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1 di 61 Domande

Tra due morsetti A e B di un circuito elettrico sono collegate IN PARALLELO tre resistenze: due da 200 ohm e una da 100 ohm. La resistenza equivalente tra A e B è:














La risposta corretta è la E
Tra due morsetti A e B di un circuito elettrico sono collegate in parallelo tre resistenze: due da 200 ohm e una da 100 ohm. La resistenza equivalente tra A e B è minore di ciascuna delle resistenze. Quando le resistenze sono collegate in parallelo, la resistenza equivalente totale può essere calcolata utilizzando la formula 1/Req = 1/R1 + 1/R2 + 1/R3. Nel caso specifico, sostituendo i valori delle resistenze, si ottiene 1/Req = 1/200 + 1/200 + 1/100. Calcolando, si trova che 1/Req = 0.015, da cui Req = 1/0.015 = 66.67 ohm. Questo valore è inferiore a ciascuna delle resistenze singolarmente considerate, confermando che la resistenza equivalente di un circuito parallelo è sempre minore della più piccola resistenza presente nel circuito. Questo avviene perché il collegamento in parallelo offre più percorsi per il flusso di corrente, riducendo così la resistenza totale.

2 di 61 Domande

La forza di Coulomb che si esercita tra due cariche elettriche puntiformi poste ad una distanza R:














La risposta corretta è la D
La forza di Coulomb che si esercita tra due cariche elettriche puntiformi poste ad una distanza R è inversamente proporzionale al quadrato di R. La legge di Coulomb descrive la forza elettrica tra due cariche puntiformi e afferma che la forza è direttamente proporzionale al prodotto delle quantità di carica e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che le separa. Matematicamente, la forza F è espressa come F = k * (|q1 * q2| / R²), dove k è la costante di Coulomb, q1 e q2 sono le quantità di carica e R è la distanza tra le cariche. Questo significa che se la distanza tra le cariche raddoppia, la forza si riduce a un quarto del suo valore originale, dimostrando l'inverso quadrato della dipendenza dalla distanza. Tale relazione è analoga alla legge di gravitazione universale di Newton, che descrive una simile dipendenza inversa al quadrato della distanza per la forza gravitazionale. La natura della dipendenza inversa al quadrato è una conseguenza del fatto che le linee di forza si distribuiscono radialmente nello spazio tridimensionale, diluendosi con il quadrato della distanza.

3 di 61 Domande

Quali tra queste strutture sono omologhe tra loro?














La risposta corretta e' la '

La zampa anteriore del cane e l'ala del pipistrello

'.


4 di 61 Domande

Un difetto del setto interventricolare destro-sinistro del cuore può causare:














La risposta corretta e' la '

diminuzione della quantità di ossigeno nel circolo sistemico

'.


5 di 61 Domande

Responsabile dei movimenti della muscolatura dell' intestino è:














La risposta corretta è la A
I movimenti della muscolatura intestinale (peristalsi, segmentazione, attività propulsiva e di rimescolamento) sono controllati da un circuito nervoso involontario: il sistema nervoso autonomo. Il protagonista diretto è il sistema nervoso enterico, costituito dai plessi mienterico (di Auerbach) e sottomucoso (di Meissner), che fa parte dell’autonomico e può funzionare in larga misura indipendentemente dal sistema nervoso centrale. Il plesso mienterico coordina la motilità attraverso il riflesso peristaltico: a monte dello stimolo meccanico o chimico si ha contrazione mediata da neuroni eccitatori colinergici (acetilcolina) e tachichininergici, mentre a valle si verifica rilasciamento mediato da neuroni inibitori nitrergici e VIPergici (ossido nitrico e VIP), consentendo la progressione del contenuto. L’attività del sistema enterico è modulata dall’innervazione estrinseca autonomica: la parasimpatica (vagale e pelvica) potenzia tono e peristalsi, riduce il tono degli sfinteri e favorisce la secrezione; la simpatica, tramite noradrenalina, inibisce la motilità e aumenta il tono sfinteriale. Le cellule interstiziali di Cajal agiscono da “pacemaker” generando onde lente che, in presenza di input eccitatori, si trasformano in potenziali a punta capaci di indurre contrazioni della muscolatura liscia. Ormoni intestinali e mediatori locali (per es. motilina, serotonina, CCK) modulano ulteriormente il risultato finale, ma il controllo nervoso autonomico rimane il meccanismo cardine. Nel contesto clinico, questa fisiologia spiega vari quadri: farmaci anticolinergici e oppioidi riducono la motilità causando stipsi o ileo; i procinetici che aumentano il tono colinergico o attivano i recettori della motilina favoriscono la peristalsi; un’eccessiva attivazione simpatica post-chirurgica contribuisce all’ileo paralitico. Nella malattia di Hirschsprung, l’assenza di gangli enterici in un tratto di colon abolisce il controllo autonomico locale, con ostruzione funzionale e megacolon. La neuropatia autonomica diabetica e le disfunzioni dell’asse intestino-cervello possono generare dismotilità e sintomi come stipsi o diarrea. In sintesi, poiché la muscolatura intestinale è liscia e involontaria, la sua contrazione coordinata dipende dal sistema nervoso autonomo, in particolare dalla rete enterica che integra stimoli locali ed extrinseci per regolare il transito intestinale.

