Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 62 Domande

Nella molecola H2, i due atomi sono uniti da un legame:














La risposta corretta e' la '

Covalente

'.


2 di 62 Domande

I pesi atomici di H, P ed O sono rispettivamente 1, 31 e 16 u.m.a. Il peso molecolare espresso in u.m.a. dell' acido ortofosforico è:














La risposta corretta è la C
I pesi atomici di H, P ed O sono rispettivamente 1, 31 e 16 u.m.a. Il peso molecolare espresso in u.m.a. dell'acido ortofosforico è 98. L'acido ortofosforico ha la formula chimica H?PO?, che indica la presenza di tre atomi di idrogeno, uno di fosforo e quattro di ossigeno. Per calcolare il peso molecolare, si moltiplica il numero di atomi di ciascun elemento per il rispettivo peso atomico e si sommano i risultati: 3 atomi di idrogeno (3 × 1 u.m.a.) contribuiscono con 3 u.m.a., 1 atomo di fosforo (1 × 31 u.m.a.) con 31 u.m.a. e 4 atomi di ossigeno (4 × 16 u.m.a.) con 64 u.m.a. Sommando questi valori, si ottiene un peso molecolare totale di 98 u.m.a., confermando così la correttezza della risposta fornita.

3 di 62 Domande

Due triangoli sono sicuramente uguali quando sono uguali:














La risposta corretta è la E
Due triangoli sono sicuramente uguali quando sono uguali due lati e l'angolo compreso tra essi. Questa condizione è nota come criterio di congruenza LAL (Lato-Angolo-Lato) e afferma che se due triangoli hanno due lati rispettivamente congruenti e l'angolo compreso tra questi lati anch'esso congruente, allora i due triangoli sono congruenti, cioè hanno la stessa forma e dimensione. Questo principio si basa sul fatto che, una volta stabiliti due lati e l'angolo compreso, la forma del triangolo è completamente determinata e non è possibile disegnare un altro triangolo con dimensioni diverse che soddisfi queste stesse condizioni. Il criterio LAL è uno dei tre principali criteri di congruenza per i triangoli, insieme a LLL (Lato-Lato-Lato) e ASA (Angolo-Lato-Angolo), e viene spesso utilizzato in geometria per dimostrare che due triangoli sono identici.

4 di 62 Domande

Due atomi di carbonio asimmetrici sono entrambi:














La risposta corretta e' la '

Ibridati sp3

'.


5 di 62 Domande

Il legame covalente è polarizzato quando:














La risposta corretta è la E
Il legame covalente è polarizzato quando si stabilisce tra atomi con differente elettronegatività. Questa affermazione è corretta perché un legame covalente è definito come polarizzato quando c'è una distribuzione asimmetrica della densità elettronica tra i due atomi coinvolti nel legame. L'elettronegatività è una misura della tendenza di un atomo ad attrarre a sé gli elettroni di legame. Quando due atomi con differente elettronegatività formano un legame covalente, l'atomo più elettronegativo attirerà maggiormente gli elettroni, creando una parziale carica negativa su di sé e una parziale carica positiva sull'altro atomo. Questo fenomeno genera un dipolo elettrico, rendendo il legame polarizzato. Un esempio comune è il legame tra idrogeno e ossigeno nell'acqua, dove l'ossigeno, più elettronegativo, attira gli elettroni più dell'idrogeno, creando una molecola polarizzata.

6 di 62 Domande

Un corpo di massa M percorre una circonferenza con velocità V costante in modulo. La forza F agente sul corpo è :














La risposta corretta e' la '

diversa da zero e diretta radialmente verso il centro della circonferenza (centripeta)

'.


7 di 62 Domande

“La concentrazione di una soluzione può essere espressa in vari modi; la molarità, cioè il numero di moli di soluto in ogni litro di soluzione, è ovviamente indipendente dal peso molecolare del solvente; le frazioni molari del solvente e del soluto, cioè i rapporti tra le moli rispettivamente di solvente e soluto e le moli totali, dipendono invece dal valore del peso molecolare del solvente, oltre che, ovviamente, dal valore del peso molecolare del soluto”.
Quale delle seguenti affermazioni N O N può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale affermazione non possa essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è: "Per calcolare le frazioni molari è superfluo conoscere il peso molecolare del soluto". Il brano spiega che la molarità è indipendente dal peso molecolare del solvente, mentre le frazioni molari dipendono dai pesi molecolari sia del solvente che del soluto. Tuttavia, per calcolare le frazioni molari, è necessario conoscere il numero di moli di ciascun componente, che si ottiene dividendo la massa di ciascun componente per il suo peso molecolare. Pertanto, il peso molecolare del soluto è essenziale per determinare la sua quantità in moli e, di conseguenza, per calcolare correttamente le frazioni molari. L'affermazione secondo cui il peso molecolare del soluto è superfluo è quindi errata, poiché contraddice la necessità di conoscere questo valore per il calcolo delle frazioni molari, rendendo tale affermazione non deducibile dal brano.

