Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 62 Domande

Indica la definizione corretta di trasmissione per ''droplets''














La risposta corretta è la D
La trasmissione per ''droplets'' è definita come una trasmissione semidiretta attraverso goccioline prodotte durante la tosse, gli starnuti e il parlare. Questo tipo di trasmissione avviene quando le piccole goccioline emesse da una persona infetta arrivano nelle vie respiratorie di un'altra persona, tramite un meccanismo che non richiede un contatto diretto. Le goccioline, di dimensione superiore a 5 micrometri, possono trasportare agenti patogeni e causare infezioni. Differiscono dalla trasmissione aerea, poiché queste goccioline sono troppo pesanti per rimanere sospese nell'aria e viaggiare a lunghe distanze, pertanto, la trasmissione avviene di solito a breve raggio, entro pochi metri dal soggetto infetto. Infezioni respiratorie come influenza, raffreddore comune, pertosse e COVID-19 si diffondono in questo modo. La natura delle goccioline richiede una vicinanza fisica tra la persona infetta e la persona suscettibile affinché la trasmissione avvenga. Questo sottolinea l'importanza delle misure preventive quali indossare mascherine in presenza di malattie trasmissibili e mantenere la distanza sociale per ridurre il rischio di trasmissione di malattie respiratorie.

4 di 62 Domande

La Perspiratio insensibilis e' ...














La risposta corretta è la D
La Perspiratio insensibilis è una perdita continua e non percepita di acqua dalla cute, che non può essere calcolata con precisione. Questo fenomeno avviene costantemente come parte del normale scambio termico tra il corpo e l'ambiente. Poiché non è percepibile né misurabile direttamente come la sudorazione, resulta essere un processo fisiologico essenziale ma spesso sottovalutato. Questa perdita d'acqua si verifica indipendentemente dall'azione di ghiandole sudoripare eccrine, coinvolte invece nella regolazione termica attiva tramite sudorazione, ed è affine alla traspirazione passiva cui sono soggette anche altre superfici del corpo come le vie respiratorie. Il concetto di perspiratio insensibilis risalta l'importanza di un equilibrio idrico costante, essendo parte integrale della quota di acqua che il corpo umano perde quotidianamente. Questa forma di traspirazione gioca un ruolo cruciale nel bilancio idrico, contribuendo significativamente alla perdita d'acqua insieme alla respirazione, l'urina, e le feci. A causa della sua natura invisibile e incessante, quantificarne la perdita precisa è complesso, variando in base a fattori ambientali e fisiologici. Tale persistenza e variabilità sotto diversi influssi evidenzia la complessità e la precisione dei meccanismi omeostatici che regolano le dinamiche di idratazione e termoregolazione del nostro corpo. È quindi chiaro quando si considera il metabolismo idrico e i suoi adattamenti necessari per mantenere l'integrità e la funzionalità delle cellule e dei tessuti, la perspiratio insensibilis rappresenta un meccanismo fondamentale, spesso poco evidente ma di vitale importanza.

5 di 62 Domande

Individua fra i seguenti uno degli standard ''sette G'' di somministrazione sicura della terapia.














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è "Giusta registrazione o documentazione". Questo principio fa parte degli standard denominati "sette G" di somministrazione sicura dei farmaci, il cui obiettivo è ridurre gli errori in terapia e aumentare la sicurezza del paziente. La giusta registrazione o documentazione è essenziale poiché garantisce una tracciabilità accurata dell'intero processo di somministrazione del farmaco. Una corretta documentazione include l'anotazione precisa di ogni medicinale somministrato al paziente, con particolare attenzione alla dose, alla via di somministrazione, al momento dell'assunzione e alla risposta del paziente al trattamento. Questo standard è cruciale perché un'accurata registrazione permette la verifica e la valutazione degli interventi farmacologici, facilita la comunicazione tra i professionisti sanitari e contribuisce a prevenire possibili errori di somministrazione. La mancanza di una corretta documentazione può portare a duplicazioni terapeutiche, interazioni farmacologiche non identificate, errori di dosaggio o somministrazioni omesse, mettendo a rischio la sicurezza del paziente. Infatti, una gestione scrupolosa della documentazione è vista come pilastro della sicurezza in farmacoterapia, mirando a un trattamento efficace e privo di errori.

6 di 62 Domande

Nella persona con ileostomia gli alimenti ricchi di fibre e cellulosa; possono ...














La risposta corretta è la A
Nella persona con ileostomia, gli alimenti ricchi di fibre e cellulosa possono aumentare di volume causando stipsi ed occlusione. Questo accade perché , una volta ingeriti, questi alimenti possono espandersi e solidificarsi nel tratto intestinale, particolarmente in presenza di una ileostomia dove il normale percorso di digestione ed assorbimento è stato alterato. Le persone con ileostomia hanno la parte terminale dell'intestino tenue (ileo) collegata direttamente a un'apertura chirurgica sulla parete addominale, facendo deviare i rifiuti del corpo in un sacchetto esterno. In questa situazione, la gestione dei residui alimentari tramite l'intestino è compromessa rispetto a quella di un intestino completamente integro. La complicanza principale relativa al consumo di fibre in pazienti ileostomizzati risiede nella formazione di un impasto fibroso che può causare ostruzione dell'ileostomia. Inoltre, l'intestino sottostante l'ileostomia può avere difficoltà nell'elaborare cibo non completamente digeribile, come le fibre che non sono state scisse dai processi digestivi superiori. Questo può portare ad un aumento del volume delle feci, rischi di stipsi, e in alcuni casi, occlusione intestinale. Quest'ultima condizione può richiedere un intervento medico per la rimozione del blocco, enfatizzando l'importanza della consapevolezza dietetica per chi vive con un'ileostomia.

7 di 62 Domande

Qual e' il tempo minimo necessario per un prodotto a base alcolica per eliminare la maggior parte dei germi dalle mani














La risposta corretta è la E
Il tempo minimo necessario affinché un prodotto a base alcolica elimini la maggior parte dei germi dalle mani è di 30 secondi. Quest'affermazione si fonda sulle proprietà degli alcolici come agenti disinfettanti. Gli alcolici, in particolare l'etanolo e l'isopropanolo, sono ampiamente utilizzati nella disinfezione delle mani a causa della loro efficacia nel ridurre rapidamente i microrganismi presenti sulla pelle. Funzionano distruggendo le proteine dei microorganismi e dissolvendo i lipidi nelle membrane cellulari. Tuttavia, affinché l'alcol sia efficace, deve essere lasciato in contatto con la pelle per un tempo adeguato. Meno di 30 secondi potrebbe non essere sufficiente per garantire un'azione disinfettante completa su un ampio spettro di microrganismi, compresi virus e batteri. La raccomandazione di 30 secondi si basa sulla necessità di assicurare un'azione completa e su studi che hanno dimostrato una significativa riduzione della flora microbica con questo tempo di esposizione. L'applicazione corretta e la durata dell'esposizione sono essenziali per massimizzare l'efficacia degli alcolici come disinfettanti.

8 di 62 Domande

Il posizionamento del catetere di Swan-Ganz permette di:














La risposta corretta è la A
Il posizionamento del catetere di Swan-Ganz permette di rilevare la pressione dell'arteria polmonare. Questo strumento viene utilizzato per ottenere dettagliate informazioni emodinamiche dirette che sono cruciali nella gestione di pazienti con complesse patologie cardiache e critiche. Monitorando la pressione dell'arteria polmonare, i medici possono valutare il funzionamento del cuore sinistro, l'efficacia del suo riempimento e l'eventuale presenza di congestione polmonare o insufficienza cardiaca. La misurazione della pressione dell'arteria polmonare fornisce, quindi, dati essenziali per il trattamento intensivo di tali disturbi, facilitando un approccio mirato e la regolazione della terapia in base alle specifiche esigenze del paziente. Pertanto, l'uso del catetere di Swan-Ganz rappresenta un metodo avanzato per diagnosticare condizioni emodinamiche precise e per guidare la trattazione in fa casi di insufficienza cardiaca avanzata e altre condizioni critiche che incidono sulla funzionalità cardiopolmonare.

