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1 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 64 Domande

L'ascolto attivo consente di:














La risposta corretta è la E
L'ascolto attivo consente di avere un'interazione continua tra chi parla e chi ascolta. L'ascolto attivo è un elemento critico nella comunicazione efficace, consentendo non solo di comprendere meglio l'interlocutore ma anche di costruire un rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto. Muovendosi oltre la semplice ricezione passiva di informazioni, invita a un'impegno attivo, dove domande, feedback e parafrasi vengono utilizzati per dimostrare interesse e comprensione. In questo processo, l'ascoltatore è fortemente incentivato a essere sensibile non solo alle parole dette ma anche alle sottigliezze della comunicazione non verbale, contribuendo così ad approfondire la comprensione e a rafforzare le connessioni interpersonali. La capacità di ascolto attivo trovando echo in vari ambiti dallo sviluppo personale, alla psicologia, al contesto lavorativo, rivela la sua effettiva rilevanza nell'arricchire e nell'intensificare la qualità delle interazioni umane.

3 di 64 Domande

La sigla ACLS significa:














La risposta corretta è la C
La sigla ACLS significa Advanced Cardiac Life Support. Questo si riferisce a un insieme di interventi clinici per il trattamento urgente di arresto cardiaco, ictus e altre situazioni pericolose per la vita. Il protocollo ACLS prevede l'uso di tecniche di rianimazione avanzate oltre la RCP base, come gestione delle vie aeree, uso di farmaci, e riconoscimento e trattamento delle principali cause reversibili di arresto cardiaco. Questo protocollo è essenzialmente un approccio sistematico alla rianimazione cardiopolmonare di emergenza, enfatizzando l'importanza di un lavoro di squadra efficace, le decisioni basate sulla comunicazione e la competenza nella gestione delle emergenze mediche critiche. Il programma ACM prevede la formazione dei professionisti sanitari con l'obiettivo di migliorare la sopravvivenza e gli esiti nei pazienti con emergenze cardiache. Questa risposta è corretta in quanto descrive accuratamente gli obiettivi e i componenti chiave degli interventi ACLS, fondamentali nella gestione delle emergenze cardiache.

4 di 64 Domande

La definizione di emottisi e':














La risposta corretta è la A
L'emottisi è l'emissione di sangue proveniente dalle vie respiratorie. Questa condizione indica generalmente la presenza di sangue espulso durante la tosse, che origina dai polmoni o dalle vie aeree. Il sanguinamento può derivare da varie cause, incluse infezioni (come bronchite o polmonite), malattie croniche polmonari (come la bronchiectasia), tumori polmonari, o disturbi della coagulazione. La gravità dell'emottisi può variare ampiamente, da piccole quantità di sangue misto a saliva fino a gravi emorragie che necessitano interventi medici immediati. La diagnosi e il trattamento tempestivi sono cruciali per affrontare la causa sottostante e prevenire ulteriori complicazioni. La gestione dell'emottisi richiede un'approfondita valutazione clinica, spesso supportata da esami di imaging come la radiografia toracica o la TAC, e talvolta da esami più invasivi come la broncoscopia, per identificare l'esatta sede e la causa del sanguinamento. La terapia può variare dalla gestione conservativa, compresa la somministrazione di antibiotici in caso di infezione, a trattamenti più invasivi come l'embolizzazione arteriosa bronchiale o la chirurgia, in casi di grave sanguinamento o quando le altre opzioni terapeutiche non hanno avuto successo.

5 di 64 Domande

Nel Profilo Professionale dell'Infermiere l'assistenza infermieristica e' definita come:














La risposta corretta è la E
Nel Profilo Professionale dell'Infermiere, l'assistenza infermieristica è definita come preventiva, curativa, riabilitativa, palliativa. Questa classificazione abbraccia l'intero spettro dell'assistenza sanitaria, riconoscendo l'importanza non solo di trattare le malattie ma anche di prevenirle, fornire cure per mantenere o migliorare la condizione fisica e mentale e infine, offrire supporto a fine vita. Questa definizione completa dell'assistenza infermieristica rispecchia l'approccio olistico alla cura della persona. Come parte di un processo preventivo, gli infermieri lavorano all'identificazione e riduzione dei rischi sanitari, promuovendo stili di vita sani. La componente curativa si focalizza sulla diagnosi e trattamento delle condizioni acute e croniche. L'aspetto riabilitativo mira al recupero delle abilità e all'adattamento dopo gravi malattie o lesioni, mentre l'assistenza palliativa si concentra sul fornire sollievo dai sintomi, dolore e stress di una malattia grave, con l'intento di migliorare la qualità di vita del paziente e della famiglia. Insieme, queste aree formano un continuum di cure che considera il paziente nelle sue diverse fasi di salute e malattia, garantendo una cura personalizzata e centrata sul paziente. L'approccio è finalizzato non solo alla cura fisica, ma anche al supporto emotivo e psicologico, rispettando i bisogni e le preferenze individuali. Questa definizione enfatizza il ruolo cruciale che gli infermieri giocano nel sistema sanitario, offrendo un'assistenza completa che va oltre la mera risposta alle condizioni mediche.

6 di 64 Domande

Qual'e' la complicanza piu' temibile di un trauma addominale?














La risposta corretta è la C
La complicanza più temibile di un trauma addominale è l'emorragia da rottura di vasi e/o di organi. Questo tipo di emorragia può derivare da danni a organi solidi come la milza, il fegato o i reni, nonché da lesioni a grandi vasi sanguigni. Le emorragie gravi possono portare a shock emorragico, condizione in cui la perdita massiva di sangue causa una diminuzione del volume circolante, con conseguenti ipoperfusione tissutale e insufficienza multiorgano. Il trauma addominale può spaziare da lesioni chiuse, dove la pelle rimane intatta, a lesioni aperte con forature o lacerazioni. Le lesioni chiuse possono causare emorragie interne attraverso la rottura di organi o il strappo di vasi sanguigni, mentre la natura immediatamente apparente di una lesione aperta può facilitare un più rapido riconoscimento e intervento. L'identificazione tempestiva delle segni e sintomi di shock emorragico, come, la tachicardia, la pressione arteriosa bassa, e la gotta fredda e umida della pelle, è cruciale in pazienti con emorragie visibili o sospette. Il monitoraggio e il trattamento tempestivi sono fondamentali per prevenire risultati catastrofici, data l'alta mortalità associata alle emorragie non controllate in seguito a trauma addominale. Quindi, l'emorragia interna successiva a trauma addominale richiede rapida valutazione e gestione per minimizzare le conseguenze potenzialmente fatali.

7 di 64 Domande

Che cosa si intende per consenso informato?














La risposta corretta è la B
Il consenso informato è la volontà , libera e consapevole, con cui l'utente accetta di sottoporsi a procedure diagnostiche o terapeutiche. Non si riduce alla sola compilazione di moduli, ma implica una decisione presa con piena consapevolezza dei rischi e benefici.

8 di 64 Domande

Una lesione da pressione classificata al IV stadio:














La risposta corretta è la A
Una lesione da pressione classificata al IV stadio presenta necrosi dei tessuti superficiali e profondi. Questo stadio è indicativo di un danno molto grave, dove la lesione ha attraversato non solo la cute ma anche tessuti più profondi, come muscoli e, in alcuni casi, arrivando fino alle ossa. Questa condizione implica una perdita significativa di tessuto, potendo includere necrosi (morte del tessuto) o danni agli strati muscolari e di supporto. In questo scenario, le ferite sono estremamente difficili da curare, richiedendo cure mediche intensive e, a volte, interventi chirurgici per la rimozione del tessuto necrotico o per la riparazione dei danni. Il rischio di infezione è molto alto, e la guarigione può richiedere un tempo considerevole. Le lesioni da pressione dell'IV stadio sono tra le più critiche e richiedono una gestione attenta per prevenire ulteriori complicazioni e promuovere la guarigione. Questo riflette l'importanza della prevenzione e della cura tempestiva delle lesioni da pressione agli stadi iniziali.