8 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 62 Domande

Sono elettroliti forti in acqua:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quali sono gli elettroliti forti in acqua e la risposta corretta è che tutti i sali solubili sono elettroliti forti. Gli elettroliti forti sono sostanze che si dissociano completamente in ioni quando sono disciolte in acqua, conducendo quindi l'elettricità efficacemente. I sali solubili, come il cloruro di sodio (NaCl), si dissociano in cationi e anioni in soluzione acquosa, rendendoli elettroliti forti. Questa completa dissociazione significa che non c'è equilibrio tra il sale non dissociato e i suoi ioni, a differenza degli elettroliti deboli che si dissociano solo parzialmente. La solubilità dei sali è determinata dalle interazioni tra le molecole d'acqua e gli ioni del sale, che devono essere sufficientemente forti da superare le forze ioniche che tengono insieme il solido cristallino. Pertanto, quando un sale è solubile, è anche un elettrolita forte perché rilascia una grande quantità di ioni nel solvente, garantendo una conducibilità elettrica elevata.

11 di 62 Domande

Una proprietà della maggior parte degli enzimi di restrizione consiste nella loro capacità di riconoscere:














La risposta corretta e' la '

sequenze palindromiche

'.


12 di 62 Domande

Quanto pesa una molecola di anidride carbonica?














La risposta corretta e' la '

44 x 1,67 x 10-27 kg

'.


13 di 62 Domande

Qual è il valore del pH di una soluzione acquosa contenente 0,001 moli di HCI in 10 litri?














La risposta corretta e' la '

4

'.


14 di 62 Domande

Individuare l'affermazione FALSA riguardo al doppio legame tra atomi di carbonio:














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di individuare l'affermazione falsa riguardo al doppio legame tra atomi di carbonio e la risposta corretta è che "Non è mai presente nei chetoni". Nei chetoni, il gruppo funzionale è caratterizzato dalla presenza di un atomo di carbonio legato con un doppio legame a un atomo di ossigeno, formando un gruppo carbonilico (C=O), e non da un doppio legame tra due atomi di carbonio. Il doppio legame carbonio-carbonio è tipico degli alcheni, non dei chetoni. Nei chetoni, il carbonio del gruppo carbonilico è legato a due gruppi alchilici o arilici, il che esclude la presenza di un doppio legame tra due atomi di carbonio nel gruppo funzionale stesso. Pertanto, l'affermazione che un doppio legame tra atomi di carbonio non è mai presente nei chetoni è corretta, poiché la struttura chimica dei chetoni non lo prevede.

15 di 62 Domande

Una mutazione missenso nella sequenza nucleotidica di un gene ha sicuramente come effetto:














La risposta corretta e' la '

La sostituzione di un amminoacido nella proteina codificata dal gene

'.


16 di 62 Domande

Dato un cilindro retto a base circolare di raggio R e altezza h = 2R, qual è il rapporto fra il suo volume e quello della sfera massima contenibile?














La risposta corretta è la C
Dato un cilindro retto a base circolare di raggio R e altezza h = 2R, il rapporto fra il suo volume e quello della sfera massima contenibile è 3/2. Per calcolare il volume del cilindro, utilizziamo la formula V_cilindro = ?R²h, dove h = 2R, quindi V_cilindro = 2?R³. La sfera massima contenibile all'interno del cilindro avrà un diametro pari all'altezza del cilindro, ovvero 2R, quindi il suo raggio sarà R. Il volume della sfera è dato dalla formula V_sfera = (4/3)?R³. Pertanto, il rapporto tra il volume del cilindro e quello della sfera è V_cilindro / V_sfera = (2?R³) / ((4/3)?R³) = 3/2. Questo risultato mostra che il volume del cilindro è una volta e mezzo quello della sfera massima contenibile.