9 di 62 Domande

I cromosomi presenti in una cellula somatica umana sono:














La risposta corretta è la B
I cromosomi presenti in una cellula somatica umana sono 46. Questo dato corrisponde alla dotazione cromosomica normale per le cellule del corpo umano, ad eccezione delle cellule germinali (spermatozoi e ovuli) che sono aploidi e contengono 23 cromosomi. Le cellule somatiche sono diploidi, il che significa che hanno due set di cromosomi, uno ereditato dalla madre e uno dal padre, per un tot. di 46. Questo modello di eredità è essenziale per l'ereditarietà e la riproduzione. Un numero diverso da 46 potrebbe indicare una condizione anormale, come la trisomia 21, che porta alla sindrome di Down, dove il soggetto ha un cromosoma 21 supplementare. Infatti, la corretta costituzione cromosomica è fondamentale per lo sviluppo sano e la funzione corretta dell'organismo. Le anomalie cromosomiche possono causare condizioni mediche serie, a seconda dei geni coinvolti. La ricerca continua a esplorare i modi per affrontare le questioni di salute legate alle anomalie cromosomiche, enfatizzando l'importanza della genetica nella medicina moderna.

10 di 62 Domande

In base alle attuali linee guida quali sono le indicazioni raccomandate per il trattamento di una LdP al II stadio:














La risposta corretta è la E
Per il trattamento di una Lesione da Pressione (LdP) al II stadio, si raccomandano idrocolloidi a spessore sottile, schiuma di poliuretano, o medicazioni non aderenti e garze impregnate. Questo approccio è indicato perché mira alla gestione ottimale dell'umidità , proteggendo la lesione da ulteriori danni e favorire la guarigione. Le LdP al II stadio si caratterizzano per la perdita parziale dello spessore della pelle, interessando l'epidermide, il derma o entrambi. La gestione prevede la protezione della ferita, controllo dell'infezione e promozione di un ambiente umido che faciliti la rigenerazione dei tessuti. Le medicazioni idrocolloidi sostengono un ambiente umido e accelerano la guarigione, mentre le schiume di poliuretano assorbono l'umidità in eccesso mantenendo ottimale quella della ferita. Le garze impregnate, invece, forniscono una barriera protettiva contro l'infezione mantenedo la ferita pulita. Questi metodi combinano protezione, controllo dell'umidità e sostegno alla guarigione, aderendo alle più recenti linee guida per la cura delle LdP al II stadio.

11 di 62 Domande

Tra le seguenti affermazioni sul'lAusiliario Socio Sanitario Specializzato una NON E' VALIDA; quale?














La risposta corretta è la B
Tra le affermazioni presentate sull'Ausiliario Socio Sanitario Specializzato, quella non valida è che in assenza del Coordinatore (Caposala) agisce sotto la diretta responsabilità dell'OSS. Questo perché l'Ausiliario Socio Sanitario Specializzato, pur collaborando strettamente con l'OSS, non ricade direttamente sotto la sua responsabilità in assenza del Coordinatore, ma piuttosto segue le direttrici e le deleghe organizzative impostate dall'istituzione sanitaria per cui lavora. La gerarchia e le responsabilità variano in base alla struttura e alle normative interne.

12 di 62 Domande

Il fenomeno dell'osmosi consiste nel passaggio di:














La risposta corretta è la C
Il fenomeno dell'osmosi consiste nel passaggio di solvente attraverso una membrana semipermeabile che separa una soluzione ipotonica da una ipertonica. Questo processo è fondamentale in molteplici contesti biologici, tra cui la regolazione dell'equilibrio idrosalino negli organismi viventi. Durante l'osmosi, l'acqua (il solvente più comune) si muove dalla zona di minore concentrazione solutiva (ipotonica) verso quella di maggiore concentrazione (ipertonica) per raggiungere un equilibrio. L'osmosi può portare a variazioni di volume delle cellule: in ambiente ipotonico, una cellula può gonfiarsi fino a scoppiare, mentre in uno ipertonico può restringersi. Infatti, i meccanismi osmotici sono essenziali per il mantenimento dell'omeostasi cellulare, influenzando processi come l'assorbimento di nutrienti, l'eliminazione dei rifiuti metabolici, e la regolazione del volume cellulare. La corretta comprensione dell'osmosi è cruciale non solo in biologia, ma anche in disciplini mediche, dove l'equilibrio osmotico può avere implicazioni dirette sulla salute, evidenziando l'importanza della dinamica del trasporto attraverso le membrane per il corretto funzionamento degli organismi.

13 di 62 Domande

Quale delle seguenti unita' non si riferisce ad un valore di pressione:














La risposta corretta è la E
Il Joule non si riferisce ad un valore di pressione, ma è l'unità di misura dell'energia nel Sistema Internazionale. La conferma che il Joule rappresenta l'energia, e non la pressione, lo rende distintamente differente dalle altre opzioni quali bar, Pascal e mmhg che sono unità di misura specifiche per la pressione. La pressione è definita come la forza esercitata per unità di area, e le unità come Pascal (Pa), bar e millimetri di mercurio (mmHg) sono utilizzate per quantificarla in vari contesti. Ad esempio, il Pascal è definito come un Newton per metro quadro, e viene comunemente utilizzato in fisica e ingegneria per misurare piccole variazioni di pressione. Il bar è un'altra unità di pressione, leggermente meno comune ma ancora molto utilizzata, soprattutto in ambiti come la meteorologia e l'ingegneria. Infine, mmHg è un'unità di misura tradizionalmente usata in medicina per la pressione sanguigna. Essendo il Joule una misura di energia, e non di pressione, rappresenta l'energia necessaria per spostare un punto di applicazione di un Newton per un metro, diversamente dalle altre unità menzionate che descrivono proprio la forza per unità di superficie.

14 di 62 Domande

Per verificare che un sondino naso gastrico sia correttamente posizionato; si esegue il Woosh-test che consiste nella:














La risposta corretta è la A
Per verificarne il corretto posizionamento, nel sondino naso gastrico si introduce forzatamente circa 50 cc di aria, successivamente si procede all'auscultazione in sede epigastrica. Questa procedura è corretta perché permette di accertarsi che la punta del sondino si trovi effettivamente all'interno dello stomaco. Introducendo aria nel sondino e auscultando in epigastrio, si dovrebbe sentire un suono caratteristico (il "woosh" test appunto) se il sondino è posizionato correttamente. La presenza di questo suono conferma che l'aria ha raggiunto lo stomaco attraverso il sondino. La procedura si basa sull'anatomia e fisiologia del tratto gastrointestinale, specificamente sull'ubicazione dello stomaco immediatamente sotto il diaframma nella regione epigastrica. Un'esecuzione corretta ed efficace di questa pratica è essenziale per prevenire i rischi associati alla malposizione del sondino nasogastrico, quali aspirazione polmonare o erogazione di alimentazione nel tratto respiratorio anziché in quello digestivo. La verifica attraverso il suono assicura un metodo non invasivo e immediato per identificare la corretta posizione del sondino senza ricorrere a radiografie, riducendo così l'esposizione a radiazioni e altri interventi più invasive. Questa procedura pratica ed efficace si affida alla capacità dell'operatore di identificare accuratamente il suono specifico indicativo di una corretta posizione del sondino, sottolineando l'importanza della formazione e dell'esperienza nell'utilizzo di sondini nasogastrici.

