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1 di 62 Domande

L'emofilia è un'alterazione che consiste nella non coagulazione del sangue, dovuta ad un insieme di geni recessivi situati sul cromosoma X. Pertanto se un uomo risulta emofiliaco da quale dei seguenti motivi può dipendere?














La risposta corretta è la B
Domanda: L'emofilia è un'alterazione che consiste nella non coagulazione del sangue, dovuta ad un insieme di geni recessivi situati sul cromosoma X. Pertanto se un uomo risulta emofiliaco da quale dei seguenti motivi può dipendere? Risposta corretta: Suo nonno materno era emofiliaco. L’emofilia segue un’ereditarietà recessiva legata all’X: un maschio (XY) manifesta la malattia se l’unico cromosoma X ricevuto dalla madre porta l’allele mutato. Il padre fornisce ai figli maschi il cromosoma Y, quindi non può trasmettere il suo X mutato ai figli maschi. Se il nonno materno è emofiliaco, trasmette necessariamente il suo unico X mutato a tutte le figlie, rendendo la madre del paziente una portatrice obbligata (salvo rare nuove mutazioni). Una madre portatrice ha il 50% di probabilità di trasmettere l’X mutato a ciascun figlio maschio, che risulterà affetto. Questo schema genealogico spiega perché l’emofilia in un uomo dipenda coerentemente da un nonno materno emofiliaco.

2 di 62 Domande

Quale struttura svolge una funzione diversa nelle cellule animali e vegetali?














La risposta corretta e' la '

Vacuoli

'.


3 di 62 Domande

Il diagramma A della figura esprime la produzione dell'enzima b galattosidasi da parte di Escherichia coli, in un terreno che viene arricchito di lattosio; il diagramma B,quando dal terreno si toglie il lattosio. Tale variazione è conseguenza di:

product image













La risposta corretta è la A
Il diagramma A mostra la produzione di ?-galattosidasi di Escherichia coli con lattosio e il diagramma B senza lattosio: la variazione è conseguenza di regolazione genica. In E. coli l’espressione dell’enzima ?-galattosidasi (gene lacZ) è controllata dall’operone lac, un sistema inducibile: in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce alla RNA polimerasi di trascrivere i geni lac, riducendo la produzione enzimatica; quando il lattosio è presente, una sua forma isomerizzata (allolattosio) si lega a LacI, ne cambia la conformazione e ne impedisce il legame all’operatore, consentendo la trascrizione di lacZYA e l’aumento della ?-galattosidasi. Questa modulazione trascrizionale, che adatta l’espressione genica alle condizioni ambientali, è l’essenza della regolazione genica.

4 di 62 Domande

Nel Sistema Internazionale SI, l'unità di misura del calore latente di fusione è














La risposta corretta è la E
L'unità di misura del calore latente di fusione nel Sistema Internazionale SI è J / kg. Questa unità di misura è corretta perché il calore latente di fusione rappresenta la quantità di energia necessaria per cambiare la fase di una sostanza da solida a liquida senza variazione di temperatura, e si esprime come energia per unità di massa. Il joule (J) è l'unità di misura dell'energia nel SI, mentre il chilogrammo (kg) è l'unità di misura della massa. Il rapporto J/kg quindi indica quanta energia è necessaria per fondere un chilogrammo di sostanza. Questo concetto è fondamentale in termodinamica e fisica per comprendere le transizioni di fase e i bilanci energetici nei sistemi materiali.

5 di 62 Domande

Vengono chiamate colligative le proprietà il cui valore dipende solo dal numero, e non dalla natura, delle particelle che le determinano. E’ sperimentalmente accertato che, in recipienti di uguale volume e alla stessa temperatura, una mole di idrogeno e una mole di ossigeno esercitano la stessa pressione. Si può pertanto affermare che la pressione gassosa:














La risposta corretta è la D
La domanda chiede se la pressione gassosa sia una proprietà colligativa e la risposta corretta è che è una proprietà colligativa. La pressione di un gas è una proprietà colligativa perché dipende unicamente dal numero di particelle presenti nel sistema e non dalla loro natura chimica. Questo è in accordo con la legge dei gas ideali che afferma che la pressione di un gas è direttamente proporzionale al numero di moli del gas, a parità di volume e temperatura. Quindi, in condizioni identiche di volume e temperatura, una mole di qualsiasi gas ideale eserciterà la stessa pressione di una mole di un altro gas ideale, indipendentemente dalla sua identità chimica. Questo comportamento è dovuto al fatto che le particelle di gas, in un modello ideale, non interagiscono tra loro e la loro identità non influisce sulla pressione esercitata. Pertanto, la pressione gassosa è considerata una proprietà colligativa poiché dipende solo dal numero di molecole presenti.

