Simulazione

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1 di 64 Domande

Per gittata cardiaca si intende:














La risposta corretta e' la '

il volume di sangue pompato dal ventricolo al minuto

'.


2 di 64 Domande

L'idrolisi dei trigliceridi in ambiente basico conduce a














La risposta corretta è la D
L'idrolisi dei trigliceridi in ambiente basico conduce a glicerolo e saponi. Questo processo è noto come saponificazione e avviene quando i trigliceridi, che sono esteri derivati dal glicerolo e acidi grassi, reagiscono con una base forte, come l'idrossido di sodio (NaOH). Durante la reazione, i legami esterei vengono rotti, liberando il glicerolo e formando i sali degli acidi grassi, comunemente chiamati saponi. Il glicerolo è un alcol trivalente che rimane in soluzione, mentre i saponi, essendo sali, possono precipitare o rimanere disciolti a seconda delle condizioni della reazione. Questo processo è fondamentale nell'industria del sapone, dove oli e grassi naturali vengono convertiti in saponi attraverso l'idrolisi alcalina.

3 di 64 Domande

“L'acetil-coenzima A, derivato dal glucosio 6-fosfato tramite la glicolisi e la successiva decarbossilazione ossidativa del piruvato, entra nel ciclo citrico per essere ossidato; il trasporto di elettroni e la fosforilazione ossidativa conseguenti allo svolgersi del ciclo citrico producono energia sotto forma di ATP; anche gli acidi grassi prodotti dall'idrolisi dei trigliceridi producono acetilcoenzima A”.
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

I trigliceridi vengono ossidati ad acidi grassi con formazione di ATP

'.


4 di 64 Domande

In una razza di cani il carattere “assenza di pelo” è dovuto al genotipo eterozigote Hh. I cani con pelo normale sono omozigoti recessivi (hh); il genotipo omozigote dominante (HH) è letale e gli individui nascono morti. Dall’incrocio tra due cani mancanti di pelo, con quale frequenza si hanno cuccioli mancanti di pelo, sul totale dei cuccioli nati vivi?














La risposta corretta e' la '

2/3

'.


5 di 64 Domande

“Nel tratto gastrointestinale le proteine vengono idrolizzate enzimaticamente negli aminoacidi costituenti. Quando le proteine entrano nello stomaco, esse stimolano la secrezione dell’ormone gastrina, che a sua volta promuove la secrezione dell’acido cloridrico da parte delle cellule parietali delle ghiandole gastriche; il succo gastrico ha un pH che va da 1,5 a 2,5; questo valore è responsabile della potente azione antisettica del succo gastrico, e della sua azione denaturante sulle proteine globulari, che rende più accessibili all’azione enzimatica i legami peptidici interni delle proteine stesse”.
Quale delle seguenti affermazioni N O N può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

La gastrina rilascia acido cloridrico

'.


6 di 64 Domande

A causa del metabolismo umano, un adulto di media statura che entri in una stanza adiabatica, cioè isolata come un calorimetro, equivale mediamente ad una stufetta da 80 watt (se resta a riposo, come ipotizziamo). Dopo una permanenza di 4186 secondi:














La risposta corretta e' la '

saranno state prodotte 80 kcal

'.


7 di 64 Domande

L'espressione goniometrica sen(9α)- sen(3α) equivale a:














La risposta corretta è la D
L'espressione goniometrica sen(9α) - sen(3α) equivale a 2cos(6α)sen(3α). Questa identità può essere dimostrata utilizzando la formula di sottrazione per le funzioni seno: senA - senB = 2cos((A+B)/2)sen((A-B)/2). Applicando questa formula all'espressione data, si ottiene A = 9α e B = 3α, quindi A+B = 12α e A-B = 6α. Sostituendo questi valori nella formula, si ottiene 2cos(12α/2)sen(6α/2), che semplifica a 2cos(6α)sen(3α). Questo mostra che l'espressione originale è equivalente a 2cos(6α)sen(3α), confermando la correttezza della risposta fornita.

8 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (≥90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ≥1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 64 Domande

Le molecole che evaporano da una tazza d'acqua ad 80 gradi, sono quelle che:














La risposta corretta e' la '

hanno maggiore velocità

'.


