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1 di 62 Domande

“La legge di Boyle è verificata con buona approssimazione da tutte le sostanze gassose in un campo di pressioni non molto elevate (generalmente non superiori a 10 atm) e di temperature non molto basse (generalmente non inferiori a -70° C). Un metodo grafico per verificare la costanza del prodotto pV in una serie di esperimenti condotti a temperatura costante è quello di riportare in un diagramma cartesiano la quantità pV in funzione della pressione. Con questa rappresentazione si deve teoricamente ottenere una linea retta parallela all'asse delle ascisse, e possono essere evidenziate eventuali deviazioni rispetto alla legge di Boyle”.
Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Alle condizioni standard (0° C e 1 atm) la legge di Boyle è verificata generalmente con buona approssimazione

'.


2 di 62 Domande

La cheratina è:














La risposta corretta e' la '

una sostanza di natura proteica presente negli strati superficiali dell' epidermide

'.


3 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


4 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

5 di 62 Domande

L' elettronegatività è:














La risposta corretta e' la '

la capacità di un elemento di attrarre elettroni di legame

'.


6 di 62 Domande

La calcitonina è:














La risposta corretta è la A
La calcitonina è: un ormone proteico prodotto dalla tiroide. È un polipeptide di 32 amminoacidi secreto dalle cellule parafollicolari (cellule C) della tiroide; agisce legandosi a recettori accoppiati a proteina G su osteoclasti e tubuli renali, inibendo il riassorbimento osseo e aumentando l’escrezione renale di calcio e fosfati, con effetto ipocalcemizzante. La sua secrezione è stimolata dall’ipercalcemia ed è fisiologicamente antagonista del paratormone e della vitamina D attiva. A differenza degli ormoni tiroidei T3/T4, non contiene iodio ed è di natura peptidica, confermando la classificazione proposta. Il suo ruolo omeostatico nell’adulto umano è modesto, ma ha rilievo clinico come marker di carcinoma midollare della tiroide e come farmaco (calcitonina di salmone) in ipercalcemia acuta, malattia di Paget e osteoporosi.

7 di 62 Domande

Indica con quale termine, tra quelli sottoelencati, viene definita la mutazione che causa una duplicazione dell'intero genoma umano:














La risposta corretta e' la '

poliploidia

'.


8 di 62 Domande

Se nella reazione 3NO2 + H2O ? 2HNO3 + NO si formano 1,80 mol di NO, allora nella stessa reazione:














La risposta corretta è la E
Nella reazione 3NO? + H?O ? 2HNO? + NO, se si formano 1,80 mol di NO, allora si formano anche 3,60 mol di HNO?. Questa affermazione è corretta perché la reazione chimica bilanciata indica che per ogni mole di NO prodotta, vengono formate due moli di HNO?. Dato che il rapporto stechiometrico tra NO e HNO? è di 1:2, la produzione di 1,80 mol di NO implica la formazione di 2 × 1,80 mol di HNO?, cioè 3,60 mol. Questo calcolo si basa sul principio di conservazione della massa e sul bilanciamento delle equazioni chimiche, che assicura che il numero di atomi di ciascun elemento sia lo stesso su entrambi i lati della reazione. Pertanto, il rapporto molare derivato dall'equazione bilanciata consente di determinare quantitativamente la quantità di prodotti formati.

9 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni descrive correttamente il glicogeno umano?

1. E' un polimero del glucosio. 2. E' un ormone prodotto dal pancreas. 3. Può essere accumulato come fonte di energia in cellule epatiche e muscolari.














La risposta corretta e' la '

Solo 1 e 3

'.


10 di 62 Domande

Michele ha nel suo cassetto complessivamente 10 paia di calze, alcune a righe, altre a pois o a scacchi. Scegliendo a caso un paio di calze dal cassetto, la probabilità che trovi un paio di calze a righe è 0.4 e la probabilitàche trovi un paio di calze a pois è doppia di quella che trovi un paio di calze a scacchi. Qual è la probabilità che estraendo un paio di calze dal cassetto Michele trovi quelle a scacchi?














La risposta corretta è la C
La situazione descrive un’estrazione casuale tra eventi mutuamente esclusivi: calze a righe, a pois o a scacchi. In questo contesto, la probabilità è la proporzione di casi favorevoli sul totale degli esiti equiprobabili e le probabilità delle tre categorie devono sommare a 1. È dato che la probabilità di estrarre un paio a righe è 0,4. Indichiamo con x la probabilità di estrarre un paio a scacchi; allora, per ipotesi, la probabilità di estrarre un paio a pois è 2x. La somma delle probabilità deve soddisfare 0,4 + x + 2x = 1, da cui 3x = 0,6 e quindi x = 0,2. Pertanto, la probabilità di trovare un paio a scacchi è 0,2, ossia 1/5. La stessa conclusione si può visualizzare con i conteggi: su 10 paia totali, 0,4×10 = 4 paia sono a righe; se gli scacchi sono 0,2×10 = 2 paia, i pois sono il doppio, cioè 4 paia; 4+2+4 = 10, coerente con il vincolo totale. Questo semplice esercizio illustra la legge della somma delle probabilità per eventi disgiunti e il valore dei rapporti relativi: spesso è più agevole impostare un’incognita per le quantità in rapporto e poi normalizzare imponendo che la somma sia 1. Lo stesso ragionamento è cruciale in ambito clinico quando si ripartisce la probabilità pre-test tra diagnosi alternative mutuamente esclusive in un dato contesto (ad esempio sindromi con eziologie diverse) e si usa la legge della probabilità totale per aggiornare le stime dopo un test diagnostico. Comprendere che le probabilità sono proporzioni normalizzate aiuta a evitare errori comuni: i rapporti tra categorie fissano le frazioni relative, mentre il numero assoluto di “casi” serve solo a scalare i conteggi, non a cambiare le probabilità stimate, purché gli esiti restino equiprobabili.