6 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


7 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

8 di 62 Domande

I catalizzatori sono sostanze che:














La risposta corretta è la C
I catalizzatori sono sostanze che innescano le reazioni facendo diminuire il valore dell'energia di attivazione. Questa affermazione è corretta perché i catalizzatori agiscono abbassando la barriera energetica necessaria affinché una reazione chimica possa avvenire, senza essere consumati nel processo. Essi forniscono un percorso alternativo con un'energia di attivazione inferiore, accelerando così la velocità della reazione. La diminuzione dell'energia di attivazione significa che più molecole dei reagenti avranno energia sufficiente per raggiungere lo stato di transizione, aumentando la frequenza delle collisioni efficaci. È importante notare che i catalizzatori non alterano l'equilibrio chimico della reazione, ma solo la velocità con cui viene raggiunto. Questa proprietà li rende estremamente utili in vari processi industriali e biologici, dove la velocità di reazione è cruciale.

9 di 62 Domande

Miscelando volumi eguali di soluzioni equimolari di HCl a pH = 2 e di NaOH a pOH = 2 si ottiene una soluzione avente:














La risposta corretta è la E
Miscelando volumi eguali di soluzioni equimolari di HCl a pH = 2 e di NaOH a pOH = 2 si ottiene una soluzione avente pH = 7. Quando si mescolano soluzioni equimolari di acido cloridrico (HCl) e idrossido di sodio (NaOH), si verifica una reazione di neutralizzazione in cui gli ioni H? dell'acido reagiscono con gli ioni OH? della base per formare acqua. Poiché le concentrazioni di HCl e NaOH sono equimolari e i volumi sono uguali, il numero di moli di H? sarà uguale al numero di moli di OH?, portando alla completa neutralizzazione. Questo processo genera una soluzione neutra, composta principalmente da acqua e sale (NaCl), che non altera il pH. In condizioni ideali, una soluzione neutra ha un pH di 7, poiché la concentrazione di ioni H? è pari a 10?? mol/L, che è esattamente bilanciata con la concentrazione di ioni OH? in una soluzione a pH neutro.

10 di 62 Domande

Quale delle seguenti è la formula bruta di un idrocarburo lineare monoinsaturo?














La risposta corretta e' la '

CnH2n

'.


11 di 62 Domande

Le cellule olfattive sono presenti in un tessuto:














La risposta corretta è la A
Le cellule olfattive sono presenti in un tessuto: Epiteliale. Le cellule olfattive (neuroni bipolari) fanno parte del neuroepitelio olfattivo, un epitelio cilindrico pseudostratificato specializzato che riveste la volta delle cavità nasali e poggia su una lamina propria con ghiandole di Bowman che producono muco. In questo epitelio sono presenti anche cellule di sostegno (sustentacolari) e cellule basali staminali che rigenerano i neuroni olfattivi, caratteristica unica tra i sistemi sensoriali. I dendriti apicali dei neuroni portano ciglia non motili immerse nel muco, sede della trasduzione dei segnali odorosi tramite recettori specifici. Pur essendo neuroni, la loro organizzazione architetturale e funzionale è tipica di un epitelio, non di tessuto connettivo o muscolare. Gli assoni attraversano la lamina cribrosa dell’etmoide per fare sinapsi nei glomeruli del bulbo olfattivo, ma la sede istologica è epiteliale, giustificando la risposta.

12 di 62 Domande

Si consideri un triangolo rettangolo isoscele con l'ipotenusa di lunghezza h cm e area di S cm2. . Quale tra le seguenti esprime la corretta relazione tra h ed S ?














La risposta corretta è la E
Si consideri un triangolo rettangolo isoscele con l'ipotenusa di lunghezza h cm e area di S cm²: la corretta relazione tra h ed S è h = 2?S. Per comprendere questa relazione, consideriamo che in un triangolo rettangolo isoscele i due cateti sono uguali e possiamo indicarli con x. Dalla proprietà del triangolo rettangolo isoscele, l'ipotenusa h è data da h = x?2. L'area S di un triangolo è data da (base * altezza) / 2, quindi S = (x * x) / 2 = x² / 2. Risolvendo l'equazione x² = 2S per x otteniamo x = ?(2S). Sostituendo x nell'espressione per l'ipotenusa h = x?2, otteniamo h = ?(2S)?2 = 2?S, confermando che la relazione tra l'ipotenusa e l'area è h = 2?S.

