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1 di 5 Domande

Scenario clinico AA87: Maurizio, un ragazzo di 26 anni, si reca presso l’ambulatorio del Dott. Nestile, preoccupato per la presenza di un rigonfiamento dolente di consistenza dura a livello del polso. Il giovane riferisce che inizialmente non presentava dolore e che negli ultimi mesi tale protuberanza è aumentata notevolmente di volume. Quale delle seguenti non è un’opzione terapeutica raccomandata?














Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA87).

La risposta corretta è la D.

La maggior parte delle cisti non necessita di alcun trattamento, soprattutto se asintomatiche e se non limita le attività del soggetto o non determina turbe estetiche al paziente. Prima del vero e proprio intervento chirurgico si possono considerare alcuni trattamenti più conservativi, quali:

  • l’aspirazione mediante ago del liquido all’interno;
  • utilizzo di un immobilizzatore con lo scopo di favorire la riduzione dimensionale della cisti.

In caso di fallimento di queste alternative, si ricorre all’intervento chirurgico, che ha come obiettivo quello di estirpare completamente la cisti, compreso il suo peduncolo. Schiacciare la cisti con un oggetto duro non ha nessun razionale.

Le risposte A, B, C ed E non sono corrette.

Sono tutte opzioni che hanno a che fare con l’iter terapeutico procedurale delle cisti gangliari.


2 di 5 Domande

Quale reperto patologico è mostrato in questa RM in sezione assiale?

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La risposta corretta è la B.

Nella immagine di RM in sezione assiale sequenza T2 viene mostrata una disomogeneità di segnale a carico del contenuto della colecisti, da ascrivere a macro-formazione litiasica, che si presenta nella sequenza T2 come un difetto di segnale e riempimento (nero) endoluminale della colecisti.

Le risposte A, C, D ed E non sono corrette.

Non vi sono segni radiologici mostrati nell’immagine presentata, che possano far pensare alle altre opzioni indicate.


3 di 5 Domande

Chiara, una ragazza alla prima gravidanza alla 31esima settimana di gestazione, si reca dal Dott. Mei, suo ginecologo, lamentando contrazioni regolari ogni 6 minuti. L’anamnesi clinica è positiva per diabete di tipo 1, di cui soffre da circa 15 anni. Nel corso della prima ora, la ragazza continua a presentare forti contrazioni della cervice e inizia a presentare un modesto grado di dilatazione. Il dottore decide di somministrale: solfato di magnesio, penicillina e betametasone. Quale dei seguenti è l’effetto collaterale più probabile della somministrazione di corticosteroidi in questa paziente?














La risposta corretta è la D.

Nei pazienti diabetici i corticosteroidi possono essere responsabili di un effetto diabetogeno, dato che fungono da antagonisti dell’insulina. Perciò in questi pazienti per prevenire la chetoacidosi diabetica, i livelli di glucosio nel sangue dovrebbero essere controllati regolarmente ed in presenza di valori elevati, bisogna somministrare insulina. 

Le risposte A ed C non sono corrette.

Le proprietà immunosoppressive dei corticosteroidi consistono nell’inibire la risposta immunitaria e nell’ intervenire sulla produzione di citochine e sulle loro espressioni recettoriali. Sebbene vi sono diverse preoccupazioni sul fatto che il loro uso possa aumentare i tassi di infezione materna o neonatale, non vi è alcuna prova definitiva che il loro impiego porti a più alti tassi di infezione nella madre o nel feto. 

La risposta B non è corretta.

Non è stato dimostrato che la soppressione surrenalica neonatale possa essere una conseguenza derivante dalla somministrazione di corticosteroidi in fase prenatale.

La risposta E non è corretta.

Gli studi condotti per determinare se esiste una correlazione fra il trattamento con corticosteroidi prenatale ed una ridotta intelligenza del nascituro, hanno dimostrato che non vi è alcuna prova di questo rapporto.

 


