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1 di 64 Domande

Nella respirazione aerobica si ha ossidazione delle molecole di:














La risposta corretta e' la '

Glucosio

'.


2 di 64 Domande

Se durante l'anafase mitotica di una cellula con 10 cromosomi (n = 5) i due cromatidi che costituiscono un singolo cromosoma non si separassero:














La risposta corretta e' la '

una delle due cellule figlie avrebbe 9 cromosomi

'.


3 di 64 Domande

I virus:














La risposta corretta è la D
I virus: sono più piccoli di 1 ?m. La maggior parte dei virus ha dimensioni comprese tra circa 20 e 300 nm, quindi ben al di sotto di 1 ?m, motivo per cui sono detti “submicroscopici” e richiedono il microscopio elettronico per essere visualizzati; questa compattezza riflette il loro genoma relativamente piccolo e il capside proteico che racchiude l’acido nucleico. La loro dimensione ridotta spiega anche la capacità di attraversare filtri che trattengono le cellule batteriche (tipicamente pori di 0,22 ?m), pur con eccezioni. Esistono infatti rari “giganti” (p. es. Mimivirus, Pandoravirus, Pithovirus) che si avvicinano o superano 1 ?m, ma rappresentano un’eccezione alla regola. In termini comparativi, i batteri comuni misurano 0,5–5 ?m, quindi i virus risultano generalmente molto più piccoli. Questa scala dimensionale è coerente con la loro natura di parassiti obbligati intracellulari, incapaci di metabolismo autonomo e dipendenti dai macchinari della cellula ospite.

4 di 64 Domande

Dei cinque titoli proposti per lo scritto di Severino, individuate QUELLO CHE ESULA dai temi trattati:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede di individuare il titolo che esula dai temi trattati nello scritto di Severino, e la risposta corretta è "non distruggiamo i templi degli dei". Questo titolo è fuori tema rispetto alle opere di Severino, il quale è noto per affrontare questioni di filosofia dell'essere, dell'eternità e della tecnica, piuttosto che temi legati alla religione o alla conservazione dei templi. Severino si concentra su argomenti come l'ontologia, l'essenza della verità e le implicazioni della tecnica sulla società moderna, analizzando concetti filosofici profondi e complessi. "Non distruggiamo i templi degli dei" suggerisce un'attenzione verso la preservazione del patrimonio culturale o religioso, un tema che non si allinea con le principali preoccupazioni filosofiche di Severino. Perciò, questo titolo si distingue chiaramente dagli altri, che più probabilmente riflettono le sue esplorazioni filosofiche.

5 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


6 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

7 di 64 Domande

Indicare a quale dei seguenti valori del pH (tutti a 25 °C) si ha la massima concentrazione di ioni H3O+ :














La risposta corretta e' la '

3.11

'.


8 di 64 Domande

La placca motrice costituisce:














La risposta corretta e' la '

la struttura della fibra muscolare su cui agisce la terminazione presinaptica del neurone motore

'.


9 di 64 Domande

Un soggetto abituato a bere un quarto di vino al giorno deve osservare una dieta che prevede al massimo un quinto di litro di vino al giorno. A quale quantità giornaliera minima di vino dovrà rinunciare?














La risposta corretta è la D
Un soggetto abituato a bere un quarto di vino al giorno deve osservare una dieta che prevede al massimo un quinto di litro di vino al giorno; la quantità giornaliera minima di vino a cui dovrà rinunciare è 50 ml. Per calcolare la quantità di vino a cui il soggetto dovrà rinunciare, è necessario convertire le frazioni in millilitri. Un quarto di litro corrisponde a 250 ml, mentre un quinto di litro è pari a 200 ml. La differenza tra queste due quantità rappresenta la quantità di vino che il soggetto deve eliminare dalla sua dieta giornaliera per rispettare il nuovo limite imposto. Sottraendo 200 ml da 250 ml, si ottiene 50 ml, che è la quantità minima di vino che il soggetto dovrà ridurre per conformarsi alle specifiche della dieta. Questo calcolo è essenziale per assicurarsi che il consumo di vino rientri nei limiti consigliati, rispettando così le indicazioni dietetiche.

10 di 64 Domande

In una coppia la madre è di gruppo sanguigno A ed ha una visione normale dei colori e il padre è omozigote per il gruppo sanguigno B ed è daltonico (carattere recessivo legato al cromosoma X). Si può affermare che la coppia NON potrà, in nessun caso, avere:














La risposta corretta e' la '

Figlie femmine di gruppo A non daltoniche

'.


