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1 di 64 Domande

Su basi cinetiche la pressione di un gas è determinata da uno dei seguenti elementi; scegli L'UNICO ASSOLUTAMENTE CORRETTO:














La risposta corretta è la D
Su basi cinetiche la pressione di un gas è determinata dal numero di urti delle particelle del gas sulle pareti del recipiente. Questa affermazione è corretta perché, secondo la teoria cinetica dei gas, la pressione esercitata da un gas è il risultato delle collisioni delle sue molecole con le pareti del contenitore. Ogni urto trasferisce un impulso alle pareti, e la somma di questi impulsi per unità di tempo e di area costituisce la pressione. La frequenza e l'intensità degli urti dipendono dalla velocità delle particelle e dalla loro concentrazione, ovvero dal numero di particelle per unità di volume. A temperature più alte, le particelle si muovono più velocemente, aumentando sia il numero di urti che l'energia trasferita per urto, il che si traduce in una maggiore pressione. Allo stesso modo, un aumento del numero di particelle nel contenitore porta a un aumento del numero di collisioni con le pareti, incrementando la pressione.

2 di 64 Domande

A 25 gradi C, l'equazione di Nernst è:
E'= E+60 log [OX]/[R]
E'= potenziale di riduzione;
E = potenziale di riduzione standard;
[OX] = concentrazione dell'ossidante;
[R] =concentrazione del riducente.
L'equazione di Nernst consente di calcolare il potenziale di riduzione E' di una coppia redox in funzione del rapporto fra le concentrazioni dell'ossidante OX e del riducente R, essendo noto E. Calcolare il potenziale di riduzione della coppia redox tampachinone/tampachinolo per un quoziente tampachinolo [OX]/tampachinone [R] (E = -552 mVolt) = 1.














La risposta corretta e' la '

- 552 mVolt

'.


3 di 64 Domande

Data l'equazione 5 logx = log 32, posso affermare che x è uguale a:














La risposta corretta è la D
Data l'equazione 5 logx = log 32, posso affermare che x è uguale a 2. Per risolvere questa equazione, possiamo utilizzare le proprietà dei logaritmi. Iniziamo dividendo entrambi i membri dell'equazione per 5, ottenendo logx = (log 32)/5. La proprietà dei logaritmi ci dice che log(a^b) = b * log(a), quindi possiamo riscrivere log 32 come log(2^5), che è uguale a 5 * log 2. Sostituendo questa espressione nell'equazione originale, otteniamo logx = (5 * log 2)/5, che si semplifica in logx = log 2. Poiché i logaritmi sono uguali, possiamo dedurre che x = 2, confermando che la risposta corretta è 2.

4 di 64 Domande

Mediante una reazione di deidrogenazione, da un alcool secondario si ottiene:














La risposta corretta e' la '

Nessuno dei composti indicati nelle precedenti risposte 

'.


5 di 64 Domande

Due corpi di ugual massa, di ugual temperatura, ma caratterizzati da calori specifici molto diversi, vengono messi in contatto. Cosa avviene?














La risposta corretta e' la '

I due corpi non si scambiano calore

'.


6 di 64 Domande

Se durante l'anafase mitotica di una cellula con 10 cromosomi (n = 5) i due cromatidi che costituiscono un singolo cromosoma non si separassero:














La risposta corretta e' la '

una delle due cellule figlie avrebbe 9 cromosomi

'.


7 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


8 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

9 di 64 Domande

Un 30-enne, un 35-enne e un 45-enne stipulano un'assicurazione per avere la stessa rendita vitalizia con inizio a 65 anni . Chi paga la rata annuale più alta in caso di pagamento rateale del premio?














La risposta corretta e' la '

Il 45-enne

'.


10 di 64 Domande

L'anemia falciforme è una malattia genetica causata da una mutazione:














La risposta corretta e' la '

puntiforme autosomica che determina la sostituzione della valina con l'acido glutammico in una catena beta dell'emoglobina

'.


11 di 64 Domande

Da quale ghiandola è prodotto l'ormone antagonista della calcitonina nella regolazione della calcemia?














