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1 di 64 Domande

Il rigetto acuto degli organi trapiantati è nella maggior parte dei casi diretta conseguenza:














La risposta corretta e' la '

Della risposta immunitaria cellulo-mediata

'.


2 di 64 Domande

“Il monossido di carbonio, di formula CO, si può ottenere per combustione del carbonio in difetto di ossigeno, a circa 1000°C; inoltre la combustione incompleta di molte sostanze organiche dà luogo alla formazione di CO. Il monossido di carbonio, in cui il C manifesta numero di ossidazione + 2, è un gas incolore, inodoro, insaporo; brucia all’aria formando gas biossido di carbonio (composto in cui il C ha numero di ossidazione + 4). A differenza del biossido di carbonio, il CO è praticamente insolubile in acqua”.
Quale delle seguenti affermazioni N O N è in accordo con il contenuto del brano precedente?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale affermazione non sia in accordo con il brano e la risposta corretta è che "Se il carbonio brucia a temperatura inferiore a 1000°C, si forma sempre e solo biossido di carbonio". Questa risposta è corretta perché il brano specifica che il monossido di carbonio (CO) si forma per combustione del carbonio in difetto di ossigeno a circa 1000°C. A temperature inferiori a 1000°C, in presenza di ossigeno sufficiente, il carbonio tende a ossidarsi completamente formando biossido di carbonio (CO?), in cui il carbonio ha un numero di ossidazione +4. Il brano non menziona la formazione di CO a temperature inferiori a 1000°C, suggerendo che, in tali condizioni, la combustione completa del carbonio porta alla formazione di CO?. Pertanto, l'affermazione che a temperature inferiori a 1000°C si forma sempre e solo biossido di carbonio non è in accordo con le informazioni fornite nel testo.

3 di 64 Domande

Sia la figura: https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/03/41dfagiogha.jpg

La struttura indicata con la lettera A rappresenta:














La risposta corretta e' la '

il pancreas

'.


4 di 64 Domande

Nella radio-terapia dei tumori con raggi γ :














La risposta corretta e' la '

vengono danneggiate sia le cellule malate sia le sane, ma si cerca di colpire le prime

'.


5 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


6 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

7 di 64 Domande

La massa molecolare dell'acqua è pari a 18 u.m.a. Perciò in 1 litro d'acqua sono contenute:














La risposta corretta è la D
La massa molecolare dell'acqua è pari a 18 u.m.a. Perciò in 1 litro d'acqua sono contenute 55,5 mol di acqua. Per comprendere perché questa risposta è corretta, bisogna considerare che la densità dell'acqua è di circa 1 g/mL, quindi 1 litro d'acqua ha una massa di 1000 grammi. La massa molare dell'acqua, calcolata come somma delle masse atomiche di due atomi di idrogeno (circa 1 u.m.a. ciascuno) e un atomo di ossigeno (circa 16 u.m.a.), è pari a 18 g/mol. Dividendo la massa totale dell'acqua (1000 g) per la massa molare (18 g/mol), si ottiene il numero di moli presenti in un litro d'acqua, che risulta essere circa 55,5 mol. Questo calcolo conferma la risposta fornita, mostrando come la densità dell'acqua e la sua massa molare siano fondamentali per determinare il numero di moli in un dato volume.

8 di 64 Domande

Perchè un raggio di luce proveniente dal Sole e fatto passare attraverso un prisma ne emerge mostrando tutti i colori dell'arcobaleno?














La risposta corretta è la A
Un raggio di luce proveniente dal Sole e fatto passare attraverso un prisma ne emerge mostrando tutti i colori dell'arcobaleno perché l'indice di rifrazione varia a seconda del colore. Quando la luce bianca solare entra nel prisma, ciascun colore che compone la luce bianca viene rifratto, o piegato, a un angolo leggermente diverso a causa della variazione dell'indice di rifrazione con la lunghezza d'onda, fenomeno noto come dispersione. La luce blu e viola, che hanno lunghezze d'onda più corte, vengono deviate di più rispetto alla luce rossa, che ha una lunghezza d'onda più lunga. Questo differente grado di deviazione separa i colori nello spettro visibile, creando l'effetto dell'arcobaleno. Il prisma agisce quindi come un dispositivo di dispersione, scomponendo la luce bianca nei suoi componenti spettrali e permettendo l'osservazione dei singoli colori. La variazione dell'indice di rifrazione è una proprietà intrinseca del materiale del prisma e della lunghezza d'onda della luce, ed è descritta dalla legge di Snell, che stabilisce la relazione tra gli angoli di incidenza e rifrazione e gli indici di rifrazione dei due mezzi.

9 di 64 Domande

Scegliendo a caso due allievi della classe prima, composta da 21 allievi, una volta su due gli studenti scelti portano gli occhiali. Qual è il numero di allievi della classe prima che portano gli occhiali?