11 di 64 Domande

Quando 1,2 g di magnesio reagiscono completamente con acido solforico diluito e in eccesso, il magnesio solfato prodotto viene separato, disidratato e ha un peso finale di 5,5 g. La reazione è: Mg +H2SO4  --> MgSO4 +H2

  ​​​​​​​Qual e la resa di magnesio solfato in percentuale? ''Si assuma massa atomica relativa: Mg = 24; S = 32; O = 16''














La risposta corretta è la E
Quando 1,2 g di magnesio reagiscono completamente con acido solforico diluito e in eccesso, la resa di magnesio solfato in percentuale è 92%. Per determinare la resa percentuale, dobbiamo confrontare la quantità teorica di magnesio solfato che si può ottenere con quella effettivamente prodotta. La massa molare del magnesio è 24 g/mol, quindi 1,2 g di Mg corrispondono a 0,05 moli. Secondo la reazione bilanciata, 1 mole di Mg produce 1 mole di MgSO?. La massa molare del magnesio solfato (MgSO?) è 120 g/mol (24 + 32 + 4×16). Quindi, 0,05 moli di Mg produrrebbero teoricamente 0,05 moli di MgSO?, equivalenti a 0,05 × 120 = 6 g di MgSO?. Tuttavia, il peso finale del magnesio solfato disidratato è solo 5,5 g. Pertanto, la resa percentuale è data dal rapporto tra la massa effettiva e quella teorica, moltiplicato per 100: (5,5 g / 6 g) × 100 = 91,67%, arrotondato al 92%.

12 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative alle mutazioni del genoma mitocondriale è corretta?














La risposta corretta e' la '

Possono causare malattie dovute a difetti nella fosforilazione ossidativa

'.


13 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni NON è corretta?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale delle seguenti affermazioni non è corretta e la risposta corretta è che HNO? è la formula di una molecola triatomica. La spiegazione per cui questa affermazione è errata risiede nella composizione chimica dell'acido nitrico, HNO?, che è formato da quattro atomi: un atomo di idrogeno (H), un atomo di azoto (N) e tre atomi di ossigeno (O). Pertanto, la molecola non può essere considerata triatomica, poiché una molecola triatomica è composta esattamente da tre atomi. Un esempio di molecola triatomica è il diossido di carbonio (CO?), che ha esattamente tre atomi: uno di carbonio e due di ossigeno. La confusione potrebbe derivare dal fatto che HNO? contiene tre atomi di ossigeno, ma il termine "triatomica" si riferisce al numero totale di atomi nella molecola, non al numero di atomi di un singolo elemento.

14 di 64 Domande

In una soluzione acquosa la concentrazione molare degli ioni OH- è 5,8x10-9. Qual è il valore del pH della soluzione?














La risposta corretta è la D
La concentrazione molare degli ioni OH? in una soluzione acquosa è 5,8x10??, e il valore del pH della soluzione è 5.8. Per determinare il pH di una soluzione conoscendo la concentrazione degli ioni OH?, è necessario calcolare prima il pOH utilizzando la formula pOH = -log[OH?]. Sostituendo la concentrazione data, pOH = -log(5,8x10??) risulta essere circa 8.24. Poiché pH + pOH = 14 in una soluzione acquosa a 25°C, il pH si ottiene sottraendo il pOH da 14: pH = 14 - 8.24 = 5.76. Tuttavia, arrotondando correttamente per riflettere il numero di cifre significative appropriate, il pH viene approssimato a 5.8, che è la risposta corretta.

15 di 64 Domande

Nel Sistema Internazionale delle Unità di Misura SI è permesso far uso di multipli e sottomultipli delle unità di misura. Vengono elencati 5 gruppi di 6 multipli e sottomultipli (in base ai loro simboli ufficiali). Accanto a ciascun simbolo è indicato un fattore di moltiplicazione che dovrebbe essere assegnato al simbolo. Tuttavia SOLO UNO dei gruppi seguenti fornisce tutti i fattori di moltiplicazione giusti. Quale?














La risposta corretta è la A
Nel Sistema Internazionale delle Unità di Misura SI è permesso far uso di multipli e sottomultipli delle unità di misura, e la risposta corretta è: p(10?¹²); n(10??); m(10??); h(10²); M(10?); G(10?). La risposta è corretta perché nel Sistema Internazionale di Unità di Misura, i prefissi standard indicano specifici fattori di moltiplicazione: "p" sta per pico e corrisponde a 10?¹², "n" per nano che equivale a 10??, "m" per micro che rappresenta 10??, "h" per hecto che è 10², "M" per mega che è 10? e "G" per giga che è 10?. Questi prefissi sono utilizzati per esprimere comodamente grandezze molto grandi o molto piccole e sono universalmente riconosciuti e accettati nella comunità scientifica. L'uso corretto dei prefissi è essenziale per garantire chiarezza e precisione nella comunicazione scientifica e tecnica.

