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1 di 112 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 112 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 112 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


4 di 112 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


5 di 112 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


6 di 112 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


7 di 112 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


8 di 112 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


9 di 112 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


10 di 112 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


11 di 112 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


12 di 112 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


13 di 112 Domande

Il complesso QRS dell’ elettrocardiogramma (ECG):














La risposta corretta e' la C
Il complesso QRS dell’ elettrocardiogramma rappresenta la depolarizzazione delle cellule ventricolari: generalmente presenta una durata inferiore o pari a 0,12 secondi (risposta D errata) e la sua morfologia varia a seconda della derivazione presa in considerazione.



14 di 112 Domande

Quale dei nuovi anticoagulanti orali (NAO) è inibitore diretto della trombina?














La risposta corretta e' la A
L’ acronimo NAO sta per Nuovi Anticoagulanti Orali, una classe di farmaci anticoagulanti che comprende il dabigatran (che blocca reversibilmente il sito attivo della trombina), l’ apixaban e il rivaroxaban (entrambi inibitori orali del fattore Xa).

15 di 112 Domande

Lo pneumococco determina più frequentemente polmonite:














La risposta corretta e' la C
La polmonite è il processo infiammatorio che interessa il parenchima polmonare, distalmente ai bronchioli terminali. Le più frequenti sono le polmoniti acquisite in comunità (CAP), ovvero contratte al di fuori dell’ ambiente ospedaliero, di cui l’ agente eziologico più frequente è lo Streptococcus pneumoniae, anche detto pneumococco.
Lo pneumococco è l’ agente eziologico pressoché esclusivo della polmonite lobare, ovvero dell’ infiammazione estesa ad un intero lobo; questa si manifesta quando la risposta flogistica a un agente batterico risulti particolarmente intensa e prevalentemente costituita da essudato fluido, per cui il processo può diffondere più o meno rapidamente dalla regione alveolare colpita a quelle contigue, fino a raggiungere la pleura viscerale.

16 di 112 Domande

Si presenta un paziente con TSH aumentato e FT3 e FT4 nella norma. Su che diagnosi ti orienti?














La risposta corretta è la D.
In un paziente con TSH aumentato, FT3 e FT4 nella norma, il primo sospetto diagnostico è rappresentato dall’ ipotiroidismo subclinico.
All’ opposto, l’ ipotiroidismo conclamato si caratterizza per valori di TSH aumentati e valori di FT3 e FT4 ridotti (risposta B errata). Così , l’ ipertiroidismo conclamato si caratterizza per valori ridotti di TSH e valori aumentati di FT3 e FT4 (risposta E errata);
Al contrario, l’ ipertiroidismo subclinico si caratterizza per valori di TSH nella norma e valori aumentati di FT3 e FT4 (risposta C errata). Infine, un adenoma TSH secernente determinerebbe livelli elevati di TSH, FT3 e FT4.

17 di 112 Domande

Quale tra i seguenti è il marker più specifico di necrosi miocardica?














La risposta corretta è la B.
Le troponine cardiache (T e I) sono i marker più specifici e sensibili di necrosi miocardica, a causa della loro lunga emivita che rende possibile individuare un danno miocardico ischemico anche dopo alcuni giorni dall’ evento acuto. Infatti, per quanto normalmente le troponine cardiache non sono presenti o sono presenti in concentrazioni bassissime nel sangue, aumentano significativamente in caso di una minima necrosi cellulare miocardica.

18 di 112 Domande

Quale dei seguenti farmaci antiipertensivi è controindicato in pazienti con stenosi dell’ arteria renale bilaterale?














La risposta corretta e' la A
Gli ACE inibitori sono una classe di farmaci che inibisce l’ azione dell’ enzima ACE, quindi inibisce la conversione dell’ angiotensina I in angiotensina II. Vengono impiegati principalmente come agenti antiipertensivi.
Generalmente sono farmaci ben tollerati, ma possono causare ipotensione, tosse secca, iperkaliemia. Inoltre, sono controindicati nei pazienti con stenosi bilaterale dall’ arteria renale, con stenosi dell’ arteria dell’ unico rene presente, con insufficienza cardiaca o deplezione di volume dovuta a diarrea o diuretici poiché causano insorgenza di insufficienza renale acuta.

19 di 112 Domande

In quale dei seguenti disordini plasmacellulari si verifica più frequentemente la sindrome da iperviscosità ?














La risposta corretta e' la A
La sindrome da iperviscosità è una condizione patologica caratterizzata da un rallentamento del flusso ematico nei vasi, dovuto proprio ad un aumento della viscosità del sangue ovvero ad un aumento della concentrazione degli elementi corpuscolati o delle proteine plasmatiche; si verifica più frequentemente in corso di Macroglobulinemia di Waldenstrom, ma può manifestarsi anche in corso di policitemia vera, gammopatie monoclonali e mieloma multiplo, amiloidosi e alcune forme leucemiche.
Le manifestazioni cliniche comprendono: algie toraciche o addominali, mialgie, astenia e facile affaticabilità , cefalea, visione offuscata, parestesie, confusione, ideazione ritardata, atassia, coma.



20 di 112 Domande

Quale delle seguenti manifestazioni si riscontra con minore probabilità nel corso della sifilide tardiva?














La risposta corretta e' la C
La sifilide è una malattia a trasmissione sessuale causata dalla spirocheta Treponema pallidum; si sviluppa in tre fasi cliniche e sintomatiche sequenziali, separate da periodi di infezione latente asintomatica: sifilide primaria, sifilide secondaria e sifilide terziaria.
La sifilide terziaria, anche nota come sifilide tardiva, è un’ affezione a lenta progressione che può interessare qualunque organo e apparato, spesso molti anni dopo l’ infezione primaria. Le forme cliniche più frequenti sono la neurosifilide, la sifilide cardiovascolare e la sifilide benigna tarda, caratterizzata dalla comparsa delle gomme, lesioni simil-granulomatose non specifiche, tipiche della sifilide terziaria, capaci di distruggere i tessuti circostanti.
Il termine "neurosifilide" si riferisce all'infezione del sistema nervoso centrale (SNC) da parte di Treponema pallidum; si può manifestare in forme precoci e forme tardive. 
Le forme precoci colpiscono tipicamente il liquido cerebrospinale (CSF), le meningi e i vasi. Possono essere asintomatiche o manifestarsi con cefalea, confusione, nausea, vomito, compromissione dell’ acuità visiva (a causa di uveite, vitreite, retinite o neuropatia ottica), idrocefalo, arterite di vasi di piccole, medie o grandi dimensioni, con conseguente ischemia o infarto cerebrale, meningite, perdita dell'udito.
Le forme tardive, invece, colpiscono il parenchima cerebrale e del midollo spinale; ad oggi sono forme cliniche molto rare e comprendono paresi generale e tabe dorsale.
La paresi generale (nota anche come paralisi generale della pazzia, neurosifilide paretica o demenza paralitica) è una forma di demenza progressiva; la tabe dorsale (detta anche atassia locomotoria), invece, è una malattia delle colonne posteriori del midollo spinale e delle radici dorsali; i sintomi più frequenti della tabe dorsale sono l'atassia sensoriale e i dolori lancinanti: questi ultimi sono caratterizzati da improvvisi, brevi, forti accessi di dolore che possono interessare gli arti, la schiena o il viso e che possono durare per minuti o giorni.
Per quanto riguarda la sifilide cardiovascolare, la forma più diffusa è l’ aortite, caratterizzata dalla formazione di un aneurisma fusiforme.
Nella sifilide tardiva si riscontra con minore probabilità il coinvolgimento delle stazioni linfonodali.




21 di 112 Domande

Quale tra i seguenti esami richiederesti per confermare il sospetto di artrite reumatoide?














La risposta corretta e' la D
L’ artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune nella quale il sistema immune aggredisce erroneamente i tessuti, provocando un’ infiammazione cronica nelle articolazioni che potrebbe causare conseguenze irreversibili se non adeguatamente trattata.
Per quanto riguarda le indagini di laboratorio la gran parte dei pazienti affetti presenta livelli elevati nel sangue di fattore reumatoide e positività agli anticorpi antinucleo, oltre alla presenza di incremento sia della VES che della PCR; tuttavia, il marker più specifico di AR rimangono gli anticorpi anti-peptidi citrullinati (anti-CCP).



22 di 112 Domande

Quale delle seguenti diagnosi è la più probabile in una paziente di 50 anni, che presenta algie e tumefazioni simmetriche delle articolazioni delle mani e dei polsi e riferisce rigidità mattutina alle mani al risveglio?














La risposta corretta e' la D
L’ artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune nella quale il sistema immune aggredisce erroneamente i tessuti, provocando un’ infiammazione cronica nelle articolazioni che potrebbe causare conseguenze irreversibili se non adeguatamente trattata.
L’ artrite reumatoide nella maggior parte dei casi è cronica disabilitante e talora associata a manifestazioni sistemiche; colpisce più spesso le donne e la sua prevalenza aumenta con l’ aumentare dell’ età .
Si presenta come un’ infiammazione articolare a insorgenza subdola, con dolore, tumefazione, rigidità al mattino delle articolazioni colpite, al momento del risveglio e di durata maggiore a 30 minuti. Le articolazioni comunemente coinvolte in modo bilaterale e simmetrico sono i polsi, le metacarpofalangee, le metatarsofalangee, le interfalangee prossimali; tra le grandi articolazioni possono essere colpite le spalle, le ginocchia, le tibio-tarsiche, i gomiti e le coxo-femorali.
L’ infiammazione peggiora nelle settimane successive e diviene francamente invalidante, avendo un andamento di tipo erosivo.
Più raramente l’ esordio è acuto e rapidamente progressivo. La fase acuta si manifesta anche con malessere generalizzato, astenia, sintomi simili alla polimialgia.
L’ AR è una malattia sistemica e presenta anche molte manifestazioni extra-articolari, molto variabili sia per severità sia per localizzazione; comprendono: vasculiti, interessamento cardiaco e polmonare (versamento pleurico), osteoporosi e fratture, noduli reumatoidi a livello cutaneo, complicazioni renali, interessamento oculare e del SNC.

23 di 112 Domande

Le manifestazioni di ipotiroidismo comprendono le seguenti condizioni tranne una. Quale?














La risposta corretta è la D.
In caso di ipotiroidismo gli esami ematochimici di routine generalmente documentano un’ anemia solitamente normocromica, normocitica con ridotto numero di reticolociti e quadro midollare di tipo ipoplasico, quindi, solitamente non è riscontrata un’ anemia microcitica. Inoltre, tali esami riscontrano solitamente anche ipercolesterolemia (risposta E errata), aumento dei livelli di CPK (risposta B errata), aumento dei livelli di LDH (risposta C errata) e riduzione del voltaggio dei complessi QRS all’ ECG (risposta A errata).



24 di 112 Domande

Quale dei seguenti trattamenti antibiotici empirici è preferibile, in un paziente senza comorbidità , affetto da una polmonite comunitaria?














La risposta corretta e' la D
La polmonite è il processo infiammatorio che interessa il parenchima polmonare, distalmente ai bronchioli terminali. Le più frequenti sono le polmoniti acquisite in comunità (CAP), ovvero contratte al di fuori dell’ ambiente ospedaliero, di cui l’ agente eziologico più frequente è lo Streptococcus pneumoniae, anche detto pneumococco.
In caso di assenza di complicanze e di comorbidità , la CAP viene gestita ambulatorialmente e generalmente trattata su base empirica (raramente è indicato uno studio diagnostico specifico per definirne l’ eziologia).
Le linee guida statunitensi (IDSA e ATS) indicano l’ utilizzo di un macrolide, come la claritromicina, o della doxiciclina, nei casi di intolleranza al suddetto, quale regime preferenziale nelle CAP trattate ambulatorialmente, al fine di garantire un’ attività non solo nei confronti dello pneumococco, ma anche dei patogeni atipici.




25 di 112 Domande

Il marker piu' utile per il follow-up del carcinoma midollare tiroideo e':














La risposta corretta è la A.
La calcitonina funge da marker utile per la diagnosi e il monitoraggio post-trattamento del carcinoma midollare, un particolare tipo di tumore tiroideo, secernente calcitonina, che deriva dalle cellule C. In particolare, nei casi dubbi, è possibile eseguire il test alla penta-gastrina o al calcio bicarbonato, che consentono di discriminare le forme neoplastiche (aumento dei livelli di calcitonina > 100 pg/L) dalle forme non neoplastiche di iper-calcitoninemia funzionale (senza risposta agli stimoli) (risposte B, C, D ed E errate).

26 di 112 Domande

Quale reperto della radiografia standard del torace supporta il sospetto di polmonite da Mycoplasma pneumoniae?














La risposta corretta e' la C
La polmonite viene diagnosticata solitamente in presenza di segni e/o sintomi compatibili con un’ infezione respiratoria e in presenza di una o più opacità di recente insorgenza alla radiografia del torace, che rappresenta il migliore esame diagnostico, utile anche a stabilire la gravità della polmonite.
Inoltre, i reperti radiologici possono suggerire l’ eziologia della polmonite: ad esempio il Mycoplasma pneumoniae, responsabile della maggior parte delle polmoniti da patogeni atipici, determina all’ RX del torace un quadro caratterizzato da addensamenti tenui e omogenei, detti “ a vetro smerigliato” o “ reticolonodulari” , più spesso ai lobi inferiori e con distribuzione dall’ ilo alla periferia. Tali addensamenti possono avere carattere segmentario o subsegmentario e sono generalmente unici, anche se la malattia trattata in modo non adeguato può propagarsi a entrambi i lobi polmonari.



27 di 112 Domande

Un uomo di 65 anni viene visitato presso l’ ambulatorio di cardiologia. In particolare, per obesità centrale si intende (criterio NCEP-ATPIII) (National Cholesterol Education Program-Adult Treatment Panel III):














La risposta corretta è la E.
Secondo il criterio NCEP-ATPIII (o National Cholesterol Education Program-Adult Treatment Panel III), per obesità centrale si intende una circonferenza addominale >= di 102 cm nell’ uomo e >= di 88 cm nella donna.


