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1 di 64 Domande

Perchè le mutazioni recessive possono risultare piu' nocive se sono omozigotiche?














La risposta corretta e' la '

Perchè nella condizione di omozigosi manca l'allele sano

'.


2 di 64 Domande

La definizione biologica di specie si fonda:














La risposta corretta è la B
La definizione biologica di specie si fonda: sull'isolamento riproduttivo di due gruppi di organismi. Il concetto biologico di specie (Mayr) definisce infatti una specie come un insieme di popolazioni naturali effettivamente o potenzialmente interfeconde che sono riproduttivamente isolate da altre, cosicché il flusso genico avviene all’interno ma non tra specie diverse. L’isolamento può essere prezigotico (temporale, ecologico, etologico, meccanico, gametico) o postzigotico (inviabilità, sterilità o breakdown degli ibridi), e questi meccanismi impediscono l’introgressione genetica mantenendo coesione e identità evolutiva. In termini evolutivi, lo stop al flusso genico permette alla selezione e alla deriva di far divergere le popolazioni fino a formare specie distinte. Il criterio è particolarmente applicabile a organismi a riproduzione sessuata in condizioni naturali, dove il concetto di interfecondità è testabile. Presenta limiti per taxa asessuati, fossili, casi di ibridazione estesa (soprattutto nelle piante) e per le ring species, per cui si ricorre ad altri concetti di specie (morfologico, ecologico, filogenetico). In sintesi, la risposta è corretta perché localizza il “confine di specie” nella cessazione del libero scambio genico tra gruppi.

3 di 64 Domande

Quale fra le seguenti affermazioni è sbagliata?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale fra le seguenti affermazioni è sbagliata e la risposta corretta è: "Tutte le funzioni ammettono la funzione inversa". Una funzione ammette un'inversa se e solo se è biunivoca, ovvero sia iniettiva che suriettiva. In altre parole, per ogni elemento nel codominio deve esistere un unico elemento nel dominio che lo mappa, e viceversa. Tuttavia, non tutte le funzioni soddisfano queste condizioni. Ad esempio, la funzione quadratica f(x) = x² non è iniettiva su tutto il dominio dei numeri reali, poiché sia x che -x mappano nello stesso valore x², quindi non ammette una funzione inversa sull'intero insieme dei numeri reali. Solo restringendo il dominio a x ? 0 o x ? 0, la funzione diventa iniettiva e quindi può avere un'inversa. Pertanto, l'affermazione che tutte le funzioni ammettono la funzione inversa è sbagliata, poiché molte funzioni comuni non soddisfano il criterio di biiettività necessario per avere un'inversa.

4 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


5 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

6 di 64 Domande

Heinrich Hermann Robert Koch (1843-1910) ha dato il nome all'agente patogeno di una grave malattia, un batterio da lui scoperto nel 1882 e denominato pertanto Bacillo di Koch. Tale malattia è ancora oggi assai diffusa soprattutto in Asia e in Africa. La trasmissione dell'infezione avviene per via aerea, a causa della presenza del bacillo nelle goccioline di saliva o nelle secrezioni bronchiali. Per accertare la malattia, si esegue una radiografia del torace che svela la presenza dell'infezione nei polmoni. La malattia di cui si parla è:














La risposta corretta e' la '

la tubercolosi

'.


7 di 64 Domande

''Se il mandorlo è in fiore, la rosa marcisce. Se la begonia marcisce il papavero sboccia. Inoltre o il mandorlo è in fiore o la begonia marcisce''. In base alle precedenti affermazioni è sicuramente vero che:














La risposta corretta e' la '

La rosa marcisce o il papavero sboccia

'.


8 di 64 Domande

Per ognuno dei dieci laboratori dell' ospedale Gamma ci sono due responsabili e almeno tre ricercatori. Ogni operatore svolge un solo incarico in un solo laboratorio. Si può quindi dedurre con certezza che nell' ospedale Gamma:














La risposta corretta e' la '

I responsabili di laboratorio sono al massimo i due terzi dei ricercatori di laboratorio

'.


9 di 64 Domande

Un oggetto si muove con energia cinetica E su un piano orizzontale poi sale su un piano inclinato liscio. Quando sul piano inclinato la velocità dell' oggetto è metà di quella che possedeva sul piano orizzontale, qual è l' energia potenziale dell' oggetto?














La risposta corretta è la C
Un oggetto si muove con energia cinetica E su un piano orizzontale poi sale su un piano inclinato liscio. Quando sul piano inclinato la velocità dell'oggetto è metà di quella che possedeva sul piano orizzontale, qual è l'energia potenziale dell'oggetto? La risposta corretta è 3/4 E. Quando l'oggetto inizia a salire sul piano inclinato, parte della sua energia cinetica viene convertita in energia potenziale gravitazionale. Se la velocità sul piano inclinato è metà di quella iniziale, l'energia cinetica finale è un quarto dell'energia cinetica iniziale, poiché l'energia cinetica è proporzionale al quadrato della velocità (E_k = 1/2 m v²). Quindi, l'energia cinetica finale è E/4. Dato che l'energia totale deve rimanere costante (principio di conservazione dell'energia), l'energia potenziale guadagnata è la differenza tra l'energia cinetica iniziale e quella finale, ovvero E - E/4 = 3/4 E. Pertanto, l'energia potenziale dell'oggetto sul piano inclinato è 3/4 E.

