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1 di 64 Domande

Un kg di grasso corporeo equivale a circa 7000 kcal. Se il fabbisogno calorico medio giornaliero di un uomo adulto è 2700 kcal ed il soggetto in questione ingerisce ogni giorno cibi equivalenti a 2000 kcal, egli può dimagrire di 10 kg in circa:














La risposta corretta e' la '

3 mesi

'.


2 di 64 Domande

L'accelerazione di gravità sulla Luna è circa 1/6 di quella sulla Terra. La massa di un uomo che si trova sulla Luna è:














La risposta corretta è la E
L'accelerazione di gravità sulla Luna è circa 1/6 di quella sulla Terra, e la massa di un uomo che si trova sulla Luna è uguale a quella che ha sulla Terra. La massa di un corpo è una proprietà intrinseca che non dipende dalla sua posizione nello spazio, ma piuttosto dalla quantità di materia che esso contiene. Pertanto, indipendentemente dall'accelerazione di gravità del luogo in cui si trova, la massa di un oggetto o di una persona rimane invariata. Ciò che cambia è il peso, che è la forza con cui un corpo viene attratto verso il centro di un corpo celeste come la Terra o la Luna. Il peso è calcolato come il prodotto della massa per l'accelerazione di gravità locale, quindi sulla Luna, dove l'accelerazione di gravità è minore, il peso di un uomo sarà inferiore rispetto al suo peso sulla Terra, ma la sua massa resterà costante.

3 di 64 Domande

Il principio di Archimede stabilisce che ogni corpo immerso in un fluido qualsiasi riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del fluido spostato. Cosa si può dire della spinta di Archimede sulla superficie lunare?














La risposta corretta è la C
Il principio di Archimede stabilisce che ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del fluido spostato e la risposta corretta afferma che la spinta di Archimede è presente sulla superficie lunare ma assume valori più bassi rispetto a quelli sulla Terra. Questo è corretto perché la spinta di Archimede dipende dalla densità del fluido in cui il corpo è immerso e dalla gravità del luogo. Sulla Luna, la gravità è circa un sesto di quella terrestre e, dato che la Luna non ha un'atmosfera densa come quella terrestre, la densità del "fluido" (in questo caso, l'eventuale gas rarefatto presente) è estremamente bassa o addirittura inesistente. Di conseguenza, anche se teoricamente esiste una spinta di Archimede, essa è praticamente trascurabile sulla superficie lunare per la maggior parte delle applicazioni pratiche, poiché non c'è un fluido significativo per generare una spinta apprezzabile.

4 di 64 Domande

Il sangue che circola in un capillare polmonare rilascia CO2 secondo il meccanismo di:














La risposta corretta e' la '

Diffusione

'.


5 di 64 Domande

La definizione biologica di specie si fonda:














La risposta corretta è la B
La definizione biologica di specie si fonda: sull'isolamento riproduttivo di due gruppi di organismi. Il concetto biologico di specie (Mayr) definisce infatti una specie come un insieme di popolazioni naturali effettivamente o potenzialmente interfeconde che sono riproduttivamente isolate da altre, cosicché il flusso genico avviene all’interno ma non tra specie diverse. L’isolamento può essere prezigotico (temporale, ecologico, etologico, meccanico, gametico) o postzigotico (inviabilità, sterilità o breakdown degli ibridi), e questi meccanismi impediscono l’introgressione genetica mantenendo coesione e identità evolutiva. In termini evolutivi, lo stop al flusso genico permette alla selezione e alla deriva di far divergere le popolazioni fino a formare specie distinte. Il criterio è particolarmente applicabile a organismi a riproduzione sessuata in condizioni naturali, dove il concetto di interfecondità è testabile. Presenta limiti per taxa asessuati, fossili, casi di ibridazione estesa (soprattutto nelle piante) e per le ring species, per cui si ricorre ad altri concetti di specie (morfologico, ecologico, filogenetico). In sintesi, la risposta è corretta perché localizza il “confine di specie” nella cessazione del libero scambio genico tra gruppi.

6 di 64 Domande

Che tipo di ibridazione degli orbitali presentano gli atomi di C nell'etere dimetilico ?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede che tipo di ibridazione degli orbitali presentano gli atomi di C nell'etere dimetilico, e la risposta corretta è sp³. Nell'etere dimetilico, la molecola è composta da due gruppi metilici (-CH₃) legati a un atomo di ossigeno centrale. Gli atomi di carbonio nei gruppi metilici sono legati ad altri tre atomi: tre idrogeni e un ossigeno. Questo tipo di configurazione richiede che ciascun atomo di carbonio formi quattro legami sigma, il che è tipico dell'ibridazione sp³. L'ibridazione sp³ si verifica quando un orbitale s e tre orbitali p si combinano per formare quattro orbitali ibridi equivalenti, che sono orientati nello spazio in modo da minimizzare la repulsione elettronica, assumendo una geometria tetraedrica. Questa configurazione è comune nei composti organici saturi, come gli alcani e gli eteri semplici, dove ogni atomo di carbonio è circondato da quattro gruppi leganti.

