Simulazione

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1 di 62 Domande

La Seconda Guerra Mondiale inizia con l'invasione armata di














La risposta corretta e' la '

Polonia

'.


2 di 62 Domande

L'equazione sen x = -1














La risposta corretta è la E
L'equazione sen x = -1 ammette come soluzione x = 270 gradi. La funzione seno assume il valore di -1 quando l'angolo x è pari a 270 gradi, o 3?/2 radianti, nel ciclo fondamentale dell'intervallo [0, 360] gradi. Questo perché il seno di un angolo è definito come la coordinata y del punto corrispondente sull'unità circolare, e a 270 gradi, il punto si trova sull'asse y negativo, precisamente a -1. In generale, l'equazione sen x = -1 ha soluzioni della forma x = 270 + 360k gradi, dove k è un numero intero, poiché il seno è una funzione periodica con periodo di 360 gradi. Pertanto, ogni volta che si aggiungono multipli di 360 gradi a 270 gradi, si ottengono altre soluzioni valide per l'equazione data.

3 di 62 Domande

Nell'uomo, come quasi tutti i vertebrati, vi sono due strutture - dette cinture - che servono a raccordare gli arti con lo scheletro assile. Si può affermare che:














La risposta corretta e' la '

solo la cintura pelvica si connette direttamente con la colonna vertebrale

'.


4 di 62 Domande

Quale tra le seguenti relazioni è esatta?














La risposta corretta è la D
La relazione corretta tra le unità di misura è: "1 N = 10? dine". Questa affermazione è corretta perché il newton (N) e il dyne (dina) sono entrambe unità di misura della forza, ma appartengono a due diversi sistemi di misura: il Sistema Internazionale di unità (SI) e il Sistema CGS (centimetro-grammo-secondo), rispettivamente. Nel Sistema Internazionale, il newton è definito come la forza necessaria per accelerare una massa di un chilogrammo di un metro al secondo quadrato (1 N = 1 kg·m/s²). Nel Sistema CGS, la dine è definita come la forza necessaria per accelerare una massa di un grammo di un centimetro al secondo quadrato (1 dyn = 1 g·cm/s²). Poiché 1 kg = 1000 g e 1 m = 100 cm, possiamo convertire 1 N in dine: 1 N = 1000 g × 100 cm/s² = 100,000 dyn, ovvero 10? dine. Questa conversione dimostra che la relazione data è esatta.

5 di 62 Domande

“La legge di Henry, che stabilisce una relazione tra pressione gassosa e solubilità dei gas nei liquidi, è una legge ideale, che viene seguita abbastanza esattamente solo dai gas di bassa solubilità; al crescere della solubilità aumentano invece le deviazioni dalla legge, deviazioni che peraltro tendono a diminuire al crescere della temperatura”.
Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale affermazione possa essere dedotta dal brano sulla legge di Henry, e la risposta corretta è: "Quanto più il gas è solubile nel liquido, tanto maggiori sono le deviazioni dalla legge di Henry." La spiegazione tecnica è che la legge di Henry descrive la solubilità di un gas in un liquido come proporzionale alla pressione parziale del gas sopra il liquido, ma questa relazione è ideale e si applica con precisione solo ai gas con bassa solubilità. Quando un gas ha un'alta solubilità, le interazioni tra le molecole di gas e quelle del solvente diventano più significative, portando a deviazioni dalla linearità prevista dalla legge di Henry. Tali deviazioni sono dovute a fattori come l'interazione specifica tra le molecole del gas e del solvente o a cambiamenti strutturali nel solvente stesso. Tuttavia, è interessante notare che all'aumentare della temperatura, queste deviazioni tendono a ridursi, probabilmente perché l'energia termica aggiuntiva aiuta a superare le interazioni intermolecolari che causano deviazioni dalla linearità ideale.