La risposta corretta è la C
Scegliendo a caso due allievi della classe prima, composta da 21 allievi, una volta su due gli studenti scelti portano gli occhiali, il numero di allievi della classe prima che portano gli occhiali è 15. Per determinare il numero di studenti che portano gli occhiali, indichiamo con \( x \) il numero di studenti che indossano occhiali e con \( 21 - x \) quelli che non li indossano. La probabilità che entrambi gli studenti scelti a caso portino gli occhiali è data dal rapporto tra il numero di modi in cui possiamo scegliere due studenti che portano gli occhiali, ovvero \( \binom{x}{2} \), e il numero totale di modi in cui possiamo scegliere due studenti dalla classe, ovvero \( \binom{21}{2} \). Questa probabilità è uguale a \( \frac{1}{2} \). Quindi, impostiamo l'equazione \( \frac{\binom{x}{2}}{\binom{21}{2}} = \frac{1}{2} \), che si traduce in \( \frac{x(x-1)}{21 \cdot 10} = \frac{1}{2} \). Risolvendo questa equazione, otteniamo \( x(x-1) = 105 \), da cui \( x^2 - x - 105 = 0 \). Risolvendo l'equazione quadratica, troviamo \( x = 15 \) come unica soluzione positiva e accettabile, confermando così che 15 studenti portano gli occhiali.

10 di 64 Domande

Un triangolo rettangolo ha i cateti che misurano 10 m e 24 m. Qual è la misura della mediana relativa all' ipotenusa?














La risposta corretta è la D
Un triangolo rettangolo ha i cateti che misurano 10 m e 24 m. Qual è la misura della mediana relativa all'ipotenusa? La risposta corretta è 13 m. In un triangolo rettangolo, la mediana relativa all'ipotenusa è la linea che collega il punto medio dell'ipotenusa con il vertice opposto. Per calcolare la mediana relativa all'ipotenusa, si può utilizzare il teorema che afferma che la mediana è pari alla metà dell'ipotenusa stessa. Prima, però, è necessario determinare la lunghezza dell'ipotenusa usando il teorema di Pitagora: l'ipotenusa c è data da \(c = \sqrt{(10^2 + 24^2)} = \sqrt{100 + 576} = \sqrt{676} = 26\) m. La mediana relativa all'ipotenusa è quindi \(26/2 = 13\) m. Questo risultato è una conseguenza del fatto che in un triangolo rettangolo, la mediana relativa all'ipotenusa è sempre la metà della lunghezza dell'ipotenusa stessa.

11 di 64 Domande

Si lasciano cadere a terra dalla medesima altezza un foglio e una pallina, entrambi di carta e di massa 15 grammi:














La risposta corretta è la E
Si lasciano cadere a terra dalla medesima altezza un foglio e una pallina, entrambi di carta e di massa 15 grammi, e arriva prima la pallina, perché c'è l'aria. La risposta è corretta perché, sebbene il foglio e la pallina abbiano la stessa massa, la loro forma e la resistenza dell'aria influenzano il tempo di caduta. La pallina, essendo più compatta e aerodinamica, sperimenta una minore resistenza dell'aria rispetto al foglio, che ha una superficie più ampia e piatta. Questa resistenza maggiore rallenta la caduta del foglio, mentre la pallina può accelerare più rapidamente verso il suolo. In assenza di aria, come nel vuoto, entrambi gli oggetti cadrebbero alla stessa velocità e raggiungerebbero il suolo simultaneamente, poiché la gravità agisce su di essi in modo uguale indipendentemente dalla loro forma. Tuttavia, poiché l'esperimento avviene in presenza di aria, la differenza nella resistenza aerodinamica determina che la pallina arrivi prima al suolo.

12 di 64 Domande

Due genitori normali hanno due figli: una femmina portatrice sana di emofilia ed un maschio emofilico. Quali sono i genotipi dei genitori?














La risposta corretta e' la '

XEX e XY

'.


13 di 64 Domande

In cosa consiste il fenomeno dell'osmosi?














La risposta corretta e' la '

Tendenza di un solvente ad attraversare una membrana semipermeabile

'.


14 di 64 Domande

Individuare, tra le seguenti affermazioni, quella ERRATA:














La risposta corretta e' la '

Il prodotto della secrezione pancreatica viene riversato nello stomaco.

'.


15 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


16 di 64 Domande

Considerati quattro condensatori C1, C2 rispettivamente di 8 uF e 12 uF in serie tra loro ed in parallelo con C3 di 20 uF e C4 di 5 uF, qual è la capacità equivalente del sistema?














La risposta corretta è la B
Considerati quattro condensatori C?, C? rispettivamente di 8 uF e 12 uF in serie tra loro ed in parallelo con C? di 20 uF e C? di 5 uF, qual è la capacità equivalente del sistema? La risposta corretta è 29,8 uF. Per calcolare la capacità equivalente del sistema, si inizia determinando la capacità equivalente dei condensatori C? e C? in serie. La formula per la capacità equivalente C? di condensatori in serie è data da 1/C? = 1/C? + 1/C?. Sostituendo i valori, si ottiene 1/C? = 1/8 + 1/12, che risulta in C? = 4,8 uF. Successivamente, questa capacità equivalente in serie viene considerata in parallelo con i condensatori C? e C?. La capacità equivalente totale C? di condensatori in parallelo si calcola sommando le capacità: C? = C? + C? + C?. Sostituendo i valori, si ha C? = 4,8 + 20 + 5, che dà un risultato finale di 29,8 uF. Questo conferma che la capacità equivalente del sistema è correttamente calcolata come 29,8 uF.