7 di 64 Domande

Il candidato immagini di dividere una pressione (al numeratore) per una forza (al denominatore). Cosa ottiene come risultato ?














La risposta corretta e' la '

Il reciproco di una superficie

'.


8 di 64 Domande

Le ammine hanno carattere:














La risposta corretta è la D
Le ammine hanno carattere debolmente basico. Questo comportamento è dovuto alla presenza di un atomo di azoto con una coppia di elettroni non condivisa, che può accettare un protone (H⁺) da un acido, formando un legame dativo e generando un catione ammonio. La basicità delle ammine è generalmente più debole rispetto a quella delle basi forti come l'idrossido di sodio, ma è comunque significativa nel contesto delle molecole organiche. La forza basica di un'ammina dipende anche dalla struttura specifica della molecola: le ammine alifatiche tendono ad essere più basiche rispetto alle ammine aromatiche a causa della minore stabilizzazione della coppia di elettroni da parte del sistema aromatico. Inoltre, la presenza di gruppi alchilici può aumentare la basicità attraverso l'effetto induttivo, che aumenta la densità elettronica sull'azoto. Tuttavia, fattori sterici possono influire negativamente sulla capacità dell'azoto di accettare protoni, riducendo così la basicità complessiva.

9 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (≥90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


10 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ≥1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

11 di 64 Domande

Il doppio di 215 è:














La risposta corretta è la C
Il doppio di 215 è 216. Questa affermazione è corretta perché il doppio di una potenza di due può essere rappresentato come un incremento dell'esponente di 1. Quando si raddoppia una potenza di due, si moltiplica la base per se stessa una volta in più, quindi 215 × 2 è uguale a 215+1, che è 216. Questo si basa sulla proprietà delle potenze secondo cui am × an = am+n, dove 'a' è la base e 'm' e 'n' sono esponenti. In questo caso, entrambi i termini hanno la stessa base (2), quindi gli esponenti si sommano. Pertanto, il doppio di 2 elevato alla quindicesima potenza è semplicemente 2 elevato alla sedicesima potenza.

12 di 64 Domande

Nei trigliceridi gli acidi grassi sono legati a:














La risposta corretta e' la '

Glicerolo

'.


13 di 64 Domande

Facciamo compiere piccole oscillazioni a un pendolo, costituito da un peso sostenuto da un filo di massa trascurabile. Quando il pendolo si trova alla massima ampiezza di oscillazione tagliamo il filo. Cosa succede al peso?














La risposta corretta e' la '

Cade in verticale, partendo con velocità iniziale nulla

'.


14 di 64 Domande

Quante delle seguenti reazioni sono solo ossidazioni (Ox), quante solo riduzioni (Red), quante ossidoriduzioni (Redox)? 

product image













La risposta corretta è la C
La domanda chiede quante delle reazioni elencate sono solo ossidazioni, quante solo riduzioni e quante ossidoriduzioni, con la risposta corretta che è: Ox: 2, Red: 1, Redox: 1. Per determinare il tipo di reazione, è necessario considerare i cambiamenti nel numero di ossidazione degli elementi coinvolti. Una reazione di ossidazione comporta un aumento del numero di ossidazione di una sostanza, mentre una riduzione comporta una diminuzione. Nel caso delle reazioni ossidoriduttive, o redox, entrambi i processi di ossidazione e riduzione avvengono simultaneamente. Analizzando le reazioni fornite, due di esse mostrano un aumento del numero di ossidazione senza alcuna riduzione, classificandole come ossidazioni. Una reazione mostra una diminuzione del numero di ossidazione senza alcuna ossidazione, rendendola una riduzione. Infine, una reazione mostra un elemento che si ossida e un altro che si riduce, classificandola correttamente come una reazione redox. Questo tipo di analisi permette di identificare correttamente il numero di ciascun tipo di reazione.

15 di 64 Domande

Il numero quantico di spin:














La risposta corretta e' la '

Fornisce indicazioni sul verso della rotazione dell'elettrone intorno al proprio asse

'.


16 di 64 Domande

Quale tra le seguenti affermazioni riguardanti i numeri quantici NON è corretta?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale tra le seguenti affermazioni riguardanti i numeri quantici non sia corretta e la risposta corretta è che "Il numero di orbitali possibili per ogni valore di n è n³". La spiegazione è che il numero di orbitali per un dato numero quantico principale n è in realtà n², non n³. Questo è perché per ogni livello energetico definito dal numero quantico principale n, esistono n sottolivelli (corrispondenti al numero quantico azimutale l che varia da 0 a n-1) e per ogni valore di l ci sono (2l+1) orbitali. Sommando questi orbitali per tutti i valori di l, si ottiene n² orbitali. Ad esempio, per n=2, ci sono 2²=4 orbitali: uno s (l=0) e tre p (l=1). Pertanto, l'affermazione che il numero di orbitali è n³ è errata e per questo motivo è la scelta corretta per la domanda.

