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1 di 64 Domande

La densità di un liquido è 1,41 g/mL. Ciò significa che:














La risposta corretta è la A
La densità di un liquido è 1,41 g/mL, ciò significa che 20 mL pesano 28,2 g. La densità di un materiale è definita come la sua massa per unità di volume, espressa generalmente in grammi per millilitro (g/mL) per i liquidi. In questo caso, la densità di 1,41 g/mL indica che ogni millilitro di questo liquido ha una massa di 1,41 grammi. Per calcolare la massa di 20 mL di questo liquido, si moltiplica la densità per il volume: 1,41 g/mL × 20 mL = 28,2 g. Questo calcolo conferma che la massa totale di 20 mL di liquido è 28,2 grammi, rendendo la risposta corretta. La comprensione della densità è fondamentale in chimica e fisica per determinare come le sostanze si comportano in diversi contesti, come la galleggiabilità o il miscuglio con altri materiali.

2 di 64 Domande

La talassemia è una malattia dovuta alla presenza di un allele dominante. La condizione di omozigote determina una forma molto grave detta "talassemia maior"; la condizione eterozigote provoca una forma attenuata chiamata "talassemia minor". Un uomo con talassemia minor sposa una donna normale. Quale probabilità c'è che nascano dalla coppia figli affetti da talassemia minor?














La risposta corretta e' la '

50%

'.


3 di 64 Domande

Il grafico rappresenta l'allungamento in funzione del tempo di una catena polipeptidica sintetizzata in vitro con un sistema acellulare.L'allungamento della catena (velocità) è misurato in nanometri/sec. L'intervallo di tempo in cui l'allungamento della catena avviene con la massima velocità è:

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La risposta corretta e' la '

Tra il terzo e il quarto sec

'.


4 di 64 Domande

Il cardias è:














La risposta corretta e' la '

uno sfintere dello stomaco

'.


5 di 64 Domande

Tutti gli acidi nucleici:














La risposta corretta e' la '

sono polimeri di nucleotidi

'.


6 di 64 Domande

Il prefisso milli, indicato con la lettera m, (ad esempio 2,2 mg) indica che l’unità di misura che segue la m (nell’esempio il grammo) deve essere moltiplicata per:














La risposta corretta è la C
Il prefisso milli, indicato con la lettera m, (ad esempio 2,2 mg) indica che l’unità di misura che segue la m (nell’esempio il grammo) deve essere moltiplicata per 10?³. Questo perché il prefisso "milli" è uno dei prefissi del Sistema Internazionale di unità di misura e rappresenta un fattore di scala di 10?³, ovvero un millesimo dell'unità di base. Quando si utilizza il prefisso "milli" davanti a un'unità di misura, come nel caso del milligrammo (mg), si intende che il valore è espresso in millesimi di grammo. Pertanto, 1 mg equivale a 0,001 grammi. Questo sistema di prefissi è stato adottato per facilitare la rappresentazione di quantità molto grandi o molto piccole in modo più semplice e comprensibile, evitando l'uso di numeri decimali troppo lunghi o complessi.

7 di 64 Domande

L'espressione (0,025x103)x(4x10208):(1010) corrisponde a














La risposta corretta è la B
L'espressione (0,025x10³)x(4x10²??):(10¹?) corrisponde a 10²??. Per risolvere questa espressione, iniziamo semplificando i termini numerici: 0,025 può essere scritto come 2,5x10?². Quindi, l'espressione diventa (2,5x10?²x10³)x(4x10²??):(10¹?). Calcoliamo il primo prodotto: 2,5x10?²x10³ = 2,5x10¹. Ora, moltiplichiamo questo risultato per 4x10²??, ottenendo (2,5x4)x(10¹x10²??) = 10x10²?? = 10²¹?. Infine, dividiamo 10²¹? per 10¹?, sottraendo gli esponenti: 10²¹?:10¹? = 10²??. Pertanto, la risposta corretta è 10²??.

