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1 di 64 Domande

Un numero intero tale che la differenza tra il suo quadrato e i 3/2 del numero stesso sia uguale a 52 è:














La risposta corretta è la E
Un numero intero tale che la differenza tra il suo quadrato e i 3/2 del numero stesso sia uguale a 52 è 8. Per risolvere il problema, si parte dall'equazione x² - (3/2)x = 52, dove x è il numero intero da trovare. Moltiplicando tutta l'equazione per 2 per eliminare il denominatore, otteniamo 2x² - 3x = 104. Portando tutto a sinistra, si ha 2x² - 3x - 104 = 0, un'equazione quadratica nella forma ax² + bx + c = 0 con a = 2, b = -3 e c = -104. Utilizzando la formula risolutiva per le equazioni quadratiche, x = [-b ± ?(b² - 4ac)]/(2a), calcoliamo il discriminante: b² - 4ac = (-3)² - 4(2)(-104) = 9 + 832 = 841. Poiché il discriminante è un quadrato perfetto (29²), l'equazione ha soluzioni intere. Calcoliamo x = [3 ± 29]/4, ottenendo x = 8 e x = -13/2. Poiché stiamo cercando un numero intero, la soluzione valida è x = 8.

2 di 64 Domande

Un valore negativo della variazione di energia libera indica che la reazione è:














La risposta corretta è la E
Un valore negativo della variazione di energia libera indica che la reazione è spontanea. La variazione di energia libera di Gibbs, rappresentata come ?G, è un parametro termodinamico che predice la spontaneità di una reazione chimica a temperatura e pressione costanti. Se ?G è negativo, la reazione rilascia energia libera, il che significa che avviene spontaneamente, senza bisogno di un apporto energetico esterno. Questo avviene perché l'energia libera dei prodotti è inferiore a quella dei reagenti, portando a un aumento dell'entropia totale dell'universo, che è il criterio fondamentale per la spontaneità secondo la seconda legge della termodinamica. Al contrario, un valore positivo di ?G indicherebbe una reazione non spontanea, mentre un valore di zero suggerirebbe che il sistema è in equilibrio.

3 di 64 Domande

Il calice ottico, cornea e cristallino derivano da:














La risposta corretta e' la '

Ectoderma

'.


4 di 64 Domande

Nell'uomo si ha identità genotipica:














La risposta corretta e' la '

tra gemelli monozigotici

'.


5 di 64 Domande

È sicuramente una malattia genetica:














La risposta corretta e' la '

l'emofilia

'.


6 di 64 Domande

Il valore massimo del numero di ossidazione del cloro è:














La risposta corretta è la E
Il valore massimo del numero di ossidazione del cloro è +7. Questo valore si verifica quando il cloro è legato in modo tale da perdere il massimo numero possibile di elettroni, raggiungendo così il suo stato di ossidazione più elevato. Nel caso del cloro, che ha un numero atomico di 17, la sua configurazione elettronica è [Ne] 3s² 3p?. Ciò significa che il cloro ha sette elettroni nel suo guscio di valenza e può teoricamente cedere tutti questi elettroni per raggiungere uno stato di ossidazione di +7. Un esempio di composto in cui il cloro assume questo numero di ossidazione è il perclorato, ClO??, in cui il cloro è legato a quattro atomi di ossigeno altamente elettronegativi, che stabilizzano il cloro nello stato di ossidazione massimo attraverso il trasferimento di elettroni.

7 di 64 Domande

x ed y sono due numeri reali positivi tali che y<x. Di conseguenza:














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di determinare la relazione tra x/y dato che x ed y sono numeri reali positivi con y

8 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 64 Domande

Il Caenorhabditis elegans, un piccolo verme, molto studiato per il fenomeno dell'apoptosi, è costituito da un numero costante di cellule somatiche: 1090. Esse derivano tutte da un unico zigote che si divide mediante successive:














La risposta corretta e' la '

mitosi

'.


10 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

11 di 64 Domande

L'anemia falciforme è una malattia genetica causata da una mutazione:














La risposta corretta e' la '

puntiforme autosomica che determina la sostituzione della valina con l'acido glutammico in una catena beta dell'emoglobina

'.


12 di 64 Domande

Quanti grammi di H2SO4 (P.M. = 98 u.m.a.) sono contenuti in 250 ml di una soluzione acquosa 2 M di H2SO4?














La risposta corretta e' la '

49 g

'.


13 di 64 Domande

Il codice genetico è definito degenere o anche ridondante perchè:














La risposta corretta e' la '

Un amminoacido può essere codificato da più codoni

'.