13 di 62 Domande

Un viaggiatore a Parigi si imbarca su un aereo diretto verso est. Il volo impiega 7 ore e la sua destinazione si trova a 4 fusi orari di distanza. Se parte alle ore 20:30 del 30 aprile, che ore sono e che giorno è quando arriva?














La risposta corretta e' la '

Le 7:30 del primo maggio

'.


14 di 62 Domande

L'ammoniaca  NH3 e' in grado di accettare ioni H+ formando NH4+, quindi è :














La risposta corretta è la B
L'ammoniaca NH? è in grado di accettare ioni H? formando NH??, quindi è una base secondo Bronsted e Lowry. Secondo la teoria acido-base di Bronsted e Lowry, una base è una sostanza che accetta protoni (ioni H?), mentre un acido è una sostanza che dona protoni. Nel caso dell'ammoniaca, essa agisce come una base perché può accettare un protone dall'ambiente circostante, trasformandosi in uno ione ammonio NH??. Questa capacità di accettare un protone è ciò che caratterizza il comportamento basico dell'ammoniaca secondo questa teoria. La reazione di accettazione del protone da parte dell'ammoniaca è un esempio tipico di come le basi si comportano nelle reazioni acido-base secondo Bronsted e Lowry, distinguendosi da altre teorie come quella di Lewis, che definisce le basi in termini di coppie di elettroni.

15 di 62 Domande

Una mole di gas perfetto, inizialmente nello stato P, V, T (con T misurata in gradi Kelvin), viene portata nello stato 1/2P, 2V. Qual è la nuova temperatura del gas?














La risposta corretta è la A
Una mole di gas perfetto, inizialmente nello stato P, V, T (con T misurata in gradi Kelvin), viene portata nello stato 1/2P, 2V, e la nuova temperatura del gas è T. La spiegazione di questa risposta si basa sull'equazione di stato dei gas perfetti, PV = nRT, dove n è il numero di moli e R è la costante universale dei gas. Inizialmente, il gas si trova nello stato P, V, T, quindi PV = nRT. Quando il gas viene portato nello stato 1/2P, 2V, l'equazione diventa (1/2P)(2V) = nRT', dove T' è la nuova temperatura. Semplificando, otteniamo PV = nRT', che è uguale all'equazione iniziale PV = nRT, implicando che T' = T. Pertanto, la temperatura del gas rimane invariata a T quando il volume raddoppia e la pressione si dimezza, mantenendo costante il prodotto PV.

16 di 62 Domande

In una molecola di acido cianidrico (HCN) sono presenti complessivamente:














La risposta corretta è la E
In una molecola di acido cianidrico (HCN) sono presenti complessivamente due legami ? e due legami ?. La struttura dell'acido cianidrico è lineare, con un atomo di idrogeno legato a un atomo di carbonio, che a sua volta è triplo legato a un atomo di azoto. Il legame tra l'idrogeno e il carbonio è un legame ?, mentre il triplo legame tra il carbonio e l'azoto è composto da un legame ? e due legami ?. I legami ? sono formati dalla sovrapposizione frontale degli orbitali, mentre i legami ? derivano dalla sovrapposizione laterale degli orbitali p. Pertanto, nella molecola di HCN, ci sono in totale due legami ? (uno tra H e C e uno tra C e N) e due legami ? (entrambi tra C e N), conferendo alla molecola la sua stabilità e reattività caratteristica.

17 di 62 Domande

Due individui possono considerarsi appartenenti a specie diverse se:














La risposta corretta e' la '

sono isolati dal punto di vista riproduttivo

'.


18 di 62 Domande

In un circuito elettrico vi sono una pila da 10 Volt e due resistenze in serie R1 e R2. Se la potenza totale è 50 watt e R2 = 3*R1, quanto vale R1 in ohm?














La risposta corretta è la E
In un circuito elettrico vi sono una pila da 10 Volt e due resistenze in serie R1 e R2, se la potenza totale è 50 watt e R2 = 3*R1, quanto vale R1 in ohm? La risposta corretta è 1/2. Per risolvere questo problema, si parte dalla formula della potenza elettrica P = V² / R_totale, dove R_totale è la somma delle resistenze in serie, cioè R1 + R2. Dato che R2 = 3*R1, possiamo esprimere R_totale come R1 + 3*R1 = 4*R1. Sapendo che la potenza totale è 50 watt e la tensione è 10 Volt, possiamo sostituire nella formula: 50 = 10² / (4*R1). Risolvendo per R1, otteniamo 50 = 100 / (4*R1), che semplificato diventa 4*R1 = 2, quindi R1 = 1/2 ohm. Questa soluzione dimostra che la risposta corretta è 1/2 ohm per R1, confermando l'accuratezza del calcolo.