6 di 61 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


7 di 61 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

8 di 61 Domande

L' eritropoietina è:














La risposta corretta e' la '

una sostanza prodotta dai reni che sollecita la produzione di globuli rossi

'.


9 di 61 Domande

Quando la luce colpisce la retina avviene una trasformazione chimica in una sostanza contenuta nelle sue cellule e ciò origina lo stimolo nervoso. Questa sostanza è:














La risposta corretta e' la '

la rodopsina

'.


10 di 61 Domande

E'' stato affermato che: "L'inflazione consiste in un generale aumento dei prezzi nominali, accompagnato da una svalutazione della moneta." Quale tra le seguenti affermazioni è deducibile dalla frase precedente?














La risposta corretta e' la '

C'è una concomitanza tra inflazione e svalutazione

'.


11 di 61 Domande

Per pleiotropia si intende:














La risposta corretta e' la '

L'influenza di un solo gene su più caratteristiche fenotipiche

'.


12 di 61 Domande

Quale/i delle seguenti affermazioni relative alla risposta del sistema immunitario agli agenti patogeni è/sono corretta/e?

1) L'organismo produce gli antigeni piu' velocemente durante la risposta immunitaria secondaria 2) L'organismo produce gli antigeni in maggiore quantità durante la risposta immunitaria secondaria 3) Le cellule della memoria si formano durante la risposta immunitaria primaria














La risposta corretta e' la '

Solo 3

'.


13 di 61 Domande

Quale delle seguenti è  un'equazione di una retta perpendicolare alla retta 4x +6y=5?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale delle seguenti sia un'equazione di una retta perpendicolare alla retta 4x + 6y = 5, e la risposta corretta è 3x - 2y = 14. Per determinare la retta perpendicolare, dobbiamo trovare il coefficiente angolare della retta data. L'equazione 4x + 6y = 5 può essere riscritta in forma esplicita y = -2/3x + 5/6, da cui si ricava che il coefficiente angolare è -2/3. La condizione di perpendicolarità tra due rette richiede che il prodotto dei loro coefficienti angolari sia -1. Quindi, per trovare il coefficiente angolare della retta perpendicolare, calcoliamo l'opposto reciproco di -2/3, che è 3/2. La retta 3x - 2y = 14 può essere riscritta in forma esplicita come y = 3/2x - 7, confermando che il suo coefficiente angolare è 3/2. Pertanto, la retta 3x - 2y = 14 è perpendicolare alla retta originale come richiesto dalla domanda.

14 di 61 Domande

Mina deve distribuire un bonus di produzione di 6.000 euro tra i suoi quattro dipendenti. Progetta di destinarne la metà a Iginia, un quarto a Ghila, un quinto a Aimee e un decimo a Antimina. Così facendo:














La risposta corretta è la D
Mina deve distribuire un bonus di produzione di 6.000 euro tra i suoi quattro dipendenti e, così facendo, supererebbe il bonus complessivo di 300 euro. Per verificare questa affermazione, calcoliamo le somme destinate a ciascun dipendente: a Iginia spetta la metà del bonus, quindi 3.000 euro; a Ghila un quarto, quindi 1.500 euro; a Aimee un quinto, quindi 1.200 euro; e ad Antimina un decimo, quindi 600 euro. Sommando questi importi, otteniamo 3.000 + 1.500 + 1.200 + 600 = 6.300 euro. Pertanto, il totale distribuito supera il bonus complessivo disponibile di 6.000 euro di 300 euro, confermando che la risposta data è corretta.

15 di 61 Domande

La principale funzione dei lisosomi è:














La risposta corretta è la A
La principale funzione dei lisosomi è la digestione intracellulare. I lisosomi sono organelli delimitati da membrana con un lume acido (pH ~4,5–5) mantenuto da pompe V-ATPasi, che ospita idrolasi acide (proteasi, nucleasi, lipasi, glicosidasi) capaci di scindere macromolecole. Essi degradano materiali endocitati o fagocitati dopo fusione con endosomi/fagosomi e componenti cellulari danneggiati tramite autolisi dopo fusione con autofagosomi, formando l’autofagolisosoma. I prodotti della digestione (aminoacidi, zuccheri, nucleotidi, lipidi) vengono riciclati nel citosol attraverso trasportatori di membrana, sostenendo omeostasi e turnover. Questa funzione li distingue da perossisomi e mitocondri, che svolgono rispettivamente ossidazioni e produzione di ATP, mentre difetti delle idrolasi o del traffico lisosomiale causano malattie da accumulo lisosomiale, a conferma del loro ruolo centrale nella digestione intracellulare.

16 di 61 Domande

Tre condensatori sono collegati in serie all'interno di un circuito elettrico. Se le capacità dei tre condensatori sono rispettivamente 6 C, 4 C e 12 C, quale capacità avrà il condensatore equivalente?