6 di 62 Domande

“Il grado di dissociazione, indicato col simbolo α , viene definito come la frazione di elettrolita che si dissocia, cioè come il rapporto tra il numero di moli ionizzate e il numero di moli originarie; così, ad esempio, se mettiamo in soluzione 1.2 moli di elettrolita, e osserviamo che 0.3 moli si dissociano in ioni, mentre le rimanenti 0.9 moli restano indissociate, il grado di dissociazione, in base alla definizione precedente, è dato dal rapporto tra 0.3 e 1.2. Si ha pertanto α=0.3/1.2 = 0.25. Spesso viene usata, invece del grado di dissociazione, la percentuale di dissociazione, che è data da α moltiplicato per 100; così, nel caso dell’esempio, la percentuale di dissociazione è del 25%”.
Quale delle seguenti affermazioni è in accordo con il contenuto del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Se la percentuale di dissociazione è 0.02%, il grado di dissociazione è 1/5000

'.


7 di 62 Domande

Lo schema rappresenta:

product image













La risposta corretta è la D
Lo schema rappresenta: la ricombinazione degli alleli dei genitori nei figli. È corretto perché durante la meiosi i cromosomi omologhi si appaiano e possono scambiarsi segmenti mediante crossing-over, generando nuove combinazioni alleliche, e assortiscono indipendentemente secondo la seconda legge di Mendel, producendo gameti diversi. Alla fecondazione, la fusione casuale di gameti materni e paterni ricompone coppie alleliche in combinazioni ulteriori, determinando i genotipi dei figli. Uno schema tipico evidenzia quadrati di Punnett o cromatidi con scambi, mostrando come da genotipi parentali derivino più combinazioni nei discendenti. Questo processo è la base della variabilità genetica e spiega fenotipi non identici ai genitori pur nel rispetto delle proporzioni mendeliane quando i geni non sono strettamente associati. Non si tratta di replicazione del DNA o di mutazioni de novo, ma del rimescolamento delle varianti alleliche già presenti nei genitori.

8 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 62 Domande

Nel 1961 Matthaei e Nirenberg fabbricarono un RNA messaggero costituito da una lunga sequenza di un solo nucleotide, l’uracile. Quando questo venne aggiunto a estratti cellulari contenenti ribosomi, essi osservarono che veniva sintetizzata soltanto la polifenilalanina. Successivamente scoprirono che una sequenza di adenina sintetizzava una catena di sola lisina, e una sequenza di citosina sintetizzava una catena di sola prolina.

Il brano riportato si riferisce ad una delle più importanti conquiste della biochimica, cioè a:














La risposta corretta e' la '

La decifrazione del codice genetico

'.


11 di 62 Domande

Se affermo "nessun elefante ha tre zampe", allora deduco che:














La risposta corretta e' la '

Tutti gli elefanti hanno un numero di zampe diverso da tre

'.


12 di 62 Domande

Qual è lo stato di ibridazione degli orbitali del carbonio nel cicloesano (C6H12)?














La risposta corretta è la B
Lo stato di ibridazione degli orbitali del carbonio nel cicloesano (C?H??) è sp³. Il cicloesano è un cicloalcano, una molecola ciclica satura composta esclusivamente da atomi di carbonio e idrogeno, dove ciascun atomo di carbonio forma quattro legami sigma. Per formare questi legami, gli orbitali atomici del carbonio si ibridano per dare origine a quattro orbitali ibridi sp³, ognuno dei quali è orientato verso i vertici di un tetraedro, permettendo così un angolo di legame di circa 109.5 gradi. Questa configurazione tetraedrica è tipica degli atomi di carbonio che partecipano a legami semplici, come avviene nel cicloesano, dove ogni carbonio si lega a due atomi di carbonio adiacenti e a due atomi di idrogeno. L'ibridazione sp³ conferisce alla molecola del cicloesano una struttura tridimensionale stabile, essenziale per la sua conformazione a sedia, che minimizza la tensione angolare e torsionale.

13 di 62 Domande

Quale dei seguenti NON è un componente del sistema linfatico?














La risposta corretta è la A
La domanda «Quale dei seguenti NON è un componente del sistema linfatico?» ha come risposta corretta: Glomerulo. Il glomerulo è un gomitolo di capillari sanguigni del corpuscolo renale, parte del nefrone, deputato all’ultrafiltrazione del plasma per la formazione dell’urina primaria; appartiene quindi al sistema urinario e vascolare, non a quello linfatico. Il sistema linfatico comprende invece capillari e vasi linfatici, linfa, linfonodi e organi linfoidi come milza, timo, tonsille e MALT, coinvolti nel drenaggio dei liquidi interstiziali e nella risposta immunitaria. I linfonodi filtrano la linfa, la milza filtra il sangue e il timo matura i linfociti T; nessuna di queste funzioni è svolta dal glomerulo. Sebbene il rene possieda drenaggio linfatico e cellule immunitarie nel suo stroma, tali componenti non includono il glomerulo, che rimane una struttura vascolare ematica specializzata nella filtrazione glomerulare.