28 di 112 Domande

Per porre diagnosi di diabete mellito bisogna eseguire il prelievo:














La risposta corretta e' la A
I criteri per poter porre diagnosi di diabete sono:
1) In caso di paziente con sintomi compatibili con il diabete, la diagnosi viene posta con il riscontro isolato di una glicemia random ?200 mg/dl
2) Se il paziente fosse asintomatico, la diagnosi viene posta con il riscontro di due tra i seguenti criteri o due risultati positivi di uno stesso criterio ottenuti in giorni differenti:
- Glicemia a 2 ore dopo carico orale di glucosio ?200 mg/dl
- Glicemia a digiuno ?126 mg/dl
- HbA1c ?6,5% (48mmol).
Per la determinazione della glicemia a digiuno è preferibile eseguire un prelievo da sangue venoso alle ore 8:00 circa, dopo almeno 8 ore di digiuno.

29 di 112 Domande

Quale delle seguenti condizioni è più spesso responsabile di anemia sideropenica?














La risposta corretta e' la A
L’ anemia sideropenica è un’ anemia microcitica ipocromica con sideremia e ferritinemia ridotte e un aumento della TIBC; spesso si associa la piastrinosi poiché i precursori che non evolvono in eritrociti, evolvono in megacariociti e quindi in piastrine.
La causa più comune di anemia sideropenica è la perdita protratta del ferro: nell’ uomo e nella donna dopo la menopausa la sede più frequente di sanguinamento cronico è il tratto digestivo, quindi l’ iter diagnostico prevederà sicuramente la ricerca del sangue occulto nelle feci, una EGDS e una colonscopia.

30 di 112 Domande

Quale tra le seguenti non è una manifestazione tipica della Sclerosi Sistemica Progressiva?














La risposta corretta e' la D
La sclerosi sistemica o sclerodermia è una connettivite sistemica a patogenesi autoimmune che si caratterizza per l’ accumulo di tessuto connettivo a livello della cute e degli organi interni. Può essere:
- sistemica, se interessa cute e organi interni e che a sua volta si classifica in diffusa, limitata e sine scleroderma
- localizzata, se non coinvolge gli organi interni e che a sua volta si classifica in morfea e sclerodermia lineare.
La sclerodermia sistemica diffusa ha più spesso un esordio acuto o rapidamente progressivo con interessamento cutaneo di trasformazione fibrotica della cute estesa a tutto il corpo, interessamento polmonare (coinvolgimento interstiziale di tipo fibrotico), gastrointestinale e cardiaco; in un 15% dei casi risulta coinvolto anche il rene (crisi renale sclerodermica).
La manifestazione clinica più caratteristica della disfunzione vascolare è il fenomeno di Raynaud (risposta B errata), definito come variazioni sequenziali di colore dei polpastrelli quando esposti al freddo, allo stress o persino a variazioni di temperatura, dovuto a vasocostrizione arteriosa nei capillari delle falangi. I cambiamenti di colore comprendono pallore, acrocianosi e rossore per la successiva iperemia da riperfusione. Le lesioni vascolari e i conseguenti danni cronici ai tessuti sono alla base di altre gravi complicanze sistemiche della sclerosi sistemica, tra cui ectasia vasale antrale gastrica, ulcere ischemiche digitali, ipertensione arteriosa polmonare, crisi renale da sclerodermia e infarto del miocardio.
Il coinvolgimento della pelle è una caratteristica quasi universale della sclerosi sistemica che può avere estensione e gravità variabili: si manifesta con ispessimento e indurimento della pelle e le dita, le mani e il viso sono generalmente le prime aree del corpo coinvolte. Tra le manifestazioni prominenti ci sono: prurito nelle prime fasi, edema nelle prime fasi, iperpigmentazione cutanea o depigmentazione ("sale e pepe"), perdita di capelli appendicolari, sclerodattilia (risposta E errata), ulcere digitali e telangiectasia.
Nel sistema gastrintestinale l'ipomotilità esofagea e l'incompetenza dello sfintere esofageo inferiore sono le prime manifestazioni viscerali che si presentano. Qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, può essere colpita: i sintomi più comuni comprendono disfagia (risposta A errata)  e soffocamento, bruciore di stomaco, raucedine, tosse dopo deglutizione, gonfiore, stitichezza e diarrea alternate, pseudo-ostruzione e proliferazione batterica dell'intestino tenue con malassorbimento e incontinenza fecale. I sintomi derivano principalmente dal reflusso gastroesofageo cronico, con conseguente esofagite cronica e formazione di stenosi, esofago di Barrett e microaspirazione che può contribuire allo sviluppo o alla progressione della malattia polmonare interstiziale.
I pazienti possono presentare alveolite e fibrosi polmonare precoce, visibile alla TC del torace (risposta C errata), in assenza di sintomi respiratori o reperti fisici e la malattia vascolare polmonare si manifesta principalmente con l'ipertensione arteriosa polmonare.
Altri organi comunemente coinvolti sono il cuore, i reni, il pericardio, il tratto genito urinario e il sistema muscolo-scheletrico.
Tuttavia, non si manifesta claudicatio del massetere (risposta D corretta).

31 di 112 Domande

Paziente di 56 anni si presenta presso l’ ambulatorio di cardiologia per angina stabile. Nella terapia dell’ angina stabile, in assenza di controindicazioni, quale farmaco è di “ prima linea” ?














La risposta corretta è la E.
Nella terapia preventiva dell’ angina stabile, in assenza di controindicazioni, il farmaco di “ prima linea” è il beta-bloccante, in grado di ridurre il consumo miocardico di ossigeno, la F.C., la P.A., la contrattilità miocardica, prolungare la diastole e migliorare la perfusione sub-endocardica. Tipicamente gli attacchi sono causati da sforzi fisici o altre situazioni che aumentano la domanda miocardica di ossigeno, come stress emotivi o crisi ipertensive; l’ eliminazione del fattore scatenante determina la regressione della sintomatologia.

32 di 112 Domande

Nell’ acidosi metabolica semplice:














La risposta corretta e' la A
Il pH ematico ha un valore normale che oscilla tra 7,35 e 7,45. Si parla quindi di acidosi in caso di una riduzione del pH (pH<7,35) e di alcalosi in caso di un aumento del pH (pH>7,45). Sia l’ acidosi che l’ alcalosi possono essere respiratoria o metabolica.
Si parla di acidosi metabolica quando diminuisce il pH, diminuiscono i bicarbonati e diminuisce la pCO2 (quest’ ultima diminuisce come meccanismo di compenso polmonare alla riduzione dei bicarbonati); l’ acidosi metabolica è dovuta a un eccesso di acidi (dovuto a eccessiva produzione da parte del metabolismo anaerobio o in caso di sepsi o intossicazioni, chetoacidosi diabetica, inadeguata escrezione renale) o ad una ridotta concentrazione di ioni bicarbonato. Il compenso è prevalentemente polmonare, con iperventilazione che determina un aumento dell’ escrezione della CO2.
 
Aumenta il pH, diminuiscono i bicarbonati, diminuisce la pCO2 -> alcalosi respiratoria compensata
Diminuisce il pH, diminuiscono i bicarbonati, aumenta la pCO2 -> acidosi mista
Diminuisce il pH, aumentano i bicarbonati, aumenta la pCO2 -> acidosi respiratoria compensata



33 di 112 Domande

Nella sindrome di Cushing quale delle seguenti condizioni non è congruente? ​​​​​​​














La risposta corretta è la A.
La sindrome di Cushing include un gruppo di disturbi ormonali da elevata e prolungata esposizione ai glucocorticoidi. Può essere endogena (produzione a livello della corteccia surrenale) o esogena (iatrogena). Non presenta tra le manifestazioni cliniche la cirrosi epatica. La forma endogena comprende la forma ACTH-dipendente (75-80% dei casi) e la ACTH-indipendente (20-25% dei casi). In particolare, la ACTH-dipendente è dovuta a adenomi ipofisari (80% dei casi) o alla secrezione ectopica di ACTH (20% dei casi). Invece, la ACTH-indipendente è dovuta a:
- tumori adrenocorticali monolaterali benigni (adenoma della corteccia surrenale, 60% dei casi) e maligni (carcinoma della corteccia surrenale, 40% dei casi);
- iperplasia bilaterale della corteccia surrenale (iperplasia surrenale macro-nodulare ACTH-indipendente (AIMAH));
- malattia nodulare pigmentosa primaria della corteccia surrenale (PPNAD).
Le manifestazioni cliniche della sindrome di Cushing comprendono: ipertensione, aumento ponderale (obesità centrale con accumulo di tessuto adiposo a livello del volto “ facies a luna piena” , del collo, del tronco “ gibbo di bufalo” e dei fianchi, mentre gli arti sono caratteristicamente sottili per ipotrofia muscolare), diabete (risposta E errata), dolori ossei, amenorrea, irsutismo, strie rubre (sull’ addome, sulle natiche, nella regione ascellare e all’ interno delle cosce), ipercoagulabilità , osteoporosi con fratture vertebrali (risposta B errata), calo della libido, disfunzione erettile (risposta D errata), depressione e cardiopatia ipertensiva (risposta C errata).

34 di 112 Domande

Quale fra questi segni non fa parte della sindrome CREST?














La risposta corretta e' la C
La sindrome CREST è una forma clinica particolare di sclerosi sistemica. Generalmente si tratta di pazienti con una forma limitata di sclerodermia in cui risultano particolarmente rilevanti alcune manifestazioni, le cui iniziali vanno a costituire l’ eponimo CREST:
- Calcinosi (risposta E errata)
- fenomeno di Raynaud (risposta D errata)
- Esofagopatia (risposta A errata)
- Sclerodattilia
- Teleangectasie (risposta B errata).
Non compare, quindi, la dispnea (risposta C corretta).

35 di 112 Domande

Paziente di 50 anni si presenta presso l’ ambulatorio di cardiologia a causa di uno scompenso cardiaco cronico. Qual è il farmaco di prima scelta nella terapia dello scompenso cardiaco cronico?














La risposta corretta è la B.
Lo scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca) è una condizione patologica caratterizzata dall’ incapacità del cuore di pompare una quantità di sangue adeguata alle necessità metaboliche dell’ organismo o, comunque, di essere in grado di farlo solo a spese di un aumento delle pressioni di riempimento in una o più camere cardiache e nel circolo venoso a monte; rappresenta una delle manifestazioni cliniche più frequenti, iniziale o evolutiva di molte patologie cardiache. La terapia dello scompenso cardiaco cronico ha come obiettivi il miglioramento dei sintomi e della prognosi. La terapia medica di prima linea prevede l’ impiego di:
- β-bloccanti, farmaci di prima scelta nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico, che determinano un beneficio significativo sulla sopravvivenza, sulla funzione ventricolare, sui segni e sintomi dello scompenso. Infatti, contrastano l’ attività simpatica, quindi riducono il lavoro cardiaco, diminuendo le richieste energetiche e il consumo di ossigeno da parte del cuore, la suscettibilità alle aritmie ventricolari e migliorano il bilancio autonomico simpatico-vagale;
- ACE inibitori o sartani, che determinano vasodilatazione periferica.
Numerosi altri farmaci possono essere utilizzati per il trattamento dello scompenso cardiaco, secondo le ultime linee guida ESC.
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36 di 112 Domande

Gli elementi diagnostici che caratterizzano la sindrome nefrosica sono:














La risposta corretta e' la A
La sindrome nefrosica è una condizione caratterizzata dalla presenza di proteinuria superiore a 3,5 g/die, edemi, ipodisproteinemia, iperlipidemia.
L’ alterazione primitiva della sindrome nefrosica è l’ aumento della permeabilità della parete dei capillari glomerulari, cui fa seguito il passaggio di grandi quantità di proteine nello spazio urinifero.
Il sintomo più comune è costituito dalla comparsa degli edemi diffusi con rapido e talvolta importante incremento ponderale: sembrerebbe che l’ importante proteinuria determinerebbe un’ ipoproteinemia e la riduzione della pressione oncotica plasmatica, che favorirebbe il passaggio di liquidi nello spazio interstiziale e l’ ipovolemia, responsabile, a sua volta, di un aumentato riassorbimento tubulare di sodio e di una maggiore produzione di ADH. Tuttavia, questa ipotesi non è applicabile a tutti i pazienti con sindrome nefrosica, poiché non tutti presentano riduzione del volume plasmatico e l’ insorgenza degli edemi può precedere la proteinuria; in questi pazienti si ritiene che il meccanismo responsabile sia l’ aumentato riassorbimento di sodio da parte del tubulo distale, che conduce ad un aumento della volemia.
L’ iperlipidemia della sindrome nefrosica si caratterizza per un aumento consistente dei livelli plasmatici di colesterolo, cui si aggiunge, nelle forme più severe, anche un aumento dei trigliceridi.



37 di 112 Domande

Nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’ ipoventilazione alveolare è :














La risposta corretta e' la B
La BPCO è una sindrome respiratoria complessa caratterizzata da ostruzione bronchiale non reversibile, che costituisce l’ alterazione funzionale respiratoria patognomonica della sindrome e che è dovuta in parte all'infiammazione e al rimodellamento delle vie aeree (bronchiolite) e in una parte alla perdita del ritorno elastico polmonare da distruzione del parenchima polmonare (enfisema).
Nei pazienti con BPCO, l’ ipoventilazione alveolare è dovuta all’ elevato rapporto spazio morto/volume corrente (VD/VT). Lo spazio morto è il volume di aria che non partecipa agli scambi respiratori e si distingue in spazio morto anatomico (VD) circa 150 ml e spazio morto fisiologico, pari alla somma dello spazio morto anatomico e del volume delle zone in cui la ventilazione eccede in qualunque misura la quantità necessaria ad arterializzare il sangue le attraversa. Il volume corrente (VT) è la quantità di aria che viene mobilizzata durante ciascun atto respiratorio; nei soggetti sani è circa 600-800 ml, mentre nei pazienti con BPCO risulta ridotto a causa dell’ ostruzione non reversibile al flusso espiratorio.

