Simulazione

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1 di 61 Domande

In seguito a divisione meiotica una cellula con 16 cromosomi darà luogo a cellule con:














La risposta corretta e' la '

8 cromosomi

'.


2 di 61 Domande

Una soluzione 0,1 molare si prepara sciogliendo 0,1 moli di soluto in:














La risposta corretta e' la '

Un litro di soluzione

'.


3 di 61 Domande

Quando si riscalda un gas si verifica sempre:














La risposta corretta è la A
Quando si riscalda un gas si verifica sempre un aumento dell'energia cinetica media delle molecole. Questo accade perché la temperatura di un gas è direttamente proporzionale all'energia cinetica media delle sue particelle, secondo la teoria cinetica dei gas. Riscaldando un gas, si fornisce energia termica alle molecole, che aumenta la loro velocità media. Poiché l'energia cinetica è direttamente correlata alla velocità delle particelle (E_k = 1/2 mv²), un incremento nella velocità media delle molecole comporta un aumento dell'energia cinetica media. Questo principio è alla base del comportamento dei gas ideali, dove si assume che le interazioni tra le molecole siano trascurabili e l'energia interna del gas sia interamente cinetica. Pertanto, riscaldare un gas senza modificarne il volume o la pressione comporta un aumento dell'energia cinetica media delle molecole, riflettendo un aumento della temperatura del gas.

4 di 61 Domande

L'energia totale di un sistema isolato:














La risposta corretta è la C
L'energia totale di un sistema isolato è costante. Questo principio è una diretta conseguenza della legge di conservazione dell'energia, che afferma che l'energia in un sistema chiuso non può essere creata né distrutta ma solo trasformata da una forma all'altra. In un sistema isolato, non ci sono scambi di energia o materia con l'ambiente esterno, il che significa che l'energia totale del sistema rimane invariata nel tempo. Questo concetto è fondamentale nella fisica classica e si applica a una vasta gamma di fenomeni, dai sistemi meccanici ai processi termodinamici. La costanza dell'energia totale è una delle basi per l'analisi e la previsione del comportamento dei sistemi fisici, permettendo di comprendere come l'energia si distribuisce tra le varie forme, come l'energia cinetica e potenziale, all'interno del sistema stesso.

5 di 61 Domande

L' unità di misura della costante di equilibrio di una reazione:














La risposta corretta è la A
L'unità di misura della costante di equilibrio di una reazione è sempre moli / litri. Questa affermazione non è corretta poiché l'unità di misura della costante di equilibrio dipende dalla reazione chimica specifica e dal suo bilanciamento. La costante di equilibrio, rappresentata come K, è un rapporto tra le concentrazioni dei prodotti e dei reagenti elevati ai loro coefficienti stechiometrici nell'equazione bilanciata. Se la somma dei coefficienti stechiometrici dei prodotti è uguale a quella dei reagenti, la costante di equilibrio sarà adimensionale, cioè non avrà unità di misura. Tuttavia, se c'è una differenza, le unità di misura saranno una combinazione di moli e litri, riflettendo il cambiamento netto nel numero di moli tra i reagenti e i prodotti. Pertanto, l'unità di misura della costante di equilibrio varia e non è sempre moli/litri.

6 di 61 Domande

In un vassoio ci sono 100 caramelle di cui 35 all'arancia, 33 alla menta e 32 al limone. Prendendo a caso una caramella dal vassoio, qual è la probabilità che non sia alla menta?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede: "In un vassoio ci sono 100 caramelle di cui 35 all'arancia, 33 alla menta e 32 al limone. Prendendo a caso una caramella dal vassoio, qual è la probabilità che non sia alla menta?", e la risposta corretta è 0.67. La probabilità che una caramella scelta a caso non sia alla menta si calcola sottraendo la probabilità che sia alla menta dalla probabilità totale, che è 1. Dato che ci sono 33 caramelle alla menta su un totale di 100, la probabilità che una caramella sia alla menta è 33/100, ovvero 0.33. Pertanto, la probabilità che non sia alla menta è 1 - 0.33, che equivale a 0.67. Questo calcolo riflette la somma delle probabilità delle caramelle all'arancia e al limone, che insieme costituiscono 67 caramelle su 100, confermando così che la probabilità che una caramella non sia alla menta è correttamente 0.67.

7 di 61 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


8 di 61 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

9 di 61 Domande

Indica in quali funzioni, tra quelle sottoelencate, è coinvolto il sistema limbico nell'uomo:














La risposta corretta e' la '

nelle emozioni, nella memoria e nell'apprendimento

'.


10 di 61 Domande

In una famiglia ciascuno dei figli ha almeno 3 fratelli e 3 sorelle. Da quanti figli almeno è costituita la famiglia?