17 di 64 Domande

Dalle premesse: solo le persone in buona salute possono donare il sangue, Michele è un donatore di sangue mentre suo fratello Nicolò non lo è, quale delle seguenti deduzioni è vera?














La risposta corretta e' la '

Michele gode di buona salute 

'.


18 di 64 Domande

Quale dei seguenti organelli cellulari è responsabile della rielaborazione dei prodotti sintetizzati nella cellula (ad esempio legando una porzione glucidica alle proteine)? 














La risposta corretta e' la '

 Apparato di Golgi

'.


19 di 64 Domande

Un filo di alluminio ha una sezione di 1,0×10?6 m2. Il filo è lungo 16,0 cm ed ha una resistenza pari a 4,0×10?3 ?.
Qual è la resistività dell’alluminio di cui è fatto questo filo?














La risposta corretta è la A
La resistività dell'alluminio di cui è fatto un filo con sezione di 1,0×10?? m², lungo 16,0 cm e con una resistenza pari a 4,0×10?³ ?, è 2,5×10?? ?m. La resistività ? di un materiale è data dalla formula ? = R * A / L, dove R è la resistenza, A è la sezione trasversale e L è la lunghezza del filo. In questo caso, R = 4,0×10?³ ?, A = 1,0×10?? m² e L = 16,0 cm, che convertito in metri è 0,16 m. Inserendo questi valori nella formula, si ottiene ? = (4,0×10?³ ?) * (1,0×10?? m²) / (0,16 m), il che semplifica a 2,5×10?? ?m. Questo calcolo conferma che la resistività dell'alluminio è correttamente riportata come 2,5×10?? ?m, un valore che è in linea con i dati tabulati per la resistività dell'alluminio, dimostrando che i dati forniti e il calcolo sono coerenti.

20 di 64 Domande

 Quale tra le seguenti formule chimiche NON è corretta? 














La risposta corretta è la D
La formula chimica che non è corretta è LiS. La formula LiS suggerisce un composto tra litio e zolfo, ma non rispetta le valenze tipiche degli elementi coinvolti. Il litio (Li) è un metallo alcalino con una valenza di +1, mentre lo zolfo (S) è un non-metallo con una valenza tipica di -2. Quando litio e zolfo formano un composto ionico, il rapporto stechiometrico corretto per bilanciare le cariche è 2:1, ovvero due atomi di litio per ogni atomo di zolfo. Pertanto, la formula chimica corretta per il composto tra litio e zolfo è Li?S, dove due cationi Li? bilanciano un anione S²?. La formula LiS non rispetta questa necessità di equilibrio delle cariche e pertanto è considerata non corretta.

21 di 64 Domande

Qual è il significato della parola “pervia” nella frase: “E` stato dimostrato che molte bovine mantengono pervia l'estremità del capezzolo per oltre un'ora dalla mungitura”?














La risposta corretta e' la '

Percorribile 

'.


22 di 64 Domande

Ad un corso universitario partecipano 80 studenti. Di questi, 45 parlano inglese e 60 sono ragazze.
Determinare, sulla base di questa sola informazione, quale delle seguenti situazioni è impossibile














La risposta corretta è la A
Alla domanda "Ad un corso universitario partecipano 80 studenti. Di questi, 45 parlano inglese e 60 sono ragazze. Determinare, sulla base di questa sola informazione, quale delle seguenti situazioni è impossibile" la risposta corretta è: "Le ragazze che parlano inglese sono esattamente 23". Per determinare l'impossibilità di questa situazione, possiamo utilizzare il principio di inclusione-esclusione. Se ci sono 60 ragazze e 45 studenti che parlano inglese, il numero di studenti totali è 80, quindi il numero massimo di studenti che non sono né ragazze né parlano inglese è 80 - 60 - 45 = -25, il che è impossibile. Questo risultato negativo indica che c'è sovrapposizione tra le ragazze e gli studenti che parlano inglese. Se ci fossero esattamente 23 ragazze che parlano inglese, allora ci sarebbero 60 - 23 = 37 ragazze che non parlano inglese e 45 - 23 = 22 ragazzi che parlano inglese. Tuttavia, sommando questi gruppi (23 ragazze che parlano inglese, 37 ragazze che non parlano inglese, 22 ragazzi che parlano inglese) si ottiene 82, che supera il totale di 80 studenti, dimostrando l'impossibilità della situazione.

23 di 64 Domande

Nei polli la forma della cresta è determinata dall’interazione tra due geni, P e R, non associati tra loro. La cresta “a rosa” si sviluppa quando il gene P presenta entrambi gli alleli recessivi e il gene R almeno un allele dominante. Qual è la probabilità che dall’incrocio di due individui eterozigoti per entrambi i geni nasca un pollo con la cresta “a rosa”?














La risposta corretta e' la '

3/16

'.


24 di 64 Domande

Quale dei seguenti componenti della cellula eucariotica NON è delimitato da membrana? 