11 di 62 Domande

In una soluzione satura di un sale poco solubile come BaSO4 si ha che:














La risposta corretta è la D
In una soluzione satura di un sale poco solubile come BaSO? si ha che il sale disciolto è tutto dissociato in ioni. In una soluzione satura, il sale poco solubile come il solfato di bario (BaSO?) raggiunge un equilibrio dinamico tra la fase solida del sale e gli ioni disciolti in soluzione. Anche se la solubilità del BaSO? è molto bassa, la quantità di sale che si dissolve è completamente dissociata in ioni bario (Ba²?) e ioni solfato (SO?²?). Questo avviene perché, nella soluzione, tutte le unità di sale che si sono disciolte si separano nei loro ioni costituenti. L'equilibrio di solubilità è descritto dal prodotto di solubilità (Ksp), che per BaSO? è molto basso, indicando che solo una piccola quantità di sale si dissolve, ma quella piccola quantità è completamente dissociata. Questo fenomeno è comune per i sali poco solubili, dove la dissociazione è completa per la porzione che effettivamente si scioglie, mantenendo l'equilibrio tra il solido non disciolto e gli ioni in soluzione.

12 di 62 Domande

Dato un cubo di volume Vc ed una sfera di volume Vs (diametro sfera = lato del cubo), calcolare il rapporto (Vc-Vs)/Vc:














La risposta corretta è la E
La domanda chiede di calcolare il rapporto (Vc-Vs)/Vc, dove Vc è il volume di un cubo e Vs il volume di una sfera con diametro uguale al lato del cubo, e la risposta corretta è 1-?/6. Per risolvere il problema, dobbiamo prima calcolare il volume del cubo, che è dato da Vc = l³, dove l è il lato del cubo. Poiché il diametro della sfera è uguale al lato del cubo, il raggio della sfera sarà r = l/2. Il volume della sfera è quindi Vs = (4/3)?(r³) = (4/3)?(l/2)³ = (?l³)/6. Ora possiamo calcolare il rapporto richiesto: (Vc-Vs)/Vc = (l³ - (?l³)/6)/l³ = 1 - (?/6). Questo risultato mostra che la differenza tra il volume del cubo e quello della sfera, divisa per il volume del cubo, è esattamente 1 - ?/6, confermando l'accuratezza della risposta fornita.

13 di 62 Domande

Le cellule rappresentate in figura sono definite:

product image













La risposta corretta è la B
Le cellule rappresentate in figura sono definite osteociti. Gli osteociti sono le cellule mature del tessuto osseo, derivano da osteoblasti rimasti intrappolati nella matrice e risiedono in lacune tra le lamelle; si distinguono per il corpo cellulare piccolo e numerosi prolungamenti che decorrono nei canalicoli, attraverso cui comunicano con altre cellule tramite giunzioni gap, mantenendo l’omeostasi della matrice e fungendo da meccanosensori. La presenza di lacune con sottili canalicoli che connettono le cellule è tipica degli osteociti e permette il trasporto di nutrienti e segnali. A differenza degli osteoblasti (posti sulla superficie ossea, cuboidali e secernenti matrice) e degli osteoclasti (grandi, multinucleati, riassorbenti in lacune di Howship), gli osteociti non producono attivamente nuova matrice ma ne curano il mantenimento e regolano il rimodellamento osseo modulando l’attività delle altre linee cellulari.

14 di 62 Domande

Il crossing-over:














La risposta corretta e' la '

Favorisce il riassortimento del corredo genetico

'.


15 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


16 di 62 Domande

Gli esoni sono














La risposta corretta e' la '

Sequenze codificanti di un gene

'.


17 di 62 Domande

La variabilità all’interno di una specie che si riproduce per via sessuale può essere ricondotta a tutti i processi elencati ad eccezione di 














La risposta corretta e' la '

Selezione naturale 

'.


18 di 62 Domande

Se 0,3 moli di CO2 occupano un volume pari a 6,72 litri, che volume occupa lo stesso numero di moli di NO nelle stesse condizioni di temperatura e pressione? 














La risposta corretta è la D
Se 0,3 moli di CO2 occupano un volume pari a 6,72 litri, che volume occupa lo stesso numero di moli di NO nelle stesse condizioni di temperatura e pressione? La risposta corretta è 6.720 mL. La risposta si basa sul principio che, a parità di condizioni di temperatura e pressione, un numero uguale di moli di gas diversi occupa lo stesso volume, secondo la legge di Avogadro. In questo caso, entrambi i gas, CO2 e NO, sono considerati gas ideali e quindi seguono questa legge. Poiché 0,3 moli di CO2 occupano 6,72 litri, lo stesso volume sarà occupato da 0,3 moli di NO. Convertendo il volume da litri a millilitri, si ottiene 6,72 litri × 1000 mL/litro = 6.720 mL. Pertanto, il volume occupato da 0,3 moli di NO nelle stesse condizioni sarà anch'esso di 6.720 mL.

19 di 62 Domande

Quanti grammi di NaOH (40 u.m.a.) bisogna sciogliere in 200 ml di acqua per preparare una
soluzione 0,1 M? 














La risposta corretta e' la '

 0,8 g

'.


20 di 62 Domande

Qual è la formula bruta del cicloesano? 














La risposta corretta è la B
La formula bruta del cicloesano è C?H??. Il cicloesano è un cicloalcano, un tipo di idrocarburo saturo che forma una struttura ad anello chiusa. Gli alcani ciclici seguono la formula generale C?H??, dove n rappresenta il numero di atomi di carbonio nell'anello. Nel caso del cicloesano, n è uguale a 6, quindi la formula diventa C?H??. Questa formula riflette il fatto che, nonostante il cicloesano abbia lo stesso numero di atomi di carbonio di un esano lineare (C?H??), la chiusura dell'anello elimina due idrogeni, portando alla formula C?H??. Questo è dovuto alla necessità di formare legami sigma tra gli atomi di carbonio per chiudere l'anello, riducendo il numero di idrogeni rispetto agli alcani lineari.