15 di 62 Domande

Secondo la Carta dei servizi pubblici sanitari, il paziente ha il dovere di:














La risposta corretta è la A
Secondo la Carta dei servizi pubblici sanitari, il paziente ha il dovere di informare tempestivamente i sanitari sulla propria intenzione di rinunciare a cure e prestazioni programmate. Questa direttiva mira a garantire una gestione efficace delle risorse sanitarie, consentendo di ridistribuire tempestivamente le risorse a disposizione ad altri pazienti che necessitano di cure. L'efficienza e l'efficacia del sistema sanitario dipendono anche dalla collaborazione dei pazienti, che sono chiamati a partecipare attivamente nel rispetto delle regole e delle procedure stabilite dalle istituzioni sanitarie. Questo permette di ottimizzare l'allocation delle risorse, evitando sprechi e lunghe liste di attesa, rendendo il sistema più equo e sostenibile. Inoltre, una comunicazione aperta e responsabile fra pazienti e professionisti della salute contribuisce al miglioramento della qualità dei servizi offerti, facilitando un dialogo costruttivo e una maggiore personalizzazione delle cure.

16 di 62 Domande

Nell'ambito sanitario italiano, l'accreditamento delle strutture e dei servizi sanitari:














La risposta corretta è la A
Nell'ambito sanitario italiano, l'accreditamento delle strutture e dei servizi sanitari è un'attività obbligatoria per tutti i soggetti erogatori. Questa affermazione è corretta perché l'accreditamento garantisce il rispetto degli standard minimi di qualità e sicurezza nella prestazione dei servizi sanitari. La patologia non è direttamente legata a questa risposta, dal momento che essa riguarda un processo amministrativo e normativo nel sistema sanitario italiano, piuttosto che un particolare stato di salute o malattia. L'accreditamento è parte di un sistema di controllo qualità che mira a migliorare l'efficacia, l'efficienza e la sicurezza delle cure fornite ai pazienti. Le strutture che non rispettano gli standard richiesti non possono essere accreditate e, di conseguenza, potrebbero essere escluse dal sistema sanitario nazionale. Questo sistema garantisce che solo operatori qualificati e strutture adeguatamente attrezzate siano autorizzati a erogare servizi sanitari, assicurando così un alto livello di assistenza per i pazienti.

17 di 62 Domande

Il direttore sanitario e il direttore amministrativo di un'Azienda ospedaliera sono nominati:














La risposta corretta è la A
Il direttore sanitario e il direttore amministrativo di un'Azienda ospedaliera sono nominati dal direttore generale. Questo avviene perché il direttore generale, essendo la figura apicale dell'organizzazione ospedaliera, ha la responsabilità di assicurare un'amministrazione efficiente e un'offerta sanitaria di qualità , dunque la sua prerogativa comprende la nomina di figure chiave come il direttore sanitario e quello amministrativo per la gestione ottimale dell'ente. Queste nomine sono cruciali per la direzione strategica e operativa dell'ospedale.

18 di 62 Domande

La legge 26 febbraio 1999, n. 42 ("Disposizioni in materia di professioni sanitarie"), ha abrogato:














La risposta corretta è la A
La legge 26 febbraio 1999, n. 42 ha parzialmente abrogato il D.P.R. 14 marzo 1974, n. 225 (mansionario), mantenendo in vigore le mansioni previste per l'infermiere generico. Questa legge ha rappresentato un importante momento di riforma per le professioni sanitarie, mirando a adeguarne il quadro normativo e professionale alle evolute esigenze di assistenza sanitaria e al progresso scientifico e tecnologico. La decisione di mantenere in vigore determinate mansioni per l'infermiere generico rispecchia l'intento di preservare il nucleo essenziale delle competenze infermieristiche, situando la figura dell'infermiere in un ruolo centrale nel contesto dell'assistenza sanitaria diretta al paziente. Infatti, tenendo conto della complessità crescente delle cure e della necessità di un approccio multidisciplinare alla salute, le funzioni dell'infermiere generico si rivelano cruciali per garantire continuità e qualità dell'assistenza sanitaria, così come per rispondere con efficacia e sicurezza alle necessità dei pazienti in un quadro di cure sempre più specializzato e personalizzato. Questa scelta normativa riconosce quindi l'importanza della professione infermieristica e ne sostiene l'evoluzione, in linea con le direttive comunitarie e gli standard internazionali.

19 di 62 Domande

Alle qualifiche comunemente indicate come "figure di supporto all'assistenza infermieristica" sono riconducibili:














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda "Alle qualifiche comunemente indicate come 'figure di supporto all'assistenza infermieristica' sono riconducibili quali professionisti?" è : sia l'ausiliario sociosanitario specializzato, sia l'operatore tecnico addetto all'assistenza, sia l'operatore sociosanitario. Questo perché tutte e tre le figure menzionate giocano un ruolo fondamentale nell'ambito dell'assistenza al paziente, affiancando il personale infermieristico e altre figure sanitarie nel fornire cure di base e supportare il benessere dei pazienti. L'ausiliario sociosanitario specializzato si occupa dell'assistenza di base e del supporto nella vita quotidiana dei pazienti, l'operatore tecnico addetto all'assistenza svolge compiti più specifici legati all'uso di apparecchiature sanitarie, e l'operatore sociosanitario si impegna sia in attività assistenziali che in attività socio-educative, a seconda delle necessità del paziente. Tutte queste figure contribuiscono a creare un ambiente di cura ottimale, supportando sia fisicamente che emotivamente il paziente, in sintonia con le direttive dei professionisti sanitari.

20 di 62 Domande

Quale norma, fra quelle sotto riportate, indica tre criteri guida per l'esercizio professionale a seguito dell'abolizione del "mansionario"?














La risposta corretta è la A
La Legge 42/1999 indica tre criteri guida per l'esercizio professionale a seguito dell'abolizione del "mansionario". Questa norma è significativa per il riconoscimento delle competenze professionali in vari settori, permettendo maggiore flessibilità e responsabilità nei ruoli lavorativi. L'introduzione di criteri guida mira a favorire l'adeguamento delle competenze in base alle esigenze evolutive del mercato del lavoro e a garantire l'aggiornamento professionale continuo. La Legge 42/1999 ha quindi una notevole importanza nella modernizzazione delle professioni, promuovendo un approccio più dinamico e personalizzato alle mansioni lavorative, oltre a incentivare lo sviluppo professionale continuo e la valutazione basata sulla performance e sulle competenze effettive.

21 di 62 Domande

Secondo la NANDA, la costruzione dei concetti diagnostici infermieristici avviene attraverso un modello multiassiale. Quale delle seguenti alternative non e? un elemento di questo sistema?














La risposta corretta è la A
La NANDA costruisce i concetti diagnostici infermieristici attraverso un modello multiassiale, nel quale il "Luogo dell'evento" non è un elemento di questo sistema. La risposta corretta è quindi A) Luogo dell'evento. La NANDA International adotta un approccio sistematico per la classificazione dei diagnosi infermieristiche, mirando a uniformare e standardizzare la terminologia utilizzata nella pratica clinica e nella ricerca. Questo modello si basa sulla valutazione di diversi aspetti relativi al paziente, come l'età , il tempo e il giudizio clinico, intesi come assi che guidano l'infermiere nell'identificazione dei problemi di salute e nel pianificare gli interventi più adeguati. Pertanto, il luogo dell'evento, non essendo parte di questi criteri di valutazione, non rientra nel modello multiassiale proposto dalla NANDA. Questo orientamento concettuale mira a fornire un supporto strutturato per facilitare un approccio olistico e centrato sul paziente, consentendo agli infermieri di intervenire efficacemente su basi scientificamente valide e conseguentemente migliorare l'outcomes dei pazienti. Un sistema multiassiale permette quindi di contemplare la complessità delle condizioni di salute e dei bisogni del paziente in un modo più organizzato e focalizzato.