17 di 64 Domande

Gli ormoni che regolano la funzione renale sono:














La risposta corretta e' la '

Aldosterone e ADH

'.


18 di 64 Domande

Quale di queste coppie di elementi appartiene allo stesso gruppo della tavola periodica degli elementi?














La risposta corretta è la A
La coppia di elementi che appartiene allo stesso gruppo della tavola periodica degli elementi è Ca e Mg. Questa risposta è corretta perché sia il calcio (Ca) che il magnesio (Mg) appartengono al gruppo 2 della tavola periodica, noto anche come il gruppo dei metalli alcalino-terrosi. Gli elementi in questo gruppo condividono caratteristiche chimiche simili, come la tendenza a perdere due elettroni per formare cationi con una carica di +2 e la presenza di due elettroni nel loro livello energetico più esterno. Queste proprietà derivano dalla configurazione elettronica simile che caratterizza gli elementi del gruppo 2, rendendoli reattivi e capaci di formare composti ionici stabili. Altri elementi appartenenti a questo gruppo includono berillio (Be), stronzio (Sr), bario (Ba) e radio (Ra), che condividono le stesse caratteristiche fondamentali.

19 di 64 Domande

Gli esoni:














La risposta corretta è la C
Gli esoni: sono trascritti. Gli esoni sono segmenti genici che vengono copiati in RNA dalla RNA polimerasi II insieme agli introni, generando un pre-mRNA; successivamente lo splicing rimuove gli introni e unisce gli esoni per formare l’mRNA maturo. Poiché tutti gli esoni derivano dalla trascrizione del DNA, l’affermazione è corretta; non tutti però sono necessariamente tradotti, perché le regioni UTR 5’ e 3’ sono esoniche ma non codificano proteina. La replica riguarda la duplicazione del DNA e la traduzione la sintesi proteica, processi distinti dalla trascrizione. Negli eucarioti lo splicing alternativo può combinare esoni in modi diversi generando isoforme, ma ciascun esone presente deriva comunque da sequenze trascritte. Nei procarioti gli introni sono rari, ma il principio che le regioni che compongono l’mRNA provengono dalla trascrizione resta valido.

20 di 64 Domande

Trovare il numero mancante: 0432 - 3402 ; 1390 - 9310 ; 7658 - .....














La risposta corretta è la A
La domanda chiede di trovare il numero mancante nella sequenza "0432 - 3402 ; 1390 - 9310 ; 7658 - .....", e la risposta corretta è "5678". La sequenza numerica presentata sembra seguire un pattern specifico di inversione delle cifre. Osservando le coppie di numeri, si nota che il secondo numero di ciascuna coppia è una permutazione del primo numero, ottenuta invertendo l'ordine delle cifre. Ad esempio, nella coppia "0432 - 3402", si nota che il numero "3402" è una riorganizzazione delle cifre del numero "0432". Applicando lo stesso principio alla coppia "1390 - 9310", il numero "9310" è una permutazione delle cifre del numero "1390". Seguendo questo schema, per la coppia "7658 - .....", la permutazione delle cifre del numero "7658" che segue lo schema di inversione è "5678", che corrisponde alla risposta corretta.

21 di 64 Domande

È corretto dire che:














La risposta corretta è la B
È corretto dire che i nervi spinali presentano sia componente motoria che sensitiva. Ogni nervo spinale nasce dall’unione di una radice anteriore (ventrale) con fibre efferenti motorie e visceromotorie e di una radice posteriore (dorsale) con fibre afferenti sensoriali e viscerosensoriali, i cui corpi cellulari risiedono nel ganglio della radice dorsale. Dopo la confluenza, il nervo spinale è “misto” e si divide in rami anteriore e posteriore anch’essi misti; attraverso i rami comunicanti veicola anche componenti simpatiche. I motoneuroni hanno il soma nel corno anteriore del midollo, le afferenze nel ganglio spinale: questa disposizione consente riflessi segmentali e l’organizzazione in miotomi e dermatomi. Pur esistendo rare varianti (ad esempio C1 talvolta con radice dorsale ridotta), la regola generale resta che i nervi spinali contengono sia fibre motorie sia sensitive.

22 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di β-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


23 di 64 Domande

L’ossido di azoto è un composto neutro formato da un atomo di azoto ed un atomo di ossigeno. Pertanto questa molecola includerà: 














La risposta corretta è la A
L'ossido di azoto è un composto neutro formato da un atomo di azoto ed un atomo di ossigeno, pertanto questa molecola includerà un elettrone spaiato. La molecola di ossido di azoto, nota anche come monossido di azoto (NO), ha un totale di 11 elettroni di valenza: 5 dall'azoto e 6 dall'ossigeno. Quando questi si combinano, formano un legame chimico, ma rimane un elettrone non accoppiato, il che rende NO un radicale libero. La presenza di un elettrone spaiato conferisce a NO una reattività chimica particolare e la natura di radicale, che è fondamentale in vari processi chimici e biologici. La struttura elettronica del NO non permette la formazione di coppie elettroniche complete, motivo per cui si trova spesso in stati di transizione o in reazioni che coinvolgono altre specie chimiche con elettroni spaiati o facilmente disponibili per la condivisione.