16 di 64 Domande

Individuare il numero che completa correttamente la seguente successione di numeri: 2, 5, 14, 41, ......














La risposta corretta è la B
Individuare il numero che completa correttamente la seguente successione di numeri: 2, 5, 14, 41, ...... La risposta corretta è 122. Per comprendere questa successione, osserviamo che ogni numero è ottenuto moltiplicando il numero precedente per 3 e sottraendo 1. Partendo da 2, moltiplichiamo per 3 ottenendo 6 e sottraendo 1 otteniamo 5. Continuando, 5 moltiplicato per 3 fa 15, meno 1 è 14. Proseguendo, 14 per 3 è 42, meno 1 è 41. Applicando lo stesso procedimento, 41 per 3 è 123, meno 1 è 122. Questo schema di moltiplicazione e sottrazione consente di generare ogni termine della successione, confermando che 122 è il numero corretto per completare la serie.

17 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


18 di 64 Domande

Nel corso di una reazione chimica, il rame metallico reagisce con una soluzione acquosa di HClO4 per produrre Cu(ClO4)2 in soluzione acquosa e idrogeno allo stato gassoso che si libera nell’ambiente.
 In questa reazione la specie che si comporta da riducente è: 














La risposta corretta è la E
Nel corso di una reazione chimica, il rame metallico reagisce con una soluzione acquosa di HClO4 per produrre Cu(ClO4)2 in soluzione acquosa e idrogeno allo stato gassoso che si libera nell’ambiente. In questa reazione la specie che si comporta da riducente è: il rame metallico. Il rame metallico agisce da riducente perché cede elettroni durante la reazione chimica. Nello specifico, il rame (Cu) passa dallo stato di ossidazione 0 a quello +2, trasformandosi in Cu(ClO4)2. Questo processo comporta la perdita di due elettroni da parte del rame, che vengono trasferiti agli ioni H+ presenti nella soluzione di HClO4, riducendoli a idrogeno molecolare (H2) gassoso. In una reazione redox, la sostanza che si ossida, perdendo elettroni, è il riducente, mentre quella che si riduce, acquistando elettroni, è l'ossidante. Pertanto, il rame metallico agisce come riducente in questa reazione.

19 di 64 Domande

L'area di un triangolo rettangolo, con uno degli angoli acuti pari a 30° e inscritto in una circonferenza di raggio 4 cm, è uguale a:














La risposta corretta è la A
L'area di un triangolo rettangolo, con uno degli angoli acuti pari a 30° e inscritto in una circonferenza di raggio 4 cm, è uguale a 8?3 cm². Per determinare l'area del triangolo, consideriamo che in un triangolo rettangolo inscritto in una circonferenza, l'ipotenusa è uguale al diametro della circonferenza, quindi l'ipotenusa è 8 cm. In un triangolo rettangolo con un angolo di 30°, il lato opposto all'angolo di 30° è metà dell'ipotenusa, quindi il cateto opposto è 4 cm. Il cateto adiacente si calcola usando il teorema di Pitagora: ?(8² - 4²) = ?(64 - 16) = ?48 = 4?3 cm. L'area del triangolo è quindi (1/2) × base × altezza = (1/2) × 4 cm × 4?3 cm = 8?3 cm², confermando che la risposta corretta è 8?3 cm².

20 di 64 Domande

Quale legame tiene uniti l'atomo di bromo e l’atomo di idrogeno nel composto HBr? 














La risposta corretta è la E
La domanda chiede: "Quale legame tiene uniti l'atomo di bromo e l’atomo di idrogeno nel composto HBr?" e la risposta corretta è "Covalente polare". Nel composto HBr, l'atomo di idrogeno e l'atomo di bromo sono uniti da un legame covalente polare. Questo tipo di legame si forma quando due atomi condividono una coppia di elettroni, ma con una distribuzione asimmetrica a causa della differente elettronegatività degli atomi coinvolti. Il bromo è più elettronegativo dell'idrogeno, il che significa che attrae gli elettroni condivisi con una forza maggiore. Di conseguenza, la nuvola elettronica è più densa intorno al bromo, conferendogli una parziale carica negativa (?-) e lasciando l'idrogeno con una parziale carica positiva (?+). Questa distribuzione di cariche crea un dipolo elettrico nel legame, caratteristico dei legami covalenti polari, e spiega perché il legame tra idrogeno e bromo in HBr è classificato come tale.

21 di 64 Domande

In un incrocio diibrido, alcuni dei discendenti hanno un fenotipo diverso rispetto a
quello dei genitori. Quale delle seguenti affermazioni può spiegare il manifestarsi
di questo fenotipo?
1. È avvenuta una mutazione.
2. I genitori sono entrambi eterozigoti per entrambi i geni.
3. Un genitore è eterozigote per entrambi i geni e l'altro genitore è
omozigote recessivo per entrambi i geni. 