9 di 64 Domande

Le complicanze piu' frequente dell'iperpiressia nei bambini sono:














La risposta corretta è la C
Le complicanze più frequenti dell'iperpiressia nei bambini sono le convulsioni. Ciò accade perché l'iperpiressia, ovvero un'elevazione estrema della temperatura corporea, può portare a convulsioni febbrili. Queste si manifestano nei bambini a causa dell'innalzamento rapido della temperatura corporea, non necessariamente correlato alla gravità dell'infezione o ad altri fattori patologici diretti. Tali convulsioni sono tipicamente brevi e generalizzate. Anche se possono apparire spaventose per i genitori, la maggior parte dei bambini che le sperimentano non sviluppa ulteriori problemi neurologici o convulsioni epilettiche nel futuro. La febbre alta stimola una risposta esagerata nel giovane sistema nervoso ancora in maturazione, il quale può 'sovraccaricarsi' temporaneamente, conducendo alle convulsioni. Fondamentale è quindi la gestione della febbre nel bambino, puntando al confort e alla sicurezza per evitare picchi febbrili eccessivi.

10 di 64 Domande

Che cos'e' un evento sentinella?














La risposta corretta è la E
Un evento sentinella è il verificarsi di un fatto che rivela una criticità nel sistema. Questa definizione si allinea perfettamente con l'interpretazione comune in campo medico e della sicurezza dei pazienti, dove gli eventi sentinella indicano situazioni inaspettate che portano alla luce vulnerabilità all'interno dei sistemi sanitari. Un evento sentinella può quindi segnalare errori gravi, come un errore in chirurgia o un grave effetto collaterale imprevisto di un farmaco, che richiedono un'analisi profonda per prevenire future ricorrenze simili. Questi eventi sono così definiti perché , analogamente ai sentinelle nelle formazioni militari che allertano il resto delle truppe di un imminente pericolo, segnalano la necessità di una revisione critica e di miglioramenti del sistema per evitare danni ai pazienti. Le indagini sugli eventi sentinella mirano a identificare non solo ciò che è andato sbagliato nel caso specifico, ma anche a rivedere processi e procedure per rafforzare la sicurezza complessiva del sistema sanitario. La gestione degli eventi sentinella è quindi un aspetto cruciale nella governance della sicurezza del paziente, guidata dal principio di imparare dagli errori per migliorare continuamente la qualità dell'assistenza sanitaria.

11 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

12 di 64 Domande

Il principale costituente chimico delle cellule dal punto di vista quantitativo, e' rappresentato da:














La risposta corretta è la D
Il principale costituente chimico delle cellule, dal punto di vista quantitativo, è rappresentato dall'acqua. Questa risposta è corretta perché l'acqua gioca un ruolo essenziale nei processi biologici delle cellule. Essa non solo serve come mezzo in cui molti processi chimici prendono luogo, ma regola anche la temperatura interna degli organismi e consente il trasporto di sostanze. L'acqua costituisce circa il 60-70% del peso corporeo in un adulto sano, evidenziando la sua preponderanza nelle funzioni cellulari e sistemiche. La sua capacità di agire come solvente per molti composti ionici e molecolari facilita reazioni chimiche all'interno delle cellule, contribuendo al metabolismo cellulare. Attraverso la sua proprietà di solvente, l'acqua è essenziale per trasportare nutrienti, ormoni e altre molecole nel corpo, nonché per rimuovere i rifiuti metabolici. Tali caratteristiche la rendono indispensabile per la vita, confermando il motivo per cui l'acqua è il principale componente delle cellule per quantità .

13 di 64 Domande

Sapendo che un grammo di glucosio equivale a 4 calorie, quante calorie si somministrano con 500 ml di soluzione glucosata al 5%?














La risposta corretta è la D
Con 500 ml di soluzione glucosata al 5%, si somministrano 100 calorie. La soluzione al 5% indica che 100 ml di soluzione contengono 5 grammi di glucosio. Pertanto, in 500 ml ci sono 25 grammi di glucosio. Dato che un grammo di glucosio equivale a 4 calorie, moltiplicando 25 grammi per 4 si ottengono 100 calorie. La correttezza di questo dato si comprende approfondendo la dinamica dell'energia derivante dai carboidrati nell'organismo, i quali forniscono una fonte essenziale di energia immediatamente disponibile per tutte le funzioni cellulari. Quando il glucosio entra nel circolo sanguigno, viene trasportato alle cellule dove, attraverso processi metabolici quali la glicolisi e il ciclo di Krebs, viene convertito in energia utilizzabile, misurabile in calorie. La capacità del glucosio di offrire 4 calorie per grammo è un dato empirico, fondamento del calcolo nutrizionale relativo all'apporto energetico degli alimenti e delle soluzioni glucosate utilizzate in campo medico per scopi nutritivi o di bilanciamento energetico, specialmente in condizioni di ridotto apporto alimentare o aumentato fabbisogno energetico. Questa capacità energetica si colloca nel più ampio ambito della nutrizione e della gestione energetica dell'organismo, fattezze vitali per mantenere un adeguato stato di salute e per promuovere la guarigione e il recupero in condizioni di malattia.

14 di 64 Domande

Quale delle seguenti norme individua la figura e il profilo professionale dell'Operatore Socio-Sanitario?














La risposta corretta è la C
L'Operatore Socio-Sanitario viene definito e regolamentato dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2001. Questa norma individua il profilo professionale in questione, delineando compiti, competenze e formazione necessaria. La Conferenza ha riconosciuto univocamente il ruolo di tale figura all'interno del sistema socio-sanitario, stabilendo standard uniformi per la sua preparazione. Questo riconoscimento ufficiale garantisce che l'operatore sia adeguatamente preparato per rispondere alle esigenze di salute e sociali della popolazione, offrendo un contributo fondamentale nell'ambito dell'assistenza diretta alla persona, sia in contesti sanitari sia assistenziali. La sua formazione mira a sviluppare competenze tecniche, relazionali e di gestione dell'assistenza, consentendo di operare efficacemente in team multidisciplinari. La corretta individuazione del profilo dell'Operatore Socio-Sanitario tramite questa norma, quindi, assicura un elevato livello di professionalità e qualità nell'assistenza fornita agli individui che necessitano di supporto sanitario e sociale.

15 di 64 Domande

Un uomo di 55 anni, ricoverato in ortopedia per frattura di omero, riferisce i sintomi elencati. Quali possono essere predittivi per un sospetto di IMA?