4 di 5 Domande

Il Sig. Rossi, 50 anni, lamenta dolore alla gamba sinistra, dopo essere scivolato sul pavimento di casa. Riferisce di aver sentito un rumore simile ad un crack, quando è caduto al suolo. Ha un’anamnesi positiva per diabete ed ipertensione ed attualmente assume metformina e lisinopril. La sua T.C. è di 36,8 ° C e la P.A. è di 125/75 mmHg. Il Dott. Lezzi del PS lo visita, riscontrando un’ipoacusia bilaterale, un soffio medio-sistolico di intensità 2/6 con caratteristiche di crescendo-decrescendo alla auscultazione toracica ed una intensa dolorabilità alla palpazione della coscia sinistra, senza dolorabilità dell’arto controlaterale. Viene effettuato un RX del femore sinistro, che mostra una estesa frattura metafisaria, associata ad una irregolarità della corticale; l’RX dell’arto controlaterale è negativa ad eccezione di un femore curvato. Inoltre, la scintigrafia ossea mostra delle aree focali di intensa captazione in entrambe le cosce. Vengono effettuati degli esami di laboratorio che mostrano: Na + 140 mEq / L, K + 4.8 mEq / L, Cl- 105 mEq / L, HCO3- 24 mEq / L, Azoto ureico 13 mg / dL, Creatinina 1,0 mg / dL, Fosfato 2.9 mg / dL, AST 32 IU / L, ALT 25 IU / L, GGT 15 IU / L (normale, 9-50 IU / L),
VES 18 millimetri / h. Quale delle seguenti rappresenta la terapia farmacologica più appropriata da attuare?














La risposta corretta è la E.

Il paziente descritto ha il morbo di Paget dell’osso (o “osteite deformante”), una patologia cronica dello scheletro dell’adulto in cui il turnover osseo è accelerato in alcune aree definite. La normale matrice è sostituita da osso indebolito e rarefatto. La malattia può decorrere in maniera del tutto asintomatica o essere responsabile di dolore, associato a deformità scheletrica. Dal punto di vista laboratoristico si apprezza un aumento della fosfatasi alcalina sierica e idrossiprolina urinaria, indicative di un aumento della degradazione del collagene nell’osso. Qualora presenti, la sintomatologia comprende: dolore osseo, deformità scheletrica, fratture patologiche, deficit dei nervi cranici, ipoacusia secondaria all’espansione della volta cranica, insufficienza cardiaca severa ed una maggiore incidenza di aterosclerosi valvolare. Il trattamento consiste in una terapia di supporto per la gestione dei sintomi e nella somministrazione di farmaci (in genere bisfosfonati, come alendronato, risedronato e pamidronato) che agiscono inibendo l’attività osteoclastica e rappresentano la terapia di prima linea per tale malattia. 

La risposta A non è corretta.

I corticosteroidi sono attivi sull’infiammazione, ma hanno anche proprietà immunomodulatrici. Essi rappresentano la terapia di scelta per la polimialgia reumatica. Nel caso in questione la VES è normale, rendendo l’ipotesi diagnostica di polimialgia reumatica poco probabile.

La risposta B non è corretta.

ll trapianto autologo consiste nella somministrazione di chemioterapia con o senza radioterapia ad intensità sovra-massimale (condizionamento), seguita da una infusione delle cellule staminali emopoietiche del paziente stesso, che è pertanto sia donatore che ricevente. Tale trattamento è quello di scelta per il mieloma multiplo, tuttavia, questo paziente non ha ipercalcemia, insufficienza renale, o segni di anemia che fanno sospettare tale patologia.

La risposta C non è corretta.

La doxorubicina, che fa parte del gruppo delle antracicline, è un agente chemioterapico che viene utilizzato nel trattamento dell’osteosarcoma, che non è la patologia del caso in questione (anche se è importante sottolineare come la malattia di Paget è associata ad un aumento dell’incidenza di osteosarcoma).

La risposta D non è corretta.

La supplementazione di calcio non rappresenta il trattamento corretto per la malattia di Paget, in quanto in tale malattia il livello di calcio nel siero è normale e la supplementazione non altera il decorso della stessa.


5 di 5 Domande

Quale dei seguenti è il meccanismo d’azione della gentamicina, se usata sinergicamente con la benzil-penicillina, per trattare un’endocardite infettiva causata da streptococcus viridans?














La risposta corretta è la C.

L’endocardite è un processo infiammatorio, che coinvolge l’endocardio parietale o, più frequentemente, l’endocardio valvolare. I pazienti con endocardite infettiva valvolare nativa, non complicata da streptococchi viridanti, in assenza di malattia renale preesistente, possono essere trattati con gentamicina più benzil-penicillina per due settimane.

La gentamicina fa parte della classe degli amminoglicosidi e presenta un ampio spettro d’azione in particolare nei confronti dei batteri gram positivi e negativi. Come tutti gli amminoglicosidi, svolge la sua azione, inibendo la sintesi proteica e legandosi alla subunità 30S del ribosoma batterico. La gentamicina è usata sinergicamente alla benzilpenicillina (o penicillina G), che è un antibiotico battericida che agisce inibendo la sintesi della parete cellulare, permettendo alla gentamicina di entrare nella cellula batterica.

Le risposte A, B, D ed E non sono corrette.

Tutte le restanti opzioni sono errate.


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