14 di 64 Domande

In quale dei seguenti ambiti NON trova applicazione la tecnica della reazione a catena della polimerasi (PCR)?














La risposta corretta è la A
In quale dei seguenti ambiti NON trova applicazione la tecnica della reazione a catena della polimerasi (PCR)? Dosaggi ormonali. La PCR amplifica acidi nucleici (DNA/RNA) e serve a rilevare o quantificare sequenze genetiche; gli ormoni, invece, sono piccole molecole steroidee o peptidiche/proteiche prive di acidi nucleici, quindi non sono bersagli della PCR. La misurazione dei livelli ormonali in siero o plasma richiede immunodosaggi (ELISA, chemiluminescenza, RIA) o spettrometria di massa, che riconoscono epitopi proteici o masse molecolari. Anche quando si usa RT-qPCR per valutare l’espressione dei geni ormonali, si quantifica l’mRNA tissutale e non la concentrazione dell’ormone circolante. Al contrario, la PCR è indicata per diagnosi di infezioni, studi di genotipo e oncologia molecolare, dove il bersaglio è materiale genetico. Pertanto i dosaggi ormonali sono correttamente l’ambito in cui la PCR non trova applicazione.

15 di 64 Domande

Durante la fase aerobica della respirazione cellulare, la demolizione del glucosio rilascia diossido di carbonio. Per ogni molecola di glucosio, quante molecole di diossido di carbonio vengono rilasciate rispettivamente nella decarbossilazione ossidativa del piruvato (L) e nel ciclo di Krebs (K)?














La risposta corretta e' la '

L=2  ;K=4

'.


16 di 64 Domande

Se: ​​​​​​​

yy+jk + Ee

ZZ=4

yy=jK-2

allora jK è uguale a:














La risposta corretta e' la '

3

'.


17 di 64 Domande

Valutare le seguenti affermazioni: la struttura primaria di una proteina e' determinata da: (A)legami a idrogeno; (B)legami covalenti; (C)interazioni idrofobiche; (D)legami disolfuro; (E)forze di Van der Waals. UNA SOLA delle seguenti opzioni e' giusta: quale? La struttura primaria di una proteina e' determinata da legami:














La risposta corretta e' la '

di tipo B

'.


18 di 64 Domande

Quale delle seguenti unita' di misura NON si riferisce all'energia?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale delle seguenti unità di misura non si riferisce all'energia, e la risposta corretta è Newton. Il Newton è un'unità di misura della forza nel Sistema Internazionale, definita come la quantità di forza necessaria per imprimere un'accelerazione di un metro al secondo quadrato a un corpo con una massa di un chilogrammo. Le unità di misura dell'energia, invece, includono il joule, l'elettronvolt, e il kilowattora, tutte quantificano la capacità di compiere lavoro o trasferire calore. L'energia è una grandezza scalare e viene spesso espressa in joule nel Sistema Internazionale, mentre il Newton, essendo un'unità di forza, è una grandezza vettoriale. Questa distinzione tra forza ed energia è fondamentale nella fisica, poiché la forza è un'interazione che può causare il movimento di un oggetto, mentre l'energia è una misura della capacità di un sistema di svolgere lavoro.

19 di 64 Domande

In un liquido in condizioni statiche la pressione idrostatica dipende da varie grandezze. Tuttavia essa NON dipende:














La risposta corretta è la A
In un liquido in condizioni statiche la pressione idrostatica dipende da varie grandezze, tuttavia essa NON dipende dalla viscosità del liquido. La pressione idrostatica in un fluido statico è determinata principalmente dalla densità del liquido, dalla gravità e dalla profondità del punto considerato nel fluido. Questi fattori sono espressi nella formula \( P = \rho gh \), dove \( P \) è la pressione, \( \rho \) è la densità del liquido, \( g \) è l'accelerazione di gravità e \( h \) è l'altezza della colonna di liquido sopra il punto in questione. La viscosità, invece, è una misura della resistenza del fluido allo scorrimento e non influisce sulla pressione esercitata da un fluido in condizioni di equilibrio statico. Pertanto, mentre la viscosità è un fattore importante nella dinamica dei fluidi in movimento, non ha alcun ruolo nella determinazione della pressione idrostatica in un liquido statico.

