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Sodio
Il sodio plasmatico rappresenta il costituente extracellulare principale dell’osmolalità sierica e la sua presenza nel fluido extracellulare (ECF) è fondamentale per il mantenimento del volume ematico circolante. Normalmente, circa il 25% dell’ECF si trova nel comparto intravascolare e il restante 75% nell’interstizio.
L’ECF rappresenta circa 1/3 dell’acqua totale corporea, che si distribuisce, per la restante e prevalente quota, nel compartimento intracellulare (ICF).
Le concentrazioni di acqua e Sodio sono, pertanto, strettamente interdipendenti.
In condizioni normali le concentrazioni di Sodio si mantengono all’interno di un range fisiologico di 135-145 mEq/l (normonatremia) nonostante la variabilità legata all’assunzione, per via alimentare, di acqua e sale, alla differente attività metabolica e allo stress di natura ambientale.
La normonatremia viene mantenuta da un sistema integrato che coinvolge l’assunzione di acqua, regolamentata dalla sete, il controllo dell’escrezione di acqua e la secrezione di ormone antidiuretico. Le variazioni del volume extracellulare e dell’osmolalità attivano meccanismi di compenso che comportano modifiche nell’escrezione renale di Sodio e variazioni nell’eliminazione renale di acqua libera. L’escrezione renale di Sodio è regolata da diversi meccanismi, tra i quali la velocità di filtrazione glomerulare, la secrezione di aldosterone e diversi fattori ormonali, emodinamici intrarenali e peritubulari. (1,2,3)
L’arginina vasopressina (AVP), è implicata nella regolazione del metabolismo dell’acqua e fortemente influenzata, pertanto, dall’Introduzione o eliminazione dell’acqua. L’osmolalità sierica, è mantenuta ad una media di 285 mOsm/kg, grazie ad una pronta secrezione di AVP in presenza del sintomo della sete.
Anomalie nel bilancio idrico includono iponatriemia e ipernatriemia. (4,5)