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1 di 64 Domande

A quale tratto dell'elettrocardiogramma rappresentato nella figura corrisponde una pressione del sangue pari a 120 mm Hg?

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La risposta corretta è la B
La pressione del sangue pari a 120 mm Hg nell’ECG corrisponde al tratto QRS. Il valore di 120 mm Hg identifica la pressione arteriosa sistolica, raggiunta durante la contrazione ventricolare. Il complesso QRS rappresenta la depolarizzazione dei ventricoli che innesca la sistole: dopo un breve ritardo elettromeccanico si aprono le valvole semilunari e la pressione aortica sale rapidamente fino al picco sistolico intorno a 120 mm Hg. L’onda P riguarda la depolarizzazione atriale e non genera la pressione arteriosa sistemica, mentre durante l’onda T (ripolarizzazione ventricolare) inizia il rilasciamento e la pressione decresce verso il valore diastolico. Pertanto l’evento elettrico più strettamente associato al raggiungimento del picco pressorio è il QRS.

2 di 64 Domande

"L'aumento della solubilità dei gas nei liquidi all'aumentare della pressione è responsabile delle embolie. L'azoto è inspirato nei polmoni durante la respirazione, ma solo una piccolissima quantità va a finire nel sangue, in cui l'azoto non è molto solubile a temperatura ambiente. Chi però, come i sommozzatori, respira aria sotto pressione, ha una quantità apprezzabile di azoto disciolto nel sangue; se il sommozzatore riemerge troppo rapidamente,la pressione del gas disciolto diventa superiore alla pressione atmosferica; l'azoto viene allora fuori dalla soluzione, e si possono formare bollicine di gas nel sangue e nei tessuti."
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

La solubilità dell'azoto nel sangue cresce al crescere della temperatura

'.


3 di 64 Domande

Durante la sintesi proteica si legano al ribosoma:














La risposta corretta e' la '

codoni di m-RNA e anticodoni di t-RNA

'.


4 di 64 Domande

L'acetone e il propanale:














La risposta corretta è la C
L'acetone e il propanale possiedono entrambi un gruppo carbonilico. Questa affermazione è corretta perché sia l'acetone che il propanale contengono il gruppo funzionale C=O, noto come gruppo carbonilico. Nell'acetone, che è un chetone, il gruppo carbonilico è legato a due gruppi metilici, mentre nel propanale, che è un'aldeide, il gruppo carbonilico è legato a un atomo di idrogeno e a un gruppo etilico. La presenza del gruppo carbonilico in entrambi i composti è ciò che li rende simili in termini di reattività chimica, sebbene la loro struttura generale e le proprietà fisiche possano differire a causa della diversa natura dei gruppi legati al carbonio carbonilico.

5 di 64 Domande

Due eventi sono incompatibili quando














La risposta corretta e' la '

non possono verificarsi contemporaneamente

'.


6 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


7 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

8 di 64 Domande

L' eritropoietina è:














La risposta corretta e' la '

una sostanza prodotta dai reni che sollecita la produzione di globuli rossi

'.


9 di 64 Domande

Il grafico rappresenta l’abitudine al fumo della popolazione di una regione d’Italia nel periodo luglio 1999-giugno 2000, secondo un’indagine ISTAT. Dall’analisi del grafico si può dedurre che:

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La risposta corretta è la E
La domanda chiede di analizzare un grafico sull'abitudine al fumo in una regione italiana nel periodo luglio 1999-giugno 2000, e la risposta corretta è che i fumatori rappresentano poco più del 21% della popolazione. Questa risposta è corretta perché il grafico, basato su un'indagine ISTAT, mostra la distribuzione percentuale delle abitudini al fumo tra la popolazione, includendo categorie come fumatori, ex fumatori e non fumatori. L'interpretazione dei dati indica che la sezione del grafico dedicata ai fumatori corrisponde a poco più di un quinto del totale, il che si traduce in una percentuale leggermente superiore al 21%. È importante considerare che i dati grafici sono stati raccolti attraverso un'indagine statistica ufficiale, conferendo credibilità e accuratezza alla rappresentazione delle abitudini al fumo in quel periodo. L'analisi corretta dei dati visivi richiede di osservare attentamente le proporzioni e le etichette fornite, assicurandosi che la lettura del grafico rispecchi fedelmente la distribuzione percentuale riportata.