La risposta corretta è la D
L’ormone antagonista della calcitonina nella regolazione della calcemia è prodotto dalla paratiroide. La paratiroide secerne il paratormone (PTH), che aumenta la calcemia opponendosi all’azione ipocalcemizzante della calcitonina. Il PTH stimola il riassorbimento osseo indirettamente attivando gli osteoclasti tramite gli osteoblasti, incrementa il riassorbimento renale di calcio nel tubulo distale e riduce il riassorbimento di fosfato (fosfaturia), prevenendo la precipitazione di CaPO4. Inoltre attiva la 1?-idrossilasi renale, aumentando la produzione di calcitriolo, che potenzia l’assorbimento intestinale di calcio e fosfato. Al contrario, la calcitonina, prodotta dalle cellule C della tiroide, inibisce gli osteoclasti e tende a ridurre la calcemia; per questo le due vie sono funzionalmente antagoniste, con il PTH come regolatore principale della calcemia in condizioni fisiologiche.

12 di 64 Domande

Una malformazione che compare in un bambino fin dalla nascita certamente:














La risposta corretta e' la '

E' congenita

'.


13 di 64 Domande

Si definiscono amminoacidi essenziali quelli che:














La risposta corretta e' la '

Non possono essere sintetizzati dall'organismo umano

'.


14 di 64 Domande

Quale tra i seguenti NON è un componente del sistema di conduzione del battito cardiaco?














La risposta corretta e' la '

Nodo seno-ventricolare

'.


15 di 64 Domande

Una spira di rame è posata sul pavimento. Uno sperimentatore tiene in mano una calamita a forma di barra e ne avvicina il polo nord alla spira con movimento verticale. Si può prevedere che durante il movimento della calamita:














La risposta corretta e' la '

Nella spira circolerà corrente

'.


16 di 64 Domande

Un frammento di DNA a doppia elica contiene 12 molecole di timina e 15 molecole di guanina. Quanti singoli legami idrogeno tra basi azotate sono complessivamente presenti all'interno di questo frammento di DNA?














La risposta corretta e' la '

69

'.


17 di 64 Domande

Un gruppo di 10 ciclisti è composto da 6 uomini e 4 donne. I 10 ciclisti pesano in media 74 kg. Il peso medio dei 6 uomini è 82 kg. Quanto pesano in media le 4 donne?














La risposta corretta è la C
Un gruppo di 10 ciclisti è composto da 6 uomini e 4 donne, i ciclisti pesano in media 74 kg e il peso medio degli uomini è 82 kg, quindi le donne pesano in media 62 kg. Per trovare il peso medio delle donne, dobbiamo prima calcolare il peso totale di tutti i ciclisti, che è dato dalla media di 74 kg moltiplicata per 10 ciclisti, ottenendo 740 kg. Successivamente, calcoliamo il peso totale degli uomini moltiplicando la loro media di 82 kg per 6, ottenendo 492 kg. Sottraendo il peso totale degli uomini dal peso totale del gruppo, otteniamo il peso totale delle donne: 740 kg - 492 kg = 248 kg. Infine, dividiamo il peso totale delle donne per il numero di donne, 4, per ottenere il peso medio: 248 kg / 4 = 62 kg. Pertanto, il peso medio delle donne è 62 kg.

18 di 64 Domande

I gruppi sanguigni nel sistema https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2021/06/30e.jpg sono determinati dalla presenza/assenza di antigeni di tipo A e B sulla membrana dei globuli rossi. Il gene responsabile della loro produzione presenta tre alleli, Ia,Ib(codominanti) e i (recessivo). Quale sarà il gruppo sanguigno di un individuo che non possiede antigeni A e B sulla membrana dei suoi globuli rossi?














La risposta corretta e' la '

0

'.