10 di 64 Domande

Quanti sono i numeri reali che soddisfano l' equazione x4+x2-2=0?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quanti sono i numeri reali che soddisfano l'equazione x? + x² - 2 = 0 e la risposta corretta è 2. Per risolvere l'equazione, si può effettuare un cambio di variabile ponendo y = x², trasformando l'equazione in y² + y - 2 = 0, che è un'equazione quadratica. Risolvendo questa equazione quadratica con la formula risolutiva, si ottengono le soluzioni y = 1 e y = -2. Poiché y rappresenta x², solo y = 1 è accettabile per ottenere soluzioni reali per x, poiché y = -2 non è possibile per x². Quindi, x² = 1 ha due soluzioni reali, x = 1 e x = -1. Pertanto, ci sono due numeri reali che soddisfano l'equazione originale, confermando che la risposta corretta è 2.

11 di 64 Domande

Quale dei seguenti termini NON corrisponde a un pigmento fotosintetico?














La risposta corretta è la D
Quale dei seguenti termini NON corrisponde a un pigmento fotosintetico? Rodopsina. La rodopsina è un fotorecettore retinico degli animali, costituito da una proteina opsina legata al 11-cis-retinale; l’assorbimento di un fotone induce l’isomerizzazione a tutto-trans e attiva una cascata di trasduzione via proteine G per la visione. I pigmenti fotosintetici, invece, come clorofille (a, b), carotenoidi e ficobiline, raccolgono luce per alimentare il trasporto elettronico dei fotosistemi I e II in cloroplasti e cianobatteri, generando NADPH e un gradiente protonico per l’ATP. La rodopsina non entra in alcun fotosistema, non trasferisce elettroni lungo una catena fotosintetica e non contribuisce alla fissazione della CO2 nel ciclo di Calvin. Da non confondere con la batteriorodopsina degli Archaea, che è una pompa protonica fotodipendente per fototrofia non fotosintetica, priva di trasporto elettronico e di assimilazione autotrofa del carbonio. Per questi motivi la rodopsina non è classificata come pigmento fotosintetico.

12 di 64 Domande

Quale delle seguenti combinazioni di coefficienti stechiometrici - a, b, c, d, e - deve essere utilizzata per bilanciare la reazione :

aCu + bHNO3 → cCu(NO3)2 + dNO + eH2O ?














La risposta corretta e' la '

a = 3; b = 8; c = 3; d = 2; e = 4

'.


13 di 64 Domande

Ciro ha mangiato un'arancia. Sapendo che gli acidi presenti nell'arancia sono deboli, e che l'acido cloridrico contenuto nel succo gastrico e' forte, il pH (normalmente tra 2 e 3) nel succo gastrico di Ciro, dopo aver mangiato l'arancia, verosimilmente:














La risposta corretta è la B
La domanda chiede: "Ciro ha mangiato un'arancia. Sapendo che gli acidi presenti nell'arancia sono deboli, e che l'acido cloridrico contenuto nel succo gastrico è forte, il pH (normalmente tra 2 e 3) nel succo gastrico di Ciro, dopo aver mangiato l'arancia, verosimilmente: non si modifica." La risposta corretta è che il pH non si modifica. Questo accade perché il succo gastrico umano è una soluzione altamente acida, contenente acido cloridrico con un pH che varia tra 1 e 3. Gli acidi presenti nelle arance, come l'acido citrico, sono acidi deboli e la loro capacità di alterare il pH del succo gastrico è trascurabile rispetto all'acido cloridrico. Inoltre, il sistema digestivo umano è dotato di meccanismi tampone che regolano e mantengono il pH gastrico in un intervallo ottimale per la digestione. Pertanto, l'ingestione di un'arancia, nonostante il suo contenuto acido, non è sufficiente a modificare significativamente il pH del succo gastrico di Ciro.

14 di 64 Domande

Una sola delle seguenti affermazioni e' ERRATA. Quale? Gli elementi F, Cl, Br e I:














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale delle seguenti affermazioni sugli elementi F, Cl, Br e I è errata, e la risposta corretta è che "Costituiscono un periodo nel sistema periodico degli elementi". Questa affermazione è errata perché F (fluoro), Cl (cloro), Br (bromo) e I (iodio) non appartengono allo stesso periodo, bensì allo stesso gruppo nel sistema periodico. Gli elementi sono tutti alogeni e si trovano nel gruppo 17 (o VIIA secondo la vecchia nomenclatura) della tavola periodica. Gli elementi appartenenti a uno stesso gruppo condividono proprietà chimiche simili e hanno lo stesso numero di elettroni nel livello energetico più esterno, il che conferisce loro caratteristiche chimiche affini. Al contrario, un periodo nella tavola periodica è una riga orizzontale e gli elementi in un periodo hanno lo stesso numero di livelli energetici principali, ma non necessariamente proprietà chimiche simili.