14 di 62 Domande

Qual è la concentrazione, espressa in moli dm-3, di una soluzione ottenuta sciogliendo 2,0 g di idrossido di sodio in 25,0 cm3 d'acqua? [masse atomiche relative: Na = 23; O = 16; H = 1]














La risposta corretta è la B
La concentrazione, espressa in moli dm?³, di una soluzione ottenuta sciogliendo 2,0 g di idrossido di sodio in 25,0 cm³ d'acqua è 2,00 mol dm?³. Per determinare la concentrazione, dobbiamo prima calcolare il numero di moli di idrossido di sodio (NaOH). La massa molare di NaOH si calcola sommando le masse atomiche relative: Na (23), O (16) e H (1), ottenendo 40 g/mol. Dividendo la massa di NaOH (2,0 g) per la massa molare (40 g/mol), otteniamo 0,05 mol. La concentrazione molare si calcola dividendo il numero di moli per il volume della soluzione in dm³. Convertendo 25,0 cm³ in dm³ otteniamo 0,025 dm³. Infine, dividendo 0,05 mol per 0,025 dm³, otteniamo una concentrazione di 2,00 mol dm?³, confermando che la risposta è corretta.

15 di 62 Domande

Un bambino maschio, figlio di genitori fenotipicamente sani, ha ereditato una patologia causata da un gene localizzato sul cromosoma X. Quali delle seguenti affermazioni sono corrette?

1. Se la patologia è causata da un allele recessivo, allora la madre deve avere genotipo eterozigote 2. Se la patologia è causata da un allele recessivo, allora la nonna paterna del bambino non era affetta da tale patologia 3. E' possibile che la patologia sia causata da un allele dominante














La risposta corretta e' la '

Solo 1 e 2

'.


16 di 62 Domande

Il calcio e lo stronzio sono entrambi elementi del Gruppo 2 della Tavola Periodica. Il calcio ha numero atomico 20 e lo stronzio ha numero atomico 38. Quale delle seguenti affermazioni e' corretta?














La risposta corretta è la C
Il calcio e lo stronzio sono entrambi elementi del Gruppo 2 della Tavola Periodica e reagiscono con l'ossigeno per formare ossidi basici con formula MO (dove M sta per Ca o Sr). Questa affermazione è corretta perché gli elementi del Gruppo 2, noti anche come metalli alcalino-terrosi, tendono a perdere due elettroni per raggiungere una configurazione elettronica stabile simile a quella dei gas nobili, formando così cationi con carica +2. Quando reagiscono con l'ossigeno, che ha una tendenza a guadagnare due elettroni per formare anioni O²?, si formano composti ionici con formula MO, dove M rappresenta l'elemento metallico. Gli ossidi formati, come CaO e SrO, sono basici perché reagiscono con l'acqua per produrre idrossidi che aumentano il pH della soluzione. La tendenza a formare ossidi basici è una caratteristica comune dei metalli alcalino-terrosi, e la reattività aumenta scendendo nel gruppo, rendendo lo stronzio più reattivo del calcio.

17 di 62 Domande

Un plasmide è:














La risposta corretta e' la '

Un elemento genetico procariotico a replicazione autonoma

'.


18 di 62 Domande

In quali strutture cellulari degli eucarioti si può trovare il DNA?














La risposta corretta e' la '

Nel nucleo e nei mitocondri

'.


19 di 62 Domande

Si calcoli il M.C.D. del seguente gruppo di numeri: 1620; 2520; 2700.














