Simulazione

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1 di 64 Domande

Quando una molecola libera di HCl incontra una molecola libera NH3 per formare una molecola di NH4CL (cloruro d'ammonio) lo stato finale del sistema, confrontato con lo stato iniziale:














La risposta corretta e' la '

Ha energia cinetica totale minore e quantità di moto totale uguale

'.


2 di 64 Domande

Nell'uomo, come quasi tutti i vertebrati, vi sono due strutture - dette cinture - che servono a raccordare gli arti con lo scheletro assile. Si può affermare che:














La risposta corretta e' la '

solo la cintura pelvica si connette direttamente con la colonna vertebrale

'.


3 di 64 Domande

Gli anticorpi sono prodotti da:














La risposta corretta e' la '

plasmacellule

'.


4 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (≥90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


5 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ≥1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

6 di 64 Domande

L'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) hanno ritenuto importante, tra le altre campagne di educazione alla salute, tutelare i cittadini dai rischi da carenza iodica. Proprio con questo fine il Ministero della Salute ha iniziato una campagna di promozione dell'uso del sale arricchito con iodio e ha promosso un disegno di legge finalizzato alla prevenzione di patologie da carenza iodica. Nei punti vendita deve essere garantita la presenza contemporanea di sale arricchito di iodio e sale comune. Lo iodio è fondamentale per l'organismo in quanto interviene:














La risposta corretta e' la '

nella produzione degli ormoni tiroidei

'.


7 di 64 Domande

In una cellula animale in metafase mitotica possiamo trovare:














La risposta corretta è la D
In una cellula animale in metafase mitotica possiamo trovare: una coppia di centrioli in ogni centro di organizzazione dei microtubuli. Nelle cellule animali il centrosoma è il principale MTOC e contiene due centrioli disposti ortogonalmente immersi nel materiale pericentriolare (PCM), dove i complessi ad anello di γ-tubulina nucleano i microtubuli del fuso. I centrioli si duplicano in fase S e maturano in G2, così che in metafase ci sono due centrosomi ai poli opposti, ciascuno con una coppia di centrioli. Da questi MTOC si irradiano microtubuli astrali, interpolari e kinetocorici necessari per allineare i cromosomi alla piastra metafasica e garantire la corretta segregazione. La presenza di coppie di centrioli è quindi caratteristica delle cellule animali in mitosi, a differenza delle cellule vegetali superiori che organizzano il fuso senza centrioli.

8 di 64 Domande

Un indovino ha previsto che nessuno studente proveniente dall'Istituto ABC supererà questo test. Determinare cosa deve accadere necessariamente affinché la previsione si riveli falsa.














La risposta corretta è la D
Un indovino ha previsto che nessuno studente proveniente dall'Istituto ABC supererà questo test; la risposta corretta è che almeno uno studente che supera il test dovrà provenire dall'Istituto ABC. Questa risposta è corretta perché la previsione dell'indovino è che nessuno degli studenti dell'Istituto ABC supererà il test, il che significa che tutti gli studenti di quell'istituto falliranno. Per dimostrare che la previsione è falsa, è sufficiente che almeno uno studente dell'Istituto ABC superi il test, poiché questo contraddirebbe l'affermazione iniziale dell'indovino. Questa situazione è un esempio di come si possa confutare una previsione universale, che si esprime attraverso un'affermazione negativa universale, mostrando un singolo caso contrario. In logica, questo è noto come il metodo della confutazione per controesempio, dove l'esistenza di un solo controesempio è sufficiente a dimostrare che l'affermazione generale è falsa.

9 di 64 Domande

Determinare quante sono le parole di 7 lettere (anche senza senso) che si possono scrivere utilizzando solo le 4 lettere A, C, G, T (si intende che non bisogna necessariamente utilizzare tutte le 4 lettere, per cui per esempio anche la parola AGGTATA va bene).














La risposta corretta è la C
Determinare quante sono le parole di 7 lettere (anche senza senso) che si possono scrivere utilizzando solo le 4 lettere A, C, G, T (si intende che non bisogna necessariamente utilizzare tutte le 4 lettere, per cui per esempio anche la parola AGGTATA va bene). Risposta corretta: 4⁷. La domanda chiede di calcolare il numero totale di combinazioni possibili di parole di 7 lettere utilizzando un alfabeto di 4 lettere, A, C, G e T. Poiché ogni posizione della parola può essere occupata da una qualsiasi delle 4 lettere, il problema si riduce a calcolare il numero di permutazioni con ripetizione in cui ogni posizione della parola può essere una delle 4 lettere disponibili. La formula per calcolare il numero di tali permutazioni è data da n^k, dove n è il numero di elementi tra cui scegliere (in questo caso 4 lettere) e k è il numero di posizioni (in questo caso 7 lettere). Pertanto, il numero totale di parole di 7 lettere che si possono formare è 4^7, che risulta in 16.384 possibili combinazioni.