15 di 64 Domande

Un litro di liquido equivale a:














La risposta corretta è la B
Un litro di liquido equivale a un millesimo di metro cubo. Questa equivalenza deriva dalla definizione del litro, che è un'unità di misura del volume nel sistema metrico decimale. Un metro cubo, che è l'unità di misura standard per il volume nel Sistema Internazionale, è definito come il volume di un cubo con lati di un metro di lunghezza. Poiché un litro è definito come il volume di un cubo con lati di 10 centimetri (0,1 metri), il volume di questo cubo è 0,1 m x 0,1 m x 0,1 m = 0,001 metri cubi, ovvero un millesimo di metro cubo. Questa relazione è fondamentale per convertire tra litri e metri cubi e viene comunemente utilizzata in contesti scientifici e ingegneristici per garantire la coerenza delle unità di misura.

16 di 64 Domande

Quale funzione è tipica del tRNA?














La risposta corretta e' la '

Trasporto di amminoacidi

'.


17 di 64 Domande

Il logaritmo L in base 10 di 12345,6 è uguale a:














La risposta corretta e' la '

L = -1 + Log10 (123456)

'.


18 di 64 Domande

Nella figura seguente il rettangolo FBCE, inscritto nella circonferenza di raggio r, ha la base EC doppia dell'altezza BC = a e i triangoli ABF e CDE sono isosceli. Quanto misura l'area dell'esagono ABCDEF?

product image













La risposta corretta è la B
Nella figura seguente il rettangolo FBCE, inscritto nella circonferenza di raggio r, ha la base EC doppia dell'altezza BC = a e i triangoli ABF e CDE sono isosceli. Quanto misura l'area dell'esagono ABCDEF? La risposta corretta è a(a + 2r). Per determinare l'area dell'esagono ABCDEF, dobbiamo prima considerare le proprietà del rettangolo FBCE inscritto in una circonferenza. Poiché EC è doppia di BC, possiamo scrivere EC = 2a. Dato che il rettangolo è inscritto, possiamo usare il teorema di Pitagora per trovare la diagonale FE, che è anche il diametro della circonferenza: FE = ?(EC² + BC²) = ?(4a² + a²) = ?5a. Essendo FE il diametro, abbiamo che 2r = ?5a, quindi r = (?5/2)a. I triangoli ABF e CDE sono isosceli, quindi possiamo calcolare l'area di ciascun triangolo utilizzando le loro basi e altezze. Sommando le aree del rettangolo e dei due triangoli isosceli, otteniamo l'area totale dell'esagono: Area = EC * BC + 2 * (1/2 * base * altezza) = 2a * a + 2 * (1/2 * a * r) = 2a² + ar. Sostituendo r con (?5/2)a, otteniamo l'area totale come a(a + 2r), confermando la risposta corretta.

19 di 64 Domande

Due genitori fenotipicamente normali hanno un primo figlio affetto da una malattia autosomica recessiva. Ora aspettano un secondo figlio: quale sarà la probabilità che sia anch'esso ammalato?














La risposta corretta e' la '

25%

'.


20 di 64 Domande

Che tipo di legame si instaura tra un acido carbossilico e un alcol?














La risposta corretta è la A
Che tipo di legame si instaura tra un acido carbossilico e un alcol? La risposta corretta è: Estere. Quando un acido carbossilico reagisce con un alcol, si forma un estere attraverso una reazione di condensazione chiamata esterificazione. In questa reazione, il gruppo ossidrilico (OH) dell'acido carbossilico e l'idrogeno dell'alcol si combinano per formare una molecola d'acqua, mentre l'ossigeno dell'alcol si lega al carbonio del gruppo carbossilico, formando un legame estereo. Questo processo è catalizzato da un acido, come l'acido solforico, che facilita la formazione dell'intermedio carbocationico e aumenta la velocità di reazione. Gli esteri risultanti sono composti organici caratterizzati da un gruppo funzionale -COO-, che conferisce loro proprietà chimiche e fisiche uniche, come l'aroma e la solubilità in solventi organici.

