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1 di 61 Domande

Quale di queste affermazioni è CORRETTA?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale affermazione sia corretta e la risposta è: "A pH = 8 la concentrazione di OH? è maggiore di quella di H?". A pH 7 il sistema è neutro, con concentrazioni uguali di H? e OH?, ciascuna pari a 10?? M. Quando il pH è superiore a 7, la soluzione è basica, il che significa che la concentrazione degli ioni idrossido OH? supera quella degli ioni idrogeno H?. A pH 8, la concentrazione di H? è 10?? M, mentre quella di OH? è 10?? M, in virtù del fatto che il prodotto ionico dell'acqua (Kw) a 25°C è 10?¹?. Pertanto, in una soluzione con pH 8, la concentrazione di OH? è effettivamente maggiore di quella di H?, confermando la correttezza dell'affermazione.

2 di 61 Domande

La pressione del sangue ha un valore medio compreso tra 80/120. La minima corrisponde alla:














La risposta corretta è la A
La pressione del sangue ha un valore medio compreso tra 80/120: la minima corrisponde alla diastole ventricolare. La pressione sistolica (circa 120 mmHg) si registra durante la sistole ventricolare, quando il ventricolo sinistro espelle sangue nell’aorta, mentre la pressione diastolica (circa 80 mmHg) si misura durante la diastole ventricolare, fase di rilasciamento e riempimento dei ventricoli. In diastole la valvola aortica è chiusa e l’elasticità della parete arteriosa (rilascio elastico) mantiene un flusso ematico continuo, ma la pressione cala al suo valore più basso del ciclo. Questo valore è quello indicato come “minima” nella coppia minima/massima. In misurazione con sfigmomanometro, la scomparsa dei toni di Korotkoff identifica la pressione diastolica, confermando che la minima coincide con la diastole ventricolare.

3 di 61 Domande

Uno studente universitario ha superato 4 esami, ed ha la media di 23; quale è il voto minimo che lo studente dovrà prendere all'esame successivo affinchè la media diventi almeno 25?














La risposta corretta è la A
Uno studente universitario ha superato 4 esami, ed ha la media di 23; quale è il voto minimo che lo studente dovrà prendere all'esame successivo affinché la media diventi almeno 25? Qualunque sia il voto all'esame successivo, la media non potrà raggiungere il valore 25. La spiegazione risiede nel calcolo della media aritmetica. Attualmente, lo studente ha una somma totale dei voti pari a 92 (23 moltiplicato per 4 esami). Per ottenere una media di almeno 25 dopo il quinto esame, la somma totale dei voti dovrebbe essere almeno 125 (25 moltiplicato per 5 esami). Tuttavia, per raggiungere una somma di 125 partendo da 92, lo studente dovrebbe ottenere un punteggio di 33 all'esame successivo, il che è impossibile dato che i voti degli esami universitari sono generalmente limitati a un massimo di 30. Pertanto, indipendentemente dal voto ottenuto, la media non potrà mai raggiungere 25.

4 di 61 Domande

Nel Sistema Internazionale delle Unità di Misura SI è permesso far uso di multipli e sottomultipli delle unità di misura. Vengono elencati 5 gruppi di 6 multipli e sottomultipli (in base ai loro simboli ufficiali). Accanto a ciascun simbolo è indicata la scrittura per esteso (o prefisso) che dovrebbe essere assegnato al simbolo. Tuttavia SOLO UNO dei gruppi seguenti fornisce tutti i prefissi scritti in modo corretto. Quale?














La risposta corretta è la B
Nel Sistema Internazionale delle Unità di Misura SI è permesso far uso di multipli e sottomultipli delle unità di misura. Vengono elencati 5 gruppi di 6 multipli e sottomultipli (in base ai loro simboli ufficiali). Accanto a ciascun simbolo è indicata la scrittura per esteso (o prefisso) che dovrebbe essere assegnato al simbolo. Tuttavia SOLO UNO dei gruppi seguenti fornisce tutti i prefissi scritti in modo corretto. Quale? Risposta corretta: p(pico); n(nano); m(micro); k(kilo); M(mega); G(giga); La risposta corretta è: p(pico); n(nano); m(micro); k(kilo); M(mega); G(giga). Questa risposta è corretta perché i prefissi del Sistema Internazionale delle Unità di Misura (SI) sono standardizzati e ogni simbolo corrisponde a un fattore di dieci specifico. Il prefisso "pico" rappresenta 10^-12, "nano" 10^-9, "micro" 10^-6, "kilo" 10^3, "mega" 10^6 e "giga" 10^9. Questi prefissi sono comunemente utilizzati per esprimere multipli e sottomultipli di unità di misura al fine di facilitare la comunicazione scientifica e tecnica. Il corretto abbinamento tra simboli e prefissi è essenziale per evitare errori di interpretazione nei calcoli e nelle misurazioni, poiché un errore nell'uso di un prefisso può portare a risultati significativamente errati.