La risposta corretta è la D
In una famiglia ciascuno dei figli ha almeno 3 fratelli e 3 sorelle, da quanti figli almeno è costituita la famiglia? La risposta corretta è 8. Per determinare il numero minimo di figli, consideriamo che ogni figlio deve avere almeno 3 fratelli e 3 sorelle. Se un figlio ha 3 fratelli, ci sono almeno 4 maschi in totale. Allo stesso modo, se ha 3 sorelle, ci sono almeno 4 femmine. Pertanto, il numero minimo di figli è dato dalla somma di questi due gruppi: 4 maschi e 4 femmine, che insieme formano 8 figli. Questo soddisfa la condizione che ogni figlio abbia almeno 3 fratelli e 3 sorelle, poiché ogni maschio avrà 3 fratelli e 4 sorelle, e ogni femmina avrà 4 fratelli e 3 sorelle.

11 di 61 Domande

"Per superare il provino ed entrare in una squadra di calcio è necessario, ma non sufficiente, saper giocare bene e non avere più di 14 anni". Determinare quale delle seguenti situazioni è NON compatibile con la frase precedente.














La risposta corretta e' la '

Elena non sa giocare bene a calcio, ha meno di 14 anni, e supera il provino

'.


12 di 61 Domande

L'analisi dei risultati di un test ha evidenziato che, per ognuna delle 70 domande proposte, c'è stato almeno un candidato che ha fornito la risposta corretta. Determinare quale delle seguenti situazioni è compatibile con questa analisi.














La risposta corretta è la D
L'analisi dei risultati di un test ha evidenziato che, per ognuna delle 70 domande proposte, c'è stato almeno un candidato che ha fornito la risposta corretta. Esiste un candidato che ha risposto in maniera errata a tutte le domande. La situazione descritta è compatibile con l'analisi dei risultati perché la condizione principale è che per ogni domanda ci sia almeno un candidato che ha risposto correttamente, non che ogni candidato debba rispondere correttamente a tutte le domande. Pertanto, è possibile che ci sia un candidato che non ha risposto correttamente a nessuna domanda, mentre altri candidati hanno coperto tutte le risposte corrette distribuite tra le 70 domande. Questo scenario soddisfa la condizione data, poiché non richiede che ogni singolo candidato risponda correttamente a tutte le domande, ma semplicemente che ci sia almeno una risposta corretta per ogni domanda tra tutti i candidati.

13 di 61 Domande

Quali delle seguenti molecole può essere prodotta in una cellula fotosintetica in assenza di luce? 1.  NADH                  2.   FADH2                  3.NADP+














La risposta corretta e' la '

Tutte

'.


14 di 61 Domande

Le piastrelle (quadrate) del pavimento (rettangolare) di un locale di dimensioni 4 x 6 = 24 metri quadrati sono costate complessivamente 600 euro. Sapendo che il costo unitario delle piastrelle è di 4 euro, quanto misura il lato della piastrella?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quanto misura il lato di una piastrella sapendo che le piastrelle del pavimento di un locale di 24 metri quadrati sono costate complessivamente 600 euro e il costo unitario delle piastrelle è di 4 euro, e la risposta corretta è 40 cm. Per determinare la dimensione del lato della piastrella, dobbiamo prima calcolare il numero totale di piastrelle acquistate. Poiché il costo totale delle piastrelle è di 600 euro e il costo unitario è di 4 euro, il numero totale di piastrelle è 600/4 = 150 piastrelle. Poiché l'area totale del pavimento è di 24 metri quadrati, ogni piastrella copre un'area di 24/150 = 0,16 metri quadrati. Dato che le piastrelle sono quadrate, l'area di una piastrella è uguale al lato al quadrato, quindi il lato della piastrella è la radice quadrata di 0,16 metri quadrati, che è 0,4 metri. Convertendo 0,4 metri in centimetri, otteniamo che il lato della piastrella misura 40 cm.

15 di 61 Domande

Se si raddoppia il raggio di una sfera, la sua superficie:














La risposta corretta è la E
Se si raddoppia il raggio di una sfera, la sua superficie quadruplica. La superficie di una sfera è calcolata usando la formula 4?r², dove r è il raggio della sfera. Se il raggio viene raddoppiato, diventa 2r. Sostituendo 2r nella formula, si ottiene 4?(2r)², che si semplifica in 4?(4r²) = 16?r². Confrontando questa espressione con la superficie originale 4?r², si nota che la nuova superficie è quattro volte la superficie iniziale. Questo dimostra che la superficie di una sfera quadruplica quando il suo raggio viene raddoppiato, poiché la superficie dipende dal quadrato del raggio.

16 di 61 Domande

Si immagini di avere una cellula contenente ribosomi, DNA, una membrana plasmatica, una parete cellulare e mitocondri. Che tipo di cellula potrebbe essere?