21 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


22 di 64 Domande

Definito nell’insieme dei numeri reali non nulli l’operatore € dalla relazione  a € b = (ab + a)/b, qual è il valore dell’espressione (a € b) € c – (a € c) € b? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede di calcolare il valore dell'espressione (a € b) € c – (a € c) € b, dove l'operatore € è definito come a € b = (ab + a)/b, e la risposta corretta è 0. Per risolvere il problema, iniziamo calcolando a € b = (ab + a)/b = a + a/b e a € c = (ac + a)/c = a + a/c. Quindi, (a € b) € c diventa [(a + a/b)c + (a + a/b)]/c = a + a/b + a/c e (a € c) € b diventa [(a + a/c)b + (a + a/c)]/b = a + a/c + a/b. Sostituendo queste espressioni nell'espressione originale, otteniamo (a + a/b + a/c) - (a + a/c + a/b). Notiamo che tutti i termini si cancellano reciprocamente: a si cancella con a, a/b con a/b, e a/c con a/c, risultando in un valore finale di 0. Questo dimostra che la risposta corretta è 0.

23 di 64 Domande

 I plasmidi sono














La risposta corretta e' la '

Piccoli frammenti circolari di DNA batterico 

'.


24 di 64 Domande

In un sacchetto ci sono 80 fra biglie rosse, gialle e blu. Se ogni volta che dal sacchetto Tommaso prende 56 biglie trova sempre almeno una biglia rossa fra di esse, qual è il numero minimo di biglie rosse nel sacchetto? 














La risposta corretta è la A
Nel sacchetto ci sono 80 fra biglie rosse, gialle e blu e il numero minimo di biglie rosse è 25. Per determinare il numero minimo di biglie rosse, consideriamo il caso peggiore in cui Tommaso prenda 56 biglie senza mai prendere una biglia rossa. Questo significa che le 56 biglie potrebbero essere tutte gialle e blu. Se ci sono 80 biglie in totale, il numero massimo di biglie gialle e blu che possono essere nel sacchetto è 80 meno il numero minimo di biglie rosse. Quindi, per garantire che ci sia sempre almeno una biglia rossa tra le 56 prese, il numero massimo di biglie gialle e blu deve essere 55, poiché 56 biglie senza rosse non devono essere possibili. Pertanto, il numero minimo di biglie rosse deve essere 80 - 55 = 25. Questo assicura che, indipendentemente da come vengono distribuite le biglie, ci sarà sempre almeno una biglia rossa tra le 56 selezionate.

25 di 64 Domande

Un veicolo si muove in direzione Est per 10 km e successivamente, senza fermarsi, per 24 km verso Sud. Se la durata del viaggio è di 30 minuti, qual è il modulo, in km/h, della velocità vettoriale media del veicolo? 














La risposta corretta è la A
Un veicolo si muove in direzione Est per 10 km e successivamente, senza fermarsi, per 24 km verso Sud. Se la durata del viaggio è di 30 minuti, qual è il modulo, in km/h, della velocità vettoriale media del veicolo? La risposta corretta è 52. Per determinare il modulo della velocità vettoriale media, dobbiamo considerare il vettore spostamento totale del veicolo, che è la somma vettoriale dei due spostamenti: 10 km verso Est e 24 km verso Sud. Utilizzando il teorema di Pitagora, calcoliamo la distanza totale percorsa come la radice quadrata della somma dei quadrati dei due spostamenti: ?(10² + 24²) = ?(100 + 576) = ?676 = 26 km. La velocità vettoriale media è data dal rapporto tra il modulo dello spostamento totale e il tempo totale impiegato. Poiché il tempo di viaggio è di 30 minuti, convertiamo questo valore in ore, ottenendo 0,5 ore. Pertanto, la velocità vettoriale media è 26 km / 0,5 ore = 52 km/h, confermando che la risposta corretta è 52.

26 di 64 Domande

A Giorgio viene chiesto di continuare la sequenza:
 1 – 2 – 4 – 7 – 12 – 19 – 30 –………
Qual è il prossimo numero che Giorgio dovrà inserire?














La risposta corretta è la D
La sequenza che Giorgio deve continuare è: 1 – 2 – 4 – 7 – 12 – 19 – 30, e il prossimo numero che deve inserire è 43. La sequenza è costruita aggiungendo progressivamente numeri interi crescenti: si inizia con 1, poi si aggiunge 1 per ottenere 2, successivamente si aggiunge 2 per ottenere 4, poi 3 per ottenere 7, 5 per ottenere 12, 7 per ottenere 19, e infine 11 per ottenere 30. Si può notare che i numeri aggiunti sono i successivi numeri della serie di Fibonacci: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, ecc. Pertanto, per ottenere il numero successivo nella sequenza, si aggiunge il prossimo numero di Fibonacci, che è 13, al 30, ottenendo così 43. Questa regola di aggiungere numeri della serie di Fibonacci alla sequenza spiega perché il numero successivo è 43.

27 di 64 Domande

La combustione dell'idrogeno in aria produce prevalentemente














La risposta corretta e' la '

Acqua

 

 

'.


28 di 64 Domande

Se 0,3 moli di CO2 occupano un volume pari a 6,72 litri, che volume occupa lo stesso numero di moli di NO nelle stesse condizioni di temperatura e pressione? 