La risposta corretta è la B
Tre condensatori sono collegati in serie all'interno di un circuito elettrico, con capacità rispettive di 6 C, 4 C e 12 C, e la capacità del condensatore equivalente è 2 C. Quando i condensatori sono collegati in serie, la capacità equivalente \( C_{eq} \) è calcolata usando la formula \(\frac{1}{C_{eq}} = \frac{1}{C_1} + \frac{1}{C_2} + \frac{1}{C_3}\), dove \( C_1 \), \( C_2 \) e \( C_3 \) sono le capacità dei singoli condensatori. Applicando questa formula, otteniamo \(\frac{1}{C_{eq}} = \frac{1}{6} + \frac{1}{4} + \frac{1}{12}\). Calcolando i reciproci, si ha \(\frac{1}{6} = 0,1667\), \(\frac{1}{4} = 0,25\) e \(\frac{1}{12} = 0,0833\). Sommando questi valori otteniamo \(\frac{1}{C_{eq}} = 0,5\), il che implica che \( C_{eq} = 2 \) C. Pertanto, la capacità del condensatore equivalente è correttamente calcolata come 2 C.

17 di 61 Domande

Quale dei seguenti composti si scioglie meglio in acqua?














La risposta corretta e' la '

Solfato di rame

'.


18 di 61 Domande

Se si incrocia un individuo eterozigote per una caratteristica dominante con un omozigote recessivo, con quale probabilita' avremo individui con il fenotipo recessivo?














La risposta corretta e' la '

50%

'.


19 di 61 Domande

Il pancreas endocrino produce:














La risposta corretta e' la '

Glucagone.

'.


20 di 61 Domande

All’interno di una sfera conduttrice di raggio r uniformemente carica (positivamente) viene posta una carica negativa q a distanza r/2 dal centro. Come si muove, se si muove, la carica q?














La risposta corretta è la C
All’interno di una sfera conduttrice di raggio r uniformemente carica (positivamente) viene posta una carica negativa q a distanza r/2 dal centro, la carica q rimane ferma. Questo avviene perché, secondo il teorema di Gauss, il campo elettrico all'interno di un conduttore in equilibrio elettrostatico è nullo. Anche se la sfera è uniformemente carica, la carica si distribuisce solo sulla superficie esterna del conduttore e non genera campo elettrico all'interno. Pertanto, la carica negativa q posta all'interno della sfera non sperimenta alcuna forza elettrica netta che possa indurla a muoversi. La distribuzione simmetrica della carica sulla superficie esterna assicura che qualsiasi punto all'interno della sfera, compresa la posizione di q, sia in una regione di campo elettrico nullo, mantenendo la carica q in equilibrio statico.

21 di 61 Domande

Definito nell’insieme dei numeri reali l’operatore ◊ dalla relazione a ◊ b = ab – a – b, qual è il valore dell’espressione (a ◊ b) ◊ c – (a ◊ c) ◊ b?














La risposta corretta e' la '

2b – 2c.

'.


22 di 61 Domande

Il matraccio più adatto per sciogliere 10 g di NaOH (Massa molare = 40 g/mol) e ottenere una soluzione 5,0 M avrà un volume pari a:














La risposta corretta è la C
Il matraccio più adatto per sciogliere 10 g di NaOH (Massa molare = 40 g/mol) e ottenere una soluzione 5,0 M avrà un volume pari a 50 mL. Per determinare il volume del matraccio necessario, è importante calcolare il numero di moli di NaOH utilizzando la sua massa molare. La massa di 10 g di NaOH corrisponde a 10 g / 40 g/mol = 0,25 mol. Una soluzione 5,0 M significa che ci sono 5 moli di soluto per litro di soluzione. Pertanto, per ottenere una concentrazione di 5,0 M con 0,25 mol di NaOH, è necessario un volume di soluzione pari a 0,25 mol / 5,0 mol/L = 0,05 L, che equivale a 50 mL. Di conseguenza, un matraccio da 50 mL è adatto per preparare questa soluzione con la concentrazione desiderata.

23 di 61 Domande

Quale dei seguenti elementi genetici è presente nel DNA di un gene eucariotico? 














La risposta corretta è la C
Quale dei seguenti elementi genetici è presente nel DNA di un gene eucariotico? Il promotore. Il promotore è una sequenza di DNA localizzata a monte del sito di inizio della trascrizione (TSS) che recluta i fattori generali di trascrizione e la RNA polimerasi II, determinando posizione, direzione ed efficienza dell’avvio trascrizionale. Include elementi core come TATA box, Inr, BRE e/o DPE e regioni prossimali (CAAT, GC box), spesso associate a isole CpG, che regolano l’espressione basale e la responsività ai segnali. A differenza di elementi tipicamente procariotici (operatore, Shine-Dalgarno) o di segnali post-trascrizionali, il promotore è un elemento canonico del DNA genico eucariotico. La sua attività dipende anche dal contesto cromatinico (posizionamento dei nucleosomi e modifiche istoniche) e dall’interazione con fattori specifici che integrano enhancer e segnali cellulari.

24 di 61 Domande

Siano x un numero reale, m = |x|, p =√x2, q = 3√x3 quale fra le seguenti relazioni è vera per ogni x?














La risposta corretta è la A
Siano x un numero reale, m = |x|, p = ?x², q = ³?x³, quale fra le seguenti relazioni è vera per ogni x? La risposta corretta è: m = p. Questa affermazione è vera perché sia m che p rappresentano il valore assoluto di x. Infatti, m = |x| è per definizione il valore assoluto di x, mentre p = ?x² è ugualmente il valore assoluto di x poiché la radice quadrata di x² restituisce sempre un valore non negativo, indipendentemente dal segno di x. D'altra parte, q = ³?x³ è semplicemente x, poiché l'operazione di elevare al cubo e poi estrarre la radice cubica restituisce il valore originale di x, mantenendo il segno. Pertanto, mentre m e p sono sempre uguali tra loro per ogni x, q è uguale a x e non necessariamente uguale a m o p.