21 di 62 Domande

Alcuni batteri possono vivere in sorgenti a temperature molto elevate in quanto: 














La risposta corretta e' la '

 I loro enzimi agiscono anche a temperature molto elevate 

'.


22 di 62 Domande

Qual è il numero di massa di un atomo formato da 11 protoni, 11 elettroni e 12 neutroni?














La risposta corretta è la C
Il numero di massa di un atomo formato da 11 protoni, 11 elettroni e 12 neutroni è 23. Il numero di massa di un atomo è determinato dalla somma dei protoni e dei neutroni presenti nel nucleo, poiché gli elettroni hanno una massa trascurabile rispetto a protoni e neutroni. In questo caso, l'atomo ha 11 protoni e 12 neutroni, quindi la somma di questi due componenti nucleari è 11 + 12, che dà un numero di massa totale di 23. Gli elettroni, essendo particelle con carica negativa che orbitano attorno al nucleo, non influenzano il numero di massa, il quale riflette la massa complessiva del nucleo stesso. Pertanto, il numero di massa è correttamente calcolato come 23, confermando la risposta fornita.

23 di 62 Domande

 Qual è la configurazione elettronica esterna del Calcio?














La risposta corretta è la C
La configurazione elettronica esterna del Calcio è 4s². Il Calcio, con numero atomico 20, è un elemento del gruppo 2 della tavola periodica, noto come metalli alcalino-terrosi. La configurazione elettronica completa del Calcio è 1s² 2s² 2p? 3s² 3p? 4s², ma la configurazione elettronica esterna si riferisce solo agli elettroni nel livello energetico più esterno, che nel caso del Calcio è il quarto livello energetico. Gli elettroni di valenza, cioè quelli nel livello più esterno, determinano le proprietà chimiche dell'elemento. Nel caso del Calcio, i due elettroni nel sottolivello 4s sono quelli coinvolti nelle reazioni chimiche e nella formazione di legami. Questa configurazione è tipica degli elementi del gruppo 2, che tendono a perdere due elettroni per raggiungere una configurazione elettronica stabile simile a quella dei gas nobili, in questo caso l'argon.

24 di 62 Domande

 SI COMPLETI CORRETTAMENTE il seguente ragionamento ipotetico:
 “Se non si ferma è perduto; ma si ferma dunque ........................”














La risposta corretta è la A
La risposta corretta al ragionamento ipotetico "Se non si ferma è perduto; ma si ferma dunque..." è "Non è perduto". Questa risposta è corretta perché si basa sulla logica del condizionale contrapposto, un principio fondamentale della logica proposizionale. Il ragionamento originale afferma che l'evento "non si ferma" implica l'evento "è perduto". Pertanto, se si verifica il contrario della premessa, ovvero "si ferma", allora deve verificarsi il contrario della conclusione originale, cioè "non è perduto". Questo tipo di ragionamento si chiama modus tollens, che è una forma di inferenza logica in cui si deduce la falsità di una proposizione dalla falsità della sua conseguenza. In altre parole, se "A implica B" è vero, allora "non B implica non A" è altrettanto vero, rendendo la risposta "Non è perduto" logicamente coerente e corretta.

25 di 62 Domande

Un geranio produce CO2 come risultato del processo di: 














La risposta corretta e' la '

Respirazione 

'.


26 di 62 Domande

Data una lente sottile convergente (Fig. M) immersa in aria (essendo l’indice di rifrazione del materiale della lente maggiore di quello dell’aria), affinchè si formi un’immagine virtuale  dove deve essere posto il punto oggetto?














La risposta corretta è la A
Data una lente sottile convergente immersa in aria, affinché si formi un’immagine virtuale, il punto oggetto deve essere posto nello spazio oggetti, ad una distanza p dal centro ottico della lente minore della distanza focale della lente. Questa situazione è spiegata dai principi dell'ottica geometrica: una lente convergente ha la capacità di deviare i raggi di luce parallelamente al suo asse ottico verso un punto focale. Quando un oggetto è posizionato a una distanza inferiore alla lunghezza focale della lente, i raggi di luce emergenti dalla lente divergono, il che implica che l'immagine non si forma sulla stessa parte della lente rispetto all'oggetto. In questi casi, l'immagine risultante è virtuale, diritta e ingrandita, e sembra provenire da un punto sullo stesso lato dell'oggetto. Questo comportamento è descritto dall'equazione delle lenti, 1/f = 1/p + 1/q, dove f è la lunghezza focale, p è la distanza dell'oggetto e q è la distanza dell'immagine; per un'immagine virtuale, q assume un valore negativo, indicando che l'immagine si trova dalla stessa parte dell'oggetto rispetto alla lente.

27 di 62 Domande

Un corpo di massa m, posto nel vuoto ad un'altezza h dal suolo, inizia a cadere e raggiunge il suolo con un energia cinetica pari a:














La risposta corretta è la C
Un corpo di massa m, posto nel vuoto ad un'altezza h dal suolo, inizia a cadere e raggiunge il suolo con un'energia cinetica pari a E=mgh. Questa risposta è corretta perché, in assenza di forze dissipative come l'attrito dell'aria, l'energia potenziale gravitazionale iniziale del corpo viene completamente convertita in energia cinetica al momento dell'impatto con il suolo. L'energia potenziale gravitazionale di un corpo di massa m ad un'altezza h è data dalla formula E_p = mgh, dove g rappresenta l'accelerazione di gravità. Quando il corpo cade, questa energia potenziale si trasforma in energia cinetica, che è espressa dalla formula E_k = 1/2 mv². Poiché non ci sono perdite di energia nel sistema, l'energia potenziale iniziale è uguale all'energia cinetica finale, confermando che E_k = mgh al momento dell'impatto con il suolo.

