La fibrillazione ventricolare produce fremiti scoordinati del ventricolo in assenza di contrazioni miocardiche efficaci. Causa sincope immediata e, se non trattata, morte entro pochi minuti. Il trattamento è la rianimazione cardiopolmonare, comprensiva di defibrillazione immediata. VF
Epidemiologia
rappresenta il ritmo di fondo più comune dell’arresto cardiaco;
probabili fattori di rischio sono rappresentati da:
elevazione del segmento ST e il blocco di conduzione atriventricolare (AV) sono associati ad un aumento del rischio di fibrillazione ventricolare primaria durante l’infarto miocardico acuto;
gli intervalli di QT più brevi e più lunghi sono associati ad un aumento del rischio di mortalità;
la ripolarizzazione precoce su ECG potrebbe essere associata a fibrillazione ventricolare idiopatica.
Caso 01
Caso 01. Queste strisce ritmiche mostrano le ondulazioni ultrarapide della linea di base, irregolari nei tempi e nella morfologia, che caratterizzano la fibrillazione ventricolare.
Caso 02
Caso 02. Fibrillazione Ventricolare.
Eziologia e patogenesi
è spesso associata a malattie coronariche (CAD);
la perdita della coordinazione ventricolare porta alla perdita della gittata cardiaca e ad una rapida morte;
determina o arresto cardiaco di solito presentazione iniziale2o arresto cardiaco;
l’esame obbiettivo può mostrare pallore, diaforesi se l’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta, “frog sign” (la presenza di pulsazioni venose giugulari prominenti (onde a cannone));
l’e.o. mostra assenza di S1 e S2.
Diagnosi
sospettare la fibrillazione ventricolare in pazienti in ospedale o fuori dall’ospedale, che presentano un arresto cardiaco;
i risultatielettrocardiografici includono:
fibrillazione ventricolare:
ritmo ventricolare rapido di > 300 battiti/minuto;
La fibrillazione si può associare con oscillazioni della linea di base dell’ECG sia grossolane che fini, ma in ogni caso non si riconoscono complessi QRS.
lunghezza del ciclo ≤ 180 millisecondi;
ritmo grossolanamente irregolare;
marcata variabilità in lunghezza, morfologia e ampiezza del QRS;
flutter ventricolare:
aritmia regolare di circa 300 battiti al minuto;
lunghezza del ciclo 200 ms;
monomorfo;
nessun intervallo isoelettrico tra i successivi complessi QRS.
Terapia
aspetti clinici: non c’è polso né gittata cardiaca. E’ necessario un intervento terapeutico rapido. Maggiore è il ritardo di intervento, minori sono le possibilità di ripristino del normale ritmo.
in caso di arresto cardiaco dovuto a fibrillazione ventricolare, avviare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP) (AHA classeIIa, livello C). Inoltre:
somministrare ossigeno e collegare il monitor/defibrillatore quando disponibile (AHA ClasseIIa, Livello C);
per i ritmi defibrillabili (fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare):
dare 1 shock (AHA Class IIa, Livello B), riprendere la RCP per 5 cicli (AHA Classe I, Livello B), ricontrollare il ritmo (AHA Classe I, Livello B);
quando è disponibile l’accesso IV/intraosseo (dosi per adulti):
farmaci di supporto prima o dopo il secondo shock includono epinefrina (adrenalina) 1 mg ogni 3-5 minuti (o vasopressina 40 unità in sostituzione della prima o della seconda dose di epinefrina) (AHA classe IIb, livello C);
i farmaci di supporto prima o dopo il terzo shock possono includere antiaritmici (amiodarone 300 mg o lidocaina 1-1,5 mg/kg se l’amiodarone non è disponibile) o Magnesio 1-2 g per la torsades de pointes (AHA Classe IIb, Livello B);
per ritmi non defibrillabili (asistolia e PEA):
continuare la RCP e ricontrollare il ritmo ogni 5 cicli (ogni 2 minuti);
quando è disponibile l’accesso IV/intraosseo per via endovenosa, somministrare 1 mg di epinefrina ogni 3-5 minuti (o 40 unità di vasopressina in sostituzione della prima o della seconda dose di epinefrina) (AHA classe IIb, livello A);
Riferimento – Linee guida 2010 dell’American Heart Association per la rianimazione cardiopolmonare e le cure cardiovascolari d’emergenza
Caso 03
Caso 03. Schema Terapeutico.
Complicazioni e prognosi
arresto cardiaco;
morte cardiaca improvvisa;
Prognosi
fatale se la defibrillazione non ha avuto successo;
defibrillazione della fibrillazione ventricolare fuori dall’ospedale da parte dei servizi medici di emergenza associata ad un tasso di sopravvivenza del 40% alla dimissione ospedaliera in studio di 200 casi in 10 anni (nello studio: Mayo Clin Proc 2004 maggio;79(5):613).