20 di 64 Domande

Se i tre angoli di un triangolo sono eguali ai tre angoli di un secondo triangolo, i due triangoli sono:














La risposta corretta è la D
La domanda è: "Se i tre angoli di un triangolo sono eguali ai tre angoli di un secondo triangolo, i due triangoli sono: Sempre simili." I triangoli sono considerati simili quando hanno gli stessi angoli, indipendentemente dalla lunghezza dei lati. Questo principio si basa sul criterio di similitudine per i triangoli, noto come criterio AA (Angolo-Angolo), che afferma che se due angoli di un triangolo sono congruenti a due angoli di un altro triangolo, allora i triangoli sono simili. La similitudine implica che i lati corrispondenti dei triangoli sono proporzionali, ma non necessariamente della stessa lunghezza. Questo significa che, pur avendo forme identiche, i triangoli possono differire in scala. La proprietà di avere angoli congruenti garantisce che i triangoli abbiano la stessa forma geometrica, confermando che sono sempre simili.

21 di 64 Domande

Quanti elettroni, protoni e neutroni ha, nell'ordine, lo ione H- ?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quanti elettroni, protoni e neutroni ha, nell'ordine, lo ione H?, e la risposta corretta è "2 1 0". Lo ione H? è un atomo di idrogeno che ha acquisito un elettrone in più rispetto al suo stato neutro. Un atomo di idrogeno neutro possiede un protone e un elettrone. Quando l'idrogeno acquista un ulteriore elettrone, diventa uno ione H?, con un totale di due elettroni. Tuttavia, l'idrogeno ha un numero di massa pari a 1, il che significa che non ha neutroni nel suo nucleo. Pertanto, lo ione H? ha due elettroni, un protone e zero neutroni, confermando che la risposta "2 1 0" è corretta.

22 di 64 Domande

Diminuendo del 10% la lunghezza del lato di un quadrato, l'area del quadrato che si ottiene diminuisce del ......














La risposta corretta è la D
Diminuendo del 10% la lunghezza del lato di un quadrato, l'area del quadrato che si ottiene diminuisce del 19%. Quando si riduce la lunghezza del lato di un quadrato del 10%, il nuovo lato diventa il 90% del lato originale, ovvero 0,9 volte il lato iniziale. Poiché l'area di un quadrato è calcolata elevando al quadrato la lunghezza del lato, l'area del nuovo quadrato sarà (0,9l)², dove l è il lato originale. Questo calcolo porta a 0,81l², che rappresenta l'81% dell'area originale l². Pertanto, l'area diminuisce del 19% rispetto all'originale, poiché 100% - 81% = 19%. Questo risultato mostra come una riduzione lineare del lato si traduca in una diminuzione quadratica dell'area, confermando che la risposta corretta è il 19%.

23 di 64 Domande

Quale tra le seguenti è una reazione di decomposizione del nitrato di ammonio?














La risposta corretta e' la '

4 NH4NO3 → 2 NH3 + 3 NO2 + NO + N + N2 + 5 H2O.

'.


24 di 64 Domande

Il cloruro rameoso (CuCl) ha una solubilità in acqua di circa 4,4 ×10-4mol/l Cosa accadrà alla concentrazione di Cu+ se ad 1 L di una soluzione satura di CuCl vengono aggiunte 0,1 mol di CaCl2?














La risposta corretta è la A
La concentrazione di Cu+ si abbassa per effetto dello ione in comune. Quando si aggiunge CaCl2 a una soluzione satura di CuCl, la concentrazione di Cl- aumenta a causa della dissociazione del CaCl2 in soluzione. Questo incremento nella concentrazione di Cl- provoca uno spostamento dell'equilibrio di solubilità di CuCl verso la formazione del solido, secondo il principio di Le Chatelier. Di conseguenza, la solubilità di CuCl diminuisce e parte del Cu+ presente in soluzione precipita sotto forma di CuCl solido. Questo effetto è noto come effetto dello ione comune, che riduce la solubilità di un sale poco solubile quando in soluzione è già presente uno degli ioni costituenti. Pertanto, l'aggiunta di CaCl2 porta a una diminuzione della concentrazione di Cu+ in soluzione.

25 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti una soluzione tampone è corretta?














La risposta corretta e' la '

Un aumento del 10% del volume totale provoca una diminuzione del potere tamponante e il valore del pH rimane invariato.

'.


26 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


27 di 64 Domande

Una soluzione acquosa di glucosio a concentrazione 0,2 M può essere ottenuta:














La risposta corretta è la E
Una soluzione acquosa di glucosio a concentrazione 0,2 M può essere ottenuta miscelando 0,4 moli di glucosio con 1 L di acqua distillata in un matraccio da 2 L, e portando successivamente a volume con acqua distillata. La risposta è corretta poiché la molarità (M) è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione. Per ottenere una soluzione di glucosio a 0,2 M in un volume finale di 2 L, è necessario avere un totale di 0,4 moli di glucosio, dato che 0,2 mol/L × 2 L = 0,4 mol. Inizialmente, si sciolgono 0,4 moli di glucosio in 1 L di acqua per facilitare la dissoluzione, e successivamente si aggiunge acqua distillata fino a raggiungere il volume totale di 2 L. Questo processo garantisce che la concentrazione finale della soluzione sia esattamente 0,2 M, poiché il volume totale della soluzione, e non solo dell'acqua aggiunta, è considerato nel calcolo della molarità.