La risposta corretta è la D
Se 0,3 moli di CO2 occupano un volume pari a 6,72 litri, che volume occupa lo stesso numero di moli di NO nelle stesse condizioni di temperatura e pressione? La risposta corretta è 6.720 mL. La risposta si basa sul principio che, a parità di condizioni di temperatura e pressione, un numero uguale di moli di gas diversi occupa lo stesso volume, secondo la legge di Avogadro. In questo caso, entrambi i gas, CO2 e NO, sono considerati gas ideali e quindi seguono questa legge. Poiché 0,3 moli di CO2 occupano 6,72 litri, lo stesso volume sarà occupato da 0,3 moli di NO. Convertendo il volume da litri a millilitri, si ottiene 6,72 litri × 1000 mL/litro = 6.720 mL. Pertanto, il volume occupato da 0,3 moli di NO nelle stesse condizioni sarà anch'esso di 6.720 mL.

29 di 64 Domande

Nell’uomo, quali delle seguenti cellule hanno un numero di cromosomi uguale o minore rispetto ad uno spermatozoo?
 1. Un globulo bianco 2. Una cellula staminale embrionale
 3. Un ovocita secondario 4. Un globulo rosso maturo  














La risposta corretta e' la '

3 e 4

'.


30 di 64 Domande

Quale completamento è corretto per la frase seguente?
“La diffusione facilitata attraverso le membrane cellulari ……”














La risposta corretta e' la '

 Sfrutta il gradiente di concentrazione 

'.


31 di 64 Domande

Tutti gli eccessi sono biasimevoli – alcune passioni non sono biasimevoli – dunque ......................................... non sono eccessi.
S’individui il CORRETTO COMPLETAMENTO del sillogismo:  














La risposta corretta e' la '

Alcune passioni

'.


32 di 64 Domande

È stato possibile iniziare a costruire una mappa cromosomica:














La risposta corretta e' la '

Associando la frequenza del crossing-over alla distanza relativa dei geni sui cromosomi  

'.


33 di 64 Domande

In un tipo di pianta il carattere "fiore rosso" (R) è dominante rispetto al carattere "fiore giallo"
(r). Una pianta a fiori rossi, selezionata per molte generazioni, viene incrociata con una pianta a fiori gialli, pure selezionata per molte generazioni. Quali saranno i possibili risultati di tale incrocio? 














La risposta corretta e' la '

Tutte piante a fiori rossi 

'.


34 di 64 Domande

Il numero di ossidazione del manganese nel composto Ca(MnO4)2 è:














La risposta corretta e' la '

+7

'.


35 di 64 Domande

La molecola dei chetoni è caratterizzata dal gruppo:














La risposta corretta è la E
La molecola dei chetoni è caratterizzata dal gruppo carbonilico. Nei chetoni, il gruppo funzionale carbonilico, rappresentato dalla formula chimica C=O, è legato a due atomi di carbonio, che possono essere parte di catene alifatiche o anelli aromatici. Questo distingue i chetoni dagli aldeidi, in cui il gruppo carbonilico è legato ad almeno un atomo di idrogeno. La presenza del gruppo carbonilico conferisce ai chetoni proprietà chimiche specifiche, come la capacità di partecipare a reazioni di addizione nucleofila. La posizione del gruppo carbonilico all'interno della molecola influenza anche il punto di ebollizione e la solubilità dei chetoni, rendendoli composti versatili in chimica organica e nell'industria.

36 di 64 Domande

Una resistenza attraversata da una corrente di 5 A dissipa per effetto joule 200W. Se si raddoppia l'intensità della corrente, la potenza dissipata diventa:














La risposta corretta e' la '

800W

'.


37 di 64 Domande

Il corpo umano alla temperatura di circa 36 gradi centigradi equivale ad una sorgente di radiazione che emette circa 1000 Watt di potenza (una piccola stufa!), come mai non siamo visibili al buio? Perché:














La risposta corretta e' la '

la componente di radiazione emessa alle frequenze visibili è trascurabile

'.


38 di 64 Domande

“È la fede degli amanti / come l’araba fenice: / che vi sia, ciascun lo dice; / dove sia, nessun lo sa”
(Pietro Metastasio). Dalla massima del poeta si ricava una sola delle informazioni riportate: 














La risposta corretta e' la '

La fedeltà degli innamorati a parole non è negata da nessuno 

'.


39 di 64 Domande

Il composto che ha formula chimica: CH3?CHOH?CH2?CH2?CH3 è:














La risposta corretta è la E
Il composto che ha formula chimica CH3?CHOH?CH2?CH2?CH3 è: un alcol. La struttura presenta un gruppo ossidrilico ?OH legato a un carbonio saturo sp3, caratteristica distintiva degli alcoli; manca un gruppo carbonilico (>C=O), quindi non può essere né aldeide né chetone, e non si osservano né ?COOH (acido) né un ponte C?O?C (etere). La catena principale ha cinque atomi di carbonio e l’OH è sul secondo carbonio (CH3–CH(OH)–CH2–CH2–CH3), per cui il nome IUPAC è pentan-2-olo (2-pentanolo). Il carbonio portante l’OH è legato a due gruppi alchilici, rendendolo un alcol secondario. La presenza dell’?OH implica polarità e possibilità di legami a idrogeno, con punti di ebollizione più elevati rispetto all’alcano corrispondente.