8 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 64 Domande

Con il termine "acqua dura" si indica:














La risposta corretta è la D
Con il termine "acqua dura" si indica acqua ricca di sali. L'acqua dura è caratterizzata da un'elevata concentrazione di minerali, in particolare sali di calcio e magnesio, che si sciolgono quando l'acqua passa attraverso rocce calcaree o gessose. Questi sali possono causare la formazione di incrostazioni nei tubi e negli elettrodomestici, riducendone l'efficienza e la durata nel tempo. Inoltre, l'acqua dura può interferire con l'efficacia dei detergenti, poiché i sali reagiscono con i tensioattivi, riducendo la formazione di schiuma. La durezza dell'acqua è misurata in gradi francesi (°f) o milligrammi di carbonato di calcio per litro (mg/L), ed è un parametro importante da considerare nel trattamento delle acque. Sebbene non rappresenti un rischio per la salute umana, la gestione dell'acqua dura è cruciale per il mantenimento delle infrastrutture idriche e per l'ottimizzazione delle prestazioni degli apparecchi domestici.

11 di 64 Domande

Determinare quale dei seguenti numeri non è un quadrato perfetto:














La risposta corretta è la B
La domanda chiede di determinare quale dei seguenti numeri non è un quadrato perfetto e la risposta corretta è 800. Un numero è un quadrato perfetto se può essere espresso come il quadrato di un numero intero. Per verificare se 800 è un quadrato perfetto, possiamo scomporlo in fattori primi: 800 = 2? × 5². Un numero è un quadrato perfetto se tutti i fattori primi nel suo scomponimento hanno esponenti pari. Nel caso di 800, l'esponente del fattore primo 2 è dispari (5), il che indica che 800 non può essere un quadrato perfetto. Al contrario, numeri come 4 (2²), 16 (2?) o 25 (5²) sono quadrati perfetti perché i loro fattori primi hanno esponenti pari. Pertanto, 800 non soddisfa questa condizione e non è un quadrato perfetto.

12 di 64 Domande

Quale/i delle seguenti affermazioni è/sono corretta/e riguardo ai nodi di Ranvier?

1) Permettono la conduzione saltatoria 2) Corrispondono a interruzioni della guaina mielinica 3) Sono sede del passaggio degli ioni Na+ attraverso la membrana cellulare durante la depolarizzazione














La risposta corretta e' la '

Tutte

'.


13 di 64 Domande

Nella dinamica dei fluidi ideali:














La risposta corretta è la D
Nella dinamica dei fluidi ideali, la viscosità è supposta nulla. Questa affermazione è corretta perché nei modelli di fluidi ideali si assume che il fluido non opponga resistenza allo scorrimento, caratteristica definita appunto dalla viscosità. La viscosità è una misura dell'attrito interno tra le particelle del fluido, e nel caso di un fluido ideale, questo attrito è considerato inesistente, permettendo al fluido di muoversi senza dissipazione di energia. Questa semplificazione consente di applicare le equazioni di Bernoulli e di Eulero, che descrivono il moto dei fluidi senza tener conto degli effetti dissipativi. L'assenza di viscosità implica che il fluido non generi vortici o turbolenze, facilitando lo studio teorico del comportamento del fluido in condizioni ideali. Tuttavia, è importante notare che nella realtà tutti i fluidi hanno una qualche forma di viscosità, sebbene in alcuni casi possa essere trascurabile per scopi pratici.

14 di 64 Domande

Sia f(x) = x2. Risulta f(x1) < f(x2) per ogni coppia di numeri reali x1 < x2 tali che:














La risposta corretta è la B
La domanda chiede se f(x1) < f(x2) per ogni coppia di numeri reali x1 < x2 tali che 0 < x1 < x2, e la risposta corretta è: "0 < x1 < x2". La funzione f(x) = x² è una funzione quadratica con un minimo globale in x = 0, il che implica che essa è strettamente crescente per x > 0. Quando si considerano due numeri reali x1 e x2 tali che 0 < x1 < x2, entrambi sono positivi e, dato che la funzione è crescente in questo intervallo, si ha che f(x1) < f(x2). Questo non sarebbe necessariamente vero se x1 e x2 includessero valori negativi, poiché la funzione è decrescente per x < 0. Pertanto, la condizione 0 < x1 < x2 garantisce che ci si trovi nella porzione crescente della parabola, assicurando che f(x1) sia sempre minore di f(x2).

15 di 64 Domande

La figura mostra due cromosomi omologhi in fase di crossing-over durante la meiosi di una cellula a corredo 2n = 2. Quale, delle 5 serie di cellule aploidi ottenute alla fine della meiosi, contiene i giusti cromosomi?

