha avuto un ruolo diretto nell'errore: il delegante è responsabile per non aver selezionato adeguatamente il delegato o per non aver fornito istruzioni chiare, mentre il delegato è responsabile per la mancata corretta esecuzione dell'incarico ricevuto.

53 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


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La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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