28 di 64 Domande

Un cucchiaino di sale da cucina contiene 25,00 g di NaCl.
 Sapendo che una mole di NaCl pesa 58,44 g il cucchiaino contiene: 














La risposta corretta è la E
Un cucchiaino di sale da cucina contiene 25,00 g di NaCl e, sapendo che una mole di NaCl pesa 58,44 g, il cucchiaino contiene 0,428 mol. Per determinare il numero di moli di NaCl presenti in 25,00 g, si utilizza la formula: numero di moli = massa (g) / massa molare (g/mol). In questo caso, si divide la massa del sale nel cucchiaino, 25,00 g, per la massa molare del cloruro di sodio, 58,44 g/mol. Il calcolo è quindi 25,00 g ÷ 58,44 g/mol = 0,428 mol. Questa operazione permette di convertire la massa del composto in moli, utilizzando la massa molare come fattore di conversione, e conferma che il cucchiaino di sale contiene 0,428 mol di NaCl.

29 di 64 Domande

In che cosa consiste la massa atomica relativa di un atomo? 














La risposta corretta è la E
In che cosa consiste la massa atomica relativa di un atomo? Nel rapporto tra la massa dell'atomo in esame e la dodicesima parte della massa dell'isotopo 12 del carbonio. Questa definizione rende la grandezza adimensionale e indipendente dall’unità di misura, perché si confronta una massa con un riferimento universale; per convenzione il nuclide 12C ha massa esattamente 12 unità di massa atomica (u), dunque 1 u = 1/12 m(12C) e la massa atomica relativa Ar di un atomo è m(atomo)/1 u. Ciò permette di esprimere le masse in una scala comoda per confrontare atomi diversi senza dover usare chilogrammi. Per un isotopo specifico, Ar coincide numericamente con la sua massa in u; per un elemento naturale, la massa atomica relativa tabulata è la media ponderata delle masse dei suoi isotopi in base alle abbondanze. I valori non sono interi perché tengono conto delle masse nucleari reali (influenzate dall’energia di legame) e, quando pertinente, dei contributi elettronici.

30 di 64 Domande

Quale delle seguenti espressioni matematiche mostra come calcolare il pH di una soluzione acquosa di acido solforico 0,002 M?














La risposta corretta è la E
La formula per calcolare il pH di una soluzione acquosa di acido solforico 0,002 M è pH = –log?? 0,004. L'acido solforico (H?SO?) è un acido diprotico forte, il che significa che può dissociarsi completamente in due fasi per rilasciare due ioni idrogeno (H?) per molecola. In una soluzione 0,002 M di H?SO?, la prima dissociazione avviene completamente, rilasciando 0,002 M di H?. La seconda dissociazione, sebbene non completa, è significativa e rilascia ulteriori 0,002 M di H?, portando la concentrazione totale di H? a 0,004 M. Per calcolare il pH, che è una misura della concentrazione di ioni idrogeno, si utilizza la formula pH = –log?? [H?]. Pertanto, inserendo 0,004 M nella formula, si ottiene il pH corretto della soluzione.

31 di 64 Domande

Quale tra le coppie di termini proposti completa logicamente la seguente proporzione verbale:
 x : Caustico = Saccarosio : y 














La risposta corretta e' la '

x = Mellifluo y = Limone 

'.


32 di 64 Domande

Una “non-stop televisiva” inizia alle ore 21:00 del 25 ottobre, e prosegue ininterrottamente per 400 ore. Quando termina? 














La risposta corretta è la A
Una "non-stop televisiva" inizia alle ore 21:00 del 25 ottobre e prosegue ininterrottamente per 400 ore, terminando alle ore 13:00 dell'11 novembre. Per determinare quando termina la trasmissione, bisogna calcolare il totale delle ore aggiunte alla data di partenza. Partendo dalle 21:00 del 25 ottobre, si contano 400 ore in avanti. Ogni giorno completo conta 24 ore, quindi 400 ore corrispondono a 16 giorni e 16 ore (poiché 400 diviso 24 dà 16 giorni con un resto di 16 ore). Aggiungendo 16 giorni al 25 ottobre, si arriva al 10 novembre, sempre alle 21:00. Infine, aggiungendo le 16 ore rimanenti, si arriva alle 13:00 dell'11 novembre. Pertanto, la trasmissione termina alle 13:00 dell'11 novembre, confermando che il calcolo è corretto.

