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Iperaldosteronismo primario

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Definizione


  • L’iperaldosteronismo primario, o sindrome di Conn, rappresenta un disordine della ghiandola surrenale caratterizzato da una eccessiva produzione e secrezione di aldosterone.
  • Le cause più comuni sono l’Adenoma unilaterale secernente aldosterone e l’iperplasia surrenalica bilaterale, mentre rari casi derivano dal carcinoma surrenale o da condizioni ereditarie di iperaldosteronismo familiare.
  • Rappresenta un gruppo di disturbi in cui la produzione di aldosterone risulta essere slegata dalle concentrazioni del Sodio ed indipendente dal controllo dei principali sistemi di feedback (angiotensina II e concentrazione plasmatica di potassio).
  • L’inappropriata secrezione di aldosterone conduce a ritenzione di sodio, ipertensione, alterazioni cardiovascolari, soppressione della renina plasmatica e aumento dell’escrezione di potassio, che a sua volta può causare ipokaliemia.

Epidemiologia


  • Presenta un picco di insorgenza in pazienti tra i 40 e i 50 anni di età, senza differenze di genere o etnia.

Eziologia e patogenesi


Cause

  • Le cause più comuni sono:
    • Adenoma unilaterale secernente aldosterone (riscontrato in circa il 50% dei pazienti);
    • iperaldosteronismo idiopatico (iperplasia surrenale bilaterale) (individuato in circa il 50% dei pazienti).
  • Le cause rare includono:
    • iperaldosteronismo familiare (FH) – include 5 tipi che rappresentano l’1%-5% dei casi di iperaldosteronismo primario:
      • FH-1 (chiamato anche iperaldosteronismo glucocorticoide-rimediabile):
        • riportato in < 1% dei pazienti con iperaldosteronismo primario;
        • associato ad una fusione del promotore del gene CYP11B1 con la regione codificante del gene CYP11B2;
        • responsivo al trattamento con glucocorticoidi (desametasone a basso dosaggio).
      • FH-2:
        • riportato in circa il 5% dei pazienti con iperaldosteronismo primario;
        • associato a mutazioni germinali nel gene del canale del cloro CLCN2, che lo rendono iperattivo;
        • inoltre, tali mutazioni portano a:
          • depolarizzazione della membrana plasmatica;
          • apertura del canale Ca2+ legato al voltaggio;
          • accumulo di Ca2+ citostolico;
          • attivazione della trascrizione del CYP11B2.
        • può essere associato sia all’iperplasia adrenocorticale che all’Adenoma produttore di aldosterone (APA);
        • non risponde al trattamento con glucocorticoidi.
      • FH-3:
        • riportato in circa lo 0,3% dei pazienti con iperaldosteronismo primario;
        • associato a mutazioni germinali nel gene KCNJ5, che determinano una ridotta selettività al K+ e un aumento dell’afflusso di Na+ nel citoplasma;
        • ciò porta:
          • alla depolarizzazione della membrana e all’aumento dei livelli di Ca2+ intracellulare;
          • all’attivazione dei pathways legati al Ca2+ che innescano la produzione di aldosterone.
        • si individuano 2 sottotipi:
          • sottotipo A – grave, con importante iperplasia surrenalica bilaterale, che spesso richiede un intervento chirurgico (surrenalectomia bilaterale);
          • sottotipo B – lieve con nessuna evidenza di iperplasia surrenalica e responsivo alla farmacoterapia.
      • FH-4:
        • molto raro;
        • associato ad una mutazione germinale gain-of-function del gene CACNA1H, che causa l’aumento dell’ingresso di Ca2+.
        • tutti i sottotipi si caratterizzano per un modello di ereditarietà autosomica dominante.
      • FH-5 (chiamato anche iperaldosteronismo primitivo con convulsioni e anomalie neurologiche [PASNA]):
        • estremamente raro;
        • associato a mutazioni germinali del gene CACNA1D, che codifica per un canale del Ca2+;
        • le anomalie genetiche portano ad una attivazione anomala delle cellule della zona glomerulare, con aumento dell’afflusso di Ca2+ e della produzione di aldosterone;
        • la presentazione clinica include diversi sintomi extra-surrenali;
        • si manifesta con un modello autosomico dominante, ma probabilmente non ereditario.
    • piccole lesioni iperplastiche di una ghiandola surrenale (iperplasia surrenale unilaterale);
    • noduli adrenocorticali multipli unilaterali;
    • adenomi bilaterali che producono aldosterone;
    • carcinoma surrenocorticale.