22 di 62 Domande

Il primary nursing, modello organizzativo dell'assistenza infermieristica, prevede:














La risposta corretta è la A
Il primary nursing è un modello organizzativo dell'assistenza infermieristica che prevede l'assegnazione di un infermiere per ciascun paziente. Questo permette un'assistenza personalizzata e continua, dove l'infermiere diventa il principale punto di riferimento per il paziente e la sua famiglia durante tutto il ciclo di cure. Il primary nursing enfatizza la continuità delle cure tramite un approccio individualizzato. Questo modello migliora la qualità dell'assistenza e rafforza il rapporto tra l'infermiere e il paziente, consentendo interventi più mirati e una maggiore soddisfazione del paziente. L'infermiere, avendo la responsabilità completa di alcuni pazienti, può pianificare e valutare l'assistenza in modo più efficace, avendo un quadro completo delle esigenze di ciascuno. Il modello promuove l’ autonomia professionale dell’ infermiere e un maggiore coinvolgimento nelle decisioni riguardanti il piano di cura del paziente. Nonostante la configurazione organizzativa richieda una forte dotazione di personale qualificato e impegni maggiori in termini di tempo per l'assegnazione dei pazienti, viene considerato una best practice nell'ambito dell'assistenza infermieristica per i suoi benefici in termini di personalizzazione e qualità dell'assistenza.

23 di 62 Domande

In un piano di assistenza elaborato per un paziente affetto dal morbo di Alzheimer, quale fra le seguenti affermazioni indica la diagnosi infermieristica?














La risposta corretta è la A
Il morbo di Alzheimer porta all'incapacità di alimentarsi. Questa patologia è un tipo di demenza che causa un declino progressivo delle capacità cognitive, influenzando gravemente il comportamento, il processo di pensiero e la capacità di svolgere compiti quotidiani autonomamente. Con il progredire della malattia, il paziente inizia a perdere la capacità di gestire autonomamente l'alimentazione a causa della diminuzione delle funzioni cognitive e motorie. Questo porta a difficoltà nell'uso di utensili come coltello e forchetta, nell'elaborazione del ricordo di dover consumare i pasti o anche nel riconoscimento del cibo stesso. L’ incapacità di alimentarsi autonomamente è un aspetto chiave nella cura di persone con Alzheimer, richiedendo un intervento mirato per assicurare che il nutrimento sia adeguato e per mantenere la salute fisica il più possibile. Con la progressione della malattia, si rende necessario un supporto sempre più marcato nelle attività quotidiane, inclusa l'alimentazione, per affrontare i problemi causati dalla perdita di autonomia e dalle difficoltà cognitive.

24 di 62 Domande

Nella sperimentazione clinica, il "gruppo di controllo" e?:














La risposta corretta è la A
Il "gruppo di controllo" nella sperimentazione clinica è il gruppo che non riceve il trattamento oggetto di sperimentazione. Questo è fondamentale per comparare efficaciamente l'efficacia e la sicurezza del trattamento sperimentale rispetto a nessun trattamento o a un trattamento standard, permettendo di isolare gli effetti del nuovo trattamento. La sperimentazione clinica è un processo cruciale nel determinare l'efficacia e la sicurezza dei nuovi trattamenti medici. In questo contesto, il gruppo di controllo svolge un ruolo chiave. Infatti, un trattamento deve dimostrare la sua efficacia non solo in assoluto ma anche confrontandosi con l'assenza di trattamento o con i trattamenti esistenti. L'utilizzo di un gruppo di controllo che non riceve il trattamento sperimentale permette ai ricercatori di osservare le differenze tra i pazienti trattati e non, eliminando variabili confondenti e bias, e garantendo che eventuali cambiamenti nel gruppo trattato possano essere attribuiti direttamente all'effetto del trattamento in esame. Questo metodo fornisce una base solida per valutare se un trattamento è effettivamente più efficace del placebo o della cura standard, consentendo così avanzamenti guidati dalla ricerca nell'assistenza al paziente.

25 di 62 Domande

Quanti "assi" strutturano la tassonomia II della NANDA?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede il numero di "assi" che strutturano la tassonomia II della NANDA, la risposta corretta è A) sette. La Tassonomia II della NANDA è un sistema di classificazione utilizzato in infermieristica per categorizzare problemi specifici dei pazienti in base a criteri e diagnosi infermieristiche. È costituita da sette assi che facilitano l'individuazione e la selezione delle diagnosi infermieristiche più appropriate per un paziente, garantendo un approccio olistico e sistematico all'assistenza. Questi assi comprendono componenti come l'individuo o la popolazione, il giudizio di salute, la durata, l'etiolegia, e altri criteri specifici che aiutano gli infermieri a formulare diagnosi precise e mirate. La strutturazione in sette assi supporta gli operatori sanitari nella creazione di piani di cura personalizzati e nel tracking dei progressi dei pazienti, offrendo una guida chiara e dettagliata sull'identificazione e la gestione dei bisogni infermieristici. Questo sistema incentrato sulla codifica e categorizzazione avanzata del paziente promuove una pratica infermieristica basata su prove di efficacia e orientata agli esiti, migliorando la comunicazione tra i professionisti e la qualità dell'assistenza prestata.

26 di 62 Domande

Nella diagnosi infermieristica "rischio di aspirazione in paziente con depressione del riflesso della tosse":














La risposta corretta è la A
Il titolo della diagnosi infermieristica in questione è "rischio di aspirazione" in pazienti con depressione del riflesso della tosse. Questo è corretto perché descrive il potenziale problema di salute che si vuole prevenire o monitorare, ovvero l'aspirazione, che può portare a danni polmonari, come l'aspirazione polmonare, che può essere particolarmente rischiosa in pazienti con compromissione del riflesso di tosse. L'aspirazione polmonare si verifica quando materiali estranei, come il cibo o i liquidi, sono inalati nelle vie respiratorie. Nei pazienti con un riflesso di tosse depresso, il meccanismo di difesa primario per prevenire l'entrata di questi materiali nelle vie respiratorie è compromesso. Questo può condurre a una serie di patologie gravi, come la polmonite da aspirazione, un tipo di polmonite che si sviluppa a seguito dell'inalazione di materiali con effetto irritante o infettivo, causando un'infiammazione acuta dei polmoni. I pazienti con depressione del riflesso della tosse non sono capaci di espellere efficacemente questi materiali, rendendoli particolarmente suscettibili all'aspirazione e alle sue complicazioni. È essenziale quindi identificare e monitorare questo rischio, intraprendendo le necessarie strategie preventive, che possono includere interventi di posizionamento, terapie per migliorare il riflesso della tosse e l'utilizzo di strumenti per mantenere le vie aeree pulite.

27 di 62 Domande

In riferimento al piano assistenziale, la formulazione degli obiettivi deve prevedere:














La risposta corretta è la A
Nella formulazione del piano assistenziale, gli obiettivi devono prevedere il soggetto come il paziente. Questo è essenziale perché il centro del piano assistenziale è il paziente stesso e l'obiettivo è migliorare la sua salute e il suo benessere. Questo approccio è confermato quando si analizza la gestione delle cure sul paziente, dove ogni intervento è disegnato avendo come focus la persona assistita. La centralità del paziente nel processo di cura si basa sulla convinzione che ogni intervento debba essere personalizzato e rispondere ai bisogni specifici dell'individuo. La personalizzazione del trattamento e degli obiettivi di cura permette di ottenere risultati migliori in termini di efficacia degli interventi e di soddisfazione del paziente, riflettendo l'importanza di considerare il paziente non solo come ricevente passivo delle cure ma come attore attivo nel proprio percorso di guarigione. Questo modo di procedere si allinea con le linee guida moderne del trattamento assistenziale, sottolineando la rilevanza di formulare gli obiettivi di cura con il paziente al centro dello stesso processo assistenziale, in modo che ogni azione sia intrapresa verso il miglioramento del suo stato di salute e benessiere generale.