11 di 64 Domande

La citogenetica è la branca della genetica che si occupa di:














La risposta corretta è la D
La citogenetica è la branca della genetica che si occupa di analisi cromosomiche. Essa studia numero, struttura e comportamento dei cromosomi mediante tecniche di cariotipizzazione e bande (G, R, Q), FISH e ibridazione genomica comparativa (array-CGH), permettendo di identificare anomalie numeriche (aneuploidie, poliploidie) e strutturali (traslocazioni, inversioni, delezioni, duplicazioni, anelli, isocromosomi). L’osservazione di metafasi da linfociti, midollo o tessuti fetali consente di evidenziare mosaicismi e punti di rottura, correlando le alterazioni con fenotipi clinici. Le applicazioni includono diagnosi prenatale e postnatale di sindromi (es. trisomia 21), valutazione di infertilità e abortività ricorrente, e oncogenetica (p.es. BCR-ABL t(9;22) nella leucemia mieloide cronica), con impatto diagnostico, prognostico e terapeutico. Pertanto la risposta è corretta perché la disciplina è centrata sulla caratterizzazione dei cromosomi, non sul sequenziamento genico fine tipico della genetica molecolare.

12 di 64 Domande

La calcitonina è:














La risposta corretta è la A
La calcitonina è: un ormone proteico prodotto dalla tiroide. È un polipeptide di 32 amminoacidi secreto dalle cellule parafollicolari (cellule C) della tiroide; agisce legandosi a recettori accoppiati a proteina G su osteoclasti e tubuli renali, inibendo il riassorbimento osseo e aumentando l’escrezione renale di calcio e fosfati, con effetto ipocalcemizzante. La sua secrezione è stimolata dall’ipercalcemia ed è fisiologicamente antagonista del paratormone e della vitamina D attiva. A differenza degli ormoni tiroidei T3/T4, non contiene iodio ed è di natura peptidica, confermando la classificazione proposta. Il suo ruolo omeostatico nell’adulto umano è modesto, ma ha rilievo clinico come marker di carcinoma midollare della tiroide e come farmaco (calcitonina di salmone) in ipercalcemia acuta, malattia di Paget e osteoporosi.

13 di 64 Domande

Dati i seguenti acidi: (1) H2SO4;    (2) CH3COOH;    (3) H2S;    (4) HCN;    (5) HClO4;   (6) HNO3;    (7) H3PO4; (8) HF, individuare la serie che indica solamente quelli poliprotici.














La risposta corretta e' la '

(1), (3), (7)

'.


14 di 64 Domande

La seguente struttura organica CH3COOCH2CH3 corrisponde a:














La risposta corretta è la D
La seguente struttura organica CH₃COOCH₂CH₃ corrisponde a un estere. La struttura chimica presentata è tipica di un estere, che è un composto organico derivato dalla reazione tra un acido carbossilico e un alcol, con l'eliminazione di una molecola d'acqua. In questo caso, il gruppo funzionale caratteristico dell'estere è il gruppo -COO-, che si trova tra il gruppo metilico (CH₃-) e il gruppo etilico (CH₂CH₃-). Il gruppo acetile (CH₃CO-) deriva dall'acido acetico, mentre il gruppo etossile (CH₂CH₃O-) proviene dall'alcol etilico. La presenza del doppio legame carbonio-ossigeno (C=O) e del legame singolo ossigeno-carbonio (O-C) conferma ulteriormente la classificazione della molecola come un estere, poiché questi legami sono tipici della struttura degli esteri, distinguendoli da altri gruppi funzionali come gli acidi carbossilici, gli alcoli o gli eteri.

15 di 64 Domande

La base di partenza per il calcolo dell'IMU di un immobile di classe A1 si ottiene rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicando il risultato ottenuto per 160. Allo stesso risultato si può giungere in un solo passaggio, moltiplicando direttamente la rendita catastale per un opportuno coefficiente c. Determinare il valore di c.














La risposta corretta e' la '

168

'.


16 di 64 Domande

Data la funzione f (x) = 3x − 6, quale delle seguenti risposte rappresenta la sua funzione inversa?














La risposta corretta e' la '

f-1(x) = x/3 +2

'.


17 di 64 Domande

Se: @ + # – @ = @ – 4
 # = –20
 allora @ è uguale a:














La risposta corretta e' la '

-16

'.


18 di 64 Domande

Se le lancette di un orologio segnano le 21.30 di mercoledì, tra 53 ore e 45 minuti saranno:














La risposta corretta e' la '

Le 3.15 di sabato

'.


19 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riferite alle cellule epiteliali è corretta?














La risposta corretta e' la '

Costituiscono lo strato superficiale delle mucose.

'.


20 di 64 Domande

Si puo' trasferire del calore da un corpo che si trova ad una temperatura di 350 K ad uno che si trova ad una temperatura di 87°C?