24 di 64 Domande

La combustione dell'idrogeno in aria produce prevalentemente














La risposta corretta e' la '

Acqua

 

 

'.


25 di 64 Domande

La formula generale R–O–R' è caratteristica: 














La risposta corretta e' la '

Degli eteri 

'.


26 di 64 Domande

Il tessuto muscolare liscio:














La risposta corretta e' la '

Risponde a stimoli nervosi e ormonali 

'.


27 di 64 Domande

Quale dei seguenti abbinamenti, in senso figurato, è errato?














La risposta corretta è la B
Quale dei seguenti abbinamenti, in senso figurato, è errato? Starsene nel proprio brodo: condividere euforicamente un risultato conseguito. L'espressione "starsene nel proprio brodo" è usata in modo figurato per indicare una situazione in cui una persona si isola o si chiude in se stessa, spesso rimanendo nei propri pensieri o preoccupazioni, senza cercare di interagire o confrontarsi con l'esterno. Al contrario, "condividere euforicamente un risultato conseguito" implica un'apertura verso gli altri e un desiderio di comunicare e celebrare un successo, che è in netto contrasto con l'idea di isolamento suggerita dall'espressione originale. Pertanto, l'abbinamento proposto è errato poiché le due idee sono fondamentalmente opposte: una rappresenta l'introspezione e l'autoisolamento, mentre l'altra rappresenta l'interazione e la condivisione sociale.

28 di 64 Domande

Quale tra i seguenti elementi è presente nella molecola della clorofilla? 














La risposta corretta è la B
Quale tra i seguenti elementi è presente nella molecola della clorofilla? La risposta corretta è: Magnesio. La clorofilla è un pigmento essenziale per la fotosintesi presente nelle piante, nelle alghe e in alcuni batteri. La sua struttura chimica è caratterizzata da un anello porfirinico al cui centro si trova un atomo di magnesio. Questo atomo di magnesio è fondamentale perché stabilizza la struttura del complesso porfirinico e svolge un ruolo cruciale nella cattura della luce solare e nella conversione dell'energia luminosa in energia chimica durante il processo di fotosintesi. La presenza del magnesio consente alla clorofilla di assorbire specifiche lunghezze d'onda della luce, in particolare nel range del rosso e del blu, e di riflettere la luce verde, conferendo alle foglie il loro caratteristico colore verde.

29 di 64 Domande

“Il cane ed il gatto hanno la febbre quando la loro temperatura è superiore a 39 - 39,5°C, e questo rilievo si può effettuare solo con un termometro. La temperatura si considera normale quando è attorno ai 38°-38,5°C, ma per i cani nelle razze di grandi dimensioni può anche essere leggermente inferiore. Quando si riscontra che la temperatura è tra 39°-40°C bisogna prendere precauzioni, ma se è addirittura intorno ai 40°- 40,5°C la visita dal Veterinario è essenziale.” Dal testo si può dedurre che :














La risposta corretta e' la '

La temperatura normale dei gatti è superiore a quella dell’uomo

'.


30 di 64 Domande

La piastra neurale si forma:














La risposta corretta e' la '

Dall’ectoderma 

'.


31 di 64 Domande

Nei gatti domestici i geni per il colore nero (XN) e giallo (XG) sono situati ciascuno su un cromosoma X. I gatti di sesso maschile possono avere soltanto il pelo di colore nero o giallo. I gatti di sesso femminile possono avere il pelo di colore o nero o giallo o a macchie nere e gialle, detto “a corazza di tartaruga”. Il genotipo di una gatta con pelo giallo sarà:














La risposta corretta e' la '

X G X G

'.


32 di 64 Domande

Il midollo rosso: 














La risposta corretta e' la '

Produce cellule ematiche

'.


33 di 64 Domande

Il centro bulbare regolatore dell'attività cardiovascolare:














La risposta corretta è la A
Il centro bulbare regolatore dell’attività cardiovascolare manda segnali al sistema nervoso autonomo. Questo centro, situato nel bulbo (medulla oblongata), comprende il nucleo del tratto solitario, il nucleo ambiguo, il nucleo motore dorsale del vago e le regioni ventrolaterali; integra gli afferenti dei baro- e chemorecettori (nervi glossofaringeo e vago) e genera efferenze autonome. Attraverso la regione ventrolaterale rostrale attiva i neuroni simpatici pregangliari nell’asta intermedio‑laterale del midollo spinale, aumentando frequenza cardiaca, contrattilità e vasocostrizione. Tramite i nuclei vagali (nucleo ambiguo e motore dorsale) modula il parasimpatico cardiaco riducendo la frequenza. Questo circuito realizza riflessi come il baroriflesso per stabilizzare la pressione arteriosa. Pertanto la risposta è corretta perché il centro bulbare regola cuore e vasi inviando comandi efferenti attraverso il sistema nervoso autonomo.