La risposta corretta e' la '

Tutte 

'.


22 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni NON rappresenta in modo corretto la respirazione aerobica e le reazioni della fase luce indipendente della fotosintesi? 














La risposta corretta e' la '

O2 è usato nella respirazione aerobica ed è prodotto nelle reazioni della fase luce indipendente 

'.


23 di 64 Domande

Il 1° Gennaio un orologio indica correttamente le ore 15:06. Alla stessa ora del giorno successivo indica invece le ore 14:54; qual è l’errore in percentuale nella misura del tempo da parte dell’orologio, calcolato in questo intervallo di 24 ore?














La risposta corretta e' la '

0,83%

'.


24 di 64 Domande

Quale è la formula bruta del solfito d’ammonio? 














La risposta corretta è la B
La formula bruta del solfito d’ammonio è (NH?)?SO?. Il solfito d'ammonio è un sale composto dallo ione ammonio (NH??) e dallo ione solfito (SO?²?). Poiché lo ione ammonio ha una carica positiva singola (+1) e lo ione solfito ha una carica negativa doppia (-2), è necessario avere due ioni ammonio per bilanciare la carica di un singolo ione solfito, portando alla formula (NH?)?SO?. Questa formula riflette la necessità di bilanciare le cariche per ottenere un composto neutro, che è una caratteristica fondamentale nella formazione dei sali. La struttura chimica di questo composto è determinata dalla combinazione di due gruppi ammonio con un gruppo solfito, e la formula bruta rappresenta il rapporto tra gli atomi nel composto.

25 di 64 Domande

Paola non ha sorelle. Chi è la sorella del figlio del nonno materno della figlia di Paola? 














La risposta corretta e' la '

 Paola stessa 

'.


26 di 64 Domande

Individua l’unica affermazione NON corretta. Nell’apparato circolatorio dell’uomo le arterie … 














La risposta corretta e' la '

Presentano valvole a nido di rondine

'.


27 di 64 Domande

Quale delle seguenti soluzioni è quella più basica? 














La risposta corretta è la A
La soluzione più basica tra quelle proposte è NaOH 1 M. La basicità di una soluzione è determinata dalla concentrazione di ioni idrossido (OH?) che essa può rilasciare in soluzione. L'idrossido di sodio (NaOH) è un composto altamente solubile in acqua e si dissocia completamente, rilasciando un numero elevato di ioni OH?, il che lo rende una base forte. Una soluzione 1 M di NaOH significa che c'è una concentrazione di 1 mole di NaOH per litro di soluzione, il che implica una corrispondente concentrazione di 1 mole di ioni OH? per litro. Questo elevato numero di ioni idrossido conferisce alla soluzione un pH molto alto, tipico delle soluzioni basiche, e la rende più basica rispetto ad altre soluzioni che potrebbero contenere basi deboli o concentrazioni più basse di ioni OH?.

28 di 64 Domande

Il progesterone è un ormone prodotto dall’ovaio sotto l’azione della tropina ipofisaria LH che può inibire la secrezione del fattore di rilascio per l’LH. Questo meccanismo è un esempio di: 














La risposta corretta è la D
La domanda: "Il progesterone è un ormone prodotto dall’ovaio sotto l’azione della tropina ipofisaria LH che può inibire la secrezione del fattore di rilascio per l’LH; questo meccanismo è un esempio di?" ha risposta corretta: "Feedback negativo". Il progesterone, prodotto soprattutto dal corpo luteo in risposta all’LH, agisce su ipotalamo e ipofisi anteriore riducendo la secrezione pulsatile di GnRH (fattore di rilascio per LH e FSH) e quindi la liberazione di LH. In termini di controllo endocrino, il prodotto periferico della via (progesterone) inibisce il segnale a monte che ne sostiene la produzione (GnRH/LH), stabilizzando l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e prevenendo la sovrapproduzione: è un anello di feedback negativo “a lungo raggio”. Questo meccanismo domina nella fase luteale del ciclo mestruale, modulando la frequenza delle pulsazioni di GnRH e attenuando la secrezione di gonadotropine. È distinto dal feedback positivo, tipico dell’estradiolo pre-ovulatorio che induce il picco di LH.

29 di 64 Domande

La contrazione degli atri del cuore comporta:














La risposta corretta e' la '

La diastole dei ventricoli

'.


30 di 64 Domande

In che rapporto deve essere diluita una soluzione acquosa di un acido forte affinché il pH passi da 4 a 5?