25 di 61 Domande

Individuare quale tra le seguenti affermazioni sui legami chimici è FALSA














La risposta corretta è la A
La domanda chiede di individuare quale tra le seguenti affermazioni sui legami chimici è falsa, e la risposta corretta è che i legami chimici possono formarsi solo tra sostanze allo stato liquido. Questa affermazione è falsa perché i legami chimici possono formarsi tra atomi e molecole in vari stati della materia, non solo nel liquido. Ad esempio, i legami covalenti e ionici si formano tra atomi in fase gassosa durante reazioni chimiche, mentre i legami metallici si osservano nei metalli solidi. Inoltre, i legami a idrogeno, che sono un tipo di interazione intermolecolare, possono verificarsi in stati solidi, liquidi e gassosi. In realtà, la formazione di legami chimici è un fenomeno fondamentale che avviene indipendentemente dallo stato fisico delle sostanze coinvolte. Pertanto, limitare la formazione di legami allo stato liquido è una generalizzazione errata che non tiene conto della vasta gamma di condizioni in cui i legami chimici possono avvenire.

26 di 61 Domande

Quale/i delle seguenti affermazioni su elementi, miscele e composti è/sono corretta/e?
1. Le miscele devono contenere almeno due composti.
2. I composti devono contenere almeno due elementi.
3. Due elementi diversi reagiscono tra di loro per dare sempre lo stesso composto binario. 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale/i delle seguenti affermazioni su elementi, miscele e composti è/sono corretta/e, e la risposta corretta è "Solo 2". La seconda affermazione è corretta perché un composto è una sostanza chimica costituita da due o più elementi chimicamente combinati in proporzioni fisse. La prima affermazione è errata poiché una miscela può contenere due o più sostanze che possono essere elementi o composti, ma non è necessario che siano composti. La terza affermazione è errata perché due elementi diversi possono formare più di un composto binario, come nel caso del carbonio e dell'ossigeno che possono formare sia monossido di carbonio (CO) che biossido di carbonio (CO?).

27 di 61 Domande

Indicare quale tra le seguenti formule rappresenta il solfato di alluminio. 














La risposta corretta e' la '

Al2 (SO4)3

'.


28 di 61 Domande

Durante il funzionamento di una pila elettrochimica si ha:














La risposta corretta è la B
Durante il funzionamento di una pila elettrochimica si ha una reazione di ossido-riduzione. Una pila elettrochimica è un dispositivo che converte l'energia chimica in energia elettrica attraverso una reazione di ossido-riduzione, in cui avviene il trasferimento di elettroni tra due specie chimiche. Nella pila, l'anodo è il polo negativo dove avviene l'ossidazione, ovvero la perdita di elettroni, mentre il catodo è il polo positivo dove avviene la riduzione, cioè l'acquisto di elettroni. Questi processi sono collegati da un circuito esterno che permette il flusso di elettroni generando corrente elettrica. La differenza di potenziale tra anodo e catodo è ciò che consente il movimento degli elettroni attraverso il circuito esterno. Le reazioni di ossido-riduzione sono quindi fondamentali per il funzionamento delle pile elettrochimiche, poiché senza di esse non ci sarebbe il trasferimento di elettroni necessario per generare energia elettrica.

29 di 61 Domande

Chi definisce un dittatore un demonio, in segreto lo ammira.Friederich Dürrenmatt, Le scintille del pensiero, ed.Casagrande, 2003
QUALE tra le spiegazioni possibili di questo aforisma È CONVINCENTE?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale sia una spiegazione convincente per l'aforisma di Friederich Dürrenmatt secondo cui chi definisce un dittatore un demonio, in segreto lo ammira, e la risposta corretta è che definire una persona un demonio vuol dire attribuirle una grandezza eccezionale, pur malvagia. Questa risposta è convincente perché l'uso del termine "demonio" implica un riconoscimento di potere e influenza straordinari, anche se usati per scopi negativi. Nel contesto dell'aforisma, l'ammirazione segreta deriva dal riconoscimento della capacità del dittatore di esercitare un controllo e un impatto significativi, caratteristiche che, seppur temute e condannate, suscitano un certo fascino. La grandezza eccezionale, sebbene malvagia, è spesso vista come degna di nota, e ciò può portare a una forma di ammirazione, anche se non dichiarata apertamente. Questo tipo di ammirazione può essere legato alla complessità dell'animo umano, che spesso è attratto da figure potenti e carismatiche, indipendentemente dalla loro moralità.