La risposta corretta è la C
La risposta corretta alla domanda presentata indica che per un uomo di 55 anni, ricoverato in ortopedia per frattura di omero, sintomi quali fastidio, pesantezza, oppressione, sensazione di bruciore o compressione al torace o alla schiena, oltre a pesantezza, fastidio, intorpidimento, torpore, indolenzimento o formicolio ad una o entrambe le braccia, ai gomiti e ai polsi, e fastidio alle spalle, al collo, alla gola o alla mandibola, possono essere predittivi per un sospetto di Infarto Miocardico Acuto (IMA). Questa vasta gamma di sintomi è indicativa perché l'Infarto Miocardico Acuto, comunemente noto come attacco di cuore, può manifestarsi sotto forme diverse oltre al classico dolore toracico. Tali segnali devono essere valutati attentamente, soprattutto in pazienti che possiedono fattori di rischio associati alle malattie cardiovascolari. L'IMA si verifica quando un'arteria coronarica, che fornisce sangue al muscolo cardiaco, diventa ostruita, di solito a causa di un coagulo di sangue. Se il flusso di sangue non viene ripristinato rapidamente, la parte del muscolo cardiaco priva di ossigeno inizia a morire. La varietà dei sintomi riflette l'ampiezza delle varie zone del cuore che possono essere colpite e le diverse risposte del corpo umano all'ischemia cardiaca. Pertanto, la comprensione della gamma dei possibili sintomi associati all'IMA è essenziale per la diagnosi precoce e la gestione tempestiva della condizione, minimizzando così i danni al muscolo cardiaco e migliorando le prospettive di recupero del paziente.

16 di 64 Domande

Nell'ambito della responsabilita' penale, gli elementi oggettivi del reato sono:














La risposta corretta è la D
La risposta corretta alla domanda sui gli elementi oggettivi del reato nell'ambito della responsabilità penale è : la condotta, l'evento e il nesso di causalità . Questo perché gli elementi oggettivi sono costitutivi del reato stesso e necessari per attribuire la responsabilità penale a un soggetto. La condotta rappresenta l'azione o l'omissione che viene compiuta dall'individuo; l'evento è il risultato dannoso o pericoloso che deriva dalla condotta; il nesso di causalità collega la condotta dell'agente all'evento, stabilendo un legame tra causa ed effetto. È fondamentale comprendere che senza la presenza di questi tre elementi non può essere configurato un reato in termini legali, poiché essi delineano il quadro entro cui valutare la responsabilità penale dell'individuo. Questi concetti sono radicati nei principi base del diritto penale, che mira a stabilire quando un individuo può essere considerato legalmente responsabile per un'azione ritenuta dannosa dalla legge.

17 di 64 Domande

Un paziente e' ricoverato in chirurgia da 2 giorni con un trauma toracico destro che ha causato la frattura di 4 coste. Ha in sede un drenaggio toracico destro {tipo Pleurevac). Durante l'attivita' di monitoraggio osservi che c'e' la costante presenza di bolle d'aria nella valvola ad acqua. Si tratta di:














La risposta corretta è la A
Un paziente ricoverato in chirurgia da 2 giorni per un trauma toracico destro con frattura di 4 coste e con drenaggio toracico tipo Pleurevac mostra costante presenza di bolle d'aria nella valvola ad acqua. Ciò indica il drenaggio di aria dalla cavità pleurica. Questa situazione è indicativa di un pneumotorace, ovvero la presenza di aria all'interno della cavità pleurica, che può derivare da un trauma, come descritto. Il drenaggio toracico, come il Pleurevac, è installato per rimuovere aria, liquido, o entrambi dalla cavità pleurica e aiutare a ristabilire la pressione negativa necessaria affinché il polmone si espanda correttamente. La presenza di bolle nell'apparecchiatura di drenaggio suggerisce che c'è un continuo passaggio di aria dall'interno della cavità pleurica verso l'esterno, dimostrando che il drenaggio svolge la sua funzione correttamente. In un contesto di trauma toracico che ha causato fratture alle coste, è comune lo sviluppo di pneumotorace per la lacerazione del polmone o per la diretta comunicazione della cavità pleurica con l'ambiente esterno attraverso una lesione della cassa toracica. Il drenaggio toracico è essenziale per gestire questa condizione, favorendo la guarigione e prevenendo complicanze come la tensione pneumotorace. La presenza di bolle nella valvola ad acqua dell'apparecchiatura di drenaggio indica effettivamente la presenza e il corretto funzionamento del meccanismo di evacuazione dell'aria.

18 di 64 Domande

Quali sono i due limiti indicati dalla Legge n 42/99














La risposta corretta è la B
La Legge n. 42/99 indica come limiti le competenze previste per i medici e per gli altri professionisti sanitari laureati. Questo perché la legislazione mira a delineare chiaramente le responsabilità e le abilità necessarie per i vari ruoli professionali nel settore sanitario, assicurando che ogni professionista operi entro i margini delle sue competenze, per garantire la sicurezza e l'efficacia dell'assistenza sanitaria fornita ai pazienti. Tuttavia, non essendo una patologia, non è possibile trovare una descrizione dettagliata sul sito di riferimento medico indicato. La legge cerca di stabilire un quadro normativo per la qualificazione professionale, assicurando che medici e altri operatori sanitari abbiano le competenze necessarie per esercitare la loro professione, a tutela della salute pubblica. Questo approccio è intrinseco alla gestione della sanità , mirando a prevenire errori professionali e a promuovere un alto standard nelle cure sanitarie attraverso una formazione adeguata e un aggiornamento costante delle conoscenze professionali.

19 di 64 Domande

Quali sono i ritmi cardiaci defibrillabili in urgenza?














La risposta corretta è la E
I ritmi cardiaci defibrillabili in urgenza sono la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso. Questo perché svolgono un ruolo critico nell'arresto cardiaco improvviso. La fibrillazione ventricolare è un ritmo cardiacamente disfunzionale in cui le contrazioni dei ventricoli sono rapidi, irregolari e asincroni, causando l'impossibilità di pompare sangue efficacemente. Analogamente, la tachicardia ventricolare senza polso interrompe il normale flusso del sangue attraverso il cuore a causa di una rapidità eccessiva dei battiti cardiaci, che preclude un adeguato riempimento dei ventricoli. Entrambe le condizioni richiedono un intervento immediato tramite defibrillazione, poiché la mancata o ritardata correzione può portare a morte improvvisa o a danni irreversibili a livello degli organi a causa dell'ipoperfuszione tessutale. La defibrillazione mira a 'resettare' il cuore, consentendo il ripristino di un ritmo sinusale efficace. Questo approccio è fondamentale per salvare la vita in casi di fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare senza polso, rendendo queste condizioni i principali bersagli della procedura di defibrillazione urgente.

20 di 64 Domande

Se proviamo ad inserire una melanzana nella cosiddetta "piramide alimentare italiana", possiamo dire che:














La risposta corretta è la E
La melanzana si colloca nel piano 1, gruppo blu-viola della piramide alimentare italiana. Questo piazzamento è corretto poiché le melanzane appartengono al gruppo degli ortaggi, che sono raccomandati per il loro basso apporto calorico e alto contenuto di fibre, vitamine, e minerali. Consumare una varietà di verdure di diversi colori, come quelle presenti nel gruppo blu-viola, aiuta a garantire un'ampia fornitura di nutrienti essenziali. Le melanzane, similmente ad altri ortaggi di questo colore, sono note per le loro proprietà antiossidanti, dovute alla presenza di antocianine e altri fitonutrienti che possono contribuire alla riduzione del rischio di alcune patologie, migliorare la salute cardiovascolare e sostenere la funzione cognitiva. Infatti, il consumo regolare di verdure come le melanzane è importante per mantenere un'alimentazione equilibrata e sostenere una buona salute generale.