10 di 64 Domande

Il curaro è un veleno ricavato dalla corteccia macerata di varie piante sudamericane. Agisce debolmente se ingerito, ma diventa letale se inoculato nel sangue. Per questo motivo era applicato dagli indigeni sulla punta delle frecce destinate a ferire le prede durante la caccia. Contiene diversi alcaloidi tossici che agiscono sui centri motori inducendo paralisi flaccida ai muscoli scheletrici in quanto li rilassa completamente. Il suo principio attivo – la tubocurarina – si lega ai recettori postsinaptici per l’acetilcolina bloccandoli, impedendo così l’azione stimolante dell’acetilcolina. Il curaro causa inoltre il blocco della ventilazione polmonare, determinando la morte per asfissia. In medicina il curaro viene usato soprattutto in chirurgia, sfruttandone l'effetto miorilassante sulla muscolatura, per cui le dosi di anestetico impiegate nelle operazioni possono essere ridotte.

Dalla lettura del breve brano e dalla sua interpretazione msolo una delle affermazioni riportate NON può essere considerata corretta. Indicare quale:














La risposta corretta e' la '

l'acetilcolina è un neurotrasmettitore che blocca la trasmissione nervosa a livello postsinaptico, impedendo l'azione stimolante del curaro

'.


11 di 64 Domande

I difetti di rifrazione della vista, il diabete, il labbro leporino, la spina bifida, il glaucoma e lo strabismo tendono a ricorrere all'interno di un gruppo familiare, ma non è stato possibile ricondurli alla mutazione di un singolo gene. Per questo motivo, disturbi o malattie similari vengono definite:














La risposta corretta è la E
I difetti di rifrazione della vista, il diabete, il labbro leporino, la spina bifida, il glaucoma e lo strabismo, se non riconducibili a un singolo gene, vengono definiti poligenici. Queste condizioni derivano dall’effetto combinato di molte varianti genetiche, ciascuna di piccolo effetto, che sommandosi aumentano la suscettibilità individuale. La ricorrenza familiare si spiega con la condivisione di molte di queste varianti tra consanguinei, ma l’assenza di una segregazione mendeliana semplice indica che non c’è un gene maggiore unico. Spesso intervengono anche fattori ambientali, motivo per cui si parla di eredità complessa o multifattoriale, ma il termine “poligeniche” sottolinea il contributo di più geni. Il modello della soglia di liability descrive bene malformazioni come labbro leporino e spina bifida: la malattia si manifesta quando il carico genetico-ambientale supera una soglia. La penetranza variabile e l’eterogeneità clinica sono comuni, coerenti con una base poligenica. Studi GWAS identificano numerosi loci associati a queste condizioni, confermando l’architettura poligenica e consentendo lo sviluppo di polygenic risk scores. In sintesi, la presenza di aggregazione familiare senza un singolo gene causale è caratteristica delle malattie poligeniche.

12 di 64 Domande

Digitando l'importo, arrotondato all'euro, di uno degli assegni incassati in un certo giorno, un cassiere ha involontariamente invertito tra loro due cifre, causando a fine giornata una differenza positiva tra la somma di tutti i numeri digitati e la somma degli importi dei corrispondenti assegni arrotondati all'euro. Tale differenza è sempre divisibile per:














La risposta corretta e' la '

9

'.


13 di 64 Domande

Nelle cellule degli eucarioti, durante il processo catabolico che porta alla demolizione di una molecola di glucosio, in quale delle seguenti fasi viene liberato il maggior numero di molecole di CO2?














La risposta corretta e' la '

Il ciclo di Krebs

'.


14 di 64 Domande

Tenendo conto che a numero uguale corrisponde lettera uguale, nella frase in lingua italiana: ''5h0 d3748 232 60gl09 68150'' l' ultima parola è:














La risposta corretta e' la '

Pesci

'.


15 di 64 Domande

In una fibra muscolare di un muscolo scheletrico in condizione di riposo:














La risposta corretta e' la '

Le bande A contengono filamenti di actina e miosina sovrapposti, con una zona H centrale composta solo da filamenti di miosina

'.


16 di 64 Domande

Quale dei seguenti enzimi NON svolge la propria funzione nell'intestino tenue?














La risposta corretta e' la '

Pepsina

'.


17 di 64 Domande

Una mutazione missenso nella sequenza nucleotidica di un gene ha sicuramente come effetto:














La risposta corretta e' la '

La sostituzione di un amminoacido nella proteina codificata dal gene

'.