19 di 62 Domande

Uno sperimentatore scalda un corpo di massa m con la fiamma: la temperatura iniziale è ti, quella finale tf, il calore fornito ΔQ, il calore specifico e la capacità termica del corpo sono c e k. Di conseguenza sarà:














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale relazione esista tra le variazioni di temperatura e il calore fornito a un corpo, con la risposta corretta che è tf - ti = ΔQ /(c?m). Questa formula deriva dalla definizione di calore specifico, che è la quantità di calore necessaria per aumentare di un grado Celsius la temperatura di un grammo di sostanza. Quando un corpo di massa m riceve una quantità di calore ΔQ, la variazione di temperatura Δt è data da ΔQ/(c?m), dove c è il calore specifico. La capacità termica k del corpo è definita come il prodotto del calore specifico c per la massa m, quindi la relazione tra il calore fornito e la variazione di temperatura si esprime come ΔQ = c?m?Δt. Risolvendo per Δt si ottiene tf - ti = ΔQ /(c?m), che conferma la correttezza della risposta fornita.

20 di 62 Domande

Come si definisce un legame covalente?














La risposta corretta è la D
La domanda è: "Come si definisce un legame covalente?" e la risposta corretta è: "Un legame forte." Un legame covalente è definito come un legame chimico in cui due atomi condividono una o più coppie di elettroni, permettendo a ciascun atomo di raggiungere una configurazione elettronica più stabile, simile a quella dei gas nobili. Questo tipo di legame è generalmente considerato forte perché richiede una quantità significativa di energia per essere rotto. La forza di un legame covalente dipende dalla sovrapposizione degli orbitali atomici coinvolti e dalla capacità degli atomi di attrarre gli elettroni condivisi, nota come elettronegatività. Maggiore è la sovrapposizione e più alta è l'elettronegatività degli atomi, più forte sarà il legame covalente. Inoltre, i legami covalenti possono essere singoli, doppi o tripli, con i legami multipli che risultano più forti di quelli singoli a causa della maggiore condivisione di elettroni.

21 di 62 Domande

Come viene chiamato il passaggio dallo stato liquido allo stato aeriforme?














La risposta corretta è la D
Il passaggio dallo stato liquido allo stato aeriforme viene chiamato evaporazione. L'evaporazione è un processo fisico durante il quale le molecole di un liquido acquisiscono sufficiente energia cinetica per superare le forze intermolecolari che le trattengono nel liquido, permettendo loro di entrare nello stato gassoso. Questo fenomeno avviene principalmente alla superficie del liquido e può avvenire a temperature inferiori al punto di ebollizione. A differenza dell'ebollizione, che coinvolge l'intero volume del liquido, l'evaporazione è un processo più graduale e avviene a qualsiasi temperatura, purché vi sia una differenza di energia sufficiente tra le molecole. L'evaporazione è influenzata da diversi fattori, tra cui la temperatura, la pressione atmosferica e la superficie esposta del liquido. Questo processo è fondamentale in molti fenomeni naturali e applicazioni tecnologiche, come il ciclo dell'acqua e il raffreddamento evaporativo.

22 di 62 Domande

I metalli e i non metalli si uniscono mediante legami:














La risposta corretta e' la '

Ionici

'.


23 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


24 di 62 Domande

Un punto si muove nel piano xy, le sue proiezioni sugli assi cartesiani seguono le leggi: (vedi foto). Quale delle seguenti affermazioni relative al moto del punto è vera?

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La risposta corretta è la A
Un punto si muove nel piano xy, le sue proiezioni sugli assi cartesiani seguono le leggi: (vedi foto). Quale delle seguenti affermazioni relative al moto del punto è vera? Il moto è rettilineo uniformemente accelerato con a = 10 m/s². La risposta è corretta perché, se le proiezioni del punto lungo gli assi x e y seguono leggi che descrivono un moto uniformemente accelerato, allora anche il moto risultante del punto nel piano sarà uniformemente accelerato. Supponendo che le leggi delle proiezioni siano del tipo x(t) = x? + v?x t + 0.5 a? t² e y(t) = y? + v?y t + 0.5 a? t², la combinazione di queste equazioni descrive un moto rettilineo se l'accelerazione risultante è costante e la direzione del moto non cambia. In questo caso, la costante di accelerazione totale può essere calcolata come a = ?(a?² + a?²). Se i valori delle accelerazioni lungo x e y sono tali che la risultante è 10 m/s², allora la descrizione del moto come rettilineo uniformemente accelerato con a = 10 m/s² è corretta.

25 di 62 Domande

Quale delle seguenti molecole presenta l’atomo centrale ibridizzato sp2














La risposta corretta e' la '

SO2

'.