40 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni NON appartiene al modello atomico di Dalton?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale affermazione non appartiene al modello atomico di Dalton e la risposta corretta è: "Uno ione è un atomo dotato di carica elettrica." Il modello atomico di Dalton, sviluppato all'inizio del XIX secolo, descriveva gli atomi come particelle indivisibili e indistruttibili che costituiscono la materia, senza considerare la possibilità di cariche elettriche o la formazione di ioni. Dalton ipotizzava che ogni elemento fosse composto da un unico tipo di atomo con una massa caratteristica e che le reazioni chimiche fossero semplicemente riarrangiamenti di questi atomi. Le idee di Dalton non includevano concetti di carica elettrica o la struttura interna degli atomi, che furono introdotti successivamente con le scoperte di particelle subatomiche come elettroni, protoni e neutroni. Pertanto, la nozione di ioni, che implica la presenza di cariche positive o negative dovute alla perdita o acquisizione di elettroni, non è compatibile con il modello originario di Dalton, poiché quest'ultimo non contemplava l'esistenza di tali particelle subatomiche e delle loro interazioni.

41 di 64 Domande

Osservando la reazione 3 S + 2 O3 ? 3 SO2, indicare quante moli di SO2 si ottengono a partire da 2,7 mol di S.














La risposta corretta è la D
Osservando la reazione 3 S + 2 O? ? 3 SO?, indicare quante moli di SO? si ottengono a partire da 2,7 mol di S, la risposta corretta è 2,7 mol. La reazione chimica bilanciata mostra che 3 moli di zolfo (S) reagiscono con 2 moli di ozono (O?) per produrre 3 moli di anidride solforosa (SO?). Pertanto, il rapporto stechiometrico tra lo zolfo e l'anidride solforosa è di 1:1. Ciò significa che ogni mole di zolfo produce esattamente una mole di anidride solforosa. Dato che si parte con 2,7 moli di zolfo, secondo il rapporto stechiometrico, si otterranno 2,7 moli di SO?. Non è necessario considerare l'ozono in questo calcolo specifico, poiché la quantità di zolfo è il fattore limitante e determina la quantità di prodotto formata.

42 di 64 Domande

Cosa indica la “ normalità ” di una soluzione?














La risposta corretta è la E
La "normalità" di una soluzione indica il numero di equivalenti di soluto per litro di soluzione. La normalità è una misura della concentrazione chimica che si utilizza spesso per le reazioni di neutralizzazione in chimica analitica. Un equivalente è definito come la quantità di una sostanza che reagisce con o fornisce un mol di ioni H? in una reazione acido-base o un mol di elettroni in una reazione redox. Pertanto, la normalità tiene conto non solo della quantità di soluto ma anche della sua capacità di partecipare a una reazione chimica specifica. A differenza della molarità, che misura semplicemente il numero di moli di soluto per litro di soluzione, la normalità è particolarmente utile nelle titolazioni perché riflette direttamente la capacità reattiva del soluto. Ad esempio, in una soluzione di acido solforico (H?SO?), che può donare due protoni, la normalità è il doppio rispetto alla molarità, poiché ogni molecola può fornire due equivalenti di H?. Questo rende la normalità una misura pratica per calcolare le quantità necessarie in una reazione chimica specifica.

43 di 64 Domande

La configurazione elettronica del carbonio (Z=6) è :














La risposta corretta e' la ' 1s22s22p2 '.


44 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


45 di 64 Domande

Si consideri la fosforilazione ossidativa. Quale delle seguenti affermazioni è FALSA?














La risposta corretta e' la ' L'energia necessaria per la sintesi di ATP è fornita dal ritorno dei protoni nella matrice mitocondriale contro gradiente '.


46 di 64 Domande

Nella dominanza incompleta:














La risposta corretta e' la ' l’eterozigote mostra un fenotipo intermedio tra quelli dei due omozigoti '.