18 di 64 Domande

Nel brano seguente, articolato in frasi, una sola frase esprime un concetto NON coerente nel suo contesto. Individuarla:














La risposta corretta e' la '

negli organismi pluricellulari, morte naturale ed invecchiamento sono sempre correlati: per esempio le cellule sessuali possono ritenersi potenzialmente immortali

'.


19 di 64 Domande

La pressione che si esercita su di una superficie immersa in un liquido di densità costante in condizioni statiche, ad una data profondità':














La risposta corretta e' la '

Dipende linearmente dalla profondita'

'.


20 di 64 Domande

Quale elemento NON fa parte del gruppo dei metalli alcalini?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale elemento non faccia parte del gruppo dei metalli alcalini, e la risposta corretta è Mg. Gli elementi del gruppo dei metalli alcalini si trovano nel gruppo 1 della tavola periodica e includono litio (Li), sodio (Na), potassio (K), rubidio (Rb), cesio (Cs) e francio (Fr). Questi metalli sono caratterizzati da avere un solo elettrone nel loro guscio di valenza, il che li rende altamente reattivi. Il magnesio (Mg), invece, si trova nel gruppo 2 della tavola periodica, noto come il gruppo dei metalli alcalino-terrosi. Gli elementi di questo gruppo, che includono anche berillio (Be), calcio (Ca), stronzio (Sr), bario (Ba) e radio (Ra), possiedono due elettroni nel guscio di valenza, conferendo loro proprietà chimiche diverse rispetto ai metalli alcalini. Pertanto, il magnesio non appartiene al gruppo dei metalli alcalini, rendendo la risposta corretta.

21 di 64 Domande

I seguenti gruppi di lettere osservano una successione logica. Individuare quale delle cinque alternative prosegue in modo corretto la seguente serie:

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La risposta corretta è la B
La serie è costruita applicando a ciascuna posizione del gruppo di lettere una regola aritmetica costante sull’alfabeto. Convertendo le lettere nei rispettivi indici alfabetici (A=1 … Z=26) e confrontando i gruppi consecutivi, si osservano tre sottoserie indipendenti, una per ogni colonna: la prima lettera avanza sempre di un numero fisso di posizioni, la seconda arretra costantemente, la terza avanza di un passo diverso dal primo. Il pattern tipico è di tipo ?1=+2 per la prima colonna, ?2=?1 per la seconda e ?3=+3 per la terza, con gestione del “wrap-around” alfabetico (dopo Z si riparte da A, e prima di A si torna a Z). Verificando le alternative, solo l’opzione corretta rispetta simultaneamente tutti e tre i vincoli: la prima lettera risulta spostata in avanti di due posizioni rispetto al termine precedente, la seconda arretra di una posizione, la terza avanza di tre posizioni; inoltre mantiene le proprietà strutturali ricorrenti della serie, come l’alternanza vocale/consonante e l’eventuale simmetria rispetto al centro dell’alfabeto, senza introdurre salti irregolari. Le altre opzioni fungono da distrattori perché infrangono almeno una di queste costanti: in alcune la seconda lettera non decresce ma aumenta, in altre l’entità dello spostamento è errata (p.es. +1 al posto di +2 o +4 al posto di +3), oppure si perde l’alternanza consonante–vocale osservata nei termini precedenti o si ignora il riavvolgimento A/Z. Il metodo risolutivo generale, utile anche in compiti di ragionamento clinico, è: tradurre in numeri, calcolare le differenze colonna per colonna, identificare gli scarti invarianti e testarli sulle opzioni. È lo stesso tipo di riconoscimento di pattern che si applica nel leggere trend seriati di parametri clinici (per esempio, incrementi e decrementi costanti in serie temporali di laboratorio): ciò che rende “giusta” una continuazione non è la singola lettera, ma il rispetto coerente delle regole di trasformazione identificate. In questo caso, l’alternativa corretta è l’unica che conserva tutti gli scarti ? osservati e quindi prosegue logicamente la successione.

22 di 64 Domande

Un autobus ha percorso i 5/9 del suo tragitto. Se ha percorso 1.500 metri, quanti metri deve ancora percorrere l'autobus per completare il tragitto?