33 di 64 Domande

Nel GPL usato come carburante per motori a scoppio la lettera P sta per: 














La risposta corretta e' la '

Propano 

'.


34 di 64 Domande

Se un atomo di idrogeno acquista un elettrone, si forma uno ione : 














La risposta corretta è la A
Se un atomo di idrogeno acquista un elettrone, si forma uno ione idruro. Quando un atomo di idrogeno, che normalmente ha un protone e un elettrone, acquisisce un ulteriore elettrone, diventa uno ione con carica negativa, noto come ione idruro (H?). Questo processo implica che l'idrogeno, di solito neutro, ottenga una configurazione elettronica simile a quella dell'elio, il che lo rende un'anione. Gli idruri sono comuni nei composti metallici, dove l'idrogeno agisce come un agente riducente. La formazione di uno ione idruro è importante in chimica, in quanto questi ioni possono partecipare a reazioni di trasferimento di elettroni, come quelle che si verificano nei processi catalitici e nelle sintesi chimiche. L'idruro è quindi essenziale per molte reazioni chimiche, in particolare nei sistemi biologici e nei processi industriali.

35 di 64 Domande

Lo schema della figura rappresenta il ciclo dell'azoto. La freccia contrassegnata con il n. 2 indica il processo di: 

product image













La risposta corretta è la C
Nello schema del ciclo dell’azoto, la freccia n. 2 indica il processo di decomposizione. Nel ciclo dell’azoto la decomposizione (o ammonificazione) è l’azione di batteri e funghi saprofiti che degradano la materia organica di organismi morti ed escreti, mineralizzando proteine, amminoacidi e acidi nucleici e liberando ammoniaca/ammonio (NH3/NH4+) nel suolo. Questo è il passaggio che riconverte l’azoto organico in forma inorganica, rendendolo di nuovo disponibile per i successivi processi biogeochimici. A valle della decomposizione, l’ammonio può essere ossidato a nitriti e nitrati tramite nitrificazione, quindi riassimilato dalle piante o perso come N2 tramite denitrificazione. La scelta “decomposizione” distingue correttamente questo step sia dalla fissazione dell’azoto atmosferico (N2 ? NH3) sia dall’assimilazione vegetale (NO3?/NH4+ ? composti organici) e dalla denitrificazione (NO3? ? N2). In molti schemi la freccia corrisponde al flusso dai detriti organici al pool di ammonio nel suolo, tipico appunto della decomposizione.

36 di 64 Domande

Il peso molecolare dell'acido fosforico è 98 u.m.a. Quanti g pesano 0,05 moli del composto ?














La risposta corretta è la D
Il peso molecolare dell'acido fosforico è 98 u.m.a. Quanti g pesano 0,05 moli del composto? La risposta corretta è 4,9. Per determinare la massa in grammi di 0,05 moli di acido fosforico, bisogna moltiplicare il numero di moli per il peso molecolare del composto. Il peso molecolare dell'acido fosforico (H?PO?) è dato come 98 unità di massa atomica (u.m.a.), che corrispondono a 98 grammi per mole. Pertanto, moltiplicando 0,05 moli per 98 g/mol, si ottiene 4,9 grammi. Questa operazione segue la formula di base della chimica per il calcolo della massa: massa (g) = moli × peso molecolare (g/mol), confermando così che la risposta corretta è 4,9 grammi.

37 di 64 Domande

L’espressione √(3− x) + √(x − 3) è definita: 














La risposta corretta è la B
L'espressione ?(3 ? x) + ?(x ? 3) è definita per x=3. L'espressione data contiene due radici quadrate: ?(3 ? x) e ?(x ? 3), entrambe richiedono che il loro argomento sia maggiore o uguale a zero per essere definite nel campo dei numeri reali. Per la radice ?(3 ? x), l'argomento 3 ? x deve essere maggiore o uguale a zero, quindi x deve essere minore o uguale a 3. Analogamente, per la radice ?(x ? 3), l'argomento x ? 3 deve essere maggiore o uguale a zero, quindi x deve essere maggiore o uguale a 3. L'unico valore di x che soddisfa contemporaneamente entrambe le condizioni è x = 3. In questo caso, entrambe le radici diventano zero, rendendo l'espressione definita e uguale a zero. Pertanto, l'espressione è definita solo per x = 3.