47 di 64 Domande

Il reticolo endoplasmatico rugoso è coinvolto nella sintesi:














La risposta corretta è la A
Il reticolo endoplasmatico rugoso (RER) è la sede principale della sintesi delle proteine destinate alla secrezione, all’inserzione nella membrana o al compartimento lisosomiale. I ribosomi adesi alla sua superficie traducono gli mRNA in modo co-traduzionale: una sequenza segnale N-terminale appena emergente dal ribosoma viene riconosciuta dalla particella di riconoscimento del segnale, che convoglia il complesso ribosoma–mRNA verso il translocone del RER. La catena nascente entra nel lume del reticolo, dove subisce piegamento assistito da chaperoni, formazione di ponti disolfuro in ambiente ossidante e l’inizio della glicosilazione N-linked. Questo passaggio è seguito dal controllo qualità: le proteine correttamente ripiegate proseguono verso l’apparato di Golgi per ulteriori modifiche e smistamento, mentre quelle mal ripiegate vengono trattenute ed eliminate tramite degradazione associata al reticolo endoplasmatico. Questa funzione distingue il RER da altri compartimenti. Il reticolo endoplasmatico liscio è specializzato in sintesi lipidica e steroidea, detossificazione e, in alcune cellule, immagazzinamento del calcio; non è il sito primario della sintesi proteica. I ribosomi liberi nel citosol, invece, producono proteine citosoliche, nucleari, mitocondriali e perossisomiali che non transitano nel lume del RER. L’apparato di Golgi non sintetizza proteine, ma le modifica e le smista dopo il passaggio nel RER. Il collegamento clinico è diretto: cellule altamente secernenti (es. plasmacellule, cellule acinose pancreatiche) mostrano un RER molto sviluppato. Difetti nel ripiegamento o nell’eliminazione di proteine nel RER sono alla base di patologie come il deficit di alfa-1-antitripsina, in cui la variante Z si accumula negli epatociti, o alcune forme di fibrosi cistica, in cui la proteina CFTR mutata viene degradatta prima di raggiungere la membrana. Lo stress del reticolo endoplasmatico attiva la risposta UPR; se persistente, può condurre ad apoptosi e contribuire a malattie neurodegenerative e metaboliche. In sintesi, la risposta corretta è “delle proteine” perché il RER è il nodo centrale della via secretoria e della biogenesi delle proteine di membrana e lisosomiali, integrando sintesi, piegamento, modifiche precoci e controllo qualità prima dell’invio verso la destinazione finale.

48 di 64 Domande

In quale dei seguenti ambiti NON trova applicazione la PCR?














La risposta corretta è la B
La PCR (polymerase chain reaction) è una tecnica di amplificazione di acidi nucleici che consente di rilevare e quantificare sequenze specifiche di DNA o, mediante retrotrascrizione (RT-PCR), di RNA convertito in cDNA. In ambito clinico trova ampia applicazione nella diagnosi microbiologica (identificazione rapida di virus, batteri e micobatteri e quantificazione della carica virale, ad esempio in HIV, HBV, HCV o SARS?CoV?2), nella genetica medica (mutazioni germinali e somatiche, portatori, test prenatali non invasivi), in oncologia molecolare (riarrangiamenti, malattia minima residua), in farmacogenomica e in medicina forense. La variante quantitativa in tempo reale (qPCR) e la digital PCR servono a quantificare con precisione il numero di copie di acidi nucleici. I dosaggi ormonali, invece, non rientrano nel campo di applicazione della PCR. Gli ormoni circolanti sono molecole non dotate di acidi nucleici: molti sono steroidi a basso peso molecolare (cortisol, estradiolo, testosterone) e altri sono peptidi o proteine (TSH, prolattina, insulina). Non esiste quindi un “bersaglio” di DNA/RNA da amplificare nel campione biologico per misurarne direttamente la concentrazione. Per questo motivo, in pratica clinica i livelli ormonali nel siero, plasma o urine si determinano con metodi immunochimici (radioimmunoassay, ELISA, immunodosaggi a chemiluminescenza/elettrochemiluminescenza) oppure, per maggiore specificità soprattutto con gli steroidi, con spettrometria di massa accoppiata a cromatografia liquida ad alta prestazione (LC?MS/MS). Queste tecniche riconoscono l’ormone stesso o lo separano e quantificano in base alle sue proprietà chimico?fisiche. È vero che la PCR può misurare l’espressione dell’mRNA di geni ormonali in tessuti o cellule, ma ciò informa sull’attività trascrizionale e non equivale al dosaggio dell’ormone circolante, che dipende da sintesi, secrezione, metabolismo e clearance. In sintesi, la PCR è lo strumento d’elezione quando l’analita è un acido nucleico; i dosaggi ormonali richiedono immunodosaggi o spettrometria di massa per fornire una quantificazione clinicamente affidabile.

49 di 64 Domande

Nell'incrocio di un omozigote recessivo con un eterozigote, qual è la probabilità di ottenere una progenie con il fenotipo omozigote dominante?














La risposta corretta e' la ' 0% '.


50 di 64 Domande

Quale delle seguenti è una caratteristica del ciclo diplonte?














La risposta corretta e' la ' Comporta la fusione dei gameti '.


51 di 64 Domande

Nei gatti, il gene per il colore arancio del pelo si trova sul cromosoma X. E’ un gene recessivo, il cui allele dominante dà pelo nero. Le gatte eterozigoti per questo gene però non sono nere, ma hanno un pelame a chiazze nere e arancio. Come si spiega questo fatto?