10 di 64 Domande

Simona afferma: "In ogni corso di laurea in Medicina e Chirurgia c'è almeno uno studente che ha superato tutti gli esami del primo anno". Se tale affermazione è falsa, allora sicuramente :














La risposta corretta e' la '

C'è almeno un corso di laurea in Medicina e Chirurgia in cui nessuno studente ha superato tutti gli esami del primo anno

'.


11 di 64 Domande

Se in una reazione gli ioni Ag+ in soluzione si trasformano in atomi del metallo, ciò significa che gli ioni Ag+:














La risposta corretta e' la '

Agiscono da ossidanti

'.


12 di 64 Domande

In un frammento di DNA, vengono calcolate le percentuali di ognuna delle quattro basi azotate presenti. In quale/i dei seguenti casi la somma dei valori ottenuti rappresenta sempre il 50% del totale delle basi?

1) % adenina + % timina 2) % citosina + % guanina 3) % guanina + % timina














La risposta corretta e' la '

Solo 3

'.


13 di 64 Domande

Un alcol primario può essere ossidato a dare prima una aldeide e poi un acido carbossilico. Quale delle seguenti sequenze rappresenta l'ordine corretto di queste reazioni?














La risposta corretta e' la '

CH3CH2CH2CH2OH --> CH3CH2CH2CHO --> CH3CH2CH2CH2COOH

'.


14 di 64 Domande

Nel cuore, la circolazione sistemica ha origine:














La risposta corretta e' la '

Dal ventricolo sinistro

'.


15 di 64 Domande

In quale regione della colonna vertebrale cinque vertebre sono fuse insieme in un unico blocco?














La risposta corretta e' la '

Regione sacrale

'.


16 di 64 Domande

Quale dei seguenti eventi non è presente nella divisione di una cellula procariotica?














La risposta corretta e' la '

Cariodieresi.

'.


17 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di β-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


18 di 64 Domande

Se, operando in condizioni normali di temperatura e pressione, si immerge del potassio metallico in acqua deionizzata: 














La risposta corretta è la D
Immergendo del potassio metallico in acqua deionizzata si verifica una reazione con produzione di KOH in soluzione acquosa e H₂. Questa reazione è un esempio di reazione di metallo alcalino con acqua, in cui il potassio, un metallo alcalino altamente reattivo, reagisce vigorosamente con l'acqua. In condizioni normali di temperatura e pressione, il potassio cede un elettrone per formare un catione K⁺, mentre le molecole d'acqua vengono ridotte per formare idrossido di potassio (KOH) e gas idrogeno (H₂). La reazione è esotermica, rilasciando calore che può accendere l'idrogeno prodotto, causando una piccola esplosione o fiamma. L'equazione chimica bilanciata per questa reazione è 2K + 2H₂O → 2KOH + H₂↑. L'acqua deionizzata, priva di ioni disciolti, non interferisce con la reazione, permettendo al potassio di reagire direttamente con le molecole d'acqua.

19 di 64 Domande

La glicolisi è la via che dà inizio al catabolismo del glucosio. In quale comparto della cellula avviene? 














La risposta corretta e' la '

Nel citosol 

'.


20 di 64 Domande

Zolfo e ferro reagiscono completamente con un rapporto in peso di 1:1,74 e producono solfuro di ferro (II) (FeS). Che cosa succede mettendo a reagire 0,5 g di zolfo con 1,74 g di
ferro?














La risposta corretta e' la '

Si ottengono 1,37 g di FeS e 0,87 g di ferro non reagiscono 

'.


21 di 64 Domande

Secondo il principio di Avogadro volumi uguali di gas diversi, misurati nelle stesse condizioni di pressione e temperatura:














La risposta corretta è la B
Secondo il principio di Avogadro, volumi uguali di gas diversi, misurati nelle stesse condizioni di pressione e temperatura, contengono lo stesso numero di particelle. Questa affermazione si basa sul principio formulato da Amedeo Avogadro nel 1811, il quale stabilisce che, a parità di condizioni di temperatura e pressione, volumi uguali di gas contengono lo stesso numero di molecole. Questa legge è fondamentale nella chimica dei gas e si applica a gas ideali, dove le interazioni tra le molecole sono trascurabili e il volume delle particelle stesse è insignificante rispetto al volume totale del gas. Il principio di Avogadro ha permesso di comprendere meglio la relazione tra il volume di un gas e il numero di particelle che contiene, portando all'introduzione del concetto di mole, che è una delle unità fondamentali nel Sistema Internazionale. Inoltre, questa legge è essenziale per la determinazione delle formule molecolari e per il calcolo delle reazioni chimiche in fase gassosa.