Patogenesi

  • Alterazione del normale sistema renina-angiotensina-aldosterone a causa di una inappropriata produzione di aldosterone, indipendente da ogni tipo di controllo, che può provocare:
    • ipertensione dovuta all’espansione di volume e all’attivazione del sistema nervoso simpatico a causa della ritenzione di sodio;
    • danni d’organo (come emorragia o infarto cerebrale, infarto miocardico, cardiomegalia, aritmia e insufficienza renale) dovuti a livelli di aldosterone inappropriatamente elevati (indipendentemente dal suo effetto sulla pressione sanguigna);
    • ipopotassiemia dovuta all’aumento dell’escrezione di potassio;
    • alcalosi metabolica dovuta all’aumento dell’escrezione di ioni idrogeno;
    • soppressione della renina plasmatica.

Storia clinica ed esame obiettivo


Presentazione clinica

  • La maggior parte dei pazienti affetti da Iperaldosteronismo primario presenta un’ipertensione normokalemica, spesso resistente al trattamento farmacologico;
  • Frequentemente questa si associa a ipopotassiemia e alcalosi (l’ipopotassiemia è presente nel 9-37% dei pazienti).

Storia clinica

  • Il quadro clinico è spesso asintomatico;
  • Se è presente ipopotassiemia, i sintomi possono includere:
    • astenia;
    • debolezza muscolare;
    • crampi muscolari;
    • costipazione (ileo paralitico);
    • poliuria e nicturia (da diabete insipido nefrogenico indotto da ipokaliemia).

Anamnesi familiare

  • Indagare circa una storia familiare di iperaldosteronismo, ipertensione precoce e/o ictus emorragico in giovane età.

Esame obiettivo

Generale

  • Ipertensione;
  • Se il paziente è ipopotassiemico, i segni possono includere:
    • frequenza cardiaca irregolare ed aritmie;
    • diminuzione della peristalsi intestinale;
    • diminuzione dei riflessi tendinei profondi;
    • paralisi ascendente e distress respiratorio se il Potassio sierico < 2 mEq/L (2 mmol/L).

Diagnosi


  • La valutazione diagnostica dell’aldosteronismo primario comprende:
    • screening;
    • test di conferma;
    • differenziazione dei sottotipi.
  • Sono indicati test specifici per l’Iperaldosteronismo primario in pazienti con una storia di:
    • pressione arteriosa sostenuta ≥ 150/100 mm Hg in ciascuna delle 3 misurazioni effettuate in giorni diversi;
    • ipertensione e ipopotassiemia (inclusa ipopotassiemia indotta da diuretici);
    • Ipertensione Resistente ai farmaci (definita come ipertensione > 140/90 mm Hg resistente a 3 farmaci antipertensivi convenzionali, uno dei quali deve essere un diuretico) o controllata (< 140/90 mm Hg) con ≥ 4 farmaci antipertensivi;
    • ipertensione ed evidenza di incidentaloma surrenalico;
    • ipertensione ed apnee notturne;
    • ipertensione e storia familiare di ipertensione precoce o patologia cerebrovascolare in età < 40 anni;
    • ipertensione e anamnesi familiare positiva per parente di primo grado con iperaldosteronismo primario.
  • Lo screening viene effettuato tramite il calcolo del rapporto tra la concentrazione di aldosterone dosata nel sangue e l’attività reninica plasmatica (ARR) e, se elevato, con il test di conferma (i cutoff risultano variabili e comunemente vanno da > 20 a > 40, con > 30 più frequentemente utilizzato).
  • Test di conferma:
    • la diagnosi viene confermata quando viene dimostrata una produzione non sopprimibile o autonoma di aldosterone;
    • i pazienti con ARR positiva dovrebbero effettuare almeno un test di conferma per la diagnosi definitiva;
    • non c’è bisogno di test di conferma nei pazienti con Ipokaliemia spontanea, renina plasmatica al di sotto del limite di rilevamento e concentrazione di aldosterone plasmatico > 20 ng/dL;
    • tra i test utilizzati per confermare la diagnosi, vengono inclusi il:
      • test di carico salino orale;
      • test di soppressione salina;
      • test di soppressione del fludrocortisone;
      • captopril challenge test.
  • Il campionamento venoso surrenale (AVS) rappresenta il test di scelta per differenziare la malattia unilaterale (Adenoma o iperplasia surrenale) dalla malattia bilaterale (iperaldosteronismo idiopatico) nei pazienti che saranno sottoposti a surrenalectomia.
  • Se l’Iperaldosteronismo primario è confermato, ulteriori test dovrebbero essere utilizzati per identificarne la causa.