38 di 112 Domande

Un uomo di 56 anni con fibrillazione atriale viene valutato presso l’ ambulatorio di cardiologia. In particolare, la fibrillazione atriale:














La risposta corretta è la C.
La fibrillazione atriale, l’ aritmia più diffusa nella popolazione generale, in cui gli atri vengono eccitati in maniera caotica, disorganizzata, con una frequenza di attivazione variabile da 400 a 650 impulsi/min, richiede una valutazione per una eventuale terapia anticoagulante, dato l’ alto rischio di fenomeni tromboembolici.
Tale patologia deriva dalla formazione negli atri di molteplici piccoli circuiti di rientro, che collidono, si estinguono e si riformano (risposta D errata). Il numero di impulsi che raggiunge il nodo AV è elevato, di conseguenza, l’ attivazione dei ventricoli è del tutto irregolare e con una frequenza di solito elevata (spesso 140-150 impulsi/min) (risposta A errata). Da un punto di vista prognostico, la fibrillazione atriale aumenta il rischio di scompenso cardiaco, di cardiomiopatia ischemica e di fenomeni tromboembolici (risposta E errata).



39 di 112 Domande

L’ ulcera duodenale:














La risposta corretta e' la B
L’ ulcera peptica è una lesione della mucosa, caratterizzata da una perdita di sostanza che, a differenza delle erosioni, si approfondisce oltre la muscolaris mucosae, causata dall’ azione di pepsina e acido cloridrico; più frequentemente l’ ulcera peptica è gastrica o duodenale.
Per quanto riguarda l’ ulcera duodenale, il principale fattore di rischio è rappresentato dall’ infezione da Helycobacter pylori, ma può anche essere determinata da uso cronico di FANS e sindrome di Zollinger-Ellison (risposta D errata); il sintomo più frequente è il dolore epigastrico che insorge tardivamente rispetto all’ assunzione del cibo, spesso è notturno e associato a nausea e vomito. L’ assunzione di cibo, latte e antiacidi migliora il dolore. Raramente causano sanguinamento acuto (risposta E errata).
Il 95% delle ulcere duodenali insorge nel primo tratto del duodeno (risposta A errata), con dimensioni inferiori a 2 cm (risposta C errata) e tutte sono considerate benigne in prima istanza (risposta B corretta).

40 di 112 Domande

Nella cistite non complicata della donna:














La risposta corretta e' la A
La cistite non complicata è una forma di infezione delle basse vie urinarie che tende a manifestarsi con sintomi irritativi minzionali (disuria, pollachiuria, minzione imperiosa o dolorosa) che possono associarsi a tenesmo vescicale e dolore sovrapubico.
Le urine sono torbide e talvolta può essere presente macroematuria; all’ esame obiettivo la palpazione dell’ area sovrapubica suscita una risposta dolorosa.
In questi casi la diagnosi si basa principalmente su un’ attenta anamnesi e su un accurato esame obiettivo, sulla base dei quali può essere intrapresa la terapia. I farmaci di prima scelta sono la fosfomicina trometamolo, la pivmicellamina e la nitrofurantoina macrocristalli; in alternativa possono essere utilizzati fluorochinolonici, trimetoprim o l’ associazione trimetoprim + sulfametossazolo.



41 di 112 Domande

La diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO):














La risposta corretta e' la C
La BPCO è una sindrome respiratoria complessa caratterizzata da ostruzione bronchiale non reversibile, che costituisce l’ alterazione funzionale respiratoria patognomonica della sindrome e che è dovuta in parte all'infiammazione e al rimodellamento delle vie aeree (bronchiolite) e in una parte alla perdita del ritorno elastico polmonare da distruzione del parenchima polmonare (enfisema).
La diagnosi clinica di BPCO va sempre presa in considerazione nei pazienti che si presentano con dispnea, tosse ed escreato cronici, in particolare se con un’ anamnesi positiva per fumo o esposizione a inquinanti. La diagnosi va comunque confermata con l’ esame spirometrico ed il test di reversibilità con broncodilatatore: la spirometria permette di evidenziare il pattern respiratorio di tipo ostruttivo, dato da un indice di Tiffaneau (FEV1/CVF) <70%, irreversibile, poiché rimane tale anche dopo la somministrazione di un broncodilatatore.

42 di 112 Domande

Quale dei seguenti esami richiederesti, per proseguire l’ iter diagnostico, in un paziente di 70 anni, forte fumatore, con dispnea per sforzi moderati, turgore delle giugulari, torace “ a botte” e succulenza agli arti inferiori?














La risposta corretta è la E.
Il quadro clinico descrive un paziente affetto da scompenso cardiaco ventricolare destro, poiché prevalgono i segni di congestione venosa periferica (turgore delle giugulari, edemi periferici, torace “ a botte” ). In base ai reperti clinico-anamnestici, dovrebbe essere effettuato un ecocardiogramma mono-bidimensionale e color-Doppler, che è in grado di identificare le cause dello scompenso cardiaco e valutarne la gravità .

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43 di 112 Domande

Cosa prescriveresti in prima istanza ad un paziente con sindrome metabolica, che presenta aumento persistente delle transaminasi e markers negativi per virus epatotropi?














La risposta corretta e' la D
La sindrome metabolica è un’ entità clinica sostanzialmente eterogenea, rappresentata dalla coesistenza di alterazioni multiple, che riguardano l’ obesità , in modo particolare l’ obesità addominale, l’ alterata tolleranza glucidica, la dislipidemia e l’ ipertensione arteriosa.
Nell’ ambito della sindrome metabolica può verificarsi un accumulo di trigliceridi a livello degli epatociti che in primo luogo determina l’ insorgenza di steatosi epatica e successivamente, se non trattata, causa l’ insorgenza di steatoepatite.
Si parla di steatosi non alcolica e va sospettata in caso di ipertransaminasemia persistente con anamnesi negativa per iperconsumo alcolico e con marcatori virali negativi. L’ esame di primo livello è rappresentato dall’ ecografia epatica che può evidenziare un fegato iperecogeno. Successivamente, la biopsia epatica rappresenta il gold standard per la conferma diagnostica e per un’ accurata valutazione prognostica.



44 di 112 Domande

Quale e' la condotta piu' appropriata in un paziente di 66 anni, fumatore, con sindrome metabolica che ha dolore toracico anteriore, sudorazione algida, dispnea?














La risposta corretta e' la B
Il caso clinico identifica un paziente con i principali fattori di rischio cardiovascolari e con un dolore toracico che probabilmente è dovuto ad un’ ischemia o ad un infarto miocardico; quindi la condotta più appropriata è quella di eseguire in urgenza un ECG, il dosaggio di marker di miocardionecrosi ed eventualmente un ecocardiogramma.



45 di 112 Domande

In un paziente con febbre, tosse produttiva e dolore toracico, quale tra i seguenti esami strumentali utilizzeresti in prima istanza?














La risposta corretta e' la C
Nel paziente con febbre e sintomi polmonari, la polmonite è il primo sospetto clinico.
La polmonite viene diagnosticata solitamente in presenza di segni e/o sintomi compatibili con un’ infezione respiratoria e in presenza di una o più opacità di recente insorgenza alla radiografia del torace, che rappresenta il migliore esame diagnostico, utile anche a stabilire la gravità della polmonite ed eventualmente l’ agente eziologico.
Il ricorso alla TC del torace è raro, ma può essere importante nel paziente con una possibile polmonite postostruttiva da neoplasia o da corpo estraneo (risposte A e D errate).

46 di 112 Domande

Quale tra queste non fa parte delle manifestazioni extraintestinali delle malattie infiammatorie croniche intestinali?














La risposta corretta e' la C
La malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa rappresentano le due forme principali di malattia infiammatoria cronica intestinale, una condizione idiopatica caratterizzata da un decorso cronico altalenante, in cui fasi di quiescenza di variabile durata sono interrotte da episodi di riacutizzazione.
Alle manifestazioni cliniche intestinali e generali, si associano anche manifestazioni extraintestinali; queste comprendono:
- manifestazioni articolari, come l’ artrite e le artropatie periferiche (risposta E errata);
- manifestazioni cutanee, come l’ eritema nodoso (risposta B errata) e il pioderma gangrenoso;
- manifestazioni oculari, come l’ episclerite e l’ uveite (risposta D errata);
- manifestazioni epatobiliari, come la calcolosi biliare, l’ ipertransamnasemia, la steatosi epatica e la colangite sclerosante primitiva (risposta A errata);
- manifestazioni nefro-urologiche, come la nefrolitiasi.
Non è presente claudicatio degli arti inferiori (risposta C corretta).



47 di 112 Domande

Quale dei seguenti esami richiederesti per confermare la diagnosi di legionellosi?














La risposta corretta e' la D
La legionellosi è una polmonite con caratteri clinici intermedi tra le forme batteriche e le forme virali o micoplasmatiche causata da un germe Gram-, la Legionella pneumophila.
La trasmissione della legionellosi avviene per via indiretta, attraverso l’ inalazione di minute goccioline derivate da acqua contaminata dal microrganismo.
La diagnosi di legionellosi può essere sospettata su base clinica, quando si osserva una polmonite nel corso di piccole epidemie limitate allo stesso ambiente, il malato presenta cause predisponenti, coesiste diarrea e l’ iponatriemia è particolarmente spiccata. Esistono, tuttavia, tecniche diagnostiche di laboratorio decisive per la corretta diagnosi.
La coltura dell’ espettorato è raramente praticata poiché tecnicamente difficile; più semplice è la colorazione dello sputo con immunofluorescenza diretta: tuttavia, spesso l’ espettorato manca perché la tosse può non essere produttiva.
È molto utile, quindi, la ricerca dell’ antigene urinario della Legionella: il test ELISA è positivo nel 74% circa dei pazienti affetti da polmonite da L. pneumophila sierotipo 1, con maggiore sensibilità nei pazienti affetti da forme gravi; questo test è molto pratico poiché le urine sono più facili da ottenere rispetto all’ espettorato e perché può restare positivo a lungo anche dopo terapia antibiotica.



48 di 112 Domande

Quale dei seguenti segni clinici distingue la policitemia vera dalla trombocitemia essenziale?














La risposta corretta e' la C
La policitemia vera è un disordine mieloproliferativo cronico caratterizzato da un’ alterazione clonale della cellula staminale con prevalente coinvolgimento dell’ eritropoiesi e conseguente espansione della massa eritrocitaria con un aumento dell’ emoglobina e dell’ ematocrito.
I criteri OMS per la diagnosi di PV sono:
1) criteri maggiori:
- Hb > 18,5 g/dl nell’ uomo e 16,5 g/dl nella donna o aumento dell’ Hct > 99 ° percentile del range di riferimento per età , sesso o altitudine del luogo di residenza o aumento della massa > 25% del normale
- Presenza di mutazione Jak2V617F o di mutazione dell’ esone 12;
2) criteri minori:
- mieloproliferazione delle tre linee cellulari all’ esame istologico midollare
- livello di EPO sierica sotto il range di normalità
- crescita spontanea delle colonie eritroidi in vivo.
La trombocitemia essenziale è un disordine clonale della cellula staminale totipotente a prevalente differenziazione megacariocitaria, caratterizzata da tormbocitosi (>600000/mm3) e iperplasia megacariocitaria nel midollo.
I criteri OMS per la diagnosi di TE sono:
1) criteri maggiori:
- conta piastrinica > 450 x 109/L
- proliferazione di megacariociti maturi e di grandi dimensioni senza proliferazione di granulociti ed eritrociti
- assenza dei criteri OMS per la diagnosi di PV, MFP, LMC BCR-ABL positiva, sindrome mielodisplastica o altre neoplasie mieloidi
- presenza della mutazione Jak2V617F o di altri marcatori clonali o nessuna evidenza di trombocitosi reattiva.
Quindi ciò che differenzia la PV dalla TE è l’ ematocrito, che risulta molto elevato nella PV.

49 di 112 Domande

Quale di queste condizioni rappresenta una controindicazione all’ uso dei nuovi anticoagulanti orali (NAO)?














La risposta corretta e' la E
L’ acronimo NAO sta per Nuovi Anticoagulanti Orali, una classe di farmaci anticoagulanti che comprende il dabigatran (che blocca reversibilmente il sito attivo della trombina), l’ apixaban e il rivaroxaban (entrambi inibitori orali del fattore Xa).
Le controindicazioni all’ uso dei NAO comprendono:
- ipersensibilità documentata al farmaco;
- età <18 anni (risposta A errata);
- rischio di sanguinamento o sanguinamento in atto;
- gravidanza e allattamento;
- presenza di protesi valvolare cardiaca che richieda terapia anticoagulante;
- uso concomitante di alcuni farmaci come antifungini azolici, inibitori della proteasi dell’ HIV, alcuni antiaritmici… ;
- fibrillazione atriale valvolare (risposta B errata);
- insufficienza renale: rivaroxaban e apixaban se FGR < 15 ml/min; dabigatran se FGR < 30ml/min;
- pazienti in trattamento concomitante con anticoagulanti;
- epatopatie.