21 di 64 Domande

Stai assistendo a casa una persona adulta disabile diabetica in terapia insulinica che manifesta i seguenti sintomi: tremori, palpitazioni, sudorazione, astenia. Quali delle seguenti valutazioni ritieni possa essere corretta:














La risposta corretta è la A
La persona disabile diabetica in terapia insulinica che manifesta tremori, palpitazioni, sudorazione e astenia potrebbe essere in una condizione di ipoglicemia. Questi sintomi sono infatti correlati a una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue. L'ipoglicemia è una condizione che insorge quando il livello di glucosio nel sangue scende sotto i valori normali, causando una serie di sintomi angoscianti per l'individuo che ne è colpito. Nello specifico, il corpo reagisce all'abbassamento del glucosio mettendo in moto meccanismi di compensazione che includono la liberazione di adrenalina. Questa 'risposta fight-or-flight' porta alla comparsa di tremori, palpitazioni e sudorazione, tentando di aumentare la disponibilità di glucosio attraverso la stimolazione della glicogenolisi e della gluconeogenesi. Anche l'astenia, o debolezza generalizzata, è un sintomo diretto dell'insufficiente apporto di energia alle cellule dovuto alla bassa concentrazione di glucosio. In sintesi, questi sintomi sono caratteristici dell'ipoglicemia e suggeriscono che il livello di glucosio nel sangue del paziente si sia abbassato, necessitando di un intervento rapidamente per ristabilire i valori normali di glucosio e prevenire ulteriori complicanze.

22 di 64 Domande

Nel caso di somministrazione di un'infusione di Amiodarone in un paziente con una tachicardia sopra- ventricolare, lo stesso farmaco deve essere diluito in quale soluzione














La risposta corretta è la E
Nel caso di somministrazione di un'infusione di Amiodarone in un paziente con tachicardia sopraventricolare, il farmaco deve essere diluito in Glucosio al 5%. Questa scelta si basa sulla composizione chimica e sulla stabilità del farmaco. Amiodarone, essendo una molecola lipofila, mostra incompatibilità con alcune soluzioni, tra cui il Sodio Cloruro al 0,9%. Per evitare precipitazioni del farmaco e garantire la massima efficacia, si utilizza il Glucosio al 5% come soluzione diluente. L'Amiodarone è un antiaritmico utilizzato per trattare e prevenire diverse forme di aritmie cardiache, come la tachicardia sopraventricolare. Questo farmaco agisce prolungando la fase di ripolarizzazione del ciclo cardiaco, stabilizzando così il ritmo cardiaco. La sua efficacia si estende anche al trattamento di aritmie più complesse, come la fibrillazione atriale. La corretta preparazione e somministrazione sono cruciali per l'efficacia del trattamento e la sicurezza del paziente. Diluire l'Amiodarone in Glucosio 5% aiuta a mantenere la soluzione stabile durante l'infusione, prevenendo la precipitazione del farmaco, che potrebbe altrimenti ridurre l'efficacia del trattamento e aumentare il rischio di effetti avversi.

23 di 64 Domande

Il dolo si caratterizza per:














La risposta corretta è la B
Il dolo si caratterizza per la volontarietà della condotta. Questa impostazione risponde alla necessità di distinguere tra azioni compiute intenzionalmente da un individuo, sapendo ed avendo la volontà di raggiungere un determinato risultato illecito, e comportamenti che, pur comportando un esito penalmente rilevante, non sono frutto di una decisione cosciente mirata a produrre tale esito. Nel diritto penale, il dolo rappresenta una componente psicologica fondamentale per attribuire la responsabilità dell'azione all'agente, insieme alla conoscenza e volontà di realizzare fatti specifici considerati reati dalla legge. La caratterizzazione del dolo comprende sia la volontà diretta verso l'azione sia la coscienza delle sue possibili conseguenze. La natura volontaria dell'azione delinea dunque il confine tra condotte penalmente perseguibili in base al principio di colpevolezza intenzionale e azioni punibili sotto altre figure di responsabilità , come quella per colpa, dove l'intenzionalità è assente.

24 di 64 Domande

Nella sperimentazione clinica controllata randomizzata, il termine "randomizzata" indica:














La risposta corretta è la D
Nella sperimentazione clinica controllata randomizzata, il termine "randomizzata" indica che l'assegnazione al trattamento dei soggetti avviene in modo casuale. Questo metodo è utilizzato per minimizzare le differenze tra i gruppi di studio, garantendo la comparabilità dei risultati. La randomizzazione è fondamentale per ridurre i bias all'interno della sperimentazione, migliorando così la qualità e l'affidabilità delle conclusioni. Questa pratica consente di distribuire in maniera uniforme e non prevedibile le caratteristiche dei partecipanti tra i vari gruppi, facendo sì che ogni variabile, conosciuta o meno, che potrebbe influenzare l'esito dello studio sia equamente rappresentata. Infatti, eliminando o minimizzando le differenze sistematiche tra i gruppi, la randomizzazione aumenta la probabilità che le differenze osservate negli esiti registrati derivino dall'intervento in esame e non da altri fattori. Questo metodo rafforza significativamente la validità interna dello studio, permettendo di stabilire con maggior precisione una relazione causa-effetto tra l'intervento e l'esito osservato.

25 di 64 Domande

La Perspiratio insensibilis e' :














La risposta corretta è la C
La Perspiratio insensibilis è una perdita di acqua dalla cute continua e non percepita; che non può essere calcolata con precisione. Questo tipo di perdita d'acqua avviene senza che la persona ne sia consapevole e senza le manifestazioni visibili di sudorazione. La perspiratio insensibilis rappresenta quindi una componente cruciale del bilancio idrico del corpo, essendo responsabile di una frazione significativa del turnover quotidiano di acqua. Una corretta comprensione di questo fenomeno è essenziale per la gestione dell'equilibrio idrico, soprattutto in condizioni patologiche o in ambienti controllati, come per i pazienti in ambiente ospedaliero. Infatti, questa perdita di liquidi attraverso la pelle e le vie respiratorie è un processo continuo, che consegue alla regolazione della temperatura corporea e alla rimozione del vapore acqueo dall'epidermide e dalle vie respiratorie. Questo fenomeno avviene indipendentemente da fattori esterni come l'esercizio fisico o la temperatura ambientale, e differisce significativamente dalla sudorazione, che può essere sia avvertita sia stimolata da fattori esterni. La capacità del corpo di perdere acqua senza un'apparente o percepibile deplezione liquida richiede un'attenta considerazione nelle valutazioni cliniche e nelle cure mediche, in particolare nel calcolo dei fluidi necessari per i pazienti. La mancanza di una percezione diretta e la difficoltà di calcolare con precisione questa perdita rendono cruciale la stima attenta del bilancio idrico.

26 di 64 Domande

La rimozione dello sporco e del materiale organico tramite acqua e detergente, si definisce














La risposta corretta è la C
La rimozione dello sporco e del materiale organico tramite acqua e detergente si definisce lavaggio. Questa procedura è essenziale per ridurre la presenza di microrganismi nocivi su superfici e strumenti. Il processo di lavaggio mira a ridurre il carico microbico tramite rimozione fisica, non necessariamente uccidendoli. Questo è importante in ambienti che richiedono un alto livello di igiene, come gli ospedali, per prevenire la trasmissione di infezioni. Il lavaggio è il primo passo prima di ulteriori processi di disinfezione o sterilizzazione, i quali mirano a eliminare o uccidere i microrganismi rimasti. Il successo di tali processi dipende in gran parte dalla precedente efficace rimozione di sporco e detriti organici, che altrimenti potrebbero proteggere i microrganismi dalla successiva esposizione agli agenti disinfezionanti o sterilizzanti. Pertanto, il lavaggio si rivela una prassi non solo complementare ma fondamentale nella catena delle procedure di controllo delle infezioni.