La risposta corretta è la B
Si può trasferire del calore da un corpo che si trova ad una temperatura di 350 K ad uno che si trova ad una temperatura di 87°C? Sì, ma solo compiendo un lavoro. Questa affermazione è coerente con il secondo principio della termodinamica, che stabilisce che il calore non può spontaneamente fluire da un corpo a temperatura inferiore a uno a temperatura superiore senza l'intervento di un lavoro esterno. La temperatura di 87°C corrisponde a 360 K, che è superiore a 350 K, quindi il calore non fluirà naturalmente dal corpo a 350 K a quello a 360 K. Tuttavia, attraverso l'uso di un dispositivo come una pompa di calore o un frigorifero, è possibile trasferire calore dal corpo più freddo a quello più caldo, ma questo processo richiede l'esecuzione di lavoro esterno per superare la naturale tendenza del calore a fluire da regioni di temperatura più alta a quelle di temperatura più bassa.

21 di 64 Domande

Non costituiscono vettori di clonaggio:














La risposta corretta e' la '

Gli introni.

'.


22 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di β-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


23 di 64 Domande

Gli isotopi 235 e 239 dell’uranio sono diversi perché: 














La risposta corretta è la D
Gli isotopi 235 e 239 dell’uranio sono diversi perché il primo possiede quattro neutroni in meno. Gli isotopi sono varianti dello stesso elemento chimico che differiscono nel numero di neutroni presenti nel nucleo, mentre il numero di protoni rimane invariato. L'uranio ha un numero atomico di 92, il che significa che tutti i suoi isotopi hanno 92 protoni. L'isotopo 235 dell'uranio ha un numero di massa di 235, quindi contiene 235 - 92 = 143 neutroni. L'isotopo 239 dell'uranio ha un numero di massa di 239, quindi contiene 239 - 92 = 147 neutroni. La differenza tra 147 e 143 è di quattro neutroni, il che spiega perché l'isotopo 235 ha quattro neutroni in meno rispetto all'isotopo 239. Questa differenza nel numero di neutroni influisce sulle proprietà nucleari degli isotopi, come la loro stabilità e il comportamento nei processi di fissione nucleare.

24 di 64 Domande

Le molecole e gli ioni nell’elenco di seguito contengono azoto:
 N2 NH4+ NO NO2 N2O4 N2H4
 Quale delle seguenti opzioni riporta correttamente la sequenza di molecole e ioni in
ordine crescente di ossidazione dell’azoto dal più negativo al più positivo?














La risposta corretta è la E
La sequenza corretta delle molecole e degli ioni contenenti azoto in ordine crescente di ossidazione dell'azoto, dal più negativo al più positivo, è: NH₄⁺, N₂H₄, N₂, NO, NO₂⁻, N₂O. Per determinare l'ordine di ossidazione dell'azoto in queste specie, dobbiamo calcolare il numero di ossidazione dell'azoto in ciascuna di esse. Nell'ammonio (NH₄⁺), l'azoto ha un numero di ossidazione di -3, essendo il più negativo. In idrazina (N₂H₄), l'azoto ha un numero di ossidazione di -2. Nel diazoto (N₂), il numero di ossidazione è 0. Nell'ossido di azoto (NO), l'azoto ha un numero di ossidazione di +2. Nell'anione nitrito (NO₂⁻), l'azoto ha un numero di ossidazione di +3. Infine, nel protossido di azoto (N₂O), l'azoto ha un numero di ossidazione di +1, che è più positivo rispetto a NO ma meno positivo rispetto a NO₂⁻. Pertanto, l'ordine crescente di ossidazione è basato sull'aumento del numero di ossidazione dell'azoto da -3 a +3.

25 di 64 Domande

Quale delle seguenti espressioni matematiche mostra come calcolare il pH di una soluzione acquosa di acido solforico 0,002 M?














La risposta corretta è la E
La formula per calcolare il pH di una soluzione acquosa di acido solforico 0,002 M è pH = –log₁₀ 0,004. L'acido solforico (H₂SO₄) è un acido diprotico forte, il che significa che può dissociarsi completamente in due fasi per rilasciare due ioni idrogeno (H⁺) per molecola. In una soluzione 0,002 M di H₂SO₄, la prima dissociazione avviene completamente, rilasciando 0,002 M di H⁺. La seconda dissociazione, sebbene non completa, è significativa e rilascia ulteriori 0,002 M di H⁺, portando la concentrazione totale di H⁺ a 0,004 M. Per calcolare il pH, che è una misura della concentrazione di ioni idrogeno, si utilizza la formula pH = –log₁₀ [H⁺]. Pertanto, inserendo 0,004 M nella formula, si ottiene il pH corretto della soluzione.

26 di 64 Domande

Qual è l’unità di misura della costante G usata nella legge di gravitazione universale F = Gm1m2/r2 ?