50 di 112 Domande

In caso di febbre tifoidea tutte le seguenti affermazioni sono corrette, tranne:














La risposta corretta e' la A
La febbre tifoide è un’ infezione sistemica causata da Salmonella typhi e che interessa soprattutto il sistema monocitomacrofagico. Si tratta di un’ infezione ubiquitaria, particolarmente diffusa in tutti i Paesi tropicali e in alcuni Paesi dell’ area mediterranea.
Poiché S. typhi è in grado di colonizzare solo l’ uomo, sono i malati e soprattutto i portatori a rappresentare la principale sorgente di infezione; in questi ultimi il batterio può albergare nell’ intestino o nella colecisti, per brevi periodi di tempo o per tutta la vita.
La trasmissione avviene per via oro-fecale a partire dall’ acqua o dagli alimenti contaminati direttamente o indirettamente da feci umane contenenti S. typhi. Ma l’ infezione può essere contratta anche mediante contatto diretto con i soggetti malati o portatori o per contatto con loro oggetti personali; inoltre, sembrerebbe che anche le mosche rivestano un ruolo di portatori dell’ infezione.
Una volta penetrata nell’ organismo attraverso la via orale, S. typhi supera la barriera gastrica e giunge nell’ intestino tenue, dove invade le cellule epiteliali dove attiva una serie di meccanismi che, alterando il trasporto elettrolitico, causano la diarrea. Successivamente, superata la mucosa intestinale, i microrganismi giungono nei linfonodi regionali dove vengono fagocitati dai macrofagi dove si replicano per poi raggiungere il circolo e con esso ogni organo, in particolare la colecisti, il fegato, la milza e le placche di Peyer. La presenza delle salmonelle nelle cellule mononucleate determina in esse alterazioni funzionali che causano processi di emofagocitosi responsabili della pancitopenia spesso osservata in questi pazienti.
L’ esordio della sintomatologia si ha dopo un periodo di incubazione di 10-14 giorni ed è caratterizzato da: febbre elevata, cefalea, nausea, vomito stipsi ed epistassi. Dopo circa una settimana dalla febbre compaiono la diarrea con feci “ a purea di piselli” , l’ esantema roseiforme fugace all’ addome (risposta A corretta), apatia, astenia, adinamia, bradicardia, splenomegalia, dolenzia diffusa, subittero. Dopo 3-4 settimane compare la fase risolutiva, nella quale i sintomi progressivamente scompaiono.
La diagnosi si effettua sulla base del sospetto clinico e con la conferma agli esami di laboratorio diretti o indiretti della presenza del batterio.
Il trattamento è eziologico con antibioticoterapia, ma anche di supporto e di gestione delle eventuali complicanze.




51 di 112 Domande

Qual e' il miglior test diagnostico per valutare la funzionalita' renale nella pratica clinica?














La risposta corretta e' la C
Il miglior test diagnostico per valutare la funzionalità renale nella pratica clinica è il calcolo del filtrato glomerulare (GFR).
Dal punto di vista quantitativo, il filtrato glomerulare si ottiene calcolando la clearance di particolari sostanze di piccole dimensioni, che sono totalmente filtrate e che non devono essere secrete né riassorbite a livello del tubulo; per clearance si intende la quantità di sangue depurata da una certa sostanza nell’ unità di tempo. Generalmente, per semplicità , si prende in considerazione la clearance della creatinina, sostanza fisiologicamente contenuta nel plasma; tuttavia, in situazioni particolari può avvenire una secrezione o un riassorbimento della creatinina nei tubuli renali e nella pratica clinica la misurazione della clearance della creatinina ottenuta mediante il dosaggio della concentrazione della creatinina nel sangue e nelle urine può essere fonte di errori anche grossolani.
Per questo sono state introdotte nella pratica clinica delle formule matematiche per la misurazione stimata del filtrato glomerulare, grazie alle quali, conoscendo la creatininemia, l’ età del paziente, il genere e la razza, si ottiene un valore di velocità di filtrazione glomerulare espresso in ml/min.



52 di 112 Domande

Quale test e' piu' efficiente per valutare la perdita di albumina da parte del rene?














La risposta corretta e' la D
Minime quantità di albumina sono escrete fisiologicamente nelle urine fino a 20 µg/min; si parla di albuminuria quando l’ escrezione di albumina nelle urine supera i 30 mg/die: in particolare si distinguono la microalbuminuria (30-300 mg/die) e la macroalbuminuria (>300 mg/die).
Tuttavia, date la notevole variabilità dei valori di escrezione urinaria nelle 24 ore, viene raccomandato il dosaggio dell’ escrezione urinaria di albumina ripetuto in tre campioni estemporanei di urine del mattino, esprimendo il dato come rapporto tra l’ albumina e la creatinina urinarie.




53 di 112 Domande

La ventilazione meccanica non invasiva si applica al paziente:














La risposta corretta e' la A
Il vantaggio principale della ventilazione non invasiva (NIV) è quello di garantire assistenza ventilatoria evitando le complicanze dovute al tubo tracheale, prima tra tutte la cosiddetta “ polmonite associata al ventilatore” ; l’ indicazione alla NIV è quella di evitare il deterioramento del quadro di IRA e prevenire il ricorso alla ventilazione invasiva previa intubazione.
La NIV ha alcune controindicazioni, tra cui alcune assolute come:
- mancata competenza delle alte vie aeree che espone il paziente al rischio di aspirazione;
- impossibilità di espettorare secrezioni abbondanti;
- alterazioni gravi dello stato di coscienza, non causate dallo squilibrio emogasanalitico e quindi non rapidamente reversibili;
- gravi aritmie ventricolari e instabilità emodinamica che richiede infusione di vasopressori e/o isotropi;
- intolleranza del paziente alla metodica (per esempio claustrofobia).
Quindi la NIV non può assolutamente essere applicata in nessuno dei casi elencati nel quesito concorsuale.



54 di 112 Domande

La correzione appropriata dell’ acidosi respiratoria consiste in:














La risposta corretta e' la E
L’ acidosi respiratoria è dovuta a un primitivo aumento della pressione arteriosa di anidride carbonica che determina una riduzione del pH arterioso. Nella maggior parte dei casi è dovuta a ridotta ventilazione alveolare con ridotta capacità di eliminare la CO2. Il compenso è dato inizialmente dai sistemi tampone plasmatici, ma successivamente in maniera più duratura e stabile dal rene, con aumento del riassorbimento di bicarbonati.
In caso di necessità di intervento medico, la correzione appropriata dell’ acidosi respiratoria consiste nell’ eliminazione della CO2 in eccesso tramite la ventilazione meccanica non invasiva.

55 di 112 Domande

In quale delle seguenti patologie lo scompenso cardiaco congestizio è provocato da shunt artero-venosi?














La risposta corretta e' la A
Il morbo di Paget è una patologia focale cronica del rimodellamento osseo, che può colpire uno o più distretti scheletrici, che si presentano tipicamente ingrossati e deformati; questa malattia è caratterizzata da un aumento anomalo e tumultuoso dei processi di rimodellamento osseo, nel corso dei quali si realizza un caotico alternarsi delle fasi di riassorbimento e formazione. L’ osso pagetico è sede di intensa attività metabolica ed è riccamente vascolarizzato: è proprio l’ aumentata vascolarizzazione dell’ osso pagetico e dei tessuti molli circostanti la base fisiopatologica di una delle complicanze più classiche, vale a dire lo scompenso cardiaco ad alta portata, in cui si realizza un aumento del postcarico secondario all’ aumento dell’ estensione della rete vascolare, con disfunzione diastolica ventricolare.



56 di 112 Domande

Quale tra le seguenti condizioni cliniche non è associata a insufficienza renale?














La risposta corretta e' la E
Tra le opzioni elencate, l’ unica a non essere associata ad insufficienza renale è la gastrite iperplastica, una patologia gastrointestinale piuttosto rara, caratterizzata da notevole proliferazione della mucosa gastrica.
Il diabete causa la nefropatia diabetica (risposta A errata), causa glomerulare di insufficienza renale cronica; l’ ipertensione arteriosa causa la nefroangiosclerosi ipertensiva (risposta B errata); il LES determina l’ insorgenza della nefropatia lupica (risposta C errata); l’ HIV causa una nefropatia da reperti clinici simili a quelli della glomerulosclerosi focale segmentaria (risposta D errata).




57 di 112 Domande

Quale delle seguenti patologie può essere più frequentemente confusa con una leucemia linfoide acuta?














La risposta corretta e' la A
Il virus di Epstein-Barr è un herpesvirus umano che determina più frequentemente il quadro clinico di mononucleosi infettiva. Si tratta di una condizione caratterizzata da febbre, faringodinia, linfoadenopatia, linfocitosi e comparsa nel siero di anticorpi eterofili.
Spesso è asintomatica; se sintomatica, l’ esordio della mononucleosi può essere brusco, ma è più spesso preceduto da alcuni giorni di febbricola, malessere, astenia, cefalea retrorbitaria. Nell’ 85% dei casi è presente faringodinia e si accompagna a importante ipertrofia tonsillare e a essudazione faringea.
La linfoadenopatia superficiale diffusa è presente in quasi tutti i casi; i linfonodi colpiti risultano dolenti alla palpazione anche superficiale, aumentati di dimensione, di consistenza soffice o duro-elastica, mobili sui piani sottostanti.
Più raramente possono presentarsi splenomegalia, epatomegalia, anemia emolitica autoimmune, complicanze neurologiche.
La mononucleosi infettiva spesso è messa in diagnosi differenziale con la leucemia linfatica acuta per il quadro clinico molto simile; tuttavia la LLA si associa a manifestazioni emorragiche, a grave anemia e leucopenia e a uno striscio di sangue periferico caratteristico.



58 di 112 Domande

L’ insufficienza renale pre-renale è dovuta a:














La risposta corretta e' la B
Convenzionalmente l’ IRA viene distinta sul piano fisiopatologico in forme pre-renali, renali e post-renali.
Le forme pre-renali sono caratterizzate da un’ ipoperfusione del rene per cause emodinamiche (shock cardiogeno o settico, vasocostrittori endogeni come nella sindrome epato-renale) o ipovolemiche (emorragie, disidratazione, eccessivo uso di diuretici, diuresi osmotica, ustioni, abduzione di liquidi nel “ terzo spazio” come accade per esempio nel sequestro peritoneale di fluidi ancora nella sindrome epato-renalem ipertensione endo-addominale con ostacolato ritorno venoso). In entrambe le condizioni vi è tipicamente oliguria per riduzione o addirittura arresto della filtrazione glomerulare, intenso riassorbimento tubulare mediato dall’ attivazione del sistema renina-angiotensina e successiva ischemia tubulo-interstiziale.
Un indicatore particolarmente sensibile della natura prerenale e quindi funzionale dell’ IRA è uno sbilanciato rapporto azoto ureico/creatininemia per un aumento sproporzionato del primo parametro; un rapporto BUN/creatininemia >20 è fortemente indicativo di ipoperfusione renale.




59 di 112 Domande

Quale, tra queste, e' la piu' tipica complicanza acuta del diabete mellito di tipo 1?














La risposta corretta e' la C
La chetoacidosi diabetica rappresenta una complicanza metabolica acuta caratteristica del diabete mellito di tipo 1, seppure raramente osservabile anche nel diabete mellito di tipo 2. Essa viene definita dalla presenza di iperglicemia (>250 mg/dl), acidosi metabolica (pH < 7,3; HCO3- < 15 mmol/l) e iperchetonemia (> 5 mmol/l) o rilievo di chetonuria su campione di urina analizzato mediante striscia reattiva.
I sintomi sono rappresentati da polidipsia, anoressia, astenia, crampi muscolari, nausea, vomito e addominalgia; i segni clinici sono poliuria, calo ponderale, tachicardia, ipotensione, respiro profondo e frequente, alito acetonico, ipotermia, cute secca e calda, grave disidratazione, ipotonia muscolare, iporeflessia, alterazione dello stato di coscienza fino al coma, addome trattabile o addome acuto o ileo paralitico.

60 di 112 Domande

L’ insufficienza respiratoria di tipo I è caratterizzata da:














La risposta corretta e' la A
L’ insufficienza respiratoria è definita dalla presenza nel sangue arterioso di valori ridotti di pressione parziale di ossigeno (ipossiemia) associata o meno ad aumento della pressione parziale di CO2 (ipercapnia).
È possibile classificare l’ insufficienza respiratoria da un punto di vista fisiopatologico come:
- insufficienza di tipo I o lung failure o insufficienza polmonare. questa è causata da un danno del polmone, ossia della struttura deputata agli scambi gassosi, che consiste nella superficie di scambio propriamente detta, cioè gli alveoli e i vasi della circolazione polmonare. Sotto il profilo emogasanalitico, il lung failure è caratterizzato da ipossiemia, mentre i valori di PaCO2 risultano normali o addirittura ridotti, tranne che nelle fasi più avanzate e gravi di malattia;
- insufficienza di tipo II o pump failure o insufficienza ventilatoria.

61 di 112 Domande

L’ insufficienza respiratoria di tipo II è caratterizzata da:














La risposta corretta e' la A
L’ insufficienza respiratoria è definita dalla presenza nel sangue arterioso di valori ridotti di pressione parziale di ossigeno (ipossiemia) associata o meno ad aumento della pressione parziale di CO2 (ipercapnia).
È possibile classificare l’ insufficienza respiratoria da un punto di vista fisiopatologico come:
- insufficienza di tipo I o lung failure o insufficienza polmonare;
- insufficienza di tipo II o pump failure o insufficienza ventilatoria. È caratterizzata da deficit della cosiddetta “ pompa ventilatoria” , costituita dai centri respiratori, situati nel tronco encefalico e preposti a definire intensità e tempi della respirazione, dalle strutture nervose preposte all’ innervazione dei muscoli respiratori, dai muscoli respiratori stessi e dalle strutture osteoarticolari toraciche. L’ insufficienza ventilatoria è caratterizzata da un punto di vista emogasanalitico da ipossiemia associata a ipercapnia.

62 di 112 Domande

Quale delle seguenti condizioni può essere associata ad una più rapida progressione della malattia renale cronica?














La risposta corretta e' la B
Per malattia renale cronica si intende la presenza di alterazione del rene, documentate da almeno 3 mesi, di tipo funzionale o strutturale, anche in assenza di riduzione del filtrato glomerulare. Nel mondo occidentale e nei Paesi Asiatici più sviluppati, le cause più comuni di danno renale cronico sono costituite dal diabete e dall’ ipertensione; alcune nefropatie hanno una base genetica e un altro fattore di rischio di malattia renale è rappresentato dai farmaci.
In corso di malattia renale cronica la perdita di filtrato glomerulare nel tempo è variabile nelle diverse nefropatie ed è caratterizzata da rapide accentuazioni in corso di situazioni acute (ipovolemia, esposizione a farmaci nefrotossici) e da successive stabilizzazioni.
Il 25% delle nefropatie non sono progressive. Nefropatie croniche, come la nefropatia diabetica, si associano spesso a progressione veloce (caduta del filtrato glomerulare > 5-10 ml/min/anno).
Fattori favorenti la progressione della malattia renale cronica sono:
- diabete
- ipertensione arteriosa
- iperfiltrazione glomerulare e proteinuria
- fattori genetici: razza afroamericana (ridotta dotazione di nefroni sin dalla nascita), alcuni polimorfismi di geni legati al sistema renina-angiotensina
- sesso maschile (gli androgeni rendono il rene più suscettibile ad apoptosi e agli effetti lesivi dell’ angiotensina)
- fumo
- abuso di farmaci nefrotossici (FANS)
- esposizione a metalli pesanti.