5 di 61 Domande

L'apparato del Golgi è deputato:














La risposta corretta e' la '

alla maturazione di proteine della membrana plasmatica, di secrezione o dei lisosomi

'.


6 di 61 Domande

L'unità di misura della costante di equilibrio della reazione: N2 + O2 = 2NO














La risposta corretta è la A
L'unità di misura della costante di equilibrio della reazione: N? + O? = 2NO è un numero puro, cioè adimensionale. La costante di equilibrio K per una reazione chimica è determinata dal rapporto tra i prodotti delle concentrazioni dei prodotti e dei reagenti, ciascuna elevata al proprio coefficiente stechiometrico. Nel caso della reazione N? + O? = 2NO, la costante di equilibrio K è espressa come [NO]² / ([N?][O?]). Le unità di concentrazione sono solitamente moli per litro (mol/L), quindi nel calcolo della K si ottiene (mol/L)² / (mol/L)(mol/L), che si semplifica in un valore adimensionale. Questo accade perché il numero totale di moli dei reagenti è uguale al numero totale di moli dei prodotti, rendendo la costante di equilibrio una semplice proporzione tra concentrazioni senza unità di misura.

7 di 61 Domande

Siano date 3 resistenze elettriche, ohmiche, poste in parallelo. Due di esse valgano 10 Ω, la terza valga 1 MΩ. La resistenza equivalente vale:














La risposta corretta è la E
La resistenza equivalente di tre resistenze elettriche ohmiche poste in parallelo, due da 10 ? e una da 1 M?, vale circa 5 ?. Quando le resistenze sono poste in parallelo, la resistenza equivalente \( R_{eq} \) si calcola con la formula \(\frac{1}{R_{eq}} = \frac{1}{R_1} + \frac{1}{R_2} + \frac{1}{R_3}\). In questo caso, \( R_1 = 10 \, \Omega \), \( R_2 = 10 \, \Omega \) e \( R_3 = 1 \, M\Omega = 10^6 \, \Omega \). Calcolando, si ottiene \(\frac{1}{R_{eq}} = \frac{1}{10} + \frac{1}{10} + \frac{1}{10^6} = 0.1 + 0.1 + 0.000001\). La somma dei primi due termini è di gran lunga dominante rispetto al terzo, quindi \(\frac{1}{R_{eq}} \approx 0.2\). Invertendo il risultato, si ottiene \( R_{eq} \approx 5 \, \Omega \). La resistenza da 1 M? ha un impatto trascurabile sulla resistenza equivalente a causa della sua grandezza rispetto alle altre due resistenze.

8 di 61 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 61 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 61 Domande

La "ricombinazione" tra due geni è minima quando i geni sono localizzati:














La risposta corretta è la C
La "ricombinazione" tra due geni è minima quando i geni sono localizzati: sullo stesso cromosoma a piccola distanza tra loro. La ricombinazione in meiosi deriva da crossing-over tra cromosomi omologhi; la probabilità che un chiasma cada tra due loci è approssimativamente proporzionale alla distanza fisica/genetica che li separa. Geni strettamente associati (linked) condividono un intervallo piccolo, quindi la frequenza di ricombinazione (mappa in centiMorgan) è bassa perché è raro che un crossing-over cada esattamente tra di loro. Inoltre l’interferenza riduce la probabilità di eventi di crossing-over multipli ravvicinati, mantenendo ulteriormente bassa la ricombinazione in regioni strette. Geni molto distanti sullo stesso cromosoma o su cromosomi diversi mostrano fino al 50% di ricombinanti per effetto di assortimento indipendente o di crossing-over multipli che “mascherano” il legame. Solo in casi estremi (vicinanza estrema, regioni etero-cromatiche o vicino al centromero) la ricombinazione può essere quasi nulla, ma in generale è minima quando i loci sono vicini sullo stesso cromosoma.

11 di 61 Domande

La trasmissione autosomica dominante relativa ad una certa malattia ha come caratteristica che:














La risposta corretta è la A
La trasmissione autosomica dominante relativa ad una certa malattia ha come caratteristica che: Il 50% dei figli di un genitore malato presenta il carattere considerato. In una malattia autosomica dominante l’allele patologico è su un autosoma e basta una sola copia per manifestare il fenotipo; per questo il genitore affetto è tipicamente eterozigote (Aa) e, se l’altro genitore è sano (aa), la segregazione mendeliana produce il 50% di figli Aa (affetti) e il 50% aa (non affetti), indipendentemente dal sesso. Il pattern è quindi “verticale” con affetti in ogni generazione e maschi e femmine colpiti in egual misura. Se il genitore affetto fosse omozigote (AA) tutti i figli sarebbero affetti, ma ciò è raro perché spesso gli omozigoti sono non vitali o molto rari. La penetranza incompleta e l’espressività variabile possono modificare la proporzione osservata di fenotipi, ma la probabilità genotipica resta 1:2 per un genitore eterozigote. Un individuo non affetto (aa) non trasmette la malattia.