La risposta corretta è la A
L'unità di misura della costante G usata nella legge di gravitazione universale F = Gm₁m₂/r² è Nm² kg⁻². Questa unità di misura deriva dall'equazione stessa della legge di gravitazione universale di Newton, dove F rappresenta la forza gravitazionale misurata in Newton (N), m₁ e m₂ sono le masse dei due corpi interagenti in chilogrammi (kg), e r è la distanza tra i centri delle due masse in metri (m). Per isolare la costante G, si riorganizza l'equazione come G = Fr²/(m₁m₂), da cui si deduce l'unità di misura di G. Sostituendo le unità di misura di ciascuna grandezza, abbiamo che F ha unità N, r² ha unità m² e m₁m₂ ha unità kg², quindi l'unità di misura di G è N·m²/kg². Questa unità assicura che il prodotto Gm₁m₂/r² dia effettivamente una forza in Newton, mantenendo la coerenza dimensionale dell'equazione.

27 di 64 Domande

4. Classificare le seguenti strutture biologiche in base alla loro massa, in ordine crescente:
 1. il gene CFTR umano
 2. il cromosoma Y umano
 3. un nucleotide
 4. la timina
 5. il cromosoma X umano














La risposta corretta e' la '

4, 3, 1, 2, 5 

'.


28 di 64 Domande

Indicare la successione anatomica corretta: 














La risposta corretta è la A
Indicare la successione anatomica corretta: la risposta corretta è “Digiuno, ileo, cieco”. Nel tratto intestinale, dopo il duodeno si susseguono il digiuno e poi l’ileo; l’ileo termina alla giunzione ileocecale, dove tramite la valvola ileocecale sbocca nel cieco, primo segmento del colon. Il digiuno è la porzione prossimale dell’intestino tenue, ricca di pliche circolari e con maggiore capacità di assorbimento iniziale, mentre l’ileo è più distale, con lume più piccolo e presenza di placche di Peyer. Anatomicamente il digiuno occupa prevalentemente i quadranti addominali superiori sinistri, l’ileo quelli inferiori destri, con sbocco nel cieco in fossa iliaca destra. La valvola ileocecale regola il passaggio dei contenuti e limita il reflusso dal colon, confermando la progressione fisiologica digiuno → ileo → cieco.

29 di 64 Domande

Molti enzimi, oltre a possedere il normale sito con cui legano il substrato, presentano un secondo sito, detto allosterico. Quando particolari molecole regolatrici si legano a quest’ultimo, si ha una piccola variazione della struttura della molecola dell’enzima che ne provoca l’attivazione o l’inibizione. Pertanto si può dire che un enzima allosterico: 














La risposta corretta e' la '

E' una proteina che può cambiare forma

'.


30 di 64 Domande

L’ADP:














La risposta corretta e' la '

E' un nucleotide 

'.


31 di 64 Domande

Gli osteoblasti sono: 














La risposta corretta e' la '

I precursori delle cellule dell’osso

'.


32 di 64 Domande

 Nell'uomo solo una piccola parte dell'energia deriva dal catabolismo degli amminoacidi; dopo la rimozione dei gruppi amminici per transamminazione, gli scheletri carboniosi degli aminoacidi subiscono una degradazione ossidativa a composti che sono in grado di entrare nel ciclo dell'acido citrico per venirvi ossidati a diossido di carbonio ed acqua.
Quale delle seguenti affermazioni N O N può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

La rimozione dei gruppi amminici degli amminoacidi fornisce una parte dell'energia

'.


33 di 64 Domande

La costante di equilibrio di una reazione al crescere della temperatura:














La risposta corretta e' la '

Aumenta se la reazione è endotermica, diminuisce se la reazione è esotermica

'.


34 di 64 Domande

Si incrocia una pianta a fiore rosso, il cui genotipo non è noto, con una a fiore bianco (recessivo) e si ottengono piante a fiori bianchi. Quale, tra le seguenti, è la probabilità prevista da
Mendel di ottenere piante a fiore bianco?














La risposta corretta e' la '

50% 

'.


35 di 64 Domande

Lo schema rappresenta i successivi stadi della spermatogenesi. Se una delle cellule D ha 19 cromosomi, la cellula B avrà:

product image













La risposta corretta è la A
Se una delle cellule D ha 19 cromosomi, la cellula B avrà 38 cromosomi. Nella spermatogenesi le cellule A sono spermatogoni (2n), le B sono spermatociti primari (2n con DNA raddoppiato, 4C), le C sono spermatociti secondari (n) e le D sono spermatidi (n) post-meiosi II. La meiosi I dimezza il numero di cromosomi passando da 2n a n, mentre la meiosi II separa i cromatidi fratelli senza modificare n. Poiché una cellula D è aploide con 19 cromosomi, il numero diploide dell’organismo è 2n=38. La cellula B, essendo prima della riduzione meiotica, mantiene 2n cromosomi, quindi 38, pur avendo il DNA duplicato. In breve, da B a D si passa da 2n a n, quindi 19 implica 38 per la cellula B.