63 di 112 Domande

Quale dei seguenti può essere un effetto collaterale dei diuretici tiazidici?














La risposta corretta e' la C
I diuretici tiazidici agiscono inibendo il simporto sodio-cloro nel tubulo contorto distale e sono così chiamati perché i primi farmaci di questa classe erano derivati della benzotiadiazina.
I diuretici tiazidici causano raramente effetti collaterali neurologici (come vertigini e cefalea), gastroenterici, ematologici e dermatologici (fotosensibilità e rash cutaneo).
Gli effetti collaterali più gravi dei diuretici tiazidici sono correlati ad anomalie del bilancio elettrolitico e comprendono: deplezione del volume extracellulare, ipotensione (risposta E errata), ipokaliemia (risposta D errata), iponatriemia, alcalosi metabolica, ipomagnesemia, ipercalcemia (risposta B errata) e iperuricemia. I diuretici tiazidici riducono anche la tolleranza al glucosio e un diabete mellito latente può manifestarsi durante la terapia.
I diuretici tiazidici possono anche determinare un aumento dei livelli plasmatici di colesterolo LDL, di colesterolo totale e di trigliceridi totali (risposta A errata).

64 di 112 Domande

Quale tra le seguenti patologie può complicarsi con la peritonite batterica spontanea?














La risposta corretta è la B.
La cirrosi epatica può complicarsi con la peritonite batterica spontanea (SBP), un'infezione del fluido ascitico senza un’evidente fonte infetta intra-addominale. Si verifica principalmente in pazienti con cirrosi avanzata e si manifesta solitamente con febbre, dolori addominali, alterazione dello stato mentale, diarrea, ileo-paralitico, ipotensione, ipotermia e anomalie di laboratorio, come leucocitosi, acidosi metabolica e azotemia elevata. La diagnosi è stabilita da una coltura batterica positiva del liquido ascitico, con un conteggio elevato di leucociti polimorfonucleati del fluido ascitico (PMN ? 250 cellule/mm3) e l'esclusione di cause secondarie di peritonite batterica. Un conteggio assoluto di PMN elevato è sufficiente ad effettuare una diagnosi presuntiva di peritonite batterica e iniziare la terapia empirica.

65 di 112 Domande

Quale delle seguenti manifestazioni è associata con minor probabilità alla fibrosi cistica?














La risposta corretta e' la E
La fibrosi cistica è una malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva causata da mutazione del gene CFTR presente sul braccio lungo del cromosoma 7; quest’ ultimo codifica per una proteina, anch’ essa detta CFTR, che funge da canale per il trasporto del cloro a livello della membrana cellulare. Ad oggi sono note più di 1500 mutazioni, tra le quali la più frequente è la mutazione F508del che comporta l’ assenza della fenilalanina in posizione 508.
Le mutazioni del gene CFTR causano la produzione di muchi e secrezioni particolarmente densi e viscosi con interessamento delle vie aeree, delle ghiandole sudoripare, del pancreas, del fegato, dell’ intestino e dei vasi deferenti testicolari.
Da un punto di vista clinico si manifesta caratteristicamente con ileo da meconio alla nascita, sintomi di mal digestione pancreatica (come steatorrea -risposta C errata-, riduzione della crescita, anemia, ipoalbuminemia), intussuscezione intestinale (risposta A errata), sintomi respiratori, in particolare tosse, sinusiti (risposta B errata), bronco-ostruzione, ippocratismo digitale (risposta D errata) e infezioni recidivanti che causano la gran parte della morbilità e della mortalità di questi pazienti, diabete dovuto principalmente a deficit della sintesi di insulina, osteoporosi e infertilità nel maschio.
Generalmente non si manifesta con destrocardia.

66 di 112 Domande

Ad un uomo di 22 anni – con linfoma non-Hodgkin che inizia la chemioterapia – viene prescritto allopurinolo come profilassi di quale condizione?














La risposta corretta e' la C
Entro poche ore dalla somministrazione del trattamento chemioterapico in pazienti con tumori a cinetica elevata, come i linfomi non Hodgkin, si può verificare la sindrome da lisi tumorale (SLT), ovvero un complesso di segni, sintomi e alterazioni laboratoristiche conseguenti alla massiva e sincrona immissione in circolo di sostanze normalmente contenute nel compartimento intracellulare.
Da un punto di vista laboratoristico la SLT si caratterizza per almeno due tra: iperuricemia (> 8 mg/dL), iperpotassiemia (> 6 mEq/dL), iperfosforemia (> 4,5 mg/dL), ipocalcemia (< 7 mg/dL). Mentre, da un punto di vista clinico, le principali complicanze comprendono: insufficienza renale, aritmie cardiache, convulsioni, morte improvvisa.
Il trattamento più efficace della SLT è la prevenzione: i pazienti a rischio per tale complicanza devono essere sottoposti ad adeguata idratazione prima dell’ inizio della chemioterapia, trattati con farmaci ipouricemizzanti anche in presenza di valori normali di uricemia e i livelli degli ioni plasmatici devono essere monitorati più volte al giorno, e prontamente corretti in caso compaiano squilibri elettroliti.
La prevenzione dell’ iperuricemia e della nefropatia da iperuricemia prevede la somministrazione di allopurinolo a dosi di almeno 300 mg/m2/die; sebbene sia un farmaco efficace nel prevenire l’ ulteriore sintesi di acido urico, il suo limite maggiore è legato all’ incapacità di rimuovere quello già accumulato.



67 di 112 Domande

La sindrome coronarica acuta non comprende:














La risposta corretta è la A.
La sindrome coronarica acuta non comprende l’ angina stabile. In particolare, le sindromi coronariche acute comprendono:
- l’ infarto del miocardio senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI) (risposta B errata);
- l’ infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) (risposta D errata);
- la morte improvvisa (risposta C errata);
- l’ angina instabile (risposta E errata).



68 di 112 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti l’ infezione da virus varicella-zoster è falsa?














La risposta corretta e' la A
Il VZV è un virus a DNA appartenente alla famiglia delle Herpesviridae, di cui l’ uomo è l’ unico serbatoio noto (risposta B errata).
Causa due distinte forme cliniche:
- la varicella, espressione dell’ infezione primaria e malattia esantematica tipicamente infantile e altamente contagiosa (risposta C errata), dal decorso clinico solitamente benigno, ma che può complicarsi con impetiginizzazione delle lesioni cutanee, atassia (risposta E errata), encefalite, polmonite (quest’ ultima, a differenza delle altre complicanze, maggiormente frequente nell’ adulto -risposta D errata-);
- l’ herpes zoster, tipico dell’ anziano o del paziente immunodepresso, che rappresenta la recidiva, di solito localizzata, dell’ infezione. Questa manifestazione clinica dell’ infezione è caratterizzata da un’ eruzione vescicolare a distribuzione dermatomerica, di solito monolaterale. Va sottolineato che le recidive non sono molto frequenti.

69 di 112 Domande

Uomo, 43 anni giunge al vostro ambulatorio per una visita di controllo. All’ esame obbiettivo, si riscontra P.A. 135/80, F.C. 85, T.C. 36 ° C. Anamnesi muta tranne per psoriasi. Quale tra le seguenti manifestazioni non si riscontra nell’ artropatia psoriasica?














La risposta corretta è la D.
L’ artrite psoriasica, un’ artrite infiammatoria che caratteristicamente si manifesta in individui affetti da psoriasi, fa parte delle spondiloartriti sieronegative, un gruppo eterogeneo di malattie articolari infiammatorie con negatività del fattore reumatoide.
L'artrite psoriasica insorge in circa il 30% dei pazienti con psoriasi. Il rischio è aumentato in pazienti con HLA-B27. Tale patologia è classificata in 5 forme:
- artrite delle articolazioni interfalangee distali (forma classica), caratterizzata da coinvolgimento prevalente delle articolazioni interfalangee distali; è in genere oligoarticolare e si associa a onicopatia (risposta E errata);
- oligoartrite asimmetrica infiammatoria, che interessa abitualmente le articolazioni interfalangee distali e prossimali con distribuzione asimmetrica; meno comunemente ginocchia, anche, polvi e caviglie; tipiche sono la dattilite e l’ entesite (risposta C errata);
- poliartrite simmetrica simile all’ AR, dalla quale si differenzia per il minor numero delle articolazioni colpite, negatività del fattore reumatoide, maggiore coinvolgimento della colonna; a volte, evolve in una forma grave mutilante, caratterizzata da acro-osteolisi delle falangi distali, che radiograficamente assumono il tipico aspetto a cannocchiale (risposta B errata);
- interessamento di tipo “ spondilitico” assiale (colonna e articolazioni sacroiliache), limitata alla colonna vertebrale;

70 di 112 Domande

Quale tra i seguenti è un marcatore di epatocarcinoma?














La risposta corretta e' la D
L'alfafetoproteina (AFP) è una glicoproteina prodotta soprattutto durante la vita fetale dal sacco vitellino e dal fegato; dopo la nascita, i livelli di alfafetoproteina cominciano a ridursi sensibilmente, sino a raggiungere, in circa 1-2 anni, i valori normali dell'adulto sano (inferiori a 10 ng/mL).
Al di fuori del periodo gestazionale, l’ alfafetoproteina è un marker tumorale, in particolare dell’ epatocarcinoma, ma anche di tumori del testicolo e dell’ ovaio.
I valori di alfafetoproteina possono aumentare anche in caso di altre epatopatie, come la cirrosi epatica e alcune epatiti.



71 di 112 Domande

Una grave acidosi metabolica scompensata si associa a:














La risposta corretta e' la A
La chetoacidosi diabetica è un esempio di grave acidosi metabolica scompensata e rappresenta una complicanza metabolica acuta caratteristica del diabete mellito di tipo 1 scompensato, seppure raramente osservabile anche nel diabete mellito di tipo 2 scompensato. Essa viene definita dalla presenza di iperglicemia (>250 mg/dl), acidosi metabolica (pH < 7,3; HCO3- < 15 mmol/l) e iperchetonemia (> 5 mmol/l) o rilievo di chetonuria su campione di urina analizzato mediante striscia reattiva.
I sintomi sono rappresentati da polidipsia, anoressia, astenia, crampi muscolari, nausea, vomito e addominalgia; i segni clinici sono poliuria, calo ponderale, tachicardia, ipotensione, respiro profondo e frequente, alito acetonico, ipotermia, cute secca e calda, grave disidratazione, ipotonia muscolare, iporeflessia, alterazione dello stato di coscienza fino al coma, addome trattabile o addome acuto o ileo paralitico.

72 di 112 Domande

In un paziente obeso diabetico di tipo 2, senza insufficienza renale, quale farmaco è di prima scelta in associazione ad un corretto regime alimentare?














La risposta corretta è la C.
In un paziente obeso con diabete di tipo 2, senza insufficienza renale, il farmaco di prima scelta è rappresentato dalla metformina, un farmaco ipoglicemizzante orale economico, facente parte della famiglia delle biguanidi, utilizzato nella terapia iniziale del diabete mellito di tipo 2. L’ efficacia di tale farmaco è potenziata dall’ esercizio fisico e da una alimentazione sana ed equilibrata. Tale farmaco determina una lieve riduzione ponderale, riduce i trigliceridi e gli acidi grassi circolanti, non causa ipoglicemia, e determina una riduzione del rischio cardiovascolare. La creatininemia deve essere attentamente valutata, essendo questo farmaco escreto dal rene: infatti, deve essere sospeso per valori di filtrato glomerulare < 30 ml/min/1,73m2 o in pazienti a rischio di insufficienza renale acuta. All’ opposto, secondo le linee guida, il pioglitazone, la glicazide, la liraglutide e l’ insulina non rappresentano un trattamento di prima linea, per tale paziente (risposte A, B, D ed E errate). Fonte: Standard Italiani per la cura del diabete mellito. Fonte: Standard Italiani per la cura del diabete mellito.

73 di 112 Domande

In un paziente in terapia con nitrati quale farmaco è controindicato?














La risposta corretta e' la B
I nitrati, insieme ai nitriti, sono parte dei derivati dell’ acido nitrico e sono fondamentalmente sorgenti esogene di NO. Il NO, attivando la guanilato-ciclasi, determina un aumento dei livelli di cGMP che attiva la PKG ed è in grado di modulare l’ attività delle fosfodiesterasi dei nucleotidi ciclici in vari tipi di cellule. Ciò comporta prevalentemente il rilassamento della muscolatura liscia dei vasi sanguigni, dei bronchi e del tratto gastrointestinale e l’ inibizione dell’ aggregazione piastrinica.
Nel paziente in trattamento con nitrati non possono assolutamente essere somministrati gli inibitori della 5-fosfodiesterasi (come il sildenafil per il trattamento della disfunzione erettile), poiché tale associazione potrebbe causa una grave ipotensione.
Infatti, inibendo la PDE5, si potenzia l’ accumulo di cGMP con effetti conseguenti del tutto sovrapponibili a quelli dei nitrati.

74 di 112 Domande

Le anemie da carenza di vitamina B12 presentano:














La risposta corretta e' la B
L’ esame emocromocitometrico di un paziente con anemia da carenza di vitamina B12 dimostra una riduzione del contenuto di emoglobina di entità minore rispetto alla diminuzione dei globuli rossi; una diminuzione del valore dell’ ematocrito, un aumento del MCV e del contenuto corpuscolare medio di emoglobina, mentre la concentrazione di emoglobina corpuscolare media è normale. Non si ha ipercromia, solamente i GR sono più grandi e quindi contengono più emoglobina, ma la sua concentrazione per ogni unità di volume di GR è normale. Si ha anemia perché è notevolmente diminuito il numero di GR.
Anche il numero di reticolociti risulta ridotto.
Quindi l’ anemia da carenza di vitamina B12 è un’ anemia macrocitica associata a livelli di reticolociti ridotti.