La risposta corretta è la B
Si calcoli il M.C.D. del seguente gruppo di numeri: 1620; 2520; 2700. La risposta corretta è 180. Per determinare il massimo comune divisore (M.C.D.) di un insieme di numeri, si inizia scomponendo ciascun numero nei suoi fattori primi: 1620 si scompone in 2² × 3? × 5 × 3, 2520 in 2³ × 3² × 5 × 7 e 2700 in 2² × 3³ × 5². Il M.C.D. si ottiene prendendo il prodotto dei fattori comuni con il più basso esponente presente in tutte le scomposizioni. In questo caso, i fattori comuni sono 2, 3 e 5. Il loro minimo esponente è rispettivamente 2 per 2, 2 per 3 e 1 per 5. Pertanto, il M.C.D. è 2² × 3² × 5 = 4 × 9 × 5 = 180. Questa metodologia garantisce che il divisore trovato sia il massimo possibile che divide esattamente tutti i numeri dati.

20 di 62 Domande

Una bombola che contiene inizialmente 100 mol di gas idrogeno alla pressione di 4x105 Pa registra, dopo l’uso, una pressione pari a 105Pa. Indicare quante moli di idrogeno sono state consumate:














La risposta corretta è la C
Una bombola che contiene inizialmente 100 mol di gas idrogeno alla pressione di 4x10? Pa registra, dopo l'uso, una pressione pari a 10? Pa; la quantità di moli di idrogeno consumate è 75 mol. Questa risposta è corretta poiché si basa sull'applicazione della legge dei gas ideali, che afferma che il prodotto della pressione e del volume di un gas è proporzionale al numero di moli e alla temperatura (PV = nRT). In questo caso, assumendo che il volume della bombola e la temperatura rimangano costanti, la pressione iniziale di 4x10? Pa si riduce a 10? Pa, il che rappresenta un quarto della pressione iniziale. Poiché la pressione è direttamente proporzionale al numero di moli, anche il numero di moli rimanenti sarà un quarto di quelle iniziali. Pertanto, se inizialmente vi erano 100 mol, alla pressione ridotta di 10? Pa ne rimangono 25 mol, il che significa che 75 mol di idrogeno sono state consumate.

21 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


22 di 62 Domande

Gli enzimi di restrizione ricavati da batteri sono utilizzati nelle tecniche di DNA ricombinante.
 L’enzima EcoRI taglia il DNA nella sequenza
 G ↓ A─A─T─T─C
 C─T─ T─A─A↑G
 Quando viene usato per tagliare la sequenza
 5’…ATCGAATTCGGACTAA…3’
 3’…TAGCTTAAGCCGGATT…5’
 quanti frammenti di DNA si formano?














La risposta corretta e' la '

 2 con estremità coesive  

'.


23 di 62 Domande

Zolfo e ferro reagiscono completamente con un rapporto in peso di 1:1,74 e producono solfuro di ferro (II) (FeS). Che cosa succede mettendo a reagire 0,5 g di zolfo con 1,74 g di
ferro?














La risposta corretta e' la '

Si ottengono 1,37 g di FeS e 0,87 g di ferro non reagiscono 

'.


24 di 62 Domande

Siano dati due numeri reali positivi a, b. Quale delle seguenti uguaglianze è certamente corretta? 














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale uguaglianza è certamente corretta per due numeri reali positivi a e b, e la risposta corretta è b loga – a logb = log(a^b / b^a). Questa uguaglianza è corretta perché si basa sulle proprietà logaritmiche fondamentali. In particolare, possiamo riscrivere b loga come log(a^b) e a logb come log(b^a) utilizzando la proprietà che n logm = log(m^n). Quindi, l'espressione b loga – a logb diventa log(a^b) – log(b^a). Applicando la proprietà del logaritmo della differenza, log(x) – log(y) = log(x/y), otteniamo log(a^b / b^a), che è esattamente il termine a destra dell'uguaglianza proposta. Pertanto, l'uguaglianza è verificata attraverso l'uso delle proprietà dei logaritmi.

25 di 62 Domande

Un individuo infettato dall’HIV, se trattato con gli specifici farmaci antivirali:














La risposta corretta e' la '

può trasmettere il virus già pochi giorni dopo l’avvenuta infezione 

'.