La risposta corretta è la E
La soluzione acquosa di un acido forte deve essere diluita in un rapporto di 1:10 affinché il pH passi da 4 a 5. Il pH è una misura logaritmica della concentrazione degli ioni idrogeno (H?) in soluzione, quindi un aumento di una unità di pH corrisponde a una diminuzione di dieci volte della concentrazione di H?. Quando il pH passa da 4 a 5, la concentrazione degli ioni idrogeno deve essere ridotta di un fattore di 10. Questo significa che la soluzione originale deve essere diluita con acqua in un rapporto di 1:10, poiché la diluizione riduce la concentrazione degli ioni idrogeno nella soluzione, aumentando così il pH. La diluizione 1:10 implica che una parte della soluzione acida viene mescolata con nove parti di acqua, ottenendo così la riduzione desiderata nella concentrazione di H? e l'aumento del pH.

31 di 64 Domande

La pressione parziale dell’ossigeno nell’aria diminuisce al crescere dell’altitudine. Un turista che sale a 2500 metri in teleferica, reagirà:  














La risposta corretta e' la '

Aumentando la frequenza degli atti respiratori  

'.


32 di 64 Domande

Una rete trofica è:














La risposta corretta e' la '

La serie di trasferimenti di materia ed energia in una comunità biologica

'.


33 di 64 Domande

La soluzione acquosa 0,001 M di un acido ha pH = 4. Il soluto è sicuramente:














La risposta corretta è la A
La soluzione acquosa 0,001 M di un acido ha pH = 4. Il soluto è sicuramente un acido debole. Questa affermazione è corretta perché il pH di una soluzione acida è determinato dalla concentrazione degli ioni idrogeno (H?) presenti. Per un acido forte, che si dissocia completamente in soluzione, ci aspetteremmo che la concentrazione degli ioni H? sia uguale alla concentrazione iniziale dell'acido, quindi per una soluzione 0,001 M di un acido forte il pH dovrebbe essere 3, non 4. Tuttavia, un pH di 4 indica che la concentrazione degli ioni H? è 10?? M, il che significa che l'acido non si è dissociato completamente. Questo comportamento è tipico di un acido debole, che si dissocia parzialmente in soluzione, confermando che il soluto è un acido debole.

34 di 64 Domande

La densità dell'acqua, espressa nel Sistema Internazionale (=MKSA), è circa uguale a:














La risposta corretta e' la '

1000

'.


35 di 64 Domande

Indica quale, tra quelle sottoelencate, è la funzione svolta da un enzima che catalizza una reazione reversibile del tipo A + B <=> C + D: 














La risposta corretta e' la '

Accelera la velocità della reazione


'.


36 di 64 Domande

Determina quanti mL di una soluzione acquosa 10 N di HCl si devono prelevare per preparare 500 mL di una soluzione 10-2 N














La risposta corretta è la C
Per determinare quanti mL di una soluzione acquosa 10 N di HCl si devono prelevare per preparare 500 mL di una soluzione 10?² N, la risposta corretta è 0,5. La spiegazione si basa sul principio di diluizione delle soluzioni, che si esprime con la formula C?V? = C?V?, dove C? e C? sono le concentrazioni iniziale e finale, mentre V? e V? sono i volumi iniziale e finale. In questo caso, C? è 10 N, C? è 10?² N e V? è 500 mL. Sostituendo i valori nella formula otteniamo 10 N * V? = 10?² N * 500 mL, da cui V? = (10?² N * 500 mL) / 10 N. Risolvendo l'equazione, V? risulta essere 0,5 mL. Questo calcolo dimostra che per ottenere la diluizione desiderata, è necessario prelevare 0,5 mL della soluzione iniziale di HCl.

37 di 64 Domande

Quale tra i seguenti termini NON indica una tipologia di vaccini?  














La risposta corretta e' la '

A bersaglio

'.


38 di 64 Domande

Le coordinate dei vertici di un triangolo rispetto ad un sistema di riferimento cartesiano ortonormale nel piano sono (0,0), (1,1), (2,-2). L'area del triangolo è:  














La risposta corretta e' la '

2

'.


39 di 64 Domande

Quale fra le seguenti equazioni ha soluzioni nell'insieme dei numeri reali?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale fra le seguenti equazioni ha soluzioni nell'insieme dei numeri reali e la risposta corretta è (1)/(a-x) = a-x con a numero reale. Per determinare se l'equazione ha soluzioni reali, è necessario considerare le condizioni di esistenza della frazione e verificare se l'equazione ammette soluzioni. L'equazione (1)/(a-x) = a-x implica che il denominatore a-x non deve essere zero, quindi x ? a. Riscrivendo l'equazione come 1 = (a-x)² e risolvendo, otteniamo a-x = ±1, da cui derivano le soluzioni x = a-1 e x = a+1, entrambe valide nell'insieme dei numeri reali purché x ? a. Pertanto, l'equazione ha soluzioni reali per qualsiasi valore reale di a, tranne nei casi in cui x assume il valore a, il che conferma che la risposta indicata è corretta.