28 di 62 Domande

Nella formulazione dell'obiettivo i criteri:














La risposta corretta è la A
Nella formulazione dell'obiettivo, i criteri descrivono ciò che ci si aspetta dal paziente. La risposta corretta è fondamentale perché stabilisce le aspettative specifiche e misurabili che orientano l'intervento sanitario verso risultati concreti e valutabili nel tempo, adattati alla condizione e alle esigenze del paziente. Questi criteri funzionano da linee guida per monitorare i progressi del paziente e valutare l'efficacia del piano di cura. Rappresentano punti di riferimento chiari per determinare se gli obiettivi di salute del paziente sono stati raggiunti, contribuendo così a una cura più mirata e personalizzata, basata sulle condizioni e necessità specifiche del singolo individuo. Il focus sui risultati attesi modello l'approccio sanitario in un processo di miglioramento continuo, favorendo un'assistenza centrata sul paziente.

29 di 62 Domande

La cianosi si manifesta quando l'emoglobina ridotta e?:














La risposta corretta è la A
La cianosi si manifesta quando l'emoglobina ridotta è pari a 5 g/dl. La cianosi è una condizione in cui la pelle o le mucose assumono una colorazione bluastro-violacea a causa della presenza di una quantità elevata di emoglobina ridotta nel sangue. Si verifica quando l'emoglobina ridotta aumenta oltre una certa soglia, ad esempio, generalmente intorno ai 5 g/dL. Questo livello di emoglobina ridotta indica una diminuzione dell'ossigeno trasportato nel sangue, il che può essere causato da vari fattori, tra cui patologie cardiache, polmonari o condizioni che influiscono sulla capacità del sangue di trasportare ossigeno efficacemente. Infatti, l'emoglobina è una proteina contenuta nei globuli rossi che ha il compito di trasportare ossigeno dai polmoni ai tessuti e di riportare al contrario anidride carbonica ai polmoni, per essere poi espirata. Affinché l'emoglobina svolga questo compito, deve essere presente in forma adeguata e in quantità sufficiente. Quando del sangue povero di ossigeno (con un'elevata concentrazione di emoglobina ridotta) raggiunge la superficie cutanea in quantità significanti, si manifesta la cianosi. Questa condizione può essere segno di disfunzioni cardiovascolari, respiratorie o problemi ematici che impediscono una corretta oxygenazione del sangue, sottolineando così l'importanza di monitorare tali parametri per una diagnosi accurata e tempestiva.

30 di 62 Domande

Qual e? la sede d'elezione per la somministrazione dei farmaci per via intramuscolare in un soggetto adulto?














La risposta corretta è la A
La sede d'elezione per la somministrazione dei farmaci per via intramuscolare in un soggetto adulto è la regione ventrogluteale. Questa è considerata la preferibile per diverse ragioni principali: minor vicinanza a nervi e grandi vasi sanguigni, ampia massa muscolare che può accogliere volumi maggiori di farmaco senza causare danni e minor rischio di lesioni. La regione ventrogluteale, situata lontano dal nervo sciatico e dai principali vasi sanguigni, rappresenta un'area sicura, evitando il rischio di iniezioni accidentali in zone potenzialmente pericolose. Inoltre, questa area offre un'ampia massa muscolare disponibile per l'assorbimento del farmaco, minimizzando il dolore e il rischio di irritazione. È ampiamente utilizzata nella pratica clinica per le sue caratteristiche di sicurezza e efficacia nello smaltimento e nell'assorbimento dei farmaci. La scelta di questa sede garantisce una migliore esperienza per il paziente e limita le possibilità di complicanze derivanti dall'iniezione.

31 di 62 Domande

Per l'esecuzione di una coltura ematica, il campione di sangue deve essere prelevato:














La risposta corretta è la A
Il campione di sangue per l'esecuzione di una coltura ematica deve essere prelevato subito prima o durante l'aumento di temperatura corporea. Questo perché tale momento corrisponde al picco di proliferazione batterica nel sangue. Infatti, durante l'episodio febbrile o in prossimità di esso, la presenza di batteri nel sangue (batteriemia) raggiunge il suo apice. L'obiettivo di prelevare il sangue in questa fase è ottimizzare le probabilità di rilevare l'agente patogeno responsabile della febbre. Le colture ematiche sono test diagnostici critici, utilizzati prevalentemente per identificare infezioni del sangue, tra cui sepsi e batteriemia. Questi esami aiutano a isolare e identificare l'agente patogeno consentendo di intercettare tempestivamente la terapia più adeguata. La corretta identificazione dell'agente patogeno è vitale, in quanto il trattamento delle infezioni del sangue richiede generalmente l'uso mirato di antibiotici o altri antimicrobici. La rilevazione tempestiva è cruciale soprattutto in quadri clinici acuti da trattare in fretta per prevenire complicanze serie. La precisione nel timing del prelievo massimizza l'efficacia diagnostica della coltura ematica, fornendo informazioni essenziali per la gestione ottimale del paziente.

32 di 62 Domande

Le dimensioni del bracciale dello sfigmomanometro devono essere commisurate:














La risposta corretta è la A
Le dimensioni del bracciale dello sfigmomanometro devono essere commisurate alla costituzione fisica del paziente indipendentemente dal sesso. Questa affermazione è corretta perché il corretto dimensionamento del bracciale è essenziale per ottenere letture accurate della pressione sanguigna. Un bracciale troppo grande o troppo piccolo può causare letture imprecise, potenzialmente portando a diagnosi errate o a trattamenti inadeguati. La scelta del bracciale adatto si basa sulla circonferenza del braccio del paziente. Infatti, un bracciale adeguatamente dimensionato dovrebbe avere una larghezza che copra circa il 40% della circonferenza del braccio del paziente e una lunghezza che circonda almeno l'80% dello stesso. Questo assicura che la pressione esercitata dal bracciale sia distribuita equamente, garantendo misurazioni della pressione sanguigna accurate e riproducibili. Pertanto, è fondamentale selezionare il bracciale in base alle dimensioni fisiche specifiche del braccio del paziente, senza fare distinzioni di sesso, età o statura, per evitare errori di misurazione che potrebbero influenzare il monitoraggio e la gestione della pressione sanguigna.

33 di 62 Domande

Nell'ambito dell'elettrocardiografia uno slivellamento"s-t" e? significativo:














La risposta corretta è la A
Uno slivellamento "s-t" nell'ambito dell'elettrocardiografia è significativo quando supera 1 mm. Questo parametro è cruciale per l'interpretazione degli ECG, poiché variazioni dello slivellamento ST possono indicare patologie cardiache acute, come l'infarto miocardico o la pericardite, tra le altre. Un'alterazione dello segmento ST può manifestarsi come un'elevazione o una depressione rispetto alla linea di base dell'ECG, e il suo rilevamento richiede alta precisione e attenzione. Un superamento di 1 mm rispetto alla linea di base può essere indicatore di cambiamenti ischemici nel miocardio, implicando quindi un danno a livello delle cellule cardiache causato da un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cuore. È importante notare che le implicazioni clinicali dipenderanno dalla contestualizzazione clinica e dalla presenza o meno di sintomi correlati, come dolore toracico o dispnea. Analizzare correttamente questi parametri è fondamentale per la diagnosi e il trattamento tempestivi delle patologie cardiache.