26 di 62 Domande

C5H10 è la formula bruta del:














La risposta corretta è la C
La formula bruta del pentene è C?H??. Questo composto appartiene alla classe degli alcheni, che sono idrocarburi insaturi contenenti almeno un doppio legame carbonio-carbonio. La formula generale per gli alcheni è C?H??, dove "n" rappresenta il numero di atomi di carbonio. Nel caso del pentene, "n" è uguale a 5, il che porta a C?H??, confermando che è un alchene con un doppio legame. Esistono diversi isomeri del pentene, come il 1-pentene, il 2-pentene e il 3-metil-1-butene, che differiscono per la posizione del doppio legame o per la ramificazione della catena carboniosa, ma tutti condividono la stessa formula bruta C?H??. Questa caratteristica distintiva degli alcheni li rende facilmente riconoscibili attraverso la loro formula bruta, che segue sempre il rapporto 1:2 tra atomi di carbonio e idrogeno, meno due idrogeni per il doppio legame presente.

27 di 62 Domande

Il ferro allo stato elementare (Fe) ha numero di ossidazione uguale a: 














La risposta corretta e' la '

zero

'.


28 di 62 Domande

Nel 1796, Samuel Hahnemann coniò la frase “Similia similibus curentur” che significa “il simile guarisce il simile” e ideò una forma di terapia che mira a curare una patologia con un farmaco che ha lo stesso effetto della causa della patologia stessa. Il brano riportato si riferisce a:














La risposta corretta e' la '

Omeopatia 

'.


29 di 62 Domande

Per antigeni si intende:














La risposta corretta e' la '

Molecole che inducono nell’organismo ospite una risposta immunitaria

'.


30 di 62 Domande

Nella tundra artica il lichene delle renne (Cladonia rangiferina) rappresenta la principale fonte alimentare per le renne, che a loro volta costituiscono la fonte alimentare principale dell’uomo. In seguito all’incidente nucleare avvenuto nel 1986 a Chernobyl, nell’atmosfera si liberarono notevoli quantità di radionuclidi che poi ricaddero al suolo con l’acqua piovana.
 Dopo molti anni, dove si può trovare la maggiore concentrazione di materiale radioattivo  residuo?














La risposta corretta e' la '

Nell’uomo 

'.


31 di 62 Domande

Per misurare la pressione arteriosa è necessario:














La risposta corretta e' la '

Lo sfigmomanometro

'.


32 di 62 Domande

I cheloni sono una categoria sistematica che comprende: 














La risposta corretta e' la '


Le tartarughe

'.


33 di 62 Domande

Molecole di HCl allo stato gassoso possono legarsi tra loro mediante:














La risposta corretta e' la '

Forze di Van der Waal

'.


34 di 62 Domande

"Gli alcooli sono composti organici con uno o più gruppi ossidrilici. Nonostante l'apparente rassomiglianza con gli idrossidi metallici, essi non si ionizzano per formare ioni
ossidrile, e perciò non hanno gusto amaro né consistenza scivolosa, e non reagiscono con il tornasole".
Quale delle seguenti affermazioni PUO' essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale affermazione possa essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è: "Il gusto amaro degli idrossidi metallici è dovuto agli ioni ossidrile". Gli alcooli, pur avendo gruppi ossidrilici (-OH), non rilasciano ioni ossidrile in soluzione, a differenza degli idrossidi metallici che si dissociano per formare ioni OH?. Questa dissociazione è responsabile delle proprietà basiche degli idrossidi metallici, come il gusto amaro e la consistenza scivolosa. Poiché gli alcooli non si comportano allo stesso modo, non condividono queste caratteristiche. Il brano sottolinea la mancanza di reattività degli alcooli con il tornasole, un indicatore di pH, suggerendo che non liberano ioni ossidrile. Da ciò si può dedurre che le proprietà degli idrossidi metallici, come il gusto amaro, sono strettamente legate alla presenza di ioni ossidrile in soluzione.

35 di 62 Domande

Un acido ossigenato inorganico è tanto più forte:














La risposta corretta è la C
Un acido ossigenato inorganico è tanto più forte quanto più debole è la sua base coniugata. Questa relazione è spiegata dal principio di stabilità della base coniugata: un acido rilascia più facilmente un protone se la base coniugata risultante è stabile. La stabilità della base coniugata è spesso determinata dalla capacità di delocalizzare la carica negativa, ad esempio attraverso la risonanza o l'elettronegatività degli atomi vicini. In particolare, la presenza di atomi elettronegativi o gruppi elettron-attrattori può aumentare la stabilità della base coniugata, rendendo l'acido più forte. Pertanto, la forza di un acido è inversamente proporzionale alla forza della sua base coniugata: una base coniugata debole implica un acido forte, poiché la base coniugata è meno propensa a riacquistare il protone, favorendo così la dissociazione dell'acido.