40 di 64 Domande

Sia dato un moto rettilineo in cui la velocità passa da 4 m/s a 6 m/s in 2 s. L’accelerazione centripeta vale:














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale sia l'accelerazione centripeta di un moto rettilineo in cui la velocità passa da 4 m/s a 6 m/s in 2 s, e la risposta corretta è zero. In un moto rettilineo, il concetto di accelerazione centripeta non si applica poiché questa è una grandezza che si manifesta esclusivamente nei moti curvilinei, dove è diretta verso il centro della traiettoria circolare e serve a mantenere l'oggetto in un percorso curvo. Nel caso di un moto rettilineo, come descritto nella domanda, l'accelerazione che si manifesta è di tipo tangenziale, responsabile del cambiamento di modulo della velocità lungo la direzione del moto. In questo specifico caso, l'accelerazione tangenziale è costante e può essere calcolata come variazione di velocità diviso intervallo di tempo, risultando in (6 m/s - 4 m/s) / 2 s = 1 m/s², mentre l'accelerazione centripeta rimane pari a zero perché non c'è nessuna curva nella traiettoria.

41 di 64 Domande

I batteri crescerebbero all'infinito secondo una progressione geometrica, se non intervenissero alcuni fattori che ne riducono o limitano la continua espansione. Questi fattori sono tali per cui una curva di crescita in una quantità determinata di terreno di
coltura può essere divisa in tre fasi: una prima fase che esprime una crescita esponenziale dei batteri (i batteri crescono in modo esponenziale al passare del tempo); una seconda fase nella quale il numero di batteri della coltura è costante nel tempo; una fase finale in cui il numero di batteri in coltura (per unità di volume) diminuisce nel tempo.
Quale tra i seguenti fenomeni spiega l'esistenza della terza fase?














La risposta corretta e' la '

Il terreno di coltura limitato è il fattore determinante

'.


42 di 64 Domande

Una mole di He4  a temperatura 0 C° e pressione 1 atm (N = num. di Avogadro): 














La risposta corretta è la A
La risposta è corretta perché la definizione stessa di mole stabilisce che una mole di qualunque sostanza contiene esattamente N entità elementari, dove N è il numero di Avogadro (circa 6,022×10^23). L’entità elementare è l’unità considerata: atomo per i gas monoatomici, molecola per le specie molecolari. L’elio-4 (He) è un gas nobile monoatomico: in condizioni ordinarie non forma molecole biatomiche, quindi l’entità elementare è l’atomo. Ne consegue che una mole di He contiene N atomi di elio. La specifica 0 °C e 1 atm serve solo a indicare che l’elio è in fase gassosa e a richiamare le condizioni standard storiche (STP), in cui una mole di gas ideale occupa circa 22,4 L; ma il conteggio delle particelle (N) non dipende da temperatura o pressione. È utile confrontare con gas biatomici come O2 o N2: una mole di O2 contiene N molecole ma 2N atomi di ossigeno. Per l’elio, essendo monoatomico, una mole contiene sia N “particelle” (atomi) sia N “unità chimiche”. L’apice “4” in He^4 indica la massa atomica relativa (in u), non il numero di atomi né la carica; il numero di massa distingue l’isotopo (He?4 è il più abbondante) e fissa la massa molare a circa 4 g/mol. Pertanto 4 g di He corrispondono a una mole, cioè N atomi. Nel contesto clinico, questi concetti sono alla base della fisiologia dei gas e dell’uso di miscele respiratorie come l’heliox (He/O2), in cui le quantità erogate, le pressioni parziali e i flussi si calcolano in moli e frazioni molari. Ad esempio, una bombola che contiene una mole di He fornisce N atomi, e, a 0 °C e 1 atm, occuperebbe circa 22,4 L se si comportasse idealmente. Comprendere la distinzione tra atomi e molecole è cruciale per evitare errori nelle conversioni tra massa, moli, volume e numero di particelle, con implicazioni pratiche in anestesia, terapia intensiva respiratoria e calibrazione degli spirometri.

43 di 64 Domande

 Il valore di (33/2 + 31/3)2 – 27 – 32/3 è pari a:  














La risposta corretta e' la '

2 · 311/6  

'.


