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1 di 5 Domande

Scenario PO69S: Una donna di 19 anni presenta addominalgia e diarrea postprandiali ed esegue una esofagogastroduodenoscopia nel sospetto di un malassorbimento. Che cosa si può dedurre dall'immagine?

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La risposta corretta è la B.
Dall’immagine del caso clinico si può dedurre la presenza di atrofia della mucosa, cioè una perdita di strutture ghiandolari. Al contrario, non è possibile riscontrare la presenza di fistole, ascessi, neoformazione, sanguinamento ed ulcera della mucosa (risposte A, C, D ed E errate).

2 di 5 Domande

Scenario DU9O: Un uomo di 55 anni viene sottoposto a esofagogastroduodenoscopia. Lo studio istologico delle biopsie gastriche documenta una gastrite cronica autoimmune. Quale dei seguenti reperti ci si può aspettare di trovare a una valutazione morfologica della mucosa gastrica, data la malattia primaria?














La risposta corretta è la B.
La gastrite cronica autoimmune (o gastrite cronica atrofica di tipo A) è una patologia ereditaria che colpisce le cellule parietali, con conseguente ridotta produzione di fattore intrinseco e indirettamente iperplasia delle cellule G antrali: infatti, l’ innalzamento del pH gastrico determina stimolazione cronica della produzione di gastrina da parte delle cellule G antrali, con conseguente iperplasia. In particolare, la gastrite cronica atrofica autoimmune di tipo A rappresenta circa il 10% delle forme di gastrite cronica, mentre il 90% è dovuto alle gastriti croniche atrofiche di tipo B, causate da Helicobacter pylori. I pazienti con gastrite atrofica autoimmune di tipo A hanno Ac contro le cellule parietali e i loro componenti; ciò causa la progressiva riduzione del numero delle cellule parietali e l’incapacità di secernere quantità sufficienti di acido cloridrico, pepsinogeno e fattore intrinseco, con conseguente malassorbimento della vitamina B12 e anemia perniciosa. Il processo autoimmune coinvolge il corpo e il fondo dello stomaco, che subiscono l’infiltrazione da parte di cellule mononucleate, plasmacellule e linfociti, con graduale scomparsa delle ghiandole ossintiche e atrofia irreversibile della mucosa gastrica: la mucosa normale viene sostituita da isole di mucosa intestinale, pilorica o pseudo-pilorica, mentre l’ipo/acloridria determina iperplasia delle cellule G antrali, a causa della mancanza del feed-back negativo, e iper-gastrinemia, che, a sua volta, costituisce un fattore trofico per le cellule enterocromaffini, con eventuale displasia o, talvolta, formazione di carcinomi gastrici invasivi. All’opposto, i polipi iperplastici dello stomaco si formano a causa di una infiammazione cronica e sono generalmente correlati alla gastrite da Helicobacter pylori. Invece, i polipi delle ghiandole fundiche sono comuni tra i pazienti che assumono cronicamente IPP (risposta A errata). Ancora, l’infiltrazione eosinofila è tipica della gastrite eosinofila, una malattia gastrointestinale rara, caratterizzata dalla presenza di disturbi gastrointestinali non specifici, associati ad un'infiltrazione eosinofila del tubo digerente, che può coinvolgere diversi segmenti e strati all'interno della parete gastro-intestinale (risposta D errata).

3 di 5 Domande

Scenario TR3E: Una donna di 75 anni viene sottoposta a intervento di colecistectomia video-laparoscopica. All'esame istologico viene evidenziata la presenza di una neoplasia. La stadiazione T1a significa:














La risposta corretta è la A.
Secondo la classificazione TNM dell’adenocarcinoma della colecisti, lo stadio T1a corrisponde al tumore che infiltra la lamina propria. A tal proposito si riporta la classificazione secondo le Linee Guida AIOM (risposte B, C, D ed E errate):

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4 di 5 Domande

Una donna di 35 anni, viene trasportata in ambulanza in condizioni d’urgenza presso il P.S. per un intenso dolore in sede retrosternale ed addominale superiore. Ad un’anamnesi più dettagliata, emerge che tale sintomatologia persiste da 18 mesi ed è andata progressivamente ad aggravarsi. Inoltre, in aggiunta al dolore, si è manifestata una progressiva disfagia ed una perdita di peso di 13 Kg. Viene effettuata un’endoscopia che mostra un esofago dilatato e contenente una quantità elevata di residui di cibo, ma non viene evidenziata alcuna patologia. Viene in seguito effettuato un esame con mezzo di contrasto per os. Quale è la diagnosi ?

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La risposta corretta è la E.
La diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico, che presenta intenso dolore retrosternale ed addominale superiore persistente da 18 mesi, disfagia, perdita di peso, esofago dilatato con residui di cibo, senza evidenza di lesioni all’endoscopia, è l'acalasia, un disturbo della motilità esofagea caratterizzato da un'alterata peristalsi esofagea e dal mancato rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore durante la deglutizione: infatti, l’esofago, all’esame RX con m.d.c. per os, appare dilatato e stenotico con un aspetto a coda di tipo a livello dello sfintere esofageo. Tale patologia potrebbe essere causata dalla perdita delle cellule gangliari del plesso mio-enterico dell’esofago, che determina la denervazione della muscolatura esofagea. I sintomi sono rappresentati da una disfagia lentamente progressiva, solitamente sia per i liquidi che per i solidi e dal rigurgito di cibo non digerito. La diagnosi si basa sulla endoscopia, la manometria e l’esame radiologico con pasto baritato. Il trattamento comprende la dilatazione, denervazione chimica, la miotomia chirurgica e la miotomia endoscopica trans-orale.
Al contrario, per quanto la sintomatologia gastro-esofagea possa mimare quella cardiovascolare, nel caso clinico la diagnosi più probabile è rappresentata dalla acalasia, dato avvalorato soprattutto dalla disfagia progressiva e dal residuo di ingesti (risposta A errata). Inoltre, all’esame endoscopico si evidenzia dilatazione esofagea con residui di cibo e assenza di aree patologiche, di conseguenza, è verosimile escludere una patologia neoplastica e alterazioni mucosali date dall’esofagite da reflusso (risposte B e D errate). Infine, la sintomatologia, il quadro endoscopico e il quadro radiologico sono tutti indicatori di patologia dell’esofago distale e non gastrica (risposta C errata).

5 di 5 Domande

Un uomo di 60 anni, obeso, diabetico con diagnosi nota di early gastric cancer. Cosa caratterizza l'early gastric cancer?














La risposta corretta è la D.
​​​​​​​L’early gastric cancer (EGC) è un adenocarcinoma gastrico confinato alla tonaca mucosa o alla mucosa e sottomucosa della parete gastrica. Dato l’altissimo tasso di metastasi, il trattamento dell’EGC è sempre chirurgico (risposta C errata).

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