27 di 64 Domande

La Glasow Coma Scale (GCS) e':














La risposta corretta è la E
La Glasgow Coma Scale (GCS) è una scala di valutazione della coscienza dopo traumi cranici che adegua i suoi criteri in base all'apertura degli occhi, alla risposta verbale e alla risposta motoria. Questa metodologia è universalmente adottata per valutare la profondità e la durata dell'alterazione della coscienza e del coma, specialmente dopo un trauma cranico. Il GCS offre una valutazione rapida e standardizzata del livello di coscienza di un paziente. Attraverso la combinazione dei punteggi attribuiti alle tre risposte (apertura degli occhi, capacità di articolazione verbale e risposta motoria), si ottiene un punteggio complessivo che va da 3 (profonda incoscienza) a 15 (coscienza piena). Tale sistema è cruciale per determinare la gravità dell'infortunio cranico e per guidare le decisioni cliniche immediate, consentendo un dialogo efficace tra i professionisti della salute per quanto concerne l'intervento e il monitoraggio del paziente. La GCS è dunque fondamentale nell'accertamento della severità del danno e nella stima della prognosi per pazienti che hanno subì to trauma cranico. Questo strumento aiuta a monitorare l'evoluzione dello stato di coscienza, a identificare precocemente eventuali peggioramenti nella condizione del paziente e a dirigere l'approccio terapeutico più adeguato. La sua utilità si estende anche al di fuori dei casi di trauma cranico, avendo trovato applicazione in un'ampia varietà di contesti clinici che riguardano la valutazione dello stato di coscienza.

28 di 64 Domande

Quale delle seguenti scale utilizzi per valutare il dolore in un bambino di 5 anni?














La risposta corretta è la A
La scala corretta per valutare il dolore in un bambino di 5 anni è la Scala delle Espressioni Facciali. Questa scelta si basa sulla capacità dei bambini di quella fascia d'età di riconoscere e associare le proprie sensazioni di dolore a delle espressioni facciali specifiche, più facilmente che quantificare il dolore in numeri o lungo una scala. Il concetto alla base della Scala delle Espressioni Facciali si fonda sulla presa in atto che i bambini, in particolare quelli sotto i 8 anni, hanno difficoltà nell'esprimere il proprio livello di dolore attraverso scale numeriche o verbalmente in modo accurato. La scala utilizza immagini di volti che mostrano diverse intensità di dolore, da nessun dolore a dolore massimo, permettendo al bambino di scegliere l'espressione che meglio rappresenta il suo stato. La selezione effettuata aiuta le figure sanitarie a comprendere e valutare il livello di dolore percepito dal bambino in un modo diretto e intuitivo. Infatti, le indicazioni su come meglio valutare il dolore nei pazienti pediatrici sottolineano l'importanza di usare metodi adatti all'età , che li rendano capaci di esprimersi efficacemente. Metodi visivi come la Scala delle Espressioni Facciali sono particolarmente efficaci in questa fascia d'età perché i bambini possono non essere ancora in grado di articolare o quantificare la loro esperienza di dolore in modo che gli adulti possano facilmente interpretare. Questa scala offre un modo non verbale e visivamente intuitivo per i bambini di comunicare il loro dolore, permettendo agli adulti di agire di conseguenza per alleviarlo.

29 di 64 Domande

Indicare gli abbinamenti corretti dei seguenti valori di laboratorio utilizzati per la valutazione dell'equilibrio idroelettrolitico:














La risposta corretta è la A
La risposta corretta è che nessuno degli abbinamenti indicati per la valutazione dell'equilibrio idroelettrolitico è corretto. Questo è importante poiché i valori normali per sodiemia dovrebbero essere intorno a 135-145 mEq/l, per potassiemia dovrebbero essere tra 3,5 e 5,3 mEq/l, e per calcemia dovrebbero situarsi tra 8,6 e 10,2 mg/dl, raffronto generale ai valori considerati standard. La discrepanza nei valori proposti nelle risposte errate allude a un malinteso riguardo agli intervalli fisiologici normali, cruciali per diagnosticare correttamente i disturbi dell'equilibrio idroelettrolitico. I disturbi dell'equilibrio idroelettrolitico includono una vasta serie di anomalie e condizioni cliniche legate a un'impropria concentrazione di elettroliti nel corpo. Queste disfunzioni possono derivare da molteplici fattori, inclusi quelli renali, idratazione impropria, malattie, uso di determinati farmaci, e possono manifestarsi con sintomi variabili dalla debolezza alla confusione, dagli edemi alle aritmie, a seconda dell'elettrolito interessato e della gravità della sua alterazione. Comprensibile è pertanto l'importanza di un'accurata valutazione dei valori di laboratorio per guidare un'efficace gestione clinica, valutazione che dipende dal riconoscimento degli intervalli di normalità degli elettroliti come sodio, potassio e calcio nel contesto specifico dell'equilibrio idroelettrolitico. Questo assicura una diagnosi precisa per la conseguente applicazione del trattamento più adeguato.

30 di 64 Domande

Un valore di BMI -Body Mass Index (indice di Massa Corporea)














La risposta corretta è la B
Il BMI - Body Mass Index (indice di Massa Corporea) se è pari a 18 suggerisce una condizione di sottopeso; un valore di 27,5 è compatibile con una condizione di sovrappeso in entrambi i sessi; un valore di 31 è compatibile con una condizione di obesità in entrambi i sessi. Pertanto, tutte le altre alternative sono corrette. Il Body Mass Index (BMI) è un parametro largamente utilizzato per valutare la composizione corporea, calcolato dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell'altezza in metri. Interpretazioni standardizzate dei valori di BMI permettono di classificare gli individui come sottopeso, di peso normale, in sovrappeso, o obesi. Una classificazione di sottopeso (BMI < 18.5) può indicare malnutrizione, disturbi alimentari o altre condizioni mediche. Il sovrappeso (BMI tra 25 e 29.9) e l'obesità (BMI ? 30) sono stati associati a un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, alcuni tipi di cancro, e altre condizioni croniche. La gestione del peso corporeo attraverso una dieta equilibrata e un'adeguata attività fisica è cruciale per promuovere e mantenere la salute a lungo termine. Queste misure preventive sono fondamentali per ridurre il rischio associato alle varie categorie di BMI e migliorare la qualità della vita degli individui.

31 di 64 Domande

Quale tra le seguenti e' una potenziale complicanza nel paziente ricoverato dopo infarto del miocardio?














La risposta corretta è la E
Le aritmie sono una potenziale complicanza nel paziente ricoverato dopo un infarto del miocardio. Questo fenomeno si verifica quando l'evento ischemico che caratterizza l’ infarto porta alla morte delle cellule cardiache, influendo sulla normale conduzione elettrica nel cuore. In seguito a un infarto, la zona del cuore colpita può non contrarsi sincronizzamente con il resto del muscolo cardiaco a causa del danno subito, alterando così il normale ritmo del cuore. Le aritmie possono variare in gravità , da forme lievi quali le extrasistoli, a forme più serie come la tachicardia ventricolare o la fibrillazione atriale, queste ultime in grado di ridurre l'efficienza del cuore nel pompare il sangue e possono aumentare il rischio di successivi eventi cardiaci o addirittura essere fatali se non trattate tempestivamente. Il processo di malfunzionamento elettrico è direttamente collegato alle alterazioni dei tessuti cardiaci e alla loro capacità di condurre correttamente gli impulsi elettrici, così come alla possibile formazione di tessuto cicatriziale, che non conduce l'elettricità , alterando ulteriormente il normale ritmo cardiaco.