26 di 62 Domande

Amido, cellulosa e glicogeno sono 














La risposta corretta è la C
La domanda è: "Amido, cellulosa e glicogeno sono" e la risposta corretta è: "Polimeri del glucosio con diversi livelli di ramificazione." Amido, cellulosa e glicogeno sono tutti polisaccaridi costituiti da unità di glucosio, ma differiscono per la loro struttura e il grado di ramificazione. L'amido è un polimero composto da due molecole, amilosio e amilopectina, dove l'amilosio è una catena lineare e l'amilopectina è ramificata. La cellulosa è un polimero lineare di glucosio con legami ?-1,4-glicosidici, che conferiscono una struttura rigida e fibrosa, rendendola insolubile in acqua e non digeribile dagli esseri umani. Il glicogeno è altamente ramificato con legami ?-1,4 e ?-1,6-glicosidici, permettendo una rapida mobilizzazione del glucosio, ed è la forma di riserva energetica negli animali. Queste differenze strutturali influenzano le proprietà fisiche e biologiche di ciascun polimero, determinando le loro specifiche funzioni biologiche.

27 di 62 Domande

La giunta del comune dove abita Alice ha deciso di aggiornare i numeri civici di via Roma dove abita Alice. Se nella via si devono numerare i 100 ingressi da 1 a 100, quanti 5 dovrà usare l’addetto alla numerazione? 














La risposta corretta è la D
La giunta del comune dove abita Alice ha deciso di aggiornare i numeri civici di via Roma dove abita Alice. Se nella via si devono numerare i 100 ingressi da 1 a 100, quanti 5 dovrà usare l’addetto alla numerazione? La risposta corretta è 20. Per determinare quanti 5 sono necessari, bisogna contare quante volte il numero 5 compare nelle unità e nelle decine dei numeri da 1 a 100. Nei numeri da 1 a 99, il 5 appare nelle unità in 5, 15, 25, 35, 45, 55, 65, 75, 85 e 95, per un totale di 10 volte. Inoltre, il 5 compare nelle decine in 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58 e 59, per un altro totale di 10 volte. Sommando questi due conteggi, otteniamo che il numero 5 deve essere usato 20 volte in totale per numerare gli ingressi da 1 a 100.

28 di 62 Domande

Quale tra le seguenti scritture indica lo ione bromato?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale tra le seguenti scritture indica lo ione bromato e la risposta corretta è BrO??. Lo ione bromato è un anione poliatomico composto da un atomo di bromo legato a tre atomi di ossigeno, con una carica negativa complessiva di -1. La formula chimica corretta per lo ione bromato è BrO?? e non BrO?? come indicato nella risposta errata. Gli ioni bromato sono comunemente presenti nei composti chimici in cui il bromo si trova nello stato di ossidazione +5. È importante notare che la presenza di un numero diverso di atomi di ossigeno, come nel caso di BrO??, indicherebbe una specie chimica diversa e non corretta per lo ione bromato. Pertanto, la risposta corretta dovrebbe essere BrO??.

29 di 62 Domande

Qual è la concentrazione molare degli ioni OH–   in una soluzione acquosa 10–3 M di glucosio?














La risposta corretta e' la '

10–7

'.


30 di 62 Domande

In una famiglia, da genitori con orecchie normali, nascono una figlia con orecchie deformi e un figlio con orecchie normali. Dopo aver stabilito che non si tratta di un carattere
poligenico, né di una mutazione de novo, si può ipotizzare che














La risposta corretta e' la '

Il carattere orecchie deformi sia un carattere autosomico recessivo 

'.


31 di 62 Domande

Quale delle seguenti molecole ha funzione strutturale? 














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale delle seguenti molecole ha funzione strutturale e la risposta corretta è il collagene. Il collagene è una proteina fibrosa che svolge un ruolo cruciale nella struttura dei tessuti connettivi, conferendo loro resistenza e supporto. È il componente principale di tendini, legamenti, pelle e cartilagine, e costituisce circa il 25-35% delle proteine totali del corpo umano. La sua struttura a tripla elica conferisce al collagene una notevole forza e flessibilità, permettendogli di resistere a tensioni meccaniche. Inoltre, il collagene interagisce con altre molecole della matrice extracellulare, contribuendo alla coesione e all'integrità strutturale dei tessuti. La sua funzione è essenziale per il mantenimento della forma e della resistenza dei tessuti corporei, rendendolo una delle molecole strutturali più importanti dell'organismo.

