La spondilodiscite è un processo flogistico su base infettiva che coinvolge le vertebre e il disco intervertebrale interposto.
Nella popolazione pediatrica si può riscontrare sia l’insorgenza di una spondilodiscite che di una discite isolata, mentre negli adulti si tratta quasi sempre di spondilodiscite visto che la sola discite, ovvero l’infezione isolata del disco intersomatico, è un evento molto raro. Infatti negli adulti il soma vertebrale viene infettato per primo, solitamente con inizio del processo infettivo a partenza dall’angolo antero-inferiore del soma vertebrale con successiva estensione e coinvolgimento secondario del disco intersomatico ed a seguire alla limitante somatica superiore del corpo vertebrale adiacente.
Tale processo può colpire qualsiasi porzione della colonna vertebrale, ma più comunemente coinvolge il rachide lombare per il maggiore apporto ematico dei somi vertebrali e nella maggior parte dei casi tende ad interessare un unico complesso soma-disco (65%) e meno frequentemente più segmenti vertebrali contigui o ancor più raramente non contigui.
I fattori di rischio per tale infezione sono da: infezione preesistente, infezione ascendente (es. da procedure neurochirurgiche, anestesia spinale, trauma, ecc), condizioni di immunodepressione, somministrazione sistemica a lungo termine di steroidi, diabete mellito.
Caratteristiche radiologiche
RX
La RX standard non è sensibile nel rilevare le alterazioni precoci dei segmenti colpiti, risultando spesso negativa fino alle prime 2-4 settimane dall’insorgenza della malattia.
Successivamente si può osservare la riduzione dello spazio intersomatico e l’irregolarità o l’aspetto poco definito/sfumato delle limitanti somatiche. Nei casi non trattati, dopo 10-12 settimane possono comparire segni di sclerosi ossea.
TC
I reperti riscontrabili alla TC sono simili a quelli visibili alla RX, ma la metodica è molto più sensibile ai segni precoci.
La TC può evidenziare l’edema dei tessuti molli circostanti e dei segmenti vertebrali e dopo la somministrazione di mdc può mostrare un aumentato enhancement post-contrastografico del disco intervertebrale coinvolto, la presenza di raccolte (ad es. ascessi muscolari paraspinali e del muscolo psoas) e di ascessi epidurali.
RM
La RM è la modalità di imaging di scelta grazie alla sua altissima sensibilità e specificità. È anche utile nella diagnosi differenziale con i processi neoplastici e la differenziazione tra infezioni piogeniche, tubercolari e fungine.
Le lesioni infettive si presenteranno iperintense in T2 e ipointense in T1 per la presenza di edema discale e osseo, mostreranno aumentato enhancement post-contrastografico nelle sequenze in T1 con gadolinio e restrizione del segnale in DWI.
Medicina nucleare
La scintigrafia osseae la PET con FDG possono essere utilizzate per dimostrare una captazione di radiotracciante nel sito di infezione.
In particolare, l’imaging PET/TC può essere considerata la modalità di imaging di scelta nei pazienti in cui la RM è controindicata o ostacolata da artefatti, ad esempio nei pazienti con precedenti interventi chirurgici e/o impianti.
Diagnosi differenziale
Si pone con i processi neoplastici vertebrali, per il carattere destruente e infiltrativo dell’infezione stessa; l’imaging sarà in questo caso guidato principalmente dalla clinica e dagli esami colturali.
Immagine 01
Immagine 01. RM rachide lombare mostrante iperintensità delle limitanti somatiche frapposte L5-S1 e del disco intersomatico interposto, nonché delle strutture legamentose limitrofe, da riferire a spondilodiscite.
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Immagine 03
Immagine 03. RM rachide lombare con mdc mostrante enhancement contrastografico delle limitanti somatiche frapposte L4-L5 e del disco intersomatico interposto, con alterazione morfo-strutturale della limitante somatica inferiore di L4 ed apprezzabilità di raccolte limitrofe anteriori e posteriori, da riferire a spondilodiscite.