La risposta corretta è la A
La cellula contenente ribosomi, DNA, membrana plasmatica, parete cellulare e mitocondri è una cellula vegetale. Ribosomi, DNA e membrana plasmatica sono presenti in tutte le cellule, quindi non sono discriminanti; la presenza di mitocondri indica una cellula eucariotica, escludendo i procarioti che non li possiedono. La parete cellulare esclude le cellule animali e, tra gli eucarioti con parete, restringe il campo a piante e funghi. In contesto didattico generale, l’associazione di parete cellulare e mitocondri senza menzione di cloroplasti porta alla cellula vegetale, perché molte cellule vegetali (per esempio di radice, epiderma o floema) non contengono cloroplasti ma hanno comunque mitocondri e una parete di cellulosa. L’assenza di cloroplasti nella descrizione non è quindi dirimente e non invalida l’identificazione come cellula vegetale.

17 di 61 Domande

Il grafico mostra l’attività fotosintetica di una pianta in funzione del flusso di fotoni. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?

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La risposta corretta è la A
Il grafico mostra l’attività fotosintetica di una pianta in funzione del flusso di fotoni: nel punto Y tutto l’ossigeno prodotto con la fotosintesi viene utilizzato per la respirazione. Questo punto è il punto di compensazione luminosa, dove la fotosintesi lorda produce esattamente la stessa quantità di O2 che viene consumata dalla respirazione mitocondriale, per cui la fotosintesi netta è zero e non si osserva rilascio netto di ossigeno. A flussi fotonici inferiori a Y la respirazione prevale e il bilancio di O2 è negativo; aumentando la luce la produzione di O2 cresce finché eguaglia il consumo proprio in Y. Oltre Y la produzione supera il consumo e compare un’emissione netta di O2, mentre al di sotto Y si ha assorbimento netto. La spiegazione risiede nel fatto che la respirazione è relativamente indipendente dall’intensità luminosa, mentre la fotosintesi dipende dal flusso di fotoni, determinando l’intersezione nel punto di compensazione. In termini di scambi gassosi, in Y anche la CO2 fissata uguaglia la CO2 rilasciata.

18 di 61 Domande

Una membrana osmotica separa due soluzioni A e B dello stesso sale. Se la soluzione A è ipertonica rispetto alla soluzione B si può affermare che, dopo un certo tempo, si raggiungerà uno stato di equilibrio in cui:














La risposta corretta e' la '

La membrana è attraversata nei due sensi dallo stesso numero di molecole.

'.


19 di 61 Domande

 Quale delle seguenti affermazioni sul bulbo oculare è corretta?














La risposta corretta e' la '

 La retina è la tonaca più interna

'.


20 di 61 Domande

L’albero genealogico riportato in figura rappresenta un carattere a trasmissione mendeliana nell’uomo: “capacità di arrotolare la lingua”. Qual è l’allele dominante? 

product image













La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale sia l’allele dominante per la “capacità di arrotolare la lingua”; la risposta corretta è: “NON sa arrotolare la lingua”. Poiché due genitori II1 e II2 con fenotipo “non sa arrotolare” generano un figlio III2 che sa arrotolare, il carattere “saper arrotolare” deve essere recessivo: entrambi i genitori sono necessariamente eterozigoti (A = non arrotola dominante; a = arrotola recessivo), quindi Aa × Aa può produrre un figlio aa che arrotola la lingua (probabilità 25%). Se invece “saper arrotolare” fosse dominante, due genitori che non arrotolano dovrebbero essere omozigoti recessivi (rr) e non potrebbero generare alcun figlio che arrotola. Il pedigree è dunque coerente con dominanza completa dell’allele “non arrotola” e recessività dell’allele “arrotola”, senza necessità di ipotizzare penetranza incompleta o legame al sesso.

21 di 61 Domande

Qual è l’agente riducente nella reazione:
 piruvato + NADH + H+ → etanolo + CO2 + NAD+?














La risposta corretta è la C
Nella reazione "piruvato + NADH + H? ? etanolo + CO? + NAD?", l'agente riducente è il NADH. Questa reazione è un esempio di fermentazione alcolica, un processo anaerobico in cui il piruvato viene ridotto a etanolo. Il NADH funge da donatore di elettroni, riducendo il piruvato e convertendosi in NAD?. In una reazione redox, l'agente riducente è la specie chimica che cede elettroni, e in questo caso, il NADH dona elettroni al piruvato, permettendo la sua riduzione a etanolo. Il processo rigenera NAD?, necessario per il proseguimento della glicolisi, consentendo la produzione continua di energia in condizioni anaerobiche. La capacità del NADH di donare elettroni e protoni al piruvato è ciò che lo definisce come agente riducente in questa reazione.