La risposta corretta è la E
Un autobus ha percorso i 5/9 del suo tragitto e se ha percorso 1.500 metri, deve ancora percorrere 1.200 metri per completare il tragitto. Per risolvere il problema, è necessario determinare la lunghezza totale del tragitto. Poiché 1.500 metri rappresentano i 5/9 del tragitto totale, possiamo impostare l'equazione (5/9)x = 1.500, dove x è la lunghezza totale del tragitto. Risolvendo per x, moltiplichiamo entrambi i lati dell'equazione per 9/5, ottenendo x = (1.500 * 9) / 5 = 2.700 metri. Questo significa che l'intero tragitto è lungo 2.700 metri. L'autobus ha già percorso 1.500 metri, quindi per trovare la distanza rimanente da percorrere, sottraiamo 1.500 da 2.700, ottenendo 2.700 - 1.500 = 1.200 metri. Pertanto, l'autobus deve ancora percorrere 1.200 metri per completare il tragitto.

23 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


24 di 64 Domande

Un gas ha un volume di 3 m3 ed una pressione di 5 atm. Se si mantiene costante la temperatura, quale volume avrà il gas se si impone una pressione di 15 atm?














La risposta corretta è la E
Un gas ha un volume di 3 m³ ed una pressione di 5 atm. Se si mantiene costante la temperatura, quale volume avrà il gas se si impone una pressione di 15 atm? La risposta corretta è 1 m³. Questa situazione può essere spiegata utilizzando la legge di Boyle, che afferma che per un dato quantitativo di gas a temperatura costante, il prodotto della pressione e del volume è costante. Matematicamente, questo si esprime come P?V? = P?V?, dove P? e V? sono la pressione e il volume iniziali, mentre P? e V? sono la pressione e il volume finali. Nel problema dato, P? è 5 atm, V? è 3 m³, e P? è 15 atm. Sostituendo questi valori nell'equazione di Boyle, otteniamo 5 atm × 3 m³ = 15 atm × V?. Risolvendo per V?, troviamo che V? = (5 atm × 3 m³) / 15 atm = 1 m³. Pertanto, il volume del gas quando la pressione è aumentata a 15 atm è di 1 m³.

25 di 64 Domande

Una soluzione è stata ottenuta mescolando 30 g di alcol etilico (CH3CH2OH: MM = 46 g/mol) con 70 g di acqua (H2O: MM = 18 g/mol). Quale delle seguenti affermazioni è falsa?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale affermazione sia falsa per una soluzione ottenuta mescolando 30 g di alcol etilico con 70 g di acqua; la risposta corretta è: "La concentrazione della soluzione è di 30 g di alcol etilico in 100 mL di soluzione". L’enunciato è falso perché confonde 100 g di soluzione con 100 mL: la concentrazione m/V richiede il volume finale, che non è noto e non coincide con 100 mL. Etanolo e acqua hanno densità diverse (etanolo ? 0,789 g/mL; acqua ? 1,00 g/mL) e, soprattutto, all’atto del mescolamento i volumi non sono additivi per via della contrazione volumetrica. I volumi “separati” sarebbero circa 38 mL di etanolo e 70 mL di acqua (totale apparente ? 108 mL), ma il volume della soluzione risulta inferiore (circa 104–106 mL, a seconda della temperatura e della composizione), quindi non 100 mL. Ciò che si può affermare con certezza è una concentrazione 30% m/m (30 g di etanolo in 100 g di soluzione) oppure esprimere la composizione in molalità (? 9,3 m) o in frazione molare (xEtOH ? 0,143), ma non 30 g/100 mL senza conoscere la densità del miscuglio.

26 di 64 Domande

A quale gruppo sanguigno una donna non potrà appartenere, se è la madre di un bambino di gruppo AB positivo?














La risposta corretta e' la '

0

'.


27 di 64 Domande

Quali composti organici contengono sicuramente un doppio legame? 














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quali composti organici contengono sicuramente un doppio legame, e la risposta corretta è: aldeidi. Le aldeidi sono una classe di composti organici caratterizzati dalla presenza di un gruppo carbonilico (C=O) legato a un atomo di idrogeno e a un gruppo alchilico o arilico. Il doppio legame carbonio-ossigeno è una caratteristica distintiva delle aldeidi, conferendo loro proprietà chimiche specifiche come la capacità di partecipare a reazioni di addizione nucleofila. Questo doppio legame è responsabile della reattività delle aldeidi, che le rende essenziali in vari processi chimici e sintetici. A differenza di altri composti come gli alcani o gli alcoli, che possono non avere doppi legami, le aldeidi contengono sempre il doppio legame carbonio-ossigeno nella loro struttura molecolare, garantendo così la presenza di un doppio legame in ogni molecola di aldeide.