34 di 62 Domande

Secondo gli ultimi risultati della ricerca, la diagnosi di infezione in una lesione da pressione deve essere:














La risposta corretta è la A
La diagnosi di infezione in una lesione da pressione dovrebbe essere principalmente clinica, e successivamente confermata da una coltura microbica. Questa procedura è la corretta prassi poiché l'identificazione di un'infezione in una lesione da pressione non si basa unicamente su esami microbiologici, ma inizia con un'accurata valutazione clinica. Infatti, le infezioni delle lesioni da pressione possono variare notevolmente nella loro presentazione, e l'analisi clinica permette un'immediata valutazione delle caratteristiche della lesione, come rossore, calore, gonfiore, dolenzia, oltre alla presenza di pus o altri segni di infezione. Tali indizi clinici sono cruciali per decidere il successivo percorso di trattamento. La conferma microbiologica tramite coltura svolge un ruolo chiave nella selezione dell'antibiotico più appropriato, ma è del tutto secondaria rispetto alla necessità iniziale di riconoscere ed identificare l'infezione attraverso l'esame clinico. Le colture aiutano a identificare l'agente patogeno specifico e la sua sensibilità agli antibiotici, facilitando così una terapia mirata che può essere essenziale per pazienti con infezioni complicate o dieta antibiotica pre-esistente. Questo approccio bilanciato garantisce che il trattamento sia sia tempestivo che mirato, aumentando le probabilità di un esito positivo per il paziente.

35 di 62 Domande

In riferimento alla cateterizzazione vescicale a permanenza, e? indicato scegliere cateteri:














La risposta corretta è la A
Per le cateterizzazioni a permanenza per lunghi periodi, è indicato scegliere cateteri in silicone o in siliconato. Questa scelta si basa sulla loro compatibilità biologica e durata superiore rispetto ai cateteri in lattice. I cateteri in silicone sono studiati per minimizzare i rischi di infezioni e irritazioni, elementi comuni con l'uso prolungato di cateteri. Infatti, i cateteri in silicone o siliconato sono meno probabili di causare reazioni allergiche rispetto a quelli in lattice. Inoltre, essendo più resistenti alla formazione di incrostazioni, riducono il rischio di infezioni delle vie urinarie, una delle principali complicazioni della cateterizzazione a permanenza. La loro superficie liscia facilita anche l'inserimento e la rimozione, contribuendo a minimizzare i disagi per il paziente. La scelta di materiali idonei per i cateteri è una componente critica nella prevenzione delle infezioni e nella gestione a lungo termine della salute del tratto urinario. La durabilità e la biocompatibilità dei cateteri in silicone o siliconato li rendono quindi l'opzione preferenziale per cateterizzazioni che richiedono una permanenza prolungata, assicurando confort e sicurezza ai pazienti che necessitano di tale intervento.

36 di 62 Domande

L'obesita? ginoide e? caratterizzata da:














La risposta corretta è la A
L'obesità ginoide è caratterizzata dalla concentrazione del tessuto adiposo a livello della metà inferiore dell'addome, delle zone glutee e femorali. Questo tipo di distribuzione del grasso corporeo è spesso definito come distribuzione "a pera", in contrasto con l'obesità di tipo androide (o centrale) che invece vede un maggiore accumulo di grasso nella zona addominale, detto anche distribuzione "a mela". La distinzione tra obesità ginoide e androide è fondamentale perché influisce sul rischio associato a varie patologie. La concentrazione di grasso nelle aree inferiori del corpo, tipica dell'obesità ginoide, è considerata da alcuni aspetti meno rischiosa rispetto all'accumulo di grasso nella zona centrale, che è associato a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e altre condizioni metaboliche. Ciò è dovuto al fatto che il grasso viscerale presente nell'obesità androide rilascia sostanze pro-infiammatorie e ha effetti metabolici più dannosi rispetto al grasso sottocutaneo più diffuso nell'obesità ginoide. Così , mentre l'obesità sotto qualsiasi forma è una condizione da non sottovalutare per la salute, la comprensione della tipologia e distribuzione del tessuto adiposo può fornire indicazioni importanti per l'approccio terapeutico e la valutazione del rischio.

37 di 62 Domande

Quale tra le seguenti manovre e? corretta relativamente al posizionamento del sondino nasogastrico?














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda su quale tra le manovre è corretta relativamente al posizionamento del sondino nasogastrico è "Controllo ecografico per valutarne il corretto posizionamento". Questa tecnica è corretta perché l'utilizzo dell'ecografia permette una visualizzazione diretta della posizione del sondino, evitando complicanze legate a un suo errato posizionamento, come l'intubazione tracheale o l'inserimento in altri organi adiacenti. Il sondino nasogastrico è un tubo flessibile utilizzato per fornire alimentazione, fluidi, e farmaci direttamente allo stomaco oppure per rimuovere contenuto gastrico. La corretta verifica del posizionamento è cruciale per evitarne la malposizione in sedi potenzialmente pericolose quale la trachea, rischiando quindi la pneumopatia da aspirazione, una condizione grave. Il controllo ecografico, a differenza delle altre tecniche elencate, offre un approccio non invasivo, senza l'esposizione a radiazioni, ed è immediatamente disponibile al letto del paziente, rendendo la procedura più sicura e precisa. Questa metodica si basa sul principio di visualizzazione diretta del percorso del sondino all'interno del corpo, consentendo al medico di identificare in tempo reale il corretto posizionamento nello stomaco o di rilevare una sua possibile malposizione.

38 di 62 Domande

Nell'assistenza a un paziente con ossigenoterapia non e? indicato:














La risposta corretta è la A
Nell'assistenza a un paziente con ossigenoterapia non è indicato monitorare la saturazione della bilirubina. Questo perché la bilirubina è un pigmento giallo presente nel sangue, derivato principalmente dalla degradazione dell’ eme dell'emoglobina e, in misura minore, di altre emoproteine come le mioglobine e le citocromi. La bilirubina viene trasportata nel sangue al fegato, dove viene coniugata e poi escretamente nella bile, contribuendo alla digestione dei grassi nell'intestino. Il monitoraggio della saturazione della bilirubina non è correlato direttamente all'ossigenoterapia, la quale è finalizzata principalmente a mantenere adeguati livelli di ossigeno nel sangue di pazienti con insufficienza respiratoria o altre condizioni che comportano ipossia (diminuzione della quantità di ossigeno disponibile nei tessuti). L'ossigenoterapia mira a prevenire o trattare i livelli bassi di ossigeno nel sangue, e le sue indicazioni, la modalità di somministrazione e il monitoraggio mirano a garantire la sicurezza e l'efficacia della terapia. Il monitoraggio della saturazione di ossigeno, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa e altri parametri vitali sono essenziali durante l'ossigenoterapia per rilevare prontamente eventuali problematiche e garantire che il paziente riceva l'adeguato supporto respiratorio. La bilirubina, sebbene sia un indicatore importante dello stato di salute del fegato e della funzionalità biliare, non è direttamente influenzata dall'ossigenoterapia né il suo monitoraggio fornisce informazioni rilevanti in questo contesto.

39 di 62 Domande

La contrazione spasmodica dello sfintere anale con bisogno persistente di defecare e sforzi involontari e inefficaci, e? chiamata:














La risposta corretta è la A
Il tenesmo rettale è caratterizzato dalla sensazione di bisogno continuo di defecare, accompagnato da contrazioni spasmodiche dello sfintere anale e sforzi defecatori involontari e inefficaci. Questa sintomatologia indica una irritazione o un'inflammmazione dell'ultimo tratto dell'intestino. Il tenesmo rettale può essere associato a varie condizioni come le infiammazioni del retto o del colon, incluse colite ulcerosa e morbo di Crohn, traumi o lesioni del retto e tumori. La sensazione è simile a quella di dover evacuare senza produrre un'adeguata quantità di feci, spesso accompagnata da dolore. Questo sintomo rispecchia la condizione di irritazione o infiammazione che stimola una risposta neuromuscolare anormale, dando luogo allo sforzo evacuativo persistente e spesso doloroso. Infatti, riflette la lotta dell'organismo contro un'anomalia percepiuta nell'area colica o rettale, attivando ripetutamente il meccanismo di defecazione senza risultato efficace.