22 di 61 Domande

Un cucchiaino di sale da cucina contiene 25,00 g di NaCl.
 Sapendo che una mole di NaCl pesa 58,44 g il cucchiaino contiene: 














La risposta corretta è la E
Un cucchiaino di sale da cucina contiene 25,00 g di NaCl e, sapendo che una mole di NaCl pesa 58,44 g, il cucchiaino contiene 0,428 mol. Per determinare il numero di moli di NaCl presenti in 25,00 g, si utilizza la formula: numero di moli = massa (g) / massa molare (g/mol). In questo caso, si divide la massa del sale nel cucchiaino, 25,00 g, per la massa molare del cloruro di sodio, 58,44 g/mol. Il calcolo è quindi 25,00 g ÷ 58,44 g/mol = 0,428 mol. Questa operazione permette di convertire la massa del composto in moli, utilizzando la massa molare come fattore di conversione, e conferma che il cucchiaino di sale contiene 0,428 mol di NaCl.

23 di 61 Domande

In una scuola elementare, frequentata da 250 alunni, sono stati attivati due corsi pomeridiani. Si sa che 200 alunni frequentano il corso di spagnolo, 199 il corso di nuoto, 29 nessuno dei due corsi. Quanti alunni frequentano entrambi i corsi? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quanti alunni frequentano entrambi i corsi pomeridiani, con la risposta corretta che è 178. Per determinare quanti alunni frequentano entrambi i corsi, possiamo utilizzare il principio di inclusione-esclusione. Sappiamo che ci sono 250 alunni in totale, di cui 29 non frequentano alcun corso, quindi 221 alunni frequentano almeno uno dei corsi. Inoltre, 200 alunni frequentano il corso di spagnolo e 199 quello di nuoto. Se sommiamo gli alunni che frequentano ciascun corso, otteniamo 200 + 199 = 399. Tuttavia, questo totale include due volte gli alunni che frequentano entrambi i corsi. Pertanto, per trovare il numero di alunni che frequentano entrambi i corsi, utilizziamo l'equazione: 200 + 199 - x = 221, dove x rappresenta il numero di alunni che frequentano entrambi i corsi. Risolvendo questa equazione, otteniamo x = 178.

24 di 61 Domande

Data la seguente reazione di ossidoriduzione tra ioni ossalato (C2O4
2–) e ioni permanganato (MnO4–) in soluzione acquosa acida:
 5 C2O42– (aq) + 2 MnO4 (aq) + 16 H+(aq) → 10 CO2(g) + 2 Mn2+(aq) + 8 H2O(l)
 Quale delle seguenti affermazioni è corretta?














La risposta corretta è la D
Data la reazione di ossidoriduzione tra ioni ossalato e ioni permanganato in soluzione acquosa acida, la risposta corretta è che il carbonio viene ossidato. In questa reazione, gli ioni ossalato (C?O?²?) sono ossidati a diossido di carbonio (CO?), mentre gli ioni permanganato (MnO??) sono ridotti a ioni manganese (Mn²?). L'ossidazione comporta un aumento del numero di ossidazione del carbonio, che passa da +3 nell'ossalato a +4 nel diossido di carbonio, mentre la riduzione comporta una diminuzione del numero di ossidazione del manganese, che passa da +7 nel permanganato a +2 nel manganese. Questo cambiamento nei numeri di ossidazione indica che il carbonio subisce ossidazione, poiché perde elettroni, mentre il manganese subisce riduzione, poiché guadagna elettroni.

25 di 61 Domande

22,0 g di un gas occupano 5,60 dma temperatura e pressione standard (STP).
 Qual è la massa molare del gas?
 [Volume molare del gas = 22,4 dm3 a STP]














La risposta corretta è la C
22,0 g di un gas occupano 5,60 dm³ a temperatura e pressione standard (STP), qual è la massa molare del gas? La massa molare del gas è 88,0 g mol?¹. Per determinare la massa molare del gas, utilizziamo la relazione tra massa, volume e volume molare a STP. A STP, un mole di gas occupa 22,4 dm³. Quindi, il numero di moli di gas nel volume dato di 5,60 dm³ è calcolato come 5,60 dm³ / 22,4 dm³/mol, che equivale a 0,25 mol. Poiché la massa del campione di gas è 22,0 g e corrisponde a 0,25 mol, la massa molare si calcola dividendo la massa per il numero di moli: 22,0 g / 0,25 mol = 88,0 g/mol. Questo risultato conferma che la massa molare del gas è 88,0 g mol?¹.

26 di 61 Domande

Mettere in ordine cronologico le seguenti opere letterarie: 

a. Il partigiano Johnny
b. La Divina Commedia
c. I Promessi sposi
d. Sei personaggi in cerca d’autore
e. Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo














La risposta corretta e' la '

 b – e – c – d – a

'.