28 di 64 Domande

 Quanti isomeri costituzionali sono possibili nella molecola C3H8O? 














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quanti isomeri costituzionali sono possibili nella molecola C?H?O e la risposta corretta è 3. Gli isomeri costituzionali sono composti che hanno la stessa formula molecolare ma differiscono nel modo in cui gli atomi sono collegati tra loro. Per C?H?O, i possibili isomeri costituzionali sono: il propanolo, che può presentarsi come 1-propanolo e 2-propanolo, e l'etere metil-etilico. Nel 1-propanolo, il gruppo -OH è legato al primo atomo di carbonio, mentre nel 2-propanolo è legato al secondo carbonio, creando due alcoli con diverse proprietà fisiche. L'etere metil-etilico, invece, presenta un ossigeno legato a due gruppi alchilici, metile ed etile. Queste diverse strutture sono tutte compatibili con la formula molecolare C?H?O, giustificando così l'esistenza di tre isomeri costituzionali distinti.

29 di 64 Domande

Individua, tra i termini seguenti, quello che intrattiene relazioni di sinonimia tanto con «valuta» quanto con «tenuta» 














La risposta corretta e' la '

Divisa

'.


30 di 64 Domande

 Per disidratazione degli alcoli si possono ottenere: 














La risposta corretta e' la '

Alcheni 

'.


31 di 64 Domande

Attraverso lo splicing alternativo una cellula può:














La risposta corretta e' la '

Produrre proteine diverse dallo stesso trascritto primario

'.


32 di 64 Domande

 Indicare la sequenza gerarchicamente corretta delle categorie sistematiche:














La risposta corretta e' la '

Phylum – Classe – Ordine – Famiglia – Specie

'.


33 di 64 Domande

L’amniocentesi è:














La risposta corretta e' la '

Il prelievo del liquido amniotico per analisi prenatali

'.


34 di 64 Domande

“Il vetro è una miscela di silicati, la cui caratteristica principale è quella di non possedere una struttura cristallina; per questo motivo il vetro non può essere considerato come una sostanza solida, in quanto manca di una delle caratteristiche fondamentali dello stato solido; inoltre, a differenza dei solidi, che presentano ben nette e determinate temperature di fusione, il vetro reagisce all’aumento di temperatura diventando via via più fluido, senza che si possa peraltro individuare una vera e propria temperatura di fusione. Più che un solido, il vetro può essere pertanto considerato come una sostanza amorfa, oppure, anche, come un liquido che, a temperatura ordinaria, presenta una elevatissima viscosità”. Quale delle seguenti affermazioni N O N può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Tutti i solidi possono essere considerati come liquidi ad elevatissima viscosità 

'.


35 di 64 Domande

Quale dei seguenti sistemi non è eterogeneo? 














La risposta corretta e' la '

Soluzione non satura 


'.


36 di 64 Domande

Molte infezioni cutanee acute, quali ad esempio gli ascessi, sono dovute a Staphylococcus aureus. Una terapia consigliata si basa sull’uso di: 














La risposta corretta e' la '

Antibiotici

'.


37 di 64 Domande

Un recipiente di quattro litri, munito di coperchio mobile, contiene gas azoto a 20° C ed alla pressione standard; se, mantenendo costante la temperatura, il volume viene portato a sedici litri innalzando il coperchio, la pressione diventa uguale a:














La risposta corretta e' la '

0,25 atm

'.


38 di 64 Domande

Se è vero che «chi disprezza compra; chi loda vuol lasciare» sarà necessariamente vera anche UNA delle affermazioni seguenti:














La risposta corretta e' la '

chi disprezza, non vuol lasciare

'.


39 di 64 Domande

Quale dei seguenti livelli di organizzazione negli organismi viventi comprende tutti gli altri: 














La risposta corretta e' la '

Apparato

'.


40 di 64 Domande

 In una titolazione di 25ml di una soluzione di HCl ( acido cloridrico) sono stati utilizzati 11,5ml di
NaOH (idrossido di sodio) 0,2M. Qual è la concentrazione della soluzione di HCl? 














La risposta corretta e' la '

 0,092M

'.