17 di 62 Domande

Un numero è sempre divisibile per 4 se:














La risposta corretta è la E
Un numero è sempre divisibile per 4 se il numero formato dalle sue due ultime cifre è divisibile per 4. Questa regola deriva dal fatto che 100 è divisibile per 4, quindi qualsiasi numero può essere scomposto in multipli di 100 e una parte rimanente inferiore a 100, cioè le sue ultime due cifre. Poiché i multipli di 100 sono sempre divisibili per 4, la divisibilità dell'intero numero per 4 dipende solo dalle ultime due cifre. Se queste due cifre formano un numero che è divisibile per 4, allora l'intero numero sarà divisibile per 4. Ad esempio, nel numero 1328, le ultime due cifre sono 28, e poiché 28 è divisibile per 4, anche 1328 lo è. Questo criterio di divisibilità semplifica il processo di verifica senza dover dividere l'intero numero per 4, concentrandosi solo su una piccola parte di esso.

18 di 62 Domande

Sia il seguente tratto di DNA ATT GGC AGC CCC ATG e la corrispondente sequenza che deriva dalla sua duplicazione TAA CCG TCG GCC TAC. Quale tripletta della sequenza duplicata non è stata scritta in modo CORRETTO?














La risposta corretta e' la '

GCC

'.


19 di 62 Domande

Indicare lo ione solfuro:














La risposta corretta e' la '

S2-

'.


20 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


21 di 62 Domande

Dalla reazione di quale delle seguenti coppie di sostanze si ottiene come prodotto un sale?














La risposta corretta è la E
La reazione di Li?O + CO? produce un sale. Quando l'ossido di litio (Li?O) reagisce con l'anidride carbonica (CO?), si forma il carbonato di litio (Li?CO?), che è un sale. Questo avviene perché l'ossido di litio è una base che reagisce con l'anidride carbonica, un acido, secondo la reazione: Li?O + CO? ? Li?CO?. Gli ossidi dei metalli alcalini come il litio sono basici e possono reagire con gli ossidi acidi come il CO? per formare sali neutri. In chimica, un sale si forma generalmente quando un acido reagisce con una base, e in questo caso, l'anidride carbonica agisce come un acido debole che reagisce con la base forte Li?O. Questa reazione è un esempio di neutralizzazione tra un ossido basico e un ossido acido, portando alla formazione di un composto ionico stabile, il carbonato di litio.

22 di 62 Domande

Nell’arto inferiore dell’uomo, l’osso femorale:














La risposta corretta e' la '

Costituisce lo scheletro della coscia

'.


23 di 62 Domande

Qual è la posizione dell’elemento X nella Tavola Periodica? 














La risposta corretta e' la '

Periodo: 3; Gruppo: 13

'.


24 di 62 Domande

Le molecole e gli ioni nell’elenco di seguito contengono azoto:
 N2 NH4+ NO NO2 N2O4 N2H4
 Quale delle seguenti opzioni riporta correttamente la sequenza di molecole e ioni in
ordine crescente di ossidazione dell’azoto dal più negativo al più positivo?














La risposta corretta è la E
La sequenza corretta delle molecole e degli ioni contenenti azoto in ordine crescente di ossidazione dell'azoto, dal più negativo al più positivo, è: NH??, N?H?, N?, NO, NO??, N?O. Per determinare l'ordine di ossidazione dell'azoto in queste specie, dobbiamo calcolare il numero di ossidazione dell'azoto in ciascuna di esse. Nell'ammonio (NH??), l'azoto ha un numero di ossidazione di -3, essendo il più negativo. In idrazina (N?H?), l'azoto ha un numero di ossidazione di -2. Nel diazoto (N?), il numero di ossidazione è 0. Nell'ossido di azoto (NO), l'azoto ha un numero di ossidazione di +2. Nell'anione nitrito (NO??), l'azoto ha un numero di ossidazione di +3. Infine, nel protossido di azoto (N?O), l'azoto ha un numero di ossidazione di +1, che è più positivo rispetto a NO ma meno positivo rispetto a NO??. Pertanto, l'ordine crescente di ossidazione è basato sull'aumento del numero di ossidazione dell'azoto da -3 a +3.

25 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni sulla classificazione scientifica degli organismi viventi introdotta da Carl von Linné, più comunemente noto come Linneo, NON è corretta?














La risposta corretta e' la '

Si fonda sulle teorie dell’Evoluzionismo

'.


26 di 62 Domande

Si consideri un fosfolipide costituito da una testa e da una doppia coda.
 Quale delle seguenti affermazioni NON è corretta? 














La risposta corretta e' la '

La testa è carica positivamente 

'.


27 di 62 Domande

Quando c'è una partita dell'Italia, Mario si trova sempre all'estero. Determinare, sulla base di questa sola informazione, quale delle seguenti deduzioni è corretta:














La risposta corretta e' la '

Oggi Mario è in Italia, quindi non ci sono partite dell'Italia

'.