La risposta corretta e' la '

Il ribosoma

'.


25 di 64 Domande

Gli acari e le zecche appartengono: 














La risposta corretta e' la '

Alla classe degli aracnidi

'.


26 di 64 Domande

Il composto inorganico insolubile più abbondante nello scheletro è:














La risposta corretta è la C
Il composto inorganico insolubile più abbondante nello scheletro è Ca?(PO?)?. Questo composto è noto come fosfato di calcio, ed è il principale costituente minerale delle ossa e dei denti nei vertebrati. Nello scheletro, il fosfato di calcio forma cristalli di idrossiapatite, che conferiscono rigidità e resistenza meccanica. La sua insolubilità è fondamentale per la funzione strutturale delle ossa, poiché assicura che il tessuto osseo mantenga la sua integrità nel tempo. Il fosfato di calcio è anche coinvolto nei processi di mineralizzazione ossea, dove viene depositato in forma cristallina all'interno della matrice organica del tessuto osseo. La sua presenza è essenziale per il mantenimento dell'equilibrio del calcio e del fosfato nell'organismo, contribuendo a numerose funzioni fisiologiche.

27 di 64 Domande

Nel grafico è riportata la sopravvivenza ottenuta con due diversi tipi di terapia, in una malattia sempre mortale in pochi mesi se non trattata, in due gruppi di pazienti confrontabili come numerosità e caratteristiche cliniche. La terapia A è meno costosa e di più facile attuazione. Si può dedurre che (UNA sola risposta è CORRETTA):

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La risposta corretta è la A
La domanda: nel grafico è riportata la sopravvivenza con due terapie (A meno costosa e più semplice) in gruppi comparabili; si chiede cosa si può dedurre, e la risposta corretta è: se le due terapie possono essere usate in successione senza influenze negative reciproche, A è preferibile come trattamento iniziale. Il ragionamento poggia sul fatto che, a parità di efficacia in sopravvivenza (curve sovrapponibili o differenze non clinicamente rilevanti), la scelta iniziale può basarsi su costo, semplicità e tempestività; avviare A massimizza l’accesso e riduce ritardi in una malattia rapidamente fatale, senza precludere il ricorso a B in seconda linea. La clausola “senza influenzarsi negativamente” è cruciale: evita scenari di cross?resistenza, tossicità cumulative o perdita di opportunità terapeutiche che potrebbero ridurre l’efficacia di B dopo A. In questa cornice, la sequenza A?B ottimizza costo?efficacia e preserva le opzioni, mentre partire con B non conferirebbe un vantaggio di sopravvivenza proporzionato al maggiore costo/complessità. Se il grafico mostrasse un chiaro vantaggio di B (p.es. HR significativamente <1), l’argomento economico cederebbe; ma in assenza di tale evidenza, A per prima è la scelta razionale.

28 di 64 Domande

 Il cicloesene:














La risposta corretta è la E
Il cicloesene dà facilmente reazioni di addizione. Questa affermazione è corretta perché il cicloesene è un alchene ciclico, caratterizzato dalla presenza di un doppio legame carbonio-carbonio all'interno della sua struttura. I doppi legami sono noti per essere siti reattivi, in quanto gli elettroni ? sono più debolmente legati rispetto agli elettroni ?, rendendoli suscettibili all'attacco di elettrofili. Nelle reazioni di addizione, il doppio legame del cicloesene si rompe per formare due nuovi legami singoli, permettendo l'attacco di molecole come alogeni, acidi alogenidrici o acqua, in presenza di un opportuno catalizzatore. Questo tipo di reazione è favorito anche dalla tensione angolare presente nel cicloesene, che rende il rilascio di energia durante la formazione dei nuovi legami particolarmente vantaggioso. Pertanto, il cicloesene è incline a partecipare a reazioni di addizione, proprio a causa della reattività del suo doppio legame.

29 di 64 Domande

Due atomi di carbonio asimmetrici sono entrambi:














La risposta corretta è la E
La domanda chiede se due atomi di carbonio asimmetrici sono entrambi ibridati sp³, e la risposta corretta è che lo sono. Un atomo di carbonio asimmetrico, noto anche come centro chirale, è un atomo di carbonio legato a quattro gruppi o atomi differenti. Questa configurazione richiede un'ibridazione sp³, poiché un atomo di carbonio ibridato sp³ forma quattro legami sigma, ognuno dei quali è orientato verso i vertici di un tetraedro, permettendo così la massima separazione angolare tra i legami e minimizzando la repulsione elettronica. Questa geometria tetraedrica è essenziale per la formazione di centri chirali, poiché consente la disposizione spaziale necessaria affinché il carbonio possa essere legato a quattro sostituenti diversi, creando così una struttura non sovrapponibile alla sua immagine speculare. Pertanto, la presenza di due atomi di carbonio asimmetrici implica che entrambi devono avere una struttura tetraedrica con ibridazione sp³.

30 di 64 Domande

Genitori di gruppo sanguigno A hanno un figlio di gruppo sanguigno 0. Si può affermare che per entrambi i genitori:














La risposta corretta e' la '

Il fenotipo è A  

'.