34 di 64 Domande

Quale è il valore del pH di una soluzione acquosa contenente 0,001 moli di HCl in 10 litri ?














La risposta corretta è la B
Il valore del pH di una soluzione acquosa contenente 0,001 moli di HCl in 10 litri è 4. Per calcolare il pH di una soluzione acida, è necessario conoscere la concentrazione degli ioni idrogeno (H⁺) nella soluzione. HCl è un acido forte, il che significa che si dissocia completamente in acqua, rilasciando ioni H⁺. La concentrazione di HCl nella soluzione è di 0,001 moli in 10 litri, quindi la concentrazione molare è 0,001 mol/10 L = 0,0001 M. Il pH è calcolato come il logaritmo negativo della concentrazione degli ioni H⁺, quindi pH = -log(0,0001). Calcolando, si ottiene pH = 4, poiché 0,0001 è equivalente a 10⁻⁴ e il logaritmo di 10⁻⁴ è -4. Quindi, il pH della soluzione è 4, confermando che la risposta corretta è 4.

35 di 64 Domande

Uno dei seguenti termini NON è coerente con gli altri: 














La risposta corretta e' la '

 Eterozigote

'.


36 di 64 Domande

Se si lancia un dado 5 volte con quale probabilità il “2” esce esattamente 3 volte?  














La risposta corretta e' la '

2 x  53/65

'.


37 di 64 Domande

La funzione inversa di f(x) = (2x-3)/x è espressa dall'equazione:














La risposta corretta è la B
La funzione inversa di f(x) = (2x-3)/x è espressa dall'equazione: x = 3/(2-y). Per trovare l'inversa di una funzione, si inizia scambiando le variabili x e y nell'equazione originale, ottenendo x = (2y-3)/y. Successivamente, si risolve questa equazione per y. Moltiplicando entrambi i lati per y, si ottiene xy = 2y - 3. Portando tutti i termini contenenti y su un lato, si ha xy - 2y = -3. Factorizzando y, si ottiene y(x - 2) = -3. Dividendo entrambi i lati per (x - 2), si trova y = -3/(x - 2). Tuttavia, poiché si cerca l'equazione in termini di x, si scambia nuovamente x e y per ottenere l'inversa finale come x = 3/(2-y), che corrisponde alla risposta corretta indicata.

38 di 64 Domande

Pascal, Baria, Watt, Tesla sono unità di misura... : 














La risposta corretta è la D
La domanda chiede: "Pascal, Baria, Watt, Tesla sono unità di misura...:" e la risposta corretta è: "2 di Pressione, una di Potenza, una di induzione magnetica." La spiegazione è che Pascal e Baria sono entrambe unità di misura della pressione; il Pascal è l'unità del Sistema Internazionale (SI) definita come un Newton per metro quadrato, mentre il Baria è un'unità del sistema CGS equivalente a un dyne per centimetro quadrato. Il Watt è l'unità di misura della potenza nel Sistema Internazionale, definita come un Joule al secondo, ed è usato per misurare la velocità con cui viene trasferita o trasformata l'energia. Infine, il Tesla è l'unità di misura dell'induzione magnetica nel Sistema Internazionale, definita come un Weber per metro quadrato, ed è utilizzata per quantificare la densità del flusso magnetico.

39 di 64 Domande

In una serie ordinata di 41 dati la mediana è:














La risposta corretta è la D
In una serie ordinata di 41 dati la mediana è il 21° dato. La mediana di una serie di dati è il valore che si trova al centro quando i dati sono ordinati in ordine crescente o decrescente. Per una serie con un numero dispari di dati, come 41, la mediana è semplicemente il dato che occupa la posizione centrale. Per calcolare la posizione della mediana, si utilizza la formula (n + 1) / 2, dove n è il numero totale di dati. Applicando questa formula, otteniamo (41 + 1) / 2 = 21, indicando che il 21° dato è la mediana. Questo valore divide i dati in due metà uguali, con 20 dati al di sotto e 20 dati al di sopra, confermando che la risposta corretta è il 21° dato.

40 di 64 Domande

 La perdita di un neutrone da parte di un nucleo di un atomo comporta:














La risposta corretta e' la '

Una diminuzione di un'unità di A per quel elemento  

'.


41 di 64 Domande

L'elettronegatività è una misura della tendenza di un atomo :














La risposta corretta e' la '

Ad attrarre verso di sé gli elettroni di legame.

'.


42 di 64 Domande

Sapendo che cambiando la temperatura di una soluzione il suo volume varia leggermente, quale dei seguenti modi di esprimere la concentrazione della soluzione darà valori leggermente diversi al variare della temperatura?