38 di 64 Domande

intonso : libro = _______ : _______
Scegliere tra UNA delle coppie sotto elencate quella che completa correttamente l’uguaglianza














La risposta corretta è la D
La domanda è: "intonso : libro = _______ : _______" e la risposta corretta è "Inviolato : suolo". La relazione tra "intonso" e "libro" è quella di un oggetto che non è stato toccato o alterato; un libro intonso è un libro che non è stato ancora sfogliato o letto. Allo stesso modo, "inviolato" riferito a "suolo" indica un terreno che non è stato disturbato o modificato dall'intervento umano. Entrambe le coppie di parole condividono una relazione di stato di purezza o integrità originaria. La parola "intonso" deriva dal latino "intonsus", che significa "non tagliato", mentre "inviolato" proviene dal latino "inviolatus", che significa "non violato". In entrambi i casi, l'aggettivo descrive una condizione di non alterazione rispetto al sostantivo a cui si riferisce, mantenendo così un parallelismo concettuale tra le due coppie di parole.

39 di 64 Domande

"Quando l'analisi chimica ha lo scopo di stabilire la composizione e la struttura di un nuovo composto, quest'ultimo deve essere ottenuto nella forma più pura possibile prima di sottoporlo all'analisi. Non sempre è facile soddisfare a questa condizione. Molte sostanze, ad esempio, sono igroscopiche, cioè assorbono umidità dall'aria, e l'acqua assorbita deve essere completamente eliminata prima dell'analisi, mediante riscaldamento. Il riscaldamento però può provocare talvolta un'alterazione della sostanza da essiccare, e l'analisi può pertanto risultare falsata".
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente, e la risposta corretta è: "Tutte le sostanze si alterano se vengono riscaldate". La spiegazione tecnica è che il brano discute la necessità di ottenere un composto nella forma più pura possibile per un'analisi chimica accurata e menziona che alcune sostanze igroscopiche possono assorbire umidità dall'aria, richiedendo un riscaldamento per rimuovere l'acqua assorbita. Tuttavia, il testo specifica che il riscaldamento può talvolta alterare la sostanza, implicando che non tutte le sostanze subiscono alterazioni quando riscaldate. Pertanto, l'affermazione che "tutte le sostanze si alterano se vengono riscaldate" non può essere dedotta dal testo, poiché esso non generalizza a tutte le sostanze ma si riferisce solo a casi specifici in cui il riscaldamento provoca alterazioni.

40 di 64 Domande

Due angoli minori di un angolo piatto hanno lo stesso seno:














La risposta corretta è la D
Due angoli minori di un angolo piatto hanno lo stesso seno se sono supplementari. Questa affermazione è corretta perché, matematicamente, il seno di un angolo ? è uguale al seno del suo angolo supplementare (180° - ?). Questo è dovuto alla proprietà del seno nel ciclo trigonometrico, dove il seno di un angolo è uguale al seno del suo supplementare, poiché il seno è una funzione dispari e periodica con periodo 360°. Quando due angoli sono supplementari, la loro somma è 180°, e poiché il seno è uguale nel primo e nel secondo quadrante, gli angoli supplementari avranno lo stesso valore di seno. Ad esempio, se un angolo è 30°, il suo supplementare sarà 150°, e entrambi avranno un seno di 0,5. Questo principio si applica a qualsiasi coppia di angoli supplementari, confermando che due angoli minori di un angolo piatto possono avere lo stesso seno se e solo se sono supplementari.

41 di 64 Domande

 Indicare quale dei seguenti ormoni NON è di natura proteica:














La risposta corretta e' la '

 Testosterone

'.


42 di 64 Domande

x e y sono due numeri naturali il cui prodotto dà un numero a e x è il successivo di y.
Quanto vale x2 + y 2?














La risposta corretta e' la '

2a +1

'.


43 di 64 Domande

Una fionda è costituita da un sasso vincolato a percorrere 3 giri al secondo lungo una circonferenza di raggio L=1.5 m per mezzo di una corda rigida. Quando il sasso viene svincolato dalla corda la sua velocità sarà:














La risposta corretta è la C
La velocità di un sasso svincolato da una fionda che compie 3 giri al secondo lungo una circonferenza di raggio 1,5 m è di circa 28 m/s. La velocità tangenziale di un oggetto in moto circolare è calcolata con la formula v = 2?r?, dove r è il raggio della circonferenza e ? è la frequenza di rotazione in giri al secondo. In questo caso, r = 1,5 m e ? = 3 giri/s. Sostituendo questi valori nella formula, otteniamo v = 2?(1,5 m)(3 s?¹) = 9? m/s. Approssimando ? a 3,14, la velocità risulta essere v ? 9 × 3,14 m/s ? 28,26 m/s, che è circa 28 m/s. Pertanto, la risposta corretta è giustificata dal calcolo della velocità tangenziale utilizzando la formula appropriata per il moto circolare uniforme.