19 di 64 Domande

La seguente reazione non è bilanciata. Quali coefficienti è necessario usare per un corretto bilanciamento 

aKCLO3 → bKCLI+c O2?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quali coefficienti sono necessari per bilanciare la reazione aKCLO? ? bKCLI + cO?, e la risposta corretta è: a = 2; b = 2; c = 3. Per bilanciare la reazione, bisogna assicurarsi che il numero di atomi di ciascun elemento sia lo stesso su entrambi i lati dell'equazione. Partiamo dall'ossigeno, che appare come O? nel prodotto: per avere 6 atomi di ossigeno, servono 3 molecole di O?. Questo implica che nel reagente, 2 molecole di KCLO? forniscono 6 atomi di ossigeno. Passando al potassio e al cloro, 2 molecole di KCLO? contengono 2 atomi di K e 2 atomi di Cl, che corrispondono esattamente a 2 molecole di KCLI nel prodotto. Pertanto, i coefficienti corretti per bilanciare la reazione sono a = 2, b = 2 e c = 3, garantendo che il numero di atomi di ciascun elemento sia uguale su entrambi i lati dell'equazione.

20 di 64 Domande

Se una cellula di mammifero osservata al microscopio risulta contenere uno o piu' nuclei, mitocondri, ribosomi e vari sistemi di membrane si puo' escludere che sia:














La risposta corretta e' la '

un eritrocita

'.


21 di 64 Domande

Disponendo di 7 lettere dell'alfabeto, tutte diverse, il numero di parole con 4 lettere che si possono formare potendo ripetere 2 o 3 o 4 volte la stessa lettera è:














La risposta corretta è la B
Disponendo di 7 lettere dell'alfabeto, tutte diverse, il numero di parole con 4 lettere che si possono formare potendo ripetere 2 o 3 o 4 volte la stessa lettera è 7?. La risposta è corretta perché si tratta di un problema di combinazioni con ripetizione. In questo caso, ogni posizione della parola di 4 lettere può essere occupata da una delle 7 lettere disponibili, e non ci sono restrizioni sul numero di volte che ciascuna lettera può essere ripetuta. Pertanto, per ogni lettera della parola, ci sono 7 possibilità, e poiché ci sono 4 lettere da scegliere, il numero totale di combinazioni è dato da 7 elevato alla quarta potenza, ovvero 7?. Questo calcolo include tutte le possibili combinazioni di ripetizione delle lettere, che siano 2, 3 o 4 volte, così come le combinazioni in cui tutte le lettere sono diverse.

22 di 64 Domande

Cosa è la cellulosa?














La risposta corretta e' la '

E’ un polimero di struttura delle piante

'.


23 di 64 Domande

Quale delle seguenti immagini rappresenta la profase I della meiosi?

product image













La risposta corretta è la C
Quale delle seguenti immagini rappresenta la profase I della meiosi? IMMAGINE 3. La profase I è caratterizzata dall’appaiamento dei cromosomi omologhi (sinapsi) che formano bivalenti/tetradi, con comparsa del complesso sinaptonemale e di chiasmi dovuti al crossing-over; un’immagine corretta mostra dunque omologhi accostati e collegati in punti specifici, non singoli cromosomi isolati come in profase mitotica. Nei sottostadi leptotene–zigotene i cromosomi si condensano e si appaiano, nel pachitene avviene lo scambio di segmenti e nel diplotene i chiasmi diventano evidenti, mentre in diacinesi i cromosomi sono massimamente condensati e la membrana nucleare inizia a disgregarsi. La presenza di bivalenti con chiasmi distingue nettamente questa fase da metafase I (bivalenti allineati alla piastra) e da profase II (assetto aploide senza sinapsi). Inoltre i cromatidi fratelli restano coesi e non si separano, segno che non siamo in anafase. Per questi motivi l’immagine che mostra bivalenti con chiasmi e forte condensazione cromosomica è la 3.

24 di 64 Domande

In quanti modi Enea può modificare la bandiera del Giappone (sfondo bianco con cerchio rosso al centro) utilizzando per il cerchio un colore primario additivo (Rosso, Verde, Blu) e per lo sfondo i colori bianco o nero?














La risposta corretta e' la '

5.

'.


25 di 64 Domande

Individuare, tra le seguenti affermazioni, quella ERRATA:














La risposta corretta e' la '

Il prodotto della secrezione pancreatica viene riversato nello stomaco.

'.