40 di 62 Domande

I pazienti a rischio di alterazioni della funzione cognitiva dovrebbero essere:














La risposta corretta è la A
I pazienti a rischio di alterazioni della funzione cognitiva dovrebbero essere incoraggiati a muoversi. Ciò è dovuto al fatto che l'attività fisica può avere un impatto positivo sul mantenimento e sul miglioramento delle capacità cognitive. Infatti, secondo la ricerca nel campo della neurologia, l'esercizio fisico regolare può beneficiare la salute del cervello e ritardare o prevenire il declino cognitivo. Questo accade perché l'attività fisica può aumentare il flusso sanguigno al cervello, promuovere la salute dei vasi sanguigni e stimolare la produzione di fattori di crescita che aiutano a mantenere e a creare nuovi collegamenti neurali. Inoltre, riduce il rischio di malattie che possono compromettere le funzioni cognitive, come il diabete e le malattie cardiovascolari. Agevolare l'esercizio fisico nei pazienti a rischio non solo può migliorare la loro qualità della vita ma anche mitigare i processi degenerativi correlati all'invecchiamento e a patologie specifiche.

41 di 62 Domande

Durante un'aspirazione endotracheale con sondino Nelaton, e? corretto:














La risposta corretta è la A
Durante un'aspirazione endotracheale con sondino Nelaton è corretto aspirare durante la rimozione della sonda. Questa procedura aiuta a rimuovere le secrezioni dai polmoni e quindi a prevenire l'accumulo che può causare infezioni o ostruzioni delle vie aeree. L'aspirazione endotracheale è una pratica clinica volta alla rimozione delle secrezioni dalle vie aeree superiori e inferiori. È essenziale nel mantenimento della pervietà delle vie aeree, soprattutto nei pazienti intubati o con ridotta capacità di clearance delle secrezioni bronchiali. L’ aspirazione efficace aiuta a prevenire la polmonite associata alla ventilazione meccanica e favorisce un migliore scambio gassoso. Secondo le migliori pratiche, l'aspirazione dovrebbe essere eseguita con cautela, evitando l'aspirazione troppo frequente o aggressiva, per ridurre il rischio di danneggiare la mucosa tracheale. Inoltre, l'aspirazione non dovrebbe superare i 10-15 secondi per ridurre il rischio di ipossia e altri complicanze. È importante garantire la somministrazione di ossigeno prima, durante e dopo l'aspirazione per prevenire l'ipossiemia. La corretta esecuzione di questa procedura riveste quindi un ruolo cruciale nella gestione delle vie aeree dei pazienti, garantendo sia l'efficacia nell'eliminazione delle secrezioni sia la sicurezza del paziente, riducendo il rischio di traumi e complicanze associate.

42 di 62 Domande

Per la laparoscopia viene utilizzato:














La risposta corretta è la A
Per la laparoscopia viene utilizzato anidride carbonica. Questa tecnica chirurgica minimamente invasiva deve creare uno spazio adeguato all'interno dell'addome per permettere una buona visualizzazione e la manipolazione dei tessuti. L'anidride carbonica è ideale perché è un gas inerte, semplice da trovare, non infiammabile e viene rapidamente assorbita dall'organismo, riducendo il rischio di embolia gassosa rispetto ad altri gas. La rapidità con cui il corpo metabolizza l'anidride carbonica diminuisce significativamente i rischi legati alla sua insufflazione nell'addome, come le complicazioni cardiovascolari o respiratorie, rendendo questo metodo il più sicuro e comunemente adottato nella pratica medica per la creazione di pneumoperitoneo, ovvero l'insufflazione di gas nella cavità peritoneale.

43 di 62 Domande

In quale caso e? indicato utilizzare le medicazioni a base di idrofibre?














La risposta corretta è la A
Le medicazioni a base di idrofibre sono indicate in caso di abbondante essudato. Questo tipo di medicazione è l'ideale per le ferite altamente essudanti, poiché le idrofibre possiedono la capacità di assorbire grandi quantità di essudato, trasformandolo in gel. Questo processo aiuta a mantenere un ambiente umido ottimale che facilita la guarigione della ferita, riduce il rischio di infezioni e previene danni ai tessuti circostanti causati dall'eccesso di umidità . Le macromolecole di idrofibre quando entrano in contatto con l'essudato, si espandono e formano un gel coesivo che non aderisce alla superficie della ferita, facilitando così anche il cambio delle medicazioni senza causare ulteriori danni o dolore. Grazie alla loro alta capacità di assorbimento, le medicazioni a base di idrofibre sono particolarmente consigliate per il trattamento di ulcere da pressione, ulcere venose, piedi diabetici e altre ferite croniche che producono una grande quantità di essudato. Queste caratteristiche rendono tali medicazioni uno strumento essenziale nel kit di gestione delle ferite, offrendo al paziente una migliore qualità di vita durante il processo di guarigione.

44 di 62 Domande

In riferimento alla tecnica del prelievo capillare per l'emoglucotest e? indicato:














La risposta corretta è la A
Nella tecnica del prelievo capillare per l'emoglucotest, è indicato eliminare la prima goccia di sangue e utilizzare la seconda per l'analisi. Questa procedura è consigliata perché la prima goccia può essere contaminata da residui sulla pelle, anche dopo una pulizia, che potrebbero alterare i risultati dell'analisi. Puntualmente, la pelle viene a contatto con sostanzenaturali o residue esterne che potrebbero interferire con il test. Infatti, alla superficie della pelle possono trovarsi varie sostanze, come sudore, residui di detergenti, o creme, che sono capaci di influenzare l'accuratezza dei risultati. Sostanzenaturali sul tessuto cutaneo, come zuccheri residui da cibi o bevande, potrebbero inoltre distorcere l'apparente concentrazione di glucosio nel sangue. La rimozione della prima goccia aiuta a raccogliere un campione più puro per l'analisi, riducendo il rischio che queste interferenze esterne possano influenzare l'esatto valore di glucosio misurato. Tale pratica è mirata alla massimizzazione dell'accuratezza e dell'affidabilità del test, essenziali soprattutto per i pazienti che necessitano di monitoraggi frequenti, come quelli con diabetes mellitus. Questi principi di raccolta del campione sono emblematici nell'importanza di evitare contaminezioni o distorsioni nell'interpretazione dei dati clinici, potenziando così l'efficacia del monitoraggio e la gestione della glicemia.

45 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


46 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


47 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

product image













La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


48 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

product image













La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


49 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

product image













La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


50 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

product image













La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


51 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

product image













La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


52 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

product image













La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


53 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

product image













La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


54 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

product image













La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


55 di 62 Domande

Quale termine eliminerebbe dal gruppo? Rollio, canale, alveo, naviglio, borro.














La risposta corretta è la A
Il termine "Rollio" sarebbe eliminato dal gruppo che include canale, alveo, naviglio, borro perché gli altri termini si riferiscono a concetti legati a corsi d'acqua o canali artificiali utilizzati per il trasporto e la gestione delle acque, mentre "Rollio" si riferisce a un movimento oscillatorio di una nave. Questa distinzione si basa sulla specifica definizione dei termini e sulla loro appartenenza a contesti differenti, senza necessità di riferimenti specifici a patologie o fonti mediche, poiché il contesto della domanda non riguarda il campo medico o delle scienze della salute.

56 di 62 Domande

Con riferimento alle fasi del processo di nursing, quale tra le seguenti costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l'infermiere e? responsabile?