22 di 64 Domande

Miscelando quantità equimolari di ammoniaca e cloruro di ammonio in acqua si ottiene:














La risposta corretta è la E
Miscelando quantità equimolari di ammoniaca e cloruro di ammonio in acqua si ottiene una soluzione tampone. Una soluzione tampone è una miscela che resiste alle variazioni di pH quando vengono aggiunte piccole quantità di acido o base. In questo caso, l'ammoniaca (NH₃) agisce come base debole mentre il cloruro di ammonio (NH₄Cl) fornisce lo ione ammonio (NH₄⁺), che è il suo acido coniugato. Quando si aggiunge un acido alla soluzione, gli ioni H⁺ vengono neutralizzati dall'ammoniaca, mentre l'aggiunta di una base è tamponata dallo ione ammonio. Questo equilibrio tra la base debole e il suo acido coniugato è ciò che conferisce alla soluzione la capacità di mantenere un pH relativamente costante, caratteristica fondamentale delle soluzioni tampone.

23 di 64 Domande

In merito al processo della meiosi, quale delle seguenti affermazioni è ERRATA?














La risposta corretta e' la '

Le cellule figlie sono genotipicamente identiche alla cellula madre

'.


24 di 64 Domande

Un gas ideale X è costituito da particelle di massa m ed energia cinetica media E. Un
altro gas ideale Y è costituito da particelle di massa 4 m ed energia cinetica media 2
E. Se la temperatura assoluta del gas X è di 200 K, qual è la temperatura assoluta del
gas Y?














La risposta corretta e' la '

400 K

'.


25 di 64 Domande

Quale dei seguenti gruppi funzionali è presente nella molecola CH3CH2CONH2














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale gruppo funzionale è presente nella molecola CH₃CH₂CONH₂ e la risposta corretta è "Ammidico". La molecola in questione è un'ammide, che è caratterizzata dalla presenza del gruppo funzionale ammidico, costituito da un atomo di carbonio legato a un gruppo carbonile (C=O) e a un atomo di azoto (N). Nella struttura di CH₃CH₂CONH₂, il gruppo carbonile è collegato direttamente all'azoto, formando il gruppo ammidico. Questo gruppo funzionale è tipico delle ammidi, che sono derivati degli acidi carbossilici dove il gruppo -OH dell'acido è sostituito da un gruppo -NH₂. La presenza di questo gruppo conferisce alla molecola proprietà specifiche come la capacità di formare legami a idrogeno, influenzando la solubilità e la reattività chimica della molecola stessa.

26 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni per il DNA dei procarioti NON è corretta?














La risposta corretta e' la '

È contenuto nel nucleolo
 

'.


27 di 64 Domande

 Il fosforo (Gruppo 15) e il cloro (Gruppo 17) reagiscono per formare il composto PCl3 .
 In una molecola di PCl3 quanti doppietti elettronici non condivisi (NC) e quante coppie di elettroni di legame (EL) ci sono nel livello di valenza del fosforo?














La risposta corretta e' la '

NC = 1 EL = 3

'.


28 di 64 Domande

 Quali parole vanno sostituite ai numeri per dare un senso compiuto e logico alla frase seguente?
 “A causa dei miei errori sono stato ___(1)___ alla gogna ____(2)___”. 














La risposta corretta e' la '

(1) esposto (2) mediatica

'.


29 di 64 Domande

Due vertebrati, sani, di sesso differente, appartengono sicuramente a specie diverse se:














La risposta corretta e' la '

Non possono generare prole fertile

'.


30 di 64 Domande

La nascita della pecora Dolly ha rappresentato il primo caso documentato di:














La risposta corretta è la A
La pecora Dolly è stata il primo mammifero ottenuto mediante trasferimento nucleare da una cellula somatica adulta, dimostrando che il nucleo di una cellula differenziata conserva l’intero patrimonio genetico necessario a riprogrammare lo sviluppo embrionale. La novità non era la “clonazione” in senso lato, già realizzata in precedenza da cellule embrionali o fetali, ma l’uso di un nucleo proveniente da una cellula adulta (una cellula della ghiandola mammaria), riprogrammato all’interno di un ovocita enucleato. Questo processo, detto trasferimento nucleare di cellula somatica, prevede l’asportazione del nucleo dall’ovocita, l’inserimento del nucleo somatico, l’attivazione dell’ovocita e la coltura dell’embrione fino allo stadio idoneo per l’impianto in un utero ricevente. Dolly non era un animale “transgenico” né il prodotto di fecondazione in vitro o di scissione embrionale; era geneticamente quasi identica alla donatrice del nucleo, con eventuali differenze limitate al DNA mitocondriale dell’ovocita ricevente. L’evento ha fornito una prova cruciale della reversibilità funzionale della differenziazione cellulare tramite meccanismi epigenetici, aprendo la strada a concetti poi estesi alla riprogrammazione cellulare e alla medicina rigenerativa. Dal punto di vista biologico e traslazionale, la clonazione riproduttiva tramite trasferimento nucleare ha mostrato limiti importanti: bassissima efficienza, alta frequenza di perdite fetali e neonatali, e anomalie legate a un’incompleta riprogrammazione epigenetica (per esempio disturbi dell’imprinting e della crescita). Per queste ragioni, oltre a questioni etiche sostanziali, la clonazione riproduttiva umana è vietata o fortemente regolamentata in molte giurisdizioni. Il principio di riprogrammazione, invece, ha contribuito allo sviluppo di approcci non riproduttivi, come la derivazione di cellule staminali embrionali tramite trasferimento nucleare o, più diffusamente, la generazione di cellule staminali pluripotenti indotte, che consentono modelli di malattia e prospettive terapeutiche senza creare un individuo clonato. In sintesi, la nascita di Dolly ha rappresentato il primo caso documentato di clonazione di un mammifero a partire dal nucleo di una cellula adulta, segnando una svolta nella biologia dello sviluppo e nelle scienze biomediche.