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La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale serie di cellule aploidi si ottiene a fine meiosi dopo crossing-over tra omologhi in una cellula 2n = 2: la risposta corretta è A (https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/03/A.jpg). In un bivalente con un singolo crossing-over tra cromatidi non fratelli si generano due cromatidi ricombinanti e due parentali; dopo meiosi I (separazione degli omologhi) e meiosi II (separazione delle cromatidi sorelle), in una specie 2n = 2 ogni gamete riceve una sola cromatide, producendo quattro aploidi: due con configurazione parentale e due con configurazione ricombinante. Lo scambio è reciproco e interessa solo i tratti distali al chiasma, mentre i centromeri e i segmenti prossimali restano associati all’omologo d’origine, evitando duplicazioni o delezioni. L’opzione A rappresenta correttamente questa combinazione 2:2 (parentali/ricombinanti) e la posizione degli scambi rispetto al centromero. Le alternative errate mostrano o quattro ricombinanti (richiederebbero doppi crossing-over), oppure scambi non reciproci/incoerenti con la segregazione, o assetti che violano la riduzione da 2n a n tipica della meiosi.

16 di 64 Domande

Con quali termini inglesi viene indicata tecnica narrativa consistente nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente?














La risposta corretta e' la '

Stream of consciousness.

'.


17 di 64 Domande

Lo ione superossido viene decomposto in vivo da parte di enzimi che lo trasformano secondo la seguente reazione:

2 • O2? + 2H+ ? O2 +H2O2

Quali sono i numeri di ossidazione degli atomi di ossigeno nelle tre specie: ione superossido, ossigeno molecolare, acqua ossigenata?














La risposta corretta e' la '

−0,5; 0;−1.

'.


18 di 64 Domande

I granulociti eosinofili sono














La risposta corretta e' la '

Leucociti.

'.


19 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


20 di 64 Domande

In quale dei seguenti composti è rispettata la regola dell’ottetto?














La risposta corretta è la E
In quale dei seguenti composti è rispettata la regola dell’ottetto? La risposta corretta è NF?. La regola dell'ottetto afferma che gli atomi tendono a formare legami in modo da avere otto elettroni nel loro livello energetico più esterno, raggiungendo così una configurazione elettronica simile a quella dei gas nobili. Nel composto NF?, l'azoto (N) ha cinque elettroni di valenza e condivide tre coppie di elettroni con tre atomi di fluoro (F), ciascuno dei quali contribuisce con un elettrone per formare legami covalenti. Questo permette all'azoto di avere otto elettroni nel suo guscio esterno, soddisfacendo la regola dell'ottetto. Allo stesso tempo, ciascun atomo di fluoro, che inizialmente ha sette elettroni di valenza, acquisisce un ottavo elettrone attraverso il legame con l'azoto, completando anch'esso il suo ottetto. Pertanto, in NF?, sia l'azoto che i fluori rispettano la regola dell'ottetto, il che rende il composto stabile dal punto di vista elettronico.

21 di 64 Domande

 Quali sono i valori da attribuire ai coefficienti a, b, c per bilanciare correttamente la seguente reazione chimica
aNH3 + bO2 → cNO + 6H2O ?














La risposta corretta e' la '

a = 4 ; b = 5 ; c = 4 

'.


22 di 64 Domande

Alice deve inserire il numero mancante nell’ultima tabella in modo che tutte le tabelle rispettino lo stesso criterio di riempimento. Quale numero deve inserire Alice? 

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La risposta corretta è la C
Alice deve inserire il numero mancante nell’ultima tabella in modo che tutte le tabelle rispettino lo stesso criterio di riempimento e il numero corretto è 8. Per determinare il numero mancante, è necessario identificare il criterio utilizzato per riempire le tabelle precedenti. Supponiamo che le tabelle siano riempite seguendo una sequenza numerica o un modello logico, come una progressione aritmetica o geometrica, una somma di elementi adiacenti, o un altro schema matematico. Analizzando le tabelle già complete, possiamo osservare il modello applicato: ad esempio, se in ogni tabella i numeri seguono una progressione aritmetica con una differenza costante tra i numeri, o se i numeri sono il risultato di un'operazione specifica tra righe e colonne. Una volta identificato questo schema, possiamo applicarlo alla tabella incompleta per trovare il numero mancante, che in questo caso risulta essere 8, poiché è l'unico numero che soddisfa il criterio comune a tutte le tabelle.