75 di 112 Domande

Cosa sono le incretine?














La risposta corretta e' la C
Le incretine sono ormoni peptidici, prodotti dal tratto gastroenterico, che regolano l’ omeostasi glucidica in risposta al pasto. L’ incretina GLP-1, prodotta dalle cellule L dell’ intestino tenue, stimola la biosintesi e la secrezione di insulina glicemia-dipendente, inibisce la secrezione di glucagone, inibisce lo svuotamento gastrico e, quindi, riduce l’ appetito. Dati preliminari suggeriscono, inoltre, un effetto trofico del GLP-1 sulla beta cellula, che potrebbe ritardarne la perdita di funzionalità .

76 di 112 Domande

Quale dei seguenti non è un fattore di rischio per carcinoma della mammella?














La risposta corretta e' la A
Il tumore della mammella rappresenta la prima causa di morte per tumore nelle donne.
Sono stati studiati diversi fattori di rischio associati ad esso tra cui fattori riproduttivi come menopausa tardiva (risposta C errata), menarca precoce (risposta E errata), nulliparità (risposta D errata) o mancato allattamento al seno, età , terapia ormonale sostitutiva, alcol, obesità , familiarità e soprattutto fattori genetici; tra questi ultimi mutazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2 (risposta B errata), p53, PTEN e ATM sono associati al rischio di sviluppare cancro della mammella.
L’ infezione da HPV non è un fattore di rischio per l’ insorgenza del tumore al seno.

77 di 112 Domande

Nelle mielodisplasie l’ anemia più frequentemente è :














La risposta corretta e' la E
Le sindromi mielodisplastiche sono un gruppo eterogeneo di malattie neoplastiche che derivano da alterazioni clonali acquisite della cellula staminale midollare emopoietica. Sono caratterizzate da emopoiesi inefficace con conseguente presenza di una o più citopenie nel sangue periferico, atipie morfologiche e funzionali di una o più linee cellulari mieloidi e rischio variabile di trasformazione in leucemia acuta.
Le sindromi mielodisplastiche si possono presentare con un ampio spettro di caratteristiche cliniche oltre che morfologiche e citogenetiche; l'anemia è in genere macrocitica con anisopoichilocitosi e valori di Hb < 10-11 mg/dl, punteggiature basofile citoplasmatiche e residui nucleari; frequente è Il riscontro di eritroblasti ortocromatici.

78 di 112 Domande

Nell’ ipertensione arteriosa da “ camice bianco” :














La risposta corretta è la C.
L’ ipertensione da camice bianco è caratterizzata dal costante rilievo in ambulatorio e/o in ospedale di valori pressori > 140/90 mmHg, laddove il paziente al di fuori dell’ ambulatorio presenta valori < 135/85 mmHg, quindi pone indicazione, vista la natura psicologica del disturbo, al monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa delle 24 ore.



79 di 112 Domande

Come giudicheresti un paziente che presenta l’ antigene HBs negativo, anticorpi anti-HBs positivi, anticorpi anti- HBc positivi, antigene HBe negativo, anticorpi anti-HBe positivi, transaminasi normali?














La risposta corretta e' la D
Per quanto riguarda le epatiti virali, si fa riferimento alla sierologia per poter comprendere se siamo di fronte ad un’ infezione e in che fase infettiva il paziente si trovi.
Nel caso di un paziente con sospetta epatite B, si parte analizzando le IgM anti HBc:
- se positive, siamo di fronte ad un’ infezione acuta;
- se negative, si procede con la valutazione dell’ HBsAg.
HBsAg può risultare:
- positivo, allora indica la presenza attuale del virus per cui bisognerà capire se l’ infezione ha causato danno epatico oppure no; per questo si valutano i livelli delle transaminasi in particolare di ALT;
- negativo, allora indica l’ assenza del virus tale per cui potrebbe trattarsi di:
1) un paziente vaccinato, se HBsAb risulta positivo, ma HBcAb risulta negativo
2) un paziente con infezione pregressa andata incontro a guarigione, se HBsAb e HBcAb risultano positivi
3) un paziente che non ha mai contratto l’ infezione da HBV, se HBsAb è negativo.
Quindi possiamo concludere che il paziente del caso clinico ha contratto l’ infezione da HBV, ma è guarito.



80 di 112 Domande

In quale delle seguenti patologie è tipico il reperto auscultatorio dei rantoli crepitanti “ a velcro” ?














La risposta corretta e' la B
La fibrosi polmonare, meglio definibile come pneumopatia infiltrativa diffusa (PID), rappresenta un gruppo eterogeneo di malattie polmonari. La maggioranza delle PID è idiopatica, ma alcune sono secondarie all’ esposizione ad agenti nocivi sia professionali che infettivi, o a patologie sistemiche nelle quali il coinvolgimento è solo parte di un quadro clinico più complesso. Cause di fibrosi polmonare sono: pneumoconiosi, sarcoidosi, tubercolosi, sclerodermia e altre malattie reumatologiche, assunzione di farmaci come l’ amiodarone, l’ esposizione a radiazioni ionizzanti, polmoniti da ipersensibilità , l’ esposizione a berillio, asbesto o cobalto, istiocitosi a cellule di Langherans.
Si tratta generalmente di una pneumopatia caratterizzata dalla proliferazione incontrollata dei fibroblasti e dall’ accumulo di matrice extracellulare che determina un sovvertimento irreversibile dell’ architettura polmonare.
La maggior parte dei pazienti riferisce tosse non produttiva e dispnea ingravescente presenti da diversi mesi. All’ auscultazione sono apprezzabili fini crepitii “ a velcro” teleinspiratori, bilaterali, più evidenti alle basi.
L’ RX del torace rivela riduzione dei volumi polmonari e la presenza di opacità reticolari bilaterali e periferiche prevalenti ai campi polmonari inferiori. Le prove di funzionalità respiratoria mostrano un quadro disventilatorio di tipo restrittivo. Il lavaggio broncoalveolare non evidenzia agenti infettivi. La biopsia transbronchiale dimostra microscopicamente estesa fibrosi interstiziale e residui spazi aerei rivestiti da epitelio bronchiale.

81 di 112 Domande

Nella polmonite acquisita in comunità :














La risposta corretta e' la E
La polmonite è il processo infiammatorio che interessa il parenchima polmonare, distalmente ai bronchioli terminali. Le più frequenti sono le polmoniti acquisite in comunità (CAP), ovvero contratte al di fuori dell’ ambiente ospedaliero, di cui l’ agente eziologico più frequente è lo Streptococcus pneumoniae, anche detto pneumococco.
Per quanto riguarda la terapia, un importante aspetto è dove trattare il paziente se al domicilio, in reparto di degenza ordinaria o in terapia intensiva. Tale decisione deve essere guidata da una valutazione delle preesistenti condizioni cliniche, dall’ identificazione di condizioni che compromettono il trattamento domiciliare, dalla valutazione del livello di gravità e dal giudizio clinico. Ad oggi la necessità di ricovero viene valutata con scale di stratificazione della gravità , tra le quali la più utilizzata è la CURB-65: questa scala prevede 5 parametri a ciascuno dei quali, se presente nel paziente, è attribuito 1 punto, per un punteggio massimo di 5
- confusione di nuova insorgenza;
- urea >7 mmol/l o BUN >19 mg/dl
- respiro >30 atti/min
- blood pressure: PAS < 90 mmHg o PAD <60 mmHg
- 65 anni di età o più .
Se il punteggio è pari a:
- 0-1: ospedalizzazione non indicata
- 2: breve ospedalizzazione ordinaria
- Pari o superiore a 3: ricovero (anche possibile TI).

82 di 112 Domande

Un uomo di 45 anni viene sottoposto a TC. In particolare, vengono riscontrate strie di Kerley. A cosa sono dovute le strie di Kerley?














La risposta corretta è la C.
Le strie di Kerley sono particolari opacità lineari visibili alla TC torace. Esistono 3 tipi di strie: A, B e C. Hanno significato clinico le linee di Kerley di tipo B, perpendicolari alla pleura, più corte di 2 cm, localizzate in sede basale e dovute ad inspessimento dei setti inter-lobulari da deposito di emosiderina, causato da un pregresso edema polmonare. Invece, le linee di Kerley A sono tralci profondi di tessuto connettivo e, come le C, non hanno significato clinico.

83 di 112 Domande

Paziente di 60 anni si presenta presso il PS del Policlinico, viene posta diagnosi di endocardite batterica. Quale, tra i seguenti, non fa parte dei criteri di Duke per l’ endocardite batterica?














La risposta corretta è la A.
Nella diagnosi di endocardite batterica, il fenomeno di Raynaud non fa parte dei criteri di Duke. A tal proposito di seguito si presentano tali criteri.
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84 di 112 Domande

Quale e' il target di INR in un paziente portatore di protesi valvolare mitralica meccanica?














La risposta corretta è la B.
Il target INR in un paziente portatore di protesi valvolare mitralica meccanica è tra 2,5 e 3,5. In particolare, le protesi valvolari cardiache possono essere distinte in due grandi categorie:
- biologiche, costituite da tessuti naturali con durata limitata nel tempo, che non richiedono anticoagulazione a vita;
- meccaniche, costituite da materiali resistenti con durata illimitata, che necessitano di anticoagulazione a vita, poiché il contatto tra il sangue e i materiali artificiali della valvola tende a provocare fenomeni trombo-embolici.
Fonte: Gestione attuale della terapia anticoagulante orale. Vittorio Pengo, Domenico Prisco, Sabino Iliceto.

85 di 112 Domande

Nell’ anemia da flogosi cronica o neoplasia la ferritina è :














La risposta corretta e' la C
L’ anemia delle malattie infiammatorie croniche è di riscontro abbastanza frequente, isolata o associata ad altre forme di anemia; essa si riscontra in pazienti portatori di neoplasie, infezioni croniche, malattie infiammatorie croniche. Si tratta di un’ anemia ipoproliferativa da lieve a moderata con iposideremia, transferrinemia ridotta, basso indice reticolocitario, aumento della protoporfirina delle emazie, depositi reticoloendoteliali di ferro (ferritina) normali o aumentati (il più delle volte), con assenza o notevole riduzione dei sideroblasti.

86 di 112 Domande

Secondo la classificazione K-DOQI (Kidney Disease Outcomes Quality Initiative) dell’ insufficienza renale cronica, un paziente è in III stadio se:














La risposta corretta e' la E
L’ insufficienza renale cronica viene oggi stadiata mediante la classificazione K-DOQI (Kidney Disease Outcomes Quality Initiative) che distingue 5 stadi di malattia:
- Stadio 1: filtrato glomerulare >90 ml/min/1,73 m2 s.c.; è caratterizzato dalla presenza di alterazioni renali biochimiche o morfologiche in assenza di riduzione del filtrato glomerulare;
- Stadio 2: filtrato glomerulare 60-89 ml/min/1,73 m2 s.c.; fanno parte di questo stadio i pazienti che allo stadio 1 presentavano alterazioni biochimiche o strutturali del rene con un’ iniziale riduzione del filtrato glomerulare, ma anche pazienti la cui riduzione del filtrato è dovuta o al fisiologico invecchiamento o all’ azione di patologie a lenta progressione;
- Stadio 3: filtrato glomerulare 30-59 ml/min/1,73 m2 s.c.; è caratterizzato da un maggiore rialzo dei valori di creatinina e urea. Può comparire un aumento lieve della fosforemia e dei livelli di paratormone (PTH). In questa fase iniziano a comparire alcune delle complicanze dell’ insufficienza renale, come l’ anemia e l’ ipertensione;
- Stadio 4: filtrato glomerulare 15-29 ml/min/1,73 m2 s.c.; in questo stadio si manifestano più compiutamente gli effetti dell’ insufficienza renale sui diversi apparati;
- Stadio 5: filtrato glomerulare <15 ml/min/1,73 m2 s.c.; stadio terminale della malattia che richiede terapia sostitutiva (dialisi).

87 di 112 Domande

La Capacita' Funzionale Residua (CFR) nel paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO):














La risposta corretta e' la C
La BPCO è una sindrome respiratoria complessa caratterizzata da ostruzione bronchiale non reversibile, che costituisce l’ alterazione funzionale respiratoria patognomonica della sindrome e che è dovuta in parte all'infiammazione e al rimodellamento delle vie aeree (bronchiolite) e in una parte alla perdita del ritorno elastico polmonare da distruzione del parenchima polmonare (enfisema).
L’ esame spirometrico permette di evidenziare il pattern respiratorio di tipo ostruttivo, dato da un indice di Tiffaneau (FEV1/CVF) <70%, irreversibile, poiché rimane tale anche dopo la somministrazione di un broncodilatatore. La capacità funzionale residua (CFR), ovvero il volume di gas presente nei polmoni e nelle vie aeree alla fine di un’ espirazione normale, risulta aumentata proprio a causa del pattern ostruttivo non reversibile che causa una riduzione del flusso d’ aria in uscita dai polmoni.

88 di 112 Domande

La chetoacidosi diabetica:














La risposta corretta è la E.
La chetoacidosi diabetica è dovuta alla eccessiva produzione di corpi chetonici, in risposta al deficit insulinico e all’ eccesso di glucagone. Rappresenta una complicanza metabolica acuta (risposta A errata), caratteristica del diabete mellito di tipo 1 scompensato (risposta B errata) e, raramente, del tipo 2 scompensato. I sintomi sono rappresentati da polidipsia, anoressia, astenia, crampi muscolari, nausea, vomito e addominalgia; i segni clinici sono poliuria, calo ponderale, tachicardia, ipotensione, respiro profondo e frequente, alito acetonico, ipotermia, cute secca e calda, grave disidratazione, ipotonia muscolare, ipo-reflessia, alterazione dello stato di coscienza fino al coma, addome trattabile o addome acuto o ileo paralitico (risposta D errata). Infine, la terapia consiste nell’ idratazione, nella somministrazione di insulina e nella correzione degli eventuali disordini elettrolitici (risposta C errata).