La risposta corretta è la E
Sapendo che cambiando la temperatura di una soluzione il suo volume varia leggermente, quale dei seguenti modi di esprimere la concentrazione della soluzione darà valori leggermente diversi al variare della temperatura? La risposta corretta è: Molarità. La molarità è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione, quindi dipende direttamente dal volume della soluzione. Poiché il volume di una soluzione può espandersi o contrarsi con le variazioni di temperatura, la molarità cambierà di conseguenza. Al contrario, altre misure di concentrazione come la molalità, che è definita come il numero di moli di soluto per chilogrammo di solvente, non sono influenzate dalle variazioni di volume dovute alla temperatura, poiché si basano sulla massa del solvente, che rimane costante. Pertanto, la molarità è l'unità di misura della concentrazione che risente delle variazioni di temperatura a causa della sua dipendenza dal volume della soluzione.

43 di 64 Domande

Il composto KOH è :














La risposta corretta e' la ' idrossido di potassio '.


44 di 64 Domande

Quando si vuole diluire una soluzione 1 M a 0,5 M è necessario:














La risposta corretta è la A
Per diluire una soluzione 1 M a 0,5 M è necessario aggiungere solvente. Quando si desidera ridurre la concentrazione di una soluzione mantenendo costante la quantità di soluto, l'unico modo per farlo è aumentare il volume totale della soluzione, il che si ottiene aggiungendo solvente. La molarità, che è una misura della concentrazione, è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione. Pertanto, aggiungendo solvente, si aumenta il volume della soluzione mentre il numero di moli di soluto rimane invariato, portando a una diminuzione della molarità. Questa operazione segue il principio di conservazione del soluto e si può calcolare quantitativamente usando la formula M₁V₁ = M₂V₂, dove M e V rappresentano rispettivamente la molarità e il volume della soluzione iniziale e finale.

45 di 64 Domande

Il fenolo:














La risposta corretta e' la ' È un acido debole '.


46 di 64 Domande

In una reazione chimica all’ equilibrio:














La risposta corretta è la C

In una reazione chimica all'equilibrio, la velocità della reazione diretta e della reazione inversa sono uguali. Questo avviene perché l'equilibrio chimico è uno stato dinamico in cui le reazioni diretta e inversa avvengono simultaneamente alla stessa velocità, il che significa che le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti rimangono costanti nel tempo. Sebbene le molecole continuino a reagire, non vi è un cambiamento netto nelle concentrazioni, poiché le molecole che si trasformano da reagenti a prodotti vengono bilanciate da quelle che si trasformano da prodotti a reagenti. Questo equilibrio dinamico non implica che le concentrazioni di reagenti e prodotti siano necessariamente uguali, ma piuttosto che il loro rapporto rimane costante. La costante di equilibrio, K, è una misura del rapporto tra le concentrazioni dei prodotti e dei reagenti a equilibrio raggiunto e dipende dalla temperatura. L'equilibrio può essere influenzato da cambiamenti di temperatura, pressione o concentrazione secondo il principio di Le Chatelier, che descrive come il sistema reagisce per minimizzare tali perturbazioni e ristabilire l'equilibrio.


47 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu → Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


48 di 64 Domande

Quale dei seguenti enzimi interviene nella biogenesi dei miRNA?














La risposta corretta è la C
Drosha è la RNasi III nucleare che esegue il primo passaggio chiave della biogenesi dei microRNA (miRNA). I miRNA sono piccoli RNA non codificanti di circa 22 nucleotidi che regolano l’espressione genica post-trascrizionale legandosi in modo preferenzialmente imperfetto a sequenze bersaglio (spesso nelle 3’ UTR) e determinando repressione della traduzione e/o degradazione dell’mRNA. I geni dei miRNA sono trascritti per lo più da RNA polimerasi II in lunghi trascritti primari (pri-miRNA) contenenti forcine. Nel nucleo, il complesso Microprocessor, costituito da Drosha e dal cofattore legante RNA a doppio filamento DGCR8, riconosce queste forcine e Drosha effettua un taglio endonucleolitico vicino alla base della forcina. Il risultato è un pre-miRNA di ~70 nucleotidi con tipico sbordo a 3’ di 2 nucleotidi, firma strutturale indispensabile per i passaggi successivi. Il pre-miRNA così generato viene esportato nel citoplasma da Exportin-5 in complesso con Ran-GTP. Qui interviene Dicer, un’altra RNasi III, che processa il pre-miRNA in un duplex di ~22 nucleotidi. Una delle due eliche (il filamento guida) viene caricata nel complesso effettore RISC, contenente proteine Argonaute, che mediano la repressione del bersaglio. In questo schema, Drosha è l’enzima che avvia la maturazione specifica dei miRNA nel nucleo; Dicer agisce più tardi nel citoplasma, Exportin-5 è un fattore di trasporto e Argonaute è parte dell’apparato effettore, non dell’elaborazione iniziale. Rilevanza clinica: la deregolazione della biogenesi dei miRNA è implicata in oncogenesi, malattie cardiovascolari e neurologiche. Alterazioni di Drosha o di DGCR8 possono causare una riduzione globale dei miRNA maturi con deregolazione diffusa dell’espressione genica; in alcuni tumori sono state descritte mutazioni o livelli aberranti di Drosha, associati a prognosi sfavorevole. Comprendere che Drosha è il primo “bottleneck” enzimatico della via consente di interpretare fenotipi dovuti a difetti precoci della maturazione dei miRNA e di orientarsi tra strategie terapeutiche emergenti, come mimetici di miRNA o inibitori (antagomiR), che dipendono dall’integrità di questa via di processamento.