26 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


27 di 64 Domande

Considerati due numeri m e n con m>n si sottragga ad entrambi la metà del numero minore ottenendo rispettivamente i numeri m1 e n1.
Se m1 è cinque volte n1, quante volte m e più grande di n? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede: "Considerati due numeri m e n con m>n si sottragga ad entrambi la metà del numero minore ottenendo rispettivamente i numeri m1 e n1. Se m1 è cinque volte n1, quante volte m è più grande di n?" e la risposta corretta è 3. Per risolvere il problema, si parte impostando le equazioni derivanti dalle condizioni date: m1 = m - n/2 e n1 = n - n/2. Poiché m1 è cinque volte n1, abbiamo l'equazione m - n/2 = 5(n/2). Risolvendo questa equazione, otteniamo m - n/2 = 5n/2, che si semplifica a m = 3n. Questo implica che il numero m è tre volte più grande di n, confermando che la risposta corretta è 3.

28 di 64 Domande

È necessario avere una buona preparazione in analisi e in algebra per superare l’esame di matematica del primo anno. Se la precedente preposizione è vera quale delle seguenti è sicuramente falsa?














La risposta corretta e' la '

Enea non ha una buona preparazione né in analisi né in algebra ma ha superato l’esame di matematica del primo anno

'.


29 di 64 Domande

 In un volume di 100 mL di una soluzione 2,5 M di HCl vengono messi 10 g di CaCO3(s)(Massa molare = 100 g/mol). La reazione che si sviluppa è la seguente:
 CaCO3(s) + 2HCl(aq) → CaCl2(aq) + CO2(g) + H2O
 Individuare il reagente limitante della reazione e le moli di CO2 che verranno effettivamente prodotte. 














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di individuare il reagente limitante nella reazione tra CaCO? e HCl e di calcolare le moli di CO? prodotte, con la risposta corretta che indica CaCO? come reagente limitante e 0,1 moli di CO? prodotte. Per determinare il reagente limitante, è necessario calcolare le moli di ciascun reagente. La soluzione di HCl è 2,5 M, quindi in 100 mL ci sono 0,25 moli di HCl (2,5 mol/L * 0,1 L). Per il CaCO?, con una massa molare di 100 g/mol, 10 g corrispondono a 0,1 moli. La stechiometria della reazione richiede 2 moli di HCl per ogni mole di CaCO?, quindi per 0,1 moli di CaCO? servirebbero 0,2 moli di HCl. Tuttavia, ci sono 0,25 moli di HCl disponibili, pertanto CaCO? è il reagente limitante. Di conseguenza, la quantità di CO? prodotta sarà pari alle moli di CaCO? consumate, ovvero 0,1 moli.

30 di 64 Domande

A 60 °C, il prodotto ionico dell’acqua (Kw) ha un valore pari a 9,5⋅10−14
A questa temperatura l’acqua pura: 














La risposta corretta è la C
A 60 °C, il prodotto ionico dell’acqua (Kw) ha un valore pari a 9,5·10?¹? e a questa temperatura l’acqua pura avrà pH minore di 7 e sarà neutra. A temperature diverse da 25 °C, il valore di Kw cambia, influenzando il pH neutro dell'acqua. A 25 °C, Kw è 1,0·10?¹? e il pH neutro è 7. Tuttavia, a 60 °C, Kw aumenta a 9,5·10?¹?, indicando una maggiore ionizzazione dell'acqua. Il pH neutro è calcolato come -log(?Kw), quindi a 60 °C diventa circa 6,63. Anche se il pH è inferiore a 7, l'acqua è ancora neutra perché le concentrazioni di H? e OH? sono uguali. Questo dimostra che la neutralità dipende dall'equilibrio delle concentrazioni di ioni H? e OH? e non da un valore fisso di pH.