31 di 64 Domande

Le ammidi hanno carattere:














La risposta corretta è la E
Le ammidi hanno carattere neutro. Le ammidi sono composti organici derivati dagli acidi carbossilici in cui il gruppo ossidrilico (-OH) è sostituito da un gruppo amminico (-NH₂, -NHR o -NR₂). Questa struttura conferisce alle ammidi una stabilità particolare grazie alla risonanza tra il doppio legame carbonio-ossigeno e il legame carbonio-azoto, che riduce la disponibilità dell'azoto a donare un doppietto elettronico, rendendolo meno basico rispetto alle ammine. Inoltre, la presenza del gruppo carbonilico (C=O) non è sufficiente a conferire acidità significativa, poiché il legame peptidico è resistente all'idrolisi e non libera protoni facilmente. Di conseguenza, le ammidi in condizioni normali non si comportano né come acidi né come basi, mantenendo un carattere chimico neutro.

32 di 64 Domande

A una conferenza 10 persone prendono appunti, 8 portano gli occhiali. Con questi dati si può concludere con certezza che il numero totale N degli ascoltatori a quella conferenza è: 














La risposta corretta e' la '

 N > 10

'.


33 di 64 Domande

In un caso di eredità poligenica, i geni A, B, C controllano tutti la produzione di un pigmento di colore rosso. A quale dei genotipi riportati corrisponde la massima produzione di colore? 














La risposta corretta e' la '

 AaBBCc 

'.


34 di 64 Domande

L’influenza è dovuta:














La risposta corretta e' la '

Ad una infezione virale

'.


35 di 64 Domande

La vaccinazione:














La risposta corretta e' la '

Basa la sua azione sulla memoria e sulla specificità del Sistema Immunitario

'.


36 di 64 Domande

Indicare la configurazione elettronica possibile per l’elemento M che dà facilmente lo ione M+  :














La risposta corretta è la B
La configurazione elettronica possibile per l’elemento M che dà facilmente lo ione M⁺ è 1s² 2s² 2p⁶ 3s¹. Questa configurazione elettronica corrisponde a quella del sodio (Na), che ha un elettrone nel livello energetico più esterno (3s¹). Gli elementi che formano facilmente cationi M⁺ sono tipicamente i metalli alcalini, che si trovano nel gruppo 1 della tavola periodica e hanno un solo elettrone nel loro guscio di valenza. La rimozione di questo singolo elettrone richiede relativamente poca energia, rendendo questi elementi propensi a formare cationi con carica positiva. Quando il sodio perde l'elettrone dal suo guscio esterno, raggiunge la configurazione elettronica del gas nobile più vicino, il neon (Ne), che è 1s² 2s² 2p⁶, risultando in uno stato energetico più stabile. Questo comportamento è tipico per gli elementi con una configurazione elettronica simile a quella del sodio, confermando la correttezza della risposta data.

37 di 64 Domande

Una mucca è: 














La risposta corretta e' la '

Un consumatore primario

'.


38 di 64 Domande

I gruppi sanguigni sono un esempio di:














La risposta corretta e' la '

allelia multipla

'.


39 di 64 Domande

Tutti i condottieri sono coraggiosi – nessun coraggioso è dissimulatore – dunque ...................... è condottiero. Si individui il CORRETTO COMPLETAMENTO del sillogismo:














La risposta corretta e' la '

nessun dissimulatore

'.