36 di 62 Domande

La maggior quantità di ATP si libera mediante:














La risposta corretta e' la '

La fosforilazione ossidativa

'.


37 di 62 Domande

Le affermazioni seguenti si riferiscono ai Mammiferi. Individuare l’unica ERRATA:














La risposta corretta e' la '

Alcuni discendono direttamente dagli uccelli 

'.


38 di 62 Domande

Un corpo celeste ha periodo di rotazione T pari a 36 ore. Allora detta ω la sua velocità angolare e detta ωT quella terrestre:














La risposta corretta è la B
Un corpo celeste ha periodo di rotazione T pari a 36 ore e la sua velocità angolare ? è minore di quella terrestre ?_T. La velocità angolare di un corpo celeste è definita come ? = 2?/T, dove T è il periodo di rotazione espresso in secondi. Per la Terra, il periodo di rotazione è di 24 ore, quindi la sua velocità angolare ?_T è 2?/(24*3600) rad/s. Nel caso del corpo celeste in questione, con un periodo di 36 ore, la velocità angolare ? sarà 2?/(36*3600) rad/s. Poiché il periodo di rotazione del corpo celeste è maggiore di quello terrestre, il denominatore nella formula per ? è più grande rispetto a quello di ?_T, risultando in una velocità angolare minore. Pertanto, la relazione ? < ?_T è corretta, poiché una maggiore durata del periodo di rotazione implica una minore velocità angolare.

39 di 62 Domande

Due isotopi di uno stesso elemento si comportano chimicamente allo stesso modo, in quanto hanno:














La risposta corretta e' la '

Lo stesso numero di elettroni nell’orbitale più esterno 

'.


40 di 62 Domande

Una particella alfa è caratterizzata da:














La risposta corretta è la D
La particella alfa è caratterizzata da due cariche positive. Una particella alfa è un nucleo di elio, composto da due protoni e due neutroni. I protoni, essendo particelle con carica positiva, conferiscono alla particella alfa una carica complessiva di +2. I neutroni, invece, non hanno carica elettrica e quindi non influenzano il bilancio complessivo della carica. Le particelle alfa sono emesse durante il decadimento alfa, un processo nucleare comune in cui un nucleo instabile rilascia un nucleo di elio per diventare più stabile. La doppia carica positiva è una caratteristica fondamentale che determina il comportamento delle particelle alfa in campi elettrici e magnetici, influenzando la loro traiettoria e interazioni con la materia. Questa proprietà le rende facilmente rilevabili e utilizzabili in varie applicazioni scientifiche e industriali.

41 di 62 Domande

Un alcool si dice terziario quando:














La risposta corretta e' la '

L'ossidrile è legato ad un carbonio terziario 

'.


42 di 62 Domande

 Individuare nella seguente serie il termine NON omogeneo:














La risposta corretta e' la '

Filigrana 

'.


43 di 62 Domande

Il solido rappresentato in figura é un parallelepipedo retto di altezza 2a e base quadrata di lato a . N é il punto medio di EF ed M é il punto medio di BF . Per andare dal vertice A al vertice G qual é il percorso più breve tra quelli indicati?

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La risposta corretta è la C
Il percorso più breve dal vertice A al vertice G nel parallelepipedo retto descritto è AMG. Questo si verifica perché AMG rappresenta una linea spezzata che, sfruttando le proprietà geometriche del parallelepipedo, minimizza la distanza percorsa rispetto agli altri percorsi possibili. In un parallelepipedo retto con base quadrata, i punti medi N ed M sono cruciali per determinare percorsi ottimali. La linea AM è una diagonale del rettangolo ABF, mentre MG è una diagonale del rettangolo BFG. La combinazione di queste due diagonali forma un percorso che è più breve rispetto a percorsi che attraversano più di un lato o che non sfruttano i punti medi come M e N. Questo perché, in geometria solida, muoversi lungo diagonali interne a facce rettangolari spesso riduce la distanza totale percorsa rispetto a percorsi che seguono gli spigoli del solido.

44 di 62 Domande

Qual è il motivo per cui l’elettronegatività diminuisce scendendo lungo un gruppo della tavola periodica?