12 di 61 Domande

In relazione ai problemi legati all'uso dei combustibili nella vita quotidiana, indica quale delle seguenti affermazioni NON è CORRETTA:














La risposta corretta è la A
In relazione ai problemi legati all'uso dei combustibili nella vita quotidiana, indica quale delle seguenti affermazioni NON è CORRETTA: il problema dell'effetto serra potrebbe essere contenuto se tutti utilizzassero come combustibile solo legna. Questa affermazione è scorretta perché l'uso della legna come combustibile non risolve il problema dell'effetto serra. Sebbene la legna sia una fonte di energia rinnovabile e il suo utilizzo possa sembrare più sostenibile rispetto ai combustibili fossili, la sua combustione rilascia comunque anidride carbonica (CO?) nell'atmosfera, contribuendo all'effetto serra. Inoltre, la combustione della legna può produrre altri inquinanti atmosferici, come il particolato e il monossido di carbonio, che hanno impatti negativi sulla qualità dell'aria e sulla salute umana. La gestione sostenibile delle foreste e il bilancio tra il carbonio assorbito dagli alberi e quello emesso durante la combustione sono cruciali, ma non eliminano completamente le emissioni di CO?. Pertanto, l'idea che l'uso esclusivo della legna come combustibile possa contenere il problema dell'effetto serra è un'interpretazione errata delle dinamiche coinvolte nei processi di emissione e assorbimento di carbonio.

13 di 61 Domande

Dopo mesi di indagini, la guardia di finanza ha arrestato un professionista coinvolto in un giro di tangenti. Da quanto esposto, una sola delle deduzioni ricavate è indiscutibile:














La risposta corretta e' la '

era in combutta con uno o più complici

'.


14 di 61 Domande

Una potenza perfetta è un numero intero che si può scrivere nella forma ab, con a e b interi maggiori o uguali a 2. Determinare quale dei seguenti interi NON è una potenza perfetta.














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale dei seguenti interi non sia una potenza perfetta e la risposta corretta è 500. Un numero è una potenza perfetta se esiste un intero a elevato a un altro intero b (entrambi maggiori o uguali a 2) che risulti nel numero stesso. Per verificare se 500 è una potenza perfetta, dobbiamo scomporlo nei suoi fattori primi: 500 = 2² × 5³. Nessuna combinazione di questi fattori permette di esprimere 500 nella forma a^b con b ? 2, poiché non esiste un intero a che, elevato a una potenza intera b ? 2, dia come risultato 500. Ad esempio, 2^3 = 8, 5^3 = 125 e nessun altro prodotto di potenze di 2 e 5 con esponenti interi maggiori o uguali a 2 dà esattamente 500. Pertanto, 500 non può essere scritto come una potenza perfetta, confermando che non soddisfa la condizione richiesta dalla definizione.

15 di 61 Domande

Nella fase oscura del processo fotosintetico quale/i tra le seguenti sostanze si utilizza/utilizzano?

1) O2    2) ATP    3) NADPH














La risposta corretta e' la '

Solo 2 e 3

'.


16 di 61 Domande

Quale/i dei seguenti prodotti tra grandezze ha/hanno le stesse unità di misura di un lavoro? 1. Pressione per volume 2. Massa per variazione di altezza 3. Carica per differenza di potenziale














La risposta corretta e' la '

Solo 1 e 3

'.


17 di 61 Domande

Qual è il massimo numero possibile di legami idrogeno tra mRNA e tRNA in un ribosoma durante la traduzione?














La risposta corretta e' la '

18

'.


18 di 61 Domande

''Chi va al mare mangia il gelato. Tutti i bambini mangiano il gelato. Francesco va al mare''. Se le precedenti affermazioni sono vere, quale delle seguenti è necessariamente vera?














La risposta corretta e' la '

Francesco mangia il gelato

'.


19 di 61 Domande

In una fibra muscolare di un muscolo scheletrico in condizione di riposo:














La risposta corretta e' la '

Le bande A contengono filamenti di actina e miosina sovrapposti, con una zona H centrale composta solo da filamenti di miosina

'.


20 di 61 Domande

Una membrana osmotica separa due soluzioni A e B dello stesso sale. Se la soluzione A è ipertonica rispetto alla soluzione B si può affermare che, dopo un certo tempo, si raggiungerà uno stato di equilibrio in cui:














La risposta corretta e' la '

La membrana è attraversata nei due sensi dallo stesso numero di molecole.

'.


21 di 61 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative ad un individuo omozigote per un determinato allele NON è corretta?














La risposta corretta e' la '

I suoi genitori sono sicuramente omozigoti per quell'allele

'.


22 di 61 Domande

Un quadrato è costituito di 49 piccoli quadrati bianchi tutti uguali tra di loro. Vengono colorati in rosso i quadrati che ne costituiscono il bordo. Quanti quadrati restano bianchi?