31 di 64 Domande

La configurazione elettronica del Cloro (n° atom ico 17) è rappresentata da: 














La risposta corretta è la C
La configurazione elettronica del Cloro (n° atomico 17) è rappresentata da: 1s² 2s² 2p? 3s² 3p?. Questa configurazione elettronica è corretta perché il cloro ha un numero atomico di 17, il che significa che ha 17 elettroni da distribuire nei suoi orbitali. Gli elettroni riempiono gli orbitali seguendo l'ordine di energia crescente, noto come principio di Aufbau. Inizialmente, gli elettroni occupano il livello 1s, che può contenere un massimo di 2 elettroni, seguito dal 2s con 2 elettroni. Successivamente, gli elettroni riempiono il 2p con 6 elettroni, completando il secondo livello energetico. Il terzo livello inizia con il riempimento del 3s con 2 elettroni, e infine, i restanti 5 elettroni occupano il 3p. Questa distribuzione rispetta anche il principio di esclusione di Pauli e la regola di Hund, garantendo che gli elettroni si dispongano in modo da minimizzare l'energia totale dell'atomo.

32 di 64 Domande

20 g di NaOH sono sciolti in 500 mLdi acqua. Qual è il volume minimo di questa soluzione necessario per neutralizzare 25 mL di una soluzione 1 mol/L di H2SO4(aq)?
“Si assuma massa atomica relativa: H = 1; O = 16; Na = 23; S = 32” 














La risposta corretta è la A
20 g di NaOH sono sciolti in 500 mL di acqua, qual è il volume minimo di questa soluzione necessario per neutralizzare 25 mL di una soluzione 1 mol/L di H?SO?(aq)? La risposta corretta è 50 mL. Per determinare il volume minimo necessario per la neutralizzazione, calcoliamo prima le moli di H?SO? nella soluzione acida: 25 mL di una soluzione 1 mol/L contengono 0,025 mol di H?SO?. La reazione di neutralizzazione tra NaOH e H?SO? è: 2 NaOH + H?SO? ? Na?SO? + 2 H?O, il che indica che servono 2 moli di NaOH per neutralizzare 1 mole di H?SO?. Pertanto, sono necessarie 0,050 mol di NaOH. La massa molare di NaOH è 40 g/mol, quindi 20 g di NaOH corrispondono a 0,5 mol. Poiché 0,5 mol di NaOH sono disciolti in 500 mL, la concentrazione della soluzione di NaOH è 1 mol/L. Per ottenere 0,050 mol di NaOH, sono necessari 50 mL di questa soluzione, confermando che la risposta corretta è 50 mL.

33 di 64 Domande

Il sodio ha numero atomico 11 e il magnesio 12. Lo ione Na+ è più grande dello ione Mg2+. Quale delle seguenti affermazioni spiega la differenza di grandezza tra gli ioni? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale affermazione spiega perché lo ione Na? è più grande dello ione Mg²?, e la risposta corretta è che l'atomo di magnesio ha una carica nucleare maggiore dell'atomo di sodio. Questa affermazione è corretta perché la dimensione di uno ione è influenzata dalla carica nucleare effettiva, che è la forza con cui il nucleo attira gli elettroni. Sebbene entrambi gli ioni abbiano lo stesso numero di elettroni (10), il magnesio ha un protone in più rispetto al sodio, il che significa che la sua carica nucleare è maggiore. Questo aumento della carica nucleare effettiva nel magnesio rispetto al sodio comporta una maggiore attrazione degli elettroni verso il nucleo, riducendo così le dimensioni dello ione. Di conseguenza, lo ione Mg²? è più piccolo dello ione Na? perché gli elettroni sono attratti più fortemente dal nucleo del magnesio, che ha una carica positiva più elevata.

34 di 64 Domande

L’evoluzione richiede obbligatoriamente:
 1. variazione genetica 2. selezione naturale 3. predazione














La risposta corretta e' la '

 Solo 1 e 2 

'.


35 di 64 Domande

Calcolare la molarità di una soluzione ottenuta sciogliendo 49 g di H2SO4 (98 u.m.a.) in 250 ml di acqua.














La risposta corretta è la C
La molarità di una soluzione ottenuta sciogliendo 49 g di H2SO4 (98 u.m.a.) in 250 ml di acqua è 2,0 M. Per determinare la molarità, si inizia calcolando il numero di moli di H2SO4. La massa molare di H2SO4 è 98 g/mol, quindi 49 g di H2SO4 corrispondono a 49 g / 98 g/mol = 0,5 moli. La molarità è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione. La soluzione ha un volume di 250 ml, che è equivalente a 0,250 litri. Pertanto, la molarità è 0,5 moli / 0,250 litri = 2,0 M. Questo calcolo conferma che la risposta fornita è corretta, poiché tiene conto sia della massa del soluto che del volume della soluzione per ottenere la concentrazione molare.