44 di 64 Domande

Il genoma nucleare














La risposta corretta e' la '

Non considerando eventuali mutazioni, è identico in tutte le cellule somatiche di un individuo.

'.


45 di 64 Domande

Quale delle seguenti descrizioni è più tipica dell'eredità mendeliana autosomica dominante:














La risposta corretta e' la '

Uno dei due genitori di un individuo malato presenta la stessa malattia.

'.


46 di 64 Domande

Qual è, fra le seguenti, la condizione necessaria per una reazione fermentativa classica?














La risposta corretta e' la '

L’accettore di elettroni deve essere una molecola organica.

'.


47 di 64 Domande

Quali dei seguenti composti organici non contiene un gruppo funzionale >C=O?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale dei seguenti composti organici non contiene un gruppo funzionale >C=O e la risposta corretta è l'ammina. Le ammine sono composti organici derivati dall'ammoniaca in cui uno o più atomi di idrogeno sono sostituiti da gruppi alchilici o arilici, e non contengono il gruppo carbonilico >C=O. Questo gruppo funzionale è caratteristico di altri tipi di composti organici come aldeidi, chetoni, acidi carbossilici ed esteri. Le ammine, invece, presentano un atomo di azoto legato a idrogeni e/o catene carboniose ma non a un ossigeno tramite un doppio legame. Questa distinzione strutturale è fondamentale per la classificazione dei composti organici e determina le loro proprietà chimiche e fisiche.

48 di 64 Domande

Il pH di una soluzione è tanto più acido quanto più il suo valore:














La risposta corretta è la E
Il pH di una soluzione è tanto più acido quanto più il suo valore si avvicina a 0. Il pH è una scala logaritmica che misura la concentrazione degli ioni idrogeno (H?) in una soluzione; una soluzione con un pH inferiore a 7 è considerata acida, mentre una con un pH superiore a 7 è basica. Quando il pH si avvicina a 0, la concentrazione di ioni H? è molto alta, indicando un'acidità molto forte. Questo perché il pH è inversamente proporzionale alla concentrazione di ioni idrogeno: un pH basso significa un'elevata concentrazione di H?. Al contrario, un pH vicino a 14 indica una soluzione molto alcalina con una bassa concentrazione di ioni H?. Pertanto, una soluzione con un pH vicino a 0 è estremamente acida, come accade con acidi forti come l'acido cloridrico concentrato.

49 di 64 Domande

Da quale delle seguenti caratteristiche dipende la reattività chimica di un elemento?














La risposta corretta è la E
La reattività chimica di un elemento dipende dalla configurazione elettronica esterna (o di valenza). Questa configurazione determina come un atomo interagisce con altri atomi poiché gli elettroni di valenza sono quelli coinvolti nella formazione di legami chimici. Gli elementi con configurazioni elettroniche esterne simili tendono a mostrare comportamenti chimici simili, come si osserva nei gruppi della tavola periodica. Ad esempio, gli elementi del gruppo 1, i metalli alcalini, hanno un singolo elettrone di valenza e sono altamente reattivi poiché tendono a perdere facilmente quell'elettrone per raggiungere una configurazione stabile. Allo stesso modo, gli elementi del gruppo 17, gli alogeni, hanno sette elettroni di valenza e sono molto reattivi perché tendono a guadagnare un elettrone per completare il loro ottetto. La stabilità delle configurazioni elettroniche complete, come quelle dei gas nobili, spiega perché questi elementi sono chimicamente inerti. Pertanto, la configurazione elettronica esterna è fondamentale nel determinare la reattività di un elemento.

50 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


51 di 64 Domande

Quale fra le seguenti è una caratteristica esclusiva della cellula eucariotica?