28 di 62 Domande

Tre palline metalliche A, B e C uguali tra loro sono montate su supporti isolanti. La pallina A possiede carica + q mentre B e C sono scariche. A viene portata a contatto con B e poi, separatamente, con C. Alla fine la carica su A sarà: 














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale sarà la carica finale sulla pallina A dopo essere stata portata a contatto con le palline B e C, e la risposta corretta è +q/4. Quando la pallina A, inizialmente con carica +q, viene portata a contatto con la pallina B, che è scarica, la carica totale si distribuisce uniformemente tra le due palline, poiché sono identiche. Di conseguenza, entrambe avranno una carica di +q/2. Successivamente, quando la pallina A viene portata a contatto con la pallina C, anch'essa inizialmente scarica, la carica totale di +q/2 si ridistribuisce nuovamente tra A e C. Poiché le palline sono uguali, la carica si divide equamente, lasciando A con una carica finale di +q/4. Questo processo di ridistribuzione della carica si basa sul principio che la carica si distribuisce uniformemente tra conduttori identici a contatto, fino a raggiungere l'equilibrio elettrostatico.

29 di 62 Domande

Nella specie umana l'allele T che dà sensibilità alla feniltiocarbamide (una sostanza di sapore amaro) è dominante sull'allele t che dà insensibilità. Un uomo sensibile sposa una donna non sensibile; hanno un figlio sensibile. Da tali dati si può dedurre con sicurezza:














La risposta corretta è la C
Nella specie umana l’allele T per la sensibilità alla feniltiocarbamide è dominante su t; un uomo sensibile sposa una donna non sensibile e hanno un figlio sensibile: il genotipo del figlio è Tt. Poiché la donna è non sensibile deve essere tt e trasmette necessariamente l’allele t a ogni figlio; un figlio sensibile deve quindi possedere almeno un allele dominante T, che in questo caso può provenire solo dal padre, risultando Tt. Il genotipo TT del figlio è impossibile perché la madre non può fornire T. Il genotipo del padre non è deducibile con certezza: potrebbe essere TT (tutti i figli Tt) oppure Tt (50% Tt, 50% tt), ma in entrambi i casi qualsiasi figlio sensibile con madre tt è necessariamente Tt.

30 di 62 Domande

"I carboidrati in quanto tali non sono essenziali nella dieta umana, ma, poiché i cibi ricchi di carboidrati sono abbondanti e poco costosi in confronto ai grassi e alle proteine, essi formano una parte molto importante nella dieta della maggior parte della popolazione mondiale, i circa quattro quinti della quale si nutre principalmente di cibo vegetale. Per questa parte della popolazione, i carboidrati forniscono dal 70 al 90 per cento della immissione totale di calorie".
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

E' indispensabile assumere, nell'alimentazione, almeno il 70 per cento di carboidrati

'.


31 di 62 Domande

Il seguente albero genealogico riguarda la trasmissione di una malattia a carattere non dominante legata al sesso. Si può sicuramente dedurre che:

product image













La risposta corretta è la A
Il seguente albero genealogico riguarda la trasmissione di una malattia a carattere non dominante legata al sesso: la donna 5 di F2 è eterozigote per il carattere considerato. Trattandosi di carattere recessivo legato all’X, i maschi affetti sono X^aY e le femmine eterozigoti X^AX^a risultano fenotipicamente sane ma portatrici; i maschi ereditano l’unico cromosoma X dalla madre, quindi la comparsa di figli maschi affetti da una madre sana impone che la madre trasmetta l’allele mutato X^a, cioè che sia eterozigote. Inoltre, se nel pedigree il padre della donna 5 è affetto (X^aY), tutte le sue figlie ricevono il cromosoma X^a paterno e, se non manifestano la malattia, devono avere sull’altro X l’allele normale, risultando necessariamente X^AX^a. In entrambi i casi, l’osservazione è compatibile univocamente con lo stato di portatrice eterozigote della donna 5 in F2.

32 di 62 Domande

√(x2), intesa come radice aritmetica, è uguale a:














La risposta corretta è la D
La radice aritmetica di x² è uguale a |x|. Questa affermazione è corretta perché la radice aritmetica di un numero è sempre non negativa, e la radice quadrata di x² rappresenta il valore assoluto di x. Quando si calcola la radice quadrata di un quadrato, si ottiene il valore non negativo che, elevato al quadrato, restituisce il numero originale. Questo significa che per qualsiasi numero reale x, la radice quadrata di x² è |x| poiché il valore assoluto di x è definito come x se x è maggiore o uguale a zero, e -x se x è minore di zero. Questa definizione garantisce che il risultato sia sempre non negativo, in linea con la proprietà della radice aritmetica.

33 di 62 Domande

 Un semicerchio e un quadrato hanno la stessa area. Determinare il rapporto tra il lato del quadrato ed il raggio del semicerchio. 














La risposta corretta è la A
Un semicerchio e un quadrato hanno la stessa area; determinare il rapporto tra il lato del quadrato ed il raggio del semicerchio; la risposta corretta è √π/√2. Per trovare il rapporto tra il lato del quadrato e il raggio del semicerchio, iniziamo con le aree: l'area del quadrato è \(l^2\), dove \(l\) è il lato, e l'area del semicerchio è \(\frac{1}{2}\pi r^2\), dove \(r\) è il raggio. Poiché le aree sono uguali, abbiamo \(l^2 = \frac{1}{2}\pi r^2\). Risolvendo per \(l\) in termini di \(r\), otteniamo \(l = \sqrt{\frac{\pi}{2}} \cdot r\). Il rapporto tra il lato del quadrato e il raggio del semicerchio è quindi \(\frac{l}{r} = \sqrt{\frac{\pi}{2}}\), che si può riscrivere come \(\frac{\sqrt{\pi}}{\sqrt{2}}\), confermando che la risposta fornita è corretta.