23 di 64 Domande

Quale/i delle seguenti sostanze chimiche può/possono attraversare facilmente la membrana cellulare senza l’ausilio di proteine di trasporto?
 1. Glucosio 2. O2 3. Na














La risposta corretta è la A
Quale/i delle seguenti sostanze chimiche può/possono attraversare facilmente la membrana cellulare senza l’ausilio di proteine di trasporto? Solo 2. L'ossigeno molecolare (O?) può attraversare facilmente la membrana cellulare senza l'aiuto di proteine di trasporto perché è una molecola piccola e non polare. Le membrane cellulari sono composte principalmente da un doppio strato fosfolipidico, che è permeabile alle molecole non polari e idrofobiche. Questo permette a molecole come l'ossigeno di diffondersi liberamente attraverso la membrana per semplice diffusione. Al contrario, il glucosio è una molecola polare e relativamente grande, il che ne impedisce il passaggio diretto attraverso la membrana senza trasportatori specifici. Il sodio (Na), essendo uno ione, è caricato elettricamente e richiede canali o pompe ioniche per attraversare la membrana, poiché il doppio strato lipidico è una barriera efficace per le particelle cariche. Pertanto, solo l'ossigeno può attraversare la membrana senza l'ausilio di proteine di trasporto.

24 di 64 Domande

Qual è la massa corrispondente a 6,02 × 1023 atomi di elio (massa molare 4,003 g/mol)? 














La risposta corretta e' la '

4,00 g 

'.


25 di 64 Domande

 La legge di Hardy-Weinberg, applicata agli organismi che si riproducono sessualmente, prevede che una popolazione mantenga il suo equilibrio genetico a patto che siano verificate alcune condizioni.
Individuare tra le seguenti l’unica condizione che deve essere soddisfatta.  














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale condizione mantiene l’equilibrio Hardy-Weinberg e la risposta corretta è: non deve esserci un flusso genico. Il flusso genico (migrazione) tra popolazioni introduce o rimuove alleli, modificando immediatamente le frequenze alleliche p e q e quindi le frequenze genotipiche, interrompendo l’equilibrio previsto (p², 2pq, q²) generazione dopo generazione. Anche se fossero rispettate panmissia, dimensione di popolazione molto grande, assenza di selezione e mutazione, la migrazione rende il sistema aperto e non conservativo per le frequenze. In termini di modello, un tasso di migrazione m sposta p verso il valore della popolazione sorgente (?p ? m(pm ? p)), violando la condizione di costanza delle frequenze alleliche. L’assenza di flusso genico è dunque una condizione necessaria, insieme alle altre, perché le frequenze restino stabili e il genotipo si distribuisca secondo il binomio di Hardy-Weinberg.

26 di 64 Domande

Il percorso che il sangue deossigenato compie per giungere ai polmoni è: 














La risposta corretta e' la '

 Vene cave – Atrio destro – Ventricolo destro - Arteria polmonare  

'.


27 di 64 Domande

Tutti i notai sono ricchi. Nessun ricco è una persona insicura. Quindi _____________ è un notaio  Si individui il CORRETTO completamento del sillogismo 














La risposta corretta è la A
Tutti i notai sono ricchi. Nessun ricco è una persona insicura. Quindi nessuna persona insicura è un notaio. La risposta corretta è che nessuna persona insicura può essere un notaio, perché il sillogismo parte da due premesse: tutti i notai sono ricchi e nessun ricco è una persona insicura. Da queste premesse, possiamo dedurre che i notai, essendo parte del gruppo dei ricchi, non possono appartenere al gruppo delle persone insicure. In termini logici, se A (notai) è un sottoinsieme di B (ricchi) e B è completamente separato da C (persone insicure), allora A non può avere elementi in comune con C. Questo ragionamento utilizza il principio della transitività delle relazioni di inclusione e di esclusione tra insiemi, garantendo che la conclusione sia logicamente coerente con le premesse date.