31 di 64 Domande

Un cilindro retto ha una base di raggio r e altezza uguale a 2r. Una sfera ha come raggio lo stesso valore r.
Possiamo affermare che:














La risposta corretta e' la '

Il volume della sfera è minore del volume del cilindro

'.


32 di 64 Domande

 100 litri sono pari a quanti metri cubi? 














La risposta corretta e' la '

0,1 m3

'.


33 di 64 Domande

In una certa regione il numero di persone con oltre cinquant'anni di età è progressivamente aumentato di circa il 40%, mentre la popolazione di età inferiore è rimasta numericamente costante.

In questa stessa area, una malattia che indicheremo con la sigla M, mortale se non adeguatamente curata con trattamenti complessi e costosi, colpisce attualmente ogni anno circa 120 nuove persone ogni milione di abitanti. Un 25 % di questi ammalati ha cinquant'anni o meno.

Negli ultimi due decenni ci si e' impegnati molto nella prevenzione ma, contro le aspettative, in una quindicina d'anni, il numero complessivo di casi che ogni anno si ammala della malattia M è radoppiato. In questo stesso periodo, la percentuale dei soggetti con cinquant'anni o meno che ogni anno si ammalano si è dimezzata.

Una sola delle seguenti affermazioni ha un preciso fondamento in quanto esplicitamente  dichiarato nel testo: 














La risposta corretta e' la '

La malattia M colpisce soprattutto gli anziani

'.


34 di 64 Domande

Un bambino regge con una mano due guinzagli che fan capo a due cani. I cani "tirano" ciascuno con forza 100 N in direzioni tra loro perpendicolari. Sotto queste condizioni, la forza che la mano deve esplicare è pari a:














La risposta corretta è la A
Un bambino regge con una mano due guinzagli che fan capo a due cani, i cani "tirano" ciascuno con forza 100 N in direzioni tra loro perpendicolari, sotto queste condizioni, la forza che la mano deve esplicare è pari a ?2 · 100 Newton. La forza totale esercitata dalla mano è la risultante vettoriale delle due forze perpendicolari applicate dai cani. Quando due forze di uguale intensità agiscono perpendicolarmente, la loro risultante può essere determinata utilizzando il teorema di Pitagora. In questo caso, la forza totale è calcolata come la radice quadrata della somma dei quadrati delle forze individuali: ?(100² + 100²) = ?(10000 + 10000) = ?20000 = 100?2. Pertanto, la forza che la mano deve esplicare è 100?2 Newton, che è esattamente ciò che la risposta corretta indica. Questa situazione è un classico esempio di composizione di vettori in un piano bidimensionale, dove le componenti perpendicolari si combinano per formare un vettore risultante che ha una magnitudine maggiore delle singole componenti.

35 di 64 Domande

In una cellula sessuale, che ancora non ha subito la meiosi, una coppia di cromosomi omologhi porta due geni su loci lontani tra loro, come in figura. I gameti che ne deriveranno potrebbero essere:

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La risposta corretta è la D
In una cellula sessuale, che ancora non ha subito la meiosi, una coppia di cromosomi omologhi porta due geni su loci lontani tra loro: i gameti che ne deriveranno potrebbero essere di 4 tipi. Due loci molto distanti sullo stesso cromosoma tendono a ricombinare frequentemente durante il crossing-over in profase I, così che le associazioni alleliche iniziali (per esempio AB su un omologo e ab sull’altro) generano sia gameti parentali (AB e ab) sia ricombinanti (Ab e aB); quando la distanza è grande, la frequenza di ricombinazione si avvicina al 50% e i quattro tipi risultano approssimativamente equiprobabili, come per assortimento indipendente. Il punto chiave è che dopo la meiosi ogni gamete è aploide e porta un allele per ciascun locus, e con loci lontani tutte le quattro combinazioni sono realizzabili. Se i loci fossero molto vicini, i ricombinanti sarebbero rari, ma comunque possibili; con loci lontani, la produzione di quattro tipi è la situazione attesa.

36 di 64 Domande

Passando da una stanza buia al sole, le pupille degli occhi si contraggono. Ciò perché entra in azione il sistema nervoso:














La risposta corretta e' la '

Parasimpatico

'.


37 di 64 Domande

Che cosa produce nella gomma per auto la pressione sufficiente per conservare la sua forma anche durante la corsa dell'auto?














La risposta corretta è la B
La pressione che mantiene la forma della gomma per auto durante la corsa è prodotta dall'urto delle molecole d'aria contro le pareti interne della gomma. Questo fenomeno può essere spiegato attraverso i principi della teoria cinetica dei gas, che descrive il comportamento delle molecole in un gas. Le molecole d'aria all'interno della gomma si muovono rapidamente e in modo casuale, colpendo continuamente le pareti interne del pneumatico. Ogni urto esercita una forza sulla superficie interna, e la somma di tutte queste forze su una determinata area costituisce la pressione del gas. Questa pressione è essenziale per mantenere la forma e la rigidità del pneumatico, garantendo che possa sostenere il peso del veicolo e assorbire le irregolarità della strada. Se la pressione diminuisce, ad esempio a causa di una perdita d'aria, il pneumatico può deformarsi, compromettendo la sicurezza e l'efficienza del veicolo. Pertanto, mantenere una pressione adeguata è cruciale per il corretto funzionamento delle gomme e per la sicurezza stradale.