44 di 64 Domande

Quanti anioni si liberano in soluzione acquosa dalla dissociazione di un’ unità formula di Al(NO3)3?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quanti anioni si liberano in soluzione acquosa dalla dissociazione di un'unità formula di Al(NO?)? e la risposta corretta è 3. Quando il nitrato di alluminio, Al(NO?)?, si dissolve in acqua, si dissocia nei suoi ioni costituenti: un catione di alluminio, Al³?, e tre anioni nitrato, NO??. La formula Al(NO?)? indica che ci sono tre gruppi nitrato per ogni atomo di alluminio nella struttura del composto. In soluzione acquosa, ogni gruppo nitrato si separa come anione NO??, quindi da una singola unità formula di Al(NO?)? si liberano tre anioni nitrato. Questo processo di dissociazione è tipico dei sali ionici, che si separano nei loro ioni componenti quando immersi in acqua, rendendo possibile il rilascio di tre anioni per ogni unità formula di Al(NO?)? dissociata.

45 di 64 Domande

Con la struttura di Lewis, si rappresentano:














La risposta corretta è la B
Con la struttura di Lewis, si rappresentano gli elettroni di valenza degli atomi costituenti le molecole. La struttura di Lewis è un modello di rappresentazione che permette di visualizzare la disposizione degli elettroni di valenza attorno agli atomi in una molecola, evidenziando come questi elettroni partecipano alla formazione di legami covalenti. Gli elettroni di valenza sono quelli presenti nel livello energetico più esterno di un atomo e sono cruciali per determinare il comportamento chimico dell'atomo stesso. Nella struttura di Lewis, i legami covalenti sono rappresentati da linee che collegano i simboli degli elementi, mentre gli elettroni non condivisi, noti anche come coppie solitarie, sono indicati con punti. Questo tipo di rappresentazione aiuta a prevedere la geometria molecolare, la polarità e la reattività delle molecole, essendo uno strumento fondamentale per comprendere le interazioni chimiche.

46 di 64 Domande

La molecola del metano ha una geometria:














La risposta corretta e' la ' tetraedrica '.


47 di 64 Domande

Cosa hanno in comune aldeidi, chetoni e acidi carbossilici?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede cosa abbiano in comune aldeidi, chetoni e acidi carbossilici, e la risposta corretta è che condividono un gruppo funzionale costituito da un atomo di carbonio legato a un atomo di ossigeno mediante un doppio legame. Questa caratteristica comune è nota come gruppo carbonilico (C=O). Nelle aldeidi, il gruppo carbonilico è legato a un atomo di idrogeno e a un gruppo alchilico o arilico, mentre nei chetoni è legato a due gruppi alchilici o arilici. Negli acidi carbossilici, il gruppo carbonilico è parte del gruppo carbossilico (-COOH), che comprende anche un gruppo ossidrilico (-OH) legato allo stesso carbonio. Questo doppio legame carbonio-ossigeno è responsabile delle proprietà chimiche e reattività di queste classi di composti, influenzando la polarità e la capacità di formare legami a idrogeno, che sono fondamentali per le loro interazioni chimiche e biologiche.

48 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


49 di 64 Domande

Che funzione svolgono gli osteoblasti?














La risposta corretta è la A
Gli osteoblasti sono le cellule deputate alla formazione del tessuto osseo. Originano da precursori mesenchimali e sintetizzano la matrice organica (osteoidale) dell’osso, composta prevalentemente da collagene di tipo I e proteine non collageniche come osteocalcina e osteonectina. Una volta deposta la matrice, gli osteoblasti ne promuovono la mineralizzazione, cioè la formazione di depositi calcarei sotto forma di cristalli di idrossiapatite. Questo processo è facilitato dall’elevata attività di fosfatasi alcalina e dalla secrezione di vescicole della matrice che concentrano calcio e fosfato, riducendo gli inibitori della calcificazione e favorendo la nucleazione cristallina. È utile distinguere le funzioni delle principali cellule ossee: gli osteoblasti costruiscono osso e ne avviano la mineralizzazione; gli osteoclasti, al contrario, lo riassorbono mediante acidificazione e proteasi; gli osteociti, derivati da osteoblasti inglobati nella matrice, fungono da sensori meccano-metabolici e regolano il rimodellamento. Gli osteoblasti modulano indirettamente anche il riassorbimento esprimendo RANKL e osteoprotegerina (OPG), che controllano la differenziazione degli osteoclasti: il rimodellamento osseo fisiologico dipende dall’equilibrio tra queste attività. Clinicamente, l’attività osteoblastica e la mineralizzazione sono centrali in diverse condizioni. Nell’osteomalacia e nel rachitismo la matrice viene prodotta ma mineralizza in modo inadeguato per carenza di vitamina D, ipocalcemia o ipofosfatemia; nei difetti di ALP (ipofosfatasia) la mineralizzazione è gravemente compromessa. Nell’osteoporosi l’accoppiamento rimodellativo è sbilanciato a favore del riassorbimento, con formazione insufficiente: terapie anaboliche (es. analoghi PTH intermittenti o inibitori di sclerostina) potenziano l’attività osteoblastica e aumentano la massa ossea, mentre i farmaci antiriassorbitivi ristabiliscono l’equilibrio. Durante la guarigione delle fratture, gli osteoblasti sono responsabili della deposizione del callo e della sua progressiva mineralizzazione. Biomarcatori di formazione ossea come fosfatasi alcalina ossea, osteocalcina e P1NP riflettono l’attività degli osteoblasti. In sintesi, la funzione cardine degli osteoblasti è costruire osso e promuoverne la mineralizzazione, cioè la formazione di depositi calcarei che conferiscono al tessuto osseo la sua resistenza meccanica.