36 di 64 Domande

 Misurando la pressione del sangue ad un paziente, il medico rileva valori pari a 70 come valore minimo e 120 come valore massimo. Qual è l’unità di misura con cui tali valori sono espressi? 














La risposta corretta e' la '

mm Hg 

'.


37 di 64 Domande

Tutti i filosofi sono antipatici – qualche filosofo è italiano – dunque ............................. è
antipatico.
S’individui il CORRETTO COMPLETAMENTO del sillogismo:  














La risposta corretta è la C
La domanda chiede di completare il sillogismo: "Tutti i filosofi sono antipatici – qualche filosofo è italiano – dunque ............................. è antipatico." con la risposta corretta: "Qualche italiano". Questo sillogismo si basa su due premesse: la prima afferma che tutti i filosofi appartengono alla categoria degli antipatici, mentre la seconda indica che esiste un sottoinsieme di filosofi che sono italiani. Da queste premesse, possiamo dedurre che, poiché qualche filosofo è italiano e tutti i filosofi sono antipatici, almeno alcuni italiani devono essere antipatici. Questo tipo di ragionamento segue la logica del sillogismo categoriale, dove si deducono conclusioni basate sulla relazione tra le categorie di oggetti o persone descritte nelle premesse. In questo caso, la conclusione che "qualche italiano è antipatico" è corretta perché rispetta la struttura logica delle premesse fornite.

38 di 64 Domande

La mitosi è importante per gli organismi pluricellulari in quanto permette:














La risposta corretta e' la '

La sostituzione delle cellule invecchiate

'.


39 di 64 Domande

Il triplo legame è: 














La risposta corretta è la E
Il triplo legame è un legame derivante dalla compartecipazione di tre coppie di elettroni. Questo tipo di legame chimico si verifica quando due atomi condividono tre coppie di elettroni, risultando in una connessione molto forte e stabile tra di essi. Un esempio tipico di molecola con un triplo legame è l'acetilene (C?H?), dove i due atomi di carbonio sono uniti da un triplo legame. Tale legame è composto da un legame sigma (?) e due legami pi greco (?). Il legame sigma si forma per sovrapposizione frontale degli orbitali atomici, mentre i legami pi greco si formano per sovrapposizione laterale degli orbitali p. La presenza di due legami pi greco rende il triplo legame più corto e più forte rispetto ai legami semplici e doppi. Questo tipo di legame influisce anche sulla geometria molecolare, portando a una disposizione lineare degli atomi coinvolti.

40 di 64 Domande

Quali dalle seguenti caratteristiche è comune al benzene e all’etene?














La risposta corretta è la A
La caratteristica comune al benzene e all'etene è l'ibridazione sp². Entrambe le molecole presentano atomi di carbonio che utilizzano orbitali ibridi sp² per formare legami. Nel benzene, ogni atomo di carbonio è ibridato sp², permettendo la formazione di un anello aromatico con una distribuzione elettronica delocalizzata, caratteristica della struttura a sei membri del benzene. Gli orbitali p non ibridati si sovrappongono lateralmente per formare un sistema ? coniugato, conferendo stabilità e aromaticità alla molecola. Nell'etene, ogni carbonio è anch'esso ibridato sp², ma in questo caso, due dei tre orbitali sp² formano legami ? con gli idrogeni e il terzo forma un legame ? con l'altro carbonio, mentre gli orbitali p rimanenti si sovrappongono per formare un legame ?, generando un doppio legame carbonio-carbonio. Questa configurazione spiega la planarità e la rigidità del doppio legame nell'etene. Entrambe le molecole, quindi, condividono l'ibridazione sp² come caratteristica comune, sebbene le loro strutture e proprietà chimiche siano diverse.