49 di 64 Domande

L'immagine rappresenta l'ultrastruttura di una cellula eucariote animale. La lettera A indica:














La risposta corretta è la A
La struttura indicata è il reticolo endoplasmatico rugoso (RER). In microscopia elettronica il RER si riconosce come un sistema di cisterne appiattite, disposte in parallelo, con numerosi puntini elettron-densi aderenti alla faccia citosolica: sono ribosomi 80S, responsabili dell’aspetto “rugoso”. Il RER è spesso continuo con la membrana nucleare esterna, che a sua volta porta ribosomi, un dettaglio morfologico tipico nelle cellule animali. La funzione principale del RER è la sintesi e la maturazione iniziale delle proteine destinate alla secrezione, all’inserimento nelle membrane o ai compartimenti endomembranosi (ad esempio gli enzimi lisosomiali). Le proteine con peptide segnale vengono riconosciute dalla SRP durante la traduzione e indirizzate al recettore sulla membrana del RER; attraverso il translocone entrano nel lume o si inseriscono nella membrana in modo cotraduzionale. Nel lume del RER avvengono piegamento assistito da chaperoni, formazione di ponti disolfuro e l’inizio della N‑glicosilazione; le proteine correttamente ripiegate vengono confezionate in vescicole rivestite da COPII e inviate all’apparato di Golgi. Le proteine mal ripiegate attivano il controllo qualità (ER‑associated degradation) e, se si accumulano, la risposta allo stress del reticolo (UPR). Il riconoscimento del RER consente di escludere altre strutture simili: il reticolo endoplasmatico liscio è privo di ribosomi, ha aspetto più tubulare e irregolare ed è specializzato in sintesi lipidica, detossificazione e deposito di calcio; l’apparato di Golgi appare come pile di sacculi non rivestiti da ribosomi, con polarità cis/trans; i mitocondri hanno doppia membrana con creste interne; lisosomi e perossisomi sono vescicole tondeggianti e dense. Dal punto di vista clinico, un RER particolarmente sviluppato caratterizza cellule altamente secernenti, come le plasmacellule e gli acini pancreatici. Difetti di ripiegamento o traffico proteico nel RER sono alla base di condizioni come il deficit di alfa‑1‑antitripsina, in cui la proteina mutata si accumula nel reticolo degli epatociti, con danno cellulare e manifestazioni epatiche e respiratorie.

50 di 64 Domande

In un frammento di DNA, vengono calcolate le percentuali di ognuna delle quattro basi azotate presenti. In quale/i dei seguenti casi la somma dei valori ottenuti rappresenta sempre il 50% del totale delle basi?

1) % adenina + % timina
2) % citosina + % guanina
3) % guanina + % timina














La risposta corretta e' la ' Solo 3 '.


51 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardo i centrioli NON è corretta?














La risposta corretta è la C
L’affermazione è errata perché i centrioli non sono formati da 3 triplette di microtubuli, bensì da 9 triplette disposte a corona in un cilindro cavo. Ogni tripletta comprende un microtubulo completo (A) e due parziali (B e C), e non esiste una coppia centrale: la tipica organizzazione dei centrioli è quindi “9×0”. Questa architettura li distingue dall’assonema delle ciglia e dei flagelli mobili, che presenta la configurazione “9+2” (nove doppiette periferiche più una coppia centrale), e chiarisce perché ridurre il numero a tre triplette sia biologicamente non plausibile. Nel contesto cellulare, due centrioli perpendicolari tra loro, immersi nella matrice pericentriolare, costituiscono il centrosoma, principale centro di organizzazione dei microtubuli della cellula animale. La nucleazione dei microtubuli avviene soprattutto nella matrice pericentriolare grazie ai complessi della γ-tubulina, mentre i centrioli forniscono l’impalcatura e la piattaforma per l’assemblaggio e la maturazione del centrosoma. I centrioli duplicano una sola volta per ciclo cellulare, in S, con formazione di un procentriole accanto a ciascun centriolo preesistente; il “centriolo madre” si riconosce per appendici distali e subdistali e può trasformarsi in corpo basale per avviare la ciliogenesi. La corretta comprensione della loro struttura ha risvolti clinici. Difetti di proteine centriolari o del centrosoma alterano la ciliogenesi e la funzione del fuso mitotico: ne derivano ciliopatie (per esempio discinesia ciliare primaria con infezioni respiratorie ricorrenti e infertilità), malformazioni dello sviluppo come microcefalia primaria e, in ambito oncologico, instabilità cromosomica associata ad amplificazione centrosomiale. In diagnostica, anomalie ultrastrutturali della tripla microtubulare sono rilevabili con microscopia elettronica in alcune ciliopatie; in ricerca clinica, il targeting della dinamica dei microtubuli e dell’assetto centrosomiale è un’area di interesse per modulare proliferazione e aneuploidia tumorale. In sintesi, i centrioli sono definiti dall’organizzazione a 9 triplette periferiche; qualunque descrizione che riduca questo numero, come “3 triplette”, è incompatibile con l’anatomia cellulare consolidata.