50 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni sulla pompa sodio-potassio è corretta?














La risposta corretta è la E
La pompa sodio?potassio (Na+/K+?ATPasi) è un esempio classico di trasporto attivo primario con modalità di antiporto: utilizza direttamente l’energia dell’idrolisi di ATP per spostare ioni in direzioni opposte attraverso la membrana plasmatica, espellendo tre ioni sodio (Na+) e introducendo due ioni potassio (K+) contro i rispettivi gradienti elettrochimici. Questo ciclo, elettrogenico, contribuisce al potenziale di membrana a riposo rendendo l’interno della cellula relativamente più negativo. Non è un canale né una diffusione facilitata, perché i flussi non sono passivi; non è un simporto, poiché Na+ e K+ non si muovono nello stesso verso; non è un trasporto attivo secondario, perché l’energia proviene direttamente dall’ATP e non dal gradiente di un altro soluto. La pompa è una P?ATPasi: durante il ciclo catalitico la subunità ? viene fosforilata e attraversa transizioni conformazionali che alternano l’accesso ai siti di legame intra- ed extracellulari. È ubiquitaria, con alta densità in neuroni, miociti e cellule tubulari renali. Le funzioni chiave includono il mantenimento dei gradienti di Na+ e K+ essenziali per la generazione e la propagazione del potenziale d’azione, la regolazione del volume cellulare e il “traino” del trasporto epiteliale: creando un basso Na+ intracellulare, permette ai cotrasportatori apicali Na+-dipendenti (per esempio per glucosio e amminoacidi) di assorbire nutrienti nell’intestino e al rene di riassorbire sodio. Dal punto di vista clinico, la Na+/K+?ATPasi è inibita dai glicosidi cardioattivi (ouabaina, digossina) legandosi sul versante extracellulare; l’inibizione aumenta il Na+ intracellulare, riduce l’attività del trasportatore Na+/Ca2+ e incrementa il Ca2+ citosolico nei cardiomiociti, con effetto inotropo positivo ma rischio di aritmie, soprattutto in ipokaliemia. Insulina e ??agonisti stimolano l’attività della pompa favorendo il passaggio di K+ all’interno delle cellule, principio sfruttato nel trattamento rapido dell’iperkaliemia. In condizioni di ipossia/ischemia, l’esaurimento di ATP compromette la pompa, causando depolarizzazione, accumulo di Na+ intracellulare e edema cellulare, elementi centrali nella lesione da riperfusione e nel danno cerebrale ischemico. In sintesi, definisce correttamente la pompa Na+/K+ come un trasporto attivo primario in antiporto, elettrogenico e fondamentale per l’omeostasi elettrolitica e la funzione eccitabile dei tessuti.

51 di 64 Domande

Dove avviene la catena di trasporto degli elettroni nelle cellule eucariotiche?














La risposta corretta e' la ' Creste mitocondriali '.


52 di 64 Domande

In quale parte della cellula animale avviene la fosforilazione ossidativa?














La risposta corretta e' la ' Mitocondrio '.


53 di 64 Domande

Quale fase della divisione cellulare viene bloccata per studiare il cariotipo di un individuo?














La risposta corretta e' la ' Metafase '.


54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


61 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Cosa caratterizza una ammina terziaria?














La risposta corretta è la A
"Cosa caratterizza una ammina terziaria? L'atomo di azoto è legato a tre atomi di C." Le ammine sono composti organici derivati dall'ammoniaca in cui uno o più atomi di idrogeno sono sostituiti da gruppi alchilici o arilici. Nelle ammine terziarie, l'atomo di azoto è legato a tre gruppi carboniosi, il che significa che non ci sono idrogeni direttamente legati all'azoto. Questa configurazione conferisce alle ammine terziarie proprietà chimiche e fisiche specifiche, come una minore polarità rispetto alle ammine primarie e secondarie, e una solubilità in acqua generalmente inferiore. Inoltre, l'assenza di idrogeni legati direttamente all'azoto impedisce la formazione di legami a idrogeno intermolecolari, influenzando il punto di ebollizione e la reattività dell'ammina. Le ammine terziarie sono spesso utilizzate come basi organiche e in sintesi chimiche per la loro capacità di accettare protoni senza formare legami a idrogeno.

63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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