28 di 62 Domande

Lucilla ha promesso che “se diminuiranno le spese di tutti i Ministeri, le tasse non aumenteranno”.
In quale dei seguenti casi la promessa risulterà NON mantenuta? 














La risposta corretta e' la '

Se tutti i Ministeri ridurranno le spese e le tasse aumenteranno 

'.


29 di 62 Domande

Per avere del latte è necessario ma non sufficiente avere o una mucca o una capra. Determinare quale delle seguenti situazioni è NON compatibile con questa affermazione. 














La risposta corretta è la E
Per avere del latte è necessario ma non sufficiente avere o una mucca o una capra. Determinare quale delle seguenti situazioni è NON compatibile con questa affermazione. Risposta corretta: Riccardo ha del latte, ma non ha né capre né mucche. La domanda si basa sul concetto di condizione necessaria ma non sufficiente, che implica che avere una mucca o una capra è richiesto per ottenere latte, ma non garantisce che il latte sia effettivamente disponibile, poiché potrebbero esserci altre condizioni da soddisfare. La situazione in cui Riccardo ha del latte senza possedere né una mucca né una capra contraddice la necessità di avere almeno uno di questi animali per ottenere latte, rendendola incompatibile con l'affermazione iniziale. Al contrario, avere una mucca o una capra senza ottenere latte non contraddice la condizione di necessità, poiché potrebbero mancare altre condizioni per produrre o ottenere il latte. Pertanto, la risposta corretta è quella che esclude la possibilità di ottenere latte senza soddisfare la condizione necessaria di possedere almeno uno degli animali menzionati.

30 di 62 Domande

Quale dei seguenti eventi non si verifica mai nell’interfase del ciclo cellulare? 














La risposta corretta e' la '

La citodieresi 

'.


31 di 62 Domande

Il bardotto nasce dall’incrocio tra: 














La risposta corretta e' la '

Un cavallo e un’asina

'.


32 di 62 Domande

La formula HPO3 rappresenta: 














La risposta corretta è la E
La formula HPO? rappresenta l'acido metafosforico. L'acido metafosforico è un acido inorganico che deriva dall'acido ortofosforico (H?PO?) attraverso un processo di disidratazione. Quando l'acido ortofosforico perde una molecola d'acqua, si forma l'acido metafosforico, che ha la formula chimica HPO?. Questa molecola è caratterizzata da un solo atomo di idrogeno legato a un gruppo fosforico (PO?), che è una struttura tetraedrica con un atomo di fosforo centrale legato a tre atomi di ossigeno. L'acido metafosforico è meno comune rispetto all'acido ortofosforico, ma è importante in alcune reazioni chimiche e processi industriali. La sua struttura chimica e il processo di formazione spiegano perché la formula HPO? è associata a questo acido specifico.

33 di 62 Domande

L’acondroplasia è una patologia che causa il nanismo, dovuta ad una scarsa o mancata produzione di condrina, una proteina prodotta dalle cellule che formano la cartilagine delle ossa lunghe. Tale patologia è trasmessa dai genitori ai figli in quanto:














La risposta corretta e' la '

Essendo la condrina una proteina, per la sua produzione è necessaria una corretta informazione genetica data dal DNA

'.


34 di 62 Domande

Un albino è una persona che non ha pigmenti nella pelle. Il carattere è dovuto alla presenza dell’allele recessivo a. Un maschio di colorito normale figlio di genitori e nonni normali sposa una donna normale con un genitore albino. Qual è la probabilità che il loro primo figlio sia albino? 














La risposta corretta e' la '

Praticamente nulla 

'.


35 di 62 Domande

Una ormai lunga esperienza dimostra che cibi integrati, carni provenienti da allevamenti artificiali, o congelate; cereali, verdura e frutta ottenuti in terreni chimicamente concimati ed in coltivazioni in cui si usano largamente antiparassitari non comportano pericoli, purché vi sia un minimo di educazione dei consumatori. Così una lunga esperienza comprova pure che cibi conservati in vari modi mantengono a lungo ottime caratteristiche nutritive, e non causano disturbi di sorta.
Naturalmente ciò è vero purché le cose siano fatte onestamente e vengano rigorosamente osservate le norme igieniche nella preparazione, nella conservazione e nell’uso degli alimenti impiegati.
(G.E.Luraghi, Le macchine della libertà, Bompiani, Milano,1981)
Delle cinque considerazioni proposte SOLO UNA, stando a quanto appena letto, sarebbe condivisa dall’autore. La si individui.














La risposta corretta e' la '

La tecnologia, se usata onestamente, può migliorare la produzione e la conservazione dei cibi 

'.