27 di 61 Domande

Se l'ossido di potassio reagisce con l'acqua si forma














La risposta corretta è la B
La domanda chiede cosa si forma quando l'ossido di potassio reagisce con l'acqua e la risposta corretta è che si forma una soluzione basica. Quando l'ossido di potassio (K?O) viene a contatto con l'acqua, avviene una reazione chimica che porta alla formazione di idrossido di potassio (KOH), una base forte. Questa reazione può essere rappresentata dall'equazione chimica: K?O + H?O ? 2 KOH. L'idrossido di potassio si dissocia completamente in acqua, rilasciando ioni potassio (K?) e ioni idrossido (OH?), che sono responsabili dell'aumento del pH della soluzione, rendendola basica. Il rilascio di ioni OH? è caratteristico delle soluzioni basiche, che hanno un pH maggiore di 7. Pertanto, la reazione dell'ossido di potassio con l'acqua porta alla formazione di una soluzione basica a causa della produzione di idrossido di potassio.

28 di 61 Domande

Una soluzione 1 M di HCl contiene:














La risposta corretta e' la '

1 mole di acido per 1 litro di soluzione  

'.


29 di 61 Domande

“Nel nucleo, carico positivamente, risiede praticamente tutta la massa dell’atomo; il nucleo è costituito da un certo numero di protoni, che sono i portatori della carica positiva unitaria (uguale a quella dell’elettrone, ma di segno opposto), e da un certo numero di neutroni (di massa quasi uguale a quella dei protoni) che, come indica il nome, non portano alcuna carica.
Protoni e neutroni vengono talvolta indicati col nome generico di nucleoni ”.  Quale delle seguenti affermazioni N O N può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Protoni e neutroni si trovano nel nucleo in genere in numero uguale

'.


30 di 61 Domande

Lanciando tre volte una moneta non truccata, qual è la probabilità che escano tre croci?














La risposta corretta è la B
Lanciando tre volte una moneta non truccata, qual è la probabilità che escano tre croci? La risposta corretta è 1/8. Quando si lancia una moneta non truccata, le possibilità di ottenere croce o testa sono uguali, ossia 1/2 per ogni lancio. Poiché i lanci sono eventi indipendenti, la probabilità di ottenere tre croci consecutive si calcola moltiplicando la probabilità di ottenere croce in ciascun singolo lancio, ovvero (1/2) × (1/2) × (1/2). Questo prodotto dà 1/8, che rappresenta la probabilità complessiva di ottenere tre croci di seguito in tre lanci di una moneta. La logica alla base di questo calcolo è che ogni lancio è un evento indipendente con due risultati possibili, quindi per tre lanci consecutivi ci sono 2^3, cioè 8, combinazioni possibili, di cui solo una è composta da sole croci.

31 di 61 Domande

 Il diaframma e' un muscolo la cui funzione e' collegata a:














La risposta corretta e' la '

 Apparato respiratorio  

'.


32 di 61 Domande

UNA SOLA delle seguenti affermazioni concernenti l'elemento calcio è ERRATA.
Quale?














La risposta corretta e' la '

 E' un metallo alcalino 

'.


33 di 61 Domande

A parità di ogni altra condizione, la spinta di Archimede sulla Luna rispetto alla corrispondente spinta sulla Terra:














La risposta corretta è la B
La domanda chiede: "A parità di ogni altra condizione, la spinta di Archimede sulla Luna rispetto alla corrispondente spinta sulla Terra è minore perché sulla Luna tutti i pesi sono minori." La spinta di Archimede è determinata dal peso del fluido spostato da un oggetto immerso, che dipende dalla densità del fluido e dal volume dell'oggetto immerso. Tuttavia, il peso del fluido spostato è influenzato dalla gravità locale, poiché il peso è il prodotto della massa per l'accelerazione di gravità. Sulla Luna, l'accelerazione di gravità è circa un sesto di quella terrestre, il che significa che il peso di un oggetto, e quindi anche il peso del fluido spostato, è ridotto. Di conseguenza, la spinta di Archimede, che è direttamente proporzionale al peso del fluido spostato, è minore sulla Luna rispetto alla Terra, a parità di volume di fluido spostato e densità.

34 di 61 Domande

Una lampadina da 100 W e un ferro da stiro da 1 kW possono consumare la stessa energia?














La risposta corretta e' la '

Si, se funzionano per tempi inversamente proporzionali alla loro potenza 

'.


35 di 61 Domande

Indicato con xn il termine ennesimo di una successione di numeri, e data la legge: x(n+1) = x(n-1) + xn , quale delle seguenti successioni numeriche rispetta la legge?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale successione numerica rispetta la legge x(n+1) = x(n-1) + xn, e la risposta corretta è la successione 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21,.... Questa successione è nota come la successione di Fibonacci, dove ogni termine, a partire dal terzo, è la somma dei due termini precedenti. La legge fornita nella domanda è una forma modificata della relazione di ricorrenza della successione di Fibonacci, in cui x(n+1) viene calcolato come la somma di x(n-1) e xn. Considerando i primi termini della successione di Fibonacci, possiamo verificare che: x1 = 1, x2 = 2, x3 = x1 + x2 = 1 + 2 = 3, x4 = x2 + x3 = 2 + 3 = 5, e così via, confermando che la successione segue la legge data nella domanda.