40 di 64 Domande

Indicare l'effetto di un acido forte su una cartina al tornasole:














La risposta corretta è la A
L'effetto di un acido forte su una cartina al tornasole è che la colora di rosso. Quando una cartina al tornasole viene immersa in una soluzione acida, essa subisce una reazione chimica che provoca un cambiamento di colore. Gli acidi forti, come l'acido cloridrico (HCl) o l'acido solforico (H₂SO₄), si dissociano completamente in soluzione, rilasciando un elevato numero di ioni idrogeno (H⁺). Questi ioni idrogeno interagiscono con il colorante della cartina al tornasole, che è un indicatore pH naturale, causandone il viraggio verso il rosso. La cartina al tornasole è progettata per cambiare colore in base al pH della soluzione: in ambiente acido, dove il pH è inferiore a 7, il colore rosso è predominante. Questo fenomeno avviene perché il colorante della cartina al tornasole, che è un composto organico, cambia struttura chimica a seconda della concentrazione degli ioni idrogeno, risultando in un cambiamento visibile del colore.

41 di 64 Domande

Un aereo viaggia a 800 Km/ora, in assenza di vento, in direzione Est per 400 Km, poi ritorna indietro. Il tempo impiegato per realizzare l’intero percorso è quindi un’ora. Quando, lungo il tragitto, soffia un vento diretto verso Ovest (o verso Est) pari a 50 Km/ora costante per tutto il percorso, il tempo di percorrenza (andata e ritorno) sarà:














La risposta corretta è la C
Un aereo viaggia a 800 Km/ora in assenza di vento in direzione Est per 400 Km, poi ritorna indietro, e il tempo impiegato per realizzare l'intero percorso è quindi un’ora; quando lungo il tragitto soffia un vento diretto verso Ovest (o verso Est) pari a 50 Km/ora costante per tutto il percorso, il tempo di percorrenza (andata e ritorno) sarà un’ora. La risposta è corretta perché il tempo totale di percorrenza non cambia con la presenza del vento, dato che il tempo impiegato per andare e tornare si bilancia. Quando l'aereo va verso Est con un vento a favore di 50 Km/ora, la sua velocità effettiva diventa 850 Km/ora, mentre al ritorno, controvento, la velocità effettiva è di 750 Km/ora. Calcolando il tempo per ogni tratto, si ottiene che per il viaggio di andata di 400 Km a 850 Km/ora l'aereo impiega circa 0,47 ore, mentre per il ritorno a 750 Km/ora impiega circa 0,53 ore. Sommando questi tempi, si ottiene nuovamente un'ora, dimostrando che il vento non altera il tempo totale di percorrenza.

42 di 64 Domande

Due sfere di metallo di peso diverso si muovono su un piano orizzontale l’una verso l’altra con velocità diversa. Trascurando ogni forza esterna e supponendo elastico il loro urto, quale delle seguenti affermazioni è più adeguata? 














La risposta corretta è la D
Due sfere di metallo di peso diverso si muovono su un piano orizzontale l'una verso l'altra con velocità diversa, e trascurando ogni forza esterna e supponendo elastico il loro urto, nell'urto si conservano l'energia cinetica totale e la quantità di moto totale. Questa affermazione è corretta perché, in un urto elastico, due quantità fondamentali sono conservate: l'energia cinetica e la quantità di moto. La quantità di moto totale di un sistema isolato si conserva sempre, indipendentemente dalla natura dell'urto, grazie alla terza legge di Newton che garantisce che le forze interne tra le sfere siano uguali e opposte. Nel caso di un urto elastico, oltre alla quantità di moto, si conserva anche l'energia cinetica totale perché non vi è dissipazione di energia in altre forme, come calore o deformazioni permanenti. Questo è in contrasto con un urto anelastico, dove l'energia cinetica non si conserva a causa delle perdite energetiche. Pertanto, la risposta evidenzia correttamente le due leggi di conservazione che caratterizzano un urto elastico tra due corpi.

43 di 64 Domande

Sott’acqua, al mare, ad una profondità di 20 m sotto la superficie, la pressione idrostatica a cui è soggetto un subacqueo che sta nuotando orizzontalmente:














La risposta corretta è la E
Sott'acqua, al mare, ad una profondità di 20 m sotto la superficie, la pressione idrostatica a cui è soggetto un subacqueo che sta nuotando orizzontalmente aumenta di circa 2 Atm rispetto alla pressione atmosferica che si esercita sulla superficie del mare. Questo avviene perché la pressione idrostatica in un fluido è data dalla formula P = ρgh, dove ρ è la densità del fluido, g è l'accelerazione di gravità e h è la profondità. Considerando che la densità dell'acqua di mare è circa 1025 kg/m³ e g è approssimativamente 9.81 m/s², la pressione aggiuntiva a 20 metri di profondità è calcolata come ρgh = 1025 kg/m³ * 9.81 m/s² * 20 m, che risulta in circa 201,530 Pa o 2.015 Atm, dato che 1 Atm equivale a 101,325 Pa. Pertanto, oltre alla pressione atmosferica di 1 Atm presente in superficie, la pressione totale a 20 metri di profondità diventa circa 3 Atm.

44 di 64 Domande

Sapendo che log(2) x5 = 15, il valore di x è:














La risposta corretta e' la '

23

'.