32 di 62 Domande

“I cromosomi umani che determinano il sesso sono davvero una strana coppia. Il cromosoma Y è molto più piccolo dell’X, contiene solo alcune decine di geni in confronto ai 2000-3000 contenuti nel cromosoma X, è strapieno di “DNA spazzatura”, sequenze di nucleotidi che non contengono alcuna istruzione per produrre molecole utili. Tuttavia contiene un certo numero di geni importanti per la sopravvivenza e la fertilità dei maschi, come il gene SRY che codifica per una proteina che determina la formazione dei testicoli attivando altri geni su diversi cromosomi. Fino a tempi recenti i biologi avevano difficoltà a spiegare in che modo il cromosoma Y si fosse ridotto in simili condizioni: si pensava comunque che X e Y si fossero evoluti a partire da autosomi simili di un antenato primordiale. Infatti le loro estremità sono molto simili e possono dar luogo al processo di ricombinazione durante la meiosi, scambiandosi reciprocamente dei frammenti. L’allineamento dei cromosomi è anche cruciale per la corretta distribuzione dei cromosomi negli spermatozoi. Gli scienziati oggi sono giunti alla conclusione che i cromosomi sessuali umani in origine formassero una coppia di autosomi omologhi. di uguale lunghezza. Una serie di mutazioni ha fatto sì che uno dei due cromosomi degenerasse, perdendo molti geni e dando origine all’attuale cromosoma Y”.
(Da Le Scienze, n. 393 2001: “Le stranezze del cromosoma Y” di K. Jegalian e B. Lahan:)
Una prova che i cromosomi X eY fossero un tempo autosomi omologhi è data dal fatto che: 














La risposta corretta e' la '

Le estremità dei due cromosomi si allineano durante la meiosi e possono ricombinarsi

'.


33 di 62 Domande

L’influenza è dovuta:














La risposta corretta e' la '

Ad una infezione virale

'.


34 di 62 Domande

Si vuole ottenere in laboratorio una coltura di virus per studiarne l’infettività. Si dovrà procedere a: 














La risposta corretta e' la '

Infettare con particelle virali colture di cellule ad esse sensibili

'.


35 di 62 Domande

Nelle molecole degli acidi ossigenati gli atomi di idrogeno














La risposta corretta è la A
Nelle molecole degli acidi ossigenati gli atomi di idrogeno sono legati in modo covalente agli atomi di ossigeno. Questa affermazione è corretta perché gli acidi ossigenati, noti anche come acidi ossigenati o acidi ossigenati organici, sono composti chimici che contengono almeno un gruppo ossidrilico (-OH) legato a un atomo di carbonio. In questi acidi, l'idrogeno è legato covalentemente all'ossigeno, formando un legame covalente polare. Questo tipo di legame si verifica quando due atomi condividono una coppia di elettroni, ma l'ossigeno, essendo più elettronegativo dell'idrogeno, attira maggiormente gli elettroni condivisi, creando una parziale carica negativa sull'ossigeno e una parziale carica positiva sull'idrogeno. Questo legame è fondamentale per le proprietà acide di questi composti, poiché l'idrogeno può essere rilasciato come un protone (H?) in soluzioni acquose, conferendo all'acido la sua caratteristica di donatore di protoni.

36 di 62 Domande

“Gli ioni di ammonio quaternari in cui i quattro residui alchilici sono diversi l’uno dall’altro, presentano il fenomeno della stereoisomeria ottica. Così, per esempio, il metil-etil-propilisobutil-ammonio esiste in due forme otticamente attive, in cui i gruppi alchilici sono disposti nello spazio in modo differente rispetto all’atomo di azoto centrale, che presenta ibridazione sp3  e costituisce un centro chirale; la situazione è del tutto analoga a quella che si verifica intorno ad
un atomo di carbonio tetraedrico asimmetrico”.
Quale delle seguenti affermazioni P U Ò essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la E
Gli ioni di ammonio quaternari in cui i quattro residui alchilici sono diversi l’uno dall’altro, presentano il fenomeno della stereoisomeria ottica. Così, per esempio, il metil-etil-propil-isobutil-ammonio esiste in due forme otticamente attive, in cui i gruppi alchilici sono disposti nello spazio in modo differente rispetto all’atomo di azoto centrale, che presenta ibridazione sp3 e costituisce un centro chirale; la situazione è del tutto analoga a quella che si verifica intorno ad un atomo di carbonio tetraedrico asimmetrico. Quale delle seguenti affermazioni P U Ò essere dedotta dalla lettura del brano precedente? Risposta corretta: Sia il carbonio che l’azoto possono presentare ibridazione sp3. L'affermazione corretta si basa sul fatto che sia il carbonio che l'azoto possono formare legami con quattro sostituenti diversi, adottando una geometria tetraedrica tipica dell'ibridazione sp3. Quando un atomo è ibridato sp3, i suoi orbitali formano un angolo di circa 109,5 gradi, permettendo la formazione di quattro legami sigma. Nel caso dell'azoto quaternario, come nel metil-etil-propil-isobutil-ammonio, la presenza di quattro gruppi alchilici diversi attorno all'azoto crea un centro chirale, simile a un carbonio tetraedrico asimmetrico, che può esistere in due configurazioni enantiomeriche. Questo fenomeno è un esempio di stereoisomeria ottica, dove la disposizione spaziale dei sostituenti intorno a un atomo centrale ibridato sp3 è cruciale per la chiralità.