41 di 64 Domande

Quale dei seguenti composti possiede nella molecola più atomi di ossigeno?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale dei seguenti composti possiede nella molecola più atomi di ossigeno e la risposta corretta è diidrossiacetone. Il diidrossiacetone è un composto chimico con la formula C?H?O?, il che significa che contiene tre atomi di ossigeno nella sua struttura molecolare. Questo lo rende un composto con un numero relativamente elevato di atomi di ossigeno rispetto ad altri composti comuni che potrebbero essere considerati in un contesto simile, come ad esempio l'acido acetico (C?H?O?) che contiene solo due atomi di ossigeno. La presenza di tre atomi di ossigeno è dovuta alla struttura del diidrossiacetone, che è un triolo, ovvero un composto con tre gruppi ossidrilici (-OH) attaccati a una catena di tre atomi di carbonio. In confronto, altri composti organici con un numero simile di atomi di carbonio tendono ad avere meno atomi di ossigeno, rendendo il diidrossiacetone il composto con la maggiore quantità di ossigeno tra le opzioni considerate.

42 di 64 Domande

La centesima parte di 100100 è:














La risposta corretta è la D
La centesima parte di 100100 è 10099. Per comprendere perché questa risposta è corretta, è necessario applicare le proprietà delle potenze. Quando si divide una potenza per un'altra con la stessa base, si sottraggono gli esponenti. In questo caso, dividere 100100 per 100 è equivalente a sottrarre l'esponente 1 dall'esponente 100, ossia 100100-1, che si semplifica in 10099. Questa operazione riflette il concetto che la divisione per 100 (o 10²) riduce l'esponente di 100 di una unità, in quanto la divisione per 100 è effettivamente la moltiplicazione per 100-1. Pertanto, la centesima parte di 100100 è correttamente rappresentata da 10099.

43 di 64 Domande

Meselson e Stahl nel 1957 fornirono prove sperimentali che ciascun filamento di DNA serviva da stampo per il nuovo DNA, dimostrando così il processo di duplicazione semiconservativa del DNA. Essi fecero crescere un ceppo di Escherichia coli in un terreno contenente azoto pesante
(15N), quindi lo passarono in un terreno contenente azoto leggero (14N). Dopo due generazioni esaminarono i risultati e constatarono che la percentuale di DNA composto da un’elica pesante (con azoto 15) e da una leggera (con azoto 14) era:














La risposta corretta e' la '

50%

'.


44 di 64 Domande

Il sangue che scorre nelle arterie dell’uomo, come noto, ha una certa pressione. Quale tra le seguenti unità di misura (o simboli) potrebbe essere correttamente usata per esprimere questa pressione, anche se l’unità è inusuale nel campo specifico ?














La risposta corretta e' la '

atmosfere

'.


45 di 64 Domande

 Due campi elettrici, rispettivamente di 3 V/m e 4 V/m, sono diretti ortogonalmente l'uno all'altro. Calcolarne il modulo del vettore risultante:














La risposta corretta è la A
Due campi elettrici, rispettivamente di 3 V/m e 4 V/m, sono diretti ortogonalmente l'uno all'altro. Calcolarne il modulo del vettore risultante: 5 V/m. La risposta è corretta perché quando due vettori sono ortogonali, il loro modulo risultante può essere calcolato utilizzando il teorema di Pitagora. In questo caso, i due vettori formano un triangolo rettangolo con i campi elettrici che fungono da cateti. Pertanto, il modulo del vettore risultante è dato dalla radice quadrata della somma dei quadrati dei moduli dei due vettori: ?(3² + 4²) = ?(9 + 16) = ?25 = 5 V/m. Questo calcolo mostra come i vettori ortogonali si combinano in uno spazio bidimensionale per determinare il vettore risultante, confermando che la risposta di 5 V/m è corretta.

46 di 64 Domande

Un sistema di cariche è costituito da due cariche puntiformi uguali ed opposte collocate ad una certa distanza tra di loro. Cosa si può dire del potenziale elettrico generato da un tale sistema?