La risposta corretta è la D
Un quadrato è costituito di 49 piccoli quadrati bianchi tutti uguali tra di loro. Vengono colorati in rosso i quadrati che ne costituiscono il bordo. Quanti quadrati restano bianchi? La risposta corretta è 25. Per risolvere il problema, bisogna immaginare il quadrato grande come una griglia di 7x7 piccoli quadrati, poiché 49 è il risultato di 7 moltiplicato per 7. I quadrati che formano il bordo sono quelli situati sulla prima e sull'ultima riga, nonché sulla prima e sull'ultima colonna del quadrato grande. Questo significa che ci sono 7 quadrati per ciascuno dei quattro lati del quadrato grande, ma gli angoli vengono contati due volte, quindi ci sono 4 quadrati d'angolo da sottrarre dal totale dei bordi. In totale, i quadrati colorati in rosso sono 7 + 7 + 7 + 7 - 4 = 24. Sottraendo questi 24 quadrati colorati dal totale di 49, rimangono 49 - 24 = 25 quadrati bianchi al centro del quadrato grande.

23 di 61 Domande

Quale tra le seguenti affermazioni sui virus è FALSA?














La risposta corretta e' la '

Hanno dimensioni variabili tra 10µm e 100µm

'.


24 di 61 Domande

Quali numeri e quali lettere rimangono dopo aver tolto dalla seguente stringa le lettere che compongono la parola "FAVORI" e i numeri 3, 5, 7, 8?
 "123456789ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ"














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quali numeri e lettere rimangono dopo aver rimosso dalla stringa "123456789ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ" le lettere della parola "FAVORI" e i numeri 3, 5, 7, 8, e la risposta corretta è "12469BCDEGHLMNPQSTUZ". Per determinare la risposta, si devono eseguire due operazioni distinte: rimuovere le lettere che compongono la parola "FAVORI" e i numeri specificati dalla stringa iniziale. La parola "FAVORI" è composta dalle lettere F, A, V, O, R, I, quindi queste lettere devono essere eliminate dalla stringa originale. Successivamente, si eliminano i numeri 3, 5, 7, e 8. Dopo aver eseguito entrambe le operazioni di rimozione, le lettere rimanenti sono B, C, D, E, G, H, L, M, N, P, Q, S, T, U, Z, e i numeri rimanenti sono 1, 2, 4, 6, 9, formando così la stringa finale "12469BCDEGHLMNPQSTUZ", che è la risposta corretta.

25 di 61 Domande

Qual è il numero di ossidazione del cromo nel composto Al2(CrO4)3 ?














La risposta corretta è la C
Il numero di ossidazione del cromo nel composto Al?(CrO?)? è +6. Per determinare il numero di ossidazione del cromo nel cromato di alluminio, Al?(CrO?)?, bisogna considerare i numeri di ossidazione degli altri elementi nel composto. L'alluminio, Al, ha un numero di ossidazione di +3 e l'ossigeno, O, ha un numero di ossidazione di -2. Il cromato è un anione poliatomico con formula CrO?²?. Poiché ci sono tre unità di CrO?²?, il totale della carica negativa è 3 x (-2) = -6. Per bilanciare la carica complessiva del composto, le cariche positive devono essere uguali a quelle negative. L'alluminio contribuisce con 2 x (+3) = +6, quindi il cromo in ciascun CrO? deve avere un numero di ossidazione tale da bilanciare la carica negativa dell'ossigeno. Ogni CrO? ha una carica totale di -2, quindi il cromo deve avere un numero di ossidazione di +6 per bilanciare la carica degli ossigeni, risultando in un'unità neutra di CrO?²?. Pertanto, il numero di ossidazione del cromo nel composto è +6.

26 di 61 Domande

Nelle piante di lattuga, un gene controlla la produzione di clorofilla. L'allele recessivo non porta alla produzione di clorofilla, indispensabile per consentire alla pianta di svilupparsi. Qual è la percentuale di piante adulte che saranno omozigoti dominanti ottenuta da un incrocio tra due eterozigoti per tale gene? 














La risposta corretta e' la '

33%

'.


27 di 61 Domande

Alcuni batteri possono vivere in sorgenti a temperature molto elevate in quanto: 














La risposta corretta e' la '

 I loro enzimi agiscono anche a temperature molto elevate 

'.


28 di 61 Domande

A cosa corrisponde il numero di ossidazione di un elemento?  














La risposta corretta è la C
Il numero di ossidazione di un elemento corrisponde al numero di elettroni messi in gioco dall'elemento in un legame chimico. Questa definizione è corretta perché il numero di ossidazione rappresenta una sorta di "contabilità" degli elettroni che un atomo guadagna o perde quando forma legami chimici. In un contesto di legame covalente, il numero di ossidazione indica la differenza tra il numero di elettroni di valenza di un atomo in stato elementare e il numero di elettroni che effettivamente "possiede" nell'ambito di una molecola, considerando che gli elettroni condivisi vengono assegnati all'atomo più elettronegativo. Nei composti ionici, il numero di ossidazione corrisponde alla carica reale dell'ione. Questa nozione è fondamentale per bilanciare le reazioni redox e comprendere il trasferimento di elettroni tra reagenti e prodotti.