32 di 64 Domande

Il rischio clinico puo' essere definito come:














La risposta corretta è la D
Il rischio clinico può essere definito come la probabilità di un paziente di essere vittima di un evento avverso. Questa definizione si concentra sul benessere del paziente e sulla probabilità che possa subire danni non intenzionali come risultato delle cure sanitarie ricevute, piuttosto che sull'accuratezza diagnostica o sulla capacità di trattamento del medico. Gli eventi avversi in ambito sanitario possono variare da errori di medicazione a infezioni nosocomiali, fino a complicazioni chirurgiche. Questi eventi possono derivare da molteplici fattori, inclusi quelli umani (come errori o mancanze del personale sanitario), tecnici (ad esempio, guasti dell'attrezzatura) o sistemici (come processi organizzativi inadeguati). La gestione del rischio clinico mira quindi a identificare, valutare e ridurre la probabilità e l'impatto di tali eventi avversi, migliorando così la sicurezza e la qualità delle cure fornite ai pazienti. Prevenire gli eventi avversi e ridurre il rischio clinico sono obiettivi primari nelle politiche sanitarie e nell'amministrazione delle strutture sanitarie, per assicurare la sicurezza dei pazienti e ottimizzare l'efficacia delle cure.

33 di 64 Domande

La "prevenzione della malattia" da quali principi etici e' sostenuta?














La risposta corretta è la D
La prevenzione della malattia si basa sui principi etici di beneficienza e non maleficienza. Questo significa promuovere il benessere degli individui e proteggerli dal danno. La beneficienza richiede di agire per il bene degli altri, migliorando la loro salute e benessere, mentre la non maleficienza implica l'obbligo di non causare danno. Questi principi sono fondamentali nella pratica medica e nella sanità pubblica, poiché guidano i professionisti nel prendere decisioni che influenzano la salute delle persone. Essere eticamente obbligati sia a contribuire al bene sia a evitare il male riflette l'impegno della medicina a fare ciò che è migliore per i pazienti e la comunità , sia nella prevenzione delle malattie sia nell'intervento. Infatti, adottando un approccio proattivo alla salute, come stipulato dalla prevenzione, si mira a ridurre la probabilità di insorgenza delle malattie e a mantenere le persone fisicamente e psicologicamente sane, rimanendo fedeli a questi principi etici.

34 di 64 Domande

L'Articolo 24 del Codice Deontologico del 2009 recita: "L'infermiere aiuta e sostiene l'assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacita' di comprendere." Stiamo parlando di:














La risposta corretta è la A
L'Articolo 24 del Codice Deontologico del 2009 afferma che l'infermiere supporta l'assistito nelle decisioni fornendo informazioni assistenziali riguardanti piani diagnostico-terapeutici, adeguando la comunicazione alle sue capacità di comprensione, che si riferisce al concetto di consenso informato. Questo perché il consenso informato implica che il paziente riceva e comprenda tutte le informazioni necessarie relative ai piani diagnostici e terapeutici proposti, al fine di prendere una decisione consapevole sulla sua salute. Il consenso informato è quindi un processo che garantisce il rispetto dei diritti e delle libertà dell'individuo, basato sul principio che ogni personaggio debba avere il controllo delle decisioni che riguardano la propria salute. Questo incorpora l'idea che la comunicazione omnidirezionale tra professionista e paziente è essenziale per permettere a quest'ultimo di fare scelte informate e consapevoli relative ai trattamenti sanitari proposti. Il ruolo dell'infermiere, in questo contesto, è di facilitatore del processo di comprensione, adattando le informazioni alle capacità cognitive e emotive del paziente per assicurare che comprenda appieno le implicazioni delle scelte terapeutiche proposte.

35 di 64 Domande

Quali fra i seguenti sono i momenti per l'igiene delle mani identificati dall'Organizzazione Mondiale della Sanita'.














La risposta corretta è la B
I momenti indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'igiene delle mani sono: prima del contatto col paziente, prima di una manovra asettica, dopo il rischio o l'esposizione a un liquido biologico, dopo il contatto con il paziente, e dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente. Queste indicazioni si basano sulla necessità di ridurre al minimo la trasmissione di microorganismi infettivi, inclusi quelli resistenti agli antibiotici, e di proteggere sia i pazienti che il personale sanitario. L'igiene delle mani è essenziale nella prevenzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria, giocando un ruolo chiave nella lotta contro la trasmissione di patologie infettive. Mani pulite sono la prima barriera contro la diffusione di microorganismi, e questo principio è ampiamente riconosciuto e promosso da linee guida internazionali. Le situazioni identificate toccano i punti critici dell'assistenza, ove il rischio di trasmissione è maggiore, coprendo le fasi di interazione diretta o indiretta con il paziente. La corretta igiene delle mani impedisce in modo efficace l'entrata e la diffusione di agenti patogeni all'interno delle strutture sanitarie, riducendo così il rischio di infezioni nosocomiali che possono avere gravi conseguenze sulla salute dei pazienti.

36 di 64 Domande

Per debridement si intende:














La risposta corretta è la C
Il debridement si intende la rimozione di tessuto devitalizzato da una ferita. Questo processo è cruciale nella gestione delle ferite poiché rimuove i tessuti morti o danneggiati che possono ostacolare la guarigione. Eliminando questi tessuti, si favorisce la formazione di nuovo tessuto sano, si riduce il rischio di infezione e si migliora l'efficacia degli altri trattamenti locali come gli antibiotici. Il debridement può essere realizzato attraverso vari metodi, inclusi chirurgico, meccanico, chimico, autolitico o attraverso l'uso di terapie basate su larve. Ogni metodo ha indicazioni specifiche basate sulla natura e sullo stato della ferita. Rimuovere il tessuto devitalizzato è un passaggio fondamentale per promuovere un ambiente di guarigione ottimale e accelerare il processo di recupero, minimizzando così le complicanze a lungo termine. Questo processo è una pratica comune in molteplici ambiti di assistenza sanitaria, in particolare nella gestione di ulcerazioni croniche, ferite traumatiche e lesioni con necrosi.

37 di 64 Domande

Quale delle seguenti caratteristiche e' tipica di una ileostomia














La risposta corretta è la D
La caratteristica tipica di una ileostomia è che vengono prodotte feci liquide e continue che non possono essere controllate. Tale condizione si verifica quando l'intestino terminale o il retto sono rimossi o bypassati, e il restante intestino tenue viene connesso alla parete addominale, formando un'uscita (stoma) per le feci. Poiché nell'ileo (la parte finale dell'intestino tenue) si assorbono meno acqua e elettroliti rispetto al colon, le feci espulse attraverso lo stoma tendono ad essere più liquide. Inoltre, dato che il controllo volontario delle feci è affidato ai muscoli del retto e del canale anale, che sono rimossi o bypassati in caso di ileostomia, la persona non ha controllo sulla defecazione. Questo porta alla necessità di indossare un sacchetto apposito aderente allo stoma per raccogliere le feci. Questa procedura chirurgica viene effettuata per diverse condizioni tra cui malattie infiammatorie intestinali, tumori e in caso di danni significativi al colon o al retto, rendendo le defecazioni liquide e incontrollate uno degli aspetti più significativi e impegnativi nella gestione post-operatoria per i pazienti con ileostomia.

38 di 64 Domande

Indicare quale dei seguenti modelli organizzativi e' definito Primary Nursing di II livello.














La risposta corretta è la E
Il modello organizzativo definito Primary Nursing di II livello è il Case Management. Questo approccio prevede l'assegnazione di un infermiere di caso, che diventa il punto di riferimento principale per il paziente durate tutto il corridoio assistenziale. Il Case Management si colloca in contesti assistenziali complessi, dove è necessaria una continua valutazione delle esigenze del paziente e una pianificazione personalizzata dell'assistenza. In questa modalità , l'infermiere di caso assume la piena responsabilità del paziente, inclusa la valutazione iniziale, la pianificazione dell'assistenza, la coordinazione delle cure tra i vari professionisti coinvolti e la valutazione degli esiti. Ciò include monitoraggi frequenti e l'adattamento del piano di assistenza in base all'evoluzione delle esigenze del paziente. L'approccio basato sul Case Management si differenzia dai modelli più tradizionali per il suo focus sulla continuità delle cure e sulla personalizzazione dell'assistenza, mirando a risultati ottimali in termini di salute per il paziente, oltre a cercare di ottimizzare l'utilizzo delle risorse disponibili. Questo modello contrasta con approcci più frammentati o settoriali, proponendosi come soluzione per una gestione olistica e integrata del paziente, specialmente in situazioni di cronicità o alta complessità clinica.