28 di 64 Domande

Indicare una coppia coniugata acido-base nella seguente reazione: CN−
 + H2O = HCN + OH














La risposta corretta è la B
Indicare una coppia coniugata acido-base nella seguente reazione: CN? + H?O = HCN + OH?: la risposta corretta è H?O, OH?. In una reazione acido-base secondo la teoria di Brønsted-Lowry, un acido è una specie che dona un protone (H?) e una base è una specie che accetta un protone. Nella reazione data, l'acqua (H?O) agisce come acido poiché dona un protone al cianuro (CN?) per formare l'acido cianidrico (HCN), mentre l'acqua diventa ione idrossido (OH?) dopo aver ceduto il protone. Pertanto, H?O e OH? formano una coppia coniugata acido-base: l'acqua è l'acido coniugato e l'ione idrossido è la base coniugata. Questo processo dimostra come l'acqua possa comportarsi sia da acido che da base, a seconda delle specie chimiche con cui interagisce.

29 di 64 Domande

Il nanometro corrisponde a: 














La risposta corretta è la E
Il nanometro (nm) è un’unità del Sistema Internazionale che misura lunghezze estremamente piccole. Per definizione, 1 nm = 10^-9 metri, mentre 1 micrometro (µm) = 10^-6 metri. Per convertire i nanometri in micrometri si confrontano gli esponenti: 1 nm = (10^-9 m) / (10^-6 m/µm) = 10^-3 µm. In altre parole, un nanometro è un millesimo di micrometro, e, inversamente, 1 µm corrisponde a 1000 nm. La risposta 10^-3 µm è quindi corretta, perché esprime il rapporto tra due prefissi SI: “nano-” (10^-9) e “micro-” (10^-6), che differiscono di tre ordini di grandezza. Questo ordine di grandezza è cruciale in ambito biomedico. Molte strutture e processi rilevanti si collocano proprio nella scala nanometrica: lo spessore della membrana fosfolipidica è di circa 7–10 nm, il diametro della doppia elica del DNA è di circa 2 nm e numerosi virus hanno dimensioni dell’ordine di decine-svariate centinaia di nanometri. Al contrario, batteri e cellule eucariotiche sono tipicamente micrometrici; per esempio, 1 µm equivale a 1000 nm, utile quando si confrontano dimensioni riportate in unità diverse. Anche in diagnostica e controllo delle infezioni, questa conversione aiuta a interpretare la risoluzione della microscopia a luce (circa 200 nm), l’ambito della microscopia elettronica (sub-nanometrico) e le specifiche di filtrazione: un filtro che trattiene particelle di 0,3 µm agisce su particelle di circa 300 nm. Un errore frequente è confondere i segni degli esponenti: poiché il nanometro è più piccolo del micrometro, il fattore di conversione da nm a µm deve essere inferiore a 1 (10^-3), non superiore (10^3). Mantenere chiara la relazione tra prefissi SI evita fraintendimenti nelle letture di referti, nella progettazione di protocolli di laboratorio e nell’interpretazione delle dimensioni di patogeni, biomolecole e nanovettori terapeutici.

30 di 64 Domande

 Completare con uno dei termini sottoelencati la seguente frase:
“Quando inizia un processo infettivo, il corpo reagisce all’ingresso dell’agente patogeno innalzando la temperatura corporea grazie ad uno stimolo che deriva da …….” Il termine è:














La risposta corretta e' la '

L'ipotalamo

'.


31 di 64 Domande

Quale delle seguenti sostanze NON è un aminoacido?














La risposta corretta e' la '

Anilina

'.


32 di 64 Domande

"I carboidrati sono aldeidi o chetoni poliossidrilici, con formula empirica (CH2O)n . Sono classificati come monosaccaridi (una sola unità di aldeide o chetone), oligosaccaridi (poche unità di monosaccaridi) e polisaccaridi (grandi molecole lineari o ramificate, contenenti molte unità di monosaccaridi). I carboidrati possiedono almeno un atomo di carbonio asimmetrico, e quindi presentano il fenomeno della stereoisomeria".
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale affermazione non può essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è: "I monosaccaridi presentano un solo atomo di carbonio asimmetrico". Il brano afferma che i carboidrati possiedono almeno un atomo di carbonio asimmetrico, ma non specifica che i monosaccaridi ne abbiano solo uno. Infatti, i monosaccaridi possono avere più atomi di carbonio asimmetrici; ad esempio, il glucosio, un monosaccaride comune, ha quattro atomi di carbonio asimmetrici. La formulazione "almeno un atomo di carbonio asimmetrico" implica la possibilità di avere più di uno, quindi l'affermazione che i monosaccaridi abbiano solo un atomo di carbonio asimmetrico non è supportata dal testo. La stereoisomeria nei carboidrati deriva proprio dalla presenza di più centri chirali, che permettono la formazione di diversi isomeri ottici.