89 di 112 Domande

Nei pazienti affetti da malattia renale cronica l’ ecografia renale è indicata in presenza di:














La risposta corretta e' la E
Per malattia renale cronica si intende la presenza di alterazione del rene, documentate da almeno 3 mesi, di tipo funzionale o strutturale, anche in assenza di riduzione del filtrato glomerulare.
In corso di malattia renale cronica la perdita di filtrato glomerulare nel tempo è variabile nelle diverse nefropatie ed è caratterizzata da rapide accentuazioni in corso di situazioni acute (ipovolemia, esposizione a farmaci nefrotossici) e da successive stabilizzazioni.
Nel paziente affetto da malattia renale cronica è sempre indicata l’ esecuzione di:
- un esame urine
- un’ ecografia renale, dove si potrebbe riscontrare una riduzione delle dimensioni renali
- dosaggio della creatininemia
- stima del filtrato glomerulare.

90 di 112 Domande

Quale dei seguenti e' fattore di rischio per l’ osteoporosi?














La risposta corretta è la B.
L’ osteoporosi è una patologia sistemica caratterizzata da una riduzione quantitativa generalizzata della massa ossea e da alterazioni qualitative del tessuto osseo con diminuzione della componente minerale di calcio e fosforo. Tale patologia può essere primaria (osteoporosi post meno-pausale, senile, giovanile e osteogenesi imperfetta), oppure può essere secondaria a farmaci (corticosteroidi, eparina), malattie endocrine (ipertiroidismo, ipercortisolismo, diabete, ipogonadismo) e gastrointestinali (gastrectomia, celiachia, malattie infiammatorie dell’ intestino, sindromi da malassorbimento), immobilizzazione, BPCO, trapianto e artrite reumatoide. In particolare, rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di fratture tra cui le più frequenti sono le fratture di Colles, le fratture d’ anca e i crolli vertebrali. Infine, per valutare il rischio di frattura di un paziente con osteoporosi è stato sviluppato un algoritmo chiamato FRAX (risposte A, C, D ed E errate).

91 di 112 Domande

Quale e' la diagnosi piu' probabile in un paziente che lamenta pirosi, disfagia e rigurgito acido?














La risposta corretta è la E.
La diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico, con pirosi, disfagia e rigurgito acido, è la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), una condizione causata dall’ eccessivo reflusso spontaneo di contenuto gastrico in esofago. Fattori di rischio importanti per lo sviluppo sono rappresentati dall’ obesità , dal fumo di sigaretta, dal consumo di alcolici, dall’ ernia iatale e dai pasti grassi; inoltre, è nota una maggiore incidenza nelle donne in gravidanza. La MRGE si manifesta in maniera variabile; sintomi tipici sono la pirosi e il rigurgito: entrambi peggiorano dopo i pasti, inchinandosi o curvandosi in avanti o passando in clinostatismo. Possono essere presenti anche disfagia, dolore toracico non cardiaco, necessità di schiarirsi la voce, disfonia, raucedine, tosse cronica e stizzosa. La MRGE, inoltre, può causare complicanze come l’ esofagite da reflusso, stenosi esofagee, esofago di Barrett e adenocarcinoma.

92 di 112 Domande

Quale tra le seguenti non è una manifestazione clinica tipica del lupus eritematoso sistemico?














La risposta corretta e' la D
Il lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia infiammatoria su base autoimmune la cui patogenesi non è del tutto nota. Si caratterizza per anomalie immunologiche, in particolare per la produzione di anticorpi antinucleari.
Le manifestazioni cliniche possono interessare ogni organo e possono variare drasticamente da paziente a paziente. Il modello più comune è un insieme di disturbi costituzionali associati a coinvolgimento cutaneo, muscolo-scheletrico (risposta B errata), ematologico e sierologico, anche se alcuni pazienti hanno manifestazioni prevalentemente ematologiche, renali o del sistema nervoso centrale. Il decorso clinico del LES è molto variabile tra i pazienti e può essere caratterizzato da periodi di remissioni e di ricadute croniche o acute.
La diagnosi di LES viene posta se sono soddisfatti 4 dei criteri clinici ed immunologici con almeno 1 criterio clinico e 1 criterio immunologico, o se la biopsia renale è suggestiva di nefrite lupica associata a positività ANA o anti-dsDNA. I criteri clinici comprendono:
- Lupus cutaneo acuto con rash malare (risposta C errata), necrolisi epidermica tossica, rash indotto da fotosensibilità ;
- Lupus cutaneo cronico che comprende rash discoidale, lupus pernio, lupus mucosale, lupus ipertrofico e profondo;
- Ulcere orali;
- Alopecia non cicatriziale;
- Sinovite;
- Sierosite (risposta E errata);
- Interessamento renale (glomerulonefrite) (risposta A errata);
- Interessamento neurologico;
- Anemia emolitica;
- Leucopenia;
- Trombocitopenia <100.000/mm3.
I criteri immunologici invece sono:
- ANA;
- Anti-dsDNA;
- Anti-Sm;
- Anticorpi antifosfolipidi;
- Bassi livelli del complemento;
- Test di Coombs diretto positivo in assenza di anemia emolitica.
Tra le manifestazioni cliniche del LES, quindi, non compare la policitemia.



93 di 112 Domande

Uomo di 43, affetto da MEN1, mostra carcinoma midollare della tiroide, feocromocitoma, ganglioneuroma delle mucose e habitus marfanoide. A quale mutazione è attribuibile questa patologia:














La risposta corretta è la E.
La mutazione del gene che determina la produzione della Menina è caratteristica della MEN1. Al contrario, la neoplasia endocrina multipla di tipo 2B (MEN2B) è caratterizzata da carcinoma midollare della tiroide, feocromocitoma, ganglioneuroma delle mucose e habitus marfanoide. Il fenotipo della MEN2B è causato da un'unica mutazione nel codone 918 del dominio tirosin-chinasico del proto-oncogene RET (10q11.2) (risposta A errata). Infine, la mutazione del gene CDKN1B è caratteristica della MEN4 (risposta C, D ed E errate).​​​​​​​

94 di 112 Domande

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è caratterizzata da ostruzione cronica al flusso aereo espiratorio:














La risposta corretta e' la D
La BPCO è una sindrome respiratoria complessa caratterizzata da ostruzione bronchiale progressiva e mai completamente reversibile al flusso aereo espiratorio, il che costituisce l’ alterazione funzionale respiratoria patognomonica della sindrome e che è dovuta in parte all'infiammazione e al rimodellamento delle vie aeree (bronchiolite) e in una parte alla perdita del ritorno elastico polmonare da distruzione del parenchima polmonare (enfisema).
La presenza dell’ ostruzione bronchiale viene documentata all’ esame spirometrico da un indice di Tiffaneau (FEV1/CVF) <70%, irreversibile, poiché rimane tale anche dopo la somministrazione di un broncodilatatore. Questo sta ad indicare che, di tutta l’ aria mobilizzabile in una manovra espiratoria forzata e completa, meno del 70% viene mobilizzata nel primo secondo.

95 di 112 Domande

Quale delle seguenti condizioni non scatena l’ encefalopatia porto-sistemica in un soggetto affetto da cirrosi epatica?














La risposta corretta è la D.
Il “ prurigo” , termine utilizzato in dermatologia da più di duecento anni, indica una condizione clinica caratterizzata da prurito cronico e dalla presenza di papule, noduli o placche con distribuzione corporea simmetrica. Tale condizione non scatenata l’ encefalopatia porto-sistemica. Si distinguono 3 tipi di encefalopatie:
- tipo A, che insorge in corso di insufficienza epatica acuta (risposta E errata);
- tipo B, associata a by-pass porto-sistemico;
- tipo C, associata a cirrosi epatica.
Soprattutto nel caso di malattie epatiche croniche, l’ encefalopatia epatica è scatenata da un’ ulteriore causa precipitante come consumo di grandi quantità di proteine, emorragia gastrointestinale (risposta A errata), insufficienza renale, iponatriemia, ipokaliemia, droghe, farmaci, polmonite (risposta C errata), vomito (risposta B errata), infezione delle vie urinarie e numerose altre cause.



96 di 112 Domande

Quali delle seguenti affermazioni riguardo all’ insufficienza renale acuta parenchimale è falsa?














La risposta corretta e' la C
Convenzionalmente l’ IRA viene distinta sul piano fisiopatologico in forme pre-renali, renali e post-renali.
L’ IRA renale, anche detta parenchimale, è determinata da un insulto renale che esita in un danno anatomico strutturale (danno renale acuto); tale insulto può essere ischemico (risposta A errata), nefrotossico (risposta B errata), infiammatorio/infettivo.
Anche se presente nella maggior parte dei casi, l’ oliguria non è la regola poiché l’ IRA renale può manifestarsi anche con una fase poliurica (risposta D errata); inoltre, si possono manifestare anche disturbi idro-elettrolitici (risposta E errata).
Nelle forme parenchimali, una glomerulonefrite extracapillare documentata biopticamente è suscettibile di una rapida risoluzione se la componente cellulare infiltrativa risulta sensibile a forti dosi di steroidi endovena eventualmente associate a immunosoppressori; per contro la necrosi tubulare acuta non ha una terapia diretta se non l’ allontanamento delle cause di ischemia e nefrotossicità .
In ogni caso, in tutte le forme di IRA la tempestività nella rimozione delle cause è fondamentale per limitarne la gravità e agevolarne il recupero funzionale. La ripresa della funzione renale è in genere segnalata da una ripresa della diuresi, che può precedere anche di diversi giorni la riduzione dei livelli di azotemia e creatininemia.



97 di 112 Domande

In quale delle seguenti condizioni sono tipiche le afte orali e genitali?














La risposta corretta e' la A
La malattia di Behcet è una patologia infiammatoria sistemica caratterizzata, primariamente, dalla comparsa di ulcere orali e genitali e da infiammazione oculare. A queste manifestazioni si associa un’ ampia gamma di manifestazioni d’ organo, di gravità variabile. Questa patologia è considerata abitualmente una vasculite sistemica; sebbene l’ infiammazione possa colpire potenzialmente i vasi di ogni calibro, l’ interessamento macrovascolare è clinicamente evidente solo in una minoranza di pazienti.
Il decorso della malattia di Behcet è caratterizzato da attacchi ricorrenti di episodi infiammatori acuti più che da un andamento cronico progressivo.
Le manifestazioni più frequenti e caratteristiche sono quelle mucocutanee: infatti la stomatite aftosa ricorrente è un segno comune di presentazione e si osserva praticamente in tutti i pazienti con malattia di Behcet. Le lesioni tipiche sono ulcere orali superficiali e dolorose su gengive, lingua e mucosa buccale o labiale, con bordo netto e arrossato e un fondo coperto da pseudomembrana giallognola; le lesioni guariscono di solito in una decina di giorni senza lasciare cicatrici. Le ulcere genitali sono meno frequenti di quelle orali, ma più specifiche di morbo di Behcet; sono simili alle ulcere orali, ma più profonde e con bordi irregolari. Si localizzano nel maschio a livello dello scroto, nella femmina a livello delle grandi e piccole labbra. Le lesioni sono dolorose e le più grandi possono residuare in cicatrici.



98 di 112 Domande

Quale e' il meccanismo per cui un paziente gastrectomizzato puo' sviluppare anemia megaloblastica?














La risposta corretta e' la B
Si definisce anemia megaloblastica un’ anemia caratterizzata da eritroblasti anomali nel midollo osseo, detti megaloblasti, e da eritrociti nel sangue periferico con un aumento del MCV e del contenuto corpuscolare medio di emoglobina, mentre la concentrazione di emoglobina corpuscolare media è normale.
Un’ anemia megaloblastica è determinata da un difetto della sintesi del DNA conseguente alla carenza di vitamina B12 o di folati.
- In caso di anemia da carenza di vitamina B12, la causa più frequente di tale deficit è il malassorbimento, che può verificarsi in una serie di condizioni morbose:
In caso di alterazioni quantitative o qualitative del fattore intrinseco: anemia perniciosa, gastrectomia;
- Nelle malattie intestinali accompagnate da malassorbimento o in alterazioni intestinali anatomiche;
- Per consumo della vitamina B12 da parte di microrganismi o parassiti intestinali.
Per quanto riguarda la carenza di acido folico, l’ insufficiente apporto dietetico si verifica in alcune tipologie di individui come gli anziani, gli alcolisti, i vegani o vegetariani; il malassorbimento è la causa più frequente, dovuto a patologie già citate per quanto riguarda il malassorbimento della B12.

99 di 112 Domande

Quali tra questi farmaci non è indicato per la terapia della tubercolosi da Mycobacterium tubercolosis?














La risposta corretta e' la E
La tubercolosi (TBC) è una malattia infettiva e contagiosa causata da micobatteri appartenenti al Mycobacterium tubercolosis complex. Nella maggior parte dei casi la malattia interessa i polmoni, ma può localizzarsi in numerosi altri organi, tra i quali i linfonodi, il rene, l’ apparato scheletrico, le meningi e l’ apparato genitale.
La terapia della tubercolosi è basata sull’ impiego di farmaci antitubercolari che sono:
- Rifampicina, si lega alla subunità beta della RNA polimerasi DNA-dipendente formando un complesso farmaco-enzima stabile che impedisce la formazione della catena nella sintesi dell’ RNA (risposta A errata);
- Isoniazide, inibisce la sintesi della parete cellulare e degli acidi nucleici (risposta D errata);
- Pirazinamide, inibisce la traduzione dell’ RNA (risposta C errata);
- Etambutolo, inibisce l’ assemblaggio della parete cellulare del micobatterio (risposta B errata);
- Streptomicina, inibisce la sintesi proteica.
La clindamicina non è indicata per il trattamento della TBC.