39 di 64 Domande

"Adozione sistematica e continuativa di strumenti gestionali e operativi mirati anche a evitare o ridurre i rischi, a individuare tempestivamente e fronteggiare gli eventi indesiderati, a trarre insegnamento dagli errori e a disseminare la buona pratica clinica." Si tratta della definizione di:














La risposta corretta è la A
Il Governo clinico si riferisce all'adozione sistematica e continuativa di strumenti gestionali e operativi mirati anche a evitare o ridurre i rischi, a individuare tempestivamente e fronteggiare gli eventi indesiderati, a trarre insegnamento dagli errori e a disseminare la buona pratica clinica. La correttezza di questa definizione emerge dall'analisi concettuale relativa ai principi del governo clinico, che si basa fondamentalmente sull'assicurazione della qualità delle cure, la valutazione delle prestazioni, la gestione dei rischi, e l'apprendimento organizzativo. Infatti, il nucleo del governo clinico riguarda la responsabilità collettiva e individuale dei professionisti della salute di assicurare agli utenti cure di alta qualità , continuamente migliorate sulla base della riflessione critica sulle pratiche e sull'adeguamento alle linee guida e agli standard professionali. Quest'approccio enfatizza l'importanza della trasparenza, della responsabilità e dell'eticità nell'erogazione dei servizi sanitari. Inoltre, prevede l'implementazione di sistemi e processi che garantiscano la sicurezza del paziente, la gestione efficace delle risorse e l'ottimizzazione degli outcome clinici, attraverso il miglioramento continuo delle pratiche cliniche ed organizzative.

40 di 64 Domande

La cardioversione elettrica sincronizzata puo' essere indicata in caso di:














La risposta corretta è la D
La cardioversione elettrica sincronizzata è indicata in caso di flutter atriale. Il flutter atriale è una forma di aritmia cardiaca caratterizzato da contrazioni atriali estremamente veloci ma regolari, che possono portare a un battito cardiaco veloce e irregolare le altre parti del cuore. Il flutter atriale varia da lieve a grave, e in alcuni casi può richiedere un trattamento per evitare complicazioni come ictus o insufficienza cardiaca. La cardioversione elettrica sincronizzata diventa un'opzione quando i farmaci o le modifiche dello stile di vita non sono efficaci nel controllare o invertire questa condizione. Durante questa procedura, shock elettrici controllati vengono inviati al cuore per ripristinare un ritmo cardiaco normale. Il successo della procedura dipende da vari fattori, inclusa la durata della condizione e la presenza di eventuali problemi cardiaci sottostanti. Questo trattamento è considerato sicuro e efficace per molti pazienti con flutter atriale, offrendo un sollievo rapido dai sintomi e migliorando la qualità di vita.

41 di 64 Domande

Il quadro clinico della disidratazione e' caratterizzato da














La risposta corretta è la E
La disidratazione si caratterizza per secchezza della cute, ipotensione, tachicardia e oliguria. Questi sintomi sono direttamente connessi alle riduzioni dei fluidi corporei, compromettendo la normale fisiologia. La disidratazione avviene quando l'uscita di liquidi supera l'assunzione, causando un deficit che affligge molti sistemi del corpo. Una perdita di fluidi può derivare da molti contesti, inclusa un'eccessiva sudorazione, diarrea, vomito, o minor assunzione di liquidi. Questa condizione porta a riduzione della capacità del sangue di mantenere un adeguato volume circolatorio, causando ipotensione. Inoltre, il corpo tenta di compensare la riduzione della pressione sanguigna aumentando la frequenza cardiaca, risultando in tachicardia. La secchezza della cute è un riflessione della perdita di elasticità dovuta alla mancanza di adeguata idratazione, mentre l'oliguria, ovvero la ridotta produzione di urina, è un segnale diretto di ridotto volume di fluido disponibile per la filtrazione renale. Questi indici clinici insieme formano un pattern che aiuta a riconoscere la disidratazione, che richiede pronta identificazione e gestione per prevenire complicazioni gravi.

42 di 64 Domande

Quale di queste variazioni si riscontrano nel paziente anziano














La risposta corretta è la A
Nel paziente anziano si riscontra un aumento della massa adiposa, una diminuzione della massa cellulare e una riduzione del metabolismo basale. Questi cambiamenti sono dovuti al naturale processo di invecchiamento del corpo umano. Con l'avanzare dell'età , si verifica una perdita progressiva di massa muscolare e una tendenza all'accumulo di tessuto adiposo, spesso dovuta a una combinazione di fattori come la ridotta attività fisica e le variazioni ormonali. Il metabolismo basale, ovvero la quantità di energia spesa dal corpo a riposo per mantenere le funzioni vitali, tende a diminuire, in parte a causa della riduzione della massa muscolare. Questi cambiamenti influiscono su vari aspetti della salute dell'anziano, inclusa la predisposizione ad aumentare di peso più facilmente e la difficoltà nel perderlo. La gestione del peso e il mantenimento di uno stile di vita attivo diventano quindi particolarmente importanti per promuovere il benessere e prevenire le malattie legate all'età . Il concetto di adeguamento della dieta e dell'esercizio fisico in base alle modifiche fisiologiche dovute all'età è cruciale per mantenere uno stato di salute ottimale negli anziani.

43 di 64 Domande

Individuare il numero mancante: 2,3,5,7,11,13.














La risposta corretta è la D
Il numero mancante nella sequenza 2, 3, 5, 7, 11, 13 è 17. La sequenza è composta dai numeri primi in ordine crescente. I numeri primi sono quei numeri maggiori di 1 che hanno esattamente due divisori distinguiendosi così dai composti. Seguendo l'ordine dei primi numeri primi, dopo il 13 viene il 17, poiché è il prossimo numero che soddisfa la condizione di avere solo due divisori, 1 e se stesso.

44 di 64 Domande

Stai controllando gli esami ematochimici del signor Bianchi che deve essere sottoposto ad intervento chirurgico. Quale dei seguenti valori e' opportuno riportare tempestivamente al chirurgo














La risposta corretta è la C
Il valore di INR pari a 1,9 nel signor Bianchi che sta per essere sottoposto a chirurgia deve essere tempestivamente riportato al chirurgo. Questo perché l'INR, o International Normalized Ratio, è un indice che misura il tempo di coagulazione del sangue. Un INR normale si situa tra 0,8 e 1,2 per una persona che non assume anticoagulanti. Valori superiori indicano una maggiore tendenza del sangue a non coagulare rapidamente, il che può portare a rischi significativi durante e dopo un intervento chirurgico, come sanguinamenti eccessivi. Il valore di INR è cruciale per chi deve sottoporsi a interventi chirurgici. Esso viene usato principalmente per monitorare i pazienti che assumono anticoagulanti, garantendo che il dosaggio sia appropriato per prevenire formazione di coaguli senza tuttavia incrementare eccessivamente il rischio di sanguinamento. Un INR elevato indica che il tempo di coagulazione del paziente è più lungo del normale, esponendolo a rischio di sanguinamenti durante procedure chirurgiche o in caso di lesioni. Perciò , nei pazienti in terapia anticoagulante, il range di INR desiderato può variare in funzione della patologia che ha reso necessaria la terapia stessa, ma in un soggetto che non sia in trattamento anticoagulante e debba essere sottoposto a chirurgia, un valore di 1,9 richiede attenzione. Bisogna valutare la necessità di adeguare il trattamento per ridurre il rischio di sanguinamento, considerando l’ interruzione temporanea degli anticoagulanti o l'uso di agenti che possano rapidamente invertire l'effetto della terapia anticoagulante prima della chirurgia. Questa valutazione e intervento tempestivo son fondamentali per minimizzare rischi e garantire la sicurezza del paziente.

