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1 di 5 Domande

Scenario AA30X: Un uomo, 48 anni, fumatore, iperteso in terapia con ACE inibitore. Lamenta dolore epigastrico da circa 6h. Vengono rilevati i seguenti parametri P.A. 90/50 mmHg, FC 57/min, satO2 99% e viene eseguito un ECG come mostrato in figura. Mentre si allerta la sala di emodinamica, è opportuno iniziare la somministrazione di:

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La risposta corretta è la B.
Siccome il paziente del caso clinico presenta STEMI inferiore, è opportuno iniziare la somministrazione di Ticagrelor, mentre si allerta la sala di emodinamica. Nello specifico, il paziente con sindrome coronarica acuta (ACS) con sopra-slivellamento ST deve essere monitorato e devono essere somministrati i seguenti farmaci: l’ossigeno (solo se il paziente ha una saturazione arteriosa <90%, difficoltà respiratoria o se sono presenti altre caratteristiche ad alto rischio di ipossiemia), l’ASA (la dose di carico da 162 a 365 mg deve essere somministrata il prima possibile a qualsiasi paziente con STEMI, indipendentemente dalla strategia di trattamento), un secondo antiaggregante (Ticagrelor o Prasugrel, a meno che il paziente non abbia controindicazioni, come un rischio eccessivo di sanguinamento o a meno che non sia stato pianificato un CABG urgente) e una terapia del dolore (nitroglicerina per via sublinguale ogni 5 minuti secondo necessità per il sollievo del dolore dovuto all'ischemia o la nitroglicerina IV per il controllo dell'ischemia)Al contrario, l’enalapril (ACE-inibitore) e il nitroprussiato di sodio (vasodilatatore diretto appartenente al gruppo dei nitroderivati), siccome causano vasodilatazione, non sono usati nella terapia dell’infarto inferiore, in quanto potrebbero determinare ipotensione, bradicardia e blocchi della conduzione, che aggraverebbero le condizioni del paziente (risposte A e C errate). Così, il warfarin, un anticoagulante cumarinico, viene utilizzato per il trattamento della TVP, della embolia polmonare, per prevenire l'ictus in corso di fibrillazione atriale, per alcune valvulopatie e nei soggetti portatori di valvole meccaniche (risposta D errata). Invece, il Diltiazem, un calcio antagonista non-diidropiridinico, è indicato nel trattamento dell’ipertensione e dell’angina; ma siccome ha un effetto deprimente sulla contrattilità miocardica, nella fase acuta dell’infarto del miocardio, si preferisce non utilizzarlo.
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2 di 5 Domande

Paziente di 70 anni, ex fumatrice con storia di BPCO e polmonite, a cui viene effettuato ECG per palpitazioni e riscontro di polso aritmico. Qual è la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.
Il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’ECG, presenta tachicardia atriale multifocale. Infatti, il referto mostra “Tachicardia atriale multifocale a FC media di 130 bpm. Anomalie aspecifiche del recupero”. Vari tipi di ritmo derivano da focus sopraventricolari (solitamente localizzati negli altri). La diagnosi è basata sull’ECG e tali ritmi comprendono:
- battiti prematuri (extrasistole) atriali;
- tachicardia atriale;
- tachicardia atriale multifocale;
- tachicardia giunzionale non parossistica;
- segnapassi atriale migrante;
In dettaglio, la tachicardia atriale multifocale (tachicardia atriale caotica) è un ritmo irregolare causato dalla scarica casuale di molteplici focus ectopici atriali; la frequenza è superiore a 100 battiti/minuto. I sintomi, se presenti, sono quelli di una tachicardia rapida. La tachicardia atriale multifocale può essere dovuta ad un disturbo polmonare sottostante come la BPCO, ad un coronaropatia o ad anomalie elettrolitiche come l’ipokaliemia

3 di 5 Domande

Un piccolo paziente di 3 anni, viene accompagnato dalla madre in P.S. per febbre e palpitazioni. Viene effettuato un ECG, cosa mostra?

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La risposta corretta è la C.
Sulla base del tracciato elettrocardiografico, il disturbo che ha interessato il paziente del  caso clinico è la sindrome di Brugada: infatti, l’ECG mostra tachicardia a 250 bpm con sindrome di Brugada di tipo I con tipico aspetto coved dell’ST sopra-slivellato in V1 e V2. In particolare, tale sindrome è caratterizzata da sovra-slivellamento del tratto ST nelle derivazioni elettrocardiografiche precordiali destre (da V1 a V3), blocco di branca destra completo o incompleto e suscettibilitĂ  alla tachiaritmia ventricolare e alla morte improvvisa. La SB è un disturbo elettrico in assenza di difetti evidenti del miocardio.

4 di 5 Domande

Scenario AS44Q: Un paziente di 75 anni lamenta astenia e dispnea. All'esame obiettivo presenta toni cardiaci ovattati, pressione arteriosa 90/70 mmHg e turgore delle vene giugulari. Qual è la diagnosi piÚ probabile?