30 di 61 Domande

Il composto (CH3CH2CH2)3 N è














La risposta corretta è la C
Il composto (CH?CH?CH?)?N è una ammina. Questo composto è un esempio di ammina terziaria, in cui l'atomo di azoto è legato a tre gruppi alchilici, in questo caso tre gruppi propilici (CH?CH?CH?-). Le ammine sono derivati dell'ammoniaca (NH?) in cui uno o più atomi di idrogeno sono sostituiti da gruppi alchilici o arilici. L'atomo di azoto ha una coppia di elettroni non condivisa, che conferisce alle ammine proprietà basiche e la capacità di formare legami a idrogeno. Questa struttura consente al composto di partecipare a reazioni tipiche delle ammine, come l'alchilazione e l'acilazione. Inoltre, la presenza di tre gruppi alchilici conferisce al composto una certa solubilità in solventi organici e un punto di ebollizione relativamente elevato rispetto alle ammine primarie e secondarie con lo stesso numero di atomi di carbonio.

31 di 61 Domande

“La struttura dello ione ammonio può essere compresa mediante due schematizzazioni; nella prima un idrogenione si lega al doppietto elettronico non condiviso presente nell’ibrido sp3 dell’atomo di azoto dell’ammoniaca (legame dativo); nella seconda schematizzazione la formazione dello ione può essere supposta come risultato della combinazione di un ipotetico ione N+ , isoelettonico con il carbonio, con quattro atomi di idrogeno; in entrambi i casi, comunque, l’atomo di azoto si trova nello stato di ibridazione sp3 , e la struttura dello ione è perfettamente tetraedrica”.
Quale delle seguenti informazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

L’atomo di carbonio e l’atomo di azoto hanno ugual numero di elettroni nell’ultimo livello

'.


32 di 61 Domande

Per a e b entrambi positivi, log (a/b)=














La risposta corretta è la E
La domanda chiede di trovare l'espressione di log (a/b) per a e b entrambi positivi, e la risposta corretta è log a - log b. Questa relazione deriva dalle proprietà dei logaritmi, in particolare dalla regola del quoziente, che afferma che il logaritmo di un quoziente è uguale alla differenza dei logaritmi dei singoli termini. Questa proprietà si basa sull'idea che i logaritmi trasformano la divisione in sottrazione, semplificando così il calcolo delle espressioni logaritmiche. Quando si prende il logaritmo di una divisione, come log (a/b), si scompone il problema in due parti più semplici: log a e log b, e si sottrae il secondo dal primo. Questa proprietà è molto utile in matematica e fisica perché consente di manipolare espressioni complesse in modo più gestibile e di risolvere equazioni logaritmiche con maggiore facilità.

33 di 61 Domande

Indicare la massa di ossido di calcio (calce viva) che si ottiene da 1 kg di CaCO3, se la reazione è: CaCO3 = CaO + CO2 (p.at. Ca = 40, p.at. C = 12, p.at. O = 16 u.m.a)














La risposta corretta è la D
La massa di ossido di calcio (calce viva) che si ottiene da 1 kg di CaCO? è 560 g. Per determinare la massa di CaO prodotta, è necessario considerare la reazione di decomposizione del carbonato di calcio: CaCO? ? CaO + CO?. Calcoliamo la massa molare del CaCO?, che è la somma delle masse atomiche del calcio (40 u.m.a), del carbonio (12 u.m.a) e di tre atomi di ossigeno (3 × 16 u.m.a), risultando in 100 u.m.a. La massa molare del CaO è la somma delle masse atomiche del calcio (40 u.m.a) e dell'ossigeno (16 u.m.a), quindi 56 u.m.a. Partendo da 1 kg di CaCO? (1000 g), possiamo determinare la quantità di CaO prodotto utilizzando il rapporto tra le masse molari: (56 u.m.a / 100 u.m.a) × 1000 g = 560 g. Pertanto, la massa di CaO ottenuta dalla decomposizione di 1 kg di CaCO? è 560 g.

34 di 61 Domande

Una certa quantità di gas perfetto subisce, a partire da uno stato di equilibrio, una trasformazione irreversibile generica, sino a un nuovo stato di equilibrio, caratterizzato da un volume doppio rispetto a quello iniziale e da una pressione pari a metà di quella iniziale. Cosa possiamo dire della temperatura nello stato di equilibrio finale?














La risposta corretta è la D
Una certa quantità di gas perfetto subisce una trasformazione irreversibile, portando a un volume doppio e una pressione pari alla metà di quella iniziale, e la temperatura finale è uguale a quella iniziale. La spiegazione si basa sulla legge dei gas perfetti, espressa dalla formula PV = nRT, dove P è la pressione, V è il volume, n è il numero di moli, R è la costante universale dei gas e T è la temperatura assoluta. Nella situazione descritta, il volume finale è il doppio di quello iniziale (V_f = 2V_i) e la pressione finale è metà di quella iniziale (P_f = 0.5P_i). Sostituendo questi valori nella legge dei gas perfetti, si ottiene 0.5P_i * 2V_i = nRT_f, che si semplifica a P_i * V_i = nRT_f. Poiché l'equazione iniziale era P_i * V_i = nRT_i, risulta che T_f = T_i, dimostrando che la temperatura finale è uguale a quella iniziale, nonostante la trasformazione irreversibile del gas.

35 di 61 Domande

Un fiorista olandese deve piantare in una serra bulbi di tulipani contenuti in un sacchetto. Il numero dei bulbi è compreso tra 300 e 400. Il fiorista scava fossetti nel terreno e in ognuno di essi mette 6 bulbi. Gli restano 5 bulbi per l’ultimo fossetto. Prova a metterne 7 e poi 8. in entrambi i casi gli avanzano sempre 5 bulbi per l’ultimo fosso. Quanti sono esattamente i bulbi?