37 di 62 Domande

Per processo di traduzione si intende che:














La risposta corretta e' la '

Avviene la conversione del linguaggio da acidi nucleici a polipeptidi

'.


38 di 62 Domande

Il diossido di carbonio, a temperatura e pressione ordinarie, è:














La risposta corretta è la A
Il diossido di carbonio, a temperatura e pressione ordinarie, è aeriforme. A temperatura ambiente, che è generalmente considerata intorno ai 20-25°C, e alla pressione atmosferica standard di 1 atm, il diossido di carbonio esiste come gas. Questo comportamento è dovuto alle sue proprietà chimico-fisiche, in particolare alla sua bassa temperatura di sublimazione, che è di circa -78,5°C. A questa temperatura, il diossido di carbonio passa direttamente dallo stato solido a quello gassoso senza diventare liquido, un processo noto come sublimazione. Inoltre, il diossido di carbonio non è polare, il che riduce le forze intermolecolari di van der Waals tra le molecole, facilitando la sua esistenza come gas a condizioni standard. Queste caratteristiche spiegano perché, nelle condizioni comunemente incontrate sulla superficie terrestre, il diossido di carbonio si trovi prevalentemente in fase gassosa.

39 di 62 Domande

Sia S una superficie equipotenziale di un campo elettrico qualsiasi. In un punto P di S il vettore campo elettrico E:














La risposta corretta è la C
Sia S una superficie equipotenziale di un campo elettrico qualsiasi. In un punto P di S il vettore campo elettrico E è perpendicolare ad S. Questo accade perché una superficie equipotenziale è definita come il luogo dei punti in cui il potenziale elettrico ha lo stesso valore. Quando ci si muove lungo una tale superficie, non si verifica alcuna variazione di potenziale, il che implica che il lavoro fatto dal campo elettrico lungo qualsiasi spostamento tangente a questa superficie è nullo. Per questo motivo, il campo elettrico non può avere una componente tangenziale alla superficie, altrimenti ci sarebbe un cambiamento di potenziale. Di conseguenza, l'unica direzione possibile per il campo elettrico in un punto di una superficie equipotenziale è quella perpendicolare alla superficie stessa, garantendo che il lavoro fatto dal campo elettrico su uno spostamento infinitesimo lungo la superficie sia zero.

40 di 62 Domande

I cheratinociti sono cellule particolari che si trovano, insieme ai melanociti:














La risposta corretta e' la '

nell’epidermide

'.


41 di 62 Domande

Una resistenza R1=5 ? e una seconda resistenza R2 ignota, collegate in serie, dissipano 10 W se collegate a un generatore di tensione continua da 20 V. Quanto vale R2?














La risposta corretta e' la '

35 ?

'.


42 di 62 Domande

Si definisce “ amminoacido essenziale” un amminoacido:














La risposta corretta è la D
Un amminoacido essenziale è un amminoacido che non può essere sintetizzato da un dato organismo. Gli amminoacidi essenziali devono essere assunti attraverso la dieta perché l'organismo non ha la capacità biochimica di produrli autonomamente a partire da altri composti. Questo è particolarmente rilevante per gli esseri umani, che non possono sintetizzare otto dei venti amminoacidi standard: isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina, mentre per i bambini anche l'istidina è considerata essenziale. La sintesi degli amminoacidi non essenziali avviene tramite processi metabolici come la transaminazione, ma gli amminoacidi essenziali devono essere forniti attraverso fonti proteiche alimentari come carne, pesce, uova e legumi. Questo concetto è fondamentale in nutrizione e dietetica per assicurare che le diete siano bilanciate e contengano tutti gli amminoacidi necessari per la sintesi proteica e il mantenimento delle funzioni corporee.

43 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


44 di 62 Domande

Che cosa sono i mitocondri?














La risposta corretta e' la ' organelli citoplasmatici che sintetizzano ATP '.


45 di 62 Domande

Per operatore si intende:














La risposta corretta e' la ' un tratto di DNA dell'operone a cui si lega il repressore '.