41 di 64 Domande

La temperatura alla quale il solido e il liquido di una data sostanza hanno la stessa tensione di vapore si chiama:














La risposta corretta è la E
La temperatura alla quale il solido e il liquido di una data sostanza hanno la stessa tensione di vapore si chiama punto triplo della sostanza. Il punto triplo di una sostanza è una condizione termodinamica unica in cui le tre fasi di una sostanza, solido, liquido e vapore, coesistono in equilibrio. Questo avviene a una specifica temperatura e pressione, che sono caratteristiche per ogni sostanza. Al punto triplo, le transizioni di fase avvengono simultaneamente, il che significa che il solido può trasformarsi in liquido e viceversa, mentre entrambi possono anche evaporare o condensare in equilibrio con la fase gassosa. È importante notare che il punto triplo non è solo una condizione di temperatura, ma anche di pressione, e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la definizione della scala di temperatura termodinamica. Questo concetto è cruciale in fisica e chimica perché fornisce un metodo preciso per la calibrazione degli strumenti di misura della temperatura.

42 di 64 Domande

Se senα = 2/3 e cosα > 0 allora:














La risposta corretta è la E
Se senα = 2/3 e cosα > 0 allora 30°< ? < 45°. La condizione data senα = 2/3 indica che l'angolo ? si trova in uno dei quadranti in cui il seno è positivo, ovvero il primo o il secondo quadrante. Tuttavia, l'ulteriore informazione cosα > 0 restringe la posizione di ? al primo quadrante, poiché solo in questo quadrante sia il seno che il coseno sono positivi. Per determinare il range esatto di ?, consideriamo che il seno di 30° è 1/2 e il seno di 45° è ?2/2, che approssimativamente è 0.707. Poiché 2/3 è compreso tra 1/2 e 0.707, l'angolo ? deve necessariamente trovarsi tra 30° e 45°, confermando così la risposta corretta.

43 di 64 Domande

Quanti grammi pesano 11,2 litri di CH4 a condizioni standard? 














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quanti grammi pesano 11,2 litri di CH? a condizioni standard, e la risposta corretta è 8. A condizioni standard di temperatura e pressione (STP), un gas ideale occupa un volume di 22,4 litri per mole. Il metano (CH?) ha una massa molare di 16 grammi per mole. Dato che 11,2 litri è esattamente la metà di 22,4 litri, ciò significa che stiamo considerando mezza mole di CH?. Pertanto, la massa di mezza mole di metano è metà della sua massa molare, ovvero 16 grammi diviso 2, che risulta in 8 grammi. Questo calcolo conferma che 11,2 litri di CH? a condizioni standard pesano 8 grammi.

44 di 64 Domande

 Nella reazione: 3Cu + 8HNO3 → 3 Cu(NO3)2 + 2NO + 4H2














La risposta corretta e' la '

Il Cu si ossida

'.


45 di 64 Domande

Se si fa ruotare un trapezio rettangolo intorno al lato ortogonale agli altri due, si genera:














La risposta corretta è la D
Se si fa ruotare un trapezio rettangolo intorno al lato ortogonale agli altri due, si genera un tronco di cono. Quando si ruota un trapezio rettangolo attorno al suo lato ortogonale, la figura tridimensionale risultante è un tronco di cono perché il trapezio rettangolo ha una base maggiore e una base minore parallele, e durante la rotazione, queste basi generano le due basi circolari del tronco di cono. Il lato ortogonale funge da asse di rotazione, mentre i lati obliqui del trapezio formano le superfici laterali del tronco di cono. La geometria del trapezio rettangolo, con un angolo retto, assicura che la rotazione produca superfici laterali coniche che si uniscono in modo uniforme alle basi circolari, rispettando la definizione geometrica di un tronco di cono, che è un cono con la punta tagliata parallelamente alla base.

46 di 64 Domande

L'anilina ha Kb = 4,3 x 10– 10. Qual è la Ka del suo acido coniugato?














La risposta corretta è la C
L'anilina ha Kb = 4,3 x 10–10. Qual è la Ka del suo acido coniugato? La risposta corretta è 2,3 x 10-5. La relazione tra la costante di dissociazione basica Kb di una base e la costante di dissociazione acida Ka del suo acido coniugato è data dal prodotto Kw = Ka x Kb, dove Kw è la costante di autoionizzazione dell'acqua, pari a 1,0 x 10-14 a 25°C. Per trovare Ka, si divide Kw per Kb. Pertanto, Ka = 1,0 x 10-14 / 4,3 x 10-10, che risulta in Ka = 2,3 x 10-5. Questa relazione è fondamentale per comprendere l'equilibrio acido-base e la forza relativa di acidi e basi coniugate.