La risposta corretta è la C
Il numero esatto di bulbi di tulipani che il fiorista olandese deve piantare è 341. Per risolvere il problema, dobbiamo trovare un numero tra 300 e 400 che soddisfi tutte le condizioni fornite: quando i bulbi vengono divisi in gruppi di 6, 7 e 8, il resto è sempre 5. Questo significa che il numero di bulbi deve lasciare un resto di 5 quando diviso per 6, 7 e 8. In termini matematici, stiamo cercando un numero n tale che n ? 5 (mod 6), n ? 5 (mod 7) e n ? 5 (mod 8). Il minimo comune multiplo di 6, 7 e 8 è 168, quindi possiamo esprimere n nella forma 168k + 5, dove k è un intero. Cercando il valore di k che porta n tra 300 e 400, troviamo che con k = 2, n = 168 × 2 + 5 = 341, che soddisfa tutte le condizioni del problema.

36 di 61 Domande

 I composti costituiti da due elementi vengono in genere denominati utilizzando la radice del nome del secondo elemento nella formula, seguita da "di" e dal nome del
primo elemento; il numero di atomi di ciascun elemento nella formula è indicato da un prefisso (mono, di, tri, tetra, penta, etc,; il prefisso mono viene in genere omesso).
Così, ad esempio, il composto Al2O3 viene chiamato triossido di alluminio, e il composto ICl prende il nome di cloruro di iodio. Sulla base delle regole indicate nel testo, quali sono le formule del tetrossido di azoto e del pentacloruro di fosforo? 














La risposta corretta è la C
Le formule del tetrossido di azoto e del pentacloruro di fosforo sono rispettivamente N?O? e PCl?. Questa nomenclatura segue le regole per i composti binari, che utilizzano prefissi per indicare il numero di atomi di ciascun elemento. "Tetrossido" indica la presenza di quattro atomi di ossigeno, mentre "di azoto" suggerisce due atomi di azoto, portando alla formula N?O?. Allo stesso modo, "pentacloruro" indica cinque atomi di cloro, e "di fosforo" indica un atomo di fosforo, risultando nella formula PCl?. Il prefisso "mono" è generalmente omesso per il primo elemento, ma non è necessario in questi esempi poiché il numero di atomi è maggiore di uno. Queste regole di nomenclatura sono fondamentali per identificare correttamente la composizione chimica dei composti binari.

37 di 61 Domande

Le coppie di basi complementari che si ritrovano nella struttura a doppia elica del DNA sono:














La risposta corretta e' la '

Timina-adenina, citosina-guanina.

'.


38 di 61 Domande

Con la struttura di Lewis, si rappresentano:














La risposta corretta è la B
Con la struttura di Lewis, si rappresentano gli elettroni di valenza degli atomi costituenti le molecole. La struttura di Lewis è un modello di rappresentazione che permette di visualizzare la disposizione degli elettroni di valenza attorno agli atomi in una molecola, evidenziando come questi elettroni partecipano alla formazione di legami covalenti. Gli elettroni di valenza sono quelli presenti nel livello energetico più esterno di un atomo e sono cruciali per determinare il comportamento chimico dell'atomo stesso. Nella struttura di Lewis, i legami covalenti sono rappresentati da linee che collegano i simboli degli elementi, mentre gli elettroni non condivisi, noti anche come coppie solitarie, sono indicati con punti. Questo tipo di rappresentazione aiuta a prevedere la geometria molecolare, la polarità e la reattività delle molecole, essendo uno strumento fondamentale per comprendere le interazioni chimiche.

39 di 61 Domande

Una soluzione acquosa avente pH 1 è :














La risposta corretta è la A
Una soluzione acquosa avente pH 1 è fortemente acida. Il pH è una misura della concentrazione degli ioni idrogeno (H?) in una soluzione, dove un pH inferiore a 7 indica una soluzione acida, un pH di 7 è neutro e un pH superiore a 7 è basico. Un pH di 1 indica una concentrazione di ioni H? molto elevata, pari a 0,1 mol/L, il che significa che la soluzione è altamente acida. Le soluzioni con pH molto basso, come 1, sono tipicamente caratterizzate da un'alta capacità di donare protoni e possono essere corrosive, a seconda della natura dell'acido presente. Questo livello di acidità è simile a quello di acidi forti come l'acido cloridrico diluito. Pertanto, una soluzione con pH 1 è considerata fortemente acida.

40 di 61 Domande

Quale dei seguenti fattori NON influenza la velocità di reazione?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale dei seguenti fattori non influenza la velocità di reazione e la risposta corretta è la massa del sistema. La velocità di reazione è influenzata da diversi fattori come la concentrazione dei reagenti, la temperatura, la presenza di catalizzatori e la superficie di contatto dei reagenti solidi. Questi fattori agiscono modificando la frequenza e l'energia delle collisioni tra le molecole reagenti, che sono essenziali per il progresso della reazione. Tuttavia, la massa complessiva del sistema non ha un impatto diretto sulla velocità di reazione, poiché non altera la frequenza o l'energia delle collisioni molecolari. La massa del sistema può influenzare aspetti pratici o logistici di una reazione chimica, come la gestione o il trasporto dei materiali, ma non incide sui meccanismi molecolari che determinano la velocità con cui una reazione procede.