La risposta corretta e' la ' Nelle femmine, un cromosoma X a caso viene inattivato durante lo sviluppo '.


52 di 64 Domande

Una donna con gruppo sanguigno A (genotipo A0) e un uomo con gruppo sanguigno B (genotipo B0) hanno un figlio. Qual è la probabilità che il figlio abbia il gruppo sanguigno 0?














La risposta corretta è la E
Il sistema ABO è determinato da tre alleli del gene ABO: A, B e 0. Gli alleli A e B sono codominanti tra loro, mentre 0 è recessivo. Ciò significa che il fenotipo di gruppo A può derivare dai genotipi AA o A0, quello di gruppo B da BB o B0, e il gruppo 0 solo dal genotipo 00. Nel caso proposto, la madre è A0 e il padre è B0: ciascun genitore può trasmettere al figlio o l’allele funzionale (A o B) oppure l’allele 0. Le possibili combinazioni, tutte equiprobabili, sono quindi: AB, A0, B0 e 00. Solo la combinazione 00 produce il gruppo sanguigno 0; pertanto la probabilità è 1 su 4, cioè 25%. In termini clinici, un neonato con gruppo 0 non esprime antigeni A o B sulla superficie eritrocitaria e, a partire dai primi mesi di vita, sviluppa naturalmente anticorpi anti-A e anti-B (prevalentemente IgM). Questo ha implicazioni trasfusionali: gli individui di gruppo 0 possono donare emazie a tutti i gruppi (donatori “universali” per le emazie), ma possono riceverle in sicurezza solo da donatori di gruppo 0. Nel counseling riproduttivo, quando un genitore è A0 e l’altro B0, tutte le quattro fenotipizzazioni ABO del figlio sono possibili in parti uguali: AB, A, B e 0, ciascuna con probabilità del 25%. È utile ricordare che la malattia emolitica del neonato correlata al sistema ABO si osserva più spesso quando la madre è di gruppo 0 e il feto A o B, ed è in genere più lieve rispetto a quella Rh. Rare eccezioni genetiche (per esempio il fenotipo Bombay, che impedisce l’espressione degli antigeni A e B rendendo il fenotipo apparentemente 0) non sono considerate nel calcolo standard della probabilità e non modificano la risposta di base: 25%.

53 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


54 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


55 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


56 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


57 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


58 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


59 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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Quale dei seguenti NON è un componente della catena di trasporto degli elettroni?














La risposta corretta è la D
Il piruvato non è un componente della catena di trasporto degli elettroni (CTE). La CTE è localizzata nella membrana mitocondriale interna ed è composta dai complessi I–IV, dai trasportatori mobili ubichinone (coenzima Q) e citocromo c, e dall’ATP sintasi (talvolta chiamata complesso V, che utilizza il gradiente proton-motrice generato dai complessi I, III e IV per sintetizzare ATP). Gli elettroni arrivano alla catena principalmente come NADH (che cede elettroni al complesso I) e FADH2 (che cede elettroni al complesso II, la succinato deidrogenasi, unico enzima a cavallo tra ciclo di Krebs e CTE). Da lì gli elettroni fluiscono a coenzima Q, complesso III, citocromo c e complesso IV, dove l’ossigeno è l’accettore finale e viene ridotto ad acqua. Il piruvato, invece, è il prodotto finale della glicolisi. Una volta trasportato nel mitocondrio tramite il carrier del piruvato, viene convertito dal complesso della piruvato deidrogenasi in acetil-CoA con produzione di NADH. L’acetil-CoA alimenta il ciclo di Krebs, generando ulteriore NADH e FADH2 che a loro volta forniscono elettroni alla CTE. Pertanto, il piruvato è un substrato “a monte” che rifornisce di equivalenti riducenti la CTE, ma non fa parte della catena né come complesso proteico, né come trasportatore mobile di elettroni. In condizioni anaerobiche, il piruvato viene ridotto a lattato per rigenerare NAD+ citosolico, un processo che avviene al di fuori della CTE. Dal punto di vista clinico, è utile distinguere il ruolo del piruvato da quello dei veri componenti della CTE. Difetti della CTE (p.es. mutazioni dei complessi I–IV, CoQ o citocromi) causano encefalomiopatie, intolleranza allo sforzo e acidosi lattica per ridotta ossidazione del NADH. Inibitori acuti come il cianuro bloccano il complesso IV, mentre il complesso I è bersaglio di alcune sostanze e farmaci. Viceversa, deficit del complesso della piruvato deidrogenasi portano ad accumulo di piruvato e lattato, ma non coinvolgono direttamente i componenti della catena respiratoria. Questa distinzione aiuta a interpretare correttamente quadri biochimici e clinici.

62 di 64 Domande

Qual è l'unità funzionale del rene e che compito svolge?














La risposta corretta e' la ' Il nefrone: eliminazione metaboliti e riassorbimento di H2O e ioni '.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


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La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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