29 di 61 Domande

 Qual è la configurazione elettronica esterna del Calcio?














La risposta corretta è la C
La configurazione elettronica esterna del Calcio è 4s². Il Calcio, con numero atomico 20, è un elemento del gruppo 2 della tavola periodica, noto come metalli alcalino-terrosi. La configurazione elettronica completa del Calcio è 1s² 2s² 2p? 3s² 3p? 4s², ma la configurazione elettronica esterna si riferisce solo agli elettroni nel livello energetico più esterno, che nel caso del Calcio è il quarto livello energetico. Gli elettroni di valenza, cioè quelli nel livello più esterno, determinano le proprietà chimiche dell'elemento. Nel caso del Calcio, i due elettroni nel sottolivello 4s sono quelli coinvolti nelle reazioni chimiche e nella formazione di legami. Questa configurazione è tipica degli elementi del gruppo 2, che tendono a perdere due elettroni per raggiungere una configurazione elettronica stabile simile a quella dei gas nobili, in questo caso l'argon.

30 di 61 Domande

Quando la temperatura dell’ambiente esterno scende di molto al di sotto dello 0°C, nella pelle scatta un meccanismo di termoregolazione che consiste in: 














La risposta corretta e' la '

Vasocostrizione delle arteriole superficiali della pelle

'.


31 di 61 Domande

. "La struttura caratteristica delle immine è il doppio legame carbonio-azoto. Questi composti, meno stabili delle aldeidi e dei chetoni, reagiscono con numerosi reattivi, e solo pochissime immine sono
dotate di stabilità sufficiente per essere isolate".
Quale delle seguenti affermazioni PUO’ essere dedotta dalla lettura del brano precedente?  














La risposta corretta è la D
"La struttura caratteristica delle immine è il doppio legame carbonio-azoto. Questi composti, meno stabili delle aldeidi e dei chetoni, reagiscono con numerosi reattivi, e solo pochissime immine sono dotate di stabilità sufficiente per essere isolate". Quale delle seguenti affermazioni PUÒ essere dedotta dalla lettura del brano precedente? Le immine instabili sono in numero superiore rispetto a quelle stabili. La risposta è corretta perché il testo sottolinea che solo pochissime immine possiedono una stabilità tale da poter essere isolate, implicando che la maggior parte delle immine non è sufficientemente stabile. La frase "meno stabili delle aldeidi e dei chetoni" suggerisce che le immine tendono a reagire facilmente, e la menzione di "numerosi reattivi" con cui reagiscono conferma ulteriormente la loro instabilità generale. Il fatto che solo poche immine siano stabili implica che le immine instabili siano numericamente superiori. Questo ragionamento si basa sulla logica deduttiva: se poche sono stabili, la maggioranza deve per forza essere instabile.

32 di 61 Domande

La vaccinazione: 














La risposta corretta e' la '

Basa la sua azione sulla memoria e sulla specificità del Sistema Immunitario

'.


33 di 61 Domande

In quale delle seguenti risposte gli elementi sono disposti nel corretto ordine crescente del potenziale di ionizzazione? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede: "In quale delle seguenti risposte gli elementi sono disposti nel corretto ordine crescente del potenziale di ionizzazione?" e la risposta corretta è "C, N, O, F". Il potenziale di ionizzazione è l'energia necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo isolato nello stato gassoso e aumenta generalmente lungo un periodo della tavola periodica da sinistra a destra. Questo avviene perché gli elettroni aggiunti nello stesso livello energetico non schermano efficacemente l'aumento della carica nucleare, rendendo più difficile la rimozione di un elettrone. Nel caso specifico, il carbonio (C) ha il potenziale di ionizzazione più basso tra i quattro elementi considerati, seguito da azoto (N), ossigeno (O) e infine fluoro (F), che ha il potenziale di ionizzazione più alto. Questa tendenza è dovuta alla crescente carica nucleare effettiva e alla minore distanza tra l'elettrone esterno e il nucleo man mano che ci si sposta lungo il periodo.

34 di 61 Domande

Il composto CH2OH - CHOH - CH2OH è:  














La risposta corretta e' la '

 Un alcool trivalente due volte primario ed una volta secondario

'.


35 di 61 Domande

Quale dei seguenti composti possiede nella molecola più atomi di ossigeno?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale dei seguenti composti possiede nella molecola più atomi di ossigeno e la risposta corretta è diidrossiacetone. Il diidrossiacetone è un composto chimico con la formula C?H?O?, il che significa che contiene tre atomi di ossigeno nella sua struttura molecolare. Questo lo rende un composto con un numero relativamente elevato di atomi di ossigeno rispetto ad altri composti comuni che potrebbero essere considerati in un contesto simile, come ad esempio l'acido acetico (C?H?O?) che contiene solo due atomi di ossigeno. La presenza di tre atomi di ossigeno è dovuta alla struttura del diidrossiacetone, che è un triolo, ovvero un composto con tre gruppi ossidrilici (-OH) attaccati a una catena di tre atomi di carbonio. In confronto, altri composti organici con un numero simile di atomi di carbonio tendono ad avere meno atomi di ossigeno, rendendo il diidrossiacetone il composto con la maggiore quantità di ossigeno tra le opzioni considerate.