La risposta corretta è la C
La caratteristica esclusiva della cellula eucariotica è la compartimentazione interna realizzata tramite organelli delimitati da membrane lipidiche, in primis il nucleo circondato da doppia membrana. Questa organizzazione crea microambienti con composizione, pH e potenziali redox differenti, che consentono di separare e ottimizzare processi biochimici altrimenti incompatibili e di regolarli con grande finezza. Nel nucleo, la segregazione del DNA permette un controllo sofisticato dell’espressione genica, inclusi maturazione dell’mRNA e splicing, fisicamente separati dalla traduzione citoplasmatica. Il reticolo endoplasmatico e l’apparato del Golgi orchestrano sintesi, piegamento e modificazioni post?traduzionali delle proteine e il loro instradamento verso membrana, secrezione o lisosomi; i lisosomi mantengono un ambiente acido per l’idrolisi controllata di macromolecole; i perossisomi gestiscono l’ossidazione di acidi grassi a catena molto lunga e la detossificazione; i mitocondri compartimentalizzano la fosforilazione ossidativa grazie a membrane specializzate che creano gradienti elettrochimici. Al contrario, i procarioti non possiedono organelli delimitati da membrane né un nucleo; trascrizione e traduzione sono accoppiate nello stesso compartimento e molte vie metaboliche condividono il citoplasma. Alcuni batteri hanno microcompartimenti proteici o invaginazioni di membrana, ma non organelli con membrane lipidiche paragonabili a quelli eucariotici: questa distinzione è il punto chiave di “compartimentazione interna” in senso stretto. Le implicazioni cliniche di tale compartimentazione sono ampie. Molte patologie ereditarie derivano da difetti di organelli specifici: le malattie mitocondriali causano encefalomiopatie e intolleranza allo sforzo; i disordini perossisomiali come lo spettro di Zellweger comportano disfunzioni neurologiche e epatiche; le malattie da accumulo lisosomiale provocano danno multiorgano per deficit enzimatici. La compartimentazione, inoltre, offre bersagli terapeutici: antibiotici selettivi colpiscono strutture procariotiche assenti negli eucarioti (es. ribosomi 70S), mentre chemioterapici e antivirali sfruttano il traffico nucleo?citoplasma o il sistema del RE/Golgi. Anche la tossicità dei farmaci può dipendere dagli organelli, come l’ototossicità e nefrotossicità legata a stress mitocondriale. In sintesi, la presenza di organelli delimitati da membrane, incluso un nucleo ben definito, è il tratto distintivo delle cellule eucariotiche, alla base della loro complessità funzionale e di molteplici aspetti diagnostici e terapeutici in medicina.

52 di 64 Domande

Da quante vertebre è composta la regione toracica?














La risposta corretta e' la ' 12 '.


53 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


54 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


55 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


56 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


57 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


58 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


59 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


61 di 64 Domande

La seguente reazione è esotermica: 2 T (g) + 3 X (g) 5 Z (g) Quale delle seguenti affermazioni è corretta?














La risposta corretta e' la ' All'equilibrio, T e X producono Z alla stessa velocità con cui Z produce T e X '.


62 di 64 Domande

Il colore del pelo dei conigli nani è determinato da un solo gene con quattro alleli di cui uno solo dominante; solo in presenza di tale allele il colore del pelo è grigio scuro. Qual è il rapporto tra genotipi che determinano il colore grigio scuro del pelo e le possibili combinazioni genotipiche?














La risposta corretta è la E
Il problema descrive un singolo locus con quattro alleli in un organismo diploide, in cui uno solo è dominante e la sua presenza (in omozigosi o eterozigosi) determina il fenotipo “grigio scuro”. Per calcolare il rapporto richiesto, si contano prima tutte le combinazioni genotipiche possibili e poi quelle che esprimono il fenotipo. Il numero totale di genotipi distinti a un locus con n alleli in un organismo diploide è n(n+1)/2: si sommano n omozigoti e le combinazioni eterozigoti C(n,2). Con n=4, gli omozigoti sono 4 e gli eterozigoti 6, per un totale di 10 genotipi distinti. Se indichiamo con D l’allele dominante e con a1, a2, a3 i tre alleli recessivi, i genotipi possibili sono: D/D, a1/a1, a2/a2, a3/a3 (omozigoti) e D/a1, D/a2, D/a3, a1/a2, a1/a3, a2/a3 (eterozigoti). Poiché la dominanza è completa e solo D conferisce il colore grigio scuro, tutti i genotipi che contengono D determinano quel fenotipo: uno omozigote (D/D) e tre eterozigoti (D/a1, D/a2, D/a3), per un totale di 4 genotipi su 10. Il rapporto richiesto è quindi 4/10 (equivalente a 2/5). Questo ragionamento è puramente combinatorio e non dipende dalle frequenze alleliche nella popolazione; se si volessero stimare probabilità reali di fenotipo in una popolazione, andrebbero considerate le frequenze degli alleli. Il principio illustrato è lo stesso alla base di molti problemi di genetica medica: in presenza di eterogeneità allelica, qualsiasi genotipo che includa un allele con effetto dominante determina il fenotipo, concetto rilevante nella consulenza genetica per malattie a trasmissione autosomica dominante con alleli multipli al medesimo locus. Analogamente, comprendere quante combinazioni genotipiche sono possibili e quali conducono a un fenotipo aiuta a distinguere dominanza completa, codominanza e dominanza incompleta (come nei sistemi ABO o in varianti con espressività variabile), evitando errori nell’inferenza del rischio.

63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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