52 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-α, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-α sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-α, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine β2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


53 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un β-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


54 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ≤1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


55 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ≥2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


56 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


57 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ≥126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ≥126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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Come si definiscono due composti che hanno formula molecolare uguale ma struttura differente?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede: "Come si definiscono due composti che hanno formula molecolare uguale ma struttura differente?" e la risposta corretta è "Isomeri". Gli isomeri sono composti chimici che condividono la stessa formula molecolare ma differiscono nella disposizione degli atomi nello spazio o nella connettività degli atomi stessi. Questa caratteristica conferisce agli isomeri proprietà chimiche e fisiche diverse nonostante abbiano la stessa composizione elementare. Gli isomeri si dividono principalmente in due categorie: isomeri strutturali, che differiscono nella connessione degli atomi, e stereoisomeri, che differiscono nella disposizione spaziale degli atomi pur mantenendo la stessa sequenza di legami. Questa distinzione è fondamentale in chimica perché permette di comprendere come la struttura molecolare influenzi il comportamento e le reazioni dei composti. Ad esempio, gli isomeri di posizione differiscono nella posizione di un gruppo funzionale all'interno della molecola, mentre gli isomeri geometrici, un tipo di stereoisomeri, differiscono nella disposizione spaziale intorno a un doppio legame o un anello.

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Quante molecole di FADH2 vengono prodotte durante un giro del ciclo di Krebs?














La risposta corretta è la D
In un singolo giro del ciclo di Krebs (o ciclo dell’acido citrico), viene prodotta una sola molecola di FADH2. Questo perché soltanto una tappa del ciclo utilizza il coenzima FAD come accettore di elettroni: l’ossidazione del succinato a fumarato catalizzata dalla succinato deidrogenasi. In questa reazione il FAD, legato in modo stretto all’enzima, si riduce a FADH2 trasferendo poi gli elettroni alla catena di trasporto mitocondriale attraverso il Complesso II. Tutte le altre ossidoriduzioni del ciclo impiegano NAD+ e generano NADH (isocitrato → α-chetoglutarato, α-chetoglutarato → succinil-CoA, malato → ossalacetato), motivo per cui il conteggio di FADH2 resta uno per giro. Il bilancio energetico classico per ogni acetil-CoA che entra nel ciclo è: 3 NADH, 1 FADH2 e 1 GTP (equivalente ad ATP), oltre a 2 molecole di CO2. Poiché da una molecola di glucosio si ottengono due acetil-CoA, due giri del ciclo producono in totale 2 FADH2. A livello della fosforilazione ossidativa, il FADH2 cede elettroni al Complesso II, bypassando il Complesso I; ciò comporta il pompaggio di un numero inferiore di protoni rispetto al NADH e quindi una resa energetica media di circa 1,5 ATP per FADH2, a fronte dei circa 2,5 ATP per NADH. Il collegamento clinico più rilevante è che la succinato deidrogenasi è l’unico enzima del ciclo di Krebs integrato nella membrana mitocondriale interna e coincide con il Complesso II della catena respiratoria. Mutazioni nelle subunità della succinato deidrogenasi sono associate a paragangliomi e feocromocitomi, con accumulo di succinato che agisce come oncometabolita. Stati carenziali di riboflavina (vitamina B2), precursore del FAD, possono ridurre l’efficienza di questa tappa e, più in generale, della produzione energetica mitocondriale, manifestandosi con affaticabilità e intolleranza allo sforzo. Questi aspetti sottolineano perché, dal punto di vista sia biochimico sia clinico, il conteggio di una sola molecola di FADH2 per giro del ciclo sia un punto fermo.

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Quale delle seguenti azioni produce una soluzione acquosa di NaNO3 (M = 85 g/mol) con concentrazione 0,20 M?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale azione produce una soluzione acquosa di NaNO₃ con concentrazione 0,20 M, e la risposta corretta è diluire 250 mL di una soluzione di NaNO₃ 0,8 M fino a 1,0 L. La risposta è corretta perché per ottenere la concentrazione desiderata si utilizza la formula di diluizione M₁V₁ = M₂V₂, dove M₁ è la concentrazione iniziale (0,8 M), V₁ è il volume iniziale (250 mL), M₂ è la concentrazione finale desiderata (0,20 M) e V₂ è il volume finale. Sostituendo i valori si ha 0,8 M × 250 mL = 0,20 M × V₂, che risolvendo per V₂ dà 1000 mL o 1,0 L. Questo calcolo conferma che diluendo 250 mL di una soluzione 0,8 M fino a un volume totale di 1,0 L si ottiene una soluzione con la concentrazione desiderata di 0,20 M.

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Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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