38 di 64 Domande

 Sia ABCDEF un esagono regolare. Determinare l'ampiezza dell'angolo AEB. 














La risposta corretta e' la '

 30° 

'.


39 di 64 Domande

Nina, Elena e Silvia hanno tre borracce identiche contenenti 1 kg d’acqua ciascuna. Le tre ragazze partono da Roma verso tre destinazioni diverse: Nina si reca al Polo Nord, Elena all’equatore mentre Silvia va al Polo Sud. Posto che le borracce sono rimaste sigillate durante il viaggio, arrivate a destinazione, si verifica che:














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è: "Il peso della borraccia di Elena è minore di quello della borraccia di Nina." Questo fenomeno può essere spiegato considerando la forza di gravità che varia a seconda della posizione sulla Terra. La Terra non è una sfera perfetta ma un geoide, leggermente schiacciata ai poli e rigonfia all'equatore. Di conseguenza, la distanza dal centro della Terra è maggiore all'equatore rispetto ai poli. La forza gravitazionale, che determina il peso di un oggetto, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dal centro della Terra. Pertanto, un oggetto peserà leggermente meno all'equatore rispetto ai poli. In questo caso, la borraccia di Elena, trovandosi all'equatore, subisce una forza gravitazionale minore rispetto alla borraccia di Nina, che si trova al Polo Nord, risultando quindi in un peso minore.

40 di 64 Domande

 Il campo magnetico terrestre esercita un momento di forza sull'ago di una bussola. Una delle seguenti affermazioni è certamente sempre vera:  














La risposta corretta è la B
Il campo magnetico terrestre esercita un momento di forza sull'ago di una bussola e per il terzo principio della dinamica, l'ago della bussola esercita un analogo momento di forza sulla terra. Questa affermazione è corretta perché si basa sul terzo principio della dinamica di Newton, noto anche come principio di azione e reazione, che stabilisce che per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria. Quando il campo magnetico terrestre agisce sull'ago della bussola, generando un momento di forza che lo orienta lungo le linee del campo magnetico, l'ago, a sua volta, esercita una forza uguale e opposta sul campo magnetico terrestre. Anche se questa forza esercitata dall'ago è estremamente piccola rispetto alla massa e all'inerzia della Terra, il principio di azione e reazione rimane valido. Questo principio è fondamentale per comprendere le interazioni tra corpi e campi di forza, illustrando come le forze si manifestano sempre in coppie reciproche.

41 di 64 Domande

 In ambito ecologico per "popolazione" si intende: 














La risposta corretta e' la '

Un gruppo di organismi viventi della stessa specie che occupano una data zona

'.


42 di 64 Domande

Il peso molecolare dell'acqua è 18. Quante moli di acqua vi sono in un litro a 4 °C?














La risposta corretta è la A
Il peso molecolare dell'acqua è 18. Quante moli di acqua vi sono in un litro a 4 °C? La risposta corretta è: 55,5 moli. A 4 °C, l'acqua ha una densità di circa 1 g/cm³, il che significa che un litro di acqua (1000 cm³) ha una massa di 1000 grammi. Il peso molecolare dell'acqua è 18 g/mol, quindi per trovare il numero di moli di acqua in un litro, dividiamo la massa dell'acqua per il suo peso molecolare: 1000 g / 18 g/mol = 55,5 moli. Questo calcolo tiene conto del fatto che la densità dell'acqua a 4 °C è massima, rendendo il volume di un litro equivalente a 1000 grammi di massa, e quindi permette di determinare con precisione il numero di moli presenti.

43 di 64 Domande

Quale dei seguenti elementi chimici NON appartiene al gruppo dei gas nobili?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale dei seguenti elementi chimici non appartiene al gruppo dei gas nobili e la risposta corretta è l'osmio. I gas nobili sono un gruppo di elementi chimici che si trovano nel gruppo 18 della tavola periodica e includono elio, neon, argon, kripton, xenon e radon. Questi elementi sono caratterizzati dalla loro bassa reattività chimica a causa del loro guscio di valenza completo di elettroni. L'osmio, invece, è un metallo di transizione che si trova nel gruppo 8 della tavola periodica e non condivide le proprietà chimiche dei gas nobili. È un elemento denso e resistente alla corrosione, utilizzato principalmente in leghe e applicazioni industriali. La sua posizione nella tavola periodica e le sue proprietà chimiche e fisiche lo distinguono chiaramente dai gas nobili, che sono tutti gas incolori e inodori a temperatura ambiente.