33 di 64 Domande

Quale delle seguenti quaterne di numeri è ordinata secondo valori crescenti?














La risposta corretta è la B
La quaterna di numeri ordinata secondo valori crescenti è 12/1001 ; 0,12 ·10?¹ ; 12/999 ; 121·10??. Per determinare l'ordine crescente di queste frazioni e notazioni scientifiche, è utile convertirle in numeri decimali. Il valore di 12/1001 è approssimativamente 0,011988, mentre 0,12·10?¹ equivale a 0,012. La frazione 12/999 è circa 0,012012, e infine 121·10?? è 0,0121. Confrontando questi valori decimali, possiamo vedere che 0,011988 < 0,012 < 0,012012 < 0,0121, confermando che l'ordine crescente è corretto. Questo processo di conversione aiuta a confrontare facilmente i numeri e a stabilire il loro ordine senza ambiguità.

34 di 64 Domande

Le piastrelle (quadrate) del pavimento (rettangolare) di un locale di dimensioni di 2 x 3 = 6 metri quadrati, sono costate complessivamente € 600. Sapendo che il costo unitario delle piastrelle è stato di 4 euro, quanto misura il lato della piastrella ?  














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quanto misura il lato di una piastrella sapendo che il pavimento di un locale di 6 metri quadrati è stato piastrellato con piastrelle quadrate dal costo totale di 600 euro e un costo unitario di 4 euro; la risposta corretta è 20 cm. Per determinare la misura del lato della piastrella, bisogna prima calcolare il numero totale di piastrelle utilizzate. Poiché il costo totale delle piastrelle è 600 euro e il costo unitario di ciascuna piastrella è 4 euro, il numero di piastrelle è 600 diviso 4, ovvero 150 piastrelle. Sapendo che l'area totale del pavimento è 6 metri quadrati, ovvero 60000 cm² (poiché 1 metro quadrato equivale a 10000 cm²), ogni piastrella copre un'area di 60000 cm² diviso 150, che è 400 cm². Poiché le piastrelle sono quadrate, il lato di ciascuna piastrella è la radice quadrata di 400 cm², che è 20 cm.

35 di 64 Domande

Analizzando il DNA di un organismo, qual è in percentuale la quantità di adenina se la citosina è il 31%? 














La risposta corretta e' la '

 19%

'.


36 di 64 Domande

Nella seguente reazione: 2NaCl + Br2 → Cl2 + 2NaBr: 














La risposta corretta e' la '

Il cloro si ossida e il bromo si riduce

'.


37 di 64 Domande

Se in una reazione chimica un elemento si ossida il suo numero di ossidazione :














La risposta corretta è la A
Se in una reazione chimica un elemento si ossida il suo numero di ossidazione aumenta. L'ossidazione è un processo chimico in cui un atomo, ione o molecola perde elettroni, il che porta a un aumento del numero di ossidazione. Questo numero rappresenta la carica teorica che un atomo avrebbe se tutti i legami fossero completamente ionici. Quando un elemento si ossida, cede elettroni ad un altro elemento o composto, e ciò comporta un incremento del suo stato di ossidazione. Ad esempio, nel caso del ferro che passa da Fe²? a Fe³?, il numero di ossidazione aumenta da +2 a +3, indicando che ha perso un elettrone. Questo processo è fondamentale nelle reazioni redox, dove l'ossidazione di una specie è sempre accompagnata dalla riduzione di un'altra. Comprendere il concetto di numero di ossidazione è essenziale per bilanciare correttamente le equazioni chimiche e prevedere il comportamento degli elementi nelle reazioni.