47 di 64 Domande

L'enzima manganese superossido dismutasi (Mn-SOD) catalizza la seguente reazione:
2 • ?
Il meccanismo proposto prevede due reazioni successive distinte:
?O2-+Mn3+ ? O2+Mn3+
?O2-+2H++Mn2+ ? Mn3+ + H2O2

Qual è il ruolo del manganese nelle due reazioni?














La risposta corretta è la E
Il ruolo del manganese nelle due reazioni catalizzate dall'enzima manganese superossido dismutasi (Mn-SOD) è di ossidante nella prima e riducente nella seconda. Questo perché nella prima reazione il manganese si trova nello stato di ossidazione +3 e accetta un elettrone dall'anione superossido (?O??), riducendosi a Mn²?, mentre l'anione viene ossidato a O?. Nella seconda reazione, il manganese ridotto a Mn²? agisce come riducente donando un elettrone a un altro anione superossido, che in presenza di protoni (H?) viene convertito in perossido di idrogeno (H?O?), mentre il manganese si ossida nuovamente a Mn³?. Questo ciclo redox del manganese è essenziale per la dismutazione del superossido in ossigeno molecolare e perossido di idrogeno, proteggendo le cellule dai danni ossidativi.

48 di 64 Domande

Il carbonio può formare al massimo:














La risposta corretta e' la ' 4 legami covalenti '.


49 di 64 Domande

Il legame covalente polare si forma per:














La risposta corretta è la B
Il legame covalente polare si forma per condivisione di elettroni provenienti da atomi con diversa elettronegatività. Questa descrizione è corretta poiché un legame covalente polare si verifica quando due atomi condividono una coppia di elettroni, ma lo fanno in modo asimmetrico a causa della differente elettronegatività degli atomi coinvolti. L'elettronegatività è una misura della tendenza di un atomo ad attrarre a sé gli elettroni di legame. Quando due atomi con elettronegatività diversa formano un legame, l'atomo più elettronegativo attirerà gli elettroni di legame più vicino a sé, creando una distribuzione diseguale della densità elettronica. Questo porta a una parziale carica negativa sull'atomo più elettronegativo e una parziale carica positiva sull'altro atomo, generando un dipolo elettrico. Un esempio classico di legame covalente polare è quello presente nella molecola d'acqua (H?O), dove l'ossigeno è più elettronegativo degli atomi di idrogeno, inducendo una polarizzazione del legame.

50 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


51 di 64 Domande

Quale delle seguenti è la parte ossea vestigiale dello scheletro umano?














La risposta corretta è la E
Il coccige è la porzione ossea vestigiale dello scheletro umano. È il “tailbone”, residuo del tratto caudale presente negli embrioni umani e funzionalmente attivo nei nostri antenati con coda. Anatomicamente è costituito da 3–5 (di solito 4) piccole vertebre rudimentali fuse, che si articolano con il sacro tramite l’articolazione sacrococcigea. La nozione di “vestigiale” indica una struttura derivata da un organo ancestrale che ha perso la funzione originaria in modo sostanziale: il coccige non svolge più il ruolo dinamico di una coda nella locomozione, nell’equilibrio o nella comunicazione. Pur essendo ridotto, non è privo di utilità: fornisce punti di inserzione a muscoli e legamenti chiave del pavimento pelvico (cocciegeo e fasci dell’elevatore dell’ano), al gluteo massimo e ai legamenti sacrospinoso e sacrotuberoso; contribuisce inoltre alla distribuzione dei carichi in posizione seduta, soprattutto quando il tronco è inclinato posteriormente. Il collegamento con la pratica clinica è stretto. La coccigodinia è una causa frequente di dolore pelvico posteriore, tipicamente scatenato da cadute “sul sedere”, microtraumi da seduta prolungata, parto vaginale, iper- o ipomobilità sacrococcigea e degenerazione articolare; fattori come obesità o posture prolungate possono aumentare lo stress sul coccige. Il dolore è localizzato, peggiora sedendosi o alzandosi da seduti e talvolta durante la defecazione o i rapporti. La diagnosi è clinica, supportata quando necessario da radiografie dinamiche laterali o RM per escludere fratture, dislocazioni o rare lesioni occupanti spazio. Il trattamento è in genere conservativo: modifiche posturali, cuscini per scaricare l’area, analgesici antinfiammatori, fisioterapia e, nei casi persistenti, infiltrazioni locali con anestetico e corticosteroide; la cocciogectomia è riservata a un’esigua minoranza di casi refrattari dopo adeguata selezione. Altre ossa comunemente confuse non sono vestigiali perché mantengono funzioni primarie essenziali (ad esempio sostegno del carico, protezione viscerale o ruolo biomeccanico nella deambulazione). Il coccige, invece, è il chiaro residuo evolutivo della coda, con funzione originaria perduta e compiti secondari soprattutto di ancoraggio muscolo-legamentoso.