La risposta corretta e' la '

Perché aumenta il raggio atomico.

'.


45 di 62 Domande

Un ossidante forte ha:














La risposta corretta è la A
Un ossidante forte ha una spiccata tendenza a ricevere elettroni. Un ossidante è una specie chimica che facilita l'ossidazione di un'altra sostanza accettando elettroni da essa, quindi la sua capacità di agire come ossidante è direttamente correlata alla sua tendenza a ricevere elettroni. Questo avviene perché gli ossidanti forti hanno orbitali vuoti o parzialmente pieni che possono facilmente accogliere elettroni, rendendoli più stabili. Inoltre, gli ossidanti forti spesso possiedono un'alta affinità elettronica, una proprietà che misura quanto energia viene rilasciata quando un elettrone viene aggiunto a un atomo o molecola neutra. Esempi di ossidanti forti includono il permanganato di potassio (KMnO?) e il dicromato di potassio (K?Cr?O?), che sono ampiamente utilizzati in reazioni di ossidazione grazie alla loro capacità di accettare elettroni e facilitare la trasformazione di altre sostanze.

46 di 62 Domande

Gli acidi grassi saturi:














La risposta corretta e' la ' Contengono solo legami singoli '.


47 di 62 Domande

Quale è la differenza tra gli isotopi 12 e 14 del carbonio?














La risposta corretta è la E
La differenza tra gli isotopi 12 e 14 del carbonio è che l'isotopo 14 ha due neutroni in più rispetto all'isotopo 12. Gli isotopi sono varianti dello stesso elemento chimico che hanno lo stesso numero di protoni ma un diverso numero di neutroni nel nucleo. Nel caso del carbonio, entrambi gli isotopi 12 e 14 hanno sei protoni, poiché il numero atomico del carbonio è 6. Tuttavia, l'isotopo 12 del carbonio ha sei neutroni, mentre l'isotopo 14 ne ha otto. Questa differenza nel numero di neutroni non altera le proprietà chimiche dell'elemento, poiché queste sono determinate dai protoni e dagli elettroni, ma influisce sulla massa atomica e sulla stabilità nucleare. L'isotopo 12 del carbonio è stabile e costituisce la maggior parte del carbonio presente in natura, mentre l'isotopo 14 è radioattivo e si trova in quantità minori, essendo utilizzato comunemente nella datazione al radiocarbonio per determinare l'età di materiali organici.

48 di 62 Domande

Una soluzione acquosa ha un pH >7. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?














La risposta corretta è la E
Una soluzione acquosa ha un pH > 7: quale delle seguenti affermazioni è corretta? [H+] < [OH-]. Il pH è definito come ?log10[H+]; valori maggiori di 7 indicano una soluzione basica, in cui la concentrazione di ioni idrogeno è inferiore a 10^?7 M. In acqua vale l’autoionizzazione con Kw = [H+][OH?] = 1,0×10^?14: se [H+] scende sotto 10^?7 M, allora [OH?] deve salire sopra 10^?7 M, quindi [H+] < [OH?]. Equivalentemente, pOH = 14 ? pH < 7 conferma un eccesso di ioni idrossido. A pH = 7 si ha [H+] = [OH?]; per pH > 7 la soluzione è basica e la disuguaglianza si sposta a favore di OH?.

49 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


50 di 62 Domande

Cosa succede al fuso mitotico durante la citocinesi?