38 di 64 Domande

La carica netta di un atomo allo stato fondamentale














La risposta corretta è la A
La carica netta di un atomo allo stato fondamentale è sempre uguale a 0. Questa affermazione è corretta perché un atomo allo stato fondamentale è neutro, il che significa che il numero di protoni carichi positivamente nel nucleo è esattamente bilanciato dal numero di elettroni carichi negativamente che orbitano intorno al nucleo. I protoni, che si trovano nel nucleo dell'atomo, determinano l'identità dell'elemento e ogni protone ha una carica positiva di +1. Gli elettroni, che si muovono intorno al nucleo in orbite o livelli energetici, hanno una carica negativa di -1. Quando un atomo è nello stato fondamentale, non ha guadagnato né perso elettroni, quindi il numero di protoni è uguale al numero di elettroni, risultando in una carica netta totale di zero. Questo equilibrio tra protoni ed elettroni è ciò che rende l'atomo stabile e neutro dal punto di vista elettrico.

39 di 64 Domande

Dove si trovano i neutroni?














La risposta corretta e' la '

Nel nucleo dell’atomo.

'.


40 di 64 Domande

In una reazione di ossidoriduzione l’ elemento riducente:














La risposta corretta e' la ' cede elettroni '.


41 di 64 Domande

Quale dei seguenti fattori NON influenza la velocità di reazione?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale dei seguenti fattori non influenza la velocità di reazione e la risposta corretta è la massa del sistema. La velocità di reazione è influenzata da diversi fattori come la concentrazione dei reagenti, la temperatura, la presenza di catalizzatori e la superficie di contatto dei reagenti solidi. Questi fattori agiscono modificando la frequenza e l'energia delle collisioni tra le molecole reagenti, che sono essenziali per il progresso della reazione. Tuttavia, la massa complessiva del sistema non ha un impatto diretto sulla velocità di reazione, poiché non altera la frequenza o l'energia delle collisioni molecolari. La massa del sistema può influenzare aspetti pratici o logistici di una reazione chimica, come la gestione o il trasporto dei materiali, ma non incide sui meccanismi molecolari che determinano la velocità con cui una reazione procede.

42 di 64 Domande

Secondo Arrhenius una base:














La risposta corretta e' la ' è una sostanza che libera ioni idrossido in soluzione acquosa '.


43 di 64 Domande

Quale dei seguenti composti si scioglie meglio in acqua?














La risposta corretta e' la ' Solfato di rame '.


44 di 64 Domande

La presenza di un carbonio chirale in una molecola organica dà origine a quale delle seguenti caratteristiche?














La risposta corretta è la C
La presenza di un carbonio chirale in una molecola organica dà origine ad attività ottica. Un carbonio chirale è un atomo di carbonio legato a quattro gruppi diversi, conferendo alla molecola una struttura asimmetrica. Questa asimmetria permette alla molecola di esistere in due forme speculari non sovrapponibili, chiamate enantiomeri. Gli enantiomeri hanno la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata in direzioni opposte, una proprietà nota come attività ottica. Questo fenomeno è fondamentale in chimica organica e biochimica, poiché molti processi biologici sono enantiospecifici, cioè sensibili alla forma tridimensionale delle molecole. L'attività ottica è misurata utilizzando uno strumento chiamato polarimetro, che determina l'angolo di rotazione della luce polarizzata causato dalla molecola chirale.

45 di 64 Domande

Quali tra i seguenti gruppi di elementi hanno un elettrone singolo nel loro orbitale più esterno?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quali tra i seguenti gruppi di elementi hanno un elettrone singolo nel loro orbitale più esterno e la risposta corretta è Li, Na, K. Questi elementi appartengono al gruppo dei metalli alcalini nella tavola periodica e si trovano nel primo gruppo. Gli elementi di questo gruppo hanno un solo elettrone nel loro orbitale più esterno, noto anche come orbitale di valenza, il che li rende altamente reattivi. La configurazione elettronica di questi elementi termina con s¹, ad esempio, il litio ha la configurazione elettronica 1s² 2s¹, il sodio 1s² 2s² 2p? 3s¹ e il potassio 1s² 2s² 2p? 3s² 3p? 4s¹. Questo singolo elettrone di valenza è facilmente rilasciato durante le reazioni chimiche, permettendo a questi elementi di formare facilmente legami ionici cedendo un elettrone e diventando cationi con carica positiva +1.

46 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


47 di 64 Domande

Nel nucleo della cellula NON è possibile trovare:














La risposta corretta e' la ' lipidi '.


48 di 64 Domande

Quale complesso della catena di trasporto degli elettroni pompa i protoni attraverso la membrana mitocondriale?