52 di 64 Domande

Nel nucleo di una cellula eucariotica:














La risposta corretta è la D
Nel nucleo di una cellula eucariotica il DNA non è mai libero: è strettamente legato a proteine specifiche formando la cromatina. L’unità fondamentale è il nucleosoma, in cui circa 147 paia di basi di DNA avvolgono un ottamero di istoni (H2A, H2B, H3, H4); l’istone H1 stabilizza il DNA all’ingresso/uscita del nucleosoma. Questa interazione è in gran parte elettrostatica, grazie alla carica positiva degli istoni che bilancia la carica negativa del fosfato del DNA. Oltre agli istoni, numerose proteine non istoniche (fattori di trascrizione, co-regolatori, topoisomerasi, proteine SMC come coesina e condensina) organizzano e modulano l’accesso al genoma. L’associazione stretta con proteine ha tre scopi principali: compattare metri di DNA in un nucleo di pochi micrometri, proteggere il genoma da danni e rotture, e regolare finemente espressione genica, replicazione e riparazione. La cromatina è dinamica: regioni relativamente “aperte” (eucromatina) sono più accessibili e trascritte, mentre regioni “chiuse” (eterocromatina) risultano silenziate, come ai centromeri e telomeri. Modifiche post-traduzionali degli istoni (per esempio acetilazioni, metilazioni, fosforilazioni) e i complessi rimodellanti della cromatina regolano il grado di compattamento: l’acetilazione tende ad allentare la cromatina facilitando la trascrizione, mentre la deacetilazione la compattata e riduce l’accessibilità. Durante la replicazione, chaperoni istonici assicurano il rapido riassemblaggio dei nucleosomi, e in mitosi ulteriori proteine compattanti consentono la formazione dei cromosomi. Questa organizzazione ha ricadute cliniche dirette. Alterazioni delle proteine della cromatina o dei loro enzimi modificatori possono causare difetti di riparazione del DNA e deregolazione genica, contribuendo a neoplasie e sindromi dello sviluppo. Farmaci epigenetici, come inibitori delle deacetilasi istoniche, sfruttano la reversibilità di queste modifiche per ripristinare programmi di espressione anomali in alcune neoplasie. In sintesi, affermare che nel nucleo eucariotico il DNA è strettamente legato a proteine specifiche è corretto perché la funzione, la stabilità e l’architettura del genoma dipendono proprio da questa interazione proteica altamente organizzata e regolata.

53 di 64 Domande

Durante la citodieresi nelle cellule animali, la membrana cellulare forma una costrizione chiamata:














La risposta corretta è la D
Durante la citodieresi nelle cellule animali, la membrana cellulare forma una costrizione chiamata solco di clivaggio. Questo solco nasce all’equatore della cellula in corrispondenza del fuso mitotico grazie alla contrazione di un anello corticale di actina e miosina II ancorato alla membrana, che genera un’invaginazione progressiva della plasmalemma. La tensione generata restringe il citoplasma finché le due cellule figlie restano collegate solo dal corpo mediano, che viene poi separato nell’abscissione finale mediata dal complesso ESCRT. La posizione e la dinamica del solco sono controllate da RhoA e da segnali del central spindle, garantendo una scissione simmetrica e corretta. Per contrasto, nelle cellule vegetali non si forma un solco di clivaggio ma una piastra cellulare, quindi il termine è specifico delle cellule animali.

54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Dell’ acqua viene aggiunta a 10 cm3 di una soluzione acquosa di acido cloridrico 2 mol dm-3 in modo da ottenere 1000 cm3 di acido cloridrico diluito. Di quanto varia il valore del pH della soluzione acida?














La risposta corretta e' la ' Il valore del pH aumenta di 2 '.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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