44 di 64 Domande

Quando un soluto come il nitrato di sodio (NaNO3) viene solubilizzato in un solvente come l’ acqua, uno degli effetti che si può osservare è :














La risposta corretta è la A
Quando un soluto come il nitrato di sodio (NaNO?) viene solubilizzato in un solvente come l'acqua, uno degli effetti che si può osservare è una diminuzione della pressione di vapore della soluzione rispetto al solvente puro. Questo fenomeno è spiegato dalla legge di Raoult, che afferma che la pressione di vapore di una soluzione è inferiore a quella del solvente puro a causa della presenza di particelle di soluto che occupano spazio sulla superficie del liquido, riducendo il numero di molecole di solvente che possono evaporare. Il nitrato di sodio, essendo un elettrolita, si dissocia in ioni sodio (Na?) e nitrato (NO??) quando viene disciolto in acqua, aumentando ulteriormente l'effetto di abbassamento della pressione di vapore. Questo avviene perché la presenza di più particelle in soluzione rispetto al solvente puro aumenta l'entropia e riduce la tendenza delle molecole di solvente a passare alla fase gassosa, risultando in una diminuzione della pressione di vapore complessiva della soluzione.

45 di 64 Domande

Dalla riduzione del pentanale si ottiene:














La risposta corretta è la E
Dalla riduzione del pentanale si ottiene pentanolo. La reazione di riduzione di un'aldeide come il pentanale comporta l'aggiunta di atomi di idrogeno al gruppo carbonilico (C=O) presente nell'aldeide, trasformandolo in un gruppo alcolico (-OH). In termini chimici, ciò avviene attraverso l'uso di un agente riducente, come il boroidruro di sodio (NaBH?) o l'idruro di litio e alluminio (LiAlH?), che forniscono gli ioni idruro (H?) necessari per la riduzione. Il pentanale, che ha la formula chimica C?H??O, viene quindi convertito in pentanolo, C?H??O, dove il gruppo aldeidico (-CHO) viene trasformato in un gruppo alcolico primario (-CH?OH). Questo processo è una tipica reazione di riduzione che riduce il numero di legami carbonio-ossigeno e aumenta i legami carbonio-idrogeno, portando alla formazione di un alcol primario dal corrispondente aldeide.

46 di 64 Domande

La molecola del metano ha una geometria:














La risposta corretta e' la ' tetraedrica '.


47 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


48 di 64 Domande

Nell’ uomo, durante la digestione degli alimenti, il pH acido:














La risposta corretta è la C
Nel lume gastrico, il pH fortemente acido (circa 1,5–3) creato dall’acido cloridrico secreto dalle cellule parietali ha la funzione chiave di convertire il pepsinogeno, zimogeno prodotto dalle cellule principali, nella sua forma enzimatica attiva, la pepsina. L’acidità induce una modificazione conformazionale che espone il sito attivo del pepsinogeno; segue un processo di autocatalisi in cui le prime molecole di pepsina formate accelerano l’attivazione di altro pepsinogeno. La pepsina ha un optimum di attività proprio in ambiente acido e idrolizza specificamente i legami peptidici adiacenti ad aminoacidi aromatici e acidi, avviando la digestione proteica. Contestualmente, l’acido denatura le proteine alimentari, rendendo più accessibili i siti di clivaggio alla pepsina. Questa attivazione è strettamente localizzata e regolata: il muco ricco di bicarbonato mantiene il pH vicino alla superficie mucosa più vicino alla neutralità, proteggendo l’epitelio dall’autodigestione da parte di pepsina e acido. Quando il contenuto gastrico passa nel duodeno, la presenza di acido stimola la secrezione di secretina, che induce il pancreas e l’albero biliare a rilasciare bicarbonato, neutralizzando il chimo; a pH superiore a circa 6 la pepsina si inattiva, consentendo ai succhi pancreatici di proseguire la digestione senza danneggiare la mucosa intestinale. Dal punto di vista clinico, una marcata riduzione dell’acidità gastrica (per achloridria o terapia prolungata con inibitori di pompa protonica) riduce l’attivazione del pepsinogeno e l’avvio gastrico della digestione proteica; di solito l’assorbimento resta adeguato grazie agli enzimi pancreatici, ma possono emergere effetti collaterali come ridotta liberazione gastrica della vitamina B12 dai complessi proteici e minore solubilizzazione del ferro non-eme. All’opposto, quando la barriera mucosa è compromessa (per esempio da infezione da Helicobacter pylori o uso di FANS), l’azione combinata di acido e pepsina contribuisce alla patogenesi dell’ulcera peptica. In sintesi, l’ambiente acido dello stomaco è necessario per trasformare il pepsinogeno in pepsina e avviare efficacemente la digestione delle proteine, oltre a integrare la difesa antimicrobica e a coordinarsi con la neutralizzazione duodenale per proteggere il tratto gastrointestinale.

49 di 64 Domande

Quando avviene l'inattivazione del cromosoma X secondo l'ipotesi di Mary Lyon?