La risposta corretta è la C
Il complesso III, noto come complesso del citocromo bc1 o CoQ–citocromo c reduttasi, è uno dei punti della catena di trasporto degli elettroni che effettivamente pompa protoni attraverso la membrana mitocondriale interna, contribuendo in modo sostanziale a generare la forza proton-motrice necessaria per la sintesi di ATP. La sua funzione chiave si basa sul cosiddetto ciclo Q: due molecole di ubiquinolo (QH2) donate al sito Qo cedono in totale quattro protoni nello spazio intermembrana e due coppie di elettroni che vengono instradate in modo biforcato, una verso l’alta potenzialità redox (centro Fe–S di Rieske ? citocromo c1 ? citocromo c) e l’altra verso la bassa (citocromi bL e bH), dove riducono una ubiquinone al sito Qi. Nel bilancio per ogni coppia di elettroni trasferita al citocromo c, il complesso III rilascia quattro protoni nello spazio intermembrana e ne cattura due dalla matrice per rigenerare QH2, incrementando il gradiente elettrochimico di H+. In termini di confronto, anche il complesso I e il complesso IV pompano protoni (rispettivamente circa quattro e due protoni per coppia di elettroni), mentre il complesso II non lo fa: trasferisce elettroni dal succinato a CoQ senza translocare H+. L’ATP sintasi (talvolta indicata come complesso V) non pompa protoni nella catena, ma sfrutta il gradiente per fosforilare ADP. Pertanto, se la domanda richiede un complesso che pompa protoni, il complesso III è una scelta corretta; è uno dei principali contributori al gradiente protonico insieme ai complessi I e IV. Dal punto di vista clinico, l’inibizione del complesso III (per esempio da antimicina A o tossine analoghe) interrompe il flusso elettronico tra CoQH2 e citocromo c, collassa il gradiente di protoni e riduce la produzione di ATP, con aumento di specie reattive dell’ossigeno a monte. Ciò può manifestarsi con intolleranza allo sforzo, miopatia e acidosi lattica nelle patologie mitocondriali. Inoltre, la vulnerabilità del complesso III allo stress ossidativo e a difetti genetici sottolinea il suo ruolo centrale nell’omeostasi energetica cellulare e nelle condizioni ischemico-riperfusive.

49 di 64 Domande

Se in una cellula diploide nella fase G2 della meiosi la quantità di DNA è pari a Y, quale sarà la quantità di DNA presente in metafase II in ogni singola cellula?














La risposta corretta e' la ' 0,5 Y '.


50 di 64 Domande

Quale tra le seguenti è la divisione cellulare senza aumento di massa?














La risposta corretta e' la ' Scissione o segmentazione '.


51 di 64 Domande

La fibrosi cistica è una malattia genetica dovuta ad un allele autosomico recessivo. Due genitori sani hanno un figlio con la fibrosi cistica e due figli sani. Qual è la probabilità che il prossimo figlio presenti la malattia?














La risposta corretta e' la ' 1/4 '.


52 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


53 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


54 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


55 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


56 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


57 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


60 di 64 Domande

A temperatura ambiente le sostanze sottostanti sono tutte dei gas. Quale di queste sostanze avrà il più alto punto di ebollizione?














La risposta corretta e' la ' NH3 '.


61 di 64 Domande

Quale tra i seguenti composti è un ossido acido?














La risposta corretta e' la ' P2O3 '.


62 di 64 Domande

Indicare cosa hanno in comune l’ isotopo 58Fe e l’ isotopo 59Co.














La risposta corretta è la C
La domanda chiede cosa abbiano in comune l'isotopo 58Fe e l'isotopo 59Co, e la risposta corretta è che hanno lo stesso numero di neutroni. Gli isotopi sono varianti dello stesso elemento che differiscono nel numero di neutroni. L'isotopo 58Fe ha un numero atomico di 26, il che significa che ha 26 protoni, quindi il numero di neutroni è 58 - 26 = 32. L'isotopo 59Co ha un numero atomico di 27, quindi ha 27 protoni e il numero di neutroni è 59 - 27 = 32. Entrambi gli isotopi hanno quindi 32 neutroni, nonostante appartengano a elementi diversi. Questa caratteristica comune è alla base della risposta corretta, poiché il numero di neutroni è il fattore condiviso tra i due isotopi.

63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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