34 di 62 Domande

Data la funzione y = sen x ristretta all'intervallo [-(π/2);(π/2)]














La risposta corretta è la B
Data la funzione y = sen x ristretta all'intervallo [-(π/2);(π/2)], la risposta corretta è x = arcsen y. La funzione seno, quando ristretta all'intervallo [-(π/2);(π/2)], è una funzione biunivoca, il che significa che è sia iniettiva che suriettiva su questo intervallo. Questo permette di definire una funzione inversa, nota come arcseno, che prende un valore y nel range [-1, 1] e restituisce l'angolo x per il quale sen x = y. Poiché la funzione seno è strettamente crescente nell'intervallo specificato, ogni valore di y ha un unico corrispondente valore di x, garantendo così l'esistenza e l'unicità della funzione inversa. Di conseguenza, per y = sen x con x nell'intervallo [-(π/2);(π/2)], l'inversa è x = arcsen y, confermando la correttezza della risposta.

35 di 62 Domande

La replicazione del DNA nucleare in una cellula eucariote si verifica:  














La risposta corretta e' la '

Prima di ciascuna mitosi o meiosi  

'.


36 di 62 Domande

Sapendo che il peso molecolare dell'acido acetico è 60 e quello dell'acido cloridrico è 36, per preparare due soluzioni dello stesso volume e di uguale molarità si debbono sciogliere rispettivamente:  














La risposta corretta è la A
Per preparare due soluzioni dello stesso volume e di uguale molarità, si devono sciogliere rispettivamente 60·10?² g di acido acetico e 36·10?² g di acido cloridrico. La risposta è corretta perché la molarità di una soluzione è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione. Poiché il peso molecolare dell'acido acetico è 60 g/mol e quello dell'acido cloridrico è 36 g/mol, per ottenere una soluzione con la stessa molarità, è necessario sciogliere quantità di soluto che corrispondano al loro peso molecolare, in modo che il numero di moli sia lo stesso. In questo caso, per ottenere una soluzione 1 M di entrambi gli acidi, si devono sciogliere 60 g di acido acetico e 36 g di acido cloridrico in un litro di soluzione. Tuttavia, poiché si parla di quantità in grammi e non di molarità, per una soluzione di 0.01 M, si devono sciogliere rispettivamente 60·10?² g di acido acetico e 36·10?² g di acido cloridrico, mantenendo così la stessa molarità per lo stesso volume di soluzione.

37 di 62 Domande

Nelle prime fasi della ricerca scientifica l'impegno principale risiede nel descrivere i fenomeni osservati e nel classificarli a seconda delle loro caratteristiche.
Successivamente le misure (quantificazioni) sostituiscono le descrizioni qualitative. In una fase ancora successiva, i dati quantitativi possono essere descritti da alcune concise affermazioni (o equazioni matematiche) chiamate leggi. Ế possibile, talvolta, costruire una teoria che spiega più leggi tra loro differenti mediante pochi principi generali. Esempi di teorie o principi generali unificanti sono, in biologia, la teoria dell'evoluzione, ed in chimica la teoria atomica e molecolare della materia. Teorie e leggi sono spesso soggette a modifiche più o meno rilevanti man mano che vengono
eseguiti nuovi esperimenti e fatte nuove osservazioni. Ad esempio, la teoria della gravitazione di Newton fu modificata dalle teorie di Einstein, che, a loro volta, possono essere oggetto di perfezionamenti e modifiche". 
Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano di cui sopra: 














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale affermazione può essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è: "È possibile enunciare una legge mediante un'equazione matematica." La spiegazione del perché questa risposta sia corretta risiede nel fatto che il testo descrive il processo di sviluppo della ricerca scientifica, che inizia con l'osservazione e classificazione dei fenomeni, progredisce attraverso la quantificazione delle osservazioni e culmina nella formulazione di leggi che possono essere espresse in modo conciso attraverso equazioni matematiche. Questo processo di astrazione e sintesi è fondamentale nella scienza per descrivere i fenomeni naturali in modo preciso e predittivo. Le equazioni matematiche permettono di rappresentare le leggi fisiche in una forma che è sia universale sia facilmente manipolabile per ulteriori analisi e previsioni. L'esempio della modifica della teoria della gravitazione di Newton da parte di Einstein, menzionato nel testo, illustra come le leggi scientifiche siano soggette a revisione e perfezionamento, ma sempre attraverso l'uso di un linguaggio matematico che ne consente l'applicazione e la verifica.

38 di 62 Domande

Un corpo ha una certa massa M. Se viene portato sulla Luna, la sua massa:














La risposta corretta è la E
Un corpo ha una certa massa M. Se viene portato sulla Luna, la sua massa non varia. La massa di un corpo è una misura della quantità di materia che esso contiene ed è una proprietà intrinseca che non dipende dalla posizione del corpo nello spazio. Pertanto, indipendentemente dal luogo in cui si trova, sia esso la Terra, la Luna o qualsiasi altro corpo celeste, la massa rimane costante. Ciò che cambia quando un corpo viene portato sulla Luna è il suo peso, non la sua massa. Il peso è la forza con cui un corpo viene attratto verso il centro di un pianeta o satellite ed è calcolato come il prodotto della massa del corpo per l'accelerazione di gravità del luogo in cui si trova. Poiché la gravità lunare è circa un sesto di quella terrestre, un corpo peserà meno sulla Luna, ma la sua massa resterà invariata.