36 di 64 Domande

"I carboidrati sono aldeidi o chetoni poliossidrilici, con formula empirica (CH2O)n . Sono classificati come monosaccaridi (una sola unità di aldeide o chetone), oligosaccaridi (poche unità di monosaccaridi) e polisaccaridi (grandi molecole lineari o ramificate, contenenti molte unità di monosaccaridi). I carboidrati possiedono almeno un atomo di carbonio asimmetrico, e quindi presentano il fenomeno della stereoisomeria".
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale affermazione non può essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è: "I monosaccaridi presentano un solo atomo di carbonio asimmetrico". Il brano afferma che i carboidrati possiedono almeno un atomo di carbonio asimmetrico, ma non specifica che i monosaccaridi ne abbiano solo uno. Infatti, i monosaccaridi possono avere più atomi di carbonio asimmetrici; ad esempio, il glucosio, un monosaccaride comune, ha quattro atomi di carbonio asimmetrici. La formulazione "almeno un atomo di carbonio asimmetrico" implica la possibilità di avere più di uno, quindi l'affermazione che i monosaccaridi abbiano solo un atomo di carbonio asimmetrico non è supportata dal testo. La stereoisomeria nei carboidrati deriva proprio dalla presenza di più centri chirali, che permettono la formazione di diversi isomeri ottici.

37 di 64 Domande

Alla “ricerca del tempo perduto” è dedicato il ciclo narrativo scritto da: 














La risposta corretta e' la '

Marcel Proust 

'.


38 di 64 Domande

Nella doppia elica del DNA le due catene polinucleotidiche sono unite tra loro: 














La risposta corretta e' la '

Da due o tre legami idrogeno tra coppie di basi

'.


39 di 64 Domande

Qual è la cifra in euro che, impiegata per sei mesi al tasso annuo di interesse semplice del 2%, produce un guadagno di 500 euro? 














La risposta corretta è la D
La cifra in euro che, impiegata per sei mesi al tasso annuo di interesse semplice del 2%, produce un guadagno di 500 euro è 50 000. Per calcolare l'importo iniziale necessario per ottenere un guadagno di 500 euro con un interesse semplice, utilizziamo la formula dell'interesse semplice: Interesse = Capitale × Tasso × Tempo. In questo caso, il guadagno di 500 euro rappresenta l'interesse, il tempo è di sei mesi (ovvero 0,5 anni) e il tasso annuo è del 2% o 0,02 in forma decimale. Sostituendo i valori nella formula, otteniamo 500 = Capitale × 0,02 × 0,5. Risolvendo l'equazione per il Capitale, abbiamo Capitale = 500 / (0,02 × 0,5), che risulta in un capitale di 50 000 euro. Questo calcolo dimostra che per ottenere un guadagno di 500 euro in sei mesi con un tasso di interesse semplice del 2% annuo, è necessario investire 50 000 euro.

40 di 64 Domande

 Si dice che una reazione raggiunge lo stato di equilibrio chimico quando:














La risposta corretta è la C

La reazione raggiunge lo stato di equilibrio chimico quando la velocità della reazione diretta è uguale alla velocità della reazione inversa. Questo avviene perché , in un sistema chiuso, le reazioni dirette e inverse continuano a verificarsi simultaneamente, ma le loro velocità si eguagliano, portando a una condizione in cui le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti rimangono costanti nel tempo. Questo non significa che le reazioni si fermano, ma piuttosto che avvengono a una velocità tale da mantenere un bilanciamento dinamico. L'equilibrio chimico è una caratteristica delle reazioni reversibili e può essere influenzato da vari fattori come temperatura, pressione e concentrazioni iniziali, secondo il principio di Le Cha'telier. È importante notare che l'equilibrio non implica necessariamente che le concentrazioni di reagenti e prodotti siano uguali, ma solo che il loro rapporto rimane costante. Questo stato di equilibrio si verifica quando l'energia libera del sistema è minimizzata, rendendo il sistema termodinamicamente stabile.


41 di 64 Domande

L'espressione matematica b=f(a) è la traduzione in simboli della frase:














La risposta corretta è la A
L'espressione matematica b=f(a) è la traduzione in simboli della frase: "il valore di b è in funzione di quello di a". Questa relazione indica che b è una variabile dipendente il cui valore è determinato dalla funzione f applicata alla variabile indipendente a. In matematica, la notazione f(a) rappresenta il valore della funzione f calcolato per un dato valore di a, e l'uguaglianza b=f(a) stabilisce che b assume il valore risultante da tale calcolo. Questo concetto è fondamentale nell'analisi matematica e nel calcolo, dove le funzioni descrivono come una quantità dipende da un'altra, permettendo di modellare e risolvere problemi reali in cui una grandezza varia in base a un'altra. La comprensione di queste relazioni funzionali è cruciale per lo studio di discipline scientifiche e ingegneristiche, poiché consente di prevedere e analizzare il comportamento di sistemi complessi.