La risposta corretta è la A
La base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici è la diagnosi infermieristica. Questo approccio è cruciale poiché tiene conto del giudizio clinico sull'esperienza vissuta, la salute o la risposta di un individuo, di una famiglia o di una comunità ai problemi sanitari attuali o potenziali. La chiave del processo infermieristico, infatti, sta nell'identificare accuratamente queste diagnosi per pianificare poi le azioni più appropriate che rispondano in maniera specifica ai bisogni del paziente. Il principio diagnostico nel campo infermieristico si concentra sul riconoscimento e sulla categorizzazione dei bisogni di salute del paziente, permettendo all'infermiere di sviluppare un piano di cura mirato. A differenza della diagnosi medica, che determina la malattia o la condizione fisica, la diagnosi infermieristica valuta l'impatto della condizione di salute sulle capacità individuali di rispondere o adattarsi a essa. Essa include valutazioni fisiche, psicologiche, sociali ed ambientali, mirando a un approccio olistico alla cura del paziente. Attraverso questo processo, l'infermiere può individuare obiettivi realistici e misurabili, definire interventi specifici e valutare l'efficacia delle cure erogate, assicurando che ogni azione intrapresa sia direttamente collegata alle esigenze riconosciute del paziente. La diagnosi infermieristica favorisce quindi una cura personalizzata, migliorando l'outcome del paziente attraverso un piano di assistenza ben definito e intrinsecamente legato alle sue peculiarità individuali.

57 di 62 Domande

La medicazione idrocolloidale:














La risposta corretta è la A
La medicazione idrocolloidale non consente un'agevole valutazione della ferita dall'esterno, dato che è opaca. Questo tipo di medicazione è progettata per creare un ambiente umido intorno alla ferita, che facilita il processo di guarigione. È particolarmente utile per ferite croniche, ustioni di primo e secondo grado e ulcere da decubito. Gli idrocolloidi sono composti da una parte adesiva che si attacca alla pelle sana intorno alla ferita e una parte assorbente che raccoglie l'essudato. Grazie alla loro composizione, permettono all'umidità di rimanere vicino alla superficie della ferita, promuovendo l'autolisi del tessuto necrotico e accelerando la guarigione. Queste medicazioni offrono anche una barriera contro i batteri e altri contaminanti esterni, pur mantenendo un elevato grado di comfort per il paziente. Tuttavia, a causa della loro natura opaca, rendono difficile ispezionare visivamente la ferita senza rimuovere la medicazione, il che potrebbe interrompere il processo di guarigione. Questa limitazione richiede, quindi, che i professionisti sanitari facciano affidamento su altri indicatori, come le dimensioni della medicazione dopo l'assorbimento e i cambiamenti nella condizione generale del paziente, per valutare il progresso della guarigione.

58 di 62 Domande

Il parietale, l'occipitale e il frontale sono ossa:














La risposta corretta è la A
Il parietale, l'occipitale e il frontale sono ossa del cranio. Queste costituiscono partizioni essenziali per la protezione dell'encefalo e forniscono l'ancoraggio per i muscoli che permettono diverse espressioni del viso e movimenti della testa. Il cranio è composto da ossa piatte e irregolari che si fondono durante lo sviluppo dell'individuo per formare un involucro protettivo intorno al cervello. Il cranio non solo protegge il cervello dagli impatti fisici ma supporta anche la struttura del viso. Le ossa parietali formano i lati e il tetto della scatola cranica. L'osso occipitale, situato nella parte posteriore, contribuisce alla formazione della base del cranio e contiene il forame magno, attraverso il quale il midollo spinale si connette al cervello. L'osso frontale si estende dalla parte anteriore fino agli archi sopraciliari, contribuendo alla formazione delle cavità orbitarie e alla protezione degli occhi. La conformazione del cranio e la sua architettura ossea sono fondamentali non solo per la protezione da traumi ma anche per il sostegno e la funzionalità degli organi sensoriali, come occhi e orecchie, oltre alla regolazione del microclima intorno al cervello tramite i seni paranasali.

59 di 62 Domande

Tutti i modelli di Carta dei servizi sanitari devono contenere i principi fondamentali stabiliti dalla Direttiva P.C.M. 27/1/1994. Indicare quali sono i 6 principi fondamentali.














La risposta corretta è la A
I principi fondamentali che tutti i modelli di Carta dei servizi sanitari devono contenere, come stabilito dalla Direttiva P.C.M. 27/1/1994, sono: Eguaglianza, Imparzialità , Continuità , Diritto di scelta, Partecipazione, Efficienza ed efficacia. Questi principi garantiscono che tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità di accesso alle cure, che i servizi sanitari vengano erogati senza discriminazioni e incentivino la continuità delle cure stesse. Inoltre, mettono in risalto l'importanza della libertà dei cittadini di scegliere tra diversi fornitori di servizi, promuovono la partecipazione attiva degli utenti nel sistema sanitario e sottolineano la necessità di fornire servizi efficienti ed efficaci, garantendo un buon rapporto qualità /prezzo. Questi principi riflettono il desiderio di un sistema sanitario che sia allo stesso tempo equo, accessibile e di alta qualità , assicurando che le risorse vengano utilizzate nel modo più produttivo possibile per migliore la salute collettiva.

60 di 62 Domande

Secondo il Sistema di Classificazione delle Ulcere da Pressione NPUAP/EPUAP come si presenta un'ulcera di Categoria/Stadio I?














La risposta corretta è la A
Un'ulcera di Categoria/Stadio I secondo il Sistema di Classificazione delle Ulcere da Pressione NPUAP/EPUAP si presenta come cute intatta con rossore non sbiancabile di un'area localizzata, solitamente su una prominenza ossea. Nelle persone di colore la cute può non sbiancarsi in modo visibile. Questa descrizione corrisponde all'inizio della formazione di un'ulcera da pressione, che manifesta uno degli stadi iniziali evidenziando problemi di circolazione in un'area localizzata sotto stress. Queste lesioni sono causate dalla pressione prolungata o dalla compressione di tessuti morbidi tra una prominenza ossea e una superficie esterna, risultando nella ridotta perfusione sanguigna e possibile danno tissutale. A questo stadio, la cute resta integra, ma si manifesta un'area di eritema persistente che non regredisce alla pressione, indicando danni alle strutture cutanee sottostanti ancora prima della comparsa di una lesione aperta. È essenziale riconoscere e trattare queste ulcere in stadio iniziale per prevenire l'evoluzione verso stadi più gravi che comportano perdita di tessuto. La valutazione accurata del rischio e l'intervento tempestivo possono risultare determinanti nella prevenzione delle ulcere da pressione, specialmente in pazienti con mobilità ridotta o alterata sensibilità .

61 di 62 Domande

In un ospedale, il numero di pazienti ricoverati mensilmente e? salito da 300 a 360. Calcolare l'incremento percentuale di tale numero.














La risposta corretta è la A
L'incremento percentuale del numero di pazienti ricoverati mensilmente in un ospedale, passati da 300 a 360, è del 20%. Per determinare l'incremento percentuale, si sottrae il numero iniziale (300) da quello finale (360), ottenendo un aumento di 60 pazienti. Dividendo poi l'incremento (60) per il numero iniziale (300) e moltiplicando per 100, si ottiene un aumento percentuale del 20%.

62 di 62 Domande

Quale termine non puo? essere anagrammato?














La risposta corretta è la A
La parola che non può essere anagrammata è "tomba". Un anagramma è una parola o una frase formata riorganizzando le lettere di un'altra parola o frase, tipicamente utilizzando tutte le lettere originali esattamente una volta. Per esempio, "enoteca" può diventare "acetone", e "ammassi" può essere rimescolato in diverse combinazioni senza un significato preciso ma rispettando la regola degli anagrammi. La specificità della parola "tomba" risiede nella sua struttura e nelle lettere disponibili che non permettono, seguendo la regola degli anagrammi, di formare un'altra parola di senso compiuto in italiano. Questo esemplifica come non tutte le combinazioni di lettere offrono la flessibilità per creare nuove parole attraverso il processo di anagrammazione, rivelando la natura unica delle configurazioni letterarie e la loro potenziale o limitazione nell'elaborazione di nuove forme linguistiche.

Consegna il compito!


Tempo Rimasto 50 minuti!

Dottore, non aggiorni questa pagina prima del completamento della correzione.
Clicchi su "Consegna il Compito" per ottenere la correzione del compito.

consegna v3 il compito