39 di 62 Domande

Miscelando 100 ml di una soluzione di NaOH 1M con 100 ml di una soluzione di HCl 1M si ottiene














La risposta corretta è la A
Miscelando 100 ml di una soluzione di NaOH 1 M con 100 ml di una soluzione di HCl 1 M si ottiene una soluzione salina a pH neutro. NaOH e HCl sono acido e base forti completamente dissociati; mescolando volumi uguali a stessa molarità si hanno 0,10 mol di H+ e 0,10 mol di OH? che reagiscono quantitativamente secondo H+ + OH? ? H2O, senza eccessi. Restano in soluzione solo gli ioni spettatori Na+ e Cl?, ossia NaCl disciolto (0,10 mol in 0,200 L ? 0,50 M). Poiché si tratta del sale di acido forte e base forte, non avviene idrolisi: l’acqua mantiene [H+] = [OH?] e quindi pH = 7 a 25 °C. Eventuali lievi scostamenti per effetti di attività si trascurano nel modello ideale tipico di questi esercizi.

40 di 62 Domande

Quale tra i seguenti organi ha il rivestimento interno costituito da un epitelio di transizione?














La risposta corretta e' la '

Vescica.

'.


41 di 62 Domande

Se una tossina batterica distrugge i ribosomi, quale attività cellulare sarà influenzata per prima?














La risposta corretta e' la '

Sintesi proteica.

'.


42 di 62 Domande

Il propene è ?














La risposta corretta è la B
Il propene è un idrocarburo insaturo. Il propene, con formula chimica C?H?, è un alchene, il che significa che è un idrocarburo contenente un doppio legame carbonio-carbonio, caratteristica che lo rende insaturo. Gli idrocarburi insaturi, come il propene, non contengono il massimo numero possibile di atomi di idrogeno, a differenza degli alcani che sono saturi. La presenza del doppio legame conferisce al propene reattività chimica superiore rispetto agli alcani, permettendo reazioni di addizione, dove il doppio legame può essere rotto per formare legami con altri atomi o gruppi di atomi. Questa caratteristica è fondamentale in molte reazioni chimiche e processi industriali, come la polimerizzazione per produrre polipropilene. Inoltre, il doppio legame nel propene determina una geometria planare attorno ai carboni coinvolti, influenzando le proprietà fisiche e chimiche della molecola.

43 di 62 Domande

Un ossidante forte ha:














La risposta corretta è la B
Un ossidante forte ha una spiccata tendenza a ricevere elettroni. Questa affermazione è corretta perché un ossidante è una sostanza chimica che facilita l'ossidazione di un'altra sostanza accettando elettroni da essa. La forza di un ossidante è determinata dalla sua capacità di attrarre e accettare elettroni, il che è solitamente indicato da un alto potenziale di riduzione standard. Un potenziale di riduzione elevato significa che la specie chimica ha una grande affinità per gli elettroni e si riduce facilmente, sottraendo elettroni ad altre specie chimiche che, di conseguenza, vengono ossidate. Questo comportamento è fondamentale nei processi redox, dove l'ossidante subisce una riduzione mentre l'altra specie subisce un'ossidazione. Esempi di ossidanti forti includono il permanganato di potassio (KMnO?) e il dicromato di potassio (K?Cr?O?), che sono comunemente usati in laboratorio per ossidare altre sostanze.

44 di 62 Domande

A quante moli corrispondono 252 g di HNO3?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede: "A quante moli corrispondono 252 g di HNO??" e la risposta corretta è 4. Per determinare il numero di moli presenti in 252 g di acido nitrico (HNO?), è necessario conoscere la massa molare della sostanza. La massa molare di HNO? è la somma delle masse atomiche dei suoi componenti: idrogeno (H) con massa atomica di circa 1 g/mol, azoto (N) con massa atomica di circa 14 g/mol e ossigeno (O) con massa atomica di circa 16 g/mol. Quindi, la massa molare di HNO? è 1 + 14 + (16 × 3) = 63 g/mol. Dividendo la massa totale di HNO? data, 252 g, per la sua massa molare, 63 g/mol, si ottiene il numero di moli: 252 g ÷ 63 g/mol = 4 moli. Pertanto, 252 g di HNO? corrispondono a 4 moli.

45 di 62 Domande

Quale delle seguenti caratteristiche può essere attribuita ad un atomo di Xeno?














La risposta corretta è la C
Quale delle seguenti caratteristiche può essere attribuita ad un atomo di Xeno? È un gas presente in piccola percentuale nell'atmosfera. Lo xeno (Xe) è un gas nobile monoatomico, incolore e inodore, che nell’atmosfera terrestre è presente solo in tracce (circa 0,087 ppm v/v), perciò la sua abbondanza è estremamente bassa. Viene ottenuto principalmente per distillazione frazionata dell’aria, proprio perché è disperso in quantità minime. La sua configurazione elettronica ([Kr]4d10 5s2 5p6) comporta un guscio di valenza completo, rendendolo poco reattivo e stabile come specie atomica sotto condizioni standard. Questa natura di gas nobile “raro” spiega perché sia corretto descriverlo come presente in piccola percentuale nell’atmosfera.

46 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


47 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riferite alla respirazione cellulare e alla fotosintesi che avvengono nelle cellule eucariotiche NON è corretta?