42 di 64 Domande

Sapendo che gli elementi Na, Mg, P, S e Cl occupano rispettivamente il I, II, V, VI e VII gruppo e appartengono tutti allo stesso periodo, quale di essi avrà la più bassa energia di ionizzazione? 














La risposta corretta è la C
Sapendo che gli elementi Na, Mg, P, S e Cl occupano rispettivamente il I, II, V, VI e VII gruppo e appartengono tutti allo stesso periodo, quale di essi avrà la più bassa energia di ionizzazione? Na. L'energia di ionizzazione è l'energia necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo neutro in fase gassosa e tende a diminuire lungo un periodo man mano che ci si sposta da destra a sinistra nella tavola periodica. Questo perché gli elementi a sinistra hanno un raggio atomico maggiore e una minore attrazione nucleare sugli elettroni esterni, rendendo più facile la loro rimozione. Tra gli elementi considerati, il sodio (Na) si trova nel primo gruppo e quindi all'estrema sinistra del periodo, il che implica che ha il raggio atomico più grande e l'energia di ionizzazione più bassa rispetto agli altri elementi del periodo. Gli altri elementi, essendo più a destra, hanno un'attrazione nucleare più forte sugli elettroni e quindi energie di ionizzazione più elevate.

43 di 64 Domande

Il contenuto di DNA presente nel nucleo delle diverse cellule di uno stesso organismo:














La risposta corretta e' la '

E' costante in tutte le cellule, eccetto che nei gameti.

'.


44 di 64 Domande

Quale dei seguenti è l’ ordine corretto di riempimento degli orbitali?














La risposta corretta è la C
L'ordine corretto di riempimento degli orbitali è 1s 2s 2p 3s 3p 4s 3d 4p 5s 4d. Questo ordine si basa sul principio di Aufbau, che stabilisce che gli elettroni riempiono gli orbitali atomici in ordine di energia crescente. Gli orbitali sono disposti in base ai loro livelli e sottolivelli energetici, dove il livello 1s ha l'energia più bassa e viene riempito per primo. Dopo il 1s, gli elettroni riempiono il 2s e poi il 2p, seguiti dal 3s e dal 3p. Quando si arriva al 4s, questo viene riempito prima del 3d a causa della sua minore energia relativa. Successivamente, il riempimento continua con il 3d, poi il 4p, e così via. Questo schema segue anche la regola di Hund e il principio di esclusione di Pauli, che aiutano a determinare la configurazione elettronica più stabile per un atomo.

45 di 64 Domande

Mediante ossidazione degli alcoli secondari si ottengono:














La risposta corretta è la C
Mediante ossidazione degli alcoli secondari si ottengono chetoni. Gli alcoli secondari sono composti organici in cui il gruppo ossidrilico (-OH) è legato a un atomo di carbonio che è a sua volta connesso ad altri due atomi di carbonio, formando una struttura R₂CHOH. Durante l'ossidazione, l'atomo di idrogeno legato al carbonio ossidrilico viene rimosso insieme all'idrogeno del gruppo ossidrilico, portando alla formazione di un doppio legame tra il carbonio e l'ossigeno, trasformando così l'alcol in un chetone. Questo processo avviene perché il carbonio dell'alcol secondario è già legato a due gruppi alchilici e non può essere ulteriormente ossidato a un acido carbossilico senza rompere il legame carbonio-carbonio. L'ossidazione degli alcoli secondari a chetoni è una reazione comune in chimica organica e può essere effettuata utilizzando ossidanti come il dicromato di potassio o il permanganato di potassio in ambiente acido.

46 di 64 Domande

Idrogeno e cloro hanno elettronegatività differente, quando combinati che tipo di legame formano?














La risposta corretta è la D
Idrogeno e cloro hanno elettronegatività differente, quando combinati formano un legame covalente polare. Questa affermazione è corretta perché quando due atomi con elettronegatività diversa si uniscono, l'atomo più elettronegativo attrae maggiormente gli elettroni condivisi, creando una distribuzione asimmetrica della densità elettronica. Nel caso dell'idrogeno e del cloro, il cloro è significativamente più elettronegativo dell'idrogeno, il che porta a una parziale carica negativa sul cloro e una parziale carica positiva sull'idrogeno. Questa differenza di elettronegatività non è sufficiente per causare un trasferimento completo di elettroni, come avviene nei legami ionici, ma è abbastanza per polarizzare il legame covalente. Di conseguenza, la molecola di HCl presenta un momento dipolare e il legame tra idrogeno e cloro è classificato come covalente polare, caratterizzato da una distribuzione disomogenea della carica elettrica.