41 di 61 Domande

Qual è la formula dell'acido nitrico?














La risposta corretta e' la ' HNO3 '.


42 di 61 Domande

18 g di acqua sono necessari per trasformare 56 g di ossido di calcio in idrossido di calcio. Quanti grammi di acqua sono necessari per trasformare 25 g di ossido di calcio?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quanti grammi di acqua sono necessari per trasformare 25 g di ossido di calcio in idrossido di calcio, e la risposta corretta è 8,036 g. Questo problema si basa sulla reazione chimica tra l'ossido di calcio (CaO) e l'acqua (H?O) per formare l'idrossido di calcio (Ca(OH)?). La reazione è: CaO + H?O ? Ca(OH)?. Dalla stechiometria della reazione, sappiamo che 56 g di CaO reagiscono con 18 g di H?O. Pertanto, possiamo impostare una proporzione per determinare la quantità di acqua necessaria per 25 g di CaO. La proporzione è: (56 g CaO / 18 g H?O) = (25 g CaO / x g H?O). Risolvendo per x, otteniamo x = (25 g CaO * 18 g H?O) / 56 g CaO = 8,036 g H?O. Questo calcolo conferma che 8,036 g di acqua sono necessari per trasformare 25 g di ossido di calcio in idrossido di calcio.

43 di 61 Domande

I metalli alcalini hanno configurazione elettronica esterna:














La risposta corretta e' la ' ns1 '.


44 di 61 Domande

Il sistema acqua - ghiaccio è :














La risposta corretta è la B
Il sistema acqua - ghiaccio è chimicamente omogeneo e fisicamente eterogeneo. Questa affermazione è corretta perché, dal punto di vista chimico, sia l'acqua liquida che il ghiaccio sono costituiti da molecole di H?O, il che rende il sistema chimicamente omogeneo. Tuttavia, fisicamente, il sistema è eterogeneo poiché presenta due fasi distinte: una fase solida (ghiaccio) e una fase liquida (acqua). Queste due fasi hanno proprietà fisiche differenti, come densità e struttura molecolare, che le rendono distinguibili l'una dall'altra. In un sistema eterogeneo, le diverse fasi sono separabili meccanicamente e mantengono le loro proprietà fisiche individuali, il che è esattamente il caso del sistema acqua-ghiaccio, dove il ghiaccio galleggia sull'acqua a causa della sua minore densità.

45 di 61 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


46 di 61 Domande

La gittata cardiaca:














La risposta corretta è la E
La gittata cardiaca è la quantità di sangue pompata in un minuto da un ventricolo. In condizioni stazionarie il ventricolo destro e il sinistro eiettano lo stesso volume, poiché il circolo è in serie; perciò parlare “per ventricolo” è la formulazione precisa. Nell’adulto a riposo è tipicamente 4–8 L/min e varia con la taglia corporea; per questo si usa anche l’indice cardiaco (gittata cardiaca normalizzata per superficie corporea), con valori usuali di circa 2,5–4,0 L/min/m². La relazione fondamentale è: gittata cardiaca = frequenza cardiaca × gittata sistolica. La gittata sistolica è il volume espulso a ogni battito, distinto dalla frazione di eiezione, che è la percentuale del volume telediastolico espulsa per singolo battito. I determinanti principali sono precarico (legge di Frank-Starling), contrattilità, postcarico e frequenza cardiaca; frequenze molto elevate possono ridurre la gittata per accorciamento del riempimento diastolico. Clinicamente, una gittata cardiaca ridotta si osserva nello scompenso cardiaco, nello shock cardiogeno, nel tamponamento cardiaco o in stenosi valvolari gravi, e si associa a ipoperfusione (ipotensione, oliguria, alterazioni dello stato mentale, lattato elevato). Può aumentare in esercizio, gravidanza, anemia, tireotossicosi e nella fase iperdinamica della sepsi. Il trattamento punta a correggere il determinante alterato: ripristino del precarico con fluidi quando appropriato, riduzione del postcarico con vasodilatatori, aumento della contrattilità con inotropi, controllo della frequenza in tachiaritmie; nelle forme meccaniche si interviene sulla causa (pericardiocentesi, correzione valvolare). La misurazione può avvenire con il principio di Fick (consumo di ossigeno e differenza artero-venosa), con termodiluizione tramite catetere in arteria polmonare, o con ecocardiografia Doppler che stima il flusso attraverso un tratto di efflusso; esistono metodiche non invasive basate sull’analisi dell’onda pressoria. Comprendere definizione e determinanti della gittata cardiaca è cruciale per interpretare segni vitali, guidare la terapia emodinamica e valutare la prognosi nei pazienti critici e cardiopatici.