La risposta corretta è la A
Un sistema di cariche è costituito da due cariche puntiformi uguali ed opposte collocate ad una certa distanza tra di loro. Cosa si può dire del potenziale elettrico generato da un tale sistema? È dato dalla somma dei potenziali elettrici prodotti dalle singole cariche. Questa risposta è corretta perché il potenziale elettrico in un punto nello spazio dovuto a un sistema di cariche è dato dalla somma algebrica dei potenziali dovuti a ciascuna carica individualmente, in accordo con il principio di sovrapposizione. Nel caso di due cariche uguali e opposte, il potenziale elettrico generato in un punto qualsiasi è calcolato sommando il potenziale dovuto alla prima carica con quello dovuto alla seconda. Il potenziale elettrico prodotto da una carica puntiforme è proporzionale all'inverso della distanza dal punto in cui si calcola il potenziale alla carica stessa. Pertanto, in qualsiasi punto dello spazio, il potenziale complessivo sarà la somma dei contributi dei potenziali delle due cariche, tenendo conto del segno di ciascuna carica.

47 di 64 Domande

Se la resa massima della reazione 2KClO3 ? 2KCl + 3O2 è del 75%, qual è il numero massimo di moli di ossigeno che si liberano partendo da 0,8 moli di clorato di potassio?














La risposta corretta e' la ' 0,9 '.


48 di 64 Domande

Nell'acqua, che è un solvente polare, si scioglie meglio:














La risposta corretta è la D
Nell'acqua, che è un solvente polare, si scioglie meglio NaCl (soluto ionico). L'acqua è una molecola polare, il che significa che ha una distribuzione asimmetrica delle cariche elettriche, con l'ossigeno che porta una parziale carica negativa e gli idrogeni una parziale carica positiva. Questa polarità consente all'acqua di interagire efficacemente con composti ionici come il cloruro di sodio (NaCl). Quando NaCl viene immerso in acqua, le molecole d'acqua circondano i singoli ioni sodio (Na?) e cloruro (Cl?), stabilizzandoli attraverso interazioni elettrostatiche. Questo processo è noto come solvatazione e porta alla dissoluzione del soluto ionico. Le forze attrattive tra gli ioni e le molecole d'acqua superano le forze attrattive tra gli ioni stessi, facilitando così la dissociazione del composto ionico in soluzione. Di conseguenza, NaCl si scioglie bene in acqua, a differenza di molti composti covalenti non polari che non interagiscono favorevolmente con le molecole d'acqua.

49 di 64 Domande

Quanti grammi di CO2 si ottengono dalla combustione completa di una mole di glucosio nella reazione: glucosio + ossigeno ? acqua + anidride carbonica (massa molecolare del glucosio: 180 u)?














La risposta corretta è la B
Quanti grammi di CO? si ottengono dalla combustione completa di una mole di glucosio nella reazione: glucosio + ossigeno ? acqua + anidride carbonica (massa molecolare del glucosio: 180 u)? La risposta corretta è 264 g. La combustione completa del glucosio C?H??O? è descritta dalla reazione bilanciata: C?H??O? + 6O? ? 6CO? + 6H?O. Da questa equazione si evince che una mole di glucosio produce sei moli di CO?. La massa molare del biossido di carbonio (CO?) è 44 g/mol, quindi sei moli di CO? hanno una massa totale di 6 × 44 g/mol = 264 g. Pertanto, dalla combustione completa di una mole di glucosio si ottengono 264 grammi di CO?, confermando che la risposta corretta è 264 g.

50 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


51 di 64 Domande

La determinazione del sesso nella specie umana, come in molti altri organismi, dipende:














La risposta corretta e' la ' dallo spermatozoo '.


52 di 64 Domande

La cellula umana ha normalmente 46 cromosomi. Quanti cromosomi avrà ciascuna delle due cellule figlie dopo una divisione cellulare per mitosi?














La risposta corretta e' la ' 46 '.


53 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


54 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


55 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


56 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


57 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


58 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


61 di 64 Domande

Quanti atomi sono contenuti in una mole di acido perclorico?














La risposta corretta e' la ' 3,61 x 1024 '.


62 di 64 Domande

Quale, tra le seguenti, è una reazione di ossidoriduzione?














La risposta corretta e' la ' Bi2O3 + 2NaOH + 2NaClO → 2NaBiO3 + 2NaCl + H2O '.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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