La risposta corretta è la E
L’affermazione è errata perché nella respirazione cellulare il principale trasportatore di elettroni è il NADH, mentre nella fotosintesi è il NADPH. Nelle cellule eucariotiche, la respirazione avviene nei mitocondri: NADH e FADH2, prodotti da glicolisi, decarbossilazione del piruvato e ciclo di Krebs, cedono elettroni alla catena respiratoria (complessi I–IV). Il flusso elettronico verso l’ossigeno, accettore finale, è accoppiato al pompaggio di protoni dalla matrice allo spazio intermembrana, creando una forza proton-motrice che alimenta l’ATP-sintasi mitocondriale per generare ATP nella matrice. Qui il NADH è centrale: si ossida a NAD+ al complesso I e sostiene la fosforilazione ossidativa. Nelle cellule vegetali e algali, la fotosintesi avviene nei cloroplasti. Nelle reazioni luminose, l’acqua è la sorgente di elettroni: la sua scissione a livello di PSII libera O2 e protoni nel lume tilacoidale. Gli elettroni scorrono attraverso plastochinone, complesso citocromo b6f e plastocianina verso PSI; la ferredossina li convoglia alla ferredossina–NADP+ reduttasi, che riduce NADP+ a NADPH. In parallelo, il gradiente protonico nel lume guida l’ATP-sintasi cloroplastica a formare ATP nello stroma. Il potere riducente fornito è quindi NADPH, utilizzato nel ciclo di Calvin per fissare la CO2; il NADH non è il cofattore principale in questo contesto. Respirazione e fotosintesi condividono il principio chemiosmotico e ATP-sintasi omologhe, ma differiscono per il donatore/accettore finale di elettroni e per i trasportatori: nella respirazione gli elettroni partono da NADH/FADH2 e terminano su O2; nella fotosintesi partono dall’acqua e terminano su NADP+, generando NADPH. Anche i chinoni differiscono (ubichinone nei mitocondri, plastochinone nei tilacoidi), a testimonianza di vie specializzate. Sul piano clinico, riconoscere questi circuiti aiuta a comprendere gli effetti di inibitori della catena respiratoria (cianuro, monossido di carbonio, rotenone) che bloccano l’uso del NADH e precipitano crisi bioenergetiche, alla base di encefalopatie mitocondriali o di avvelenamenti acuti. Nella pratica, la distinzione NADH (respirazione) vs NADPH (fotosintesi e biosintesi riduttive) è il punto chiave per individuare la risposta non corretta.

48 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni NON è corretta?














La risposta corretta è la E
L’affermazione è falsa perché i principali costituenti lipidici delle membrane cellulari sono i fosfolipidi e il colesterolo, non i glicolipidi. Nelle membrane eucariotiche il contenuto in massa è approssimativamente diviso tra lipidi e proteine; tra i lipidi, i fosfolipidi (es. fosfatidilcolina, fosfatidiletanolammina, fosfatidilserina e sfingomielina) rappresentano la quota maggiore, mentre il colesterolo contribuisce in modo sostanziale alla fluidità e stabilità del doppio strato. I glicolipidi costituiscono invece una frazione minoritaria del totale dei lipidi di membrana, tipicamente pochi punti percentuali, e sono concentrati quasi esclusivamente nel foglietto esterno. I glicolipidi sono lipidi coniugati con catene oligosaccaridiche (glicosfingolipidi come cerebrosidi e gangliosidi). Pur essendo quantitativamente minoritari, hanno ruoli biologici rilevanti: contribuiscono alla formazione del glicocalice, mediano il riconoscimento cellula-cellula, fungono da recettori per ligandi e tossine e modulano microdomini di membrana. La loro distribuzione asimmetrica è funzionale; ad esempio, i gangliosidi della superficie neuronale partecipano alla plasticità sinaptica e possono essere bersaglio di autoanticorpi in alcune neuropatie. Il collegamento clinico è significativo. Nei difetti lisosomiali di degradazione dei glicosfingolipidi si osserva accumulo patologico con danno d’organo: nella malattia di Tay-Sachs accumula GM2 per deficit di esoaminidasi A; nel morbo di Gaucher accumula glucocerebroside per deficit di glucocerebrosidasi; in Krabbe accumula galattocerebroside per deficit di galattocerebrosidasi. Inoltre, alcuni agenti patogeni sfruttano glicolipidi come co-recettori (p. es. la tossina colerica si lega al ganglioside GM1). Anche gli antigeni dei gruppi sanguigni sono esposti sul glicocalice e possono essere presenti su glicolipidi oltre che su glicoproteine, a sottolineare la loro funzione di segnalazione più che strutturale. In sintesi, sebbene cruciali per funzioni specifiche, i glicolipidi non sono i principali costituenti della membrana: la struttura di base è il doppio strato fosfolipidico modulato dal colesterolo e integrato da proteine di membrana, con i glicolipidi a costituire una componente quantitativamente minore ma funzionalmente importante.

49 di 62 Domande

Quale agente disaccoppiante è stato storicamente utilizzato come farmaco per la perdita di peso, ma è ora vietato a causa dei suoi gravi effetti collaterali?














La risposta corretta è la A
Quale agente disaccoppiante è stato storicamente utilizzato come farmaco per la perdita di peso, ma è ora vietato a causa dei suoi gravi effetti collaterali? DNP (2,4-dinitrofenolo). Il DNP è un protonoforo che disaccoppia la fosforilazione ossidativa dissipando il gradiente protonico nella membrana mitocondriale interna, aumentando il consumo di ossigeno e la termogenesi mentre riduce la sintesi di ATP. Questo provoca un marcato incremento del metabolismo basale e quindi perdita di peso, ma l’energia viene liberata come calore con rischio elevato di ipertermia fulminante. La finestra terapeutica è estremamente stretta e la risposta individuale è imprevedibile, con possibilità di acidosi metabolica, aritmie, rabdomiolisi, insufficienza multiorgano e morte. Storicamente impiegato negli anni ’30, è stato vietato dopo numerosi eventi avversi gravi e oggi è considerato una sostanza pericolosa senza uso medico sicuro.

50 di 62 Domande

In ciascun gamete di un essere umano si trovano:














La risposta corretta e' la ' 23 cromosomi '.