La risposta corretta è la D
Durante la citocinesi, il fuso mitotico ha già assolto la sua funzione principale – separare i cromatidi fratelli – e nel complesso si disassembla e scompare. La degradazione della ciclina B e l’inattivazione di CDK1 alla fine dell’anafase/telofase azzerano i segnali che mantenevano il fuso: i microtubuli del fuso (astrali e kinetocorici) vanno incontro a depolimerizzazione, mentre una parte delle microtubulature interpolari si riorganizza transitoriamente nella cosiddetta “spindle midzone” o corpo centrale, struttura che non è più un fuso mitotico funzionale ma un ponte residuo che serve da piattaforma per completare la divisione citoplasmatica. Questo ponte guida l’attivazione di RhoA e il posizionamento dell’anello contrattile actomiosinico al solco di clivaggio; dopo l’abscissione, anche il corpo centrale viene smantellato e la cellula ricostruisce l’assetto microtubulare interfasico. Quindi, la risposta è corretta: il fuso mitotico, inteso come apparato che collega i cinetocori ai poli e governa la segregazione cromosomica, viene disassemblato e scompare durante la citocinesi. La breve persistenza della midzone non contraddice questo concetto perché rappresenta una riorganizzazione locale di microtubuli con funzione diversa e temporanea, non il mantenimento del fuso. Questo passaggio è essenziale per ripristinare l’architettura citoscheletrica tipica dell’interfase, consentire la riformazione dell’involucro nucleare e prevenire interferenze meccaniche con l’abscissione. Dal punto di vista clinico, molte chemioterapie antimitotiche sfruttano proprio la dinamica dei microtubuli: i taxani stabilizzano i microtubuli impedendone il corretto riassetto e il disassemblaggio, mentre gli alcaloidi della vinca li destabilizzano; in entrambi i casi la cellula non completa correttamente mitosi e citocinesi, andando incontro ad arresto o morte. Errori nel disassemblaggio del fuso o nella citocinesi possono generare cellule tetraploidi o aneuploidi, fenomeni frequentemente osservati nei tumori. Comprendere che il fuso viene smontato durante la citocinesi aiuta quindi a collegare la biologia cellulare di base alle strategie terapeutiche e alle conseguenze patogenetiche di divisioni cellulari aberranti.

51 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative ai virus è errata?














La risposta corretta e' la ' I virus possono replicarsi autonomamente '.


52 di 62 Domande

Quale delle seguenti funzioni non viene svolta dalla membrana plasmatica?














La risposta corretta e' la ' Sintesi delle glicoproteine '.


53 di 62 Domande

Qual è la funzione delle glicoproteine presenti sull’ involucro virale?














La risposta corretta e' la ' Attacco alle cellule ospiti '.


54 di 62 Domande

Quale delle seguenti funzioni NON è tipica delle cellule endoteliali?














La risposta corretta è la A
L’affermazione è corretta perché le cellule endoteliali non sono responsabili dei movimenti volontari o involontari del corpo. La funzione motoria è propria dei tessuti muscolari: il muscolo scheletrico genera i movimenti volontari, mentre il muscolo liscio e il miocardio governano i movimenti involontari (peristalsi, tono vasale, contrazione cardiaca). Le cellule endoteliali, invece, costituiscono un monostrato che riveste internamente vasi sanguigni e linfatici e svolgono funzioni paracrini, metaboliche e di barriera, ma non producono forza meccanica per il movimento corporeo. Le funzioni tipiche dell’endotelio includono il mantenimento dell’integrità della barriera vascolare e della permeabilità selettiva, anche grazie al glicocalice; la regolazione del tono vascolare mediante produzione di mediatori come ossido nitrico, prostaciclina ed endotelina che modulano la contrazione del muscolo liscio vasale; il controllo dell’emostasi bilanciando fattori pro- e anticoagulanti (p. es. fattore di von Willebrand, trombomodulina, t-PA, in condizioni di attivazione anche fattore tissutale); la regolazione del traffico leucocitario attraverso molecole di adesione (selettine, ICAM, VCAM) e citochine; l’angiogenesi in risposta a segnali come VEGF; e funzioni metaboliche tra cui la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II tramite l’ACE, particolarmente nell’endotelio polmonare. In distretti specializzati, come la barriera ematoencefalica, le giunzioni serrate endoteliali contribuiscono all’isolamento del SNC. Clinicamente, la disfunzione endoteliale è un meccanismo chiave di ipertensione, aterosclerosi, trombosi arteriosa e venosa, e complicanze microvascolari nel diabete; negli stati settici contribuisce a vasoplegia, coagulopatia e “capillary leak” con edema interstiziale; nell’ischemia-riperfusione amplifica infiammazione e danno tissutale. Benché le cellule endoteliali possano rimodellare il citoscheletro e contrarsi lievemente per modulare gli spazi intercellulari, questo non equivale a generare movimento corporeo o contrazione d’organo. In sintesi, l’endotelio regola il flusso ematico e la comunicazione tra sangue e tessuti, ma non esegue movimenti: questi sono prerogativa dei muscoli, sui quali l’endotelio agisce indirettamente tramite mediatori vasoattivi.

55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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