36 di 61 Domande

Gli uccelli sono caratterizzati dal NON avere:














La risposta corretta e' la '

eterotermia

'.


37 di 61 Domande

In uno stagno c'è una bellissima pianta acquatica: una ninfea. Questa ninfea si riproduce raddoppiando ogni giorno la propria estensione; in 30 giorni arriva a coprire tutto lo stagno. Quanto tempo impiega per coprirne la metà?  














La risposta corretta e' la '

29 giorni 

'.


38 di 61 Domande

In una data popolazione, il numero annuo di nuovi casi registrati di una certa malattia, definito come incidenza, ed in genere riferito ad un milione di abitanti, indica il numero delle nuove diagnosi. Questo numero non coincide necessariamente con il numero reale dei soggetti che si ammalano della malattia in questione; infatti, se la malattia è difficile da diagnosticare, la sua "incidenza annua" registrata potrà risultare in seguito inferiore a quella reale. Per questo e molti altri motivi, quali la presenza di controindicazioni di vario tipo, un trattamento specifico di un processo morboso può non venire utilizzato in tutti i soggetti che ne sono realmente affetti: ne risulta che il numero dei nuovi casi che ogni anno vengono sottoposti ad un trattamento di questo genere non coincide necessariamente con l'incidenza reale della malattia per la quale il trattamento è indicato e neppure sempre con il numero delle nuove diagnosi.Analizzare l'incidenza nel tempo di alcune malattie può essere utile, ad esempio, per valutare l'efficacia della loro prevenzione. Si tratta di analisi interessanti, ma non facili, soprattutto per la necessità di disporre di rilevazioni complete ed attendibili nonsoltanto sulla malattia in esame, ma anche sulla composizione della popolazione generale. In effetti, se la malattia è più comune in una o più decadi di età che in altre, variazioni della composizione anagrafica della popolazione generale potranno determinare modificazioni dell'incidenza della malattia in esame. Il numero dei nuovi casi trattati per anno per milione di abitanti maschi della malattia D è raddoppiato nel 1989/90 rispetto al 1981/82; l'aumento si è verificato esclusivamente per i soggetti con oltre 70 anni.
Una sola tra le conclusioni elencate appresso NON è deducibile dalle informazioni fornite nei paragrafi precedenti:














La risposta corretta e' la '

Le indicazioni alla terapia per la malattia D negli anziani sono sicuramente cambiate  

'.


39 di 61 Domande

Il passaggio della corrente elettrica attraverso una soluzione acquosa è legato al moto di: 














La risposta corretta è la D
Il passaggio della corrente elettrica attraverso una soluzione acquosa è legato al moto di ioni positivi nel verso della corrente e ioni negativi nel verso opposto. Questo fenomeno si verifica perché in una soluzione acquosa, il soluto si dissocia in ioni che sono particelle cariche. Quando viene applicata una differenza di potenziale, gli ioni positivi (cationi) si muovono verso il catodo, che ha carica negativa, mentre gli ioni negativi (anioni) si muovono verso l'anodo, che ha carica positiva. Questo movimento di ioni costituisce la corrente elettrica nella soluzione. La direzione convenzionale della corrente è considerata quella del moto dei cationi, che è opposta a quella degli elettroni nel circuito esterno. Questo comportamento è alla base dei processi elettrochimici e delle tecnologie che sfruttano la conduzione ionica, come le batterie e le celle elettrolitiche.

40 di 61 Domande

L’ossidazione di un alcool secondario porta a:














La risposta corretta è la A
L'ossidazione di un alcool secondario porta a un chetone. Questa reazione avviene perché gli alcoli secondari hanno un gruppo ossidrile (-OH) legato a un atomo di carbonio che è a sua volta legato ad altri due atomi di carbonio. Durante l'ossidazione, il legame tra il carbonio e l'ossigeno del gruppo ossidrile si trasforma in un doppio legame carbonio-ossigeno (C=O), formando così un gruppo carbonilico tipico dei chetoni. A differenza degli alcoli primari che possono essere ossidati ulteriormente ad acidi carbossilici, l'ossidazione degli alcoli secondari si arresta alla formazione del chetone perché il carbonio centrale non ha idrogeni legati che possano essere ulteriormente ossidati. Reagenti comuni per l'ossidazione includono il bicromato di potassio (K?Cr?O?) in ambiente acido o il clorocromato di piridinio (PCC), che facilitano la rimozione di due atomi di idrogeno, uno dall'ossidrile e uno dal carbonio adiacente, per formare il chetone.