36 di 62 Domande

 In quale dei seguenti composti  è contenuto ferro?














La risposta corretta è la E
In quale dei seguenti composti è contenuto ferro? La risposta corretta è: Mioglobina. La mioglobina è una proteina globulare che si trova principalmente nel tessuto muscolare degli animali vertebrati, dove funge da deposito di ossigeno. Essa contiene un gruppo eme, che è una struttura organica complessa con un atomo centrale di ferro. Questo atomo di ferro è essenziale per la sua capacità di legare l'ossigeno, permettendo alla mioglobina di svolgere il suo ruolo biologico nel trasporto e nell'immagazzinamento dell'ossigeno nei muscoli. Il ferro presente nel gruppo eme è nella forma ferrosa (Fe²?) quando lega l'ossigeno e può ossidarsi a ferro ferrico (Fe³?) se la mioglobina si ossida, perdendo così la capacità di legare l'ossigeno. La presenza di ferro è quindi fondamentale per la funzione della mioglobina, rendendola un esempio classico di una proteina contenente ferro.

37 di 62 Domande

Una ammina terziaria deve contenere almeno:














La risposta corretta è la E
Una ammina terziaria deve contenere almeno tre atomi di carbonio. Un'ammina terziaria è un composto chimico organico in cui l'atomo di azoto è legato a tre gruppi alchilici o arilici, senza idrogeni legati. Per soddisfare questa definizione, l'atomo di azoto deve essere legato a tre catene carboniose distinte. Il più semplice esempio di ammina terziaria è la trimetilammina, in cui l'azoto è legato a tre gruppi metilici (CH?), ciascuno contenente un atomo di carbonio, per un totale di tre atomi di carbonio complessivi. Questo spiega perché una struttura di ammina terziaria richiede almeno tre atomi di carbonio, in quanto ogni gruppo alchilico o arilico deve contenere almeno un atomo di carbonio per essere considerato tale.

38 di 62 Domande

Esistono molteplici forme di memoria che hanno sede in zone diverse del cervello: la memoria procedurale che riguarda le nostre abilità percettive e motorie, e la memoria dichiarativa o esplicita, distinta in memoria semantica, cioè la capacità di ricordare quanto sappiamo, e memoria episodica, la capacità di ricordare gli eventi. Si deve poi distinguere tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine. Quest’ultima trattiene le informazioni per un lungo lasso di tempo, grazie anche a meccanismi emotivi di consolidamento. La capacità di andare in bicicletta anche dopo molti anni che non la si usa più può essere attribuita a:














La risposta corretta e' la '

memoria procedurale

'.


39 di 62 Domande

Una proteina è dotata di struttura quaternaria solo quando: 














La risposta corretta e' la '

E' formata da due o più catene polipeptidiche associate

'.


40 di 62 Domande

La corteccia cerebrale è presente: 














La risposta corretta e' la '

Solo nelle classi di uccelli e mammiferi

'.


41 di 62 Domande

A partire da uno stato di equilibrio, una data quantità di gas perfetto compie una serie di trasformazioni, alcune anche irreversibili, sino a raggiungere un nuovo stato di equilibrio, ma senza mai scambiare calore con l'esterno. Si osserva che il volume finale è maggiore del volume iniziale.
Quale delle seguenti deduzioni è corretta? 














La risposta corretta è la B
In una trasformazione di un gas perfetto che non scambia calore con l'esterno e in cui il volume finale è maggiore del volume iniziale, non è possibile determinare univocamente i valori finali di temperatura e pressione. Questo è dovuto al fatto che, nonostante il volume aumenti, l'assenza di scambio di calore implica che il processo sia adiabatica. In un processo adiabatica, la relazione tra pressione, volume e temperatura è governata dall'equazione PV^? = costante, dove ? è il rapporto dei calori specifici. Tuttavia, se la trasformazione include processi irreversibili, come indicato, l'analisi diventa più complessa perché le equazioni di stato standard non si applicano direttamente e le perdite di energia interna dovute a irreversibilità non permettono di determinare univocamente i valori finali di temperatura e pressione solo dalle informazioni sul volume.

42 di 62 Domande

La funzione y =a-x con a>o:con a>0 : 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede: "La funzione y = a^-x con a > 0 è sempre positiva?" e la risposta corretta è: "È sempre positiva". La funzione y = a^-x, dove a è un numero positivo, rappresenta una funzione esponenziale decrescente. Quando si eleva un numero positivo a una potenza negativa, il risultato è il reciproco della potenza positiva corrispondente. In altre parole, a^-x è uguale a 1/(a^x). Poiché a è maggiore di zero, a^x è sempre positivo per qualsiasi valore reale di x, e quindi anche il suo reciproco, 1/(a^x), è sempre positivo. Questo implica che la funzione non attraversa mai l'asse x e non assume mai valori negativi o nulli, confermando che è sempre positiva per ogni valore reale di x.