45 di 64 Domande

Quale dei seguenti è un idrocarburo aromatico?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale dei seguenti è un idrocarburo aromatico e la risposta corretta è il benzene. Il benzene è un idrocarburo aromatico perché possiede una struttura ciclica planare con sei atomi di carbonio e sei atomi di idrogeno, caratterizzata da una delocalizzazione degli elettroni π all'interno di un anello esagonale. Questa delocalizzazione conferisce al benzene una stabilità particolare conosciuta come risonanza, che è una caratteristica distintiva degli idrocarburi aromatici. Gli elettroni π sono distribuiti uniformemente sopra e sotto il piano dell'anello, creando un sistema di legami che è più stabile di quello che si avrebbe con legami singoli o doppi isolati. Questa struttura conferisce al benzene proprietà chimiche uniche, tra cui una minore reattività rispetto agli alcheni, che non presentano tale delocalizzazione elettronica. La stabilità e la reattività del benzene e dei suoi derivati sono fondamentali in chimica organica, rendendo il benzene un composto centrale nello studio degli idrocarburi aromatici.

46 di 64 Domande

Quale dei seguenti composti contiene un legame covalente dativo?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale dei seguenti composti contiene un legame covalente dativo e la risposta corretta è HClO₂. Un legame covalente dativo, noto anche come legame di coordinazione, si forma quando un atomo fornisce entrambi gli elettroni necessari per formare il legame. Nel caso dell'acido cloroso (HClO₂), la struttura molecolare prevede che l'atomo di cloro sia legato a due atomi di ossigeno, uno dei quali è legato tramite un legame covalente dativo. Questo avviene perché l'atomo di cloro, che ha una coppia solitaria di elettroni, la condivide con un atomo di ossigeno che ha un'orbita vuota, formando così un legame dativo. Questo tipo di legame è comune in composti dove un atomo centrale ha la capacità di espandere il suo ottetto, come avviene con il cloro in HClO₂, permettendo la formazione del legame dativo con l'ossigeno.

47 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu → Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


48 di 64 Domande

Il daltonismo genetico è dovuto ad un allele recessivo posto sul cromosoma X. Qual è la probabilità che un nipote maschio riceva l’ allele per il daltonismo dal nonno materno daltonico?














La risposta corretta è la C
Il daltonismo rosso‑verde è un tratto recessivo legato al cromosoma X. Un uomo affetto possiede l’allele patologico sul suo unico cromosoma X (XᵈY) e lo trasmette sempre alle figlie, mai ai figli, perché ai figli maschi fornisce il cromosoma Y. Pertanto, se il nonno materno è daltonico, tutte le sue figlie sono portatrici obbligate (eterozigoti XᴰXᵈ), salvo rarità come nuove mutazioni o non paternità, che si escludono nelle ipotesi standard dei problemi di genetica. La madre del nipote maschio, essendo portatrice, ha due possibili gameti X: uno con l’allele normale (Xᴰ) e uno con l’allele daltonico (Xᵈ), ciascuno con probabilità del 50%. Il padre del bambino, per definizione di “nipote maschio”, contribuisce con un cromosoma Y. Di conseguenza, il maschio riceve il suo unico cromosoma X dalla madre; ha quindi una probabilità del 50% di ereditare proprio l’Xᵈ che a sua volta proviene dal nonno materno. Nei maschi, l’ereditarietà di un singolo Xᵈ è sufficiente per esprimere il fenotipo perché non c’è un secondo X normale a compensare: perciò “ricevere l’allele” equivale a essere affetto. La probabilità richiesta è dunque 0,5. Questo schema di trasmissione è tipico dei caratteri recessivi X‑linked: assenza di trasmissione maschio‑maschio, figlie di maschi affetti portatrici obbligate, e rischio del 50% per ciascun figlio maschio di una portatrice di essere affetto. In ambito clinico, tali regole guidano il counseling genetico: in famiglie con daltonismo, si informano le figlie di uomini affetti che sono portatrici e che ogni loro figlio maschio ha un rischio del 50% di essere daltonico, mentre le figlie hanno un rischio del 50% di essere portatrici e raramente affette, salvo omozigosi o inattivazione non casuale dell’X. Queste considerazioni, oltre a spiegare la maggiore prevalenza del daltonismo nei maschi, orientano test genetici mirati e valutazioni familiari.

49 di 64 Domande

Quale fra le seguenti è la dimensione tipica (diametro) di una cellula eucariotica animale?














La risposta corretta e' la ' Circa 20 μm '.