47 di 61 Domande

Il glucosio è un:














La risposta corretta è la B
Il glucosio è un aldoso perché, nella sua forma a catena aperta, possiede un gruppo funzionale aldeidico sul carbonio 1. Più precisamente è un aldoesoso: un monosaccaride a sei atomi di carbonio con un’aldeide terminale. In soluzione acquosa il glucosio esiste prevalentemente in forma ciclica (?- e ?-D-glucopiranosio) per formazione di un emiacetale intramolecolare tra il C1 e il C5, ma una piccola frazione resta in forma lineare e mantiene il gruppo aldeidico reattivo. Questa caratteristica spiega perché il glucosio è uno “zucchero riducente”: può ridurre ioni rameici in test classici di laboratorio (Benedict, Fehling) ed è suscettibile a reazioni di glicazione non enzimatica con proteine, alla base della formazione dell’emoglobina glicata (HbA1c) e, nel tempo, di prodotti avanzati di glicazione. La distinzione tra aldoso e chetoso è strutturale: negli aldosi la funzione carbonilica è un’aldeide al C1, nei chetosi è un chetone tipicamente al C2 (come nel fruttosio). Nel metabolismo, questa differenza è funzionalmente rilevante: il glucosio, una volta fosforilato a glucosio-6-fosfato, può essere isomerizzato a fruttosio-6-fosfato dalla fosfoglucosio isomerasi, convertendo un aldoso in un chetoso per proseguire nella glicolisi. L’ossidazione selettiva del C1 del glucosio (caratteristica degli aldosi) a gluconolattone è anche il principio analitico alla base degli elettrodi enzimatici dei glucometri. Stereochimicamente, il D-glucosio presenta quattro centri chirali e appartiene alla serie D definita dalla configurazione del C5; ha epimeri clinicamente rilevanti come il D-mannosio (epimero al C2) e il D-galattosio (epimero al C4). Dal punto di vista clinico, riconoscere il glucosio come aldoso aiuta a comprendere la sua reattività come zucchero riducente, la formazione di HbA1c usata per monitorare il controllo glicemico nel diabete e il razionale di alcune reazioni analitiche e metaboliche chiave. Inoltre, l’ossidazione dell’aldoso al C1 e la formazione di acidi uronici al C6 spiegano vie di detossificazione (acido glucuronico) e di metabolismo dei carboidrati in diversi tessuti.

48 di 61 Domande

Qual è la conseguenza del disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa mediante agenti disaccoppianti?














La risposta corretta è la E
Gli agenti disaccoppianti della fosforilazione ossidativa dissipano il gradiente elettrochimico di protoni attraverso la membrana interna mitocondriale senza passare per l’ATP sintasi. In condizioni fisiologiche, l’energia liberata dal trasporto di elettroni lungo la catena respiratoria viene immagazzinata come forza proton-motrice e poi convertita in ATP dall’ATP sintasi. Quando un disaccoppiante (per esempio 2,4-dinitrofenolo, FCCP o, in senso fisiologico, la proteina UCP1 del tessuto adiposo bruno) permette ai protoni di rientrare nella matrice indipendentemente dall’ATP sintasi, questa energia non può essere catturata in legami fosfato ad alta energia e viene rilasciata sotto forma di calore. La conseguenza primaria è quindi un aumento della termogenesi, con parallelamente ridotta efficienza della sintesi di ATP. Poiché il “contropressione” del gradiente viene meno, la catena di trasporto degli elettroni accelera per cercare di ristabilire il gradiente, incrementando consumo di ossigeno, ossidazione dei substrati e produzione di CO2. L’ATP cellulare può ridursi, attivando risposte cataboliche (aumento glicolisi e lipolisi) per sostenere la richiesta energetica, ma con scarso rendimento; ciò può favorire acidosi lattica. In clinica, l’esposizione a disaccoppianti esogeni come il dinitrofenolo causa ipertermia potenzialmente fatale, tachicardia, tachipnea, sudorazione, confusione e collasso emodinamico; non esiste antidoto specifico e il trattamento è di supporto con raffreddamento attivo, fluidi e gestione delle complicanze. Anche i salicilati ad alte dosi esercitano un effetto disaccoppiante contribuendo a febbre, alcalosi respiratoria e acidosi metabolica nelle intossicazioni gravi. Sul versante fisiologico, UCP1 nel tessuto adiposo bruno dei neonati e in parte negli adulti media la termogenesi non da brivido, utile al mantenimento della temperatura corporea. In sintesi, il disaccoppiamento interrompe il nesso tra flusso elettronico e sintesi di ATP, convertendo l’energia del gradiente protonico in calore. Questo spiega perché l’effetto cardinalmente osservato, sia in condizioni patologiche che fisiologiche, è l’aumento della produzione di calore, accompagnato da incremento del metabolismo ossidativo e riduzione dell’efficienza energetica cellulare.

49 di 61 Domande

Quale di questi processi consuma ATP?














La risposta corretta e' la ' Ciclo di Calvin '.


50 di 61 Domande

Quale dei seguenti abbinamenti NON è corretto?














La risposta corretta e' la ' Istamina – amminoacido basico '.


51 di 61 Domande

Quale dei seguenti è un esempio di riproduzione asessuata?














La risposta corretta e' la ' La gemmazione nel lievito '.


52 di 61 Domande

Il tonno e il delfino hanno una forma corporea idrodinamica fondamentalmente simile perché :














La risposta corretta e' la ' pur non avendo un antenato comune, sono stati sottoposti alle stesse pressioni selettive '.


53 di 61 Domande

I cromosomi delle cellule eucariotiche sono costituiti da:














La risposta corretta e' la ' DNA e proteine '.


54 di 61 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 61 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 61 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 61 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 61 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 61 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 61 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


61 di 61 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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