46 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni sull’ ormone ossitocina NON è corretta?














La risposta corretta è la E
Quale delle seguenti affermazioni sull’ormone ossitocina NON è corretta? È prodotta solo dagli individui di sesso femminile. L’affermazione è falsa perché l’ossitocina è un nonapeptide sintetizzato nei neuroni magnocellulari dei nuclei paraventricolare e sopraottico dell’ipotalamo in entrambi i sessi e rilasciato dalla neuroipofisi nel circolo. Nelle femmine promuove le contrazioni uterine e il riflesso di eiezione del latte, ma nei maschi modula funzioni riproduttive (erezione, eiaculazione e contrazioni dei dotti) e comportamenti sociali. A livello centrale, in entrambi i sessi, regola attaccamento, fiducia, empatia e riduce la risposta allo stress interagendo con l’asse HPA. I recettori OXTR sono diffusi in cervello, utero, prostata, testicolo, cuore e altri tessuti, a conferma di un’azione sistemica non sessualmente esclusiva. Inoltre, oltre alla fonte ipotalamica, esiste produzione periferica locale (utero, placenta, testicolo), a ulteriore dimostrazione che non è un ormone “solo femminile”.

47 di 62 Domande

La formazione del legame peptidico comporta la perdita di quale molecola?














La risposta corretta e' la ' Acqua '.


48 di 62 Domande

Qual è il bersaglio principale dell'HIV nel corpo umano?














La risposta corretta e' la ' Linfociti T helper '.


49 di 62 Domande

Il tonno e il delfino hanno una forma corporea idrodinamica fondamentalmente simile perché :














La risposta corretta e' la ' pur non avendo un antenato comune, sono stati sottoposti alle stesse pressioni selettive '.


50 di 62 Domande

Nella via dei pentosi fosfati viene prodotto:














La risposta corretta e' la ' NADPH importante nella difesa dallo stress ossidativo '.


51 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


52 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


53 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


54 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


55 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


56 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


57 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


58 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


59 di 62 Domande

In quale delle seguenti proprietà differisce l'acqua salata dall'acqua pura?














La risposta corretta è la D
"In quale delle seguenti proprietà differisce l'acqua salata dall'acqua pura? La temperatura di ebollizione dell'acqua salata è più elevata." La temperatura di ebollizione dell'acqua salata è più alta rispetto a quella dell'acqua pura a causa del fenomeno noto come innalzamento ebullioscopico. Quando il sale viene disciolto nell'acqua, le molecole di soluto interferiscono con la capacità delle molecole d'acqua di evaporare, richiedendo quindi più energia, e quindi una temperatura più alta, per raggiungere l'ebollizione. Questo fenomeno è una conseguenza delle proprietà colligative delle soluzioni, che dipendono dal numero di particelle di soluto presenti piuttosto che dalla loro natura chimica. L'aumento della temperatura di ebollizione è proporzionale alla concentrazione del soluto, in questo caso il sale, e può essere calcolato utilizzando la formula dell'innalzamento ebullioscopico che tiene conto della costante ebullioscopica del solvente, l'acqua, e della molalità della soluzione.

60 di 62 Domande

Un catalizzatore svolge la sua azione in una reazione chimica attraverso quale meccanismo?














La risposta corretta e' la ' Abbassando l'energia di attivazione della reazione '.


61 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti chetoni e aldeidi è corretta?














La risposta corretta è la C
Quale delle seguenti affermazioni riguardanti chetoni e aldeidi è corretta? Le aldeidi hanno un atomo di ossigeno ed uno di idrogeno legati al carbonio carbonilico. Questa affermazione è corretta perché le aldeidi sono composti organici caratterizzati dal gruppo funzionale carbonile (C=O) in cui il carbonio carbonilico è legato a un atomo di idrogeno e a un gruppo alchilico o arilico. Questo è ciò che distingue le aldeidi dai chetoni, i quali hanno il gruppo carbonilico legato a due gruppi alchilici o arilici e non a un atomo di idrogeno. La presenza dell'atomo di idrogeno legato al carbonio carbonilico nelle aldeidi rende possibile la loro ossidazione ad acidi carbossilici, una reazione che non è tipica dei chetoni a causa della loro struttura. Inoltre, la reattività delle aldeidi è influenzata dalla polarità del legame C=O, che è resa più pronunciata dall'idrogeno, un atomo meno ingombrante rispetto ai gruppi alchilici presenti nei chetoni.

62 di 62 Domande

Quale affermazione relativa ai cromosomi omologhi è corretta?














La risposta corretta e' la ' I cromosomi omologhi hanno sequenze nucleotidiche simili '.


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