La risposta corretta è la E
Secondo l’ipotesi di Mary Lyon (lyonizzazione), l’inattivazione di uno dei due cromosomi X nelle cellule femminili avviene nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale, attorno alla fase di blastocisti e all’impianto. Questo evento serve a compensare il dosaggio genico tra maschi (XY) e femmine (XX), riducendo l’espressione dei geni X a un livello comparabile. In ciascuna cellula somatica dell’embrione viene scelto in modo sostanzialmente casuale quale X inattivare; la scelta è poi stabilizzata e mantenuta in tutte le divisioni cellulari successive, determinando un mosaico di cloni cellulari con X materno o paterno inattivo. Il processo è mediato dal centro di inattivazione dell’X (XIC) e dal gene XIST, il cui RNA non codificante ricopre in cis il cromosoma destinato all’inattivazione, innescando modifiche epigenetiche diffuse (metilazione del DNA, deacetilazione istonica, marcature repressive come H3K27me3) che condensano la cromatina nel cosiddetto corpo di Barr. Alcuni geni, in particolare nelle regioni pseudoautosomiche, “sfuggono” parzialmente all’inattivazione e restano espressi, aspetto rilevante per la fisiopatologia delle aneuploidie dei cromosomi sessuali. Clinicamente, la lyonizzazione spiega la variabilità fenotipica nelle portatrici eterozigoti di malattie X?linked: la proporzione di cellule che esprimono l’allele mutato rispetto a quello sano (skewing) può modulare da forme asintomatiche a manifestazioni clinicamente evidenti, come in emofilia, distrofia muscolare di Duchenne o deficit di G6PD. In condizioni come la sindrome di Klinefelter (47,XXY) un cromosoma X viene inattivato, ma l’espressione dei geni che sfuggono all’inattivazione contribuisce al fenotipo; nella sindrome di Turner (45,X) la mancanza di un secondo X comporta insufficiente dose dei geni che normalmente sfuggono, con impatto clinico. L’inattivazione è stabile nelle cellule somatiche ma viene fisiologicamente annullata nelle cellule germinali durante l’oogenesi, ripristinando la totipotenza epigenetica. In sintesi, la risposta corretta è “durante lo sviluppo embrionale” perché è in questo periodo precoce che si stabilisce, in modo duraturo, il bilanciamento del dosaggio genico legato all’X.

50 di 64 Domande

Nell’ operone lac di E.coli il lattosio funziona da:














La risposta corretta e' la ' Induttore '.


51 di 64 Domande

Cosa sono i vertebrati terrestri, e quindi l'uomo?














La risposta corretta e' la ' Ureotelici '.


52 di 64 Domande

Il crossing over:














La risposta corretta e' la ' consiste nello scambio di segmenti corrispondenti tra i cromatidi di due cromosomi omologhi '.


53 di 64 Domande

Glicemia, uricemia e molti altri termini che finiscono con -emia indicano:














La risposta corretta e' la ' la concentrazione di una specifica sostanza nel sangue '.


54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Quale pigmento biliare è responsabile del colore giallo dell'ittero?














La risposta corretta è la A
La colorazione gialla dell’ittero è dovuta all’accumulo nei tessuti di bilirubina, un pigmento biliare giallo?arancio derivato dal catabolismo dell’eme. Quando i globuli rossi vengono degradati, l’eme è convertito in biliverdina (di colore verde) e poi, tramite la biliverdin reduttasi, in bilirubina non coniugata. Questa forma è lipofila, circola legata all’albumina e viene captata dagli epatociti, dove è coniugata dall’enzima UGT1A1 con acido glucuronico per diventare idrosolubile e quindi secreta nella bile. Nell’intestino la bilirubina coniugata è trasformata in urobilinogeno; parte viene riassorbita e parte convertita in stercobilina (che dà il colore bruno alle feci) e urobilina (che contribuisce al colore giallo delle urine). L’ittero clinicamente visibile compare di solito quando la bilirubina sierica totale supera circa 2–3 mg/dL, con deposizione preferenziale in tessuti ricchi di elastina come la sclera (ittero sclerale). Le cause principali si raggruppano in: pre-epatiche (aumentata produzione di bilirubina per emolisi, con prevalenza di bilirubina non coniugata e urine non scure), epatiche (ridotta captazione/coniugazione o danno epatocellulare, come in epatiti, sindrome di Gilbert o Crigler?Najjar) e post-epatiche o colestatiche (ostruzione dei dotti biliari: calcoli, neoplasie, colestasi intraepatica), in cui prevale bilirubina coniugata, idrosolubile, con urine scure e feci ipocoliche. Il prurito è tipico della colestasi per accumulo di sali biliari. Riconoscere che il pigmento responsabile è la bilirubina aiuta anche nella diagnosi differenziale: la biliverdina è verde e spiega la transizione cromatica delle ecchimosi, ma non il tipico giallo dell’ittero; la carotenemia, dovuta all’eccesso di carotene, può ingiallire la cute ma risparmia la sclera e non implica iperbilirubinemia. La valutazione si basa su frazionamento della bilirubina (diretta/indiretta), test di funzionalità epatica, emocromo con indici di emolisi e imaging delle vie biliari; il trattamento è eziologico: fototerapia o exsanguino-trasfusione nel neonato con iperbilirubinemia non coniugata, rimozione di ostruzioni nelle forme colestatiche, gestione specifica delle epatopatie. In tutti i casi, il colore giallo osservato è l’espressione tessutale dell’accumulo di bilirubina.

57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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