41 di 61 Domande

L’insieme di tutte le soluzioni dell’equazione 2log x = log16 é:














La risposta corretta e' la '

{4}

'.


42 di 61 Domande

Quando l’acqua viene sottoposta all’azione di un agente ossidante forte, che cosa si forma?














La risposta corretta è la C
Quando l'acqua viene sottoposta all'azione di un agente ossidante forte, si forma O?. Questa reazione avviene perché l'acqua (H?O) può essere ossidata a ossigeno molecolare (O?) mediante la rimozione di elettroni. Gli agenti ossidanti forti, come il permanganato di potassio (KMnO?) o il dicromato di potassio (K?Cr?O?), sono in grado di accettare elettroni dall'acqua, inducendo la scissione delle molecole d'acqua e portando alla formazione di ossigeno. Questo processo è una dimostrazione del principio secondo cui gli agenti ossidanti causano l'ossidazione di altre sostanze mentre essi stessi vengono ridotti. La produzione di ossigeno molecolare è un segno dell'efficacia di un agente ossidante nel promuovere reazioni redox, che sono fondamentali in molti processi chimici e industriali.

43 di 61 Domande

Quale tra le seguenti è una reazione di decomposizione del nitrato di ammonio?














La risposta corretta è la C
Quale tra le seguenti è una reazione di decomposizione del nitrato di ammonio? La risposta corretta è NH4NO3 ? N2O + 2 H2O. Questa è la decomposizione termica tipica dell’NH4NO3 intorno a 170 °C, che produce protossido d’azoto e vapore acqueo mediante un processo di disproporzione interna dell’azoto: il N in NH4+ (?3) si ossida e quello in NO3? (+5) si riduce, portando al valore medio di +1 in N2O. L’equazione è perfettamente bilanciata: N 2?2, H 4?4, O 3?3. Altre possibili scritture che portano N2, O2 e H2O o ossidi di azoto diversi sono tipiche di condizioni più drastiche (detonazione) o risultano non bilanciate nelle scelte proposte; perciò, tra le opzioni standard, l’unica corretta per la decomposizione termica controllata è NH4NO3 ? N2O + 2 H2O.

44 di 61 Domande

In una reazione chimica che avviene a pressione costante, il calore scambiato si identifica con:














La risposta corretta e' la ' la variazione di entalpia della reazione '.


45 di 61 Domande

Una sostanza pura:














La risposta corretta e' la ' possiede una precisa formula chimica '.


46 di 61 Domande

Indicare quale tra le seguenti affermazioni è CORRETTA:














La risposta corretta è la E
La risposta corretta alla domanda "Indicare quale tra le seguenti affermazioni è CORRETTA" è "tutte le proteine contengono azoto". Le proteine sono macromolecole biologiche essenziali per la vita e sono costituite da catene di amminoacidi, i quali contengono un gruppo amminico (-NH?) che include l'elemento azoto. Questo gruppo amminico è una caratteristica fondamentale degli amminoacidi, che sono i mattoni delle proteine. L'azoto è quindi un elemento chiave nella struttura delle proteine, poiché partecipa alla formazione dei legami peptidici che uniscono gli amminoacidi tra loro. Senza azoto, non sarebbe possibile la sintesi proteica, e di conseguenza, le proteine non potrebbero esistere. Questo rende l'azoto un elemento essenziale per tutte le forme di vita conosciute, poiché le proteine svolgono una varietà di funzioni critiche nei processi biologici, inclusi il supporto strutturale, la catalisi enzimatica, il trasporto di molecole e la regolazione dei processi cellulari.

47 di 61 Domande

Si chiama concentrazione di un soluto in una soluzione:














La risposta corretta e' la ' il rapporto tra la quantità del soluto e quella del solvente o della soluzione '.


48 di 61 Domande

Un esempio di sale è :














La risposta corretta è la C
Un esempio di sale è KCl. Il cloruro di potassio, KCl, è un composto ionico formato dall'interazione tra il catione potassio (K?) e l'anione cloruro (Cl?). I sali sono tipicamente prodotti dalla reazione tra un acido e una base, e KCl può essere ottenuto dalla reazione tra l'acido cloridrico (HCl) e l'idrossido di potassio (KOH). In questa reazione, l'idrogeno dell'acido viene sostituito dal metallo alcalino, formando acqua e il sale desiderato. La struttura cristallina di KCl è simile a quella del cloruro di sodio (NaCl), con una disposizione ordinata di ioni che conferisce al composto le sue proprietà caratteristiche, come l'elevata solubilità in acqua e la capacità di condurre elettricità in soluzione. KCl è comunemente utilizzato in vari settori, inclusi quelli alimentare e medico, grazie alla sua capacità di fornire potassio, un elemento essenziale per molte funzioni biologiche.