43 di 62 Domande

Analizzando il DNA di un organismo, qual è in percentuale la quantità di adenina se la citosina è il 31%? 














La risposta corretta e' la '

 19%

'.


44 di 62 Domande

Una reazione chimica comporta sempre la trasformazione:














La risposta corretta e' la '

Di una o più specie chimiche in altre

'.


45 di 62 Domande

L’insieme di tutte le soluzione dell’equazione 2log x = log5 é:














La risposta corretta è la E
L'insieme di tutte le soluzioni dell'equazione 2log x = log5 è {?5}. Per risolvere questa equazione, bisogna prima comprendere che 2log x può essere riscritto come log(x²) grazie alle proprietà dei logaritmi. Quindi, l'equazione diventa log(x²) = log5. Poiché i logaritmi sono uguali, possiamo eguagliare gli argomenti, portando a x² = 5. Risolvendo questa equazione, otteniamo x = ±?5. Tuttavia, poiché il logaritmo di un numero negativo non è definito nei numeri reali, l'unica soluzione accettabile è x = ?5. Pertanto, l'insieme delle soluzioni è {?5}, confermando che la risposta corretta è {?5}.

46 di 62 Domande

Gli isotopi di uno stesso elemento hanno :














La risposta corretta e' la '

Diverso numero di neutroni.

'.


47 di 62 Domande

Calcolare la molarità di una soluzione contenente 8 g di NaOH (massa molecolare = 40 u) in 100 ml di soluzione:














La risposta corretta è la D
Calcolare la molarità di una soluzione contenente 8 g di NaOH (massa molecolare = 40 u) in 100 ml di soluzione: la risposta corretta è 2 M. Per calcolare la molarità, bisogna prima determinare il numero di moli di NaOH presenti nella soluzione. La massa molecolare di NaOH è 40 g/mol, quindi 8 g di NaOH corrispondono a 8 g / 40 g/mol = 0,2 moli. La molarità si calcola dividendo il numero di moli per il volume della soluzione in litri. Poiché il volume dato è 100 ml, bisogna convertirlo in litri: 100 ml = 0,1 L. Pertanto, la molarità è 0,2 moli / 0,1 L = 2 M. Questa è la concentrazione della soluzione espressa in moli per litro, confermando che la risposta corretta è 2 M.

48 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni rispetto a due campioni di Cloruro di sodio di massa diversa è sempre corretta?














La risposta corretta è la D
Quale delle seguenti affermazioni rispetto a due campioni di Cloruro di sodio di massa diversa è sempre corretta? I due campioni hanno la medesima composizione percentuale: Na = 39,6% e Cl = 60,4%. La risposta è corretta perché il cloruro di sodio (NaCl) è un composto ionico che presenta una composizione percentuale costante indipendentemente dalla quantità di sostanza presente. Ciò è dovuto al fatto che il rapporto tra gli atomi di sodio (Na) e cloro (Cl) nel composto è sempre di 1:1, determinando una composizione fissa in termini di percentuale di massa. La legge delle proporzioni definite, o legge di Proust, afferma che un composto chimico puro è costituito sempre dagli stessi elementi combinati nello stesso rapporto di massa. Pertanto, anche se si considerano campioni di NaCl di masse diverse, la percentuale di massa di sodio e cloro rimane invariata, rispettivamente al 39,6% e 60,4%. Questa caratteristica è una proprietà fondamentale dei composti chimici e permette di prevedere la loro composizione indipendentemente dalla quantità totale di materiale considerato.

49 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


50 di 62 Domande

Tra le transizioni di stato, quale passaggio indica la condensazione?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale passaggio indica la condensazione e la risposta corretta è: da gassoso a liquido. La condensazione è il processo fisico attraverso il quale una sostanza passa dallo stato gassoso a quello liquido, avvenendo generalmente quando il vapore si raffredda o viene compresso al di sotto del suo punto di ebollizione. Durante la condensazione, le molecole di gas perdono energia termica, rallentano e si avvicinano tra loro, formando legami intermolecolari più forti che le trattengono in uno stato liquido. Questo fenomeno è l'opposto dell'evaporazione, dove una sostanza passa da liquido a gas. La condensazione è un passaggio di stato esotermico, il che significa che rilascia calore nell'ambiente circostante. È un processo fondamentale in molti fenomeni naturali e industriali, come la formazione delle nuvole e la distillazione.