36 di 61 Domande

Quale fra le seguenti espressioni rappresenta il triplo del quadrato del successivo di un numero naturale n?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale espressione rappresenta il triplo del quadrato del successivo di un numero naturale n, e la risposta corretta è 3(n+1)². Per comprendere perché questa risposta è corretta, consideriamo il problema passo per passo: il "successivo di un numero naturale n" è rappresentato da n+1. Il "quadrato del successivo" si traduce matematicamente in (n+1)². Infine, "il triplo del quadrato" implica che dobbiamo moltiplicare il risultato del quadrato per 3, il che ci porta all'espressione finale 3(n+1)². Questa sequenza di passaggi riflette esattamente la costruzione richiesta dalla domanda, giustificando così la correttezza della risposta proposta.

37 di 61 Domande

In ogni frigorifero una certa quantità di calore viene sottratta ogni secondo alla cella fredda e ceduta all'ambiente esterno a temperatura più alta, ossia del calore passa da un corpo più freddo ad uno più caldo.
Scegli quale tra le seguenti risposte è CORRETTA:














La risposta corretta è la A
In ogni frigorifero una certa quantità di calore viene sottratta ogni secondo alla cella fredda e ceduta all'ambiente esterno a temperatura più alta; la risposta corretta è: anche una macchina frigorifera deve funzionare rispettando il secondo principio della termodinamica; la spiegazione del suo funzionamento sta nel fatto che il passaggio di calore da un corpo più freddo a uno più caldo non è l'unico risultato che si ottiene durante ogni ciclo. Il secondo principio della termodinamica afferma che il calore non può spontaneamente fluire da un corpo più freddo a uno più caldo; tuttavia, una macchina frigorifera utilizza un lavoro esterno per trasferire calore in questa direzione opposta. Durante il funzionamento, il frigorifero sottrae calore dall'interno, che è più freddo, e lo rilascia all'esterno, che è più caldo, ma ciò avviene grazie all'energia fornita da un compressore che compie lavoro sul sistema. Questo lavoro aggiunto consente al frigorifero di aggirare le limitazioni del secondo principio, permettendo il trasferimento di calore contro il gradiente naturale di temperatura. In sintesi, il funzionamento del frigorifero è un esempio di come il secondo principio della termodinamica non sia violato, ma piuttosto rispettato attraverso l'apporto di energia esterna.

38 di 61 Domande

Una soluzione acquosa di acido solforico 0,1 M contiene:














La risposta corretta e' la '

0,0001 mol di acido in 1 ml di soluzione

'.


39 di 61 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti la divisione cellulare non è vera?














La risposta corretta e' la '

Sia la meiosi che la mitosi producono cellule geneticamente identiche fra loro.

'.


40 di 61 Domande

Volendo preparare 10 L di soluzione di NaOH (massa molare: 40 g/mol) a pH 12, in quale di questi modi si può procedere?














La risposta corretta è la A
Per preparare 10 L di soluzione di NaOH a pH 12, si può sciogliere 4 g di NaOH in 10 L di soluzione acquosa. Per determinare la correttezza della risposta, bisogna calcolare la concentrazione necessaria di NaOH per ottenere un pH di 12. Il pH di una soluzione è dato da -log[H?] e, per una soluzione basica, il pOH è 14 - pH. Quindi, pOH = 2 e [OH?] = 10?² M. La concentrazione di NaOH, essendo una base forte, sarà uguale a [OH?], quindi 0,01 mol/L. In 10 L di soluzione, sono necessarie 0,01 mol/L × 10 L = 0,1 mol di NaOH. La massa molare di NaOH è 40 g/mol, quindi 0,1 mol corrisponde a 4 g di NaOH. Pertanto, sciogliere 4 g di NaOH in 10 L di soluzione acquosa è corretto per ottenere il pH desiderato.

41 di 61 Domande

Un legame doppio fra due atomi di carbonio è :














La risposta corretta è la D
Un legame doppio fra due atomi di carbonio è più forte e più corto di uno singolo. Un legame doppio tra due atomi di carbonio è composto da un legame sigma e un legame pi greco. Il legame sigma è il risultato della sovrapposizione frontale degli orbitali atomici, mentre il legame pi greco si forma dalla sovrapposizione laterale degli orbitali p. Questa configurazione rende il legame doppio più forte di un legame singolo, che è costituito solo da un legame sigma. Inoltre, la presenza del legame pi greco aumenta l'attrazione tra i due atomi di carbonio, avvicinandoli ulteriormente e risultando in una distanza di legame più corta rispetto a quella di un legame singolo. La maggiore forza e la minore lunghezza del legame doppio sono caratteristiche fondamentali che influenzano la reattività chimica e le proprietà fisiche delle molecole che li contengono.