La risposta corretta è la C.
Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici, la diagnosi piĂš probabile è il versamento pericardico, cioè un accumulo di liquido nello spazio pericardico di tipo sieroso (talvolta con filamenti di fibrina), sieroematico, ematico, purulento o chiloso. Tale patologia determina solitamente ovattamento diffuso dei toni cardiaci, itto della punta difficilmente palpabile e ronchi caratteristici a livello del cavo ascellare di sinistra o della base sinistra, dovuti alla compressione dei bronchi e del parenchima polmonare da parte del versamento. L’ECG solitamente presenta segni aspecifici, come QRS con voltaggi diffusamente piĂš bassi. La diagnosi di certezza è posta con l’ecocardiogramma, che consente di accertare versamenti con quantitĂ  di fluido > 100mL e in casi dubbi con TC e RM. Invece, il cuore polmonare, un’alterazione strutturale del ventricolo destro dovuta all’ipertensione polmonare, può essere causata da diverse patologie, tra cui BPCO, fibrosi polmonare ed embolia polmonare. Il cuore polmonare cronico determina solitamente dispnea, inizialmente da sforzo, che può essere associata a sincope, angina e senso di oppressione toracica. L’auscultazione può evidenziare un IV tono, l’accentuazione della componente polmonare del II tono e un click di eiezione polmonare. L’ECG mostra segni di sovraccarico e di dilatazione dell’atrio destro, con  asse elettrico deviato a destra, un’inversione delle onde T nelle precordiali destre, un sotto-slivellamento ST nelle periferiche inferiori e onde P polmonari nelle derivazioni periferiche inferiori e nelle precordiali destre (risposta A errata). All’opposto, la cardiomiopatia ipertrofica, una condizione clinica caratterizzata da un ispessimento delle pareti cardiache > 15mm, è solitamente asintomatica o paucisintomatica e, quando presenti, i sintomi sono costituiti da dispnea, ridotta tolleranza allo sforzo, dolore toracico e in alcuni casi sincope. L’esame obiettivo può essere normale o caratterizzato da un soffio sistolico, che si accentua con la manovra di Valsalva, nei pazienti con un’ostruzione del tratto di efflusso. L’ecocardiogramma, un esame altamente sensibile per la diagnosi, consente la misurazione dello spessore della parete miocardica e mostra solitamente deviazione assiale sinistra, ingrandimento dell’atrio sinistro e segni di ipertrofia ventricolare sinistra con onde T invertite nelle derivazioni precordiali (risposta D errata).
Invece, la miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco, si manifesta con mialgia, astenia, febbre, dolore toracico, palpitazioni e dispnea. L’ECG mostra solitamente alterazioni aspecifiche del tratto ST, cioè un sopraslivellamento del tratto ST in diverse derivazioni, inversione dell’onda T e slargamento del QRS.  L’ecocardiogramma consente di rilevare un’eventuale disfunzione del ventricolo sinistro, la dilatazione delle camere cardiache e, soprattutto nelle fasi acute, un cuore non dilatato ma ipo-contrattile. La risonanza magnetica e la biopsia miocardica permettono la diagnosi definitiva (risposta E errata).

5 di 5 Domande

Scenario TG45V: Una paziente di 80 anni presenta un soffio sistolico aspro 4/6 prevalente ai focolai della base e riferisce una recente sincope. Qual è il sospetto clinico?














La risposta corretta è la D.
Per il paziente del caso clinico di 80 anni, con soffio sistolico aspro 4/6 prevalente ai focolai della base con recente sincope, la diagnosi piĂš probabile è rappresentata dalla stenosi valvolare aortica, un restringimento dell’orifizio valvolare aortico con conseguente ostruzione all’efflusso ventricolare. Normalmente l’area valvolare è compresa fra 3-4-cm2. La causa piĂš frequente di stenosi aortica è degenerativa (calcificazione senile dei lembi valvolari) o piĂš raramente si riscontrano lesioni congenite della valvola (ad esempio, la valvola aortica bicuspide). Dal punto di vista clinico, i sintomi si sviluppano lentamente e progressivamente nel tempo: solitamente compaiono angina, poi sincope e dispnea; inoltre, possono riscontrarsi emboli provenienti da microtrombi sui lembi valvolari con ictus o attacchi ischemici transitori (TIA). L’esame obiettivo consente di rilevare un caratteristico soffio sistolico eiettivo in crescendo-decrescendo udibile principalmente sul focolaio aortico e in tutta l’aia cardiaca. Un reperto tipico è il polso “parvus et tardus”. Il gold standard diagnostico è l’ecocardiogramma che permette di valutare le caratteristiche funzionali e morfologiche della valvola, misurandone l’ampiezza, le dimensioni del ventricolo, l’ipertrofia del ventricolo sinistro e il gradiente pressorio tra le camere cardiache. Infine, l’ECG è spesso normale, anche se in alcuni casi potrebbe mostrare segni di ipertrofia e sovraccarico ventricolare sinistro.

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