50 di 64 Domande

Applicando il principio dell’ assortimento indipendente, un individuo con genotipo BbCc produce gameti:














La risposta corretta è la D
Per il principio dell’assortimento indipendente di Mendel, gli alleli di geni diversi si distribuiscono nei gameti in modo indipendente, a meno che i loci non siano strettamente associati sullo stesso cromosoma. Un individuo con genotipo BbCc è eterozigote per due loci: possiede gli alleli B e b per il primo gene e C e c per il secondo. Durante la meiosi, avvengono due processi chiave: la segregazione degli alleli di ciascun gene (ogni gamete riceve un solo allele per locus) e l’allineamento indipendente delle coppie di cromosomi omologhi in metafase I. Ne consegue che la scelta tra B o b è indipendente dalla scelta tra C o c. Le combinazioni possibili nei gameti sono quindi quattro: BC, Bc, bC e bc, ciascuna con probabilità attesa del 25% in assenza di linkage o distorsioni meiotiche. Qualsiasi risposta che ometta una di queste combinazioni, che ripeta la stessa combinazione due volte, o che proponga gameti con due alleli dello stesso locus (ad esempio BB o cc nello stesso gamete) sarebbe errata, perché i gameti sono aploidi e devono contenere esattamente un allele per ciascun gene. Un’eccezione rilevante è la presenza di linkage genetico: se i due loci si trovano sullo stesso cromosoma e sono molto vicini, le combinazioni parentali (ad esempio BC e bc, se presenti sullo stesso cromatide originario) risulteranno più frequenti, mentre le combinazioni ricombinanti (Bc e bC) saranno meno comuni, con proporzioni determinate dalla frequenza di ricombinazione. Tuttavia, quando i geni sono su cromosomi diversi o sufficientemente distanti sullo stesso, l’assortimento è di fatto indipendente e le quattro classi di gameti risultano equiprobabili. In ambito clinico, questo principio è utilizzato nel calcolo del rischio riproduttivo quando si considerano due condizioni autosomiche non legate, ad esempio la co-segregazione indipendente di varianti patogenetiche in geni diversi o la trasmissione indipendente di sistemi antigenici come ABO e Rh, utile nella consulenza genetica e trasfusionale.

51 di 64 Domande

Quante molecole di NADH vengono prodotte durante due giri del ciclo di Krebs?














La risposta corretta è la E
Nel ciclo di Krebs (o dell’acido citrico), ogni molecola di acetil-CoA viene completamente ossidata a due molecole di CO2 mentre l’energia degli elettroni viene catturata principalmente come NADH. In un singolo giro del ciclo si formano tre NADH in tappe chiave catalizzate da deidrogenasi: l’isocitrato deidrogenasi converte l’isocitrato in α-chetoglutarato producendo un NADH e liberando CO2; il complesso α-chetoglutarato deidrogenasi trasforma l’α-chetoglutarato in succinil-CoA con seconda decarbossilazione e secondo NADH; infine la malato deidrogenasi ossida il malato a ossalacetato generando il terzo NADH. A queste si aggiunge un FADH2 prodotto dalla succinato deidrogenasi e un GTP (o ATP) dalla succinil-CoA sintetasi, ma questi non incidono sul conteggio del NADH. Pertanto, per ogni giro si ottengono 3 NADH; in due giri se ne producono 6. Due giri del ciclo corrispondono alla completa ossidazione nel ciclo di Krebs dei due acetil-CoA derivati da una singola molecola di glucosio, poiché la glicolisi genera due piruvati e il complesso piruvato deidrogenasi (al di fuori del ciclo) li converte in due acetil-CoA producendo ulteriori 2 NADH che, però, non vanno conteggiati “durante” il ciclo. Il numero di NADH prodotti dal ciclo è quindi costante: 3 per giro, indipendentemente dal tessuto o dallo stato nutrizionale. Sul piano clinico, i 6 NADH generati in due giri alimentano la catena respiratoria mitocondriale, contribuendo a una resa di circa 2,5 ATP per NADH, pari a ~15 ATP, quota sostanziale della produzione energetica aerobica. Carenze di cofattori essenziali (niacina per NAD+, tiamina e lipoato per i complessi deidrogenasici) o deficit enzimatici ereditari nelle deidrogenasi del ciclo riducono la formazione di NADH, compromettendo la fosforilazione ossidativa e favorendo affaticabilità, intolleranza all’esercizio e acidosi lattica. Durante ipossia o ischemia, l’accumulo di NADH per blocco della catena respiratoria rallenta il ciclo e dirotta il piruvato verso il lattato. Queste relazioni funzionali spiegano perché il conteggio esatto dei NADH del ciclo di Krebs ha rilevanza fisiologica e clinica.