51 di 62 Domande

Nei procarioti il controllo dell’ espressione genica è operato prevalentemente tramite:














La risposta corretta è la C
Nei procarioti il controllo dell’espressione genica è operato prevalentemente tramite operoni perché la regolazione avviene soprattutto a livello trascrizionale e in modo coordinato. Un operone è un’unità funzionale formata da un promotore, un operatore e geni strutturali contigui che vengono trascritti in un unico mRNA policistronico; un gene regolatore, spesso separato, codifica un repressore o un attivatore. Questo schema consente di accendere o spegnere simultaneamente interi set di geni che partecipano alla stessa via metabolica, rispondendo rapidamente a variazioni ambientali. La regolazione classica è negativa, tramite repressori che si legano all’operatore impedendo l’accesso della RNA polimerasi; molecole effettrici modulano tale legame: un induttore inattiva il repressore (esempio: operone lac in presenza di lattosio), mentre un corepressore lo attiva (operone trp quando il triptofano è abbondante). Esiste anche regolazione positiva: complessi attivatori come CAP–cAMP si legano vicino al promotore e potenziano il reclutamento della RNA polimerasi, integrando segnali metabolici (catabolite repression). Fattori sigma alternativi ridefiniscono la specificità della RNA polimerasi verso insiemi di promotori, fornendo un ulteriore controllo globale. Nei batteri, la trascrizione è accoppiata alla traduzione; ciò permette meccanismi come l’attenuazione (es. operone trp), in cui la formazione di strutture dell’mRNA e l’occupazione del ribosoma modulano la terminazione precoce della trascrizione. Questa architettura è favorita dall’assenza di compartimentazione nucleare, dalla rapidità del turnover dell’mRNA e dalla necessità di risposte rapide ed energeticamente efficienti. A differenza degli eucarioti, dove predominano controlli post-trascrizionali e regolazioni tramite cromatina, enhancer e splicing, nei procarioti l’operone resta la strategia cardine. Rilevanza clinica: molti fattori di virulenza, sistemi di acquisizione del ferro, biosintesi di tossine e operazioni di resistenza sono organizzati in operoni; comprenderne la regolazione aiuta a prevedere l’espressione di determinanti patogenetici e la risposta a stress ambientali. Farmaci che colpiscono la RNA polimerasi batterica interrompono direttamente la fase centrale di questa regolazione, confermando quanto il controllo trascrizionale via operoni sia cruciale per la fisiologia procariotica.

52 di 62 Domande

Quale dei seguenti è un nome alternativo per il ciclo di Krebs?














La risposta corretta è la B
“Ciclo TCA” è un nome alternativo corretto per il ciclo di Krebs; TCA sta per “tricarbossilico” e indica che alcuni intermedi chiave (in particolare citrato e isocitrato) possiedono tre gruppi carbossilici. Lo stesso processo è anche noto come ciclo dell’acido citrico. Scoperto da Hans Krebs, si svolge nella matrice mitocondriale e costituisce il fulcro del metabolismo aerobio: ossida il gruppo acetile dell’acetil-CoA a due molecole di CO2, generando potere riducente (3 NADH e 1 FADH2) e 1 GTP (o ATP) per giro. Questi equivalenti riducenti alimentano la catena di trasporto degli elettroni, dove l’ossigeno funge da accettore finale: per questo il ciclo TCA dipende indirettamente dalla disponibilità di O2. Dal punto di vista biochimico, l’acetil-CoA si condensa con l’ossalacetato (citrato sintasi) formando citrato, che viene isomerizzato a isocitrato e poi decarbossilato ossidativamente a ?-chetoglutarato e succinil-CoA (isocitrato deidrogenasi e complesso ?-chetoglutarato deidrogenasi, fasi regolatorie chiave). Il ciclo prosegue con succinato, fumarato, malato e rigenera ossalacetato. È un ciclo anfibolico: oltre a catabolizzare l’acetile, fornisce precursori per biosintesi (citrato per acidi grassi e colesterolo, ?-chetoglutarato e ossalacetato per amminoacidi), equilibrati da reazioni anaplerotiche come la carbossilazione del piruvato a ossalacetato. Il contesto clinico evidenzia la centralità del TCA. La carenza di tiamina riduce l’attività del complesso piruvato deidrogenasi e dell’?-chetoglutarato deidrogenasi, compromettendo il flusso nel ciclo e favorendo acidosi lattica e disfunzione neurologica. L’arsenito inibisce gli enzimi dipendenti da lipoato (compreso ?-chetoglutarato deidrogenasi), mentre il fluoroacetato si converte in fluorocitrato che blocca l’aconitasi. Mutazioni di isocitrato deidrogenasi in alcune neoplasie producono 2-idrossiglutarato con effetti epigenetici. Nelle patologie mitocondriali o in ipossia, la riduzione della fosforilazione ossidativa rallenta il ciclo TCA, con deficit energetico tissutale. Clinicamente, comprendere il ciclo TCA aiuta a interpretare alterazioni metaboliche, guidare integrazione di tiamina in pazienti a rischio e comprendere l’impatto di farmaci o tossine sul metabolismo cellulare.