Panoramica dei test


  • Dosaggio del Potassio sierico;
  • Dosaggio della concentrazione plasmatica di aldosterone e dell’attività plasmatica della renina, utilizzate per calcolare il rapporto aldosterone-renina (ARR):
    • se la concentrazione plasmatica di aldosterone è < 15 ng/dL, considerare i fattori che possono ridurre i livelli di renina, poiché ciò potrebbe riflettersi in un aumento dell’ARR.
  • Identificare la causa dell’iperaldosteronismo per guidare il trattamento:
    • eseguire una tomografia computerizzata (TC) surrenale per escludere la presenza di grandi masse (carcinoma surrenocorticale) e per assistere il chirurgo e il radiologo interventista laddove necessario;
    • i pazienti < 35 anni che presentano Ipokaliemia spontanea, marcato eccesso di aldosterone e lesioni surrenaliche unilaterali con caratteristiche radiologiche suggestive per un Adenoma corticale alla TAC non necessitano di AVS nel preoperatorio;
    • eseguire test genetici per l’FH di tipo I utilizzando il southern blot o la reazione a catena della polimerasi (PCR) se c’è il sospetto clinico di iperaldosteronismo glucocorticoide-rimediabile (insorgenza prima dei 20 anni o storia familiare di Iperaldosteronismo primario o di ictus in giovane età [< 40 anni]);
    • in pazienti molto giovani con iperaldosteronismo primario, eseguire un test genetico per mutazioni germinali in KCNJ5 tipiche dell’FH di tipo III.