45 di 64 Domande

Completa la seguente proporzione: cellula : tessuto : organo = x : y : z














La risposta corretta è la E
La corretta proporzione tra cellula, tessuto, organo è paragonabile a quella tra millimetro, centimetro, metro (x = millimetro; y = centimetro; z = metro). La risposta trae fondamento dal fatto che la scala di misurazione va progressivamente da una dimensione minore fino a una maggiore, analogamente alla gerarchia biologica che va dalla cellula più piccola all'organo più grande. Questo parallelo ci permette di comprendere intuitivamente come elementi minuti si integrino in strutture via via più complesse e di dimensioni maggiori, così come accade in biologia dove la cellula, l'unità più piccola, concorre alla formazione dei tessuti, che a loro volta costruiscono gli organi, simboleggiati nella sequenza proposta rispettivamente dal millimetro, dal centimetro e dal metro. Infatti, paragonare questo concetto alla gerarchia strutturale degli organismi viventi aiuta a visualizzare l'ordine crescente sia in termini di dimensione che di complessità . La scelta dei millimetri, centimetri e metri assegnati rispecchia perfettamente questa realtà , riflettendo l'avanzamento dagli elementi più semplici e piccoli (cellula) ai più grandes (organi), attraverso passaggi intermedi di collegamento (tessuti), molto simile al modo in cui la scala metrica procede dal millimetro al metro.

46 di 64 Domande

Giacomo e' piu' vecchio di Cesare; Luca e' piu' vecchio di Michele; Michele e' piu' giovane di Andrea; Cesare ed Andrea sono gemelli. Quindi:














La risposta corretta è la A
Giacomo è più vecchio di Michele. Questo perché , dato che Cesare ed Andrea sono gemelli, e Michele è più giovane di Andrea, allora Michele è anche più giovane di Cesare. Dal momento che Giacomo è più vecchio di Cesare, segue che sia anche più vecchio di Michele.

47 di 64 Domande

La scala di Braden valuta .














La risposta corretta è la E
La scala di Braden valuta il rischio di insorgenza di lesioni da pressione. Questo strumento è fondamentale nella prevenzione delle piaghe da decubito, condizioni particolarmente comuni tra individui immobili per lunghi periodi. Le lesioni da pressione, o ulcere da decubito, si sviluppano a causa della pressione prolungata sulla pelle, che limita la circolazione del sangue nei tessuti, portando nella maggior parte dei casi alla necrosi dei tessuti stessi. Le suddette lesioni sono maggiormente riscontrate nelle aree del corpo dove le ossa sono vicine alla superficie della pelle, come i talloni, le caviglie, i fianchi e il sacro. Soggetti a maggiore rischio sono quelli confinati a letto o in sedia a rotelle per periodi prolungati, anziani, e persone con condizioni mediche che limitano la loro capacità di cambiare posizione. La scala di Braden, attraverso la valutazione di diversi fattori tra cui la percezione sensoriale, l'umidità , l'attività , la mobilità , la nutrizione e l'attrito/compressione, consente agli operatori sanitari di identificare i pazienti a rischio e implementare misure preventive appropriate. Una corretta valutazione è quindi cruciale per minimizzare la comparsa di ulcere da decubito, migliorando conseguentemente la qualità della vita dei pazienti a rischio.

48 di 64 Domande

Se dado=12; sapore=18; notizia e':














La risposta corretta è la C
Per la domanda fornita, la notizia corrisponde a 21. Questo è dato dall'incremento sequenziale di 6 unità : dado (12) a sapore (18) aumenta di 6; quindi, sapore (18) a notizia (21) dovrebbe teoricamente seguire la stessa logica. Tuttavia, l'incremento corretto tra "sapore" e "notizia" non è specificato nella domanda, quindi l'assunzione di una sequenza incrementale difetta di una logica diretta, rendendo l'interpretazione soggetta a errore.

49 di 64 Domande

Nell'ipovolemia la concentrazione urinaria di sodio e':














La risposta corretta è la B
Nell'ipovolemia, la concentrazione urinaria di sodio è inferiore a 20 mEq/l. Questo dato è indicativo del meccanismo di adattamento dell'organismo per conservare il sodio in risposta a una riduzione del volume ematico. Infatti, l'ipovolemia si verifica quando c'è una diminuzione significativa del volume del liquido circolante nell'organismo, determinando una riduzione della pressione sanguigna e una possibile insufficienza d'organi per insufficiente apporto di sangue. L'organismo risponde attivando vari meccanismi regolatori, tra cui il sistema renina-angiotensina-aldosterone, per promuovere la ritenzione di sodio e acqua, tentando così di ripristinare il volume ematico normale. La secrezione aumentata di aldosterone stimola la riassorbimento di sodio (e, di conseguenza, di acqua) nei tubuli renali, diminuendo la sua concentrazione nelle urine. Si osserva quindi, in stati di ipovolemia, una concentrazione urinaria di sodio tipicamente inferiore a 20 mEq/l, poiché l'organismo cerca di tenere "a bordo" più sodio ed acqua possibile per contrastare la perdita di volume. Questo parametro urinario è quindi un importante indicatore del tentativo di conservazione idrosalina di fronte a una riduzione volumetrica effettiva.

50 di 64 Domande

Cosa vuol dire glabro?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede il significato di "glabro", la cui risposta corretta è C) Privo di peli. Questa affermazione è accurata poiché "glabro" è un termine utilizzato in vari contesti, tra cui la botanica e la descrizione anatomica umana, per indicare la superficie o la parte che non possiede peli. Nella botanica, ad esempio, si può parlare di foglie glabre per indicare che la superficie della foglia è liscia e priva di peluria. Analogamente, in medicina o nella descrizione di caratteristiche fisiche umane, l'attributo "glabro" descrive una parte del corpo senza peli. Questa specificità terminologica serve per offrire una descrizione precisa e scientificamente riconosciuta dello stato di una superficie, evidenziando l'assenza di peluria che può avere implicazioni sia nell'identificazione botanica che nella caratterizzazione di alcune condizioni o tratti fisici umani.

51 di 64 Domande

Chi ha scritto il romanzo "Il nome della rosa"?














La risposta corretta è la A
Umberto Eco ha scritto il romanzo "Il nome della rosa". Questo autore italiano, accademico e filosofo, ha pubblicato l'opera nel 1980. È una combinazione di giallo medievale, narrativa storica e semiologia, esplorando il simbolismo e la teologia. Il successo del libro ha consolidato la reputazione di Eco come uno degli intellettuali più innovativi e influenti della sua generazione.

52 di 64 Domande

Il monte Parnaso si trova in:














La risposta corretta è la D
Il monte Parnaso si trova in Grecia. Questa località è nota per essere stata venerata nell'antichità come la dimora delle Muse e il luogo di nascita del dio Apollo, legando profondamente la montagna alla mitologia e alla cultura greca. La sua importanza culturale e storica rende il Parnaso un simbolo duraturo della Grecia classica.

53 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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