51 di 62 Domande

Nei gatti il gene per il colore arancio del pelo si trova sul cromosoma X ed è recessivo rispetto al suo allele che determina colore nero del pelo. Quindi i gatti bicolore nero/arancio saranno:














La risposta corretta è la A
Il colore arancione del mantello nei gatti è determinato da un locus sul cromosoma X che indirizza la produzione di feomelanina (arancione) invece dell’eumelanina (nero). Poiché questo gene è X?linked, il fenotipo bicolore nero/arancio (tartarugato o calico, se presente anche il bianco) nasce dall’eterozigosi in femmine XX: un cromosoma X porta l’allele per l’arancio e l’altro per il nero. Durante lo sviluppo embrionale avviene l’inattivazione casuale di uno dei due cromosomi X (lyonizzazione) in ciascuna cellula; di conseguenza, cloni cellulari diversi esprimono alternativamente il cromosoma X con l’allele arancio o quello con l’allele nero, generando un mosaico di chiazze arancioni e nere visibile nel mantello. Nei maschi XY, invece, è presente un solo cromosoma X: possono esprimere o arancione o nero, ma non entrambi, perché manca l’eterozigosi necessaria alla formazione del mosaico cromatico. Per questo, nella pratica, i gatti nero/arancio sono femmine. Le rare eccezioni riguardano maschi con anomalie cromosomiche (ad esempio XXY, analoghe alla sindrome di Klinefelter) o chimere; questi soggetti mostrano il bicolore ma spesso presentano infertilità e altre alterazioni riproduttive, e il quadro si conferma con analisi citogenetiche. In termini clinici e riproduttivi, riconoscere che il pattern nero/arancio suggerisce un sesso femminile è utile per indirizzare valutazioni (ad esempio sospettare aneuploidie in un maschio tartarugato con ipofertilità) e per comprendere la trasmissione ereditaria del mantello nelle cucciolate. Dettagli come la presenza di aree bianche dipendono da altri loci (p. es. S per lo spotting), ma non modificano il principio fondamentale: il bicolore nero/arancio richiede due cromosomi X con alleli diversi e la conseguente inattivazione a mosaico, condizione tipicamente femminile.

52 di 62 Domande

Quale struttura è responsabile del mantenimento della forma della cellula, del supporto meccanico e della facilitazione del movimento cellulare?














La risposta corretta è la A
La struttura che mantiene la forma della cellula, fornisce supporto meccanico e consente il movimento cellulare è il citoscheletro. Si tratta di una rete dinamica di filamenti proteici composta da microfilamenti di actina, microtubuli e filamenti intermedi. I microfilamenti di actina formano una “corteccia” submembranosa che stabilizza la forma cellulare, genera forza contrattile in collaborazione con la miosina e guida la migrazione cellulare attraverso lamellipodi e filopodi; sono essenziali anche per l’endocitosi, l’esocitosi e la citochinesi. I microtubuli, polimeri di tubulina che si organizzano dal centrosoma, conferiscono resistenza alla compressione, costituiscono il fuso mitotico per la segregazione cromosomica e fungono da “binari” per il trasporto intracellulare mediato dai motori kinesina e dineina; nelle ciglia e nei flagelli (architettura 9+2) permettono il battito ciliare e la motilità. I filamenti intermedi (per esempio cheratine, desmina, vimentina, neurofilamenti) forniscono resistenza alla trazione e ancorano organelli e giunzioni cellulari, contribuendo alla robustezza dei tessuti. La funzione del citoscheletro è intrinsecamente dinamica: polimerizzazione e depolimerizzazione regolano rapidamente la forma e la meccanica cellulare in risposta a segnali, mentre proteine accessorie (per esempio crosslinker e complessi di adesione) collegano i filamenti alla membrana plasmatica e alla matrice extracellulare, traducendo forze meccaniche in risposte biochimiche. Il rilievo clinico è ampio. Farmaci antimitotici come taxani e alcaloidi della vinca bersagliano i microtubuli per bloccare la mitosi, ma possono causare neuropatia interferendo con il trasporto assonale microtubulo-dipendente. Difetti delle braccia di dineina ciliare determinano discinesia ciliare primaria con infezioni respiratorie ricorrenti, infertilità e talvolta situs inversus. Mutazioni nelle cheratine provocano forme di epidermolisi bollosa simplex con fragilità cutanea; alterazioni di desmina sono associate a cardiomiopatie e miopatie. La distrofina, che collega l’actina al sarcolemma, quando assente o difettosa (distrofie di Duchenne/Becker) rende la fibra muscolare vulnerabile al danno meccanico. Nella sferocitosi ereditaria, difetti dello “scheletro di membrana” degli eritrociti (spettina, ankirina e proteine associate) compromettono l’elasticità cellulare, causando emolisi. In sintesi, il citoscheletro è il sistema integrato che conferisce architettura, resilienza meccanica e capacità di movimento alla cellula, oltre a orchestrare divisione, traffico intracellulare e interazioni tissutali, con implicazioni diagnostiche e terapeutiche rilevanti.

53 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


54 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


55 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


56 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


57 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


58 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


59 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


61 di 62 Domande

Una soluzione acquosa in cui la concentrazione di ione idrogeno è maggiore di quella dello ione ossidrile avrà un pH:














La risposta corretta è la A
Una soluzione acquosa in cui la concentrazione di ione idrogeno è maggiore di quella dello ione ossidrile avrà un pH acido. Il pH di una soluzione è una misura della concentrazione di ioni idrogeno (H?) presenti in essa. Quando la concentrazione di ioni idrogeno supera quella degli ioni ossidrile (OH?), la soluzione è definita acida e il suo pH sarà inferiore a 7. Questo avviene perché il pH è calcolato come il logaritmo negativo della concentrazione molare degli ioni idrogeno: pH = -log[H?]. Pertanto, un'elevata concentrazione di ioni H? porta a un valore di pH più basso. In una soluzione neutra, come l'acqua pura, la concentrazione di H? e OH? è uguale e il pH è 7. Se la concentrazione di H? è maggiore, il pH scende sotto 7, indicando un ambiente acido.

62 di 62 Domande

Quale tra i seguenti nomi può essere correttamente attribuito alla formula PbO2?














La risposta corretta e' la ' ossido piombico '.


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