42 di 61 Domande

La desinenza -one, secondo le regole internazionali di nomenclatura, spetta:














La risposta corretta e' la ' ai chetoni '.


43 di 61 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


44 di 61 Domande

Quale fra le seguenti è la dimensione tipica (diametro) di una cellula eucariotica animale?














La risposta corretta e' la ' Circa 20 μm '.


45 di 61 Domande

Per determinare il genotipo di un individuo a fenotipo dominante è necessario:














La risposta corretta è la A
Un individuo con fenotipo dominante può essere geneticamente omozigote dominante (AA) o eterozigote (Aa); dal solo fenotipo non è possibile distinguerli. L’incrocio di prova consiste nell’accoppiamento con un individuo a fenotipo recessivo, che per definizione è omozigote recessivo (aa). Questo setup rende il risultato dei figli direttamente informativo sul genotipo del genitore dominante: se il genitore è AA, tutti i figli saranno fenotipicamente dominanti (genotipo Aa); se è Aa, ci si attende una segregazione 1:1, con circa metà dei figli dominanti (Aa) e metà recessivi (aa). Poiché la trasmissione allelica segue la legge della segregazione, l’osservazione del fenotipo della prole, su un numero sufficiente di nati, rivela il genotipo del genitore dominante. Un incrocio con un altro individuo fenotipicamente dominante non è informativo, perché potrebbe coinvolgere sia AA sia Aa e non consentirebbe di distinguere le combinazioni. In genetica medica, questo principio si traduce nella consulenza per malattie autosomiche dominanti: la maggior parte degli individui affetti è eterozigote e ha un rischio del 50% per ciascun figlio di essere affetto; se fosse omozigote dominante, il rischio teorico sarebbe del 100%, ma tale condizione è spesso rara o associata a forme più severe o non vitali. Nella pratica clinica umana non si “esegue l’incrocio di prova”; si inferisce il genotipo analizzando il pedigree e, quando disponibile, con test molecolari. Tuttavia, il ragionamento è lo stesso: se tra i figli compaiono individui con fenotipo recessivo, il genitore dominante non può essere AA e deve essere Aa. È importante considerare che la previsione delle proporzioni attese presuppone dominanza completa, penetranza completa e assenza di interazioni epistatiche. Penetranza incompleta, espressività variabile, mutazioni de novo o mosaicismo germinale possono alterare l’osservazione clinica dei fenotipi nei figli e richiedere conferma con analisi genetica. In condizioni classiche mendeliane, però, l’incrocio con un individuo recessivo e l’osservazione del fenotipo della progenie rimangono il metodo più diretto per determinare il genotipo di un fenotipo dominante.

46 di 61 Domande

Un uomo con una certa malattia sposa una donna normale. La coppia ha 8 figli, quattro maschi e quattro femmine. Tutte le bambine hanno la malattia del padre; nessuno dei bambini è affetto. Di quale eredità si può trattare?














La risposta corretta e' la ' X- linked dominante '.


47 di 61 Domande

Quale delle seguenti ossa craniche è un osso pari?














La risposta corretta e' la ' Parietale '.


48 di 61 Domande

È corretto dire che:














La risposta corretta e' la ' i nervi spinali presentano sia componente motoria che sensitiva '.


49 di 61 Domande

Gli anticorpi sono:














La risposta corretta e' la ' proteine in grado di combinarsi con uno specifico antigene '.


50 di 61 Domande

Incrociando una drosophila con corpo grigio e ali lunghe, (eterozigote per entrambi i geni considerati) e una con corpo nero e ali poco sviluppate (omozigote recessiva per entrambi i geni considerati), Morgan osservò che i risultati ottenuti erano diversi da quelli previsti dalle leggi di Mendel e in particolare i fenotipi parentali erano molto più frequenti dei fenotipi ricombinanti. Da queste osservazioni si può dedurre che:














La risposta corretta è la B
L’osservazione che, nel testcross tra Drosophila eterozigote per “corpo grigio” e “ali lunghe” e una doppia recessiva “corpo nero” e “ali vestigiali”, i fenotipi parentali compaiono molto più spesso dei ricombinanti indica che i due geni non assortiscono in modo indipendente. In un diibrido con geni indipendenti (su cromosomi diversi o molto distanti sullo stesso cromosoma), un testcross produce quattro classi fenotipiche in rapporto ~1:1:1:1, con il 50% di gameti ricombinanti. Qui, invece, la prevalenza dei fenotipi parentali segnala “linkage”: i due geni si trovano sullo stesso cromosoma e tendono a essere trasmessi insieme. Il meccanismo è la ricombinazione meiotica: durante la profase I può avvenire crossing-over tra cromatidi omologhi, generando gameti ricombinanti. Se i geni sono vicini, la probabilità di un crossing-over che li separi è bassa, quindi la frequenza dei ricombinanti risulta nettamente inferiore al 50% e dominano le combinazioni parentali. La frazione di ricombinazione (?) stima la distanza genetica in centimorgan; ? < 0,5 è la firma del linkage. All’opposto, geni molto lontani sullo stesso cromosoma possono presentare ? ? 0,5 per la maggiore probabilità di uno o più crossing-over, apparendo “non associati”. Questo risultato storico di Morgan ha fondato la mappatura genetica: dalla proporzione di ricombinanti si deduce l’ordine e la distanza relativa dei geni. In ambito clinico, lo stesso principio è alla base dell’analisi di linkage per localizzare geni di malattia seguendo la co-segregazione con marcatori polimorfici in famiglie, utile quando il gene causale non è direttamente tipizzabile. Inoltre, concetti correlati come disequilibrio di linkage e aplotipi informano studi di associazione, screening genetico e consulenza riproduttiva. In sintesi, la frequenza elevata dei fenotipi parentali rispetto ai ricombinanti è la prova sperimentale che i geni considerati sono sullo stesso cromosoma e che la loro assortimento è condizionato dalla distanza genetica e dal crossing-over.

51 di 61 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


52 di 61 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


53 di 61 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


54 di 61 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


55 di 61 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


56 di 61 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


57 di 61 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


58 di 61 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


59 di 61 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti chetoni e aldeidi è corretta?














La risposta corretta è la C
Quale delle seguenti affermazioni riguardanti chetoni e aldeidi è corretta? Le aldeidi hanno un atomo di ossigeno ed uno di idrogeno legati al carbonio carbonilico. Questa affermazione è corretta perché le aldeidi sono composti organici caratterizzati dal gruppo funzionale carbonile (C=O) in cui il carbonio carbonilico è legato a un atomo di idrogeno e a un gruppo alchilico o arilico. Questo è ciò che distingue le aldeidi dai chetoni, i quali hanno il gruppo carbonilico legato a due gruppi alchilici o arilici e non a un atomo di idrogeno. La presenza dell'atomo di idrogeno legato al carbonio carbonilico nelle aldeidi rende possibile la loro ossidazione ad acidi carbossilici, una reazione che non è tipica dei chetoni a causa della loro struttura. Inoltre, la reattività delle aldeidi è influenzata dalla polarità del legame C=O, che è resa più pronunciata dall'idrogeno, un atomo meno ingombrante rispetto ai gruppi alchilici presenti nei chetoni.

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Come viene chiamato un composto aromatico derivato dal benzene recante un gruppo ossidrile (– OH) direttamente legato all'anello benzenico?














La risposta corretta è la D
Un composto aromatico derivato dal benzene recante un gruppo ossidrile (–OH) direttamente legato all'anello benzenico è chiamato fenolo. Il fenolo è un composto organico aromatico in cui un gruppo ossidrile è direttamente legato a un anello benzenico, conferendo al composto proprietà uniche rispetto agli alcoli alifatici. Questa struttura permette al fenolo di partecipare a interazioni di legame a idrogeno, influenzando significativamente la sua solubilità in acqua e il suo punto di ebollizione. Il legame diretto del gruppo –OH all'anello benzenico rende il fenolo più acido rispetto agli alcoli semplici, poiché la risonanza dell'anello benzenico stabilizza la carica negativa del fenossido risultante dalla deprotonazione. Questa caratteristica di acidità è una delle proprietà chimiche distintive del fenolo, che lo differenzia notevolmente da altri composti alifatici con gruppi ossidrile.

61 di 61 Domande

Considerando le reazioni all’ equilibrio sottostanti, in quale delle reazioni verrà prodotta una quantità maggiore di X in entrambi i casi in cui si abbia o un aumento della temperatura o un aumento della pressione? [Si assuma che non avvenga un cambiamento di stato quando temperatura o pressione vengono cambiate]














La risposta corretta è la A
Considerando le reazioni all'equilibrio, in quale delle reazioni verrà prodotta una quantità maggiore di X in entrambi i casi di aumento della temperatura o della pressione? La risposta corretta è: "2 Q(g) ? X(g); la reazione diretta è endotermica". Questa risposta è corretta perché, secondo il principio di Le Chatelier, un aumento della temperatura favorisce la reazione endotermica, cioè quella che assorbe calore, spostando l'equilibrio verso la formazione di più prodotti, in questo caso X. Inoltre, poiché la reazione coinvolge una diminuzione del numero di moli gassose (da 2 moli di Q a 1 mole di X), un aumento della pressione favorisce ulteriormente la formazione di X, in quanto l'equilibrio si sposterà verso il lato con meno moli di gas per ridurre la pressione. Pertanto, entrambe le condizioni di aumento di temperatura e pressione portano a una maggiore produzione di X.

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