53 di 62 Domande

Quale delle seguenti funzioni NON è tipica delle cellule endoteliali?














La risposta corretta è la A
L’affermazione è corretta perché le cellule endoteliali non sono responsabili dei movimenti volontari o involontari del corpo. La funzione motoria è propria dei tessuti muscolari: il muscolo scheletrico genera i movimenti volontari, mentre il muscolo liscio e il miocardio governano i movimenti involontari (peristalsi, tono vasale, contrazione cardiaca). Le cellule endoteliali, invece, costituiscono un monostrato che riveste internamente vasi sanguigni e linfatici e svolgono funzioni paracrini, metaboliche e di barriera, ma non producono forza meccanica per il movimento corporeo. Le funzioni tipiche dell’endotelio includono il mantenimento dell’integrità della barriera vascolare e della permeabilità selettiva, anche grazie al glicocalice; la regolazione del tono vascolare mediante produzione di mediatori come ossido nitrico, prostaciclina ed endotelina che modulano la contrazione del muscolo liscio vasale; il controllo dell’emostasi bilanciando fattori pro- e anticoagulanti (p. es. fattore di von Willebrand, trombomodulina, t-PA, in condizioni di attivazione anche fattore tissutale); la regolazione del traffico leucocitario attraverso molecole di adesione (selettine, ICAM, VCAM) e citochine; l’angiogenesi in risposta a segnali come VEGF; e funzioni metaboliche tra cui la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II tramite l’ACE, particolarmente nell’endotelio polmonare. In distretti specializzati, come la barriera ematoencefalica, le giunzioni serrate endoteliali contribuiscono all’isolamento del SNC. Clinicamente, la disfunzione endoteliale è un meccanismo chiave di ipertensione, aterosclerosi, trombosi arteriosa e venosa, e complicanze microvascolari nel diabete; negli stati settici contribuisce a vasoplegia, coagulopatia e “capillary leak” con edema interstiziale; nell’ischemia-riperfusione amplifica infiammazione e danno tissutale. Benché le cellule endoteliali possano rimodellare il citoscheletro e contrarsi lievemente per modulare gli spazi intercellulari, questo non equivale a generare movimento corporeo o contrazione d’organo. In sintesi, l’endotelio regola il flusso ematico e la comunicazione tra sangue e tessuti, ma non esegue movimenti: questi sono prerogativa dei muscoli, sui quali l’endotelio agisce indirettamente tramite mediatori vasoattivi.

54 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

product image













La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

product image













La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

product image













La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

product image













La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

product image













La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

product image













La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

product image













La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


61 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

product image













La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 62 Domande

Si considerino le due seguenti soluzioni: una soluzione acquosa di nitrato di magnesio 0,5M e una soluzione acquosa di fosfato di sodio 0,4M. Quale affermazione in merito alle due soluzioni è corretta?














La risposta corretta è la B
La soluzione di fosfato di sodio è ipertonica rispetto alla soluzione di nitrato di magnesio. Per determinare quale soluzione è ipertonica rispetto all'altra, è necessario confrontare la concentrazione totale di particelle disciolte in ciascuna soluzione. La soluzione di nitrato di magnesio 0,5M si dissocia in acqua in tre ioni: un catione Mg²? e due anioni NO??, portando a una concentrazione totale di particelle di 1,5M. D'altra parte, il fosfato di sodio 0,4M si dissocia in quattro ioni: tre cationi Na? e un anione PO?³?, risultando in una concentrazione totale di particelle di 1,6M. Poiché la concentrazione di particelle nella soluzione di fosfato di sodio è maggiore, questa soluzione è ipertonica rispetto alla soluzione di nitrato di magnesio.

Consegna il compito!


Tempo Rimasto 50 minuti!

Dottore, non aggiorni questa pagina prima del completamento della correzione.
Clicchi su "Consegna il Compito" per ottenere la correzione del compito.

consegna v3 il compito