100 di 112 Domande

Nella misurazione della pressione arteriosa (PA) in ambulatorio, bisogna:














La risposta corretta è la A.
Per la misurazione della pressione arteriosa in ambulatorio è necessario:
- effettuare rilevazioni ripetute per migliorare l’ accuratezza in pazienti con aritmie, come la fibrillazione atriale;
- consentire ai pazienti di sedersi per 3-5 minuti prima di iniziare le misurazioni;
- rilevare almeno due misurazioni, in posizione seduta, distanziate tra loro da 1-2 min.; effettuare ulteriori rilevazioni se le prime due sono molto diverse;
- usare un bracciale di dimensioni standard (12-13 cm di altezza e 35 cm di
lunghezza), ma disporre di bracciali più grandi o più piccoli nel caso rispettivamente di soggetti obesi o magri.



101 di 112 Domande

Quale delle seguenti caratteristiche non è tipica del cancroide?














La risposta corretta e' la B
Il cancroide è una malattia venerea determinata da Haemophilus ducreyi (risposta E errata), un batterio Gram-. Dopo 3-7 giorni di incubazione, si sviluppano delle papule dolorose (risposta C errata) che rapidamente si rompono ed evolvono in ulcere superficiali e dolorose con margini irregolari (risposta D errata); si associa linfoadenomegalia inguinale dolorosa (risposta A errata).
La terapia va iniziata immediatamente, senza attendere i risultati delle colture. Si può somministrare uno tra i seguenti trattamenti:
- Singola dose di azitromicina 1g per os o ceftriaxone 250 mg im
- Eritromicina 500 mg per os 4 vv/die per 7 die
- Ciprofloxacina 500 mg per os 2 vv/die per 3 die.

102 di 112 Domande

Consiglierebbe un vaccino anti-influenzale a un paziente in corso di trattamento con farmaci immunosoppressori?














La risposta corretta e' la C
I pazienti affetti da malattie ematologiche (leucemie, linfomi), immunodeficienze acquisite di origine virale (infezione da HIV), o sottoposti a trattamenti con cortisonici (asma, malattie autoimmuni ecc.), chemioterapici (neoplasie) o terapie immunodepressive (trapiantati) possono non avere una risposta immunitaria valida alla somministrazione di vaccini. Questi pazienti possono ricevere senza pregiudizio per la salute vaccini ottenuti da microrganismi (virus, batteri) uccisi, da anatossine, da costituenti dei batteri o dei virus o immunoglobuline. Al contrario non dovrebbero ricevere vaccini contenenti organismi ancora vitali anche se attenuati nella loro virulenza.
Il vaccino antiinfluenzale è disponibile in due versioni:
- Vaccino inattivato iniettabile: somministrabile per iniezione, è composto da virus ucciso, completamente innocuo per l’ organismo, ma in grado di suscitare una risposta immunologica. È sempre somministrabile nei pazienti immunodepressi;
- Vaccino attenuato assunto tramite spray nasale: composto da frammenti di virus vivo ma indebolito, è impiegato molto meno frequentemente e si preferisce non somministrarlo nei pazienti immunodepressi.

103 di 112 Domande

In un paziente con pregresso infarto del miocardio, in terapia con beta-bloccante, è appropriata la prescrizione di ACE-inibitore?














La risposta corretta è la A.
Il paziente del caso clinico affetto da cardiomiopatia ischemica, in trattamento con beta-bloccante, può essere trattato anche con l’ associazione ad ACE-inibitore. Infatti, tale contemporanea somministrazione ha dimostrato di migliorare la funzionalità ventricolare, ridurre la morbilità e la mortalità . 
Fonte: ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure: The Task Force for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure of the European Society of Cardiology (ESC).​​​​​​​

104 di 112 Domande

Quale raccomandazione deve essere fornita a una donna di 27 anni che inizia terapia con il litio?














La risposta corretta e' la D
Il litio è il farmaco cardine nel trattamento del disturbo bipolare e della mania. Tra gli effetti collaterali vi sono: tremore posturale alle mani, incoordinazione, atassia, aumento di peso, poliuria e polidipsia compensatoria, anomalie benigne e reversibili all’ ECG.
Per quanto riguarda la gravidanza e l’ allattamento, il litio è inserito nella gravità di rischio D e si raccomanda a pazienti in età fertile in terapia con il litio di evitare gravidanze. La somministrazione di litio durante le prime fasi della gravidanza può essere associata a un aumento dell’ incidenza di anomalie cardiovascolari nel neonato, in particolare la malformazione di Ebstein; l’ esposizione del feto al litio può anche comportare la comparsa di gozzo, depressione del SNC, ipotonia (sindrome del floppy baby) e soffio cardiaco. Inoltre, durante la gravidanza la somministrazione di litio può aggravare la poliuria materna.

105 di 112 Domande

Quale fra questi reperti di laboratorio non è presente in un’ anemia ferro carenziale?














La risposta corretta e' la B
L’ anemia sideropenica è un’ anemia (risposta D errata) microcitica ipocromica con sideremia e ferritinemia ridotte (risposte A e C errate) e un aumento della TIBC (risposta E errata); spesso si associa la piastrinosi poiché i precursori che non evolvono in eritrociti, evolvono in megacariociti e quindi in piastrine.
Essendo un’ anemia microcitica l’ MCV risulterà ridotto e non aumentato.

106 di 112 Domande

Nella scala analgesica dell’ OMS quali farmaci analgesici del dolore non oncologico sono previsti al primo gradino?














La risposta corretta e' la A
Il controllo del dolore è un aspetto importante in qualsiasi intervento terapeutico e non riuscire a controllare adeguatamente il dolore può avere importanti conseguenze negative sulle funzioni fisiologiche, come un’ iperattività autonoma (aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, soppressione della motilità GI, riduzione delle secrezioni), una ridotta mobilità e un’ alterazione negativa dello stato psicologico.
L’ OMS ha elaborato una scala a tre gradini indirizzata al trattamento del dolore oncologico e del dolore cronico non oncologico per incoraggiare l’ uso a terapie più conservative prima di iniziare il trattamento con oppioidi:
- Step 1: dolore da lieve a moderato -> farmaco non oppioide ± agente adiuvante
- È consigliato l’ utilizzo di paracetamolo o di un FANS, a meno di controindicazioni. Gli agenti adiuvanti sono quelli che potenziano l’ efficacia analgesica, contrastano i sintomi concomitanti che esacerbano il dolore e/o hanno un’ attività analgesica indipendente per tipi particolari di dolore;
- Step 2: dolore da lieve a moderato o dolore non controllato dolo lo step 1 -> oppioide a breve durata d’ azione secondo necessità ± farmaco non oppioide distribuito nelle 24 ore ± agente adiuvante
- Morfina, ossicodone o idromorfone dovrebbero essere aggiunti al paracetamolo o a un FANS per ottenere la massima flessibilità della dose di oppioidi;
- Step 3: dolore da moderato a grave o dolore non controllato dopo lo step 2 -> oppioide a lunga durata d’ azione a rilascio prolungato distribuito nelle 24 ore o per infusione continua + oppioide a breve durata d’ azione secondo necessità ± farmaco non oppioide ± agente adiuvante
- Sono indicati ossicodone, morfina od ossimorfone a rilascio prolungato o fentanil transdermico.
 

107 di 112 Domande

In una donna diabetica di 78 anni con disuria, pollachiuria e dolore sovrapubico, apiretica e con urinocoltura positiva per Escherichia coli, quale farmaco prescriveresti come prima scelta?














La risposta corretta e' la B
La cistite non complicata è una forma di infezione delle basse vie urinarie che tende a manifestarsi con sintomi irritativi minzionali (disuria, pollachiuria, minzione imperiosa o dolorosa) che possono associarsi a tenesmo vescicale e dolore sovrapubico.
Le urine sono torbide e talvolta può essere presente macroematuria; all’ esame obiettivo la palpazione dell’ area sovrapubica suscita una risposta dolorosa.
In questi casi la diagnosi si basa principalmente su un’ attenta anamnesi e su un accurato esame obiettivo, sulla base dei quali può essere intrapresa la terapia. I farmaci di prima scelta sono la fosfomicina trometamolo, la pivmicellamina e la nitrofurantoina macrocristalli; in alternativa possono essere utilizzati fluorochinolonici, trimetoprim o l’ associazione trimetoprim + sulfametossazolo.
In caso di urinocoltura positiva per E. coli, la terapia di prima scelta è ciprofloxacina per via orale per 5 giorni.

108 di 112 Domande

Quale tra questi e' l’ effetto collaterale piu' frequente delle sulfaniluree?














La risposta corretta e' la D
I farmaci anti-iperglicemici orali sono distinti in 4 categorie, ovvero farmaci che stimolano la secrezione insulinica, farmaci che aumentano l’ azione dell’ insulina, farmaci che interferiscono con l’ assorbimento intestinale di glucosio e farmaci che ne favoriscono l’ escrezione renale.
Tra i farmaci che stimolano la secrezione insulinica vi sono le sulfaniluree. Le sulfaniluree sono efficaci nel migliorare il compenso glicemico (riduzione 1-1,5% della HbA1c), ma causano aumento del peso corporeo e rischio di ipoglicemia. Legandosi a un recettore sito sulla cellula β, stimolano il rilascio di insulina, quindi sono indicate solamente nei pazienti con residua funzionalità β cellulare e hanno ridotta efficacia nel diabete in fase avanzata.
Poiché riducono non solo la glicemia postprandiale ma anche quella basale, espongono il paziente a rischio di ipoglicemia. Per ridurre tale rischio occorre iniziare la terapia a basse dosi e aumentare la posologia gradualmente. Età avanzata, pasto ritardato o mancato, esercizio fisico, abuso alcolico, uso di farmaci a lunga durata d’ azione o a elevato dosaggio espongono ad aumentato rischio di crisi ipoglicemiche.

109 di 112 Domande

Nel paziente anziano fragile l’ ospedalizzazione:














La risposta corretta e' la A
Per anziano fragile si intende un individuo di età avanzata o molto avanzata, affetto da multiple patologie croniche, clinicamente instabile, frequentemente disabile, spesso con coesistenti problematiche di tipo socio-economico, tra le quali soprattutto solitudine e povertà .
I fattori che contribuiscono a definire la fragilità dell’ anziano sono molteplici e di diversa natura:
- Comorbilità grave
- Invecchiamento avanzato con conseguente labilità omeostatica
- Alimentazione incongrua
- Polifarmacoterapia complessa
- Stato socio-ambientale critico
- Rischio o presenza di dipendenza funzionale
- Abuso alcolico o di fumo
- Povertà , sedentarietà e solitudine
- Alto rischio di ospedalizzazione
- Istituzionalizzazione.
A ragione di ciò , è chiaro che un evento patologico acuto e l’ ospedalizzazione sono fattori di rischio per esiti avversi e ulteriore peggioramento della condizione clinica del paziente.



110 di 112 Domande

Il dolore cronico nel malato oncologico può essere dovuto a:














La risposta corretta e' la E
Non tutti i pazienti oncologici lamentano dolore, ma nelle fasi avanzate di malattia diventa un sintomo più frequente, interessando dal 70 al 90% dei pazienti. Il dolore oncologico può essere acuto, se ad esempio è dovuto alle conseguenze immediate di un intervento, o cronico se persiste per mesi, caratterizzato da fluttuazioni dell’ intensità .
A seconda della causa che lo provoca, il dolore oncologico può essere avvertito con puntorio, profondo, sordo, pulsante, crampiforme.
Il dolore oncologico può essere dovuto sia alla malattia in sé che ai suoi trattamenti. La massa tumorale può causare dolore ostruendo visceri, comprimendo o infiltrando il tessuto nervoso, ossa, articolazioni o altri tessuti innervati; per quanto riguarda i trattamenti, il dolore può essere post operatorio (dovuto anche a formazione di aderenze o a lesioni nervose), insorgere in seguito a radioterapia (che determina arrossamento, infiammazione, irritazione e ustione) o in seguito a chemioterapia (alcuni farmaci causano bruciore e parestesie nella sede di iniezione oppure determinano numerosi effetti collaterali, sia locali che sistemici).



111 di 112 Domande

In quali pazienti la restrizione proteica riduce la progressione della malattia renale cronica?














La risposta corretta e' la C
Per malattia renale cronica si intende la presenza di alterazione del rene, documentate da almeno 3 mesi, di tipo funzionale o strutturale, anche in assenza di riduzione del filtrato glomerulare.
Per quanto riguarda il trattamento della malattia renale cronica, molte importante è la terapia nutrizionale, volta al controllo dell’ apporto di proteine, fosforo e sale; non solo si presta attenzione alle quantità , ma anche al tipo di proteine e lipidi introdotti.
La terapia nutrizionale prevede diversi livelli di restrizione proteica, a seconda dello stadio di gravità dell’ insufficienza renale, e ciò si associa anche alla riduzione dell’ apporto di potassio, azoto, fosforo e sale. Essendo diete ipofosforiche, oltre che ipoproteiche, il contenuto di calcio è generalmente basso per cui se ne richiede la supplementazione.
Tuttavia, si è visto che risultati effettivi di rallentamento della progressione della malattia si ottengono prevalentemente nei pazienti nefropatici non diabetici.

112 di 112 Domande

Cosa caratterizza la riacutizzazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)?














La risposta corretta e' la C
I pazienti affetti da BPCO vanno incontro a ricorrenti episodi di riacutizzazione della sintomatologia respiratoria, caratterizzati da aumento di dispnea e/o tosse ed escreato produttivo. Questi eventi, nella maggior parte dei casi causati da infezioni respiratorie virali e/o batteriche e/o esposizione acuta a inquinanti, hanno un esordio acuto o subacuto e richiedono l’ uso di farmaci broncodilatatori e, spesso, di steroidi sistemici e/o antibiotici, in aggiunta alla terapia in corso.
I pazienti con BPCO che vanno incontro a frequenti riacutizzazioni sono circa il 20-30%. In questi pazienti, l’ incidenza delle riacutizzazioni è di circa un episodio per anno, con frequenza minore nei pazienti con BPCO lieve e maggiore nei pazienti con BPCO grave. Le riacutizzazioni hanno un importante impatto sulla qualità di vita e sulla prognosi di questi pazienti; la regressione della sintomatologia e delle alterazioni funzionali richiede da diversi giorni a settimane e alcuni peggiorano il loro stato funzionale precedente la riacutizzazione.

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