49 di 61 Domande

Il gruppo amminico primario è un gruppo funzionale costituito da:














La risposta corretta è la C
Il gruppo amminico primario è un gruppo funzionale costituito da un atomo di azoto e due atomi di idrogeno. Questa struttura è caratteristica delle ammine primarie, dove l'atomo di azoto è legato a due atomi di idrogeno e a un gruppo alchilico o arilico, rendendola una delle unità più semplici tra le ammine. La presenza del gruppo amminico primario è fondamentale in molte molecole biologiche e sintetiche, come gli amminoacidi, dove l'ammina è legata a un gruppo carbossilico. La capacità dell'atomo di azoto di formare tre legami covalenti consente la formazione di legami idrogeno, che sono cruciali per la solubilità in acqua e l'interazione con altre molecole. La polarità del legame N-H contribuisce ulteriormente alle proprietà chimiche e fisiche delle ammine primarie, influenzando il loro comportamento in reazioni chimiche e la loro reattività.

50 di 61 Domande

Cosa differenzia gli atomi di carbonio primari dai secondari?














La risposta corretta e' la ' Il primario è legato a un solo altro atomo di carbonio, il secondario è legato ad altri due atomi di carbonio '.


51 di 61 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


52 di 61 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


53 di 61 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


54 di 61 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


55 di 61 Domande

Quale molecola è l'accettore finale di elettroni nella catena di trasporto degli elettroni durante la fosforilazione ossidativa?














La risposta corretta è la D
L’ossigeno molecolare (O2) è l’accettore finale di elettroni nella catena di trasporto degli elettroni mitocondriale durante la fosforilazione ossidativa. Gli elettroni provenienti da NADH e FADH2 entrano rispettivamente nei complessi I e II, passano all’ubichinone (coenzima Q), quindi al complesso III, al citocromo c e infine al complesso IV (citocromo c ossidasi). Qui l’ossigeno viene ridotto in modo concertato: O2 accetta quattro elettroni e, insieme a quattro protoni dalla matrice, si trasforma in due molecole di acqua (O2 + 4 e? + 4 H+ ? 2 H2O). Questo passaggio terminale è essenziale perché “tira” il flusso elettronico grazie all’elevato potenziale di riduzione dell’ossigeno, consentendo ai complessi I, III e IV di pompare protoni nello spazio intermembrana e generare il gradiente elettrochimico che alimenta l’ATP sintasi. Molecole come NAD+, FAD, ubichinone e citocromo c sono trasportatori intermedi: accettano e cedono elettroni lungo la catena ma non rappresentano l’accettore finale. In organismi umani non esistono accettori terminali alternativi (come nitrati o solfati, usati da alcuni batteri in condizioni anaerobie), per cui la disponibilità di O2 è cruciale per la produzione efficiente di ATP. Il rilievo clinico è diretto: in ipossia o ischemia la scarsità di ossigeno blocca il complesso IV, rallenta il flusso elettronico, fa accumulare NADH e inibisce il ciclo di Krebs, costringendo le cellule a ricorrere alla glicolisi anaerobia con produzione di lattato e acidosi lattica. Veleni come cianuro, azide e monossido di carbonio inibiscono la citocromo c ossidasi legandosi ai centri eme a3/CuB, impedendo la riduzione dell’O2 e arrestando rapidamente la fosforilazione ossidativa, con collasso energetico cellulare nonostante una pressione di ossigeno arteriosa apparentemente normale. Al contrario, gli “disaccoppianti” (es. dinitrofenolo) dissipano il gradiente protonico: l’ossigeno resta l’accettore finale e il suo consumo può aumentare, ma la sintesi di ATP è inefficiente. Una riduzione parziale dell’ossigeno può generare specie reattive (superossido), controbilanciate da sistemi antiossidanti cellulari. In sintesi, l’ossigeno è l’accettore terminale indispensabile che consente di convertire l’energia dei trasferimenti elettronici in ATP.

56 di 61 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


57 di 61 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


58 di 61 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


59 di 61 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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Quale parametro quantifica la concentrazione di ioni H+ in una soluzione acquosa?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale parametro quantifica la concentrazione di ioni H+ in una soluzione acquosa e la risposta corretta è il pH. Il pH è una scala logaritmica utilizzata per misurare l'acidità o la basicità di una soluzione acquosa, definito come il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione molare degli ioni idrogeno (H+) presenti nella soluzione. Una soluzione con un pH inferiore a 7 è considerata acida, mentre una con un pH superiore a 7 è considerata basica o alcalina; un pH di 7 indica una soluzione neutra. La scala del pH è fondamentale in chimica perché fornisce una misura diretta della reattività chimica e delle proprietà acido-base di una soluzione, influenzando numerosi processi chimici e biologici. Il concetto di pH è essenziale in vari campi scientifici e industriali, inclusi la biologia, la medicina, l'agricoltura e l'ingegneria chimica, poiché molte reazioni chimiche sono sensibili al pH.

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