47 di 64 Domande

Quando si vuole diluire una soluzione 1 M a 0,5 M è necessario:














La risposta corretta è la A
Per diluire una soluzione 1 M a 0,5 M è necessario aggiungere solvente. Quando si desidera ridurre la concentrazione di una soluzione mantenendo costante la quantità di soluto, l'unico modo per farlo è aumentare il volume totale della soluzione, il che si ottiene aggiungendo solvente. La molarità, che è una misura della concentrazione, è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione. Pertanto, aggiungendo solvente, si aumenta il volume della soluzione mentre il numero di moli di soluto rimane invariato, portando a una diminuzione della molarità. Questa operazione segue il principio di conservazione del soluto e si può calcolare quantitativamente usando la formula M₁V₁ = M₂V₂, dove M e V rappresentano rispettivamente la molarità e il volume della soluzione iniziale e finale.

48 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu → Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


49 di 64 Domande

Che tipo di tessuto è il sangue?














La risposta corretta è la A
Il sangue è classificato come un tessuto connettivo in forma liquida perché soddisfa i criteri fondamentali dei tessuti connettivi: deriva dal mesenchima di origine mesodermica, è costituito da elementi cellulari immersi in una matrice extracellulare abbondante e svolge funzioni di connessione e integrazione sistemica. La “matrice” del sangue è il plasma, una soluzione acquosa di proteine (soprattutto albumina, globuline e fibrinogeno), elettroliti, nutrienti e metaboliti. In condizioni di coagulazione, il fibrinogeno si polimerizza in fibrina, rendendo evidente la componente fibrosa tipica dei connettivi. Gli elementi figurati comprendono eritrociti, leucociti e piastrine; benché gli eritrociti maturi siano anucleati, rientrano a pieno titolo tra le componenti cellulari del tessuto. La funzione del sangue come connettivo è resa esplicita dal suo ruolo nell’unire funzionalmente organi e sistemi: trasporta ossigeno, anidride carbonica, ormoni, nutrienti e prodotti di scarto; contribuisce all’omeostasi termica e acido-base; offre difesa immunitaria tramite leucociti e immunoglobuline; e assicura l’emostasi mediante piastrine e fattori della coagulazione. Questi aspetti hanno risvolti clinici diretti: ipoproteinemie plasmatiche alterano la pressione oncotica e favoriscono edemi; coagulopatie da deficit di fattori (congeniti o acquisiti) compromettono la formazione di fibrina e aumentano il rischio emorragico; stati infiammatori e infezioni si riflettono in modificazioni della formula leucocitaria. La distinzione tra plasma e siero è operativamente rilevante: il siero è il plasma privo di fibrinogeno e fattori consumati nella coagulazione, utile in specifiche analisi di laboratorio. Il midollo osseo emopoietico sostiene il rinnovamento continuo degli elementi figurati, mentre il fegato sintetizza gran parte delle proteine plasmatiche, a testimoniare la stretta integrazione tra il sangue e altri tessuti connettivi specializzati. Non è corretto considerare il sangue un tessuto epiteliale, muscolare o nervoso: manca di polarità e giunzioni tipiche degli epiteli, di miofilamenti contrattili organizzati propri del muscolo, e di eccitabilità e sinapsi proprie del tessuto nervoso. La sua natura di connettivo liquido è dunque la classificazione più coerente con struttura, origine e funzioni.

50 di 64 Domande

Il glucosio è un:














La risposta corretta è la D
Il glucosio è un esoso perché è un monosaccaride a sei atomi di carbonio (formula bruta C6H12O6). Più precisamente è un aldoesoso: presenta un gruppo aldeidico al carbonio 1 e, in soluzione acquosa, ciclizza prevalentemente in una forma piranosica a sei membri, esistente come anomeri α e β in equilibrio per mutarotazione. Nei sistemi biologici la forma di interesse è il D-glucosio; sono rilevanti i suoi epimeri D-mannosio (epimero in C2) e D-galattosio (epimero in C4). Questa classificazione distingue il glucosio sia dai pentosi (p. es. ribosio, a cinque atomi di carbonio) sia dai chetoesosi (p. es. fruttosio, che ha un gruppo chetonico). La natura di esoso è legata alla sua funzione centrale nel metabolismo. Il glucosio è il principale carburante ossidabile: entra nella glicolisi, nel ciclo dell’acido citrico e nella fosforilazione ossidativa, fornendo ATP; è essenziale per tessuti con dipendenza critica dal glucosio come cervello ed eritrociti. Viene immagazzinato come glicogeno in fegato e muscolo e può essere convertito in lipidi per lipogenesi. Attraverso la via dei pentosi fosfato genera NADPH e ribosio-5-fosfato, fondamentali rispettivamente per la difesa antiossidante e la sintesi di acidi nucleici. Clinicamente, la sua concentrazione ematica è finemente regolata da insulina e glucagone. Ipertensione glicemica cronica definisce il diabete mellito e promuove complicanze micro- e macrovascolari anche tramite glicazione non enzimatica di proteine, misurabile come emoglobina glicata (HbA1c). Ipoglicemia, al contrario, si manifesta con sintomi adrenergici e neuroglicopenici e richiede correzione rapida. Il trasporto del glucosio avviene tramite trasportatori specifici: GLUT1 e GLUT3 garantiscono l’apporto basale, GLUT2 media il bilancio epatico e la secrezione insulinica, mentre GLUT4 è insulino-dipendente in muscolo e tessuto adiposo; in intestino e rene l’assorbimento e il riassorbimento sfruttano co-trasportatori sodio-glucosio (SGLT1 e SGLT2), bersaglio di farmaci utili nel diabete. La comprensione che il glucosio sia un aldoesoso a sei atomi di carbonio non è solo una nozione di chimica, ma spiega le sue proprietà strutturali e reattive alla base del ruolo fisiologico e delle implicazioni cliniche.

51 di 64 Domande

Nella prima reazione della glicolisi, catalizzata dall’ enzima esochinasi, il glucosio si trasforma in:














La risposta corretta è la C
Nella prima tappa della glicolisi il glucosio viene fosforilato dall’esochinasi a glucosio-6-fosfato (G6P), utilizzando ATP come donatore di fosfato e Mg2+ come cofattore, con formazione di ADP e H+. Questa reazione è sostanzialmente irreversibile nelle condizioni cellulari e rappresenta il “priming” energetico della via: consuma un ATP ma intrappola la molecola nella cellula, perché la carica negativa del fosfato impedisce al glucosio di uscire attraverso i trasportatori GLUT. Inoltre, la fosforilazione predispone il glucosio a successive trasformazioni metaboliche. Il G6P è uno snodo centrale: può proseguire nella glicolisi, essere convertito in glicogeno (via della glicogenosintesi) o defluito nella via dei pentoso fosfati per la produzione di NADPH e ribosio-5-fosfato. Le principali alternative spesso proposte come distrattori si collocano in passaggi successivi o in vie diverse: il fruttosio-6-fosfato deriva dall’isomerizzazione del G6P ad opera della fosfoglucosio isomerasi (seconda reazione della glicolisi), il fruttosio-1,6-bisfosfato è prodotto dalla fosfofruttochinasi-1 (terza reazione, altro passaggio chiave e irreversibile), mentre il glucosio-1-fosfato è generato dalla fosfoglucomutasi soprattutto nel contesto del metabolismo del glicogeno, non nella prima reazione glicolitica. L’esochinasi presenta alta affinità per il glucosio (basso Km) e viene inibita dal prodotto G6P, assicurando che i tessuti periferici utilizzino il glucosio in modo efficiente anche a basse glicemie. Nel fegato e nelle cellule β pancreatiche opera un’isoforma specifica, la glucochinasi, con Km più alto, non inibita dal G6P: ciò consente al fegato di captare e fosforilare glucosio proporzionalmente alla sua disponibilità postprandiale e contribuisce alla funzione di “sensore” della glicemia. Rilevanza clinica: mutazioni della glucochinasi causano MODY2 (diabete a esordio giovanile con lieve iperglicemia stabile), mentre rare carenze di esochinasi possono determinare anemia emolitica per difetto energetico eritrocitario. In senso opposto, tessuti come il fegato possono defosforilare il G6P tramite la glucosio-6-fosfatasi (assente in muscolo), rilasciando glucosio in circolo durante il digiuno.

52 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti i chiasmi è corretta?














La risposta corretta e' la ' Si tratta di punti di connessione tra cromatidi di cromosomi omologhi in cui è avvenuta la rottura e la ricombinazione dei cromatidi stessi '.


53 di 64 Domande

Le coppie di basi complementari che si ritrovano nella struttura a doppia elica del DNA sono:














La risposta corretta e' la ' timina-adenina, citosina-guanina '.


54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-α, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-α sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-α, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine β2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un β-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ≤1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ≥2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ≥126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.


61 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ≥126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Quanti elettroni ha il Ba nel suo orbitale più esterno?














La risposta corretta e' la ' 2 '.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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