52 di 64 Domande

Poiché il gene per il daltonismo rosso-verde si trova sul cromosoma X, normalmente NON è possibile che:














La risposta corretta è la E
Il daltonismo rosso-verde è un difetto congenito della visione dei colori dovuto a varianti dei geni dei pigmenti dei coni per rosso e verde (OPN1LW e OPN1MW) localizzati su Xq28. Segue un’ereditarietà legata all’X recessiva: i maschi sono emizigoti per l’X, quindi la presenza dell’allele mutato sul loro unico cromosoma X è sufficiente a determinare il fenotipo; le femmine necessitano di due alleli mutati per essere affette, mentre con un solo allele sono in genere portatrici asintomatiche. In questo schema, un padre daltonico non può trasmettere l’allele mutato a un figlio maschio, perché ai figli maschi egli dona il cromosoma Y, non l’X. Il suo cromosoma X mutato passa invece a tutte le figlie, che saranno obbligatoriamente portatrici se la madre è non mutata. Viceversa, sono le madri portatrici a poter trasmettere l’allele ai figli: ogni figlio maschio ha il 50% di probabilità di essere affetto, ogni figlia il 50% di essere portatrice. Pertanto, la trasmissione padre–figlio per un tratto recessivo legato all’X è, in condizioni normali, biologicamente preclusa. Rarissime eccezioni teoriche (disordini della determinazione del sesso, aneuploidie o mosaicismi) non modificano la regola clinica: nella pratica, l’X paterno va alle figlie e lo Y paterno ai figli. Clinicamente, la carenza rosso-verde si manifesta come difficoltà a distinguere tonalità di rosso e verde (protanopia/deuteranopia o forme anomale), spesso rilevata a screening scolastici o in idoneità lavorativa. La diagnosi si basa su test psicofisici standardizzati (es. tavole di Ishihara, test di Farnsworth). Non esistono terapie risolutive consolidate; la gestione consiste in informazione, adattamenti nelle attività che richiedono codici colore e, quando opportuno, consulenza genetica. In consulenza familiare, è cruciale spiegare che un padre affetto non “fa figli maschi daltonici”; piuttosto, rende le figlie portatrici, e saranno queste, se portatrici, ad avere il rischio di generare a loro volta figli maschi affetti. Questo chiarisce perché l’affermazione “il padre daltonico trasmette l’allele mutato al figlio” è, per la genetica legata all’X del daltonismo rosso-verde, normalmente impossibile.

53 di 64 Domande

Quando nella porzione codificante di un gene si verifica una mutazione silente:














La risposta corretta e' la ' non si producono cambiamenti nella sequenza amminoacidica della proteina codificata '.


54 di 64 Domande

La proteina p53 induce la produzione di quale fattore pro-apoptotico?














La risposta corretta è la E
La risposta corretta è BAX. p53 è un fattore di trascrizione oncosoppressore che, in risposta a danno del DNA, ipossia o stress oncogenico, si stabilizza e attiva programmi di arresto del ciclo, riparo o morte cellulare. Quando il danno è irreparabile, p53 promuove l’apoptosi soprattutto attraverso la via mitocondriale, inducendo la trascrizione di geni pro-apoptotici della famiglia BCL-2. Tra questi, BAX è un target cardine: p53 si lega a elementi di risposta nel promotore di BAX, aumentandone l’espressione proteica. BAX, insieme a BAK, è un effettore pro-apoptotico che, una volta attivato, si oligomerizza sulla membrana esterna mitocondriale causando permeabilizzazione (MOMP). Ciò consente il rilascio nel citosol di citocromo c e altri fattori pro-apoptotici, con formazione dell’apoptosoma (citocromo c–Apaf-1–procaspasi-9), attivazione della caspasi-9 e successivamente delle caspasi esecutrici (ad es. caspasi-3), determinando la morte cellulare programmata. Oltre a BAX, p53 può indurre altri mediatori pro-apoptotici come PUMA e NOXA e reprimere anti-apoptotici quali BCL-2 e BCL-XL; inoltre può agire in modo trascrizione-indipendente interagendo direttamente con proteine della famiglia BCL-2 a livello mitocondriale, ma l’induzione trascrizionale di BAX rimane un passaggio chiave. Dal punto di vista clinico, l’inattivazione di p53, molto frequente nelle neoplasie umane, riduce l’espressione di BAX e disinnesca la via mitocondriale dell’apoptosi, favorendo sopravvivenza tumorale e resistenza a chemio- e radioterapia. Questo spiega perché tumori con p53 funzionante rispondono meglio a trattamenti che inducono danno al DNA: l’asse p53–BAX resta attivabile. All’opposto, la semplice attivazione delle caspasi senza la permeabilizzazione mitocondriale è inefficiente, e le proteine anti-apoptotiche come BCL-2 non sono indotte da p53 bensì spesso sovraespresse nei tumori per bloccare BAX/BAK. In terapia, farmaci che mimano i domini BH3 e inibiscono BCL-2 possono ripristinare la spinta verso la MOMP, ma l’efficacia richiede l’integrità degli effettori come BAX/BAK. In sintesi, p53 induce BAX per innescare la permeabilizzazione mitocondriale e la cascata caspasica, punto di non ritorno dell’apoptosi.

55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-α, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-α sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-α, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine β2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un β-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ≤1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ≥2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ≥126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ≥126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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