Gestione


  • Gli obiettivi del trattamento includono la normalizzazione della pressione arteriosa e dei livelli di Potassio e la riduzione dei livelli ematici di aldosterone;
  • Si consiglia di trattare l’ipertensione con un approccio olistico di modifica dello stile di vita coadiuvato da farmacoterapia;
  • Gestione in pazienti con malattia unilaterale (Adenoma secernente aldosterone o iperplasia surrenale):
    • trattamento raccomandato:
      • normalizzazione preoperatoria della pressione arteriosa e dell’ipopotassiemia con spironolattone e integratori orali di potassio;
      • surrenalectomia laparoscopica unilaterale;
      • interruzione postoperatoria della supplementazione di Potassio al giorno 1, sospensione dello spironolattone e riduzione della terapia antipertensiva, se possibile;
    • un’alternativa terapeutica è rappresentata dall’utilizzo di antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi nei pazienti che non possono o non vogliono sottoporsi all’intervento chirurgico o nei pazienti con rapporto aldosterone-renina positivo che non possono o non vogliono sottoporsi a ulteriori indagini.
  • Gestione in pazienti con adenomi o iperplasie surrenali bilaterali (iperaldosteronismo idiopatico):
    • raccomandati gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi;
    • raccomandato lo spironolattone come prima scelta e l’eplerenone come alternativa;
  • Gestione in pazienti con iperaldosteronismo familiare (FH)
    • per FH-1 (iperaldosteronismo glucocorticoide-rimediabile):
      • il trattamento di scelta è rappresentato da glucocorticoidi a basso dosaggio per sopprimere la secrezione di ormone adrenocorticotropo ipofisario (ACTH):
        • negli adulti, desametasone 0,125-0,25 mg/die o prednisone 2,5-5 mg/die, assunto la sera prima di coricarsi;
        • nei bambini, gli obiettivi di pressione arteriosa dovrebbero allinearsi alle medie specifiche per età e sesso e la dose di glucocorticoidi dovrebbe essere regolata in base all’età e al peso corporeo.
      • l’antagonista del recettore dei mineralcorticoidi (spironolattone o eplerenone) può essere aggiunto come agente di seconda linea se la pressione arteriosa non si normalizza con il solo glucocorticoide;
      • nei pazienti in cui i livelli di pressione arteriosa target non vengono raggiunti con desametasone a basso dosaggio, possono essere considerati anche i farmaci antipertensivi standard, come i Calcio antagonisti o i beta-bloccanti.
    • per FH-2, gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi (spironolattone o eplerenone) sono raccomandati come trattamento di prima scelta;
    • per FH-3:
      • il tipo A (grave) non risponde ai farmaci e può rendere necessaria una surrenalectomia bilaterale;
      • il tipo B (lieve) viene tipicamente gestito con antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi.
    • per FH-4, la gestione non è standardizzata poiché la condizione è molto rara:
      • il trattamento di questo tipo di ipersurrenalismo è spesso infruttuoso sia con l’antagonista del recettore dei mineralcorticoidi sia con la surrenalectomia unilaterale;
      • i bloccanti dei canali del Calcio di tipo T dovrebbero essere presi in considerazione;
    • per FH-5 (iperaldosteronismo primitivo con convulsioni e anomalie neurologiche [PASNA]), la gestione comprende:
      • bloccanti dei canali del calcio;
      • antagonista del recettore dei mineralcorticoidi;
      • surrenalectomia se la condizione è lateralizzata.

Complicazioni e prognosi


  • Ipertensione Resistente alla terapia.
  • L’Iperaldosteronismo primario è associato ad un aumento del rischio di malattie ed eventi cardiovascolari rispetto alla più comune ipertensione primaria in soggetti di pari età e sesso:
    • 4,2 volte il rischio di ictus;
    • 6,5 volte il rischio di infarto miocardico;
    • 12,1 volte il rischio di fibrillazione atriale;
    • aumento del rischio di Ipertrofia ventricolare sinistra e disfunzione diastolica, rigidità delle grandi arterie, fibrosi diffusa dei tessuti e rimodellamento delle arterie di resistenza in pazienti affetti da FH tipo I.
  • L’Iperaldosteronismo primario è associato ad un aumento del rischio di malattia renale cronica (sia su base vascolare che parenchimale) rispetto a quanto avviene in pazienti con ipertensione primaria dello stesso sesso ed età;
  • Ipokaliemia nel 9%-37% in pazienti che non vengono adeguatamente trattati.
  • Conseguenze dell’ipopotassiemia:
    • soppressione dell’attività della renina plasmatica;
    • debolezza muscolare;
    • parestesia;
    • tetania.

Prognosi

  • La pressione arteropsa in genere si normalizza o mostra il massimo miglioramento 1-6 mesi dopo la surrenalectomia unilaterale.
  • L’ipoaldosteronismo persistente che richiede una terapia sostitutiva con mineralcorticoidi (fludrocortisone) può verificarsi fino al 5% dei pazienti adrenalectomizzati.
  • Dopo un adeguata gestione, il rischio di eventi cardiovascolari si allinea con quello associato all’ipertensione essenziale.